Capitolo 61

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  Voi conoscerete la verità, e la verità vi renderà folli

A. Huxley  



Subito.

Devo farlo subito.

Devo assicurarmi che il non aver collegato le cose non sia importante.

Godric, fa che non sia importante.

Perché se dovessi scoprire che invece quelle frasi... corrispondono...

Oddio no.

Non voglio crederci.

"Credici invece. Lo sai benissimo che è così. Sai che quelle parole corrispondono. Te le ricordi adesso, no?"

Le mie mani tremano, mentre dispiego anche l'altro foglio.

Fa che non sia così.

Fa che non sia così.

Ingoio, mentre i miei occhi si posano su di esse.

La parola "praesens", su quelle righe senza un apparente significato, si trova scritta alla fine...

Controllo il foglio che ho scritto io...

E non appena ritrovo la stessa parola... nella stessa posizione... il mio cuore fa una capriola.

"Non est futurae non praesens"

Corrisponde.

Il respiro si azzera, mentre sposto ancora lo sguardo, ricercando la seconda parola, "tenebris", che stavolta, sul riquadro del libro Lumen, si trova all'inizio del quinto rigo.

Sposto gli occhi e...

Eccola lì...

Stessa identica posizione.

"Tenebris est aliquid nostrum"

Non ci sono dubbi.

Lascio andare le due pergamene di scatto, come se improvvisamente mi fossi scottata.

Non può essere.

Non...

Perché non l'ho collegato?!

Perché?!

Perché il legame sembra volermi prima aiutare e poi ostacolarmi?!

Perché?!

Ora capisco il motivo per cui sono stata spinta a ricordare la piuma.

Non era quella che dovevo recuperare, ma questa pergamena, che avevo conservato nello stesso scompartimento.

E... il legame, "sapeva" che, se avessi ripreso la piuma, avrei ritrovato questo foglio e a quel punto... avrei ricollegato tutto.

Ma che sto dicendo?!

Il legame lo sapeva?!

"Sei impazzita"

Lo so.

Mi riscuoto, sollevando gli occhi e ricercando disperata quelli di Blaise.

-Corr... Corrispondono- dico con un filo di voce.

Lui per tutta risposta mi fulmina con lo sguardo, ma non posso biasimarlo: anch'io al suo posto me la prenderei con me stessa.

Anzi, è ciò che sto facendo.

Nonostante sappia benissimo che non potevo farci nulla.

Sarei dovuta tornare a casa prima.

Sarei dovuta tornare nel mio studio prima.

Avrei dovuto recuperare la piuma prima e non adesso.

Avrei.

Avrei.

Avrei.

E invece sono stata stupida ancora una volta.

Gli occhi mi diventano lucidi e mi affretto ad abbassarli, mentre ancora una volta il senso di colpa mi pervade.

Non guardo più quei fogli...

Ma ormai non ne ho più bisogno perché quelle frasi si ripetono nella mia testa come una nenia infernale...

"Responsa invenies si autem in luce te verto"

"Aperi oculos et acuit visum"

Questa frase mi è stata detta dal fantasma di Draco... ma... a questo punto... non mi stupirei se fosse una delle frasi della filastrocca...

Ormai non credo proprio che ci sia qualcosa di casuale in tutto ciò che è successo.

"Nihil est ut videtur"

Già... Come posso non dirlo?!

Niente è come sembra.

"Non est futurae non praesens"

"Tenebris est aliquid nostrum"

Ed infine...

Riafferro la piuma dal calamaio poggiato ancora sul piccolo tavolinetto quadrato che Blaise aveva fatto comparire tra noi, che adesso si trova sul pavimento accanto al mio letto e mi affretto ad aggiungere anche l'ultima frase, comparsa questa notte, sul foglio dei miei appunti.

"Per aspera ad lucem"

Appena finisco di scrivere l'ultima parola chiudo gli occhi, respirando profondamente.

Sei righe.

Sei frasi.

Non c'è altra spiegazione.

E' questa.

Queste frasi formano la poesia del libro Lumen.

Adesso...

C'è solo una cosa che posso e che devo fare, anche se non vorrei.

Torno a guardare Blaise, con una nuova determinazione:

-Riportiamolo qui-

***

-Draco!-

Sobbalza, girandosi di scatto verso di me e risollevandosi in piedi.

Si acciglia immediatamente: -Che ci fai qui? E' di nuovo notte?- mi chiede stranito.

Ma non c'è tempo.

Non ho tempo.

Mi affretto ad uscire dal mausoleo, scendendo i gradini del patio e raggiungendolo vicino la lapide e il mandorlo, dov'era inginocchiato fino ad un paio di secondi fa.

-No, è pieno giorno anche di là. Presto, non c'è tempo! Afferra le mie mani!- dico velocemente senza fiato per la corsa.

-Granger calmati! Vuoi spiegarmi che sta succedendo?!- mi chiede, ma la sua voce è calma, terribilmente calma.

Troppo calma per l'importanza di ciò che dobbiamo fare.

Non può capire finchè non glielo spiegherò.

Cerco di fare come dice e di riprendere fiato: -Le frasi-

Lui mi guarda ancora confuso.

-Le frasi che comparivano qui dentro, sono le frasi che formano la filastrocca del libro Lumen- dico velocemente.

Spalanca gli occhi: -Cosa?!- chiede a voce più alta, perdendo, per un secondo, il controllo su di sé.

Annuisco: -Dobbiamo sbrigarci! Dobbiamo capire se sia effettivamente così! Devi vedere quella pagina! Solo tu puoi dir...-

-No-

Sussulto: -Cosa?- chiedo, mentre la confusione, stavolta, travolge me.

-Mi hai sentito-

-Come no?! Draco è importante! Abbiamo trovato la soluzione per farti tornare indietro!-

-Sei certa che io possa vedere ciò che recita quel maledetto libro, Granger?! Ne sei sicura?-

Giusto...

Non posso averne la certezza.

-No, ma sono convinta che sia così!- rispondo immediatamente –Io riesco a vedere il libro Noctem! E le frasi del libro Lumen sono comparse qui dentro! Quindi si! Adesso ho la certezza che tu riuscirai a vederlo! Era questo che voleva dirci questo posto, sin dall'inizio!- dico concitata, accorgendomi dell'inevitabile controsenso nelle mie parole.

Lui mi guarda male, ma non risponde.

Perché fa così? Non vuole forse tornare indietro?!

-Non abbiamo molto tempo. Per favore, ascoltami! Torna con me. L'abbiamo già fatto una volta e...-

-Hai visto com'è finita- interviene.

Mi zittisco, guardandolo colpevole: ha ragione. Ha perfettamente ragione.

E' finita male ed è il motivo per il quale, fino a qualche minuto fa, non avrei mai accettato di farlo ancora. Adesso però, è diverso. Molto diverso.

Ma... perché lui non vuole?

"Hai visto com'è finita"

Lo studio un attimo: si è irrigidito, spostando lo sguardo e sta facendo di tutto per evitare di incrociare ancora i miei occhi.

E se la ragione per cui non volesse farlo, fosse uguale alla mia?

Mi avvicino a lui e gli afferro una mano: -Hai paura che possa succedere qualcosa?- gli chiedo quindi diretta.

Si gira a guardarmi, fulminandomi.

Ed io ho la conferma alla mia domanda.

-Non accadrà niente! Devi solo guardare quella pagina e dire a Blaise quello che vedi! Lo sai anche tu che è così! Ai tuoi occhi non risulterà mai bianca! Ne sono certa! E sono sicura che adesso sapremo controllare meglio il processo e potremo separarci senza che succeda niente di male-

Silenzio, ma non insisto.

So che le mie parole sortiranno il loro effetto, ma non so se alla fine mi darà effettivamente retta o rimarrà fermo sulla sua posizione.

Dopo qualche secondo, allunga la mano ancora libera afferrando la mia, per poi tornare a guardarmi. Ecco la risposta.

Gli sorrido, mentre mi sposto per mettermi di fronte a lui: -Chiudi gli occhi- gli dico con gentilezza, per poi fare la stessa cosa.

E di nuovo, come l'altra volta, ripenso continuamente la stessa frase: "Devo tornare indietro"

Ripenso di nuovo a Blaise che ci sta aspettando ed ecco che di nuovo, quella stessa sensazione torna ad impossessarsi di me: mi sento arpionare all'altezza del petto e trascinare indietro, ma questa volta non è molto spiacevole.

Sento le mani di Draco strette alle mie e mi concentro su di esse: non devo perdere il contatto.

Continuo ad essere trascinata indietro, sempre più velocemente, ma per quanto la velocità aumenti, la sensazione sgradevole non fa lo stesso per fortuna.

Questa volta le cose stanno andando per il verso giusto, almeno credo.

Poi il mio corpo inizia a rallentare: ci siamo.

Le mani di Draco si fanno improvvisamente più pesanti e calde.

Che sta succedendo?

Rallento ancora.

E di nuovo non sento più nulla, se non quel calore dato dalle sue mani, che si trasferisce alle mie.

E inoltre...

Me ne rendo conto dopo qualche secondo, questo è solo calore.

Le mie mani sono strette a pugno e le mie dita non sono più attorno al suo palmo.

C'è solo questo calore che persiste, risalendo lungo le braccia, fino a raggiungere il torace e da lì spostarsi al centro del mio petto.

E' questo che sarebbe dovuto succedere l'altra volta?

E' questo ciò che avrei dovuto sentire?

Perché non è andata così?

Il mio corpo continua a rallentare, mentre il calore aumenta, irradiandosi in tutte le direzioni: la testa, l'addome e le gambe.

Ed eccola lì: la riavverto di nuovo.

Una bolla inizia ad allargarsi all'interno della mia mente spingendomi di nuovo ai margini della mia coscienza.

Adesso posso riaprire gli occhi, o meglio... Lui può farlo.

Riemergo dalla tenebre e i miei polmoni si espandono rapidamente, alla ricerca disperata d'aria, che viene risucchiata dalla mia gola in maniera rumorosa, mentre i miei occhi si spalancano e mi ritrovo a fissare il soffitto.

Le palpebre battono più volte ed ovviamente non sono io a controllarle.

Vorrei sorridere, ma le mie labbra non si muovono di un solo millimetro.

Sono tornata, anzi, siamo tornati.

Insieme.

Ed è andato tutto bene per come speravo.

-Draco?- sento dire alla mia destra e la mia testa si gira in quella direzione.

Blaise entra nel mio campo visivo e lo vedo trattenere un leggero sussulto.

I miei occhi sono completamente bianchi, ne sono certa.

-Blaise- mi sento rispondere, mentre le mie braccia e il mio corpo iniziano a spostarsi.

Mi rimetto seduta e le mie mani afferrano saldamente la testa.

Chiudo gli occhi.

-Stai bene?- chiede Blaise.

-Dammi un minuto- mi sento rispondere in difficoltà, ma avrei detto la stessa cosa anch'io.

Per quanto il ritorno da questo lato sia andato bene, il mio corpo è affaticato, lo avverto chiaramente: la testa gira a causa del cambio di posizione, ho il fiato corto e il cuore batte leggermente più veloce.

Il sovraccarico di magia è evidente.

Draco respira profondamente più e più volte.

Spero solo che il mio corpo resista abbastanza.

Pian piano il mio cuore inizia a rallentare ed il respiro si normalizza.

Le palpebre si riaprono e la testa si solleva, girandosi nuovamente verso Blaise.

-Apposto?- chiede lui ancora, preoccupato.

Annuisco: -C'è un sovraccarico- risponde Draco.

-Forse non è stata una buona idea...- inizia lui.

-Sbrighiamoci, non so quanto potremo resistere- lo interrompe la mia voce.

Blaise scatta in piedi come una molla, girandosi verso la scrivania e affrettandosi a recuperare i libri.

Li porta da me, e me li porge.

Draco solleva le mani afferrandoli e i miei occhi non si distaccano neanche per un attimo dalle copertine.

Davanti a noi il libro Lumen e subito sotto il Noctem.

Li appoggia sulla coperta, proprio sulle mie gambe e inizia a studiarle, ritrovando quasi immediatamente il segno sul dorso con il simbolo del serpente.

Vi passa le dita, assottigliando le labbra, per poi rigirarselo ancora tra le mani, e concentrarsi subito dopo sul libro Noctem.

-Questo è bianco. L'ho già detto alla Granger-

-Lo so, ma crediamo che tu possa leggerne uno e lei l'altro. Apri quello, sulla prima pagina- risponde Blaise indicando il libro Lumen.

Lui fa come gli dice.

E non appena i miei occhi si posano su quel foglio, Draco ha la stessa reazione che vorrei avere io: spalanca le palpebre e si irrigidisce.

-Cosa c'è? Cosa vedi?- chiede subito Blaise, ma lui non risponde.

E non potrei farlo neanch'io, perché ciò che vedo, mi lascia completamente senza parole.

La pagina non è più bianca, ma, come per il libro Noctem, anche qui c'è qualcosa.

E quel qualcosa sono quelle sei frasi.

Eccone la conferma.

Le sei frasi comparse nel limbo.

-Draco?-

-Sono loro. La Granger ha ragione. Sono le frasi che comparivano nel limbo- dice lui per tutta risposta.

Blaise trattiene il fiato, rimanendo in silenzio.

Siamo tutte e tre scioccati, ma ben presto... il mio shock aumenta.

Tra le righe inizio a vedere qualcos'altro... e subito Draco si blocca, stringendo la copertina del libro.

-Dra, che succede?- chiede Blaise allarmandosi ancor di più.

-Aspetta- lo zittisce lui.

Continuiamo ad osservarle, mentre lentamente gli spazi tra le righe vengono riempiti.

Riempiti da altre parole.

E quelle parole le conosco benissimo.

Non posso crederci.

Non posso crederci!

-Granger, è questo quello che vedi tu?- mi sento chiedere.

Vorrei dire di sì, ma ovviamente non posso, così mi concentro, per fargli arrivare la mia risposta.

Avverto una piccola scossa elettrica e lui annuisce in maniera talmente impercettibile, che Blaise non rendendosene conto, chiede di nuovo: -Cosa?! Che sta succedendo Dra?-

E per tutta risposta... lui inizia a leggere:

-Nox obscura ut plena secreta est

Responsa invenies si autem in luce te verto

Iam discis ad quarere

Aperi oculos et acuit visum

Quaeris ultra

Nihil est ut videtur

Non est praesens non praeterita

Non est futurae non praesens

Noli timere a tenebris

Tenebris est aliquid nostrum

Astra autem dirigat viem

Per aspera ad lucem-


-La notte è oscura e piena di segreti

Le risposte troverai se la luce accenderai

Sai già cosa guardare

Apri gli occhi e aguzza la vista

Cerca oltre

Niente è come sembra

Non c'è presente senza passato

Non c'è futuro senza presente

Non temere le tenebre

L'oscurità fa parte di noi

Le stelle ti guideranno

Attraverso le asperità fino alla luce-


Blaise spalanca gli occhi, mentre il mio corpo viene attraversato da una scarica di adrenalina.

Il silenzio si allarga...

Tutti e tre siamo in attesa che accada qualcosa.

Perché ciò che ha appena fatto Draco, ciò che abbiamo appena fatto io e lui, è un grosso passo avanti.

Le frasi del limbo, senza un'apparente coerenza, sono in realtà legate tra loro a formare una poesia.

Una poesia collegata ad un'altra presente su un libro diverso.

Due poesie, con un proprio senso logico, ma che adesso... ne hanno appena formata una sola.

Quella che Draco ha appena letto.

Prima una frase del libro Noctem, poi una frase del libro Lumen e, così, fino alla fine.

Sono completamente scioccata.

Le mie mani nel frattempo si spostano, afferrando il libro Noctem e mi costringo a guardare in faccia la realtà: non è successo nulla.

Draco lo apre e, di nuovo, si blocca non appena i miei occhi si posano sulla prima pagina.

La poesia che ho sempre letto giace lì, aspettando solo di essere letta.

-Vedi quello che c'è scritto?- gli chiede Blaise.

Lui non risponde subito, ma la risposta, almeno per me, è ovvia, perché le mie iridi si spostano lungo quelle righe velocemente.

La vede.

Adesso che è nella mia mente, riesce a vedere ciò che vedo io, esattamente com'è successo a me qualche secondo fa.

E...

Dopo qualche secondo... tra le righe del libro Noctem, spuntano le frasi del libro Lumen.

E di nuovo mi ritrovo a leggere l'intera poesia.

La mia testa si sposta prima in alto e poi in basso, in senso affermativo, per rispondere a Blaise, mentre le mani riafferrano il libro Lumen.

Draco li mette di fianco ed eccoli qui, esattamente uno accanto all'altro, ed esattamente identici.

-Credi che sia perché hai letto tutta la poesia?-

Sento la mia fronte aggrottarsi e Draco si gira verso di lui: -Che vuoi dire?-

-Credi che riuscire a leggere questo- spiega Blaise, indicando il libro Noctem –Abbia a che vedere col fatto che tu abbia letto l'intera poesia?-

Scuoto la testa in senso di diniego: -No. E' per via della Granger- risponde Draco –Riesco a vedere attraverso i suoi occhi e lei, in un certo senso, attraverso i miei-

Rimango leggermente stupita dalla gentilezza della sua risposta.

Il solito Draco si sarebbe limitato a rispondere con un semplice "No".

Anche Blaise lo guarda leggermente stupito, ma non commenta per fortuna.

Rimaniamo in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Che succederà adesso che abbiamo scoperto questo?

Cosa significa questa poesia?

Cosa vuole dirci?

Cos'ha a che fare con il legame? Può essere sfruttata per riportare indietro Draco?

Mille domande iniziano ad affollare la mia mente, ma soprattutto una: perché non è successo nulla?

Mi aspettavo che dopo averla letta, sarebbe accaduto qualcosa ed invece siamo ancora qui, lui nella mia mente ed io spettatrice della realtà ed impossibilitata a partecipare attivamente...

A meno che...

Mi concentro.

Deve sapere ciò a cui ho appena pensato.

Ci metto tutta me stessa, fin quando quella scossa elettrica che ho già sentito pochi istanti fa, si ripresenta.

-Cosa c'è?- chiede Blaise, notando le mie labbra arricciarsi.

-La Granger- mi sento rispondere.

-C'è qualcosa che non va? Stai male?- chiede subito lui, alzando un poco la voce.

-No. Pensa che dovremmo recitarla insieme-

-Insieme?-

-Si, quando tornerò indietro- si limita a dire, riferendosi al limbo.

Blaise sembra pensarci su un attimo: -Beh, forse... Potrebbe funzionare-

Draco sta per rispondere, ma si interrompe subito, perché, con mio grande orrore, nota che la maniglia della porta della stanza si sta abbassando.

Oddio.

Mi metto subito in allarme: chi può essere?!

Astoria è andata via.

Narcissa è andata via.

Che sia... Oddio no.

E se fosse Lucius Malfoy?!

"Granger!" sento rimbombare nella testa.

E' Draco che sta lasciando filtrare i suoi pensieri, rimproverandomi, mentre si affretta a richiudere i libri.

Sono sicura che con la mia agitazione, gli stia facendo scoppiare la testa.

Cerco di calmarmi subito, ma quella maniglia continua ad abbassarsi: mi meraviglio di quanto tempo ci stia impiegando, ma forse sono io che ho il cuore che batte all'impazzata ed ogni secondo mi sembra lungo un'eternità.

Chi può essere?

Forse Triny?

Ma Triny si Smaterializzerebbe direttamente qui dentro o comunque, prima di entrare, busserebbe, ne sono certa.

Quindi, chi...

Interrompo ogni flusso di pensiero, non appena i miei occhi ne incrociano un altro paio, di colore azzurro, che mi guardano allarmati: -Hermione, che le prende?!-

Le mie mani si serrano sulla coperta e stringono forte il tessuto rimasto intrappolato al loro interno.

Narcissa Malfoy.

E' appena entrata Narcissa Malfoy.

Blaise scatta in piedi nuovamente, avvicinandosi a lei.

-Narcissa, la prego di uscire. E' un mio sortilegio. Sto cercando di capire se ci siano stati danni dopo l'attacco al cimitero- le dice immediatamente.

La sua voce sembra calma e controllata, ma so quanto in realtà sia agitato.

Un momento...

Agitato?

Me ne rendo conto improvvisamente.

La bolla che percepisco nella mente ha iniziato a muoversi.

Draco è agitato.

Le dita sono ancora serrate intorno alla coperta e lui rimane con lo sguardo fisso in quello di sua madre, senza neanche battere le palpebre.

Ha abbassato le difese mentali e per questo riesco a percepire tutti i suoi pensieri.

Non in maniera nitida, ma come frammenti di immagini.

Uno dopo l'altro, sempre più velocemente, compaiono davanti ai miei occhi tutti i ricordi che ha con lei, che mi ha già mostrato quando eravamo nel limbo, ma ne arrivano anche altri: lui da bambino, all'età di circa tre anni, che le dà la mano mentre cammina per strada; lui, sempre bambino, mentre gioca con qualcosa di non ben definito, che si fa male, iniziando a piangere e Narcissa che lo raggiunge immediatamente; lui, un po' più grande, mentre legge un libro e lei accanto ad aiutarlo...

Scene di vita quotidiana, di una madre col proprio figlio, che mi fanno emozionare.

Ed ecco che i ricordi cambiano, mostrandomi qualcos'altro.

Un altro ricordo.

Draco adulto mentre discute animatamente con suo padre, nei sotterranei di Housel Bay.

Oddio... che sia quello che penso?

E lì accanto, seduta sul divano accanto al caminetto, c'è lei, Narcissa, che li osserva dispiaciuta, senza dire nulla.

Draco sembra molto arrabbiato, così come Lucius Malfoy.

Ad un certo punto Draco si zittisce, lo fulmina con lo sguardo e gli volta le spalle per poi avviarsi verso l'uscita. Ed è proprio a questo punto che Narcissa si alza in piedi e lo richiama, affrettandosi a seguirlo, per poi afferrargli un braccio, nel vano tentativo di trattenerlo.

Ma Draco, infuriato e fuori di sè, si strattona con violenza: Narcissa tenta di fare un passo indietro, ma perde l'equilibrio, cadendo rovinosamente a terra e battendo la testa su uno degli spigoli del tavolo.

Draco si blocca, forse prendendo coscienza di ciò che è appena successo e si gira immediatamente: spalanca gli occhi vedendo sua madre a terra con un'espressione dolorante in volto e la mano sinistra già coperta di sangue.

Fa subito un passo avanti, per soccorrerla, visibilmente sconvolto, ma il suo tentativo viene bloccato dal padre, che estrae la bacchetta e gliela punta contro, ancor più furioso di prima.

Lui non demorde, rimanendo accovacciato accanto a sua madre ed estraendo la sua, per poi puntarla di rimando contro Lucius.

Gridano.

Non lo sento, ma lo intuisco dalle loro espressioni facciali deformate.

Quello che vedo negli occhi di Draco è puro odio.

Continuano a gridarsi contro, finchè Narcissa poggia una mano sul braccio di Draco e lui torna a guardarla immediatamente.

Gli dice qualcosa, ma lui sembra restio.

Lei insiste e l'espressione di Draco cambia: il senso di colpa e il dispiacere si dipingono sul suo volto.

Annuisce per poi, lentamente, abbassare la bacchetta e dirle qualcosa.

Stavolta è Narcissa ad annuire.

Lui chiude gli occhi per un secondo, poi si rimette in piedi e con un'ultima occhiata furiosa a suo padre, che lo tiene ancora sotto tiro, si volta ed esce dalla stanza.

Subito dopo avverto un dolore molto forte: ma non proviene dal mio corpo.

Proviene dalla mia mente.

Sono io che provo dolore, o meglio, la parte di me che è rimasta rilegata in quest'angolo della mia stessa testa.

E il dolore che provo è causato dallo scontro contro la sua mente.

Ha rialzato le difese e ho la sensazione di essermi appena schiantata contro un muro, rimbalzando indietro: mi sento frastornata.

Lui però non mi richiama, quindi credo che non se ne sia accorto.

Mi costringo a tornare ad osservare la realtà, anche se le immagini che ho appena visto, iniziano già a perseguitarmi: il dolore di dover lasciare sua madre lì per terra sofferente, sapendo bene di essere lui stesso la causa di quella sofferenza; cosa sarà successo dopo? Sarà più tornato ad Housel Bay?

Che sciocca... Certo che era tornato: aveva messo il libro Noctem dentro l'armadio.

Ma avrà avuto modo di chiarire le cose con Narcissa? Di chiederle scusa?

"Perdonami madre"

Possibile che le sue parole si riferissero a questo?

Ad una "semplice" caduta?

No...

Credo ci sia dell'altro.

Dev'esserci sicuramente dell'altro.

E farò in modo che lui possa chiarirsi con lei in qualche modo; non so come, né quando, né dove.

Ma lo farò.

Prima che sia troppo tardi.

-Narcissa-

La voce di Blaise mi riporta alla realtà immediatamente.

Così mi accorgo che i miei occhi stanno ancora fissando quelli della donna.

Draco sembra essere diventato di ghiaccio.

Provo a concentrarmi, per trasmettergli la mia vicinanza: vorrei abbracciarlo e consolarlo, ma ovviamente non posso.

-Mi era sembrato...- Narcissa sussulta, zittendosi immediatamente, come se si fosse resa conto di aver parlato troppo.

Blaise la guarda ancora con espressione supplicante, mentre lei si gira verso di lui: -Tornerò più tardi allora- si affretta a dire e dopo un'ultima occhiata nella nostra direzione, esce in tutta fretta.

Vorrei buttare fuori l'aria, ma i miei polmoni, così come il mio corpo, sono del tutto bloccati: Draco ancora non reagisce.

Vedo Blaise estrarre la bacchetta e sigillare la porta; poi si gira e con un unico gesto, insonorizza la stanza.

Torna a guardarci: -Stai bene?- chiede di nuovo, ma stavolta il suo tono è molto più che preoccupato. Tensione e preoccupazione si mischiano insieme.

Lui sa qualcosa.

Anzi, sa tutto ciò che è successo.

E non devo dimenticarmi di chiederglielo.

Draco finalmente sembra avere una minima reazione: gira leggermente la testa verso di lui.

-Si- dice secco.

Blaise non cambia espressione, mentre si riavvicina a noi, risedendosi sulla sedia, e guardando Draco ancora preoccupato: -Sei sicur...- sta per chiedere nuovamente, ma un'occhiataccia lo fa zittire del tutto.

Rimangono in silenzio per quelle che mi sembrano delle ore: la tensione, per fortuna, inizialmente molto alta, pian piano inizia a scemare.

Come deve sentirsi?

Come può sentirsi nel rivederla dopo tutti questi mesi?

Come può sentirsi dopo aver preso coscienza del fatto di non essere più vivo ed essersi arreso al pensiero di non poter più vedere nessuno dei suoi cari e invece, all'improvviso rivedere sua madre, la persona che, da ciò che mi è stato permesso di vedere, è sempre stata la più importante della sua vita?

Blaise non ci guarda più, fissando invece i libri, mentre lui è immobile, lo sguardo ancora sul suo migliore amico.

"A cosa pensi?" vorrei chiedergli, ma so che è meglio rimanere in silenzio.

Non mi presterebbe ascolto, ne sono certa e, anzi, potrebbe infastidirsi.

-Devi parlare con Shafiq- dice di punto in bianco.

Blaise torna a guardarlo: -Sono già passato dal Ministero per recuperare il suo indirizzo. Ci andrò nel pomeriggio- risponde con apparente tranquillità: sicuramente sarà più abituato di me ad assecondarlo e a non fargli domande scomode, fattore che non è assolutamente nella mia natura.

Draco annuisce: -Bene-

Ma non posso pensare più di tanto al tono usato da Blaise, perché ciò che ha detto è molto più importante.

Non lo sapevo. Non mi ha detto di essere passato dal Ministero.

Riflettendoci, non ce n'è stato il tempo, ma adesso che lo so, farò di tutto per andare con lui ad interrogare quel misterioso stregone.

Mi concentro per far arrivare il messaggio e capisco di esserci riuscita, non appena Draco solleva una mano alla tempia, infastidito, e abbassa la testa.

Blaise si limita a guardarlo, in attesa di spiegazioni, evitando di porre sempre la solita domanda.

-La Granger vuole venire con te- gli risponde Draco affaticato.

-No. Non puoi muoverti, lo sai-

Draco lo guarda dubbioso: effettivamente non sono scesa nei particolari sul mio stato di salute.

-Lascia stare- continua Blaise evasivo.

Gli ho detto che ero stata ferita; che stavo per essere uccisa, ma che il suo migliore amico mi ha salvata e ha fermato l'emorragia. Gli ho detto che adesso sto bene.

Ma non è esattamente così.

Draco stringe le labbra e forse, per la prima volta da quando è tornato indietro con me, prende più coscienza del corpo in cui si trova e dei segnali che sta inevitabilmente continuando ad inviare.

E quei segnali sono di dolore, soprattutto in un unico punto: la mia gamba sinistra.

Lo vedo, con un leggero panico che inizia ad invadermi, spostare velocemente i libri, afferrare il lembo della coperta e scoprirsi, anzi, scoprirmi.

Ed eccola lì: la fasciatura che mi copre la coscia, dall'anca fino al ginocchio.

In realtà non si vede del tutto perché, per fortuna, molto probabilmente Triny, ha provveduto a "farmi indossare" una camicia da notte blu, che mi copre perfettamente, ma che le permette, nel caso in cui io stia dormendo o, com'è successo, sia priva di sensi, di medicarmi con facilità.

Sento Draco trattenere il fiato, ma com'è già accaduto prima, se non mi trovassi nel mio stesso corpo, dall'esterno non si percepirebbe nulla.

-Che cos'è?- lo sento chiedere e il suo tono sembra terribilmente freddo e distaccato, come se non fosse preoccupato, ma solo interessato a capire di cosa si tratti.

Sto vivendo in prima persona quello che è stato abituato a fare per tutta la sua vita: nascondere le emozioni.

Ma so perfettamente che in realtà gli importa.

-L'effetto di un Cruciatus non andato a segno. Ho tolto ogni traccia di infezione per fortuna. La Maledizione stava bruciando tutti i tessuti. Se non fossi arrivato in tempo, ci avrebbe rimesso l'intera gamba o...-

Mi sento rabbrividire: non pensavo che fosse così grave.

-O?- chiede Draco irrigidendosi, ma sappiamo bene entrambi cosa stava per rispondere Blaise.

-Stava per morire- si limita a dire appunto quest'ultimo.

Le mie labbra si arricciano, ma Draco non aggiunge altro; riafferra la coperta e mi copre nuovamente. Poi allunga una mano, riavvicinando entrambi i libri.

Non appena i miei occhi si posano sulla pagina del libro Lumen, trattengo il fiato e sento il mio corpo fare lo stesso, perché anche Draco lo vede e ha avuto la mia stessa reazione.

-Blaise- dice immediatamente.

Lui si gira di nuovo a guardarci, dopo aver sistemato qualcosa alle sue spalle.

Si acciglia immediatamente, notando il mio viso e il mio sguardo fisso sul libro.

Si avvicina: -Cosa c'è? Cosa vedi?- chiede immediatamente.

"C'è qualcosa di nuovo, qualcosa che fino a qualche minuto fa non c'era" vorrei rispondere.

-C'è un'altra frase- mi sento rispondere.

-Un'altra?!- chiede Blaise leggermente stupito.

Draco annuisce: -Si, qui- risponde, indicandola.

La nuova frase si trova nella parte bassa della pagina, quasi vicino al margine inferiore, al centro.

Scritta con gli stessi caratteri delle due filastrocche.

E anche questa è in latino.

-Cosa dice?- chiede Blaise, ma prima di rispondergli, Draco afferra il libro Noctem.

Ed eccola lì: la stessa identica frase, nello stesso identico punto.

-Anche qui...- sento dire dalla mia stessa voce, ma non rivolto a Blaise: parlava tra sé e sé.

-La vedi anche tu?- chiede subito dopo e capisco immediatamente che stia parlando con me.

Mi concentro per dargli la mia risposta e mi accorgo che la riceve non appena il suo pugno sinistro si stringe leggermente.

-Dra, cosa c'è scritto?-

-Orietur in tenebris lux tua- recita lentamente, ma non ha neanche il tempo di pronunciare la traduzione, perché tutto succede molto in fretta.

Sento un'improvvisa voragine aprirsi nella mia mente, come se una corda fosse appena stata tagliata.

La bolla che avvertivo accanto a me scompare ed io, relegata in un angolo della mia mente, torno ad "allargarmi" con velocità e a riprendere il controllo totale del mio corpo.

Corpo che adesso sento andare in fiamme per qualche secondo.

Vorrei urlare, ma poi, d'improvviso, la temperatura scende e, sempre molto velocemente, il calore inizia a spostarsi: sembra che venga richiamato verso il centro del mio petto.

Non appena si concentra in un unico punto, si divide nuovamente, iniziando a percorrere le mie braccia, fino alle mani, dove avverto di nuovo un aumento di temperatura per qualche istante, e infine il gelo più totale.

E allora capisco: Draco ha lasciato il mio corpo.

La possessione è finita.

Provo a riconcentrarmi immediatamente sulla realtà, ma...

Oddio...

Mi rendo conto di non vedere assolutamente niente.

Il mio corpo è affaticato: ho il cuore che batte all'impazzata e il fiato corto.

-Granger!-

Questa è la voce di Blaise, ma ha qualcosa di strano: improvvisamente si è fatta molto, molto lontana.

Perché?

Mi sembrava fosse qui accanto a noi un attimo fa...

-Non svenire! Mi senti?! Non svenire!-

Non... svenire?

Mmh...

Eppure...

Si... Forse sto proprio per svenire.

Anzi...

Ne sono sicura.

***

Cosa ci faccio qui?

Ero nel letto di Draco ad Housel Bay, no? Quindi...

Perché adesso sono davanti a questo cancello?!

Draco ha abbandonato il mio corpo, ma io non l'ho seguito, ne sono sicura.

L'ultima cosa che ricordo è la voce lontana di Blaise che mi chiamava.

Quindi...

Oddio...

E se fosse...

Mi guardo subito intorno, ma no, non c'è.

Non si tratta di una...

Un sospiro alle mie spalle.

Mi blocco immediatamente.

Si... lo è.

Mi giro con lentezza, fino a quando eccomi lì: incontro lo sguardo dell'altra me.

Ma non è un terribile incubo come quello che ho avuto all'interno del limbo.

Gli occhi dell'altra me sono normali: né rossi, né colore del ghiaccio.

Questo è qualcosa che, in tutti i sensi, ho già vissuto.

E' una visione.

Un'altra visione.

Una visione sul passato.

E ci troviamo davanti Kensal Green.

Ci fissiamo negli occhi, ma ovviamente lei non può vedermi.

Poi inizia a camminare nella mia direzione per entrare.

Ma perché sto vedendo tutto ciò?

Cosa devo intuire?

Cerco di ricordare l'ultima volta che sono stata al cimitero, nel vano tentativo di ripercorrere mentalmente ciò che era successo, ma per quanto mi sforzi, non mi sembra fosse accaduto qualcosa degno di nota.

Quando ho avuto l'altra visione, qualche tempo fa, ero tornata al momento in cui avevo analizzato il rapporto autoptico, perché il legame voleva che ricordassi il nome del medico legale Elijah Clarke.

Ma adesso... Cosa può volere che io ricordi?

Lascio che l'altra me mi superi e poi la seguo immediatamente.

La giornata sembrerebbe buona: il sole illumina tutto e il cielo è abbastanza terso.

La via seguita dall'altra me è la solita: arrivata all'incrocio, gira a destra e lo stesso faccio io.

Inizia a guardarsi intorno, alla ricerca, probabilmente, della tomba e da ciò, capisco di essere tornata indietro di molti mesi, quando ancora non conoscevo la strada.

Ben presto lascia il vialetto, per addentrarsi sul prato; la seguo, facendo attenzione a non inciampare.

Tornare qui, anche se non realmente, mi mette un po' d'ansia: ciò che è successo l'altra notte, è ancora vivido nella mia mente e rivedere l'albero accanto al quale stavo per morire...

Rabbrividisco, ma scuoto immediatamente la testa: non devo pensarci.

Persa nei ricordi, quasi non mi accorgo che l'altra me si è fermata di colpo e sto per finirle addosso.

Riesco a fermarmi appena in tempo, chiedendomi perché mai l'abbia fatto, facendo poi un passo a sinistra, per capire cosa stia succedendo.

La lapide è di fronte a me, e ai suoi lati sono raccolti tutti i fiori e le corone che c'erano anche al funerale.

Quindi...

Si tratta sicuramente di qualche giorno dopo quel momento.

Ma... quando esattamente?!

I miei occhi si posano su qualcos'altro...

O meglio... Su qualcun altro.

Una figura incappucciata e inginocchiata davanti la tomba che ci dà le spalle.

E allora... ho la risposta.

Questo è esattamente il giorno successivo al funerale: il giorno in cui ho incontrato la persona che adesso mi sta davanti.

Il giorno in cui ho incontrato di nuovo Daphne, subito dopo la loro imboscata a casa di Blaise.

E mentre tutto pian piano mi ritorna alla mente, lo vedo anche accadere davanti ai miei occhi.

Pensavo potesse trattarsi del fantasma di Draco ed infatti l'altra me sta per girarsi e andare via, ma la vedo bloccarsi non appena sente il singhiozzo di Daphne.

Eccola mentre nomina Blaise...

Ancora mi chiedo cosa volesse dire, ma credo che ormai abbia poca importanza.

La mia copia fa rumore e lei scatta in piedi girandosi con la bacchetta sguainata.

L'altra me, alza le mani, spalancando inizialmente gli occhi e poi socchiudendoli, accecata da un piccolo fascio di luce verde.

Mi acciglio: luce verde?

Non può trattarsi di un Avada Kedavra ovviamente.

Torno a guardare Daphne e i miei occhi ne inquadrano immediatamente la fonte.

Adesso ricordo.

Un altro fascio di luce viene riflesso, assumendo le stesse sfumature, e accecando anche me.

Socchiudo gli occhi anch'io, alzando istintivamente un braccio per proteggermi dalla luminosità improvvisa.

Tutto si fa bianco.

Ma che sta succedendo?

La mia copia, Daphne e il cimitero, spariscono, lasciandomi nel bel mezzo del nulla.

Bianco.

E' tutto terribilmente bianco.

L'unica cosa rimasta visibile, è la fonte che ha prodotto quel fascio di luce verde, che se ne sta ancora ferma lì, a mezz'aria, continuando a brillare e a spezzare quell'uniformità nivea che si è creata intorno a me.

Non vedo, né sento altro.

Dovrei preoccuparmi?

Forse.

Eppure...

C'è qualcosa che mi dice di non farlo.

Non finisco neanche il pensiero che ecco che la luminosità inizia a diminuire e finalmente inizio a intravedere di nuovo qualcosa.

Sotto di me...

Non può essere...

Questo non è un prato.

Non sono più a Kensal Green.

Sotto i miei piedi c'è un pavimento.

Rialzo lo sguardo meravigliata, mentre la scena ricomincia a formarsi.

La fonte di luce verde è sempre ferma lì.

O quantomeno credevo fosse ferma...

Sgrano leggermente gli occhi, mentre mi accorgo che adesso è poggiata a terra.

La scena si riforma sempre più velocemente, ma ormai ho già capito dove mi trovo.

Il mio stomaco si annoda sempre di più...

Non...

Non può essere...

La musica inizia ad aumentare d'intensità, e va veloce... sempre più veloce... quasi al pari del ritmo del mio stesso cuore.

Non può essere.

La soluzione...

La soluzione era qui... Ed io...

C'è di nuovo l'altra me, che mi sta di fianco e accanto a lei c'è Blaise.

Ciò che sto vedendo... a differenza di prima... è successo solo qualche giorno fa...

Ma...

No...

Non ci credo...

Era così semplice... Sono una stupida! Come ho potuto non vederlo?! Come ho potuto non ricordare?!

Siamo alla festa di fidanzamento di Blaise.

E sono tornata ad un momento preciso.

Quel puntino verde è ancora lì...

Non si è trasformato in nient'altro, né ha cambiato le proprie dimensioni.

Stupida.

Stupida.

Stupida!

Sembra quasi brillare di luce propria e accecarmi ancor di più...

O forse più semplicemente vuole che io recuperi la "vista", dato che fino a questo momento sono stata del tutto cieca!
Come ho potuto non riconoscerlo?!

-Prego, fa pure. Conosci l'uscita- dice Blaise, facendomi sussultare.

Sposto lo sguardo per meno di un secondo, per poi puntarlo di nuovo lì...

Stupida!

Il mio cuore batte sempre più veloce, sempre più forte, mentre rivedo ciò che ormai ricordo chiaramente, accadere sotto i miei occhi.

Blaise fa qualche passo avanti: –Ma... Pansy...-

Lei si ferma, girandosi a guardarlo arrabbiata.

-Stai dimenticando qualcosa- continua lui abbassandosi.

Ci siamo.

Ci siamo!

Sta succedendo!

Era tutto così semplice!

-Non vorrai mica che il tuo caro paparino si arrabbi con te per aver perso il vostro cimelio più prezioso, non è vero?-

Quel puntino verde che giaceva a terra fino a pochi istanti fa.

Quel puntino verde che avevo notato quella stessa sera.

Quel puntino verde che poco fa, mentre tutto era bianco, non era scomparso.

Quel puntino verde che è sempre stato il filo conduttore di cui non mi ero mai accorta.

Quello stesso puntino verde che adesso pende dalla mano destra di Blaise.

Il cimelio più prezioso della famiglia Parkinson.

Perché quel puntino verde non è altro che un piccolo smeraldo, con un serpente attorcigliato.

Quello smeraldo non è altro che il ciondolo di una collana.

Una collana identica a quella che portava Daphne il giorno in cui la incontrai al cimitero.

O meglio...

Che credevo di aver incontrato.

Ecco perché non aveva fatto neanche un accenno all'aggressione a casa di Blaise...

Ecco perché quel giorno non zoppicava, mentre nei successivi si...

Perché quella collana è un cimelio di famiglia che passa da padre in figlio...

La famiglia Parkinson...

E' stata lei ad utilizzare la Polisucco.

E' stata lei a costringermi ad uccidere Draco.

E' stata lei...

E' stata lei!

E quella non era Daphne... Quella era Pansy Parkinson.




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Spazio Autrice: 

BOOM! 

BEH?! BEH?! BEH?!

Perché sento urlare sin da qui? xD Perchè?

Sicuramente non solo per il fatto che abbia pubblicato xD ahahahaha ;)

PIACIUTO IL COLPO DI SCENA?! XD ANZI, I COLPI DI SCENA? XD

Ve l'avevo detto di prepararvi xD Ahahaah! E adesso, non vedo l'ora di leggere i vostri commenti xD Ho già detto a qualcuno che secondo me, oggi Wattpad implode xD

Non potete capire quanto io sia emozionata ;) Aspettavo di scrivere questo capitolo da un anno xD Si avete capito perfettamente. Un anno! ;D Il colpo di scena finale è già deciso da prima di iniziare a scrivere il prologo :D Quindi fate voi un po' i conti xD ahahahaah! No davvero, non so come immaginarvi in questo momento xD Ve lo aspettavate? Vi ricordavate del piccolo particolare della collana? xD E del fatto che Daphne non zoppicasse? Eheheh... 

Ma fidatevi... Ci sono ancora delle cose che scoprirete più avanti e secondo me... vi piaceranno anche di più xD 

DUUUUNQUEE :D Per il resto, come vi è sembrato il capitolo? Le frasi le avevate ormai collegate, ma era proprio quello il mio intento xD Ma vi aspettavate che si trattasse di un'unica poesia? Fatemi sapere ;) E secondo voi, a cosa serviranno? xD Il mistero si infittisce, ma stiamo facendo luce su qualcos'altro, no? Abbiamo scoperto il colpevole, giusto? ;) Quindi non posso darvi tutto e subito ;) Ancora un po' di pazienza ;) Ve l'ho detto, la fine è vicina ;) Non dico altro XD 

Vi ringrazio per i voti, le visualizzazioni e i commenti al capitolo precedente e sono contentissima che Lumos stia crescendo sempre di più *-* Continuate a fare passaparola se vi va *-* Do il benvenuto ai nuovi lettori e do appuntamento a tutti quanti al prossimo aggiornamento ;)) 

Mi raccomando

Stay Tuned :* 

Iron9208 (Arlen)

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