Capitolo 40

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"Il vero eroe non si arrende mai, a distinguerlo dagli altri non è il gran gesto iniziale o la fierezza con cui affronta le torture e la morte, ma la costanza con cui si ripete, la pazienza con cui subisce e reagisce, l'orgoglio con cui nasconde le sue sofferenze e le ributta in faccia a chi gliele impone. Non rassegnarsi è il suo segreto, non considerarsi vittima, non mostrare agli altri tristezza o disperazione"

Oriana Fallaci


N.A.: Ascoltate la canzone dal punto in cui l'ho inserita.



L'espressione di Blaise si fa più tesa e non risponde subito.

Si rialza in piedi.

-Vieni, ti aiuto- dice porgendomi una mano, o meglio, porgendola a Malfoy.

Lui l'accetta e vengo colta da un senso di nausea, mentre di nuovo assisto ad un cambio repentino di visione, dato dal mio corpo che si sta rialzando.

Una volta in piedi, sicuramente anche Malfoy l'avverte, perché la mia vista si oscura e la mia mano afferra il tavolo: ha chiuso gli occhi.

-Stai bene?- chiede di nuovo Blaise.

-Si... Si...- balbetta lui in risposta, riaprendo gli occhi e massaggiandosi le tempie –Credo che abbia la nausea perché mi sono alzato e lei non ha il controllo- mi sento rispondere.

Quindi oltre ad avere il comando, riesce anche ad avvertire tutti i segnali che il corpo invia a me di rimando.

Improvvisamente mi pervade l'imbarazzo.

Il petto invece, in cui prima ho sentito quell'orribile sensazione arpionarmi e da cui era iniziato quel terribile dolore che poi si è spostato alla testa, adesso è stretto in una morsa; una morsa che però non è dolorosa, ma fatta di un calore che si irradia continuamente dal centro verso la periferia.

Un calore che stranamente è piacevole e che mi rilassa automaticamente.

Appena lo faccio, sento il mio corpo espirare.

Malfoy.

Forse ha avvertito anche questo.

Lo "osservo" o meglio "mi osservo" mentre, anziché sedermi, volto le spalle a Blaise e mi avvicino ad uno degli armadietti.

E' davvero strano vedere il mio corpo spostarsi secondo il proprio volere, o meglio secondo il volere di qualcun altro.

Le mie mani aprono le ante e iniziano a spostare diverse ampolle.

-Che stai facendo?- chiede Blaise stranito.

Lui non risponde, ma io so già quello che cerca.

Riesco a percepire in qualche modo i suoi pensieri.

Sta cercando uno specchio che si trova proprio qui dentro.

Lo trova dopo qualche secondo.

Adesso vedrà con i "suoi" occhi quello che gli ho spiegato prima.

Quando lo mette davanti al mio volto però, anche io rimango sorpresa.

Credevo che il colore delle mie iridi sarebbe stato il ghiaccio, un bianco striato di venature azzurre, ma non è così.

Sono bianche, completamente bianche, tanto che se non fosse per una sottile linea circolare nera sul bordo, che le distingue, si confonderebbero perfettamente con le sclere.

Al centro naturalmente le pupille che, dato il forte contrasto, sembrano ancora più nere del solito.

Sento il mio corpo sobbalzare e lo specchio viene allontanato di scatto.

Si è spaventato, ne sono certa.

Ma perché ha voluto guardarsi?

-Dra..-

Lo riposa velocemente e richiude l'armadietto, respira a fondo per poi girarsi e tornare allo sgabello.

-Perché volevi parlarmi?- chiede e sento il mio tono di voce leggermente più serio, più esigente.

Anche Blaise se ne accorge perché vedo il dispiacere passare sul suo volto.

Ci penso su finché un'idea mi balena in testa.

Possibile che credesse di aver riassunto le proprie sembianze?

E' molto probabile.

Devo... Voglio... Capire.

Provo a concentrarmi per intercettare il resto dei suoi pensieri, ma immediatamente capisco che mi è impossibile: è come se mi scontrassi con un muro.

Ci riprovo, ma nulla.

Non riesco a entrare.

-Granger-

Sento di nuovo il mio nome uscire dalla mia bocca.

Il tono è ammonitore.

Ha percepito il mio tentativo?

-Che c'è? Che ha fatto?- chiede Blaise confuso.

-Niente- risponde lui freddamente, ma so che non ce l'ha con lui. Che ce l'abbia con me?

Ma quello che mi chiedo adesso è: com'è possibile che io sapessi cosa stava per fare poco fa, ma non riesco a percepire cosa pensi?

E' dovuto al legame che mantiene comunque un certo distacco tra noi, o forse è lui che è bravo nella Legilimanzia e quindi riesce a escludermi dalla sua mente?

E' molto più probabile la seconda opzione, non lo so con certezza; so soltanto che in questo momento vorrei tanto poter conoscere i suoi pensieri per aiutarlo e invece non posso.

Forse, l'unica spiegazione possibile è che io riesca a percepire tutto ciò che andrà ad agire sul mio corpo, ma non il resto.

Il resto mi è precluso.

E forse lo stesso vale per lui verso di me: non riesce a sentire i miei pensieri, ma solo i miei tentativi di "muovermi" contro di lui.

Per fortuna.

Torno a concentrarmi su ciò che mi... che ci circonda.

Blaise ha recuperato l'altro sgabello sedendosi di fronte a "me", dall'altra parte del tavolo.

-Mi ha detto che hai ricordato...- inizia a dire e vedo i miei occhi spostarsi di nuovo su di lui.

-Lei mi ha detto che... è stata... è stata Daphne...-

Il mio pugno destro si stringe, e le mie labbra si tirano in una linea sottile.

-Dra... Come... Com'è possibile? Cosa ricordi? Perché mai lo avrebbe fatto?-

Il mio pugno continua a stringersi, per poi aprirsi di scatto.

-Vuole i miei genitori-

Già... Me l'aveva detto nel limbo... Ma Blaise non lo sa.

-Cosa?!-

-Vuole i miei genitori- mi sento ripetere con voce stizzita.

-Ma... Ma perché?! Che motivo avrebbe?-

-Non lo so... Spero solo che tu non gliel'abbia detto- continua Malfoy, ancora più irritato.

-No! No Dra! Non l'avrei fatto! Lo sai... che non l'avrei mai fatto...- Distoglie lo sguardo a disagio, ma Malfoy lo fulmina di rimando e quando lui torna a guardarmi negli occhi, vedo lo sconforto attraversargli il volto.

Mi dispiace per lui, ma per quanto vorrei intervenire, cercando di calmare Malfoy, so che devo rimanere in disparte. E' giusto che si chiariscano; che abbiano la possibilità di dirsi tutto ciò che non hanno potuto dirsi per via di quello che è successo.

-Ho fatto già una volta quest'errore e ho giurato di non ripeterlo- continua Blaise. La sua voce è più decisa questa volta e Malfoy sembra rilassarsi leggermente.

-Lei non sa niente. Astoria non può parlare lo sai e forse questo è un bene. Almeno sarà al sicuro-

Malfoy continua a tacere.

-Cosa ricordi? Com'è successo?-

Il mio corpo si irrigidisce un'altra volta, trattiene il respiro e poi lo lascia andare.

Quando apro la bocca per parlare però, succede qualcosa di inaspettato.

Blaise sparisce dalla mia vista. Tutto si oscura. Sento solo la mia voce. Avverto la mia mano ancora poggiata sul tavolo e il mio corpo seduto sullo sgabello.

Ma ciò che vedo è completamente diverso.

https://youtu.be/nmApjF6PBFc

Rivedo Fife Road.

Di fronte a me la casa di Malfoy.

E' notte.


-Dopo essere uscito dal bar mi sono smaterializzato di fronte casa...-


Oddio: sto rivivendo il ricordo e questa volta è completo: me ne accorgo dal fatto che adesso riesco ad avvertire l'odore delle foglie umide e a percepire il vento su di me; riesco a sentire il rumore creato dai rami degli alberi che ondeggiano, come anche l'aria frizzante che precede un temporale.


-Ho attraversato la strada e stavo per aprire il cancello...-


Eccomi fare dei passi in avanti e raggiungere il cancelletto.

So già cosa sta per succedere.

-E' apparsa dietro di me e mi ha puntato contro la bacchetta-

Un improvviso odore, molto familiare, giunge alle mie narici.

Un profumo.

Quel profumo.

Il profumo di Daphne.

Ecco perché l'ho riconosciuto quando mi sono introdotta in casa di Malfoy!

-Non muoverti-

La sua voce improvvisa mi coglie alla sprovvista e mi fa trasalire: è proprio lei, non c'è dubbio.

-Cosa ci fai qui?- Sento dire a Malfoy con voce fredda, mentre avverto la punta della bacchetta di lei sulla schiena.

-Ora io e te faremo una chiacchierata... Una lunga chiacchierata...-


Tutto si spegne ed ecco che torno a guardare Blaise: è sconvolto, come del resto lo sono anch'io.

-E... ti ha... ti ha portato via?- chiede con un filo di voce e le mani tremanti.

Malfoy non risponde, ma torna a stringere il pugno, segno evidente della sua rabbia.

-Dove ti ha portato? Lo ricordi?-

-Quando mi sono risvegliato ero legato in una stanza...-


Si fa di nuovo tutto buio ed ecco che mi ritrovo al centro della stanza a noi ormai così familiare.

Rabbrividisco istantaneamente.

Avverto dolore ai polsi e le mani intorpidite per via delle catene strette che lo tengono bloccato, in piedi con le braccia in aria. E' leggermente piegato in avanti, ma quando recupera totalmente conoscenza si rimette dritto e vedo la mia visuale spostarsi. Si sta guardando intorno.

Il portone è alla sua sinistra, le finestre in alto gettano una debole luce all'interno, come se fuori ci fosse... la luna? Com'è possibile? A Londra pioveva quella notte, quindi il cielo era coperto...

A meno che... Ci troviamo lontani da Londra!

Ma certo!

I miei occhi continuano a spostarsi e rimango stupita nel notare che nella parete di fronte a lui il camino non c'è.

Cosa può voler dire?

Cerca poi di girarsi per guardarsi alle spalle, ma la vista ad un certo punto si blocca: non riesce a voltarsi.

Sembra però che, oltre a delle semplici pareti di pietra che si perdono nell'oscurità, non ci sia altro.


-In alto c'erano delle finestre che correvano lungo tutto il perimetro...-

-Una chiesa?- sento chiedere a Blaise.

-No. Non è una chiesa-

Non mi sfugge il verbo al presente, ma è normale, perché il limbo ha assunto lo stesso aspetto ed è come se lui si trovasse sempre lì dentro.

E solo adesso mi rendo conto di una cosa: come può sentirsi adesso che ricorda tutto a dover stare rinchiuso lì?


-Ti sei svegliato finalmente-

Di nuovo trasalisco.

Avverto Malfoy agitarsi e il rumore delle catene aumentare.

Che diavolo vuoi?!- dice mentre inquadra una figura avvicinarsi a lui.

Tutto è buio, ma i lunghi capelli biondi sono ben visibili: le scendono lungo le spalle in morbide onde, fino alla vita, coperta da un mantello. Gli occhi verdi, adesso neri per via dell'illuminazione scarsa, sono fissi in quelli di lui e lo guardano malignamente.

Nonostante la semioscurità, si vede chiaramente un sorrisetto sul suo volto.

Mi punta, o meglio, gli punta contro la bacchetta.

-Te l'ho detto. Chiacchierare- risponde.

Sento i pugni stringersi.

-Ti aspettavo a casa mia domani- le risponde Malfoy serio.

-Oh no... Così è più divertente, non trovi?- ridacchia.

Avverto la rabbia invadermi. Ma è mia, non di Malfoy.

-Inusuale oserei dire- la provoca lui.

Il sorrisetto sparisce e digrigna i denti: -Sai benissimo perché sei qui-

-In realtà me lo stavo giusto chiedendo-

-Ho scoperto il tuo segreto!- risponde lei aprendosi di nuovo in un sorriso maligno.

Malfoy non risponde, ma lo sento irrigidirsi impercettibilmente.

-Sai sono stati furbi... Devo dire che ci ho messo un po', ma alla fine ci sono arrivata. E avevo ragione-

Malfoy stringe i pugni.

-Che sciocca... Sono sempre rimasti qui in Inghilterra. Animagus! Il trucco più vecchio del mondo!-

Un ghigno affiora sulle labbra di Malfoy, lo sento e vedo Daphe stringere la bacchetta.

-Ora mi dirai dove sono- gli dice.

Malfoy continua a ghignare e lei stringe ancora di più la presa, facendo sbiancare le nocche.

-Parla Malfoy-

-Siamo passati ai cognomi adesso?-

Lei fa un passo avanti: -Ho detto parla!-

-E perché dovrei? Tanto alla fine mi ucciderai comunque no?-

Il sorrisetto torna a impregnarle il volto: -Sei furbo dopotutto-

-E tu sei davvero una sciocca-

Malfoy reagisce: solleva repentinamente una gamba e le dà un calcio all'altezza dello stomaco.

Lei si piega su se stessa e indietreggia, lanciando un urlo di dolore.

Lui nel frattempo cerca di tirare le catene e di liberarsi.

Poco dopo però viene colpito da un incantesimo che lo immobilizza.

E' stata veloce.

-Hai fatto un grosso... errore... Ma... Ti... Ti lascerò il tempo di riflettere...-

Daphe si riavvicina a lui col fiatone, con una mano poggiata un po' più a destra rispetto allo stomaco -Vedremo... se quando tornerò... parlerai-


La visione si dirada e io torno a guardare Blaise negli occhi.

Non ho più sentito la mia voce raccontare, ma dall'espressione che vedo sul suo volto è chiaro che Malfoy gli ha appena raccontato quello che invece io ho visto.

-Non... Non posso crederci... Io... L'ho incontrata... Quando ho riaccompagnato a casa Astoria lei era là, ma sembrava tranquilla... Non... non sembrava ferita-

La mia bocca tace, ma avverto la rabbia di Malfoy scorrere nelle mie vene, mescolandosi alla mia.

Il silenzio si allarga, fin quando Malfoy ricomincia a parlare: -E' tornata da me quella notte...-

Di nuovo tutto si fa buio.

-...E stava di nuovo bene. Credo avesse bevuto una pozione...-


Ecco di nuovo Daphne davanti a me.

-Dove si trovano?-

Malfoy non risponde.

-Parla. Dove si trovano?!-

Silenzio.

-Allora non mi lasci scelta-

La vedo fare un passo indietro e lanciare un incantesimo alla mia sinistra, accendendo due torce ai lati del portone d'entrata.

L'illuminazione aumenta e le fiaccole gettano bagliori dorati sui suoi capelli biondi che sembrano colorarsi di un arancione infuocato.

Si gira di nuovo verso di me, o meglio, verso di lui.

Alza la bacchetta.

-Parlerai?!-

Silenzio.

-Benissimo... CRUCIO!-


Rivedo Blaise.

Per fortuna non sono costretta a sentire quel dolore atroce, ma comincio a capire cosa abbia passato Malfoy.

-Ti ha... Ti ha torturato?- chiede il suo migliore amico inorridito.

Malfoy non risponde ancora una volta.

-Dra..-

I miei pugni si serrano entrambi, mentre Blaise sparisce un'altra volta.


I miei occhi si riaprono sulla stanza, ma questa volta comincio a sentire dolore.

Nessuna parola.

Solo dolore.

-CRUCIO!-

Il mio corpo viene pugnalato da migliaia di lame incandescenti: sento ogni centimetro di quei coltelli perforare la mia pelle e affondare sempre più in profondità.

So perfettamente cosa si prova, ma il dolore per fortuna risulta attenuato, forse per il fatto che sto solo rivivendo un ricordo.

-Sei un osso duro a quanto pare. Bene!-

Daphne abbassa la bacchetta.

Si riavvicina a Malfoy, ma ripone la bacchetta sotto il mantello.

Lui cerca di reagire, ma è debole e non riesce a muoversi.

-Vediamo se le maniere babbane ti aiuteranno-

Solleva un pugno e mi colpisce in pieno volto, scontrandosi con lo zigomo sinistro.

Il fiato mi si mozza in gola mentre un dolore sordo si accende poco sotto l'occhio sinistro e sento la zona iniziare a gonfiarsi e a pulsare.

Ad ogni pulsazione una fitta di dolore.

Sta colpendo Malfoy lo so, ma lo avverto anche io.

-Parlerai alla fine. Giuro che lo farai-

Un altro pugno, stavolta a destra e fa ancora più male, perché all'anulare porta un anello.

Il fiato si mozza un'altra volta, e sento Malfoy emettere un verso strozzato.

-Dove si trovano?!-

Malfoy rimane in silenzio, mentre io avverto il dolore propagarsi in tutto il corpo, sempre più forte, come se mi stessi addentrando sempre più nel ricordo e il ricordo stesso diventasse più vivido. Più... reale.

Lei non si ferma e lo colpisce allo stomaco e poi al fianco.

-Questo è per ricambiare il favore-

Il dolore aumenta.

Aumenta e aumenta ancora.

Mi sento male.

So però che, per quanto lo senta più forte e più vivido, non sarà mai allo stesso livello di quello che ha provato lui realmente quella notte.

E' terribile.

-Avrei proprio voglia di fare una chiacchierata a quattr'occhi con tuo padre. Chissà se si ricorda ancora del suo vecchio amico. Di mio padre-

Suo padre?

So che suo padre dopo la guerra è stato arrestato, ma rilasciato dopo un paio d'anni, per non aver mai commesso un solo omicidio.

E' strano, ma è così. Un Mangiamorte che non ha mai ucciso nessuno.

E' stato Lucius Malfoy a farlo arrestare, ma è stato anche lui stesso a fornire quest'attenuante.

Quindi perché arrivare a tanto?

Un altro pugno mi riporta alla realtà. Il viso di Daphne è contratto in una smorfia piena d'odio, ancora peggiore di quella che mi ha rivolto sulla scogliera.

Che lo odiasse così tanto anche per quello che provava per lui?

Ma Blaise mi ha detto che Malfoy non lo sapeva.

Quindi perché odiarlo così tanto se lui non l'ha mai rifiutata?

A meno che...

Blaise non ne sappia nulla in realtà.

Lo stomaco mi si contorce al solo pensiero, sommandosi al dolore che già avverto e inizio a sentirmi ancora peggio.

Lei nel frattempo fa un passo indietro e riafferra la bacchetta, puntandola di nuovo contro di lui.

Avverto qualcosa di caldo iniziare a scendere lungo la guancia: sangue.

-Dove si trova?!-

Silenzio.

-CRUCIO!-

Di nuovo quelle lame. I miei occhi si chiudono e si stringono. Il dolore aumenta sempre di più.

Non ce la faccio.

Vorrei urlare, vorrei fermare quella bacchetta. Adesso.

Il dolore non ha fine, ma Malfoy rimane in silenzio.

Come ho potuto non capirlo?

Come ho potuto non pensare neanche per un secondo a cosa ha subito quella notte?

Ciò che vedo, ciò che sento, il dolore che avverto, è peggiore di quello che ho subito io con Bellatrix.

E se penso che questo è soltanto il ricordo sbiadito di ciò che realmente è accaduto...

-Parla! Maledizione! Parla! So che sei tu il loro custode segreto! Parla! Dove sono?!-

Tutto si spegne, mentre sento il corpo ardere in un ultimo guizzo di dolore e poi tacere.


Il silenzio regna sovrano.

Riapro gli occhi.

Vorrei essere accanto a lui...

Vorrei consolarlo...

Vorrei aver potuto fare qualcosa...

Blaise lo guarda addolorato: -Dra... Io...-


Di nuovo tutto si fa buio.

Il dolore stavolta è concentrato sul viso.

Sul naso per essere precisi.

Che sia stato colpito con un altro pugno?

E' probabile.

Il sangue gli impregna il volto, lo sento; cola lentamente da più punti: dalla fronte, dagli zigomi, dal labbro inferiore che pulsa dolorante e gonfio.

La bocca è impastata.

E' debole.

Non riesce quasi a mantenere gli occhi aperti.

Quanto tempo è passato?

Come lo hanno ridotto?

Eppure avverto in lui il balenio di qualcosa.

Non rabbia, ma determinazione.

Determinazione nel non voler parlare.

-DIMMI DOVE SI TROVA! CRUCIO!-

Avverto di nuovo mille lame infilzarsi nel corpo e stavolta la sensazione è ancora più forte. Ancora più terribile.

Davanti ai miei occhi semiaperti, vedo gocciolare quello che fino ad un secondo fa potevo solo sentirmi scivolare addosso.

Vorrebbe urlare, lo sento, ma non lo farà. Non vuole cedere. Cerca di resistere.

Sento un grumo di sangue uscire dalla bocca: tossisce e l'espressione ghignante che ha dolorosamente tenuto finora, si trasforma in un sorriso di sfida.

Daphne si ferma a guardarlo.

Lui la fissa di nuovo, ansimante, senza dire niente e sempre con quel sorriso sulle labbra, nonostante il dolore bruciante.

-Allora? Ti ho scucito la bocca finalmente?-

Avverto, ancora una volta, un sapore metallico sul palato, ma nel momento stesso in cui avverto il grumo riformarsi, Malfoy repentino le sputa addosso e il sangue le finisce sul mantello.

-Piuttosto dovrai uccidermi- risponde. La sua voce è cambiata. E' roca e sofferente. Esce bassa e in un soffio.

La voce di chi non ce la fa più.

Daphne si allontana immediatamente con aria disgustata, per poi scoppiare a ridere:

-Non temere! La tua richiesta verrà soddisfatta a breve. Adesso PARLA! DOVE SI TROVA?!-

Malfoy torna a rinchiudersi nel silenzio.

-CRUCIO!-

Stringe gli occhi.

Non resisto più.

-Vedo che sei più tenace di quanto pensassi...Perfetto. Vorrà dire che troverò un altro modo. Alla fine avrò ciò che cerco-

"Diglielo! Diglielo!" urlo tra me e me.

Troppo dolore, troppa sofferenza non mi fanno ragionare lucidamente.

Non mi fanno rendere conto che tutto ciò è già successo.

Lui è già morto.

Vorrei fermare tutto.

Riavvolgere tutto.

Impedire tutto.

Ma non posso.

Non posso.

E questo non fa che aumentare il mio stesso dolore.

La mia stessa sofferenza che si somma a quella che proviene da questo ricordo.

A quella che proviene da lui.

Un dolore troppo grande e che lui sarà costretto a ricordare almeno fin quando rimarrà legato a me e a quel limbo.


-GRANGER!-

Mi rendo conto solo dopo qualche secondo che la visione è cessata. Che quello che vedo attraverso i miei occhi è Blaise sconvolto, in piedi accanto a me, ma che quella che mi ha richiamata è la mia voce.

E' Malfoy.

-Sme... Smettila!- dice in un sussurro strozzato.

I pugni si stringono convulsamente e continuano a battere sul tavolo.

Le palpebre si chiudono e si riaprono.

Il respiro è mozzato.

Che succede?

-Era... Era un ricordo- dice di nuovo con voce sofferente.

E allora capisco.

La mia agitazione gli sta facendo male.

Gli sta provocando dolore.

Ed effettivamente mi rendo conto di un'altra cosa: ho la testa e il petto in fiamme.

Gli sto facendo male io stessa.

Devo calmarmi.

Mi concentro su ciò che mi ha detto: era un ricordo.

"Era una visione"

"E' passato"

"E' passato"

Mi immagino respirare profondamente.

Molto profondamente.

"Calma. Era un ricordo"

Solo molto lentamente riacquisto il controllo di me stessa.

Me ne accorgo dai miei pugni che lentamente si allentano e dal respiro del mio corpo che, pian piano torna sempre più regolare.

-Va meglio?- chiede Blaise dopo qualche secondo.

Lui non risponde, ma si limita ad annuire. Blaise però rimane qui accanto, evocando un bicchiere d'acqua.

Mi vedo afferrarlo e berlo in un'unica grande sorsata.

Rimangono in silenzio.

Io mi sento in colpa.

Terribilmente in colpa per ciò che gli ho appena causato, ma purtroppo non ho saputo controllarmi.


Improvvisamente tutto si oscura di nuovo.

Che stia raccontando qualcos'altro?

Credo di si.

Ma stavolta, qualsiasi cosa succeda devo rimanere calma.

Avverto un vento freddo scuotermi e qualcosa di duro sotto di me.

Sono distesa a terra?

Riapro gli occhi e i miei dubbi trovano conferma.

Si, quelle che vedo sono proprio assi di legno.

Assi di un pavimento.

-Alzati!-

Il mio corpo si rimette in piedi automaticamente, ma non sono io a controllarlo.

E' un Imperio.

Ne sono certa perché sono troppo debole per poter fare qualsiasi tipo di movimento, figuriamoci stare in piedi come sto facendo.

Inoltre ormai, non posso più definirlo corpo.

E' solo un ammasso di ossa e carne che viene corroso continuamente da fiamme ardenti e brucianti che mi lambiscono da capo a piedi.

Sposto gli occhi, ormai acquosi e infiammati e mi guardo rapidamente intorno.

Sono circondata da finestre oltre le quali le uniche cose che vedo sono la pioggia e i lampi che illuminano il cielo. Il rumore dell'acqua scrosciante è l'unica cosa che sento, accompagnato, ad intervalli regolari, da tuoni.

Un temporale.

In basso numerosi puntini luminosi.

Sembra quasi... una città?

Sposto lo sguardo di nuovo sull'interno della stanza in cui mi trovo.

In realtà non è una vera è propria stanza, sembra più un corridoio, largo circa un paio di metri, tappezzato da carta da parati scura sulla parete interna e da finestre sulla parete che si affaccia verso l'esterno. Finestre che però sono leggermente più grandi del normale. Alla mia destra il corridoio termina svoltando a sinistra. Torno a guardare fuori.

Un temporale.

Una città sotto di me.

Oddio.

E' Londra.

Siamo sul Big Ben.

E... E so perfettamente cosa sta per succedere.

Il panico si impossessa di me.

Non voglio.

Non voglio vederlo.

Non posso.

-Li farò uscire in un modo o nell'altro. Gli porterò i tuoi saluti. Gli dirò come hai implorato di risparmiarti-

Daphne.

Stringo i pugni.

La rabbia cieca che provo in questo momento è incontrollabile.

Ma lei mi tiene ferma con la Maledizione e mi impedisce di reagire.

-Suggestivo non trovi? Dovrebbe ricordarti qualcosa che avresti dovuto fare qualche anno fa-

La sua voce si indurisce: -Ma com'è che si dice? Tale padre tale figlio no? Voi Malfoy non siete altro che dei codardi-

Silenzio, ma la mia espressione cambia nonostante tutto.

Si indurisce.

-Oh non fare quella faccia. Va bene lo ammetto: ti sei dimostrato più tenace di lui questa notte. Lui avrebbe cantato appena si fosse risvegliato, ne sono certa-

Scoppia a ridere.

-Ha provato a fare l'impavido e lo ammetto, c'è riuscito. Ma dopo questa notte si ricorderà una sola cosa: i codardi devono imparare a rimanere al loro posto!-

La vedo estrarre la bacchetta da sotto il mantello.

L'Imperio si scioglie e sento il mio corpo precipitare verso il pavimento.

Tutto intorno a me sembra però muoversi al rallentatore, anche la sua bacchetta che viene agitata nell'aria. Non sento più niente, se non il mio stesso respiro rallentato risuonare nelle orecchie.

Lento, profondo, sembra scandire gli ultimi secondi... gli ultimi attimi... gli ultimi istanti... della mia vita.

Vedo la bocca di Daphne aprirsi, ma non avverto alcun suono uscirne.

E' finita.

Una scintilla.

Quell'unico colore.

Quello con cui tutto quella mattina è iniziato.

E quello con cui tutto quella notte è finito.

La sua fine.

Il mio inizio.

Il nostro inizio.

Le mie palpebre si abbassano e si rialzano un'ultima volta.

Quella scintilla si trasforma in una spirale.

Verde.

Verde, il colore della morte nel mondo dei Maghi.

Si solleva in aria, rimanendo quasi sospesa per un millesimo di secondo, per poi riabbassarsi e scagliarsi contro di me.

E più si avvicina, più sembra che tutto rallenti ancora di più.

Tutto pian piano sparisce.

I miei occhi riescono a vedere solo quella spirale di luce che inghiotte il resto e che famelica si avvicina a me, reclamando l'unica cosa che ancora mi rende umano.

Chiudo gli occhi.

"E così è questa la fine che i codardi come me devono fare eh? Non mi importa. L'importante è che voi siate al sicuro. Addio madre. Addio... padre"

Il gelo mi pervade appena sento quella maledetta spirale toccarmi.

Mi afferra il cuore, stringendolo nella sua morsa: lo sento opporsi.

Accelera.

Accelera e accelera sempre di più, man mano che la stretta si fa più opprimente.

"Non smettere"

"Non smettere di battere"

"Non posso morire"

"Non voglio morire"

Il sangue sembra congelarsi, goccia dopo goccia, lungo tutte le vene del mio corpo.

Un ultimo battito.

Poi più nulla.

Sento un ultimo rumore, quasi come se qualcosa esplodesse e avverto un'altra fitta al petto, prima che il gelo offuschi del tutto i miei sensi.

Il mio respiro non c'è più.

Sento solo il mio corpo cadere all'indietro e infrangersi contro qualcosa.

La finestra alle mie spalle.

Sono morto?

Si... Lo sono.

Tutto si capovolge e rimango sospeso in aria per un frangente di secondo, per poi iniziare una discesa lenta, inesorabile, verso la fine.

La forza di gravità ha la meglio e avviluppa il mio corpo tra le sue spire.

E' davvero finita.

Qualcosa di intangibile lascia il mio petto e solo adesso, serenamente, posso davvero chiudere gli occhi.

"Addio"







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Spazio Autrice:

Dico solo questo: il capitolo più brutto e più doloroso di tutti ;( Scriverlo è stato un po' difficile, non solo per le emozioni negative che mi ha suscitato, ma anche perché non ero sicura di riuscire a trasmettervi tutto quello che volevo. Ci ho messo un giorno intero a revisionarlo ed è arrivato adesso proprio per questo motivo. 

Spero davvero di esserci riuscita: il dolore di Hermione, la sofferenza di Blaise...ma soprattutto... il dolore di Draco... Già :( Non odiatemi ve ne prego <3 

Attendo i vostri pareri sinceri come al solito :)

Vi ringrazio per i voti e i commenti al capitolo precedente  ;) Non vi anticipo nulla, ma secondo voi cosa succederà? Teorie? 

Stavolta preferisco non dilungarmi troppo, perché nel caso fossi riuscita nell'intento, so perfettamente come vi stiate sentendo <3 Vi chiedo solo: la canzone (lo so sono stressante xD) è durata abbastanza?? 

Vi do appuntamento alla prossima settimana (non so darvi ancora il giorno purtroppo) e mi raccomando 

Stay Tuned <3 

Iron9208 

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