Capitolo 62

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  Grandi rancori suscitano grandi contese

Tito Livio  



Grido.

Grido.

Non posso fare altro.

Non devo fare altro.

Un unico grido prolungato abbandona i miei polmoni, liberandosi nell'aria circostante e distruggendo i miei stessi timpani.

Stringo forte le palpebre, irrigidisco i muscoli.

Non capisco più niente.

Percepisco il mio corpo muoversi, ma non posso aprire gli occhi.

NON VOGLIO APRIRE GLI OCCHI!

Perché...

Perché no!

Perché non può essere così! Non può essere questa la verità! Mi rifiuto!

Non può essere stata per così tanto tempo davanti a me, senza che io me ne accorgessi!

I miei occhi non hanno funzionato.

La mia memoria non ha funzionato!

NIENTE, IN ME, HA FUNZIONATO!

Sono una stupida!
Sono un'idiota!
Lui non merita di avere me come unico appiglio alla realtà!

Meritava di meglio!
Non una buona a nulla!

Grido.

Sono una buona a nulla!

Troppo presa dai miei sentimenti, dalle emozioni del momento, dall'istinto, per fermarmi a riflettere più a fondo!

Ho sempre sbagliato! Siamo finiti fuori strada migliaia di volte! E ancora non ho imparato!

Sono una stupida!
Sento la gola in fiamme; i miei polmoni bruciare; gli occhi pieni di lacrime, ma non mi importa!

Voglio sparire!

E voglio farlo adesso!

Adesso!

-Signorina Granger! Lei deve calmare!-

Calmarmi?!

Calmarmi?!

Come posso calmarmi?!

No! NO!

NON POSSO!

Grido ancora più forte.

-Se lei non calma, Triny non ha scelta-

Triny?!

Mi dispiace, ma sono un'imbecille! E non devi preoccuparti anche di un'imbecille!
Inizio a piangere senza neanche accorgermene, ma forse è meglio così.

Forse è meglio lasciare uscire tutta la mia frustrazione adesso, sperando che lui non se ne accorga.

Sperando che il legame non sia stretto a tal punto da permettergli di avvertire ogni cosa.

Uno schiocco improvviso.

Uno schiocco è tutto ciò che sento, ed ecco che mi blocco.

Le mie urla cessano.

Il mio corpo smette di muoversi convulsamente e le mie palpebre si rilassano.

Che succede?

-Mi dispiace. Triny non voleva, ma doveva-

Doveva?

Doveva fare cosa?

E perché mi sono bloccata?!

Io voglio gridare! Voglio muovermi!

Non è certo una mia scelta quella di rimanere ferma qui.

Devo aprire gli occhi: devo capire cosa stia succedendo.

Ci provo, riuscendoci, ma per un attimo non riesco a vedere nulla.

Lacrime, non ancora cadute, offuscano la mia vista.

Batto più volte le palpebre per scacciarle e quando riesco a rimettere a fuoco la scena, trattengo il fiato: cosa ci faccio in piedi in mezzo alla stanza?!

La mia gamba cederà, ne sono certa!
Mi rendo però conto che, nonostante vi abbia caricato il peso, non avverto dolore.

Provo a spostarlo sull'altra gamba, per poi rimetterlo di nuovo sulla sinistra, ma... niente.

Com'è possibile?!

Sembra...

Sembra quasi che... tutto sia tornato alla normalità.

Provo a fare un passo in avanti.

Ma... Non posso.

Cosa succede?

Mi metto subito in allarme, tentando di alzare un braccio, ma di nuovo non ce la faccio.

La mia mente nel frattempo mi fa notare il motivo per cui ho aperto gli occhi: non riuscivo a muovermi.

Non devo dimenticarlo.

Eppure sono riuscita ad aprire gli occhi, a spostare il peso da un lato all'altro.

Quindi perché non posso fare anche il resto?!

Oddio.

E se il sovraccarico di magia della possessione avesse provocato qualche danno?!

No!

Non adesso!

Non adesso che devo agire!

-Mi dispiace. Triny non ha avuto scelta-

Sono bloccata! Sono completamente bloccata!

Tento e ritento, ma niente.

Ed immediatamente inizio a sentirmi soffocare.

Devo muovermi! Devo avvisare tutti! Devo fermare quell'assassina!

Devo! Ma non posso!

Cerco di respirare profondamente, ma il mio torace non collabora.

-Signorina, lei deve calmare! Per favore!-

Non capisco! Non so cosa stia succedendo, ma non mi piace!

E se invece...

Fossimo stati scoperti?!

Se Pansy avesse scoperto questo posto e mi stesse torturando, come ha fatto con Draco prima di...

"E' di faccia di carlino che stai parlando, non di qualcuno di intelligente"

No!

Lei ha ucciso Draco!

E' stata lei! Non c'è più alcun dubbio!

Quella collana ne è la prova!

-Signorina la prego!-

Chi è che parla?!

Sposto lo sguardo, velocemente e dopo qualche secondo, mi accorgo di non essere da sola.

In basso, alla mia destra c'è qualcuno.

E' Triny, l'elfa domestica dei Malfoy.

"Se lei non calma, Triny non ha scelta"

"Mi dispiace. Triny non voleva, ma doveva"

Queste frasi... Sono così familiari.

Ma perché?

Sposto lo sguardo, per poi tornare di nuovo a guardarla, mentre il mio respiro inizia a rallentare e il cuore a calmarsi.

Recupero lucidità e pian piano ogni cosa va al proprio posto: nessuno mi sta torturando.

Siamo ancora al sicuro.

Sono io che, molto probabilmente, ho avuto un attacco di panico, alzandomi in piedi e... gridando.

"Se lei non calma, Triny non ha scelta"

"Mi dispiace. Triny non voleva, ma doveva"

E' stata Triny a pronunciare queste frasi, mentre io ero completamente fuori di me.

E forse, anzi ne sono sicura, è stata lei a bloccarmi per evitare che distruggessi tutto.

La guardo, consapevole, cercando di farle capire che può lasciarmi andare e sperando che lo faccia subito.

Lei mi studia preoccupata: -Signorina calmata?- mi chiede titubante, ma ovviamente non posso rispondere.

Batto solo le palpebre, gli unici muscoli che ancora rispondono ai miei comandi, sperando che capisca.

-Bene, allora Triny libera-

Schiocca le dita e in un attimo la forza di gravità mi riprecipita addosso come un macigno.

Le braccia, che tenevo leggermente sollevate ai lati del corpo, si abbassano immediatamente, mentre la mia schiena si inarca e mi piego in avanti, poggiando le mani sulle ginocchia che, allo stesso modo, si sono piegate.

Abbasso la testa, chiudendo gli occhi e finalmente faccio un respiro profondo.

-Triny non ha potuto fare altro. Padron Blaise ha detto di sorvegliare e di aiutare signorina se aveva bisogno-

Blaise.

Blaise!
Devo parlare con lui!
Rialzo la testa immediatamente: -Dov'è Blaise, Triny?- chiedo con voce rauca a causa delle grida.

-Padrone andato a parlare con un mago-

-Un mago?- chiedo subito.

-Così ha detto a Triny, ma Triny non sa chi è. Padrone non ha detto-

Shafiq.

E' andato a parlare con Shafiq, ne sono certa.

Gli avevo detto che lo avrei accompagnato, ma sono svenuta.

E inoltre era convinto che non potessi camminare.

Mi rimetto dritta, meravigliandomi per un attimo del mio corpo, che ancora non mi trasmette alcun dolore.

Abbasso gli occhi: sotto la camicia da notte blu, la fasciatura è ancora stretta attorno alla mia coscia.

Esito, ma devo controllare.

Devo capire cosa sia successo.

Allungo le dita.

-No. Signorina non deve!- interviene immediatamente Triny, facendo un passo verso di me.

-Va tutto bene. Sto bene- la rassicuro, leggermente stranita.

Inizio a sganciare la medicazione, srotolando le bende lentamente, ma, nonostante più volte urti con la mano laddove so esserci la ferita, non avverto comunque niente.

Sempre più curiosa, mi affretto a liberarmi delle bende, e quando i miei occhi inquadrano finalmente la pelle sottostante, trattengo il fiato.

Una linea nera: solo e nient'altro che una linea nera.

Questo è tutto ciò che è rimasto della ferita infertami da quel maledetto Cruciatus.

Un'unica linea nera continua, con qualche ramificazione qua e là, che attraversa la mia coscia sinistra in diagonale, dal ginocchio fino al gluteo.

Sembrerebbe una macchia, ma osservandola meglio, somiglia più ad un ematoma.

E non può essere.

L'ho studiato al corso per Auror, ma lo ricordo perfettamente come fosse ieri: le ferite inferte da una maledizione come il Cruciatus non guariscono così velocemente e soprattutto non guariscono come farebbero dei semplici graffi.

Ci vuole molto più tempo e, molto spesso, non è detto che guariscano.

In molti casi si può perdere l'uso dell'arto o, addirittura, i Medimaghi sono costretti a ricorrere all'amputazione.

Quindi... Com'è possibile questo?

Certo, qui il colore è diverso: nero anziché rosso, ma resta il fatto che questa linea abbia lo stesso aspetto delle linee rossastre che si formano sulla pelle dopo la guarigione di un comune graffio.

E per quanto le pozioni e gli unguenti di Blaise possano essere stati efficaci, sono sicura che non è questo l'effetto finale a cui miravano.

Qui c'è qualcosa di più che il semplice effetto della sola Magia Curativa.

Ma cosa?!

"Sbrigati"

Giusto, non posso pensarci adesso!

Devo sbrigarmi.

-Triny devo andare. Potresti per favore procurarmi dei vestiti?- chiedo velocemente rivolgendomi all'elfa.

Lei dopo un primo momento di sconcerto, dato sicuramente dal mio "per favore", si riprende: -Padron Blaise ha detto che signorina sta ancora male. Signorina deve riposare. Triny non può-

-Guarda- dico, indicando la mia coscia –Il graffio è guarito. Sto bene adesso. Non devi preoccuparti. Blaise non ti punirà. Non sa ancora che io sono guarita- le spiego, cercando di non far trasparire l'urgenza della mia voce.

Devo uscire di qui.

-Glielo spiegherò io. Ma devi aiutarmi. Devo raggiungerlo al più presto-

-Triny non può. La signorina non è mia padrona. Non può dare ordini. Triny deve ascoltare ordini di padrone Blaise, padrona Narcissa e padron Lucius-

-Blaise ti ha ordinato di aiutarmi se avevo bisogno ed io ho bisogno che tu mi procura dei vestiti Triny- le dico incapace di trattenere una nota di impazienza.

-No. Padrone Blaise ha ordinato di aiutare la signorina se stava male. E' stato molto chiaro. Triny non può disubbidire-

Vorrei urlare, vorrei scappare, ma so già che se lo facessi lei mi bloccherebbe.

Ma devo andare!
Devo andare subito e sto solo perdendo tempo!

Sospiro mesta, voltandole le spalle e riavviandomi verso il letto.

Forse calmandomi un attimo io stessa, riuscirò a convincerla.

Forse dovrei dirle la verità?

Dovrei dirle che ho scoperto chi è l'assassino di Draco?

"No. Assolutamente no"

No, infatti.

La mia coscienza ha ragione: se lo facessi, lei andrebbe sicuramente a riferire tutto a Narcissa e soprattutto a Lucius Malfoy e si scatenerebbe il putiferio.

Non posso farlo.

Non posso mettere in pericolo nessuno.

Ma devo agire ed anche in fretta.

Mi risiedo, piegando la testa in avanti e afferrandola saldamente con le mani.

"Pensa Hermione. Pensa"

Ed è così che i miei occhi si fissano sul pavimento dove, accanto al letto, si trova ancora la mia bacchetta.

E' questione di un secondo, ma un'idea mi balena nella mente veloce come un fulmine.

Tutto in me inizia a gridarmi di non farlo.

Non posso farle del male.

"Non le farai del male. Ma devi andare via"
E' un'elfa domestica! Li ho sempre difesi! Non posso attaccarla!

"Non la attaccherai, ma devi andare via da qui!"

La mia coscienza ha ragione, ma per me è difficile.

Non voglio farlo! E non so neanche come possa essermi venuta in mente una cosa del genere!

Che sia il legame?

Probabilmente sì.

"Fallo!"

Sto di nuovo perdendo tempo.

Devo.

Chiudo gli occhi per un secondo.

-Triny-

Anche senza guardarla, so già che mi sta ascoltando.

-Hai ragione. Credo di non sentirmi ancora bene- continuo, cercando di ignorare il senso di colpa che inizia ad attanagliarmi lo stomaco.

-C'è qualcosa che Triny può fare?- mi chiede lei, facendo stringere ancor di più quel nodo.

-Si- rispondo, risollevando la testa e guardandola –Potresti portarmi un bicchiere d'acqua? Non credo di riuscire a raggiungere la scrivania-

Lei mi studia un attimo, così cerco di assumere un'espressione quanto più sofferente possibile e non mi riesce difficile, visto che ormai il dolore allo stomaco sta diventando qualcosa di insostenibile.

Sembra convincersi e annuendo, fa un passo indietro, per poi voltarmi le spalle.

Devo.

Afferro la bacchetta e la punto contro di lei.

-Confundus- pronuncio a bassissima voce, ma non per evitare che mi senta, perché anche se lo facesse non avrebbe il tempo di reagire, quanto forse più per evitare di farmi sentire da me stessa.

Se non sento quella parola uscire dalle mie labbra, posso far finta che non sia stata io a lanciare l'incantesimo, giusto?

Nel frattempo il sortilegio va a segno e il senso di colpa mi stringe lo stomaco sempre di più, mentre la vedo irrigidirsi per un secondo e subito dopo rilassarsi.

"Sta bene" mi ricorda la mia coscienza, il che mi aiuta leggermente, ma non più di tanto.

Continuo ad osservarla preoccupata, mentre lentamente lei gira la testa prima da un lato e poi dall'altro.

Dopodichè ecco che inizia a voltarsi nella mia direzione.

Mi affretto a nascondere la bacchetta dietro la schiena e cerco di assumere un'aria quanto più innocente possibile.

E' smarrita e si guarda intorno come se non capisse dove si trovasse.

Non appena si accorge di me però, il suo sguardo languido si fa leggermente più attento: -Triny... Cosa voleva la signorina?- mi chiede e anche il suo tono di voce risulta smorzato e lento.

-Stavi per darmi un bicchiere d'acqua Triny. Poi devi andare da Narcissa al piano di sotto. Ha bisogno di te- rispondo immediatamente, meravigliandomi della naturalezza con la quale stia riuscendo a mentire, nonostante ormai del mio stomaco completamente annodato, sia rimasto ben poco.

Lei sussulta leggermente: -La... mia padrona?- chiede sgranando leggermente gli occhi, dopodichè si gira frettolosamente, armeggiando con la brocca dell'acqua e quasi rovesciandola a terra.

Si avvicina a me quasi correndo: -Triny chiede scusa, ma deve andare da padrona- dice fuori di sé, con un'espressione visibilmente preoccupata.

Rimango basita: non mi aspettavo una reazione del genere.

-Tranquilla Triny. Vedrai che non sarà nulla di importante- provo a rassicurarla, ma per tutta risposta lei mi guarda con ancora più apprensione e confusione di prima: -Quando la padrona chiama Triny è sempre importante. Lei non sfruttare me-

Stringo le labbra, perplessa per la sua concezione di sfruttamento, ma mi impongo di non rispondere acidamente: non è il momento di iniziare una discussione su questo argomento.

-Va bene. Non ti preoccupare. Vai pure da Narcissa. Credo che adesso dormirò un po'- mi limito a dire, mantenendo sempre un'aria innocente.

Lei annuisce: -Triny deve andare- risponde, ma le sue parole sembrano più un comando rivolto a sé stessa che una risposta nei miei confronti. Probabilmente il Confundus sta ancora facendo effetto, impedendole di concentrarsi correttamente su qualsiasi cosa.

Il senso di colpa torna a farsi sentire, ma stavolta lo ignoro.

Ci siamo quasi.

La osservo mentre si gira e, insicura ad ogni passo, raggiunge la porta.

Istintivamente, torno a stringere la bacchetta, poggiata sul materasso dietro la mia schiena, ma so che non si girerà ancora.

Come previsto, allunga una manina verso la maniglia, per poi abbassarla e finalmente uscire.

Butto fuori l'aria, mentre una scarica di adrenalina mi percorre da capo a piedi: ce l'ho fatta.

Adesso devo sbrigarmi: ho solo pochi minuti prima che Triny raggiunga i piani inferiori e si renda conto dell'imbroglio. Il Confundus agirà ancora per poco, ma non è quello a preoccuparmi, quanto più Narcissa Malfoy che, ne sono certa, capirà al volo cosa sia successo.

Ignorando ancora una volta il rimorso per ciò che ho fatto e per le punizioni molto probabili che Triny si infliggerà per aver "disubbidito" ad un ordine preciso di Blaise, scatto in piedi.

Agito la bacchetta, evocando un paio di pantaloni comodi e un maglioncino, e velocemente mi cambio.

Ripiego poi la camicia da notte, poggiandola ordinatamente sul letto sfatto, quasi come un gesto di scuse per ciò che sto facendo, e infine punto la bacchetta verso di me.

-Desilludo- pronuncio e, centimetro dopo centimetro, il mio corpo sparisce.

Infine nascondo la bacchetta sotto il maglione, incastrandola nei pantaloni, in modo che anch'essa risulti invisibile.

Fatto.

Tiro un sospiro di sollievo, per poi voltarmi verso la porta: la socchiudo, rimanendo in ascolto per qualche secondo: tutto tace.

Vorrei usare la Smaterializzazione, ma sono certa di non poterlo fare.

Ogni volta che Blaise va via, esce dalla stanza, quindi sono abbastanza sicura di dover raggiungere quantomeno l'uscita per poter fare un tentativo.

Il corridoio è completamente al buio e solo la zona accanto alla porta viene rischiarata dalla luce proveniente dalle finestre dell'ingresso al piano di sotto.

Mi guardo intorno attentamente: non posso essere vista, ma devo comunque stare attenta.

Niente.

Tutto è tranquillo.

Faccio qualche passo avanti.

Il silenzio è totale e se non fosse pieno giorno, sembrerebbe quasi sinistro.

Per quanto questa casa possa essere sfarzosa, manca della cosa più importante: il calore umano.

Mi avvicino di soppiatto alla scala, tenendo sempre d'occhio il piano inferiore: non c'è nessuno per fortuna.

-Tsk! Dovevo immaginarlo-

Il cuore mi balza in gola e a stento mi trattengo dal lanciare un urlo.

Il silenzio viene rotto da una voce.

Una sola voce, bassa e strascicata che mi fa rabbrividire.

Una voce alle mie spalle.

-Scontata come tutti quelli che appartengono alla tua casa-

Mi blocco sul posto e solo dopo qualche secondo riesco, lentamente, a girarmi.

Ed ecco che i miei occhi inquadrano la sorgente di quella maledetta voce.

Due iridi grigie mi fissano inquietanti a qualche metro di distanza dalla porta da cui sono appena uscita, mentre la sua figura, ancora una volta avvolta nel nero più totale delle vesti, si confonde con l'oscurità alle sue spalle.

Lucius Malfoy se ne sta in piedi e mi guarda dritto negli occhi, come se riuscisse a vedermi.

Mi affretto a controllare che sia ancora disillusa e per fortuna è tutto apposto.

Torno a guardarlo e sul suo viso si è appena dipinto un ghigno così simile a quello di Draco che non posso impedirmi di rabbrividire ancora.

Che riesca in qualche modo a vedermi?

-Scoprirò cosa stai nascondendo. Questa volta il salvatore del mondo magico non potrà aiutarti...-

Faccio un passo indietro: mi sta minacciando?

-... e neanche Blaise. Nessuno di loro mi fermerà. Sei stata fortunata questa volta, ma fossi in te mi guarderei le spalle-

Si... Mi sta minacciando.

Il silenzio che si riforma alla fine delle sue parole, viene rotto nuovamente, ma non da lui, bensì da uno scalpiccio proveniente dall'ingresso e da un dialogo concitato.

Incurante del pericolo che ho di fronte, mi giro:

-Triny si punirà! Triny chiede scusa padrona! Non avrebbe dovuto!-

-Non è colpa tua Triny! Tranquilla! Ma dobbiamo assicurarci che la signorina Granger sia ancora nella sua stanza-

Con orrore, sgrano gli occhi: Narcissa e Triny sono appena uscite dal passaggio segreto e si dirigono proprio qui.

Sono in trappola.

Il mio piano è fallito.

Torno a guardare Lucius, che nel frattempo ha fatto un passo avanti; il suo ghigno si allarga, visibilmente divertito.

Estraggo velocemente la bacchetta, puntandogliela contro, ma lui rimane fermo, con le mani giunte davanti al corpo, per poi aprirsi in un sorriso malefico.

Stringo l'impugnatura: se farà un altro passo, non avrò altra scelta.

Devo fuggire.

Non posso rimanere bloccata qui, praticamente come loro ostaggio.

Ma nonostante studi l'ambiente alle sue spalle, dove l'oscurità totale mi fa intuire l'assenza di finestre, non trovo altra via d'uscita se non la porta da cui sono appena uscita.

Ma se rientrassi, sono certa che non riuscirei ad uscirne di nuovo.

La scala è ovviamente bloccata: Narcissa e Triny stanno ormai per raggiungerne la sommità.

L'unica via di fuga possibile è la piccola balconata che c'è accanto, che si affaccia sull'ingresso sottostante.

Si... E' l'unica speranza che ho.

-Prova soltanto a ingannarci e il Signore Oscuro sarà stato solo un bel ricordo-

Mi butterò di sotto e lancerò un "Arresto Momentum" per rallentare la caduta.

Inizio a muovermi indietro, tenendo sempre alta la guardia.

I passi e le voci di Narcissa e Triny si fanno sempre più vicini, mentre Lucius Malfoy continua a muoversi in avanti, come se avesse percepito il mio movimento: mi segue.

Ingoio, col cuore che ormai sta quasi per uscirmi dal petto.

"Sono in trappola"

"Sono in trappola!"

"Salta!"

Sbatto contro il parapetto e mi blocco.

Contemporaneamente Narcissa è la prima a raggiungerci, ma non si cura di Lucius, guardandolo solo per un breve istante e superandolo di gran carriera, diretta alla stanza di Draco.

Dietro di lei Triny si ferma, rivolgendo al suo padrone un breve sguardo timoroso, seguito da un profondo inchino, per poi seguire velocemente Narcissa.

Lucius, dal canto suo, ha distolto lo sguardo da me, seguendo attentamente i movimenti della moglie e rimanendo fermo sul posto: la sua espressione adesso sembra quella di qualcuno che stia cercando di capire cosa succede.

Non appena Triny si allontana però, pronuncia un'ultima parola, l'unica che non mi sarei mai aspettata: -Vattene- dice sottovoce.

Rimango senza fiato per meno di un secondo: mi sta lasciando andare?!

Non mi lascio il tempo di trovare una risposta, precipitandomi lungo le scale, nello stesso momento in cui sento Narcissa tornare indietro: -Lucius! E' andata via! E' scappata!- dice fuori di sé per... la preoccupazione?!

Non posso fermarmi.

Non posso fermarmi ad ascoltare la risposta di Lucius Malfoy.

Le svelerà la verità?

Mi farà seguire?

Mi lancerà un incantesimo?

Non lo so.

Tutto ciò su cui posso concentrarmi al momento sono questi scalini, la mia unica e reale via di fuga.

Cercando di non perdere l'equilibrio e meravigliandomi ancora una volta di come il mio corpo sia guarito così in fretta, scendo gli ultimi quasi saltandoli tutti insieme e con sollievo raggiungo finalmente la porta d'ingresso.

La apro e dietro di me sento un unico grido: -Signorina Granger torni qui!-

Narcissa.

Il sole del pomeriggio mi acceca, ma non posso rallentare.

Mi metto a correre e solo quando mi sembra che la distanza sia sufficiente, rallento fino a fermarmi: sono a pochi metri dalle protezioni, lo sento, ma so per certo che adesso la Smaterializzazione funzionerà.

Respiro profondamente più volte per calmarmi, dopodichè chiudo gli occhi.

"Destinazione"

"Determinazione"

"Decisione"

Uno schiocco e mi sento trascinare via.

Non so se Shafiq abiti ancora nello stesso luogo di sei mesi fa: dopo la rapina che ha subito, ne dubito molto; motivo per il quale, posso raggiungere soltanto un posto.

Rallento.

E da lì, se avrò fortuna, potrò utilizzare la Smaterializzazione.

Mi fermo.

Riapro gli occhi: sono nel vicolo accanto ai bagni di ingresso per il Ministero.

Fa abbastanza freddo, ma non me ne curo.

Cercando di non dare nell'occhio, attraverso la strada, e mi dirigo verso quello delle donne.

Raggiungo l'Atrium dove, a parte pochi impiegati in ritardo, non c'è quasi nessuno.

Guadagno gli ascensori per poi raggiungere il secondo livello e, correndo, il mio ufficio.

Mi precipito dentro, incurante di tutto.

Sono certa che tra i nostri documenti troverò ciò che sto cercando.

Ed è lì che troverò B...

-Hermione! Finalmente!-

Sussulto, bloccandomi praticamente sulla soglia della porta e rialzando gli occhi, tornando a concentrarmi sulla scena circostante: di fronte a me, Harry mi guarda sorridente, con una nota di preoccupazione negli occhi, che ricambio immediatamente, ma la mia preoccupazione non è dovuta a lui, bensì alla persona che sta al suo fianco.

La persona che stavo cercando.

Blaise.

Mi guarda sorpreso, per poi ricomporsi e iniziare a squadrarmi da capo a piedi, corrucciato.

-Ciao- dico con un sorriso poco convinto, per rispondere al mio migliore amico, ma rimango totalmente concentrata su Blaise.

Si starà sicuramente chiedendo come abbia fatto a riprendermi.

Lo vedo bloccarsi, mentre la sua espressione cambia e all'improvviso nel suo sguardo vedo solo allarme.

Fa un passo di lato, aggirando la scrivania e avvicinandosi a me a grandi passi.

Sia io che Harry lo osserviamo: che sta facendo?

Mi raggiunge in un attimo e come in un rewind, mi riafferra per le braccia, spingendomi contro la porta che ho appena chiuso; estrae la bacchetta, puntandomela contro e non staccando mai gli occhi dai miei, mi guarda fuori di sé.

Ed immediatamente capisco: pensa che non sia io.

-Zabini! Che stai facendo?!- chiede subito Harry avvicinandosi agitato, ma né Blaise né io gli prestiamo attenzione, continuando a fissarci.

-Vergeben- dice a voce bassa, con un tono minaccioso.

-Ich vergebe dir- rispondo tranquilla.

Si acciglia, alleggerendo la presa, visibilmente confuso.

-Sono io- provo a dire, ma non sortisco nessun effetto.

-Zabini, vuoi lasciarla?! Che diavolo ti prende?!- chiede di nuovo Harry e stavolta lui sembra sentirlo.

-Potter chiedile qualcosa-

-Cosa? Cosa dovrei chiederle?!-

-Qualcosa che solo la vera Granger potrebbe sapere-

-Cosa? Sei impazzito?! Come fa a non essere Hermione?!-

Ovviamente Harry non sa cosa sia successo.

-Potter ascoltami!-

Lui sospira: -Sei impazzito! Benissimo! Allora...- si zittisce, mentre lo vedo riflettere, poi rialza gli occhi e prima di aprir bocca, afferra la bacchetta.

Che vuole fare?

La agita e per uno stupido momento mi sembra che voglia attaccare Blaise, ma per fortuna non lo fa, limitandosi soltanto ad insonorizzare la stanza.

-Potter vuoi sbrigarti?!- chiede Blaise impaziente.

-Devo insonorizzare tutto, non credi?!- risponde Harry acidamente.

Blaise stringe le labbra, sollevando gli occhi al cielo, ma non risponde.

-Bene. Dunque... Come faceva Hermione a frequentare tutte le lezioni al terzo anno?- mi chiede il mio migliore amico.

Blaise solleva un sopracciglio, girando poi la testa verso di lui: -Svegliandosi presto la mattina Potter! Cosa che, suppongo, un bradipo come te non sarà mai riuscito a fare in sei anni! Ma che razza di domanda è?!-

Trattengo una risata, limitandomi a sorridere e tornando a guardare Harry che lo fulmina con un solo sguardo, ma prima che risponda di nuova decido di intervenire: -Giratempo- rispondo.

Harry si gira verso di me, sorridendo, mentre Blaise torna a guardarmi meravigliato: -Cosa?!-

Gli afferro le braccia a mia volta: -Non deve saperlo nessun altro Zabini- rispondo, spingendolo via.

Lui mi lascia andare, ma non smette di guardarmi: -Tu frequentavi... tutte le lezioni del terzo anno?- chiede incredulo, ponendo l'accento sulla parola "tutte".

-Già. L'hai detto tu, no? Mi alzavo presto la mattina- rispondo ghignando e con la coda dell'occhio vedo Harry fare un piccolo sorrisino.

Sorrido a mia volta.

Blaise rimane fermo sul posto, guardandomi offeso, ma immediatamente si riprende: -Che ci fai qui?- e il suo tono di voce risulta esigente.

La sua domanda ne racchiude all'interno migliaia che ovviamente non può pronunciare ad alta voce.

-Lavoro Zabini. Esattamente come te ed Harry- rispondo tranquilla, raggiungendo la mia scrivania.

-Esatto Zabini e, per Godric, vuoi spiegarmi perché pensavi non fosse lei?!- interviene Harry.

Mi blocco, sollevando lo sguardo: sono proprio curiosa di vedere cosa risponderà.

-Perché ormai è bene sospettare anche di noi stessi, visto che non riusciamo ad andare avanti- risponde Blaise spazientito.

"Non riusciamo ad andare avanti".

Devo dirgli la verità.

Devo dirgli che ho risolto tutto.

Che so chi è il colpevole.

E so come fare.

Mi siedo alla scrivania, afferrando un pezzo di pergamena e con gesti tranquilli e lenti, per passare inosservata, vi scarabocchio sopra qualche parola.

Lo piego a metà e tenendolo in mano lo sposto sotto la scrivania.

Con l'altra mano, in cui tengo la bacchetta, lo colpisco, facendolo evanescere.

E la destinazione è una sola: la tasca del mantello di Blaise.

Rialzo lo sguardo e per mia fortuna Harry sta riprendendo posto alla sua postazione.

Sposto lo sguardo su Blaise, che invece mi sta fissando, studiando ogni mio movimento, ma la cosa non mi preoccupa: è esattamente ciò che volevo.

Ricambio lo sguardo, risollevando la bacchetta lentamente e poggiandola sul tavolo, per poi spostare lo sguardo lentamente da lui, al suo mantello, appeso alle sue spalle.

Torno su di lui, e poi di nuovo sul mantello ed ecco che capisce: si gira immediatamente, inquadrando ciò che gli stavo indicando, e scatta in piedi.

Lo afferra e con gesti controllati, ma veloci, inizia a frugare le tasche, fin quando... eccolo lì.

Afferra il pezzetto di carta e lo dispiega: la sua reazione è immediata.

Si blocca, sgranando gli occhi e voltandosi verso di me incredulo.

Perché le parole scritte su quella pergamena sono semplicissime:

"So chi è"

Tre parole e un solo significato possibile.

Adesso è arrivato il momento di prenderla.

Annuisco.

Riabbasso lo sguardo, fingendo di continuare a frugare tra i miei documenti. C'è ancora una cosa che devo fare, mentre sono qui.

-Harry-

-Io vado- interviene Blaise –Ci vediamo domani- annuncia e senza aspettare risposta, afferra il mantello ed esce.

So già dove lo troverò.

A casa di Draco.

Harry lo guarda dubbioso per qualche istante, per poi tornare a prestarmi attenzione.

-Voglio rivedere le due autopsie- annuncio.

Lui mi guarda stupito: -Sei sicura?- chiede.

Annuisco: -Si. Voglio ricontrollare tutto quanto. Dev'esserci sfuggito qualcosa- dico seria.

Lui stringe le labbra: -Lo penso anch'io. Ed è quello che stavo già facendo. Sto ricontrollando tutto, ma effettivamente, non ho ancora ricontrollato quelle...- risponde, reprimendo un brivido, per poi frugare nella pila di documenti che tiene alla propria destra ed estrarne i due fascicoli.

-Ecco tieni-

Mi alzo, raggiungendolo e afferrandoli entrambi.

Li stringo al petto: forse finalmente siamo arrivati alla fine di questa storia.

-Grazie. Penso che tornerò a casa per analizzarli, ti spiace?- dico, con finto tono di scuse.

Mi guarda e noto immediatamente il suo sguardo dispiaciuto: -No certo, va pure- risponde però tranquillo.

Non posso fare a meno di sentirmi in colpa ancora una volta, ma se tutto va per come deve andare, presto ogni cosa finirà e potrò smettere di mentire.

"E anche Draco sparirà"

Era da tempo che la mia coscienza non mi giocava questi brutti tiri ed era da tempo che non pensavo più a ciò che accadrà non appena arresteremo il colpevole.

-Herm? Stai bene?-

La voce di Harry mi riporta alla realtà.

Mi riscuoto: -Si... Si, scusami. Tutto apposto. Allora io vado!- dico velocemente, avviandomi verso l'uscita ed evitando accuratamente di guardarlo ancora.

Raggiungo la porta e solo quando mi richiudo la porta alle spalle, tiro un sospiro di sollievo.

Riapro gli occhi e sussulto immediatamente: davanti a me, Blaise.

-Parla!- mi intima tenendo la voce bassa.

Scuoto la testa: -Non qui- rispondo guardando prima a destra e poi a sinistra.

Il corridoio è deserto per mia fortuna.

Gli afferro un polso, tentando di trascinarlo con me, ma lui mi blocca: -Granger!-

-Seguimi allora!- rispondo infastidita.

Lui si zittisce, ma per fortuna mi ascolta e inizia a seguirmi.

Ripercorro la strada che ho fatto un quarto d'ora fa, a ritroso e insieme raggiungiamo il vicolo.

-Afferra la mia mano- dico pratica.

-Dove?- mi chiede lui, ignorando la mia richiesta.

-Afferra la mia mano Zabini. Non possiamo rischiare che qualcuno ci segua- dico sottovoce facendo un passo nella sua direzione.

Adesso che so chi è il colpevole, starò molto più attenta ad ogni mio movimento e ad ogni parola che pronuncerò.

Lui mi guarda scettico, ma non riesce a nascondere una nota di preoccupazione, forse intuendo la gravità della situazione in cui ci troviamo.

Fortunatamente si decide ad afferrare la mia mano, così chiudo subito gli occhi, focalizzando i pensieri sulla cucina di casa di Draco.

Ci Smaterializziamo e non appena ci ritroviamo sul luogo, mi lascia andare ancor prima che io abbia il tempo di riaprire gli occhi: -Vuoi parlare, per Salazar?!-

-E' stata Pansy! E' stata lei ad ucciderlo!- rispondo alzando la voce per superare la sua.

Lo vedo bloccarsi: -C... Cosa?!- chiede scioccato.

-Hai capito benissimo Zabini! E' stata Pansy ad uccidere Draco!-

-Pansy?! Non ha assolutamente senso Granger!-

-L'ho visto Blaise! Ho avuto una visione! Il suo ciondolo era la chiave!-

-Chiave?! Che stai dicendo?!-

Sospiro spazientita, ma cerco di calmarmi e inizio a raccontargli della visione che ho avuto, non tralasciando nulla.

Alla fine lui è più scioccato di prima: stringe i pugni e le labbra, ma rimane in silenzio, sedendosi su uno degli sgabelli intorno alla penisola.

Fissa il pavimento, ma gli lascio tutto il tempo che vuole: immagino come possa sentirsi.

-Granger non ha senso-

Sembra quasi un replay di quando i miei sospetti si erano focalizzati su Daphne.

-Perché?!- chiedo infastidita. Come fa a non credermi?!

-Dimentichi un dettaglio importante! La finta Daphne ha chiesto a Draco se ricordasse suo padre. Non c'è alcun motivo per cui il padre di Pansy potesse...-

-E tu dimentichi...- lo interrompo immediatamente –...che il padre di Pansy è ancora indagato per attività legate ai Mangiamorte di cui, purtroppo o per fortuna, Lucius Malfoy non era a conoscenza-

Lui rimane in silenzio per un secondo: -Granger, sappiamo entrambi che Lucius era il braccio destro del Signore Oscuro. Non c'è nulla che non sapesse-

-E' stato il suo braccio destro fino all'Ufficio Misteri. Dopo aver rotto la Profezia ed essere finito ad Azkaban, è stato relegato ad un ruolo di secondaria importanza, lo sai benissimo- rispondo decisa –Potrebbero esserci dei particolari che lui non conosce o delle questioni in sospeso tra lui e il padre di Pansy, che invece noi non conosciamo- concludo.

Ci pensa su: -Dobbiamo parlare con Lucius-

Il fiato mi si mozza in gola, dettaglio che a lui non sfugge: -Che c'è?-

-Dubito che dopo oggi vorranno mai più vedermi-

Lui mi guarda sospettoso: -Cos'hai combinato?- mi chiede serio.

-Niente- rispondo subito, evasiva.

-Granger! Come hai fatto ad arrivare al Ministero?! Avevo dato degli ordini precisi a Triny. E poi spiegami, come diavolo hai fatto a rimetterti in piedi?!-

-Oh! Per Godric... Non lo so!-

Gli racconto brevemente ciò che è successo.

-Siamo sicuri che io stia parlando con la So-Tutto- Io?- mi chiede, visibilmente sarcastico, quando smetto di parlare.

-Che vuoi dire?- chiedo, non capendo.

-Si, sei decisamente tu. Draco non mi avrebbe mai risposto così-

-Ehi!-

-Esattamente. Credo che tu abbia pensato a come Triny si punirà dopo ciò che hai fatto, no?-

Rabbrividisco immediatamente, mentre il senso di colpa torna a farsi sentire; abbasso gli occhi: -S... Si certo-

-E l'hai fatto comunque. Questo la Granger che conosco non l'avrebbe mai fatto- dice lui seriamente.

-Pensi che il legame mi stia cambiando in maniera definitiva?- chiedo quindi, incapace di trattenere una nota di panico, ma ancora non alzo gli occhi.

-Lo ha già fatto. Sei cambiata e non te ne sei neanche resa conto-

Sussulto, tornando a guardarlo: -Me ne sono accorta eccome! E non si tratta soltanto di ciò che ti ho detto all'inizio, di ghignare o di chiamarti Zabini. Il mio modo di agire e di pensare è cambiato e non potevo non accorgermene- gli spiego.

Lui rimane in silenzio, così senza sapere perché continuo: -A volte ci penso e vorrei che non fosse così... Vorrei tornare semplicemente ad essere la solita Hermione. Quella che si preoccupa per gli elfi, quella che non sa mentire, quella che agisce senza pensare-

"Su quello non sei cambiata, puoi stare tranquilla" si rianima la mia coscienza ed ecco che di nuovo mi ritrovo a ghignare amaramente: ha perfettamente ragione.

-A volte ci penso e lo desidererei con tutto il cuore, ma poi mi fermo a riflettere sul perché io sia cambiata. E so che c'è un unico modo per far sì che tutto torni alla normalità-

Spezzare il legame.

Un altro brivido mi corre lungo la schiena.

E' questo che vorrei dire, ma che trattengo: lui lo sa benissimo.

-Ma non credo di essere pronta a pagare un prezzo così alto- continuo, stringendo un pugno che tengo poggiato sulla penisola –Non ho intenzione di perderlo-

Silenzio.

Un silenzio che si allarga sempre più velocemente e che mi fa sempre più prendere atto di ciò che ho appena detto.

Ma per la prima volta, non me ne vergogno.

Sa benissimo ciò che provo, è inutile mentire o vergognarsene.

Torno a guardarlo: ha la mandibola serrata e lo sguardo fisso su un punto imprecisato della cucina.

-Forse faremmo meglio a prepararci all'eventualità che le cose non vadano come speria...- inizia a dire dopo qualche minuto.

-No- lo interrompo, sbattendo il pugno sulla superficie di marmo e avvertendo immediatamente il dolore risalire lungo il braccio, ma non me ne curo –Non dirlo e non pensarlo. L'hai detto anche tu. Noi troveremo un modo per riportarlo indietro. Il legame si è instaurato per un motivo sconosciuto, ma l'obiettivo dev'essere quello. Riportarlo indietro. E giuro su Godric, e su Salazar, che sarà così. Fosse l'ultima cosa che faccio-

E' buffo pensare a come i nostri ruoli si siano appena invertiti: prima era lui a consolare me, adesso sono io a rassicurare lui.

Ma non importa.

Troveremo una soluzione insieme.

Anche a costo, come ho appena detto, che sia l'ultima cosa che faccia.

Lui mi guarda e per la prima volta, noto del vero e proprio stupore nei suoi occhi.

-Ciò che mi stupisce- continuo, colta da un pensiero improvviso –E' che Lucius Malfoy mi abbia lasciata andare-

Non mi risponde, ma non importa: so che neanche lui, per quanto lo conosca meglio di me, potrebbe trovare una spiegazione logica al suo comportamento.

Invece...

C'è un'altra cosa che devo chiedergli!

-Hai parlato con Shafiq?!-

Sospira, e stavolta è lui a poggiare entrambe le mani sul ripiano e a stringerle a pugno.

-Cosa?- chiedo quindi non capendo.

-E' morto Granger-

-COSA?! QUANDO?! E COME?! Oddio! Hanno ucciso anche lui?!- chiedo subito, facendo un passo indietro e portandomi le mani alla testa.

Anche stavolta siamo arrivati tardi?! No! No! NO!

-RALLENTA GRANGER! Nessuno ha ucciso nessuno! E' morto per cause naturali il giorno dopo la fine della nostra missione!-

Lo guardo fuori di me per lo shock: -C... Cause naturali?!- chiedo, non capendo.

-Si... Sembra che fosse debole già da un po' di tempo e che lo stress subìto a causa del furto non gli abbia giovato. Nel giorno in cui io e Draco lo incontrammo, effettivamente non aveva un bell'aspetto. Era molto anziano, credo al pari di Silente-

Stavolta sono io a rimanere in silenzio: la mia mente lavora veloce.

Se solo avessi incontrato anch'io quel mago... forse avrebbe detto qualcosa anche a me?

Chissà.

Purtroppo la nostra squadra quel giorno era divisa: io, Harry e Ron eravamo rimasti sul luogo dell'arresto di quei malfattori per sbrigare le ultime pratiche, mentre Blaise si era offerto, nonostante Draco fosse restio, di riportare i folletti al legittimo proprietario.

"Per ottimizzare i tempi" diceva.

Già...

Ma se al posto di Blaise fossi andata io con Draco? Cosa sarebbe successo? Saremmo stati avvertiti entrambi di cosa sarebbe successo di lì a poco? Oltre al libro Noctem, avremmo anche ricevuto il libro Lumen?

Mille domande iniziano ad affollarsi nella mia mente, ma sono ben lontana dal trovare delle risposte anche ad una sola di esse.

E se invece Shafiq avesse avvertito Draco, ma lui non gli avesse prestato ascolto?

Non mi risulterebbe difficile immaginare il Draco di quel periodo: spavaldo e incurante del pericolo, come se niente e nessuno potesse mai toccarlo.

Come se nessuno mai si sarebbe permesso di avvicinarsi a lui, timorosi semplicemente del suo cognome.

"Stupido"

Stringo le palpebre, mentre il mio stomaco si riannoda.

-Granger- mi sento richiamare.

Riapro gli occhi, rendendomi conto di averli lucidi, ma ciò che provo non è tristezza, è rabbia.

Rabbia per la sua stupidità.

Sposto lo sguardo su Blaise.

-Cosa c'è?- mi chiede ancora.

-Niente- rispondo con voce ferma, sperando che capisca di non dover andare oltre.

Lui probabilmente lo intuisce, perché non replica.

-Granger-

-Non voglio parlarne Zabini! Fine della storia!- sbotto, incapace di trattenermi, guardandolo male.

Lui, per tutta risposta solleva un sopracciglio.

Probabilmente voleva soltanto cambiare discorso.

-Scusa...- balbetto, abbassando lo sguardo imbarazzata.

-Cosa sono quelli?- mi sento chiedere infatti, e stavolta mi do della stupida.

Indica qualcosa alle mie spalle: mi giro ed eccoli lì, poggiati a pochi centimetri da me, laddove li avevo poggiati appena ci siamo materializzati qui dentro.

-I fascicoli delle due autopsie. Li ho presi in ufficio poco fa-

Si limita ad un semplice gesto e glieli porgo entrambi.

Ne apre uno, iniziando a studiarlo con attenzione.

-Controlliamoli insieme- gli propongo avvicinandomi.

Annuisce, così mi siedo accanto a lui e prendo la cartella rimasta sul ripiano: è la prima autopsia.

Metto da parte il rapporto, concentrandomi, non senza un enorme sforzo, sulle fotografie.

Ce ne sono diverse, scattate in diversi momenti, suddivise in due parti: quelle fatte prima dell'autopsia e quelle scattate subito dopo.

Ne prendo una: quella del suo torace prima dell'esame, quindi privo di ogni segno di incisione provocato da un bisturi, ma non di lividi e graffi sparsi ovunque sulla sua pelle grigiastra.

No... Non riesco a guardare.

Chiudo gli occhi, sentendoli subito inumidirsi.

Non posso cedere.

Non adesso.

Sono delle semplici fotografie dopotutto, no?

Ho avuto a che fare con qualcosa di ben peggiore in fondo.

Ho aperto la sua bara... ero pronta a vedere dal vivo ciò che adesso mi è permesso vedere solo tramite un'immagine.

Ho rivissuto per intero il suo rapimento e la sua tortura; so perfettamente come sia stato inflitto ogni singolo livido o graffio che vedo su questa foto.

Non c'è nulla di nuovo.

Ma resta il fatto che vederlo così reale... sapere che tutto ciò che ho visto è accaduto realmente...

Ingoio...

Prendo un respiro profondo: devo farlo.

Devo.

Riapro gli occhi, riabbassandoli su quella maledetta fotografia.

Sento lo sguardo di Blaise fisso su di me, ma faccio finta di nulla.

Mi prendo qualche secondo per calmarmi e poi continuo a guardare il resto.

C'è la foto del suo viso, scattata prima dell'autopsia, sulla quale è ben visibile il livido sullo zigomo, contornato da svariati graffi sparsi un po' ovunque.

Sembra quasi che dorma.

Vederlo così mi fa stringere ancor di più il cuore.

"Quanto hai sofferto?!"

Continuo a respirare profondamente, andando avanti nella mia analisi.

Ne prendo un'altra: quella delle gambe; neanche su questa sembra esserci nulla di particolare, così la metto da parte.

Non restano che da controllare quelle successive all'autopsia: quelle in cui l'unica cosa visibile è la cicatrice lasciata dal bisturi e quella lasciata dal foro di proiettile, mentre il resto del corpo, ormai sottoposto alle normali procedure magiche, torna al suo stato originario, senza più alcun livido o graffio.

Faccio un altro profondo respiro e allungo una mano verso quelle foto.

Ed ecco di nuovo il suo viso, immacolato per come lo ricordavo.

Sorrido leggermente: un sorriso per celare tutto il dolore che sto provando in questo momento.

La metto da parte e prendo la successiva: di nuovo le gambe.

La studio, ma ovviamente non sembrano esserci particolari neanche su questa.

Vado avanti ed eccola qui: la foto del torace su cui si intravedono le due cicatrici.

La linea sottile lasciata dal bisturi, che parte dal centro del petto e scende giù, lungo la linea alba degli addominali, esattamente come la ricordavo.

E l'altra cicatrice: il foro di proiettile.

La studio attentamente e più la guardo, più sembra che il mio respiro rallenti e che tutto intorno a me diminuisca la propria velocità.

Focalizzo tutta la mia attenzione su questa foto, in maniera involontaria, come se volessi per forza trovare qualcosa che non va.

E' l'ultima foto a mia disposizione: se neanche su questa troverò qualcosa che non quadra, allora vorrà dire che forse l'omicidio di Clarke non c'entra davvero nulla con quello di Draco.

"Ma il suo corpo è stato trafugato"
-Blaise- dico subito, rialzando gli occhi.

Lui torna a guardarmi.

-Hai detto al Ministro del corpo sparito?-

Annuisce: -Si, ma non lo abbiamo riferito né a Narcissa, né a Lucius. Shacklebolt ha contattato la Black e sta organizzando dei gruppi di Auror per poter iniziare le ricerche-

-Cosa c'entra Antares?- chiedo quindi stranita.

-Lei è il nostro tramite con Scotland Yard e in questa situazione i poliziotti babbani possono dare una mano. Il Ministro ha parlato di unità cenofile-

Sollevo un sopracciglio, trattenendo a stento un sorriso.

-Che c'è Granger?- mi chiede lui con aria di sufficienza.

-Si dice "cinofile". Sono i cani molecolari insieme ai poliziotti che rappresentano i loro conduttori-

-Cani molecolari?!- mi chiede scioccato –Abbiamo la magia! Non ci servono!-

-Evidentemente il Ministro ritiene opportuno ricorrere anche a dei semplici nasi ogni tanto. Provare non costa nulla- gli spiego con una punta d'orgoglio –Unendo le forze forse otterremo molto di più. Ha detto quando inizieranno le ricerche?-

-Non ancora, ma mi farà sapere entro domani-

Annuisco.

-Perfetto. Comunque, qui non ho trovato nulla, tu?- continuo.

Lui mi fa cenno di no, così gli porgo il mio fascicolo.

Ce li scambiamo ed immediatamente lo apro, anche se lo conosco perfettamente.

Sospiro un attimo, fissando il vuoto.

Posso farcela.

Butto fuori l'aria e decisa abbasso gli occhi.

Di nuovo sposto il rapporto per concentrarmi sulle foto.

Ed eccole qui.

Quelle del prima e del dopo.

Il viso, stavolta sempre immacolato in entrambe le fotografie; le gambe e infine...

Mi blocco.

Spalanco gli occhi e il respiro,che speravo rimanesse regolare, si spezza.

-BLAISE!- grido.

Rialzo lo sguardo, ma lui mi sta già guardando, ed ha la mia stessa espressione sconvolta.

Non servono più parole.

Non serve più niente, se non quello che abbiamo davanti.

Iniziamo a muoverci convulsamente entrambi, ma alla fine arriviamo all'obiettivo comune: mettere l'una accanto all'altra le foto del "dopo autopsia" del primo rapporto autoptico, e quelle del "prima" del secondo.

E sì.

Non c'è alcun dubbio.

La differenza è palese.

Le foto del torace sono diverse.

Tremiamo entrambi, io più vistosamente di lui, ma ciò che vedo non può impedirmelo.

Come abbiamo fatto a non accorgercene?

Una cicatrice.

Di nuovo una cicatrice che è sempre stata sotto i nostri occhi.

Quella lasciata dal bisturi.

Nella foto del primo rapporto è una linea continua che parte dal petto e scende lungo gli addominali.

Nella foto del secondo invece, oltre a questa, dal petto si dipartono altre due linee oblique che salgono fino alle spalle.

Me lo ricordo perfettamente.

C'ero anch'io quando abbiamo aperto la bara la seconda volta.

Una Y perfetta.

Non può essere.

Non può essere!

"Il corpo adesso è sparito"

Ma certo!

Adesso tutto ha un senso!

Questa è magia oscura, ma ha senso!

Il corpo non è stato semplicemente rianalizzato da qualcun altro, come si potrebbe pensare vedendo le due linee di incisione diverse.

No! Assolutamente non è così!

-Blaise-

-Lo so- mi risponde semplicemente con un filo di voce.

Lo so...

Lo so anch'io...

Il corpo che abbiamo riesaminato alla seconda autopsia...

Non era Draco.

Il corpo è stato sostituito. 






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Spazio Autrice: 

FINALMENTE

ECCOMI

DI 

NUOVO

QUI!

BUONASERAAAAAAAAA MIEI PICCOLI SHERLOCK!! <3 *-* 

SONO TORNATAAAAA :D

Scusatemiiiiiii >.< Sono completamente sparita per qualche settimana sia da qui che da instagram! Davvero, perdonatemi :( Non era mia intenzione :( Ma il lavoro mi ha completamente assorbita e nei due fine settimana che ci sono stati in mezzo, ho fatto le corse tra la città in cui abito e Bari, e poi Roma (Vi ho detto che sono stata alla Always Convention su HP ;) Qualcuno di voi c'è andato? :D Fatemi sapere!). Quindi perdonatemi davvero! A quanto pare se credevo che il lavoro mi avrebbe lasciato più tempo per fare ciò che volevo, in parte, mi sbagliavo. Ma sicuramente è meglio che dover studiare, lo ammetto ;)

DUNQUE! PARLIAMO DI COSE SERIE ;) Vi avevo lasciato con una bomba sganciata... e beh... eccone qui un'altra ;) Ahahahah! Ve lo aspettavate? Tranquilli, potete anche andare a ricontrollare i capitoli vecchi, vedrete che la differenza tra le linee dei bisturi è sempre esistita ;)  Quindi... piaciuta la sorpresa?? ;) Altro dettaglio che era sicuramente passato inosservato ;) Almeno spero :D 

Ma cosa significherà? Avrà senso ciò che ha pensato Hermione? E come si evolverà adesso la situazione? ;) Arresteranno Pansy? Ditemi la vostra mi raccomando <3 

Piaciuto questo capitolo? Spero tanto di sì, perché voglio farmi perdonare per questa lunghissima assenza :( SCUSATE ANCORA! 

Ci tengo, ad ogni modo, come sempre, a ringraziarvi uno ad uno per i gentili pensieri che avete avuto per me <3 Dai messaggi privati, ai commenti sulla storia, chiedendomi di aggiornare, fino ai messaggi su Insta <3 Davvero siete dolcissimi <3 Però ci tengo a specificare una cosa: NON ABBANDONERO' MAI LUMOS <3 Non pensatelo nemmeno! L'ho iniziata con il preciso intento di portarla a termine e così sarà <3 Oggi, su Insta, una di voi mi ha detto che si vede che ci tengo molto a questa storia, e come le ho risposto, dico a voi che spiegherò il perchè, quando arriveremo ai ringraziamenti <3 :D 

A tal proposito, vi ringrazio per tutti i voti, i commenti e le visualizzazioni fino a questo momento e ringrazio anche tutti coloro che stanno facendo il passaparola, permettendo a Lumos di crescere velocemente <3 Do il benvenuto ai nuovi lettori, a cui dico di non disperare: non ero mai stata un'autrice in ritardo con le pubblicazioni :( Tanto tempo fa aggiornavo regolarmente una volta o addirittura due, a settimana :( Se non riesco più a farlo è per un buon motivo :( Mi raccomando, chiedo a tutti di continuare a fare supposizioni e teorie e di dirmi tutto ciò che pensate. Sinceramente. Le critiche come sapete sono ben accette :) 

In tutto ciò, prima che io scriva un altro capitolo, anzichè un semplice spazio autrice, vi lascio ;) Vi auguro una buonanotte e spero di farmi risentire prestissimo <3 

Mi raccomando

Stay Tuned :*

Iron9208 (Arlen)

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