Capitolo 43

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Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire

Jim Morrison


-Devi dirglielo! Ti prego Blaise! Non voglio che sospetti di Ginny!-

-Granger ora basta!-

-Non la smetterò fin quando non mi dirai che gliel'hai detto! So che è difficile...E' sua sorella, ma deve sapere la verità!-

-Granger smettila!-

-No! Non capisci? Non è solo per Ginny!-

E' mattino finalmente. Tra poco tornerò a casa, ma per adesso la mia attenzione è tutta rivolta a Blaise.

Ieri sera, dopo le mie ultime parole, è uscito dalla stanza senza dire altro e stamattina ha evitato accuratamente di tornare, motivo per cui alla fine, stanca di aspettare, ho deciso di scendere io stessa in cucina per capire che fine avesse fatto.

Per fortuna l'ho trovato qui da solo: Astoria era andata via da poco. Così ho potuto fermarlo prima che sparisse.

E adesso, com'era prevedibile, stiamo discutendo sul da farsi.

Possibile che sia così cocciuto?

Possibile che non capisca i rischi che stiamo correndo tutti?

Mi guarda ancora una volta, fulminandomi con lo sguardo.

- E' pericoloso anche per la famiglia di Malfoy e per te- continuo, ignorandolo, ma la sua espressione si trasforma, facendosi dubbiosa. Così mi spiego:

-Daphne potrebbe chiedere informazioni ad Astoria-

Lo vedo incupirsi maggiormente: -Non può dirgli dove sono-

-Ma potrebbe dirgli che tu sei il custode segreto! E lo farebbe perché non sa nulla! Convinta di parlare semplicemente con sua sorella, potrebbe esporle le sue preoccupazioni su di te, se tu le hai detto qual era il movente dell'omicidio...-

Mi zittisco, lasciando che le mie parole sortiscano il loro effetto e infatti dopo qualche secondo ecco la sua reazione: le labbra si assottigliano, distoglie lo sguardo da me e allora capisco che la risposta a questa mia domanda non formulata è sicuramente affermativa.

Gliel'ha detto.

Rimane in silenzio, mentre inizia a camminare, avvicinandosi alla finestra.

-Devi dirglielo Blaise- ripeto ancora una volta.

Stringe i pugni, ma lentamente si gira e torna a guardarmi.

-No. Non lo farò-

Ecco. Ci risiamo!

-Zabini!-

-Mi stupisco davvero della tua intelligenza Granger!-

-Non criticarmi!- dico sbattendo una mano sul tavolo e alzandomi in piedi. La rabbia mi pervade improvvisamente e non riesco a trattenermi –Io ho visto tutto! TUTTO! Quello che lui ti ha raccontato, io l'ho visto e vissuto come se fossi stata là! COME SE AVESSE TORTURATO ME E NON LUI! QUINDI SMETTILA!-

La mia voce è intrisa di rabbia e purtroppo non riesco a trattenermi dal gridare –Non cercare di giustificarla. Ricordati ciò che mi ha fatto!-

La mia mano si poggia sullo stomaco, lì dove una cicatrice giace ormai da giorni, unico segno della morte che è venuta a bussare alla mia porta e a cui per fortuna non ho aperto.

"Grazie a Draco"

Il silenzio si allarga ancora una volta, fin quando mi torna in mente un dettaglio che avevo sorvolato finora.

-Sai come ha fatto lui a sapere che secondo me eri tu il colpevole?!- gli chiedo quindi.

Lui si acciglia: -Gliel'hai detto tu!- risponde beffardamente.

-Ah ah! No stupida serpe! Ti ho mentito! Gliel'ho detto, ma solo dopo che lui, come me, ha sentito Daphne parlarmi mentre ero ricoverata!-

Si acciglia: -Co...-

-Pensavi che ti avrebbe ascoltato?- lo interrompo -Che avrebbe seguito il tuo ordine di non venire in ospedale? Beh mi dispiace dirti che non lo ha fatto e che è venuta a minacciarmi di nuovo! Diceva che tu e lei avreste avuto la vostra vendetta!-

-E' impossibile! Tu eri in coma!-

-Riuscivo a percepire la realtà in qualche modo!- rispondo non entrando nei dettagli. Sarebbe troppo lungo da spiegare e soprattutto ci sono cose che non posso assolutamente raccontargli.

-Mi ha detto che le dispiaceva che il suo regalino non avesse funzionato e che avrebbe dovuto buttarmi giù dalla scogliera! Che quei trenta metri di altezza avrebbero dovuto ricordarmi qualcosa! Quindi dimmi! Come puoi ancora difenderla? LEI VOLEVA UCCIDERMI ZABINI! E HA AMMESSO DI AVER UCCISO DRACO!-

Rimane in silenzio, stringendo ancor di più i pugni. I suoi occhi sono attraversati dall'ira, che però non osa sfogare su di me. Non può. La verità è ormai evidente.

E' stata lei e lui ormai ne è consapevole.

-No...- dice infine.

Lo guardo, ancora con il fiato corto e fuori di me per la rabbia.

Mi irrigidisco, ma non reagisco immediatamente. Devo capire cosa vuole dire.

-Non può essere... Tu eri in coma...-

-L'ho sentito chiaramente. E come me, l'ha sentito anche lui!- rispondo infastidita.

-No... No... Non lo farò... Non posso dirglielo. Non lo farò. Fine della questione-

Una scarica di adrenalina mi scorre lungo la schiena, ma anziché urlare di nuovo, la mia espressione si indurisce: -Benissimo- inizio a dire freddamente -Questo dimostra molte cose- la mia voce risulta diversa, ma lui sembra non stupirsene, continuando a guardarmi sempre con lo stesso sguardo teso.

-Me ne vado. Chiuderò questa questione una volta per tutte, con o senza di te- dico avviandomi verso la porta –Pensavo che a lui ci tenessi. Che per te fosse un fratello. Ma evidentemente tieni di più a te stesso e alla tua felicità- continuo, girandomi a guardarlo un'ultima volta, appena giunta davanti la porta della cucina.

Lui alle mie parole sembra riprendersi improvvisamente e la sua espressione diventa furiosa.

-A me dimostra solo una cosa e cioè che l'unica stupida qui sei tu se credi che io mi beva ancora le tue bugie-

Mi blocco, ma non lascio passare neanche un secondo perché scatto immediatamente: -Credi ancora che ti stia prendendo in giro?! Dopo ciò che hai visto ieri?! Dopo aver parlato con lui, CREDI CHE IO VOGLIA ANCORA MENTIRTI?!-

-Esattamente-

Faccio un passo verso di lui: -COME OSI?! Come puoi anche solo pensarlo! Sto rischiando la vita ogni giorno...-

-Ti ho già detto- mi interrompe di nuovo –Che non puoi mentirmi-

-NON TI STO MENTENDO!-

-Io leggo sempre tra le righe-

Mi fissa, studiando la mia reazione che naturalmente è solo una: mi fa gelare sul posto.

Ricordo perfettamente quando l'ha detto la prima volta, ma per fortuna arrivò Harry a salvarmi da qualsiasi domanda scomoda. Ora invece, nessuno potrà salvarmi da quello che lui sta per dire.

Mi rendo conto che i miei occhi si sono spostati da lui e che ora vagano per la stanza, come se il mio subconscio cercasse in qualche modo un appiglio di salvezza da qualche parte.

-E' inutile che tu continua a mentirmi. L'ho capito da solo. Delirio o non delirio quelle parole erano chiare. E quello che stai facendo adesso, questo tuo voler arrivare fino in fondo, per me è una dimostrazione più che sufficiente-

-Io... Io non sto mentendo!- Torno a guardarlo –Non è nulla di ciò che tu pensi! E' il legame che mi fa agire così!- gli dico, quasi disperatamente, come a volerlo supplicare di credermi.

Solleva un sopracciglio: non mi crede.

-Non sto mentendo Zabini! E' quel legame!- dico di nuovo, stavolta più convinta.

-Non so cosa sia, ma so che finora ho visto solo un'altra persona comportarsi come te...-

Non ho bisogno che aggiunga altro. So perfettamente a chi si riferisce.

La persona di cui parla è lei.

E' Daphne.

E dal suo punto di vista, Daphne si comportava come me perché era...

No.

Faccio un altro passo avanti e poi un altro e un altro, fino a raggiungerlo.

-Se lei si è comportata come me finora è solo per un motivo. E quel motivo lo conosci benissimo anche tu. Voleva proteggersi. Ha fatto di tutto per fare in modo che io e te ci incastrassimo a vicenda- dico, ma stavolta senza gridare, perché la mia voce è bassa e gutturale, quasi come se lo stessi minacciando –Non osare dire che i nostri comportamenti fossero uguali o che avessimo lo stesso scopo. E soprattutto...- faccio un respiro profondo, mentre sento le mie guance avvampare –Non osare pensare neanche per un secondo che io possa provare qualsiasi cosa nei confronti di Malfoy-

Mentre queste parole lasciano la mia bocca per raggiungere lui, avverto una fitta allo stomaco, come se fosse senso di colpa. Senso di colpa come quello che ho avvertito finora con i miei migliori amici. Quello dovuto alla menzogna...

E se questo senso di colpa che sto avvertendo fosse per lo stesso motivo... allora significherebbe che sto mentendo...

"Stai mentendo... A Blaise... E soprattutto a te st..."

Blocco i pensieri un'altra volta, zittendo la mia coscienza.

Non è così... Io non provo niente... NIENTE.

"Non puoi cancellare quello che è successo"

Si invece. Posso e lo farò...

Non era reale...

"Eri disperata per lui"

No... Era il legame a guidarmi.

E' tutto dovuto a quello.

Ne sono certa.

Lui nel frattempo continua a guardarmi negli occhi: sono talmente vicina che quasi riesco a vedere ogni dettaglio del suo volto, ma non oso scostarmi. Voglio che mi osservi attentamente, perché solo così potrà capire che ciò che gli sto dicendo è la pura e semplice...

-Mi dispiace-

Mi acciglio: -Cosa?-

Che vuol dire che gli dispiace?

Un ghigno si apre sul suo volto: -Ho detto che mi dispiace-

-Che vuol dire che ti dispiace?!- chiedo sospettosa.

-Mi dispiace molto per la donnola-

Mi irrigidisco, ma lui non mi dà neanche il tempo di pensare ad una risposta, perché continua:

-Anzi no...- Fa un passo indietro, incrociando le braccia al petto, e continuando a ghignare divertito –Mi dispiace di più per te. Perché anche uno con la perspicacia di un babbuino come la donnola, non faticherà a rendersi conto della realtà dei fatti-

Scatto immediatamente, senza neanche pensarci: sollevo la mano e sto per schiaffeggiarlo, ma lui reagisce immediatamente, bloccandomi il polso.

-NON TI PERMETTERE MAI PIU'!- urlo.

La rabbia che mi scorre dentro è incontenibile. Come osa insinuare una cosa del genere? E soprattutto come osa insultare Ron?

Una morsa mi stringe lo stomaco.

Ron.

-Polisucco!-

Mi riscuoto.

E ora cosa sta dicendo?

Lo guardo ancora furiosa, ma aggrottando la fronte.

-Polisucco- ripete.

-Che?-

-Non lo dirò ad Astoria perché potrebbe trattarsi di Polisucco-

Mi sento mancare la terra sotto i piedi per un attimo. La mia espressione sicuramente starà riflettendo il mio stupore, perché lui si è aperto in un sorriso beffardo.

Mi allontano, mentre mi lascia andare.

Come ho fatto a non pensarci anch'io?

-Come... Vuoi dire che... Che qualcuno ha preso le sembianze di Daphne? Ne... Ne sei sicuro?- chiedo confusa.

E' davvero così?

Davvero Daphne è innocente?

-Ovvio che non ne sono sicuro. Ma è una possibilità...-

Di nuovo si allontana e ricomincia a camminare.

-Perché?-

Non si ferma, ma perlomeno incrocia di nuovo il mio sguardo, guardandomi dubbioso.

-Perché pensi che sia qualcun altro? Perché non puoi limitarti a credermi? A credere a lui? Non pensi che se fosse stato qualcun altro, Malfoy se ne sarebbe accorto?- gli chiedo quindi.

-Tu sai cos'è successo al padre di Astoria e Daphne?-

Annuisco: -Si. E' finito ad Azkaban per un paio d'anni a causa di Lucius Malfoy. Ma è uscito subito perché non ha mai commesso un omicidio- recito velocemente.

Annuisce anche lui: -Ho avuto modo di conoscerlo in quest'ultimo anno e se c'è una cosa che ho capito è che se stava con i Mangiamorte era solo perché non aveva altra scelta-

Queste parole mi risultano familiari. Somiglia alla storia di Malfoy.

Rimango in silenzio, aspettando che continui.

-Il signore Oscuro minacciava di farli fuori tutti-

Rabbrividisco immediatamente, mentre immagino scenari devastanti: cosa sarebbe successo se tutti loro avessero fatto scelte differenti?

Lui esita per un secondo, distogliendo ancora una volta lo sguardo da me.

-Ha fatto la stessa cosa che ha fatto Draco-

Ancora una volta scelgo il silenzio, distogliendo anch'io lo sguardo.

-Ma se c'è una cosa di cui sono sicuro è che il signor Greengrass ha sempre insegnato alle figlie a fare le scelte migliori. A non cedere all'oscurità. Siamo serpi, ma non per questo siamo tutti dei mostri-

Il senso di colpa inizia a divorarmi: non ero forse io la prima a pensarla così?

"Ma adesso sei cambiata"

Per fortuna.

-Lo so- mi limito a rispondere.

Rialzo lo sguardo su di lui: si è fermato e mi volta le spalle, guardando fuori dalla portafinestra che si affaccia sulla veranda.

Non dice altro, ma passa almeno un minuto prima che si volti verso di me e che riprenda a parlare.

-Io conosco Daphne. Lei... Amava Draco-

Di nuovo una fitta allo stomaco.

-Blaise...-

Torna a guardarmi: si sente in colpa per ciò che mi sta dicendo, è palese. Sta infrangendo un segreto che forse, quella che è la sua migliore amica, gli aveva confidato.

-Io non dirò niente. Puoi fidarti di me. Farò finta di non sapere nulla lo giuro-

-Neanche Draco...- inizia a dire preoccupato.

-Non glielo dirò, anche se credo che lui già lo sappia-

Il panico si dipinge sul suo viso: -L'ha... l'ha sentito adesso?!- Fa un passo avanti –Io... Oddio no!-

-Zabini no! Sono solo io! Lui non può sentirci in questo momento!- rispondo immediatamente.

Si blocca: -E allora... Come....-

-Credo che lui lo sapesse da prima. Chiamalo intuito, ma...-

Mi torna in mente quello che ho sentito quando ho rivisto quelle torture. C'era dolore, tanto dolore. C'era disperazione. Ma c'era anche qualcos'altro... Qualcosa che non ho individuato subito, che non sono riuscita a classificare e che solo adesso che sono più lucida, forse riesco a capire.

C'era dispiacere.

-Ma?-

-Ti ho detto che ho vissuto e visto ciò che tu invece hai solo sentito...-

Mi ascolta attentamente, mentre entrambi torniamo a sederci al tavolo.

Annuisce semplicemente.

-Ho provato tutto quello che ha provato lui quella notte... Tutti i suoi sentimenti-

Si stupisce leggermente, ma non mi risponde.

-Ho sentito il suo dolore, la sua rabbia e anche la disperazione...-

-Granger non...-

-Ma c'era anche qualcos'altro- lo interrompo di nuovo.

Si ammutolisce.

-C'era dispiacere-

Rimane fermo, come se stesse riflettendo: -Era... Era dispiaciuto perché lei era la sua migliore amica...- tentenna, mentre la sua voce si incrina.

Scuoto la testa in senso di diniego: -No...Era diverso. Sicuramente una parte era dovuto a quello, ma era qualcosa di più profondo. Fidati Zabini. Lui lo sa-

-Io lo saprei Granger!- mi risponde.

-Non se lei lo ha implorato di tacere e di dimenticare-

Si ferma di nuovo, stringendo leggermente il pugno che tiene sul tavolo.

-Ho visto anche lo sguardo di lei. Era puro odio Blaise-

-Dobbiamo capire Granger. Dobbiamo arrivare alla verità. Tu hai sentito ciò che provava Draco, perché lui era convinto che fosse lei. Hai vissuto tutto dal suo punto di vista, ma non possiamo esserne sicuri finché non l'avremo interrogata-

Espiro, per poi tornare a inspirare profondamente.

Parlare di ciò che lui sentiva non è stato piacevole.

Anche se sto parlando con il suo migliore amico... Mi sembra di violare la sua memoria e il suo volere.

Mi dispiace averlo fatto ma era giusto che Blaise capisse.

-Negherà- dico quindi mesta.

Lui stringe la mascella, di nuovo in tensione e sposta, ancora una volta, gli occhi.

Mi insospettisco immediatamente.

-A cosa stai pensando?-

Una strana idea balena nella mia mente, ma la tengo da parte. Non penserà di...

-Non lo farà- risponde.

-Zabini... Che... Non vorrai usare...-

Annuisce di nuovo: -Si... Useremo il Veritaserum-

***

"Respira"

"Respira"

"Respira"

Ancora una volta cerco di introdurre aria nei polmoni, i quali, ancora una volta, sembrano non voler collaborare.

E' arrivato il momento.

La porta di casa mia è sempre la stessa.

"Sono io ad essere diversa"

Sono qui davanti da almeno cinque minuti, a gelare per via della neve, ma incapace di muovermi ed entrare.

Ho paura.

Ho davvero paura per ciò che succederà.

Tutto cambierà quando gli parlerò.

Quando gli dirò ciò che ho fatto.

Ma devo.

Devo farlo.

Strofino le dita contro i palmi delle mani nervosamente: sto sudando freddo.

"Ora. Fallo!" mi impongo.

Prendo un ultimo respiro profondo e finalmente riesco a sollevare la mano destra e allungarla verso la maniglia.

"Mi dispiace... ma..."
"Devo dirti una cosa..."

"Io non volevo..."

"Mi dispiace"

Mille parole e pezzi di frase mi attraversano i pensieri, rendendomi sempre più confusa.

Come glielo dirò?

Come posso dirgli ciò che ho fatto?

Non posso farlo.

No.

Non posso!

"Devi farlo"

Espiro un'ultima volta.

Forza.

Sto per toccare il pomello, ma ecco che la porta viene aperta dall'interno.

Trattengo di nuovo il fiato, questa volta per il piccolo spavento ed ecco che tutto succede nell'arco di mezzo secondo.

Ho appena il tempo di vedere una massa di capelli scuri far capolino dall'interno muovendosi molto velocemente, che ecco un dolore improvviso alla fronte che mi fa chiudere gli occhi e perdere l'equilibrio, cadendo all'indietro.

-AAAAH!- urlo sia io che l'altra persona.

Cado a terra con un tonfo, sbattendo il fondoschiena e la schiena sulle assi di legno del portico.

Tutto il mio corpo inizia a pulsare per il dolore.

Perfetto.

Tanto per cambiare.

Ma che cos'era?

Riapro gli occhi, leggermente stordita, mentre molto lentamente, tutto smette di girare.

-Ma... Ahi!- esclamo, portandomi una mano alla fronte e massaggiandola.

Quando recupero abbastanza lucidità, mi guardo intorno, cercando di rimettermi dritta.

Qualcuno... un ragazzo... è a terra, di fronte a me, con le gambe piegate: tiene anche lui una mano sulla fronte, lamentandosi e imprecando più volte.

-Harry! Ma che ti salta in mente?!-

Il mio migliore amico si zittisce immediatamente, scattando a sedere.

-Oh Hermione!-

Non dice altro, chiudendo per un attimo gli occhi.

Si risistema gli occhiali inclinati per poi tornare a guardarmi: -Scusa... Io stavo...-

-Miseriaccia! Che è successo?!-

Al suono di quella voce il cuore mi balza in gola.

Ecco Ron comparire sulla porta.

Non alzo lo sguardo e rimango in silenzio, mentre cerco di rimettermi in piedi.

-Herm! Sei qui! Sei tornata!- continua lui avvicinandosi con un leggero sorriso –Vieni ti aiuto-

Non posso fare altro se non accettare la sua mano. Se non lo facessi risulterebbe strano.

E' così quindi che riesco a rimettermi in piedi, nonostante il macigno che mi grava sullo stomaco.

-Grazie- dico in un sussurro.

Tenta di baciarmi e ancora una volta non posso far altro se non accettarlo.

Le sue labbra però... mi fanno attorcigliare lo stomaco.

Non le sento più mie come una volta.

Non riesco ad avvertire il calore rassicurante di quel bacio.

Ed è tutta colpa mia.

Mi sento sempre peggio, ad ogni secondo che passa.

Mi sento in colpa... mi sento sporca.

Gli occhi mi diventano lucidi, cosa che non gli sfugge: -Stai bene?- mi chiede preoccupato.

Batto le palpebre più volte: -Si... Si sto bene-

Mi torna in mente il fatto che non siamo soli e a stento mi trattengo dall'esplodere e dirgli tutto qui e adesso.

Guardo Harry, che nel frattempo si è rimesso in piedi e si sta scrollando la polvere dal mantello.

-Stai bene?- gli chiedo preoccupata.

Si blocca, rimanendo con la testa bassa per un attimo per poi finire di pulirsi, risistemarsi ancora una volta gli occhiali e rimettersi dritto.

Mi guarda solo per qualche secondo, per poi distogliere lo sguardo.

-Si... Si tutto apposto- si limita a dire, facendo ben attenzione a non incrociare di nuovo i miei occhi.

Ma che sta succedendo?

Aggrotto la fronte: -Harry...- dico facendo un passo verso di lui.

-Scusa Herm. Ho una certa fretta. Devo andare. Ginny mi sta aspettando. Ci... Ci vediamo-

E dopo quest'ultima frase eccolo smaterializzarsi.

Rimango ferma dove sono, scioccata.

Ma che gli è successo?

Mi giro verso Ron, che mi guarda con un sorriso.

-Ma... Che... Che aveva?- gli chiedo confusa.

Lui si limita a scrollare le spalle: -Non ne ho idea-

Lo guardo ancora più dubbiosa: -Avete discusso? Perché è venuto a casa?-

-Oh... era venuto a farmi firmare delle carte per il Ministero-

Carte? Non mi pare che Harry avesse alcuna pergamena con sé.

Apro bocca per dar voce al mio dubbio, ma lui interviene prima: -Entriamo? Qui fuori si gela-

Mi sfiora la schiena delicatamente e la realtà torna prepotente su di me: devo parlargli.

Lo stomaco si stringe di nuovo.

-Si... Entriamo- rispondo.

Raggiungo il salotto e con grande sollievo trovo il camino acceso.

Riesco a chiudere fuori i ricordi di questa notte per miracolo.

Il camino accanto a noi...

Il calore delle fiamme e dei nostri corpi che si sfiorano...

No... Non devo pensarci.

-Ti preparo un po' di the- mi propone Ron nel frattempo, avvicinandosi ai fornelli.

Mi avvicino alla penisola sedendomi su una sedia: -Grazie- rispondo.

Rimango in silenzio subito dopo.

E per fortuna neanche lui sembra voler chiedermi niente.

Da un lato ne sono contenta, ma una piccola parte di me è dispiaciuta: perché non mi chiede nulla su cosa abbia fatto?

-Mi... dispiace...- inizio a dire.

-Per cosa?- mi chiede continuando ad armeggiare con il bollitore, senza voltarsi.

Tengo a bada la mia voglia di mettermi a gridare e cerco di rispondere tranquillamente.

-Per aver fatto tardi ieri-

-Non preoccuparti...- continua a rimanere girato –Ho fatto tardi anch'io-

Mi dà le spalle, quindi non può vedere l'espressione stupita che mi si è dipinta sul volto.

Ha fatto tardi anche lui?

-Come mai?- chiedo cercando di non assumere un tono di voce troppo curioso.

-C'era del lavoro in più al negozio. Ora che il Natale è passato bisogna sbrigarsi a togliere tutti gli articoli natalizi e a prepararsi per il Capodanno-

-Capisco- dico con un leggero sorriso, che ancora una volta lui non può vedere.

-Spero di non aver fatto troppo rumore. Ho cercato di non svegliarti. Dormivi così beatamente-

Il sorriso mi muore sulle labbra.

Mi irrigidisco e non rispondo.

Una doccia ghiacciata mi investe. Anzi... una cascata.

Perdo l'uso della parola per non so quanto tempo, e finalmente ecco che lui si gira, probabilmente proprio a causa del mio silenzio.

Sorride leggermente, ma quando vede il mio viso, ecco che diventa serio:

-Herm, che ti prende? Stai bene?-

Stringo un pugno che tengo sulla gamba e che lui non può vedere.

-Dove...-

-Dove?- Si irrigidisce anche lui.

-Dove sei stato?- chiedo con un filo di voce, mentre dentro di me sento un mare in burrasca.

Ogni cosa a cui stavo pensando, ogni pensiero su quanto dovevo dirgli, si blocca, sostituito dal sospetto.

Lui strabuzza gli occhi, ma immediatamente nasconde tutto: -Te l'ho detto... in negozio- ripete, ma questa volta esitando per una frazione di secondo di troppo. Le sue mani si stringono e si riaprono velocemente.

E' nervoso.

Ma perché?

Cosa mi nasconde?

-A che ora sei tornato?-

-Tardi, te l'ho detto. Ho aiutato George in negozio- risponde, sempre più confuso e agitato.

Sta mentendo ed è più che evidente.

-E mi hai trovata che dormivo?-

-Si... Stavi dormendo profondamente-

I miei pugni si stringono del tutto e scatto in piedi: -Smettila di mentirmi- gli dico, mentre la rabbia inizia a scorrermi nelle vene, prendendo il posto dello sconcerto iniziale.

La tazza che nel frattempo si è girato a prendere, gli sfugge dalle mani, ricadendo sul ripiano con un tonfo sordo.

-Mentire?- mi chiede con voce strozzata –Non ti sto mentendo Herm. Perché lo pensi?- Mi guarda, ma i suoi occhi si spostano quasi immediatamente.

Se non sapessi che sta mentendo, lo capirei comunque dal suo atteggiamento.

Aggiro la sedia e faccio un passo, avvicinandomi.

-Dov'eri Ronald?-

Non capisco perché mi stia mentendo. Se ha lavorato tutta la notte potrebbe dirmelo tranquillamente. Ha paura che possa arrabbiarmi?

Beh, non sa che ci sono cose ben più gravi per cui sarà lui tra poco a farlo.

-Te l'ho detto. A lavoro- ripete, ma senza spazientirsi: rimane sempre nervoso ed è questo che più di ogni altra cosa non mi fa stare tranquilla.

Sta mentendo.

E sta mentendo a me.

Assottiglio lo sguardo: -Non sei rientrato a casa-

-Si! Si Herm! Sono tornato tardi!-

-No, non è vero! SMETTILA DI MENTIRE!-

Ecco che torno a gridare per l'ennesima volta.

Ma non riesco a trattenermi.

-Non sto mentendo!- risponde gridando anche lui.

-Io ho passato la notte al Ministero Ronald. Non sono rientrata- gli dico di getto, mentre gli occhi mi diventano lucidi.

Ho mentito, ma poco mi importa.

La cosa importante è fargli capire che non sono rientrata a casa.

Impallidisce: -Cos... Cosa?-

-Mi hai sentita. Dove sei stato?-

Faccio un altro passo, infuriandomi sempre di più.

Vorrei chiedergli se ha lavorato, ma una parte di me mi spinge a tacere. Una parte di me che è in fiamme e che, non so per quale strano motivo, mi suggerisce di essere in errore. C'è di più di quanto io possa immaginare. Lo sento.

-Parla. Adesso... Dov'eri?- gli intimo.

Lui indietreggia.

-Herm...-

-HO DETTO PARLA!- gli impongo, con voce sempre più tremante.

-Io... Hermione... Oh...- chiude gli occhi, abbassando la testa e questo mi fa di nuovo correre un brivido lungo il corpo.

Lo sento singhiozzare e quando finalmente rialza il capo e torna a guardarmi, i suoi occhi sono pieni di lacrime.

Mi sento congelare sul posto e anche i miei occhi si riempiono di lacrime, mentre una strana consapevolezza si fa sempre più spazio in me.

Cerco di allontanarla quanto più possibile, ma per quanto mi sforzi, eccola rimanere sempre lì, ferma, ad aspettare che io ne prenda piena coscienza.

-Dove... Dimmi dov'eri Ronald...- Stavolta sono io ad implorarlo e la mia voce si spezza più volte, mentre inizio a piangere involontariamente.

-Io... Io... Mi dispiace... Mi dispiace Herm...-

Stavolta è lui ad avvicinarsi, ma io mi allontano.

Allunga una mano verso di me, tentando di afferrare la mia, ma invano perché io continuo ad indietreggiare.

-Ti prego... Ti prego perdonami- Inizia a piangere anche lui.

-DIMMI DOV'ERI!-

-Io... Io... Non ero... Non ero là... Hai ragione... Ho mentito-

Rimango in silenzio, mentre le mani iniziano a tremare.

-Io... Ero... Ero...-

Stringo i pugni sempre di più.

-DOVE?!-

-ERO DA MARJORIE!-

Un macigno, ancora più pesante di quello che mi portavo dentro, mi precipita addosso.

La terra viene a mancarmi sotto i piedi.

-Cosa?- chiedo confusa e con un filo di voce.

-Ti prego... Herm...-

-Cosa... COSA?!-

-Io... Lo so... Lo so... Non dovevo... Ero... Ero da Marjorie...- farfuglia, incapace di guardarmi negli occhi, cosa che mi fa infuriare sempre di più.

Marjorie... La cugina di Fleur... Arrivata un paio di anni fa a Londra e che lavora al negozio da un anno... da un anno...

-Marjorie...- ripeto a bassa a bassa voce. Chiudo gli occhi.

-Ti prego... Ti prego perdonami Herm... Io... Io...-

Riesce ad avvicinarsi e a sfiorarmi la mano, che ritraggo immediatamente.

Un vortice di emozioni negative mi travolge. Sento il petto esplodere e il tremore espandersi a tutto il corpo.

-Non osare toccarmi!- gli intimo con voce spezzata, riaprendo le palpebre, da cui ricadono altre gocce salate.

-Mi dispiace Herm...-

-Ti dispiace?! Ti dispiace?! TI...- La mia voce si spezza del tutto mentre lancio un grido di frustrazione. Le lacrime continuano a scendere –TI DISPIACE?!- grido.

-Si! Mi dispiace! Io... Io non volevo...-

-Non...- Torno a guardarlo in faccia, dritto negli occhi, fuori di me per la rabbia. Lo fronteggio: -TU COSA?! NON VOLEVI?!-

-No... No Hermione... Devi credermi!-

-NON VOLEVI CHE TI SCOPRISSI! ECCO COSA NON VOLEVI! NON E' COSI'?!-

La mia voce si alza ancora, diventando stridula.

-NO! NO NO NO! Io... Io non volevo che succedesse... Io... Io non volevo tradirti!- risponde lui fuori di sé.

Tradirti...

Tradirti...

Tradirti...

Quella parola riecheggia nella mia mente più e più volte, penetrando sempre più a fondo e ad ogni affondo il dolore si fa sempre più forte e intenso...

Le lacrime aumentano e neanche io riesco a trattenere i singhiozzi.

Faccio un passo indietro, sbattendo contro il divano del salotto che ho ormai raggiunto.

Le lacrime offuscano tutto, impedendomi di mettere a fuoco qualsiasi cosa.

Improvvisamente mi sento afferrare per le braccia e mi abbraccia.

Ed ecco che di nuovo il mio corpo vuole respingerlo.

Ma stavolta lo assecondo.

Trattengo il fiato e lo spingo via: -TI HO DETTO DI NON TOCCARMI!-

-Hermione ti prego...-

-Sparisci...-

Non posso reagire per come vorrei... Non posso... Non posso perché anche io ho le mie colpe.

Anche io l'ho tradito...

-Hermione-

-SPARISCI HO DETTO!- urlo di nuovo. Per fortuna si allontana da me, ma non se ne va.

Mi sento male...

Mi sento davvero male...

Anche perché quella strana sensazione che provo è sempre lì... E' sempre presente...

Mi allontano da lui, continuando a piangere, per poi sbattere una mano al muro, gridando un'altra volta.

-Hermione... Io...-

-Taci!-

-Hermione... Io posso spiegarti...-

Un tuono interrompe le sue parole.

Sento la pioggia iniziare a scrosciare.

E la mia mente inizia a correre veloce...

All'interno di quelle strade che conosco così bene...

Le strade di Londra...

Percorro quelle vie velocemente, come se il mio corpo fosse una nuvola di fumo, fino ad arrivare al Tamigi, sorvolarlo e sollevarmi sempre di più, avvicinandomi a quella torre... a quell'orologio...

Un altro tuono mi riporta alla realtà.

Batto le palpebre velocemente, scacciando quei ricordi e tentando di fare lo stesso con quello spiraglio di calore che si affaccia timidamente dentro di me.

L'orologio...

Il tempo...

Non so per quale motivo... ma voglio sapere... Devo sapere.

-Da quanto tempo?- dico disperatamente.

Se fosse solo...

Se fosse solo questa volta... forse allora... potrebbe ancora esserci qualche speranza...

"No... Lui te lo avrebbe tenuto nascosto"

"No... Lui è Ron... Lui... Lui mi... mi ama? E... E... Io... Io... Io... lo amo?"

Silenzio.

Silenzio... mentre dentro di me il gelo aumenta scacciando del tutto quello spiraglio di calore che si stava formando.

Mi giro nuovamente, mentre altre lacrime continuano a scendere incontrollate dai miei occhi.

-Da quanto tempo Ronald?! PARLA!- grido di nuovo.

Ormai non c'è dubbio. Quella sensazione che avvertivo si è fatta consapevolezza. Era questo che stava cercando di suggerirmi.

Questa storia va avanti già da tempo.

-Io...-

Stringo i pugni, mentre lo fulmino con lo sguardo.

-Da...-

Un altro brivido mi attraversa e ogni speranza che stavo provando svanisce...

-Da quando è iniziato tutto...-

Faccio un passo avanti: -Tutto?!-

Che vuol dire tutto?

-Malfoy-

Spalanco gli occhi.

-Cosa?!-

Distoglie lo sguardo da me: è tornato serio.

Le mie lacrime invece aumentano: -Cosa?- chiedo di nuovo, ma stavolta in un sussurro.

Come... Come ha potuto?

Io... Io l'ho tradito... E' vero... Ma... Ma... Stavo per dirglielo...

Stavo per dirgli del bacio...

Stavo per dirgli cos'è successo la notte scorsa...

Stavo per dirgli tutto perché il senso di colpa mi stava divorando...

E se penso che tutto ciò è successo solo in questi... In questi ultimi giorni... Mentre lui invece... Da quando è morto Malfoy... Per... Per tre mesi... Tre mesi... Mi... mi ha tradita e ha nascosto tutto... Continuando a guardarmi negli occhi come se non stesse succedendo nulla... continuando ad accarezzarmi... a baciarmi... a fare l'amore con me...

Improvvisamente mi sento più sporca di prima... e stavolta non ha nulla a che fare con ciò che ho fatto io... Mi sento violata...

Mi sento tradita ancor più in profondità...

Vorrei strapparmi la pelle di dosso...

Cancellare ogni traccia di lui... ogni... ogni punto in cui mi ha sfiorata per tutto questo tempo...

Pensare... che...

Quello che lui...

Quelle attenzioni che lui ha sempre dedicato solo a me, com'era giusto che fosse...

Le abbia dedicate... Le abbia dedicate anche ad un'altra...

Ingoio, scoppiando in lacrime.

Poggio le mani sugli avambracci, affondando le unghia nella pelle. Un dolore bruciante mi pervade, ma non me ne importa. Il muro alle mie spalle nel frattempo mi sorregge, altrimenti credo che finirei a terra.

-Herm...-

-Vattene! VATTENE!-

-Hermione... Ti prego!-

-NON VOGLIO PIU' VEDERTI! MI... MI FAI SCHIFO!-

-Hermione! No!-

-VATTENE HO DETTO!-

Voglio estrarre la bacchetta, ma mi trattengo.

Stringo i pugni, lanciando un ultimo grido disperato e continuando a piangere.

Perché...

Perché...

Lo sento sospirare, ma non lo guardo, non alzo gli occhi neanche mentre, dopo quelle che mi sembrano ore, mi passa accanto per raggiungere l'ingresso.

Nessun'altra parola. Non una carezza. Non un tentativo di riappacificazione.

Niente.

Solo quel sospiro.

Ma forse è meglio così.

Mi lascio scivolare a terra, raccogliendo le gambe al petto e continuando a piangere.

Una voragine mi squarcia il petto.

Cosa... Cosa mi è rimasto?

Come ha potuto farmi una cosa del genere?

Come ci siamo arrivati fino a questo punto?

Tre mesi...

Tre mesi...

Tre mesi di menzogne e bugie...

"Tu hai fatto lo stesso con lui"

Io non l'ho tradito tre mesi fa!

Bugie... Bugie... Solo bugie...

Da parte mia... Ma soprattutto da parte sua...

Sono... Adesso... Adesso... sono completamente sola...

Sono... sola...

Ripenso a tutto quello che è successo in queste settimane... Alle sue assenze ingiustificate... Ai suoi ritardi dal lavoro la sera... Al suo... Al suo voler lasciare il lavoro... So per certo che il motivo che mi ha raccontato è reale... Ma... Se una parte di quel motivo fosse anche lei?

Come ho potuto non accorgermene prima?

Non voglio rispondere a questa domanda... Conosco fin troppo bene la risposta...

Mi sono lasciata assorbire completamente da... da lui...

Lui...

Lui che però... Non esiste... Non più...

Adesso...

Adesso sono sola...

Sono completamente sola...

Il gelo mi pervade.

Sono sola.

Sola.

Sola.

Sola.

Lui non potrà mai tornare indietro.

E quando tutto finirà... Sparirà.

"Non può finire"

"Non deve finire"

No.

Non deve.

Mi rimetto in piedi.

Il mio corpo agisce da solo.

Incontrollato. Perso.

Violato.

Mi avvicino di corsa all'ingresso.

Non voglio più rimanere qui.

Voglio andare via.

Voglio...

Voglio andare...

Voglio andare...

Voglio andare da lui...

Mi precipito nella veranda.

La pioggia si è fatta scrosciante e i fulmini squarciano il cielo esattamente come quella voragine mi ha squarciato il petto.

Mi smaterializzo e stavolta non sbaglio mira. Inizio a correre sul prato bagnato, rischiando di scivolare, ma per fortuna rimanendo in piedi.

https://youtu.be/L7PVvcKewKw

Ed eccola...

Qui... Proprio davanti a me...

L'unica cosa che è rimasta di lui in questo mondo...

L'unica cosa che mi è rimasta...

Mi sembra di rivivere la notte scorsa, ma stavolta so bene che questo non è un sogno.

Inconsciamente, il mio corpo mi spinge a guardarmi intorno. Le lacrime offuscano ancora la mia vista, ma so bene cosa stanno cercando i miei occhi.

Lo stanno cercando.

Come se lui potesse davvero materializzarsi accanto a me.

Il buio è totale tranne per la debole luce proveniente da qualche lampione sul viale principale.

Non mi importa.

Non me ne importa nulla.

Torno a guardare la pietra che ho davanti, allungando una mano e sfiorando le lettere che vi sono incise sopra.

-Sono sola...-

Ricomincio a piangere.

-Sono... Sono sola quindi?-

Nessuna risposta, mentre il petto torna a squarciarsi e il mio cuore si frantuma sempre più.

Piango... Piango e piango ancora...

Accarezzo quelle lettere.

Quelle cinque lettere.

Quelle cinque lettere che formano quel nome.

Il suo nome.

-Sono... Sola...-

Quel nome che per così tanto tempo non ho mai osato pronunciare.

-Draco- dico.

"Siamo serpi, ma non per questo siamo tutti dei mostri"

-Non... Non sei un mostro... Non... Non lo sei mai stato...-

Altre lacrime.

-Ti chiedo scusa... Ti chiedo scusa se non ti ho mai chiesto scusa... Tu l'hai fatto... Ti sei scusato... E io... Io voglio che tu sappia che lo apprezzo. So perché hai scelto quella strada... So tutto. Ho sempre saputo tutto... Fin da quando sei entrato in ufficio il primo giorno... E anche da prima... Da quando la guerra è finita...-

La mia voce si spezza mentre i ricordi mi sommergono.

Le lacrime prendono di nuovo il sopravvento.

-Non sei un mostro... No... Non lo sei... Mi senti? Non sei un mostro...- dico dopo qualche minuto, quando riesco a recuperare almeno un po' di controllo.

Non so perché lo stia dicendo... Forse per ricordarlo a me stessa.

Per ricordare a me stessa quanto io abbia sbagliato a giudicarlo per tutto questo tempo.

-Mi dispiace... Mi dispiace così tanto... Per tutto quello che è successo... Non lo meritavi... Non lo meritavi...-

Lacrime.

Mi sento andare in pezzi.

La voragine che ho dentro non sembra volersi richiudere... Non riesco a richiuderla.

Perché adesso... la consapevolezza della realtà dei fatti mi è precipitata addosso.

Sono...

Completamente...

Sola...

-Io... Io farò di tutto per arrestarla. Te lo giuro. La pagherà...-

Lacrime.

Lacrime.

Lacrime.

-Mi hai chiesto perché... Perché stessi facendo ciò che sto facendo...-

Mi interrompo, in preda ai singhiozzi.

-Ti ho detto che volevo aiutarti... E voglio ancora aiutarti... Per dimostrarti che... non sei solo... Che hai ancora qualcuno accanto... Hai... Hai me...-

La voce si spezza.

-Hai me... Me...-

Piango...

Piango sempre di più...

-Hai me... Ma... Io... Io non ho nessuno... Io... Io sono sola... Tu non sei qui... Non sei reale... Sei... Sei lì... Da qualche parte nella mia mente... E quando tutto questo finirà... Anche... Anche tu... Anche tu mi lascerai...-

Tremo, singhiozzo, piango... Non ho più alcun controllo del mio corpo.

Stringo i pugni, sbattendone uno sul terreno, preda improvvisamente della rabbia e della disperazione.

-Mi lascerai... Ma in realtà l'hai già fatto... Tu non ci sei già più... E io... Io sono... Io sono già sola...-

Chiudo gli occhi, mentre il gelo si attorciglia intorno alle mie viscere, mozzandomi il fiato e impedendomi quasi di respirare.

Mi piego su me stessa: -Io... Io... Io ti... Io ti... Io ti odio! Mi senti Malfoy? Ti odio!-

Si... Lo odio...

Lo odio perché non potrà mai tornare qui.

Non tornerà.

Non può.

Mi ha travolta come una valanga... E mi ha lasciata qui... A fare i conti con questa realtà che mi sembra così... così irreale...

Ha preso... Ha preso ogni cosa e l'ha portata con sé e io... Io non posso farci nulla.

Ha preso... Mi ha preso ogni cosa.

Ha preso il mio cuore... E quel cuore ormai... Ormai... Non tornerà indietro.

Esattamente come lui.

Mi blocco.

Le mie lacrime si arrestano di botto.

Cosa... Cosa... Cosa ho appena pensato?

Cosa... Cos'ha appena formulato la mia mente?

No...

Non è vero...

Non lo penso sul serio...

Guardo di nuovo la lapide senza però riuscire a vederla realmente.

Lui...

Lui che mi medica...

Lui che si frappone tra me e quella parete...

Lui che mi prende in braccio portandomi al riparo...

Scuoto la testa: -Ti odio Malfoy... TI ODIO!- urlo.

Lui che mi sfiora...

Lui che mi abbraccia...

Lui che mi bacia...

Lui che mi stringe a sé... come se... come se fossi... come se fossi l'unica cosa che gli rimane.

Scoppio a piangere, stringendo le braccia intorno al corpo, cercando di proteggermi in qualche modo dalla pioggia che però ormai mi ha inzuppata.

-Ti odio... Ti odio... Ti odio...- dico a voce sempre più bassa, continuando a fissare quel nome.

-Non è vero-

Sussulto e per poco non lancio un grido.

Mi giro di scatto, estraendo la bacchetta, spaventata.

E' Blaise.

Mi zittisco, incapace di dire qualsiasi cosa.

Mi ha sentita?

Da quanto tempo è qui?

Lo guardo confusa e spaesata.

-Non è vero. Tu non lo odi...- dice ancora una volta avvicinandosi e inginocchiandosi accanto a me.

Il suo sguardo mi trapassa da parte a parte e mi porta a distogliere il mio immediatamente.

-Che ci fai qui?- chiedo imbarazzata.

Non mi risponde, ma afferra la bacchetta e dopo aver "pronunciato" un incantesimo non verbale, ecco che non sento più le gocce di pioggia cadere sul mio mantello.

Mi guardo intorno meravigliata, ma la pioggia continua a cadere.

Non dico nulla, tornando a guardarlo: -Che... Che ci fai qui? Come... Come mi hai trovata? Perché... Perché sei qui?- chiedo ancora una volta, strofinandomi gli zigomi in un gesto automatico.

Lui però non mi risponde.

-Non sei sola...-

Mi irrigidisco, spalancando gli occhi.

Mi ha sentita.

-Io... Io... Non... Non avresti dovuto... Non dovevi... Zabini...- inizio ad arrabbiarmi mio malgrado, ma è una rabbia molto diversa... blanda... come se fosse più dovuta che realmente sentita. Perché ogni particella del mio corpo in questo momento, sta cercando disperatamente di aggrapparsi a queste parole.

-Non sei sola. Lui...-

Una fitta al petto.

-Lui in qualche modo... Vive... Continua a vivere con questo legame. Continua a vivere attraverso te-

Chiudo gli occhi, mentre lascio che questa frase si imprima a fuoco nella mia mente.

Ricomincio a piangere: -Lui... Lui è morto... Blaise... E' morto... Io... Io ho rivissuto quel momento... Lui... Lui non c'è più...-

-Lui c'è... E solo perché qualcuno sparisce dal nostro mondo, non significa che non esista più-

Di nuovo il respiro si mozza: -Si... Silente?-

Annuisce, con un debole sorriso.

Non riesco a chiedergli quando... né come ha sentito questa frase.

Sono troppo sconvolta per farlo.

Mi sciolgo di nuovo in lacrime: -Lui... Lui... Non è qui... Non è qui capisci? Blaise... Io...-

Mi copro il viso con le mani, mentre i singhiozzi mi scuotono ancora una volta.

Mi sento afferrare per le spalle: -Credi che per me sia diverso?- mi chiede, scuotendomi leggermente.

-Credi che io stia bene?-

Non rispondo... perché la mia risposta sarebbe del tutto superflua, però le mie lacrime rallentano.

-Tu..- inizio a dire dopo un po', poggiando di nuovo le mani sulle gambe –Tu hai Astoria... Hai... hai tuo figlio...-

Silenzio.

-Tu... Tu hai ancora qualcuno... Io... Io... Io invece...-

La voce viene meno, ma non mi lascio sopraffare un'altra volta dalle lacrime.

Continuo a non guardarlo, ma mi giro di nuovo a guardare quella pietra e quello che c'è inciso sopra.

-Io non... Non ho... Non avrò più nessuno...-

-Hai i tuoi amici-

Sussulto, girandomi a guardarlo.

Già... Harry e Ginny...

Harry che però oggi è scappato...

E non ne capisco ancora il motivo...

Blaise continua a guardarmi seriamente.

-Non... Non posso dirglielo... Non potrò mai dirglielo...- gli ricordo con voce rotta.

-Per quello non devi preoccuparti...-

Trattengo il fiato e rialzo lo sguardo.

Mi fissa, ma non dice altro.

Lo guardo meravigliata.

Lui però interrompe quasi immediatamente il contatto visivo fissando lo sguardo anche lui sulla lapide.

-Che... Che... Che vuoi dire?- gli chiedo immediatamente.

Possibile che voglia...

Non può essere...

Possibile che voglia essere lui a supportarmi?

E' disposto davvero a farlo?

Ad... Aiutarmi?

-Andiamo-

Lo guardo ancora più confusa e in preda al panico.

-Blaise...- inizio a dire a bassa voce, ma lui mi interrompe.

-Andiamo- ripete.

-D... Dove?- chiedo quindi.

Non posso tornare a casa.

Non voglio.

-Fidati di me Granger. Non ti porterò a casa-

Lo sa?

Sa... Sa cos'è successo?

Come può saperlo?

Decido di non pormi più alcuna domanda.

Afferro la mano che mi sta porgendo e mi rimetto in piedi.

-Dove...- ripeto semplicemente.

-Chiudi gli occhi-

Faccio come dice.

Ci Smaterializziamo all'istante.

Li riapro, leggermente stordita e per poco non mi sento svenire.

Lo guardo scioccata.

Davanti a noi... Fife Road.




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Spazio Autrice

Buon pomeriggio :D Buon pomeriggio miei piccoli Sherlock <3 Mi sono fatta perdonare?? Spero di si dopo 15 pagine di Word <3 

Come vi sembra?

Cosa ne pensate?

Piaciuto?

Commenti? 

Critiche?

Ditemi tutto! Siate sinceri e spietati come al solito :)

Sono mancata per un po' ma... ecco a cosa ho lavorato per tutti questi giorni :) 

Che ne pensate di Blaise? Sarà corretta la sua ipotesi? Qualcuno di voi ci aveva pensato a questa eventualità? Cosa succederà adesso? E soprattutto... Vi aspettavate di Ron?? xD E la reazione di Hermione come vi è sembrata? E infine... piaciuto l'atteggiamento di Blaise? *-* Tranquilli, la blamione verrà trattata in altra sede xD Qui c'è spazio solo per Astoria e Draco al loro fianco xD Però io adoro troppo Blaise non posso farci nulla <3 Spero di aver fatto cambiare idea a quelli di voi che lo odiavano ;) Molte cose devono ancora chiarirsi tra loro due... ma non temete... arriverà anche quel momento ;) 

Ci tengo a ringraziarvi tantissimo per la pazienza che avete avuto nell'aspettarmi <3 Per i voti e i commenti al capitolo precedente e colgo l'occasione per dare il benvenuto ai nuovi lettori che si sono aggiunti questa settimana e che in pochissimo tempo sono già arrivati a leggere fin qui *-* Sappiate che è una cosa che adoro *-* Mi fa sentire che apprezzate il mio lavoro <3 E naturalmente per questo ringrazio TUTTI voi, non solo i nuovi, ma anche i silenziosi e gli storici, quelli che ci sono sin dall'inizio e che mi hanno dato fiducia :D GRAZIE DI CUORE <3

Mi chiedo perché ad ogni spazio autrice che scrivo ultimamente, sembra sempre che stia facendo i saluti finali ;( Forse perchè ormai ci avviamo alla fine >.< Già... :'( 

No ok... Non pensiamoci adesso... <3 

Vi dico immediatamente di non perdere di vista Lumos, perchè in serata arriverà un AVVISO MOLTO SPECIALE ;))) Vi avevo detto... di rimanere sintonizzati su una certa argomentazione...Spero che ricordiate a cosa mi riferisco ;) Ebbene...il momento è arrivato ;) Quindi vi do appuntamento a questa sera, alle 21:00 circa ;) Mi raccomando :*

Stay Tuned :* 

Iron9208 (Arlen) 

P.S. Come al solito il mio post scriptum è: la canzone? è durata fino alla fine?? xD *scappa evitando i pomodori*

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