Capitolo 32

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Il mondo non è diviso tra persone buone e Mangiamorte. Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ma sta sempre a noi scegliere da che parte schierarci. 

Sirius Black 

-Fammi vedere-

-No Herm, sono sicuro. E' diverso-

Siamo in ufficio io ed Harry.

E' la sera della vigilia di Natale, ma nessuno dei due se ne preoccupa.

In questo momento ciò che preme ad entrambi è dimostrare la mia innocenza.

E l'unico modo per farlo è confrontare questi documenti con la pergamena.

Li afferro tutti insieme, sedendomi successivamente alla mia scrivania e analizzandoli con la lente di ingrandimento.

Devo ammetterlo: chiunque sia stato ha fatto un lavoro eccellente, ma per mia fortuna qualche differenza c'è.

Le "g" e le "l" sono più corte e leggermente più rotondeggianti, mentre le mie, anche solo per qualche millimetro, sono più affusolate. Ad un occhio non attento può sembrare la mia scrittura, ma in realtà non lo è affatto.

Sorrido leggermente, tirando un sospiro di sollievo.

-Hai ragione-

-Parlerò con il ministro e vedrai che ne uscirai pulita Herm. Stai tranquilla- continua Harry sorridendomi sinceramente.

Un leggero bussare alla porta ci interrompe:

-Avanti- dice Harry.

-Ragazzi sono io-

E' Ginny e ha l'aria preoccupata: -Come va? Avete scoperto qualcosa?-

La guardo con un sorriso: -E' diversa Gin. Stai tranquilla-

-Oddio meno male!-

Si avvicina a me e mi abbraccia.

-Buon Natale ragazzi! Forza! Ora è il momento di festeggiare! Vi aspettano tutti alla Tana!-

Festeggiare...

Già...

E' Natale in fondo...

Ma io non ho completamente la forza per farlo...

Mi sento svuotata...

-Va bene...- rispondo –Andiamo-

Harry annuisce dopo di me: -Questi li porterò con me. Non mi fido a lasciarli qui-

Si alza dalla sedia raccogliendo il fascicolo sulle indagini e recuperando i rapporti e la lettera minatoria dalla mia scrivania, per poi rimetterli tutti insieme e seguirci verso l'uscita.

Arrivati davanti la porta però, sentiamo di nuovo bussare: stavolta sono io che allungo una mano e la apro.

E' il Ministro: -Buonasera ragazzi...- inizia con aria triste.

Brutte notizie. Sicuramente.

Ricambiamo il saluto.

-So che stavate andando via, ma vi ruberò solo un paio di minuti. Sono arrivati i risultati-

Ci blocchiamo tutti e tre.

Il momento della verità.

Faccio un passo indietro, facendolo accomodare in ufficio, ma lui non si siede, limitandosi a poggiare la busta sulla mia scrivania che è la più vicina.

-Come per il rapporto autoptico di Clarke, mi sono assicurato di supervisionare le operazioni-

Annuiamo in tensione, mentre lui apre la busta.

Per fare il confronto del sangue, so che il Ministro ha chiesto dei campioni a Lucius Malfoy e Narcissa.

Solo lui conosce l'esatta posizione della loro residenza.

Lo osservo, mentre noto la sua mandibola irrigidirsi man mano che i suoi occhi scorrono sulla pergamena.

-Ministro...- inizio a dire e lui si riscuote.

-C'è corrispondenza... del 99,9%. E' il sangue di Draco Malfoy...-

Cala il gelo.

Non c'è più alcun dubbio allora.

I miei sospetti erano fondati. Ciò che ho scoperto finora non lascia spazio a dubbi o incertezze.

Ingoio a vuoto: è davvero stato Blaise...

Chiudo gli occhi e respiro a fondo...

Devo essere forte.

Non devo lasciare spazio alle emozioni. Non adesso.

-Quando lo trasferiranno?- chiede Harry accanto a me.

Riapro gli occhi e mi giro a guardarlo incredula, ma solo in parte: sta già pensando ad Azkaban.

Lo conosco e so perfettamente che in questo momento è deluso quanto me, per cui sta cercando di dissimulare, concentrandosi esclusivamente sul suo lato da Auror.

Ginny accanto a lui gli afferra una mano e la stringe, visibilmente dispiaciuta.

-Non lo so Harry, dev'esserci il processo prima di tutto e i tempi, come ben sai, sono lunghi- risponde Shacklebolt, un po' stupito.

-Lo voglio dentro quanto prima- ribatte lui, con un filo di rabbia che traspare dalla voce.

"Anch'io" penso. Anch'io voglio che paghi per ciò che ha fatto.

-Vedrò di far accelerare le cose alla luce degli ultimi sviluppi. Forse riuscirò a far riunire il Wizegamot subito dopo Natale. Ma devi avere pazienza, te ne prego- il Ministro gli si avvicina, poggiandogli una mano sulla spalla –Capisco quanto sia difficile per voi- continua guardando anche me e Ginny -Ma vi prego abbiate pazienza-

Annuiamo tutti e tre.

-Ti lascio questi risultati, aggiungili nel fascicolo- Allunga la busta delle analisi verso Harry –Immagino che porterai tutto con te, dopo ciò che è successo con Clarke-

Harry annuisce leggermente in imbarazzo: normalmente sarebbe illegale far uscire documenti così importanti da quest'ufficio.

-Non preoccupatevi, avete la mia autorizzazione. Devo avvisarvi solo di un'ultima cosa però-

Lo guardiamo tutti e tre, molto seriamente: lui si prende un attimo per rispondere. Sospira guardando altrove e dopo quelli che sembrano secondi interminabili, rialza lo sguardo:

-Prima del processo dovremo riesumare la salma. Dobbiamo capire se è stato effettivamente falsificato qualcosa o se Clarke è morto per altre circostanze che esulano dal caso-

Trattengo il fiato, irrigidendomi.

Mi torna in mente Westminster.

"Non pensarci"

"Non pensarci"

"Non pensarci"

Faccio un passo indietro, boccheggiante.

-Herm, tutto bene?-

Ginny si avvicina preoccupata, mentre mi rendo conto che stavo per perdere l'equilibrio. Mi afferro al suo braccio: -Si, scusa... Scusate... Un capogiro. Ogni tanto succede ancora...- dico, ma i miei occhi non vedono altro chele immagini di quel corpo che ancora mi passano davanti.

"Non pensarci"

Harry nel frattempo annuisce. Sembra però che a differenza mia sia più tranquillo. Forse lo immaginava già.

-D'accordo Ministro. Mi faccia sapere quando-

Shacklebolt torna a prestargli attenzione, dopo avermi guardata per un secondo, anche lui preoccupato:

-Naturalmente. Se non ve la sentite però lo capirò, non preoccupatevi. Posso provvedere in altro modo- risponde.

-No. Ci saremo. Giusto Herm?- lo interrompe immediatamente Harry.

Annuisco decisa: -Si certo!-

-D'accordo allora. Adesso... sarà meglio andare ragazzi...- risponde Shacklebolt leggermente più sollevato.

Noi rimaniamo in silenzio.

-Buon Natale a voi e alle vostre famiglie- continua un po' incerto.

Questo sarà tutto tranne che un buon Natale.

Lo sappiamo tutti.

***

-BUON NATALE!-

Io, Harry e Ginny entriamo dalla porta della Tana e veniamo accolti calorosamente da Ron e dagli altri Weasley.

Appena ci vedono però, cala il silenzio.

Ron mi si avvicina immediatamente preoccupato: -Che è successo?- mi chiede afferrandomi la mano.

Lui non conosce la verità: ho giustificato la mia assenza dell'altra sera con il lavoro, dicendo che sono rientrata tardi e uscita presto la mattina successiva e Ginny e Harry mi hanno coperta per fortuna.

"Un'altra bugia"

Si... E' vero. Ma non potevo rischiare che Ron corresse un pericolo grande come quello che rappresenta Blaise. Ha ucciso Malfoy che si suppone fosse il suo migliore amico, stava per farlo con me, figuriamoci se avrebbe esitato con lui.

E io non potrei sopportare di perdere un'altra persona cara.

Lo guardo: -Niente...- sorrido debolmente –E' solo lavoro- Lo abbraccio di slancio, cercando il calore che solo lui è sempre stato in grado di trasmettermi –Buon Natale anche a te- gli dico in un orecchio. A malincuore mi separo dopo poco tempo, rendendomi conto che anche stavolta la mia ricerca è fallita. Mi sento esattamente come qualche secondo fa: distrutta.

Harry e Ginny nel frattempo si siedono sulla panca più vicina:

-Harry caro... Va tutto bene?- gli chiede Molly in pensiero.

Nella stanza non sento volare neanche una mosca.

Sono tutti in allarme e aspettano una risposta. Lui si riscuote dallo stato di trance in cui sembrava essere caduto e stringe la mano a Ginny:

-Si... Si scusate. Si tratta di lavoro... Credo... Credo che ormai sia inutile tenerlo nascosto... Siamo arrivati alla verità...-

-Harry... Forse sarebbe meglio aspettare...- lo ammonisco.

Lui scrolla la testa chiudendo gli occhi: -E' inutile Herm, ormai...-

-Harry, avete scoperto l'assassino di Malfoy?- interviene serio il signor Weasley.

Il mio migliore amico si interrompe e rialza gli occhi, guardandolo teso.

Io mi irrigidisco istantaneamente, mentre lui pian piano annuisce: -Si-

Sento tutti quanti trattenere il respiro. Anche il signor Weasley sembra spaesato per un attimo. Poi però si riprende: -E... Chi è Harry?-

-E' Blaise Zabini- rispondo io al posto del mio amico, che sembra ancora incredulo.

-COSA?!- chiede a gran voce George scioccato e improvvisamente anche gli altri sembrano rianimarsi.

-Com'è possibile?! Quei due sono sempre stati grandi amici a quanto mi risulta- interviene Angelina accanto a lui.

-Purtroppo è così- risponde Harry –Non posso dirvi altro se non che a breve ci sarà il processo-

Mi giro a guardare Ron: è teso come tutti gli altri mentre mi tiene ancora la mano. Si accorge che lo sto guardando e si gira anche lui: -Herm. Mi dispiace- dice in tono sincero. Mi tira a sé e inizia a sussurrarmi nell'orecchio, mentre tutti gli altri iniziano a discutere: -So quello che ho detto su Malfoy, ma so che con Blaise eravate amici. So come ti senti-

Lo abbraccio di nuovo: -Grazie- gli dico sinceramente con un leggero sorriso. Questo è di nuovo il mio Ron.

-Io per te ci sono lo sai- mi risponde.

"Già... Se solo sapessi la verità però..."

***

La cena è appena finita, ma l'atmosfera non è migliorata.

Non sembra affatto una cena di Natale: tutti siamo in tensione per ciò che abbiamo scoperto.

Io, ad ogni minuto che passa, mi sento sempre peggio.

Come farò a dirglielo?

E se non riuscissi a tornare?

E se il legame si fosse spezzato davvero?

Non devo pensarci. Non serve a nulla farsi sempre le solite domande.

-Herm, vieni?-

Ginny si avvicina dolcemente al divano su cui sono seduta e mi sorride debolmente insicura.

Mi rendo conto di essere rimasta ferma a fissare le fiamme nel camino di fronte a me, persa nei miei pensieri.

La guardo e ricambio il sorriso: -Si certo-

Mi alzo in piedi e la seguo vicino l'albero di Natale.

E' arrivato il momento di aprire i regali come da tradizione.

I signori Weasley cercano di tirare su di morale soprattutto me ed Harry, anche se con scarsi risultati.

Iniziamo a scartare i nostri doni, ma dopo circa dieci minuti ho già praticamente dimenticato qualsiasi cosa abbia ricevuto.

La mia mente è completamente altrove.

Su quell'unico tarlo che continua a mangiarmi il cervello.

Naturamente ringrazio tutti come se niente fosse, ma voglio sbrigarmi a tornare a casa. Voglio che questa giornata finisca al più presto.

Ron, accanto a me, sembra avvertire il mio disagio:

-Se vuoi possiamo tornare- mi propone.

-Non possiamo. E' Natale. Molly ci tiene ad avere la famiglia riunita- rispondo tristemente.

-Non preoccuparti per la mamma. Lei capirà-

Mi limito a guardarlo eloquentemente e lui capisce immediatamente.

Si avvicina alla signora Weasley. Li sento parlare, anche se non capisco cosa dicono esattamente, dopodichè lei si avvicina a me con uno sguardo dolce in volto:

-Hermione, non preoccuparti. Tornate a casa. Capisco la situazione. Ci vediamo domani- mi dice afferrandomi per le braccia.

Le sorrido, ma non me lo faccio ripetere due volte:

-Mi dispiace. Non era così che avremmo dovuto passare il Natale- Sono realmente dispiaciuta di aver rovinato le feste anche a loro. Dopo ciò che è successo in passato non avrei mai voluto che qualcuno di loro rivivesse emozioni negative in questo giorno.

Mi abbraccia: -Tranquilla. Va bene così. Hai bisogno di riposare-

Le sorrido sincera: -Grazie signora Weasley-

Salutiamo tutti quanti, mentre anche Ginny ed Harry decidono di andare via.

Quando finalmente esco fuori dalla Tana e di nuovo il vento gelido e la neve mi investono, mi sento molto meglio e le idee si schiariscono immediatamente:

"Malfoy sto per tornare che ti piaccia oppure no"

***

No. Non mi importa. Devo tornare.

Non mi importa se non vuole che lo faccia. Non sarà di certo lui a impedirmelo. E' durata anche troppo.

"Lui ti..."

NO! Maledico la mia coscienza.

Lui non mi... manca... ho semplicemente bisogno di parlargli... Di dirgli che finalmente (o forse no) abbiamo quelle prove... Che Zabini è davvero il colpevole... è davvero il suo... assassino...

Ingoio a vuoto, mentre mi rimetto a letto e chiudo gli occhi.

"Devo tornare"

Tutto è buio.

"Devo tornare"

Buio. Buio. Buio.

"Devo tornare!"

Avverto una sensazione improvvisa, spiacevole: è come se la mia mente si fosse appena scontrata con un muro e fosse rimbalzata indietro.

Riapro gli occhi, leggermente confusa e con un leggero mal di testa.

Ma che cos'era?

Non mi arrendo e ci riprovo immediatamente, ma anche stavolta mi sento rimbalzare all'indietro e quando mi rimetto seduta, il mal di testa è più forte.

"Non mi importa. Non mi impedirai di tornare indietro" dico come se lui potesse sentirmi.

Sto forse uscendo totalmente di senno?

Ci riprovo ancora e ancora, ma niente.

Il dolore si fa sempre più intenso, finchè alla fine, mi rimetto seduta con le lacrime agli occhi.

"Ma perchè?!"

Mi ridistendo di nuovo e chiudo gli occhi, cercando di non fare rumore per non svegliare Ron che dorme accanto a me.

"DEVO TORNARE!" urlo nella mia mente.

Inizio a contare i secondi...

Ma stavolta nessun muro.

Inizio a intravedere qualcosa, è come se stessi percorrendo un tunnel... vedo una piccola luce alla fine.

Mi concentro immaginando di camminare e la vedo avvicinarsi e ingrandirsi sempre di più.

Ci siamo.

La luce alla fine mi acceca, socchiudo leggermente le palpebre, ma continuo a muovermi, e quando esco, eccolo davanti a me: il mausoleo distrutto. Sono tornata.

Sorrido.

Mi giro, ma dietro di me solo alberi; alla mia destra la lapide e il mandorlo, ormai diventato un vero e proprio albero. Nevica come al solito e la neve si è depositata ovunque, tranne che su di esso.

E' strano, ma per il momento non me ne curo: devo trovare Malfoy.

Mi guardo intorno e naturalmente non vedo niente.

Come l'ultima volta, mi avvicino alle rovine e prestando attenzione a non scivolare, "entro" nella stanza. Il materasso, per fortuna, è ancora davanti il camino, ma stavolta le fiamme non ardono; sono solo braci fumanti. La coperta giace abbandonata in un angolo, ricoperta da un leggero strato di neve.

Mi avvicino di più ed effettivamente noto che anche il materasso ne è ricoperto.

Che significa?

Sposto lo sguardo. Pietra. Ovunque.

Non lo chiamo.

Non voglio che reagisca male.

Rimango in silenzio e inizio ad aggirarmi tra le macerie. Spero solo di trovarlo.

"Dove sei?"

"Dove sei?"

Di nuovo la preoccupazione torna a farsi sentire.

Raggiungo l'estremità opposta all'entrata: naturalmente il muro non esiste più e a terra per fortuna non ci sono macerie, così riesco a fare un piccolo salto (visto che il pavimento è sopraelevato rispetto al terreno) e mi ritrovo in mezzo alla neve, che qui è più alta e mi sommerge quasi fino alle ginocchia.

A fatica inizio a muovere qualche passo mentre mi guardo intorno.

E se avessi sbagliato tutto? Se questo posto non rappresentasse la base del nostro legame? E se stavolta fosse veramente passato oltre?

Scuoto leggermente la testa.

Non è così... Lo sento...

-Malfoy, dove sei?- chiedo quasi in un sussurro, ma naturalmente non ricevo risposta.

Continuo a muovermi, arrivando all'angolo delle rovine e ritrovandomi praticamente alle spalle della parete rimasta in piedi.

-Sei tornata-

Prima ancora di sentire la sua voce, i miei occhi lo hanno già individuato.

-Si- rispondo seria.

-Ti avevo detto di non farlo-

E' poggiato al muro, esattamente in corrispondenza del camino, ed è seduto in mezzo alla neve. Tiene il viso sollevato e gli occhi chiusi, incurante dei fiocchi che si stanno depositando sui capelli, sul viso e sui vestiti. Le braccia sono abbandonate ai lati del corpo e le gambe distese.

"Si è arreso. Si sta lasciando morire" penso immediatamente, ma mi devo correggere. Possibile che io dimentichi sempre che lui è morto?!

-Che stai facendo?- chiedo, impedendo alla mia voce di assumere qualsiasi tipo di tonalità.

Silenzio. Nessun cambio di espressione neanche in lui. Lo osservo, notando la bacchetta abbandonata tra la neve, poco distante dalla sua mano destra.

-Malfoy... Che stai facendo?- ripeto.

Una smorfia, solo questo, una smorfia, che del suo solito ghigno stavolta ha ben poco, ma ancora silenzio. Sbuffo, ma non reagisco.

Rimaniamo fermi per quelle che mi sembrano delle ore. Che cos'ha in testa?

-Malfoy-

-Granger... Fammi un favore... Taci- mi risponde nel suo solito tono beffardo.

-No-

Nessuna reazione.

-Malfoy alzati da lì- dico immediatamente.

Naturalmente mi ignora.

-Malfoy alzati di lì ho detto- Mi avvicino di un passo e stavolta reagisce: afferra la bacchetta e me la punta contro, aprendo finalmente gli occhi: -Vattene-

Ciò che vedo mi spaventa: le sue iridi sono di nuovo colore del ghiaccio.

Faccio un passo indietro: -I tuoi... I tuoi occhi...- dico a fatica.

-Vattene- ripete lui, mentre una scintilla li attraversa.

"E' furioso"

Ma stavolta non lascio che la paura mi blocchi di nuovo. Reagisco.

-No!- dico iniziando a camminare verso di lui decisa –Non lascerò che tu muoia qui. Expelliarmus!- grido alla fine, quando lui agita la bacchetta per attaccarmi.

-IO SONO MORTO!- grida.

-Ora tu ti rialzerai. E mi ascolterai! Non ho rischiato la vita per te...- continuo senza pensare, bloccandomi istantaneamente.

Che cosa ho appena detto?

Lui fa lo stesso: il viso contratto dalla rabbia, improvvisamente si immobilizza.

-Alzati Malfoy. Adesso- dico, cercando di tenere a freno il rossore delle guance. Distolgo lo sguardo da lui e recupero la sua bacchetta da terra.

Con la coda dell'occhio lo vedo girare la testa dall'altro lato, ma non si rialza.

Mi innervosisco e torno a guardarlo. Mi rimetto in piedi: -Fa come vuoi-

Gli volto le spalle e torno indietro: la sua bacchetta nella mia tasca.

Se non vuole il mio aiuto, io non posso aiutarlo.

Capisco che sia arrabbiato per ciò che ha scoperto, ma non può prendersela con me.

"Tu non gli hai detto la verità"

"Era lui a non volerla sapere!"

Nel momento stesso in cui mi ripeto queste parole, so già di mentire, perché lui all'inizio insisteva nel voler conoscere quel nome. Ero io a negarglielo.

"Perché ti eri preoccupata per lui"

"Ed ecco cosa ho ricevuto in cambio"

Sospiro frustrata, ma appena volto l'angolo per salire di nuovo nella stanza, mi fermo.

"Deve sapere... Deve sapere tutto. Non scapperò di nuovo"

Stringo i pugni, girandomi di scatto. Sento la rabbia salire, mentre torno sui miei passi... mentre torno indietro.

Lui mi sente e si gira a guardarmi stranito: gli occhi per fortuna sono tornati normali, ma stavolta non mi interessa. Stavolta sono io quella arrabbiata.

Mi fermo davanti a lui, guardandolo freddamente: -Vuoi sapere perché sono qui?- dico freddamente –Non mi importa se lo vuoi sapere o meno, te lo dirò comunque. Sappi che lo abbiamo incastrato. Abbiamo perquisito la sua casa e abbiamo trovato la lettera minatoria che lui mi accusava di aver rubato. E... Una divisa intrisa di sangue... Del tuo sangue- dico nel tono più freddo possibile, ma non riuscendo a non esitare. Mille espressioni si alternano sul suo viso nell'arco di un nano secondo, ma non me ne curo. Non mi preoccuperò mai più per lui: -Ieri lo abbiamo arrestato e tra pochi giorni, dopo il processo, lo porteremo ad Azkaban- faccio una pausa, solo per assicurarmi che le mie parole lo feriscano.

-Sai perché non te l'ho detto subito? Non perché dovevo trovare le prove. Sapevo che le avrei trovate prima o poi, ma perché questo stupido legame mi ha fatta preoccupare per te! Preoccupare per te!- La mia voce si alza di un'ottava, mentre lascio uscire una risatina sarcastica –Io, una sciocca mezzosangue, che si preoccupa per il Re delle Serpi, Purosangue- continuo, caricando di disprezzo le ultime parole –Tranquillo, mi sono già data della stupida più volte!-

Faccio un'altra pausa e lo osservo per pochissimo, mentre la rabbia ormai mi percorre da capo a piedi.

-Mi sono preoccupata di non ferirti, di nasconderti la verità per... per non farti stare male ulteriormente e cosa ho ricevuto da parte tua? Disprezzo. Mi hai buttata fuori da qui, non ascoltandomi. Non lasciandomi la possibilità di spiegarti! Ma adesso basta... Ho rischiato la vita... per te...- dico ancora una volta, ma a fatica –Perché si, ho rischiato la vita per te! E non era il legame ad impormelo! Ero io! L'ho fatto senza pensarci due volte! E lo rifarei! E tu che cos'hai fatto? Mi hai tagliata fuori. Sei riuscito a vedere solo ciò che provavi tu. Ancora una volta hai pensato solo ed esclusivamente a te stesso...- continuo crudele, facendo un velato riferimento alla guerra. So il reale motivo delle sue scelte e non era certo il proprio ego, ma in questo momento il mio intento è fargli solo quanto più male possibile, proprio come lui ne ha fatto a me finora.

-Come al solito non ti sei preoccupato di capire... i miei silenzi, i miei comportamenti nei tuoi confronti! E io invece... Mi sono preoccupata di te sin dall'inizio...- ingoio, mentre le mani mi iniziano a tremare. Ormai devo arrivare in fondo: -Credevi che fosse stato Blaise a portartelo. Che fosse un suo segno per farti capire che stava cercando una soluzione, ma non è così!- inizio, mentre lo vedo accigliarsi leggermente.

-Quel mandorlo te l'ho portato io. Il giorno dopo il funerale, ho saltato lavoro per... per venire davanti quella maledetta lapide. Mi hai chiesto se conoscessi il significato di quel fiore. Certo che lo conoscevo! L'ho fatto apparire lì proprio per il suo significato! Volevo solo aiutarti a capire che c'era speranza. Che non tutto era perduto. Che anche se eri morto, io... noi... avremmo trovato il colpevole e ti avremo reso giustizia! Perché sapevo che eri cambiato, che adesso eri sulla strada giusta e che qualcuno te l'aveva sbarrata e tutto ciò che volevo fare era incastrarlo. Non volevo farti perdere la speranza. E volevo anche farti capire che in qualche modo eri rinato. Perché eri finito qui!- Gli occhi mi si fanno lucidi, mentre la voce diventa sempre più alta. –Alla fine è spuntato molto più tardi qui dentro e tu hai creduto che fosse stato lui... E io... Non ho avuto la forza di contraddirti... Ancora una volta per paura di ferirti! Sono stata una stupida! Ma stai tranquillo... Non ricapiterà, perché io non tornerò mai più!-

Concludo, praticamente in lacrime e senza più guardarlo in faccia, mi giro e raggiungo di corsa la stanza, scivolando più volte. Raggiungo il camino, le cui fiamme sono tornate più vive che mai, mi poggio al muro lì vicino, probabilmente in corrispondenza del punto in cui si trova lui proprio qui dietro, e mi lascio scivolare a terra. Raccolgo le ginocchia al petto, stringendole in un abbraccio e lascio uscire silenziosamente tutte le lacrime che ho trattenuto finora. Più volte non riesco a trattenere qualche piccolo grido di rabbia, che soffoco immediatamente sulle braccia.

Voglio andarmene e spero di farlo quanto prima. Spero che arrivi quel serpente al più presto. Non voglio più tornare qui dentro. Ormai è tutto finito. Blaise è in carcere, e lui... Può passare oltre. Chiuderò questo capitolo della mia vita e non dovrò più avere paura di addormentarmi.

-Alzati-

Mi ha seguita? Che cosa vuole ancora?

Non rispondo.

-Alzati ho detto- ripete. La sua voce è più vicina, ma non mi importa. Lo ignoro.

-Granger non lo ripeterò. Alzati-

-Vattene. Non voglio più avere niente a che fare con te- dico a voce bassa e minacciosa, mantenendo la testa bassa.

Sembra che i ruoli si siano scambiati adesso.

Impreca, ma quello che dice subito dopo mi fa bloccare:

-Io lo sapevo- dice con voce fredda.

Lo sapeva?

Sapeva cosa?

Del mandorlo?

Spalanco gli occhi, e rialzo la testa: -Cosa?!- chiedo confusa.

-Io lo sapevo- ripete.

-Cosa sapevi?-

Non può saperlo. Non mi conosce. E' impossibile.

-Sapevo di Blaise- continua mantenendo lo stesso tono.

Il respiro si azzera.

Non è vero.

Sta mentendo.

Come può saperlo se ha dimenticato tutto?

"E se stava mentendo per coprire il suo migliore amico?"

Una rabbia incontrollabile si impossessa di me, ma prima di esplodere del tutto, con un filo di voce chiedo di nuovo: -C... Cosa?!-

-Sapevo che Blaise mi ha ucciso-

Mi rimetto in piedi e gli vado incontro, lasciando uscire tutta la rabbia: -CHE COSA?!- urlo. Lo spintono: -MI HAI MENTITO?! LO HAI COPERTO PER TUTTO QUESTO TEMPO?! SAPEVI TUTTO?! RICORDI TUTTO?! LO HAI COPERTO E STAVI PER FARMI UCCIDER...-

-TACI! SEI STATA TU!- mi interrompe.

-STAVI PER FARMI UCCIDERE SOLO PER COPRIRLO MALFOY! SEI... SEI... SEI UN LURIDO...-

Un attimo... Cosa?!

Lui mi guarda con gli occhi in fiamme, ma non dice nulla, aspettando che io recepisca ciò che ha appena detto:

-Sono stata io?- chiedo, abbassando la voce, ancora nervosa e con il cuore che batte all'impazzata –Che stai blaterando?!-

-Ti avevo detto di non mentirmi. Ma tu l'hai fatto comunque! E ti sei fatta scoprire-

-Cosa?!-

-Ho capito che mentivi, sin dall'inizio- dice con un ghigno che inizia a stamparglisi sul viso, e la voce sempre più fredda -Ti ho chiesto chi avesse riportato quella lettera a casa mia, mi hai detto che non lo sapevi, ma sapevo che doveva essere qualcuno vicino a noi, dato che non ne avevi parlato con nessuno-

"-Non l'hai detto a nessuno, perché il colpevole è vicino a noi vero?-

-Devo andare-

-Non c'è bisogno che tu mi dica chi è, ma incastralo-"


Mi irrigidisco, ricordando ogni parola di quel nostro discorso.

Lui mi guarda, ancora ghignante: -Sorpresa?-

Lo fulmino con gli occhi, ma rimango ferma.

-Quando ti ho detto che non volevo più saperlo è stato quando abbiamo scoperto che si trattasse di un Serpeverde, dopo quella tua visione qui dentro. Ho iniziato a capire che forse potesse trattarsi di qualcuno vicino a me, più che a voi. Qualcuno che mi aveva tradito...- Si ferma, distogliendo lo sguardo –Non sono stupido, Granger. So che sei intelligente. Avrò anche dimenticato tutto, ma stranamente ricordo il tuo modo di lavorare e so che non ti lasci ingannare da false piste, come invece ti ho detto-

Dstolgo lo sguardo anche io, abbassandolo e arrossendo. Spero che non mi veda.

-Ho iniziato a chiedermi se fosse stato Blaise subito dopo, quando mi hai chiesto se sapevo come potevi procurarti il Veritaserum. Ti ho detto di chiedere a lui e prima che te ne andassi mi hai detto...-

Non lo ascolto più per un attimo, perché ricordo perfettamente ciò che gli ho detto:


"Tornerò domani. Ti farò sapere com'è andata"


Mi sono immediatamente data della stupida quando l'ho visto accigliarsi e adesso me ne pento più di qualsiasi altra cosa.

-... Che motivo avevi di dirlo? Blaise ti avrebbe aiutata ad incastrare il colpevole appena gliel'avessi chiesto-

Ingoio, incapace di guardarlo, anche se con la coda dell'occhio noto di nuovo le sue labbra inarcarsi verso l'alto.

-Quando sei ricomparsa la volta successiva, ti ho chiesto se gliel'avessi chiesto e mi hai detto di si, ma stavi mentendo. L'ho sentito... L'ho capito immediamente- si corregge.

Un attimo: L'ha sentito?

-Anche tu avverti quello che provo io?- chiedo scioccata.

Lui si acciglia, ma poi capisce e fa un cenno netto con la testa: si.

Faccio un passo indietro: ecco come ha scoperto che mentivo. Sa tutto perché ogni volta che mentivo e sentivo i miei sensi di colpa, li avvertiva anche lui.

-Ho iniziato ad averne la conferma quando ti ho detto di dirgli tutto e tu sei andata nel panico. L'ho sentito immediatamente, anche se hai cercato di dissimulare E quando... qualche tempo dopo, alla mia domanda hai detto che gli avevi parlato e sapendo che mentivi già da prima, ti ho chiesto anche cosa ti avesse risposto...- Fa una pausa, ghignando –Sei stata stupida Granger... Se tu gli avessi detto "Vergeben" per come ti avevo detto di fare, lui prima di tutto avrebbe dovuto risponderti con una sola frase...-

Sgrano gli occhi e torno a guardarlo: -Cosa?!- chiedo incredula.

-E' così che ho scoperto tutto- dice non cambiando espressione.

-Cosa avrebbe dovuto rispondere?!- chiedo senza prestare attenzione a ciò che sta dicendo.

-"Ich vergebe dir"-

Lo guardo interrogativa: -E'...-

-Tedesco- Annuisce –Significa "Io ti perdono" mentre "Vergeben" significa perdonare o perdonami. E' come una richiesta. E' una cosa stupida che risale alla nostra infanzia... Una volta abbiamo litigato e...- Si interrompe, e prima di continuare mi guarda dubbioso e poi si allontana da me, voltandomi le spalle –E io avevo torto... Così mi ricordai che proprio qualche giorno prima avevo letto quella parola quando studiavo... E gliela dissi così come l'avevo letta... Non ero bravo in tedesco, ma lui si e mi rispose quella frase. Così abbiamo fatto pace. Da allora, quando uno di noi ha torto dice "Vergeben" come per chiedere scusa e l'altro risponde "Ich vergebe dir"-

Si interrompe, mentre io invece non so cosa dire... Si è appena confidato?

L'ha fatto veramente?

Mi ha raccontato qualcosa su di lui, non me lo sarei mai aspettata e il suo tono era diverso questa volta: non neutro, non arrabbiato... semplicemente più umano. Una persona che ricorda la propria infanzia con nostalgia.

Una persona qualunque, non il solito Draco Malfoy.

Vorrei dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma non riesco ad emettere neanche un suono.

-La cosa è rimasta tra noi fino ad Hogwarts... Quando lo raccontammo anche a Daphne e Astoria...-

Adesso mi è tutto chiaro.

-Mi dispiace...- dico allontanandomi di più da lui e avvicinandomi al camino.

Sembrerebbe quasi una presa in giro, ma so perfettamente che non fraintenderà.

Adesso so cosa Blaise rispose a Daphne quella notte quando mi sono introdotta in casa sua.

Adesso so perché ho avvertito quella sensazione strana quando gli ho mentito. Lui avvertiva i miei sensi di colpa e contemporaneamente io sentivo il suo fastidio perché sapeva che non stavo dicendo la verità.

-Perché non me l'hai detto chiaramente?- chiedo un po' più tesa –Perché non mi hai smascherata?-

Mi giro, ma lui mi da ancora le spalle, quindi l'unica cosa che posso vedere sono i suoi pugni che si stringono: -Dovevo capire da che parte stavi. Perché lo stavi coprendo- risponde serio, quasi alterato.

Apro la bocca per ribattere, innervosendomi, ma poi capisco e la richiudo.

Effettivamente lui non sa, o meglio, non sapeva il motivo per cui io non ho parlato subito. Lui sa che io e Blaise siamo diventati amici e che ci trovavamo bene insieme e che con lui invece non mi sono mai spinta oltre il puro e semplice rapporto di lavoro. Ha pensato che volessi coprirlo perché mio amico... ma non sa cos'è successo dopo la sua morte. Non lo sapeva. Anch'io al suo posto forse avrei pensato lo stesso-

-Come hai potuto dubitare?!- chiedo sentendo la mia voce tremare e qualcosa stringersi nel petto: mi sento ferita dalle sue parole.

-Non mi conosci, ma dovresti saperlo: la giustizia per me è al primo posto! Non importa se si tratta di un amico, di un parente o di un... nemico... per me, chi sbaglia deve pagare!- dico di getto a voce alta.

Non risponde.

-Sei un idiota- gli dico senza pentirmene. E' davvero uno stupido!

Adesso però mi sorge un dubbio... Se lui sapeva che era stato Blaise... Vuol dire che... Quando mi ha chiesto del mandorlo... Mi stava mettendo alla prova... Quando mi ha detto che lui ci avrebbe tirati fuori era per capire se io avrei ceduto e gli avrei detto tutto... Quando si è messo in mezzo tra me e quella parete era perché stava continuando a usarmi davvero...

Gli occhi si fanno lucidi.

Una morsa si stringe sullo stomaco.

Poi mi ricordo di un particolare: un piccolo e insignificante particolare che però forse può voler dire qualcosa di diverso da ciò che ho appena pensato.

Poco prima che risentissi la voce di Ginny e che lui mi proteggesse, stavo per rientrare e dirgli la verità. Ricordo che mi ero rialzata da terra e mi ero guardata intorno, come per voler memorizzare tutto ciò che mi circondava, mentre la tristezza mi pervadeva ad ogni passo perché ero convinta che di li a poco sarei morta definitivamente. Arrivata davanti il portone sconsolata, non feci in tempo ad aprirlo, perché lo fece lui, affacciandosi accigliato. La sua espressione era chiara: preoccupazione.

E solo adesso forse ne capisco il motivo: lui avverte ciò che provo io. Quindi ha avvertito anche quello: io che stavo male.

E si è preoccupato.

Il cuore salta un battito.

E se si è preoccupato...

Forse è stato il legame anche nel suo caso?

"Lui si sarebbe opposto sicuramente; non si sarebbe lasciato travolgere come ho fatto io. No" 

Allora forse non mi stava usando... O almeno non più...

Mi ha rimedicata... Mi ha protetta... Forse...

Con molta più probabilità, si è sentito in colpa per tutto ciò che Blaise mi ha fatto... 

https://youtu.be/8evVF4LmLmM

Mi giro a guardarlo, con questa nuova consapevolezza, ma lo trovo già girato verso di me, a guardarmi come se mi stesse studiando.

"Certo. Anche adesso forse percepisce qualcosa..."

Devo calmarmi.

-Quando ti ho detto del mare... Tu... Sapevi che ero sulla scogliera?- chiedo per giustificare la mia agitazione.

Ghigna: -Certo-

-E... Anche in quel momento... Sapendo che ti stavo mentendo, fingendo un'amnesia inesistente... Non hai detto niente? Quello che era successo non era una prova sufficiente per... fidarti di me?- chiedo con il cuore che ormai batte all'impazzata.

-Fidarmi di te?- chiede con tono beffardo e con un ghigno che mi fa innervosire di nuovo.

-Stavo per morire! Stavo per morire per incastrarlo e avevi ancora dubbi?!- chiedo tenendo a freno la rabbia.

-Non mi importava più-

-COSA?!-

-Non mi importava. Ormai sono morto Granger-

Faccio un paio di passi verso di lui: -Non ti importava che qualcuno stesse rischiando per te? Non ti importava che il tuo assassino fosse Blaise?! Non ti importa niente?-

-Esatto... Non ha senso prendersela. Ho provato di tutto per uscire di qui, ma non ci sono riuscito. Sono morto davvero e ad uccidermi è stato lui. Devo avergli fatto qualcosa di grosso, ma non ha più senso ormai. Non posso tornare indietro per vendicarmi-

Non mi guarda: fissa un masso in lontananza, e sul viso c'è ancora quell'ombra di un mezzo ghigno.

Sta mentendo.

Non può essere così... Chiunque vorrebbe vendicarsi, specialmente lui. I Serpeverde sono famosi anche per il loro senso di vendetta. Non può non volerlo.

Nel frattempo la neve intorno a noi aumenta e inizia a soffiare un vento gelido.

-Stai mentendo- dico.

Si gira verso di me e le sue labbra si aprono in un sorriso maligno: -Ti piacerebbe-

Stringo i pugni: -Ti conosco Malfoy! So che vuoi vendicarti! Non potrai uscire di qui, ma ricordati che una possibilità c'è...-

-Tu mi conosci?!- sghignazza.

-Tu hai me per vendicarti- rispondo, ignorando la sua domanda provocatoria.

Scoppia a ridere: una risata che mi fa gelare il sangue, e mi volta di nuovo le spalle.

-Ho te per vendicarmi?- continua a ridere in quel modo spietato –Non vorrei dirtelo, ma hai già provato ad incastrarlo e stavi per tirare le cuoia anche tu...-

Un colpo al cuore...

-Anzi ora che ci penso, mi chiedo come tu abbia fatto a sopravvivere...-

Gli occhi diventano lucidi per l'ennesima volta.

-E' finita Mezzosangue. Vattene. I miei complimenti per essere stata ancora una volta un'impeccabile Salvatrice del Mondo Magico. Ora per favore tornatene alla tua vita perfetta con il tuo caro Weasel e saluta da parte mia lo Sfregiato e la Piattol...-

-Smettila! SMETTILA DI ESSERE SEMPRE COSI'!- grido interrompendolo.

-Così?- chiede girandosi finalmente verso di me con una finta espressione perplessa.

-Si! Così! Smettila!-

-Così?! Così come? Come voi tutti mi definite giusto? Uno stronzo arrogante, no?! Perché è questo che sono per ognuno di voi!- dice rabbiosamente.

-No! Non intendo questo!-

Scoppia a ridere di nuovo: -Certo... So come la pensate! Per voi sarò sempre uno stronzo arrogante, figlio di Mangiamorte; Mangiamorte a sua volta, senza possibilità di redenzione! E' questo che pensate! E' questo che pensi!-

-INTENDO CHE DEVI SMETTERLA DI FARE FINTA CHE NON TE NE FREGHI NIENTE!- urlo per superare la sua voce.

La nevicata si è trasformata in una vera e propria tempesta; il vento ulula e il freddo aumenta sempre di più.

Nonostante la rabbia, la frustrazione e l'agitazione che ho addosso, non riesco a riscaldarmi in nessun modo.

Lui si blocca per una frazione di secondo, così ne approfitto per continuare: -Cosa pensi di dimostrare? Di essere forte?! Secondo te le persone forti sono quelle senza sentimenti?! Beh mi dispiace dirtelo, ma non hai capito niente! Chi non prova niente è un debole! E mi dispiace ancora di più dirti che sei un pessimo attore!-

Stringe i pugni.

-Sei arrabbiato con me per quello che ti ho detto, ma sai che ti ho detto la verità! Non avrei motivo per mentirti! Ed è proprio quella verità a farti arrabbiare! Perché tu ti fidavi di Blaise, esattamente come me! Non credere che non abbia mai capito che lo consideravi un fratello! Io sono sicura che gli volevi bene! Ed è da li che viene la tua rabbia! Ha tradito i tuoi sentimenti! E non c'è niente di male nell'ammetterlo! Sei uno stupido!-

Gli volto le spalle, con le lacrime agli occhi, mentre il gelo si impossessa totalmente di me. Rabbrividisco.

Uno, due, tre, quattro secondi di silenzio.

Le lacrime continuano a scendere incontrollate, ma non mi preoccupo di asciugarle: a differenza sua, io non mi vergogno a mostrare i miei sentimenti.

Il silenzio dilaga... O per meglio dire... Sento solo il rumore della tempesta. Nient'altro.

-Perché?-

Sussulto: la sua voce è molto più vicina, con un tono serio e cupo.

Non l'ho praticamente sentito arrivare.

Chiudo gli occhi e abbasso la testa sospirando: -Perché cosa?-

-Perché lo fai? Che ti importa?-

Già... Che m'importa?

Lentamente mi volto e rialzo lo sguardo: è a un passo da me. Se allungassi la mano, non riuscirei neanche a stendere il braccio, tanto è vicino. Vorrei indietreggiare, ma qualcosa di più forte, mi spinge a rimanere ferma qui, congelata sul posto: il mio cuore che batte all'impazzata.

Lui tiene i pugni serrati, e la schiena dritta, ergendosi in tutta la sua altezza, tanto che per guardarlo, sono costretta a piegare la testa verso l'alto.

Incrocio i suoi occhi: argento fuso, misto a qualcos'altro che li rende torbidi, oscurandone in parte quella scintilla di rabbia che intravedo.

Mi decido a smuovermi e allungo la mano: la poggio sul suo petto, esattamente come la prima volta che l'ho rincontrato qui dentro, e finalmente, ecco ciò che cercavo: lo spiraglio di umanità.

Nonostante sembri una statua inanimata, il suo cuore batte impazzito, esattamente come il mio.

Anche il suo respiro è leggermente affannato.

Chiudo gli occhi per un secondo e quando li riapro, lo riguardo seria:

-Perché? Perché volevo davvero aiutarti, voglio davvero aiutarti. Perché voglio che tu sappia che non sei solo-

Le parole escono spontanee, prima che riesca a trattenermi.

La mia mano perde contatto per un attimo, tutto si fa improvvisamente nero e chiudo gli occhi istintivamente: l'unica cosa che sento subito dopo sono le sue labbra poggiate sulle mie e il sale delle mie stesse lacrime tra di noi.

Il tempo si ferma.

Tutto si ferma.

Perdo lucidità: le sue braccia mi avvolgono lentamente, quasi timorose che da un momento all'altro io lo respinga.

Le alzo anch'io, avvolgendole dietro il suo collo e avvicinandolo di più a me.

Se c'è una cosa che non voglio in questo momento, è che si allontani.

Il gelo che sentivo fino a poco fa, pian piano scompare e nel petto nasce un calore che da tempo non percepivo più.

Quel calore a cui anelavo disperatamente.

Ad un tratto però, tutto si interrompe. E' lui che fa un passo indietro, interrompendo il nostro contatto.

Il freddo torna su di me e mi sento rabbrividire.

Ho il cuore in tumulto, e la mente sembra inceppata. Sento il mio respiro affannato e i suoi occhi su di me.

Io però non riesco a rialzarli immediatamente, troppo confusa per capire realmente ciò che sta succedendo.

Le mie braccia sono scivolate prima sulle sue spalle, poi giù fino ai gomiti e ora le mie mani giacciono entrambe sugli avambracci. Sul tessuto della sua camicia, umido per il contatto con la neve.

Guardo la destra, sotto la quale c'è il suo braccio sinistro. Non ci penso due volte: gli afferro il polso e con l'altra mano, prima che abbia il tempo di reagire, gli alzo la manica, scoprendo il Marchio Nero.

-Il mondo non è diviso tra persone buone e Mangiamorte. Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ma sta sempre a noi scegliere da che parte schierarci. E tu... Tu lo hai fatto-

Le parole non sono mie... Sono di Sirius... Ma in questo momento è l'unico modo per fargli capire cosa penso.

Lo sento sussultare e ho appena il tempo di alzare gli occhi, perché lui mi bacia di nuovo.

Sorrido, mentre le nostre labbra si inseguono ancora una volta, incapaci di separarsi.

Mi stringe a sé, ora più sicuro, mentre nella mia mente si susseguono tutta una serie di immagini confuse e veloci. L'unica costante è il suo viso, che rimane perfettamente fermo al centro della scena.

Dopo quelle che mi sembrano ore, ci separiamo, ma anziché allontanarmi, mi tiene ferma lì, avvolta nel suo abbraccio.

Ha gli occhi chiusi, ma non me ne preoccupo.

Poggio la testa sul suo petto, accanto alla mia mano e chiudo gli occhi anch'io.

Avverto il suo respiro corto e il cuore completamente in tilt, esattamente come il mio.

-Granger- dice improvvisamente –Ricordo tutto- 






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Spazio Autrice:

SENTO LE VOSTRA URLA DI FELICITA' DA QUI ;) Ahahahahahaha! Beh? Beh? Beh????

Piaciutooooo??? FINALMENTE LA SCENA MADRE SCRITTA DA UN BEL PO' E' ARRIVATA :D Che ne pensateee?? Spero che vi piaccia davvero! Io ho dei dubbi su qualche punto, ma forse è perchè l'ho riletta almeno 3mila volte prima di decidere che andava bene. 

Spero che il capitolo non risulti troppo lungo, anche se so che lo è perchè sono ben 12 pagine di word e oltre 6600 caratteri ;) (E' il capitolo più lungo di Lumos al momento). Ma la scelta era tra il lasciarlo così, oppure dividerlo e so già che mi avreste uccisa quindi......... :D 

Beh aspetto i vostri pareri e sono felicissima di annunciare che Lumos ha ufficialmente superato le 1000 stelline *-* GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI <3 Anche a coloro che mi leggono dall'estero :* 

Grazie per i voti che continuate a lasciare e spero che continuerete il passaparola *-* Sappiate che questa povera vecchietta di 25 anni vi adora <3 

Ok la smetto... è che oggi mi sento particolarmente di buon umore :D Anche se fa un caldo tremendo e sono bloccata a casa perchè devo scrivere la tesi >.< Stop... 

Vi do appuntamento a domenica e aspetto numerosi i vostri commenti :D 

Buon pomeriggio a tutti quanti :D 

Mi raccomando

Stay Tuned :*

Iron9208

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