Capitolo 49 (PARTE III)

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Il significato della Redenzione è precisamente che noi non dobbiamo essere la nostra storia e niente è più semplice per me che dirti che tu non sei la tua storia.

F. O' Connor


Attorno a noi ci sono Harry, Ron e la me stessa di un anno fa.

Riconosco il periodo perché accanto alla mia copia, sulla scrivania, c'è uno scatolone.

E' il mio primo giorno di lavoro come Auror.

C'è anche Shacklebolt e ad entrare dalla porta ecco Blaise che ci rivolge un sorriso sincero, che solo io ricambio.

-Ministro, adesso può richiudere- sento dire ad Harry, che sorride nervosamente.

Ed ecco la risposta.

-Ci sarei anch'io-

Draco fa il suo ingresso e ci guarda seriamente per poi limitarsi a dire –Buongiorno-

Guardo me stessa di riflesso, mentre si gira a guardare Ron, che apre e chiude i pugni nervosamente.

Ma ciò che è strano, per me, in questo momento è rivedere lui qui.

Lui dentro questo ufficio.

Draco.

L'ho ricordato più volte, ma i ricordi non possono mai essere più vividi della realtà. E la realtà che ho davanti è questa: Draco in ufficio. Di nuovo.

E non posso far a meno di avvertire un leggero senso di vuoto al pensiero che adesso è persino stata tolta la sua scrivania. Che sono tre mesi che entro in quell'ufficio e tre mesi che lui invece non può più farlo.

Gli occhi mi diventano lucidi, ma ricaccio indietro le lacrime.

Non devo cedere.

Il Ministro ha ricominciato a parlare, mentre la copia di Draco ci guarda, ad uno ad uno, con un'espressione impassibile.

Tutto sparisce di nuovo e io non capisco: perché me l'ha mostrato?

Velocemente si forma un'altra scena: siamo sempre in ufficio, tutti e quattro; manca solo Harry.

Non so che momento esatto sia, ma avverto immediatamente che nell'aria c'è tensione.

Ognuno di noi tiene la testa bassa sulla propria scrivania e non si sente alcun rumore se non, ogni tanto, il fruscio delle piume che sfregano sulla pergamena.

Ad un certo punto la porta si apre ed ecco Harry: -Ero col Ministro- dice, mentre ci giriamo tutti a guardarlo.

-Hermione ha detto che vuole vederti immediatamente-

-E' successo qualcosa?- chiede la mia versione di un anno fa e io inizio a ricordare gli eventi.

-No, no, si tratta solo della prossima missione-

La mia copia si alza: -Vado subito-

Inizia a riordinare i fogli e si sposta poi verso la porta.

Harry si gira: -Herm aspetta-

La mia copia si ferma in attesa: -Vuole vedere anche te Malfoy-

Ed ecco che la tensione che c'era fino ad un attimo fa si trasforma in vero e proprio gelo.

Vedo me stessa guardare Ron, che a sua volta guarda Draco.

Lui però lo ignora, guardando per un secondo Blaise che ricambia lo sguardo, per poi spostarlo su di me.

L'altra me, ferma sul posto, non osa dire nulla, mentre i suoi occhi si spostano e inquadrano Draco.

Ci guardiamo, ancora e ancora, incapaci di dire qualsiasi cosa ed ecco che l'imbarazzo prende il posto della tensione. Solo dopo qualche secondo io sembro riprendermi: -Ok... D'accordo. Andiamo- mi limito a dire.

-Hermione!- Ron mi richiama alzandosi in piedi, ma la mia copia lo fulmina con lo sguardo e lui si risiede.

Draco si alza e mi segue. La porta si richiude e tutto sparisce.

La scena si ricompone.

Di nuovo in ufficio: è sera e questa volta siamo io, Draco, Blaise ed Harry.

Quest'ultimo lascia cadere la piuma nel calamaio: -Ok... Io per stasera ho finito- annuncia rialzandosi.

Si avvicina a recuperare il mantello, indossandolo subito dopo: -Ci vediamo domani- dice, per poi uscire.

La mia copia lo saluta con un gesto della mano, mantenendosi però concentrata su ciò che sta facendo.

Sta scrivendo qualcosa.

Ad un certo punto si alza, prende la pergamena e fa il giro della scrivania.

Si ferma, leggermente titubante, rimanendo con gli occhi fissi sul foglio, ma so che in realtà nella mia mente in quel momento, c'era una gran confusione.

Non sapevo cosa fare. Dovevo lavorare con lui, ma ero leggermente restia a trattarlo come un collega vero e proprio. Non ci riuscivo, visti i trascorsi.

La mia lotta interiore infine si era conclusa ed infatti la mia copia rialza gli occhi e inizia ad avvicinarsi alla sua scrivania.

Lui solleva lo sguardo, non riuscendo a nascondere per un secondo lo stupore.

-Ho fatto questa lista...- inizia a dire l'altra me –Credo che quello che cerchiamo possa trovarsi in uno di questi posti. Ho incrociato i dati a nostra disposizione- dico senza guardarlo. Lui mi fissa ancora e la mia copia è palesemente tesa.

Silenzio.

-Ok... Beh, te la lascio qui. Io per stasera ho finito- continua poi, non ricevendo risposta. Poggia la pergamena sul tavolo, incrociando il suo sguardo solo per un attimo, per poi girarsi e tornare alla scrivania.

Recupera le sue cose, mentre Blaise ci guarda con mezzo ghigno stampato in faccia.

-Ci vediamo domani- saluta lei e si affretta ad uscire.

La porta si richiude.

Ed ecco che Draco guarda Blaise con sguardo truce, per poi tornare a fissare la pergamena. Sembra indeciso, finchè alla fine allunga una mano e l'afferra, iniziando a leggerla.

Ne rimango colpita, non sapevo se l'avesse effettivamente degnata d'attenzione o meno.

Poi lo vedo afferrare la piuma e ogni tanto scarabocchiare qualcosa in diversi punti.

Sorrido.

E anche Blaise lo fa: -Ci sarà da divertirsi- si limita a dire.

La scena sparisce e si ricompone.

E' giorno.

Di nuovo l'ufficio.

Ci siamo tutti stavolta e tutti siamo intenti a lavorare.

Ad un certo punto è Blaise ad alzarsi: -Ci vediamo pomeriggio- dice, recuperando il mantello e lasciando la stanza.

L'unico a salutarlo è Harry.

Dev'essere quasi ora di pranzo.

Dopodichè a seguirlo è Ron che mi sussurra qualcosa nell'orecchio e poi si avvicina a Harry per salutarlo.

Lascia l'ufficio anche lui, ma senza una parola nei confronti di Draco.

Guardo quest'ultimo, che però non ne sembra minimamente turbato.

Continua a scrivere con tranquillità.

Lo stesso fa la mia copia.

Non ci consideriamo, fin quando Harry si alza a sua volta e mi guarda con aria colpevole, ma la mia copia lo rassicura con un solo sguardo: -Vado anch'io. Buon pranzo- dice infatti con un sorriso.

Lo saluto mentre si avvicina alla porta.

Adesso ci sono solo le nostre copie.

Ricordo questa scena: dopo qualche secondo quella di Draco si alza con un pezzo di pergamena in mano e si avvicina con un'apparente tranquillità. Mi porge il pezzo di pergamena senza una parola: la mia copia alza gli occhi e incrocia i suoi, leggermente stupita. Allunga una mano e afferra il pezzo di carta. Immediatamente abbassa lo sguardo e inizia a studiarlo: -Cos'è?- chiede.

-Gli interrogatori-

Lei non risponde e continua a studiare la lista. Poi sorride lievemente, rialzando lo sguardo: -Grazie- dice guardandolo dritto in faccia.

Lui si irrigidisce immediatamente, per poi girarsi e tornare alla scrivania. Prende il mantello: -Ci vediamo- dice e lascia la stanza.

La scena sparisce ancora e mi rendo conto di star sorridendo come un ebete.

Mi giro verso il Draco alle mie spalle: -Era strano, vero?-

Lui mi guarda, per poi rialzare lo sguardo e annuire.

Mi giro di nuovo.

Siamo ancora in ufficio e questa volta è pomeriggio. Le nostre copie sono sole.

E dall'espressione della mia capisco che è a suo agio.

Forse le cose avevano già cominciato a migliorare.

Sono io ad alzarmi per prima e stavolta mi avvicino alla sua scrivania senza alcun timore.

-Ecco... Credo di essere arrivata alla soluzione... pensavo volessi dare un'occhiata- mi sento dire con un lieve imbarazzo ed ecco che noto la sua reazione: si blocca.

Alza lo sguardo sulla pergamena che gli ho messo sulla scrivania e inizia a guardarla.

Stringe le labbra: -Non capisco- dice.

Ed ecco che la mia copia si acciglia dubbiosa.

-Perché questo?- chiede lui, indicando un punto.

La mia copia si abbassa leggermente: -Oh... E' semplice...- inizia a spiegarglielo e quando arriva alla fine si zittisce.

Lui sembra pensarci ancora, finchè dopo un paio di minuti: -Devi avvisare Shacklebolt- ed ecco che l'altra me si apre in un sorriso: -Lo faccio immediatamente-

La scena cambia: sempre in ufficio.

Sempre solita routine.

Sempre tutti presenti.

Bussano alla porta e ad entrare è il Ministro con un sorriso a trentadue denti: -Oh Ministro-

Harry si alza.

-Stai comodo, tranquillo. Ero solo venuto a congratularmi per lo splendido lavoro svolto- risponde lui girandosi verso di me e poi guardando Draco.

La mia espressione si fa stupita e arrossisco leggermente.

Draco invece guarda solo per un secondo Shacklebolt, per poi posare gli occhi su di me.

Mi osserva per qualche secondo, ma io prendo la parola: -La ringrazio- dico velocemente e solo adesso mi accorgo che Ron, accanto alla mia copia, sembra diventato dello stesso colore dei suoi capelli.

La scena cambia: la mia copia è in piedi davanti alla scrivania di Blaise. Ci siamo io, lui, Draco ed Harry e ancora una volta Ron è assente.

-Ti dico che è così Blaise!- mi sento protestare.

-E io ti dico che ti sbagli! Quel ladruncolo è ancora in giro-

Mi sento sospirare spazientita: -Ooh! Per Godric!- dico per poi allontanarmi.

Sembra che discutessimo già da un po'.

-E' scappato in Olanda, fidati per una volta!- mi sento dire.

-E' ancora a Londra-

-E' in Olanda-

-Londra-

-Olanda-

Sembriamo due bambini.

Ridacchio.

-BASTA!- interviene Harry –Finitela! Ho il mal di testa!- ci rimprovera.

La mia copia si zittisce, continuando a guardare male Blaise, che ricambia con lo stesso sguardo truce.

-Ha ragione- interviene Draco. Tutti e tre si girano a guardarlo, ma lui con molta lentezza posa la piuma nel calamaio e alza gli occhi verso Blaise.

-E' fuggito in Olanda- dice sventolando un pezzo di pergamena.

La scena si conclude.

E di nuovo si ricompone: Draco è solo questa volta, in piedi accanto alla scrivania e sta sistemando delle carte. Dopodichè afferra il mantello e si avvicina all'uscita, mantenendo lo sguardo ancora fisso dietro di sè. Ma ecco che la porta si riapre velocemente e una pila di libri piuttosto alta fa il suo ingresso levitando, sospesa a circa un metro e mezzo da terra.

Il problema è che Draco non sta guardando.

-Non mi sono ancora vendicato per quest'affronto- lo sento dire alle mie spalle e io inizio a ridere, mentre ecco che la sua copia si scontra rovinosamente contro la pila, cadendo a terra e sbattendo la testa contro uno dei lati della sua scrivania.

Mi sento lanciare un urletto dall'esterno: -ODDIO! Malfoy!-

La mia copia entra di corsa, sinceramente mortificata e rossa in volto.

Draco se ne sta seduto a terra, stringendo un pugno e massaggiandosi la testa: -Ma che diavolo fai?- chiede con rabbia.

-S... Scusa scusami... Io... Avevo preso giusto qualche libro da casa che volevo consultare per il caso e... non credevo che ci fosse già qualcuno!- mi sento rispondere, mentre si riabbassa e inizia a raccogliere i libri (che inevitabilmente sono finiti sparpagliati sul pavimento), troppo scossa anche solo per pensare che con un colpo di bacchetta tutto si sistemerebbe.

Lui continua a massaggiarsi la testa, dolorante, trattenendosi a stento dall'imprecare.

Poi si rialza molto lentamente, afferrandosi alla scrivania, ma la mia copia non osa alzare lo sguardo e continua a sistemare le pagine dei volumi e a richiuderli.

Draco la osserva, o meglio la guarda male, finchè dopo qualche minuto, sembra calmarsi. Stringe i pugni e continua ad osservarmi, finchè estrae la bacchetta e la agita.

Tutti i libri ancora a terra si sollevano richiudendosi uno dopo l'altro e impilandosi in una fila ordinata che levita fino alla mia scrivania e vi si poggia al di sopra.

La mia copia alza gli occhi da terra meravigliata, osservando la scena, dopodichè ancora sotto shock per l'accaduto, si gira verso Draco: -Io... Grazie- dice senza parole.

Ma lui non le risponde, riafferra il mantello e lascia la stanza.

La scena cambia ancora.

Sempre in ufficio.

C'è solo la mia copia, che sorride, girata di spalle alla porta e manca poco che saltelli.

E sinceramente non ricordo neanche perché. Tengo in mano un messaggio e sorrido.

La porta si apre.

-HARRY! HARRY! E' arrivata! La lettera dei miei genit...- l'altra me si gira, bloccandosi immediatamente.

Sulla soglia c'è Draco che la guarda irrigidito, ma adesso che lo conosco un po' di più posso notare lo stupore sul suo volto. Rimane in silenzio.

-Oh... Io... Ehm... Credevo fosse Harry- dice lei, guardandolo imbarazzata e arrossendo.

-Qualcuno mi ha nominato?- sento dire alle spalle della copia di Draco.

Harry fa il suo ingresso salvandola dall'imbarazzo e l'altra me torna a sorridere immediatamente: -Harry! E' arrivata la lettera dei miei genitori!- dice spostando lo sguardo su di lui, non notando che Draco la sta ancora osservando con la stessa identica espressione.

-Perché continuavi a guardarmi?- chiedo quindi.

-Stavo ancora cercando di capire se la trasformazione in Pixie sarebbe stata perenne-

-Draco!- esclamo indignata e lo sento ridacchiare.

-Sei uno stupido- dichiaro e lui mi sfiora la testa con le labbra, cosa che mi fa rabbrividire piacevolmente.

Ecco che la scena cambia ancora.

Sempre stesso posto ovviamente. La mia copia è in piedi accanto a Blaise, seduto alla propria scrivania.

Stiamo parlando fitto chinati su un fascicolo.

Ma non so di cosa si tratti.

Harry non c'è e neanche Ron, mentre Draco è seduto alla sua scrivania.

La porta si riapre ed entra Harry.

-Devo dirvi una cosa- annuncia con aria seria. Tutti ci blocchiamo e ci giriamo a guardarlo: -A fine ottobre c'è la festa del Ministero-

La mia copia si apre in un sorriso, sapendo di cosa si tratta, avendo partecipato già l'anno prima come accompagnatrice di Ron, mentre vedo Draco e Blaise accigliarsi. Harry si imbarazza vagamente: -E' un modo per ricordare... E festeggiare la ricostruzione di Hogwarts. Shacklebolt la organizza da quando la scuola ha riaperto-

L'atmosfera cambia leggermente.

L'espressione dei due si fa più tirata.

Il silenzio si allarga, mentre anche la mia copia smette di sorridere e guarda Harry con apprensione.

Ricordo perfettamente cosa stavo pensando: cosa avrebbe significato davvero per loro andare a quella festa?

-Ok... Qui?- si limita a chiedere Blaise impassibile.

Harry sembra quasi sospirare di sollievo: -No... Si terrà nella villa del Ministro il 30-

-Ok d'accordo- risponde Blaise.

Harry, sollevato torna alla scrivania e anche la mia copia si sposta tornando verso la propria.

Ma è proprio quando noi siamo girati che Blaise guarda Draco.

Si scambiano solo un'occhiata che, anche in questo caso, vale molto più di qualsiasi altra parola.

La scena cambia.

Io ed Harry spariamo.

C'è solo Draco in piedi girato di spalle che sistema delle carte sulla scrivania e Blaise seduto alla propria.

-Dra...-

-Non discuterò ancora di questa storia Zabini...-

-Sei un maledetto testardo-

Draco si ferma e si gira a guardarlo: dal suo profilo capisco che è infuriato.

-Non ci andrò. Non mi farò umiliare pubblicamente! Il nome dei Zabini non è macchiato quanto il mio! Tua madre non era una Mangiamorte! Quindi vai. Ma lasciami fuori!- gli urla contro.

Lo sguardo di Blaise si rattrista, mentre io mi irrigidisco: non sapevo nulla di questa discussione.

-Dra... Per favore... Ragiona. I tuoi si sono messi a disposizione del Ministero... Non saranno ben visti, ma ciò che stanno facendo viene apprezzato da tutti-

-Da tutti?! Tutti chi?! Shacklebolt?- ride sarcasticamente –Credi che non veda l'astio che nutre nei miei confronti? Credi che non sappia che non si fida di me?!- grida fuori di sé e io sono sempre più scioccata. Non pensavo che nascondesse tutto questo. L'ho visto esplodere dentro il limbo, ma credevo che fosse normale visto ciò che è accaduto. Non... immaginavo che già da allora lui... mi vergogno... lui si sentisse così.

Gli afferro di nuovo il braccio e lo stringo.

-Dra... Stai vedendo fantasmi dove non ci sono... Shacklebolt ha deciso di assumerti! Credi che l'avrebbe fatto se non si fosse fidato di te?! Che ti avrebbe dato una seconda possibilità se non avesse visto qualcosa di buono in te?!-

Lui batte un pugno sulla scrivania e gli si avvicina: -Hai forse dimenticato quello che ho fatto? Hai forse dimenticato quello che ha fatto mio...padre? Forse tu puoi averlo dimenticato. Forse l'ha dimenticato anche Shacklebolt. Ma nessun altro si è dimenticato dei Malfoy- gli dice con voce carica di risentimento –E venire ad una stupida festa che serve a ricordarmi ciò che abbiamo fatto e sentire la gente parlarmi alle spalle come succede sempre ovunque vada, è l'ultima cosa che voglio! Non verrò solo per farmi mettere alla gogna pubblicamente. Non verrò a rischiare che qualcuno mi aggredisca per ciò che ha fatto un maniaco omicida che adesso se ne sta sotto cumuli di terra tranquillo! NO! Non ci vengo Zabini. Te lo scordi! E non voglio più parlarne!- conclude, sbattendo la mano ancora una volta sulla scrivania per poi girarsi e lasciare la stanza.

Blaise sospira, mentre io sono completamente scioccata.

Lui a quella festa è venuto... quindi... come ha fatto a cambiare idea?

La scena cambia.

L'ufficio è vuoto ed è mattina.

La porta si apre ed entra Malfoy, che ancora con il mantello addosso si dirige in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

Il silenzio si allarga per un po', fin quando in lontananza avverto un brusio: qualcuno che si avvicina.

Lentamente riconosco la mia voce e quella di Harry, ma non riesco a identificare le parole.

Solo quando la porta si riapre, posso ascoltare con chiarezza:

-...abbia sbagliato?- sta chiedendo Harry.

-No non credo- sento rispondere alla mia copia con aria incerta. Si zittisce subito dopo.

-Buongiorno- dice, guardandosi ancora intorno, come per accertarsi che ci sia qualcuno.

Nessuna risposta.

Tira un sospiro di sollievo, mentre io inizio ad irrigidirmi: cosa avrò detto?!

-Siamo soli- sento dire, con orrore, alla mia copia.

Sollevo la testa a guardare Draco alle mie spalle, che sta ghignando: -Che cosa ho...- inizio a chiedere intimorita, ma lui scuote la testa: -Guarda- risponde.

-Ti stavo dicendo...- la mia attenzione viene attirata di nuovo dalla mia copia che ha ripreso a parlare, mentre si sfila il mantello. Harry invece ha raggiunto la sua scrivania e la sta ascoltando.

-...che hai fatto bene a dirglielo. Era tuo dovere. Ti ricordi cos'ha detto Shacklebolt il primo giorno? E' importante dare delle seconde possibilità e imparare a dare fiducia-

Oddio... ricordo perfettamente questo discorso.

Harry sospira: -Ma... Magari... Non tutti lo vedranno di buon occhio, insomma... Hermione è Malfoy. Ci ho messo tre mesi ad accettarlo del tutto e anche tu, soprattutto tu... e Ron. Credi che a quella festa non succederà niente? Che tutti faranno finta di niente? E se... Oddio... Se qualcuno lo aggredisse?- risponde Harry terrorizzato.

-Ti stai forse preoccupando per lui?- lo deride la mia copia -Ti ricordo che non è uno sprovveduto. Sappiamo bene di cosa è capace no?- ridacchia amaramente, per poi tornare seria.

-Hermione!- protesta lui, guardandola male -Ci detestiamo a vicenda lo sai. Non mi...- si interrompe rabbrividendo –...sto preoccupando per lui. Dico solo che forse è prematuro dirgli di venire. La gente non l'ha ancora superata com'è giusto che sia e lui... lui era un Mangiamorte- conclude con un brivido.

-Harry... Sei stato tu il primo a dirmi i motivi per il quale era un Mangiamorte. Sai che faccio fatica a crederci. Sai che per me avrebbe dovuto comportarsi come Piton se davvero, come dici tu, non ha avuto altra scelta. Ma mi sto sforzando di andare avanti. Per me è difficile e quando Shacklebolt mi ha detto di lavorare con lui, avrei preferito sotterrarmi...-

Chiudo gli occhi: lui ha sentito tutto. Tutto.

-...ma mi sono detta che dovevo farlo. Che era la cosa più giusta da fare se volevo che le cose cambiassero davvero. Se continuassimo a serbare odio e rancore alla fine ci ritroveremmo punto e a capo. Quanto credi che ci vorrebbe affinchè un altro... un altro Voldemort spunti da qualche parte?-

Harry rimane in silenzio.

-I suoi genitori hanno iniziato questo cambiamento. Stanno collaborando per aiutare il Ministero con i Mangiamorte fuggitivi. Lui è tornato ad Hogwarts, ha finito gli studi e adesso è un Auror! Un Auror! L'antitesi dei Mangiamorte Harry! Credo che stia cercando un modo per... redimersi è una parola grossa, ma forse sta cercando di superarla. Ti ho raccontato mille volte di tutto quello che è successo l'anno scorso a scuola. Era un delirio. Un vero e proprio delirio: i Serpeverde sono stati presi di mira un sacco di volte e la situazione è peggiorata quando è tornato Malfoy. Ci sono andata di mezzo anch'io. Seamus e Dean ancora non mi parlano solo perché ho fatto il mio dovere e ho difeso sia lui che Zabini. Ma non mi importa. Ho la coscienza pulita. E se devo essere sincera, vederlo come Auror insieme a Blaise, non mi dispiace più di tanto. Forse vuole solo avere una seconda occasione. E sto provando a dargliela. Te lo negherò sempre se me lo chiederai, ma devo ammettere che non così male lavorare con lui dopotutto. E' bravo ed è furbo- conclude la mia copia e io resto ferma, perché so che il discorso non è finito.

Harry mi guarda un po' dubbioso: -Mmm...Quindi ho fatto bene?-

-Si Harry, stai tranquillo. Nessuno lo aggredirà. Forse lo guarderanno male. Anzi di sicuro e si beccherà qualche insulto. Ma insomma, è Malfoy. E' abituato a sentirsi insultare no?- ridacchio la mia copia con leggerezza e per un attimo mi sento rabbrividire, anche se so che la mia frase non vuole essere cattiva –Quante volte lo abbiamo chiamato Furetto Platinato?- aggiunge infatti la mia copia.

Harry ride sotto i baffi e anche io, mentre Draco si abbassa accanto a me: -Stavo per uscire da quel bagno- mi dice e io rido apertamente.

-Vedrai che andrà tutto bene. Forse non verrà alla fine, anche se mi sembra poco probabile. Se la mia teoria è corretta e lui vuole davvero ricominciare, verrà. Fregandosene degli insulti come ha sempre fatto-

Mi blocco.

La mia mente lavora frenetica: lui non voleva venire, ma alla fine ricordo che alla festa c'era. E' rimasto chiuso in bagno e involontariamente ha sentito tutto. Quindi... Forse... Forse il mio discorso...

Sono scioccata.

Non oso muovermi.

Harry si sta avvicinando alla porta: -Vado a prendere un caffè. Mi devo ricordare di dire a Shacklebolt di far mettere una macchinetta qui dentro! E' odioso dover salire fino all'Atrium-

-Vengo con te. Ho bisogno di caffeina-

Li vedo uscire entrambi dalla porta e solo quando il vociare si esaurisce in lontananza, la porta del bagno si riapre.

Draco si guarda intorno per un attimo, per poi raggiungere la propria scrivania.

Si siede sulla poltrona e fissa la porta.

Posso immaginare a cosa stia pensando.

Sospira chiudendo gli occhi e, poggiando la testa su una mano, si massaggia un po' la fronte.

Sembra stanco.

E' solo, ma ancora il ricordo non termina, quindi credo ci sia dell'altro.

Non finisco neanche il pensiero che ecco la porta riaprirsi.

Blaise.

-Buongiorno- dice sobbalzando e fermandosi sulla porta –Dra, tutto apposto?- chiede accigliandosi.

Lui dice qualcosa, ma è incomprensibile.

-Eh?- chiede infatti Blaise richiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi alla propria scrivania.

-Verrò- ripete Draco senza guardarlo.

E Blaise si blocca: lo guarda un po' stupito per poi aprirsi in un sorriso: -Ottima scelta fratello-

E tutto diventa fumo.

Mi giro immediatamente verso Draco: -Tu... Io...- balbetto –Ti ho fatto cambiare idea, io?- chiedo scioccata.

Lui abbassa la testa a guardarmi, e si apre in un leggero ghigno: -L'hai detto tu che ero abituato a sentirmi insultare no?- mi chiede allusivo.

Arrossisco: -No! Draco oddio! Non intendevo... Io non volevo... Non ti stavo offendendo! Cioè... Non volevo offenderti! Mi riferivo solo al soprannome che ti avevamo dato!- dico agitata tentando di giustificarmi. Ho immaginato immediatamente che avesse frainteso.

Lui però sembra tranquillo, mi sorride: -Granger, cerca di respirare. Tranquilla, ho capito- sghignazza.

-Ma... Ma... Mi dispiace!- dico di nuovo.

Lui rialza gli occhi, senza rispondere e mi fa un cenno con la testa: la scena si è riformata.

Indugio ancora sul suo volto, leggermente dubbiosa, ma poi torno a girarmi lentamente e a guardarmi intorno.

Ed eccoci alla festa.

Siamo nel salone della villa di Shacklebolt, addobbato questa volta sui toni dell'oro.

C'è un sacco di gente, ma non mi focalizzo sul riconoscerne i volti, perché la mia attenzione si sposta inevitabilmente a sinistra, dove una copia di Draco se ne sta in piedi, nel suo completo nero, accanto a Blaise e a Daphne.

"Perfetto" è l'unica parola con cui riesco a descriverlo.

Tutto in lui emana una sorta di aura di eleganza e fascino.

Dalla giacca nera abbottonata sul davanti, al pantalone perfettamente dritto dello stesso colore, che termina su delle scarpe di pelle nera lucida.

Dai capelli che gli ricadono liberi in tutte le direzioni, alla camicia, che adesso noto essere nera e alla cravatta dello stesso identico colore.

Dagli occhi, grigi come un mare in tempesta, che si guardano intorno, a quei lineamenti affilati e duri, che gli conferiscono un'aria tenebrosa.

Un unico pensiero mi si forma nella mente: tenebre. Oscurità. Nero.

E capisco immediatamente la scelta dell'unico colore con cui ha deciso di celebrare questa serata.

Un segno di sfida.

L'unico colore che può ancora ricollegarlo al suo passato.

Un segno che dice che non può cancellare ciò che era, ma che può cambiare ciò che diventerà.

E il primo passo è questa festa.

Accanto a lui, Blaise indossa un completo nero con cravatta dello stesso colore, ma la camicia è bianca. Lo vedo parlare con tranquillità insieme a Daphne, che invece indossa un vestito semplice, lungo fino ai piedi, che scende morbido, avvolgendola perfettamente, sui toni dell'oro ed insieme sorseggiano qualcosa.

Draco non sembra ascoltarli e continua a guardarsi intorno, dopodichè si gira raggiungendo uno dei tavoli e versandosi da bere.

Non posso fare a meno di avvertire una fitta allo stomaco e ancora una volta la realtà mi precipita addosso: questo è solo un ricordo. Lui era lì fino all'anno scorso. Quest'anno non c'era. Quel salone non l'ha rivisto entrare. Nessuno l'ha rivisto entrare più in alcun luogo, perché... perché lui non c'è più.

Un senso di vuoto mi avviluppa improvvisamente e mi stringo di più a lui, che ricambia la stretta senza, per fortuna, chiedermi nulla.

Continuo a osservare con gli occhi lucidi la scena. Draco inizia a bere, così ne approfitto per guardarmi intorno e con stupore noto qualcosa che un anno fa non avevo notato. Tutti quelli intorno a loro li guardano: chi più sfacciatamente, chi più di nascosto. Diverse teste si girano più volte nella loro direzione, per poi, prima che uno di loro tre se ne accorga, voltarsi velocemente e parlottare a bassissima voce con l'accompagnatore o gli accompagnatori.

-E' terribile!- esclamo scandalizzata, ma Draco non mi risponde.

-Eccoli- dice improvvisamente Blaise indicando con un cenno del capo l'entrata della sala.

Daphne e Draco si girano a guardare.

Seguo i loro sguardi e inquadro immediatamente Harry entrare dalla porta, nel suo completo nero, scortato da Ginny che indossa un abito da sera con scollo a cuore che scende semplice fino alla caviglia.

Dietro di loro ci siamo noi: io e Ron, mano nella mano.

E non posso fare a meno di pensare a quante cose siano cambiate adesso, nell'arco di un solo anno.

Ron è vestito di nero e accanto a lui, io, di rosso.

Indosso un vestito senza maniche, modello sirena. Il busto è interamente di pizzo e in alto forma un'intricata fantasia che si apre in un delicato scollo a cuore, e continua a salire leggermente sui lati, con un effetto tatuaggio sulla pelle. In basso invece, il pizzo scende fino a metà coscia, da cui poi si diparte una gonna di tulle, rossa anche questa, che arriva fino a terra.

I capelli sono raccolti in alto, in uno chignon complicato e ricordano molto l'acconciatura che avevo al ballo del ceppo, con un ciuffo di capelli che scende da dietro, sulla schiena scoperta.

Gli occhi sono truccati di nero e le labbra sono coperte dal rossetto rosso.

Noto immediatamente che in questo ricordo, l'unica con più dettagli addosso sia io.

Forse è dovuto al fatto che ricordo perfettamente com'ero vestita quella sera.

Non saprei dirlo.

-Ooh la Weasley e la Granger che sembrano due donne. Non credevo che fosse possibile una cosa del genere- sento dire a Daphne sarcasticamente e mi giro a guardarla male.

Draco alle mie spalle se la ride, e gli do una leggera gomitata: -Guarda che io sarei qui- dico seccata.

Sposto lo sguardo su Blaise e sulla copia di Draco: il primo alza gli occhi al cielo, mentre l'altro non reagisce, rimanendo impassibile. Nel frattempo intravedo la mia copia iniziare a salutare qualcuno in giro, mano nella mano con Ron.

Entrambi ci guardano per un po', finchè Blaise torna a parlare con Daphne.

Draco invece continua a guardare dritto davanti a sé, sorseggiando ancora dal suo bicchiere.

Sembra che stia osservando qualcosa.

Provo a seguire il suo sguardo, ma con la confusione che c'è, non riesco a capire cosa sia.

Torno a guardarlo.

Un altro sorso, ma i suoi occhi sono fissi su qualcosa, probabilmente qualcuno, perché li vedo spostarsi lentamente da una parte all'altra della sala.

Ci riprovo, ma di nuovo mi perdo.

Torno a guardarlo ancora, accigliata.

-Stanno venendo qui- dice improvvisamente.

Blaise e Daphne si girano di nuovo a guardarlo: -Chi?- chiede lei.

-La Granger e Potter- risponde lui, continuando a fissare sempre lo stesso punto. E allora forse... capisco...

Ma non può essere.

Di nuovo, col cuore che accelera seguo il suo sguardo ed ecco che, con un sussulto, incontro il mio.

Sta guardando me.

La mia copia si sta facendo spazio tra la folla, salutando da una parte all'altra, al braccio di Harry, che a sua volta saluta tutti, e si dirige proprio verso di loro.

Apro la bocca, leggermente scioccata, ma non dico nulla.

Harry e l'altra me, finalmente arrivano di fronte a loro.

-Buonasera- dice il mio migliore amico, cercando di mascherare il nervosismo.

-Ciao- dico io, ancora più nervosa di lui, ma guardando solo Blaise.

Ricordo perfettamente quanto ero tesa in quel momento. Ci eravamo avvicinati, sotto mio suggerimento, per dimostrare a tutti quanti che noi non ce l'avevamo con loro. Che tutto era ormai risolto.

Che avevamo seppellito l'ascia di guerra.

-Salve- risponde Daphne, leggermente seccata spostandosi dal fianco di Blaise e avvicinandosi anche lei al tavolo per versarsi un drink.

-Potter, Granger, è sempre un piacere- dice Blaise ironico, sollevando il calice che tiene in mano.

La copia di Draco invece non risponde, continuando a fissarci.

Harry si gira a guardarlo: -Malfoy-

-Potter- risponde lui.

Entrambi hanno un'espressione tesa, ma non rabbiosa o di odio.

Vedo la copia di Draco girare gli occhi su di me –Granger- mi saluta.

-Malfoy- risponde lei, con un leggero sorriso, per poi riportare lo sguardo su Blaise, mentre invece Draco non si muove, continua a fissarmi e adesso che la mia copia non lo sto più osservando, ecco che con lo sguardo scende, squadrandomi.

La sua espressione non cambia, ma poco importa.

Draco mi ha squadrata dalla testa ai piedi, senza che me ne accorgessi.

Sono sconvolta, ma... allo stesso tempo, non posso negare che mi faccia piacere.

Sorrido, ma non dico nulla.

La scena cambia e quasi sussulto, perché per un attimo mi ero persa in questo ricordo.

Ciò che si forma però è di nuovo la villa del Ministro.

Stavolta ci sono io.

Sono fuori nella terrazza vicino al parapetto e sorseggio quello che ricordo essere dello champagne.

Non c'è nessun altro. Non ricordo dove fossero Harry, Ginny e Ron, ma se c'è una cosa che ricordo perfettamente è che quella maledetta bevanda non mi piaceva affatto.

E infatti, dopo un sorso, la mia copia emette un verso di disgusto, il viso si contrae in una smorfia contrariata e abbassa il bicchiere poggiandolo sul davanzale.

-Ma come fanno a bere questa roba?- mi sento dire a bassa voce.

-C'è un motivo se l'alcol è vietato ai minorenni- sento dire.

Ma ricordo perfettamente tutto.

Vedo la mia copia girarsi meravigliata: -Malfoy!- dice stupita, per poi insospettirsi subito dopo –Cosa vorresti dire?- chiede infatti accigliandosi infastidita.

Draco è poggiato al muro, con le caviglie incrociate, accanto ad una delle porte finestre, in penombra.

Col buio che c'è e il suo completo scuro, l'unica cosa che si riesce a distinguere sono i capelli e l'ovale del viso.

Si rimette dritto e mi rivolge come al solito un ghigno: -Dico che i bambini non possono bere alcol. Dovresti saperlo, tu che sei una maniaca delle leggi, no?- mi prende in giro, sollevando il calice che tiene in mano.

-Stai per caso insinuando che sia una bambina?- mi sento rispondere ancora più infastidita di prima.

Lui non risponde, iniziando ad avvicinarsi e sollevando un sopracciglio, ancora ghignando.

-Malfoy!- lo rimprovera la mia copia.

-Si è il mio cognome. Grazie per avermelo ricordato e averlo ricordato anche a tutte le anatre presenti in giardino- risponde lui tranquillamente aprendo il braccio con il calice e spostandolo in un gesto ampio.

La mia copia impreca e gli volta le spalle: -Tu mi farai diventare pazza!-

Lui sorride, visibilmente divertito, cosa che la mia copia non può vedere, e continua ad avvicinarsi, fino ad arrivare al suo fianco.

Sono lontani l'uno dall'altro.

La copia di Draco alza gli occhi al cielo, per poi sorseggiare ancora una volta dal bicchiere.

Avevo completamente dimenticato questa scena... e mi stupisco che lui invece la ricordi.

-Shacklebolt ci affiderà un nuovo caso- dice la mia copia, dopo qualche minuto di silenzio.

Lui non risponde.

-Ha detto che l'ultimo lo abbiamo risolto velocemente e gli è piaciuto il nostro modo di lavorare- continua la mia copia.

Draco sorseggia ancora una volta.

-E' stato lui?-

Vedo Draco bloccarsi e girarsi leggermente a guardarla, accigliato.

-E' stato Shacklebolt a convincerti a venire non è vero?- dice l'altra me –Pensavo che non saresti venuto sinceramente- continua, girandosi a guardarlo a sua volta.

Lui non lascia trasparire nulla, ma ancora una volta solleva un angolo della bocca e ghigna: -E perdermi tutto il divertimento?- risponde sarcasticamente.

E solo adesso capisco realmente il significato di questa frase.

-Mi dispiace deluderti, ma stavolta il tuo cervellino è arrivato alla conclusione sbagliata- continua pungente.

La mia copia si altera immediatamente: -Ma perché non posso mai fare un discorso serio con te?!- si gira afferrando il bicchiere –Ti saluto Malfoy!- e detto questo si avvia velocemente verso l'interno.

Lui sghignazza divertito e continua a osservarmi mentre mi allontano.

Quando però sparisco dalla sua vista, ecco che il sorriso sparisce e torna serio.

Svuota il bicchiere tutto d'un fiato.

-Magari fosse stato per Shacklebolt - sussurra.

Mi blocco per poi girarmi immediatamente: -Avevo... Avevo ragione! Sono stata io?!- chiedo scioccata.

Lui ghigna, ma non risponde.

Rimango ferma, col cuore accelerato e ancora incredula.

Dopodichè lo abbraccio di slancio, ma non dico nulla, limitandomi a sorridere.

Non ci credo.

Non ci credo.

Non posso crederci.

-Granger- mi sento richiamare ed è così che lentamente lo lascio andare e mi giro.

Adesso tutto ciò che spunta, è veloce, molto veloce.

Sono dei flash. Dei frammenti di ricordi.

E sono tutti in ufficio.

Prima io seduta alla mia scrivania, intenta a leggere un fascicolo. Lui è di fronte a me e scrive qualcosa.

Ad un certo punto mi giro di lato, forse chiamata da qualcosa che non riesco a vedere, perché il flash è centrato solo su me e lui.

Mi vedo muovere le labbra per poi scoppiare a ridere e lui alza lo sguardo e mi osserva.

L'altra me non si accorge di niente, rimanendo girata nella stessa direzione, ancora sorridente, per un po'.

Dopodichè torna al suo fascicolo, ma non vede l'altro Draco.

Quest'ultimo invece indugia ancora per un secondo su di lei, e poi riprende a scrivere.

Tutto si dissolve e io mi sento rabbrividire: sto... sto forse vedendo quello che immagino?

Altra scena, di nuovo in ufficio. Io sono in piedi, accanto alla mia scrivania, chinata leggermente in avanti per scrivere qualcosa. Dopodichè mi risollevo, afferro la pergamena e mi avvicino a lui.

Ancora una volta mi vedo muovere le labbra e gli porgo il pezzo di carta.

Lui lo afferra, alzando lo sguardo e incrociando il mio.

Io gli sorrido un attimo, per poi girarmi e tornare al mio posto.

L'ufficio è vuoto.

Questa volta lo vedo chiaramente.

Mi segue ancora con lo sguardo, mentre riprendo posto e prima che risollevi la testa lui torna al suo lavoro.

Di nuovo fumo.

Altra scena.

Lui è solo in ufficio, quando la porta viene aperta ed ecco entrare Harry, seguito da me.

Lo sguardo di Draco si focalizza sulla mia copia immediatamente e mi segue per tutto il tempo, mentre io mi sfilo il mantello, lo appendo dietro la mia scrivania e mi giro per sedermi.

Sono sconvolta: non mi sono mai accorta di nulla.

Lo vedo solo per un attimo girare la testa di lato e incrociare lo sguardo di Blaise.

E l'espressione di Blaise è chiara.

Trasparente.

E porta con sé una consapevolezza che mi spaventa.

Qualcosa che se fosse vero... sconvolgerebbe tutto.

Non riesco a parlare.

La scena cambia ancora.

Di nuovo in ufficio.

E stavolta è lui ad essere in piedi, accanto alla mia scrivania.

Sembra leggere qualcosa, mentre io sono intenta a scrivere.

Lo osservo meglio e poi me ne accorgo.

Ha finito di leggere, ma è fermo nella stessa identica posizione e non sta più guardando il foglio.

La sua testa è abbassata, per darne l'apparenza, ma i suoi occhi sono fissi su di me.

Fissi su di me che tengo la testa poggiata sulla mano destra e sto leggendo ciò che ho appena finito di scrivere.

La scena cambia ed ecco che per la prima volta ci ritroviamo all'aperto. Siamo a Nocturn Alley, nascosti in un vicolo. Blaise ed Harry davanti a noi, all'angolo, Draco subito dietro e infine io.

Vedo Blaise ed Harry svoltare l'angolo e sparire. Draco fa qualche passo avanti e sbircia, ma l'altra me lo supera di slancio, svoltando anche lei l'angolo e alza la bacchetta.

Draco spalanca gli occhi, allunga una mano e le afferra il polso, tirandola indietro velocemente, mentre un fascio di luce rosso blu passa nel punto esatto in cui si trovava fino ad un secondo prima.

Iniziano a urlarsi contro, anche se posso solo vedere le nostre labbra muoversi e la scena sparire.

Di nuovo si riforma.

Di nuovo in ufficio e tutto accelera ancora, in brevissimi flash.

Prima io che parlo con Harry e lui in fondo alla stanza che mi osserva.

Poi io in piedi che sorseggio un caffè fissando il vuoto e lui seduto alla scrivania che mi lancia brevissime occhiate, cercando di non farsi notare.

Poi io seduta alla scrivania, che sbuffo per qualcosa, e lui di fronte a me che non fa altro che osservarmi.

E così... si susseguono tutta una serie di immagini che arrivano fino ad una particolare.

Una che mi fa sussultare e rabbrividire.

Ed è questa l'ultima scena.

Lui seduto alla scrivania, che legge una pergamena.

Una pergamena molto familiare: una lettera minatoria.

Sicuramente una di quelle che ha ricevuto all'inizio e che sono andate distrutte.

Riconosco la calligrafia.

Ma ancora una volta non sta leggendo, mi guarda.

Mi guarda e per la prima volta noto il suo sguardo diverso.

Noto un velo di preoccupazione e di paura.

Mi guarda come se... come se si aspettasse che mi girassi e capissi.

Tutto sparisce e stavolta non si riforma nient'altro.

E io stupidamente... Stupidamente mi ritrovo in lacrime.

Se solo... Se solo mi fossi girata...

Se solo mi fossi accorta di quell'unico sguardo...

Se me ne fossi accorta...

Lui sarebbe ancora vivo.

Mi giro e scoppio a piangere, stringendomi contro il suo petto.

-Scusami. Scusami. Scusami- dico sconvolta.

Lui mi stringe a sé: -Granger-

-Scusami... Io... Avrei dovuto girarmi... Guardarti... CAPIRE! Avrei dovuto capire cosa stava succedendo!- grido.

-Granger! Guardami!- mi scuote leggermente.

-NO!-

-Granger!- mi afferra la testa e mi costringe ad alzarla per guardarlo: -Non è colpa tua!-

-Si! Si lo è!-

-NO GRANGER! Non potevi farci niente!-

Una parte di me sa che è così, ma l'altra parte, quella che inevitabilmente si è legata a lui, si sente terribilmente in colpa.

-Dovevo fare qualcosa!-

-No, non potevi!-

-Si invece! Sono stata stupida! E tu sei morto!-

Lui si zittisce e io torno ad abbassare lo sguardo, stringendo i pugni.

Vorrei urlare.

Vorrei risolvere quest'incubo.

Vorrei risvegliarmi solo per scoprire che era tutto un brutto sogno.

Solo per scoprire che lui è accanto a me in realtà e che nulla di tutto questo è mai accaduto.

Non mi importerebbe sapere come siamo finiti insieme, perché l'importante sarebbe esserlo.

Torno a stringerlo a me e lui mi abbraccia lasciandomi sfogare.

Avrei dovuto fare qualcosa... E invece sono stata cieca.

E lui è morto.

E' morto e... forse... per ciò che ho visto adesso... si era affezionato a me... e io non mi sono mai accorta di nulla.

Invece... invece c'è stato qualcuno che se n'è accorto...

Blaise.

E se per caso lui si fosse accorto anche di me adesso...

Vorrebbe dire che lui sa...

Lui sa tutto.

Lo stringo sempre più forte, incapace di lasciarlo andare.

Tengo gli occhi chiusi.

Le lacrime lentamente diminuiscono, consentendomi di recuperare un po' di lucidità.

-Non voglio che te ne vada- dico a denti stretti.

Ancora una volta.

-Non vado da nessuna parte-

Mi blocco, trattenendo il fiato. L'ha detto veramente?

Riapro gli occhi e alzo la testa, guardandolo speranzosa. Come se le sue parole potessero essere vere.

Lui stira le labbra, in un accenno di sorriso, sfiorandomi lo zigomo destro con il pollice.

Poi si abbassa e mi bacia.

E ricambio immediatamente.

Quando lentamente si separa da me, torna a parlare: -Usciamo di qui-

Annuisco e ci prendiamo per mano, poi lui alza la testa e mi sento risucchiare all'indietro.

Capisco di essere tornata perché sono di nuovo inginocchiata a terra con il pensatoio davanti.

Draco, accanto a me, è inginocchiato a sua volta, ma non ricambia il mio sguardo. E' intento a guardarsi intorno.

E stessa cosa faccio immediatamente anche io, perché... non siamo nel limbo.

-Dove siamo?- chiedo leggermente scioccata.

Lui non mi risponde, continuando a studiare l'ambiente.

Tutto è buio, ma riesco comunque a notare che ci troviamo in una stanza di medie dimensioni, di forma circolare.

Ci rimettiamo in piedi e faccio un passo lateralmente, superando un armadio che, mi rendo conto, ostruiva la visuale.

Oltre quell'armadio c'è una scala.

Una scala a chiocciola.

Alzo gli occhi e, sopra di me, il soffitto basso è formato da assi di legno che lasciano trapelare la luce lunare proveniente dal piano superiore.

E allora capisco.

-Draco questa è...- inizio a dire, ma lui mi interrompe:

–La torre di Astronomia-






FINE TERZA PARTE 

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Spazio Autrice: 

Ebbene... Si... Sono tornata ancora una volta xD IN ANTICIPO <3 

SORPRESAAAAAAAAA!!! :D

Ecco qui la terza parte ;) Che ne dite? Sorpresi? Scioccati? Come vi sembra? ;) Piaciuta la sorpresina di Draco? ;) Ve lo aspettavate? Spero di non essere caduta in un clichè banale >.< Fatemi sapere mi raccomando! 

Prima che lo dimentichi vi posto qui sotto il vestito della festa, di Hermione:

Vi piace? E soprattutto, la descrizione che ho fornito si avvicina anche solo lontanamente alla realtà?

Vi informo che la prossima sarà l'ultima parte del capitolo 49 ;) Ma secondo voi dove sono finiti?

Che sia un altro ricordo? Che sia il limbo? O... magari... che siano tornati alla realtà? ;) 

Chissà... 

Vi ringrazio come al solito per i commenti e i voti al capitolo precedente *-* Siete davvero fantastici <3 In questi giorni ogni qualvolta mi collegavo ho trovato tantissime notifiche *-* Sappiate che vi adoro *-* E chiedo scusa se non rispondo sempre: mi è materialmente impossibile, e inoltre ogni tanto Wattpad non mi segnala tutti i commenti presenti >.< Quindi potrebbe succedere che vi risponda anche dopo molto tempo :( Non prendetevela <3 

Adesso vi lascio... 

E vi do DAVVERO (E STAVOLTA SARA' COSI' PER FORZA XD) APPUNTAMENTO A DOMENICA ;) Ahahahah xD 

Cosa succederà? ;) 

Chissà xD

Un bacione e mi raccomando 

Stay Tuned :*

Iron9208 (Arlen)


P.S. Nonostante mi manca ancora un po' da scrivere, ho iniziato a buttare giù qualche rigo dell'epilogo... Riuscite ad immaginare come sarà? ;)


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