Capitolo 65

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Devi andare il più possibile in profondità nella consapevolezza. Allora nessuno potrà illuderti, poiché allora non vedrai l'apparenza, ma la realtà.

Buddha


L'ultimo passo.

Devo compiere solo un ultimo passo e avrò raggiunto il portone.

Forza.

Sono bloccata.

Completamente bloccata.

Non per la paura, è ovvio, ma per il leggero timore che ho nel varcare quella soglia.

Perché quando lo farò, ogni cosa, tutto, irrimediabilmente, cambierà.

Ancora una volta.

"Sbrigati"

"Aiutami" penso in maniera involontaria, per poi scrollare la testa: sono sola.

Nessuno può aiutarmi in questo momento.

-Alohomora-

E, di nuovo, quel portone si apre.

Si apre sull'oscurità, senza alcun cigolio, cosa che, per certi versi, è ancor più inquietante.

Ma non ho paura.

Non devo avere paura.

Ho affrontato una guerra.

Ho affrontato Voldemort.

Sono Hermione Granger e devo farlo ancora una volta per il Mondo Magico e soprattutto... per lui.

I miei occhi cercano subito un appiglio, un qualcosa da osservare, ma non trovano nulla; niente che possa alleviare quest'angoscia che aumenta sempre di più.

Basta.

Devo farlo.

Ora o mai più.

Entro.

-Lumos- pronuncio a bassissima voce, pensando per un folle attimo a degli occhi scarlatti... il serpente del limbo.

E se si trovasse davvero qui dentro da qualche parte?

Scaccio subito il pensiero, concentrandomi sul resto.

La mia bacchetta si accende ed ecco finalmente comparire delle forme familiari: il profilo della scala che si perde nell'oscurità, il grande salone alla mia sinistra, completamente al buio, una porta alla mia destra ed infine il corridoio che ho di fronte, illuminato dalla bacchetta solo fino ad una distanza di due metri da me.

Ed è proprio questo corridoio che devo percorrere per scendere nei sotterranei.

Il cuore inizia a battere all'impazzata.

Ma non devo avere paura.

Non ho scelta.

Potrei disilludermi, ma non avrebbe molto senso.

Il Lumos mi tradirebbe.

E non posso assolutamente spegnere la bacchetta.

Inizio a camminare, cercando di tenere a freno il battito impazzito.

La scala si trova dietro il quadro alla fine di questo corridoio.

Devo ricordarmi di respirare e forse il cuore si calmerà di conseguenza.

Prendo aria.

La butto fuori.

Riprendo aria.

La ributto fuori.

Ed ad ogni atto respiratorio, compio due passi avanti.

E senza neanche rendermene conto eccomi qui.

Sono arrivata a destinazione.

Sollevo veloce la bacchetta, girandomi rapida a controllare che tutto sia ancora come prima.

L'oscurità ancora una volta è totale, e solo una debole luce proviene dalle finestre all'ingresso: la luna stanotte è coperta.

Butto fuori l'aria un'ultima volta e mi decido ad agire.

Torno a guardare in avanti.

-Alohomora- pronuncio ancora e per fortuna il quadro scatta senza alcun particolare problema.

Lo apro allungando una mano e rendendomi conto soltanto adesso di quanto le mie mani stiano tremando.

"Forza"

Apro il passaggio e quando illumino la scalinata, vengo sommersa ancora una volta dai ricordi.

Chiudo gli occhi, e per poco non lancio un urlo.

Dietro le mie palpebre, intravedo soltanto un paio di iridi.

Un paio d'iridi appartenenti ad un viso.

Il suo viso.

Draco.

Mi guarda, senza una particolare espressione; sembra solo sereno.

E allora capisco.

Lui è con me.

Io non sono sola.

Riapro gli occhi, sentendo il cuore calmarsi d'improvviso.

Sorrido lievemente, iniziando così a scendere gli scalini e richiudendomi il quadro alle spalle.

Arrivo alla base della scala, ricordandomi che adesso, essendo sotto terra, posso accendere le candele alle pareti, senza il timore che da fuori possa vedersi qualcosa.

Mi muovo rapida, ricordandomi dove si trovano i vari moccoli ed accendendoli.

Alla fine, la tenue luce che si crea, mi fa calmare del tutto.

Davanti a me si trova una fila di celle, tutte identiche tra loro, che corrono dalla mia sinistra alla mia destra.

L'entrata si troverà dentro una di queste? O forse su una delle pareti esterne alle celle?

Non mi resta che controllare.

Non mi importa se ci vorranno minuti, ore o un giorno intero.

Mi daranno per dispersa, ma non mi importa neanche di questo.

Giuro che non uscirò da qui fin quando non arriverò alla verità.

***

Niente.

Assolutamente niente.

Questa era l'ultima cella, ma dopo un'accurata analisi, come ho fatto in tutto il sotterraneo, non ho trovato niente.

Quindi dove si trova quel punto d'accesso?

"Laddove il buio può arrivare, è là che dovrai cercare"
Il buio...

Dev'essere per forza qui... Ma dove?

Le uniche cose che rimangono da controllare sono le pareti esterne alle celle.

Mi giro, uscendo e sollevando di nuovo la bacchetta.

Mi concentro sulle tre pareti che ho intorno.

-Specialis Revelio- pronuncio per l'ennesima volta, ma come già accaduto non succede assolutamente nulla.

Sempre più demoralizzata, inizio ad avvicinarmi alla parete che ho accanto e a toccarla in più punti, come ho già fatto con tutte le altre.

L'incantesimo infatti potrebbe aver sbloccato qualche meccanismo che da lontano non ho notato. Inizio a camminare con lentezza ed ad analizzare tutto minuziosamente.

Finito di controllare le prime due pareti fino alla scalinata, faccio un passo indietro per potermi spostare verso l'altra parete.

E sento il mio piede affondare verso il basso su una pietra irregolare.

Con un piccolo tuffo al cuore per lo spavento, cerco di non perdere l'equilibrio e mi sposto in avanti, per poi girarmi a controllare dove sia inciampata.

E ciò che vedo mi fa subito spalancare gli occhi.

La pietra non è irregolare: è esattamente come le altre, ma è affondata nel terreno.

"Premuta" come una sorta di pulsante.

Il meccanismo.

Eccolo qui.

E' questo.

Ne sono certa.

Ed il mio incantesimo lo ha sbloccato.

Una scarica di adrenalina mi percorre da capo a piedi.

L'ho trovato! Non posso crederci!

Ma adesso...

Come lo apro?

Forse...

Mi affretto a spostarmi, risalendo un paio di gradini.

Se la mia intuizione è giusta avrò fatto bene a mettermi qui.

-Alohomora- pronuncio a voce più alta di quanto abbia fatto prima.

Tutto inizia a tremare e sono costretta a poggiarmi al muro che ho accanto per non perdere l'equilibrio.

Abbasso gli occhi sul pavimento: non devo perdere la calma.

Non crollerà nulla, ne sono certa, nonostante le scosse diventino sempre più forti.

La luce delle candele tremola per le improvvise vibrazioni ed anche i cancelli delle celle iniziano ad aprirsi e chiudersi accompagnati da sinistri cigolii.

Polvere di pietra e cemento cade da diversi punti del soffitto, mentre gli scalini sotto i miei piedi sembrano quasi spaccarsi.

Il mio sguardo però, rimane fisso sul pavimento.

Resto calma, perché è proprio questo il motivo del terremoto.

Dopo il mio incantesimo, si è creata una frattura che ha cominciato ad allargarsi: le pietre presenti su un'area di un metro quadro per ogni lato, sono sprofondate tutte insieme, iniziando a ritirarsi verso destra e sinistra e lasciando il posto ad un vero e proprio buco nero.

Ed ecco che, com'è iniziato, tutto ha improvvisamente fine.

Tutto si ferma, lasciando nel pavimento un'enorme apertura con dentro ciò che avevo pensato: una scala che continua a scendere, perdendosi nel buio.

Il passaggio che stavo cercando.

Rimango ferma per qualche secondo: cosa dovrei fare?

Scendere?

Il cuore inizia ad accelerare ad un improvviso pensiero: e sé lì in fondo trovassi l'assassino ad aspettarmi?!

Forse sarebbe meglio andare via e tornare con qualcun altro.

Potrei dire tutto a Blaise e potremmo tornare insieme.

"Non fare la stupida"

Scuoto la testa: no. Non posso farlo.

Devo scendere adesso.

Devo arrivare in fondo a questa storia.

Faccio un passo avanti, scendendo l'ultimo scalino che mi separa dalla nuova scalinata e prima che possa anche solo avere il tempo di alzare la bacchetta per accenderla ecco che, alcune candele presenti sulle pareti che costeggiano la gradinata, si accendono.

Mi ritraggo di scatto, accovacciandomi a terra: chi le ha accese?!

Resto ferma, pensando immediatamente a come difendermi.

Forse è vero: forse c'era davvero l'assassino ad aspettarmi ed ora che ho aperto il passaggio mi attaccherà.

Ma non devo cedere.

Devo soltanto difendermi.

Una cosa che so fare benissimo, no?

Stringo la bacchetta convulsamente, rimettendomi in piedi con lentezza e tenendo alta la guardia.

Sbircio di sotto.

Adesso che tutto è illuminato riesco a vederne il fondo.

E' una scala piuttosto lunga, gemella a quella che dal quadro conduce ai sotterranei, come se originariamente fosse stata un'unica successione di scalini e poi fosse stata divisa.

E con molta probabilità è proprio così.

Purtroppo o per fortuna comunque, non vedo nessuno.

Ma forse sta solo aspettando che scenda.

Cosa mi attenderà una volta arrivata in fondo?

Verrò attaccata non appena i miei piedi compariranno nel suo campo visivo?

La soluzione arriva immediata: adesso posso Disilludermi.

Ed è proprio ciò che faccio.

E mentre il mio corpo inizia a confondersi con il resto, sento il mio cuore alleggerirsi quel tanto che basta a spingere le mie gambe a muoversi.

Comincio a scendere, più silenziosamente possibile.

Il mio cuore ricomincia ad accelerare.

Ad un certo punto mi fermo: mancano dieci scalini, dopodiché sarò arrivata in quello che sembra essere un corridoio.

E dalla mappa, sono certa che lo sia.

"Aiutami"

Batto le palpebre un'ultima volta per poi continuare la mia discesa e finalmente i miei piedi poggiano sul terreno.

Avevo ragione: è davvero un corridoio, scavato interamente nella terra, con il soffitto a volta.

Anche qui l'illuminazione non manca, grazie alle candele, accese sulle pareti, presenti su ambedue i lati.

Non ho altra scelta: devo percorrerlo.

Inizio a camminare, guardinga, girandomi ogni tanto per controllare che non ci sia nessuno.

Ben prima di quanto creda, arrivo in fondo.

Il corridoio curva leggermente a destra, cosa che mi permette di continuare a guardare avanti senza il pericolo che si formino dei punti ciechi.

Le curve iniziano ad alternarsi mentre comincio ad avvertire anche una leggera pendenza: mi sto addentrando sempre più sotto terra.

Ogni tanto incontro qualche porta, accanto alla quale passo senza fermarmi.

Devono essere le piccole stanze nominate dal libro.

Giro un'altra curva e mi blocco.

Davanti a me la fine del corridoio viene annunciata ancora una volta dall'oscurità.

Il cuore ricomincia la sua folle corsa, ma mi impongo di continuare a camminare.

Un passo...

Un altro passo...

Poi un altro ed un altro ancora.

Mi fermo proprio un attimo prima di "andare oltre".

Non vedo nulla.

Non sento nulla.

Cosa faccio?

Non è il momento di rimanere qui a riflettere.

Faccio un passo avanti, alzando la bacchetta e, com'è già successo per la scala di poco fa, diverse candele si accendono.

Socchiudo nuovamente gli occhi per l'illuminazione improvvisa, ma cerco di studiare l'ambiente che mi circonda il più velocemente possibile.

Sono entrata in una stanza.

O per meglio dire, un'anticamera a forma di semicerchio.

Sulla sinistra, la parete è curva e da questa si dipartono altri quattro cunicoli, identici a quello da cui sono appena uscita io.

I cunicoli che portano agli altri quattro Manor, ne sono certa.

Mi avvicino, mio malgrado, come attratta dal fascino dell'oscurità, per studiarli, notando poi che sulla sinistra di ognuno c'è un simbolo diverso: gli stemmi di famiglia.

Il cunicolo dei Zabini si trova accanto a quello dei Malfoy, poi seguono quelli dei Greengrass, dei Black e infine dei Parkinson.

Sono talmente concentrata su questa nuova scoperta, che per poco non perdo l'equilibrio, inciampando su una pietra.

Mi giro: accanto al cunicolo dei Parkinson, l'anticamera è praticamente crollata, creando una scia di massi lunga circa due metri che arriva accanto alla porta.

Già...

La porta.

La parete a destra del cunicolo dei Malfoy infatti è dritta e l'unica cosa presente è una porta a doppio battente.

Un portone.

Un portone che mi darà accesso alla stanza rettangolare disegnata sulla mappa, ne sono certa.

Mi avvicino lentamente, col fiato corto e il cuore ormai impazzito.

Non devo avere paura.

Non.

Devo.

Avere.

Paura.

Inizio a ripetermi queste parole, ma senza grandi risultati.

Scaccio via il pensiero.

Devo rimanere concentrata.

Sollevo la bacchetta ancora una volta.

"Alohomora" penso.

Non so cosa troverò dall'altro lato, motivo per cui è meglio rimanere in silenzio.

Ed ecco che, con il cuore in gola, la porta si socchiude.

"Entra"

Lo so.

Lo so, devo entrare... Ma...

Improvvisamente l'ansia e la paura mi precipitano addosso.

Come se la pietra su cui sono inciampata poco fa, fosse cresciuta a dismisura, schiacciandomi come un moscerino.

Mi sembra tutto sbagliato.

Il mio corpo si mette in allarme: il cuore batte ancor più velocemente, il respiro si mozza e il petto ricomincia a far male.

Il legame comincia a farsi sentire.

Forse ho sbagliato a scendere qui da sola.

Avrei dovuto davvero raggiungere Blaise e avvertirlo.

Sarei dovuta venire con lui.

Che cosa diavolo ho fatto?!

"Entra, adesso!"

Devo calmarmi.

Devo calmarmi.

Questa non sono io.

Non è il mio modo di fare.

NO.

Ormai sono qui.

Devo entrare.

Allungo una mano che, anche se non riesco a vedere, so per certo stia tremando e mi costringo ad afferrare la maniglia.

Dopodiché anche il mio corpo decide di seguirla.

La apro un po' di più, sbirciando dentro, ma anche stavolta le tenebre mi impediscono di vedere, suggerendomi l'unica cosa possibile: devo varcare questa soglia.

Sono Disillusa.

Non può succedere nulla.

Ed è così che, ritrovando finalmente uno slancio di coraggio, apro del tutto la porta e mi precipito all'interno.

E quando le torce ai lati del portone si accendono, sono costretta a portare una mano alla bocca per non lanciare un urlo.

Avevo ragione.

Avevo ragione!

Ho avuto la giusta intuizione!

E' questo il luogo!

Il luogo che ho visto così tante volte.

Il luogo che ho visto attraverso i suoi occhi.

Il luogo riprodotto dal limbo.

Il luogo dove ho passato mesi interi con lui.

L'interno del mausoleo.

E' qui.

E' reale.

Ed è il posto in cui sono appena entrata.

Un'altra scarica di adrenalina mi percorre da capo a piedi, mentre sollevo lo sguardo: in alto, le finestre, a me così familiari, lasciano filtrare la luce della luna.

Deve trattarsi di un incantesimo.

La luna questa notte non si vede.

Quindi... Questo significa che non erano fuori Londra quella notte, come avevo pensato...

Anzi, erano più vicini di quanto potessi immaginare...

Ora mi spiego tutto.

Abbasso lo sguardo lentamente, studiando tutto il resto, ancora incredula.

Le pareti sono di pietra: tutto è esattamente uguale, tranne per il camino, che qui dentro non esiste.

I miei occhi scrutano tutto con attenzione, mentre io tento di riprendermi dallo shock.

Il dolore al petto diventa sempre più forte.

Ho indovinato.

Prima, a casa di Antares, avevo intuito la possibilità che potesse trattarsi proprio di questa stanza.

Ed ho indovinato.

Faccio un passo avanti, sollevando la bacchetta, proprio quando il mio sguardo si focalizza su un dettaglio.

Un altro dettaglio che conoscevo, ma che non mi aspettavo avrei ritrovato.

Le catene.

Le catene che lo hanno tenuto bloccato, mentre veniva torturato.

Rabbrividisco, mentre gli occhi mi diventano lucidi.

Vedere dal vivo il luogo in cui... è stato... quasi... ucciso...

Mi fa rendere davvero conto di ciò che ha subito.

Di ciò che ha passato.

Di ciò che gli è successo.

La verità prende possesso di me in un attimo: lui è davvero morto.

Ed in parte... è morto qui dentro.

Riesco quasi a sentirne l'odore.

L'odore del sangue, delle lacrime, della paura... la sua paura.

Un rivolo gelato mi scende lungo la schiena: improvvisamente tutto diventa più freddo.

Ma non sta succedendo nulla: sono solo io.

Io che... mi rendo conto per la prima volta della realtà.

Il petto è in fiamme, ma non me ne curo.

Mi porto semplicemente una mano sullo sterno, mentre una lacrima solitaria, solo una, abbandona i miei occhi.

Chiudo le palpebre.

Vorrei svegliarmi.

Stavolta vorrei davvero che si trattasse di un sogno.

Ho cercato questa stanza per mesi e adesso che ci sono arrivata, l'unica cosa che vorrei è che non esistesse.

Vorrei che, riaprendo gli occhi, l'unica cosa da guardare fosse il fondo del baldacchino del suo letto.

O del mio.

Non importa.

Tutto, in questo istante, sarebbe meglio di questo.

Respiro a fondo.

Devo calmarmi.

Ormai ci sono.

Sono arrivata fin qui, giusto?

Sono arrivata qui grazie e per lui.

Devo lasciare da parte le emozioni e mantenere il sangue freddo.

Perché per quanta paura lui abbia provato, lo ha fatto: ha mantenuto il sangue freddo.

Ed è stato coraggioso.

Ha affrontato la morte con coraggio.

E con coraggio, la qualità che si attribuisce ad una Grifondoro quale dovrei essere, devo affrontare tutto questo: devo tornare indietro e trovare Blaise.

Devo trovare Harry ed Antares.

Devo portarli qui.

Riapro gli occhi, ma prima di girarmi, intravedo qualcos'altro.

Qualcosa che si trova dietro le catene, quasi attaccata al muro.

Sembra quasi...

Mi acciglio: una teca di vetro.

Mi avvicino immediata, e giunta a pochi passi, sono costretta a fermarmi, trattenendo il respiro.

Spalanco gli occhi.

No...

Quello è...

-Draco!-

Corro, fino a sbattere contro il vetro, ma non mi importa.

Non mi importa più di nulla.

Poggio una mano sopra la teca, lasciando che le dita vi scivolino sopra.

Questo è...

Il suo corpo.

Il suo vero corpo.

Sento il petto lacerarsi, ma non importa.

E' vestito in modo identico alla sua copia: completo nero, cravatta e scarpe nere, camicia bianca.

La sua pelle, grigiastra, risulta spenta alla debole luce delle torce, ma apparentemente non noto nulla di diverso.

Ma se... il suo corpo si trova qui... un motivo deve esserci.

E dovrò scoprirlo.

-Draco- ripeto in un sussurro, quasi come se lui potesse sentirmi.

Accarezzo un'altra volta il vetro.

Si aprirà?

Analizzo i bordi per controllare se ci siano serrature da poter aprire, ma purtroppo il vetro è continuo in ogni sua parte.

Posso utilizzare la magia.

Potrei romperla, ma i frammenti di vetro potrebbero colpirlo ed inoltre si creerebbe troppo frastuono.

E non so cosa ci sia nascosto realmente qui dentro.

No. E' troppo pericoloso.

Ma...

Non posso lasciarlo qui.

Lo porterò con me.

E' l'unica soluzione.

Mi rimetto dritta, facendo un passo indietro e ripuntando la bacchetta contro la teca.

Poi... mi blocco.

Ci metto un secondo, anzi, una frazione di secondo, a capire che qualcosa non va.

Sono tornata visibile.

Guardo il resto del mio corpo e... si... la Disillusione non è più attiva.

Ma come...

-Fossi in te, non lo farei-

Mi immobilizzo, spalanco gli occhi: non può essere.

NON PUO' ESSERE.

Questa voce.

E'...

Una risata bassa e gelida segue queste parole.

-Buttala-

Non muovo un muscolo.

-Butta la bacchetta e alza le mani. Adesso- ripete, con voce minacciosa.

Sento la punta della sua bacchetta infilzarsi in un punto imprecisato della mia schiena.

Faccio come dice.

La pressione si allenta, così tento di girarmi: -Sei tu? Ci sei tu dietro tutto questo?!- chiedo quasi con un filo di voce, completamente sconvolta.

-Che c'è? Stupita?-

Non rispondo, finendo di voltarmi, ma non incrociando i suoi occhi.

Il mantello copre per intero la sua figura, lasciando scoperta, solo parte del naso e della bocca, deformata in un sorriso folle.

-Come hai potuto? Perché lo hai fatto?!- è tutto ciò che riesco a chiedere –Eravate una famiglia-

-Lui non era la mia famiglia!- risponde con rabbia, smettendo di sorridere –Mio padre lo era e lo è sempre stato!-

-Tuo padre è morto!- rispondo di getto.

Mi fermo, notando un ghigno sul suo volto.

Mi zittisco, ma il silenzio non dura a lungo.

-Questo è quello che credi-

Cosa?!

-Che stai dicendo?!- chiedo fuori di me, assottigliando lo sguardo –Vuoi dire che...-

Di nuovo si apre in un sorriso: -Complimenti. La tua intelligenza mi lascia sempre senza parole- dice, prendendomi in giro –Si, è proprio quello che voglio dire-

Il portone alle sue spalle si riapre ed un'altra figura incappucciata fa il suo ingresso.

Mi irrigidisco, ma non posso reagire.

Sono tenuta sotto tiro.

-Non ucciderla- dice.

Un uomo.

Si tratta di un uomo.

Suo padre.

E' ovvio.

E... per la corporatura... Sono certa che si tratti dello stesso uomo che mi ha attaccata al cimitero.

-Non essere sciocco. E' ovvio che devo ucciderla-

-No. Non possiamo rischiare di essere scoperti-

-Essere scoperti?!- risponde in modo stizzito. Fa un respiro profondo, come se cercasse di mantenere la calma –Devo forse ricordarti che ne abbiamo già fatti fuori due e non hanno mai capito niente?- dice, girandosi subito dopo sentendo il padre avvicinarsi.

Ne approfitto immediatamente, abbassandomi per recuperare la bacchetta.

-Petrificus Totalus! Guarda! Guarda cosa stavi per fare!- grida l'uomo dopo avermi pietrificata, mentre io sento ogni muscolo del corpo congelarsi.

Perdo l'equilibrio, e finisco a terra, sbattendo bruscamente la schiena e avvertendo immediatamente un dolore lancinante pervadermi da capo a piedi.

Posso soltanto respirare e muovere gli occhi.

Nient'altro.

-Cosa vuoi che faccia quindi?- chiede.

-Obliviala-

-No. Rischiamo troppo-

-Non recupererà la memoria. Non potrebbe. Sai perfettamente che non ha detto a nessuno ciò che ha scoperto. E nessuno sa dove sia in questo momento- replica suo padre stancamente.

"Il legame lo sa" interviene la mia coscienza e per la prima volta sento il cuore riscaldarsi.

Il legame lo sa.

Quindi forse... non è tutto perduto.

Forse... Non riusciranno a cancellare i miei ricordi.

Forse ho ancora qualche possibilità.

-Padre, devo farlo. Tu non capisci. Questa strega è...-

-So perfettamente chi è. Ma non importa. Neanche Silente in persona avrebbe potuto fare qualcosa contro un Oblivion. Cosa vuoi che faccia una ragazzina? Obliviala. Adesso-

Sembra pensarci su...

Cerco il suo sguardo, ma ogni tentativo risulta vano, mentre nella mente rivedo le immagini di quella notte al cimitero...

I miei occhi si fanno lucidi: sto per morire.

Ma...

Non voglio...

Non posso morire.

Non adesso.

-Va bene- dice alla fine.

Si gira completamente verso di me, sollevando la bacchetta e puntandomela contro. Un altro ghigno si dipinge sul suo volto: -Sei fortunata. A mai più rivederci Hermione Granger-

Chiudo gli occhi, nello stesso istante in cui il suo incantesimo mi colpisce.

Ma non devo temere.

I ricordi torneranno.

La mia mente si fa leggera.

Il mio cuore si fa leggero.

E tutto viene avvolto, di nuovo, dalle tenebre.

***

-Svegliati. Svegliati!-

Chi? Chi parla?

-Svegliati! Devi svegliarti adesso!-

Devo svegliarmi?

Non ricordo di essermi addormentata, quindi perché dovrei svegliarmi?!

-Devi svegliarti adesso! E' importante! Ricorda!-

Non so... Non so di cosa tu stia parlando. Cosa è importante? Cosa devo ricordare?-

-Granger, devi svegliarti. Devi ricordare!-

Draco? Sei tu?

Come?

Dove sei?

Non ti vedo.

Non vedo nulla.

E' tutto buio.

-Devi ricordare! Ricordati!-

Ricordare?! Ma cosa?! Continui a ripeterlo! Fatti vedere!

-Ricorda!-

-Mezzosangue-

Oddio... il serpente.

-Ricorda!-

-Mezzosangue-

-Ricorda Granger!-

-Mezzosangue-

Dov'è?! Dov'è?! Perché non vedo nulla?!

-Svegliati!-

Apro gli occhi di scatto, insieme alla bocca, avvertendo una fame d'aria incontrollabile.

Respiro affannosamente, mentre tento di scacciare delle lacrime non cadute per poter rimettere a fuoco la scena.

Un incubo.

Un altro.

Ma perché non sono tornata nel limbo?

Che fosse un'altra visione?

"Ricordati!"

"Ricorda Granger!"

Ricorda... Ricordare cosa?!

Un nodo mi stringe lo stomaco.

Ne parlerò con Blaise... magari potrà darmi una mano.

Le lacrime finalmente si diradano, permettendomi di tornare a vedere.

Ma mi blocco subito.

Sono distesa sull'erba?!

I miei occhi ne inquadrano i fili, mentre il mio naso percepisce l'odore del terreno umido.

Guardo oltre e tutto ciò che vedo è una pietra; dietro il cielo azzurro.

La lapide.

Sono nel limbo?

Scatto a sedere, avvertendo subito un giramento di testa piuttosto forte.

Oddio.

La nausea si impossessa di me e purtroppo non riesco a trattenere un conato di vomito, riuscendo solo a girare la testa di lato e a tenere lontani i capelli.

Ma che diavolo?!

Cerco di recuperare subito fiato, ma sento la bocca e la gola bruciare per via dei succhi gastrici appena risaliti.

Stringo le palpebre più volte, portandomi una mano alla testa: mi sento completamente frastornata, come se avessi passato l'intera notte sveglia.

Una fitta mi colpisce.

Ci mancava solo l'emicrania.

Scuoto leggermente il capo, afferrando poi la bacchetta e agitandola veloce per far sparire la chiazza di vomito.

Non voglio che Draco la veda.

Un'altra fitta.

Mi massaggio velocemente le tempie, per poi cercare di mettermi in piedi.

Non so cosa mi stia prendendo stanotte.

Le mie gambe sono instabili, ma dopo qualche secondo sembrano riprendersi e riuscire a reggermi.

Sospiro, un po' stranita: lentamente, sembra che mi stia riprendendo.

La nausea è sparita e l'emicrania sembra via via calmarsi.

E quando torno a concentrarmi su ciò che mi circonda, mi blocco: dov'è il mandorlo?

Mi giro subito a guardarmi intorno e con grande stupore mi rendo conto di una cosa: questo non è il limbo.

E' Kensal Green.

Sono sveglia!

Non sto sognando!

Sono nella realtà!

Il sole sta sorgendo dietro la solita collina, quindi dev'essere mattino presto; ma che sia mattino o pomeriggio poco importa.

La domanda è solo una: come ho fatto ad arrivare sin qui?!

Continuo a guardarmi intorno, ma per mia fortuna non c'è nessuno.

Abbasso gli occhi sui vestiti: sono vestita esattamente come ieri sera.

Ma com'è possibile?!

Una volta rientrata a casa, ho messo il pigiama!

Sempre più stranita, tento di ricordare l'incubo da cui mi sono appena svegliata.

Era buio.

Tutto buio e sentivo soltanto la voce di Draco, seguita da quella del serpente.

Mi diceva di ricordare...

Ma ricordare cosa?!

Forse come sono arrivata qui?

Forse lui lo sa?

Sono sicura che il legame c'entri qualcosa.

Ma non avrò tempo di scoprirlo fino a stasera, quando potrò riaddormentarmi e chiederglielo.

Adesso devo tornare subito a casa!

Avevo detto a Blaise di vederci a casa mia, lo ricordo chiaramente, quindi conoscendolo starà già tentando di buttare giù la porta.

Spero solo che abbia delle novità su Pansy.

Mi avvio all'uscita, ma so già di non avere molta scelta: nonostante non mi senta molto bene, devo Smaterializzarmi.

Casa mia è troppo lontana per poter essere raggiunta a piedi, cosa che mi lascia ancor più stupita: quanto ho camminato stanotte?!

Mi avvicino ad un albero, subito prima di raggiungere il vialetto e mi nascondo dietro.

Mi guardo intorno per accertarmi che non ci sia nessuno e chiudo gli occhi.

Il solito risucchio mi afferra per lo stomaco, rilasciandomi dopo qualche attimo.

-GRANGER! FINALMENTE! STAVO PER SFONDARE LA PORTA!-

Riapro gli occhi.

Riconosco la voce di Blaise, ma non posso rispondergli.

Non adesso.

Intravedo accanto a me un muretto, o comunque qualcosa che somiglia molto ad un muretto e lo afferro.

Poi mi piego in avanti, vomitando di nuovo.

Sapevo che non avrei dovuto Smaterializzarmi.

L'emicrania torna a farsi sentire.

-Granger, che diavolo hai?!-

Sento due mani afferrarmi le spalle e sorreggermi prontamente.

Blaise.

Dopo qualche secondo il conato per fortuna si ferma e tossisco, di nuovo con la bocca e la gola in fiamme.

-G... Grazie- dico in difficoltà.

-Che ti è successo? Dov'eri?!-

Faccio leva su quello che riconosco effettivamente come il muretto di casa mia e mi rimetto dritta, poggiandomi subito dopo al cancelletto.

Alzo la mano: -Dammi due minuti e ti spiego tutto- dico con voce rauca.

-Vieni-

Mi porge il braccio e grata mi afferro a lui per raggiungere l'entrata.

Superata la porta, lo lascio andare, iniziando di nuovo a sentirmi meglio e lentamente raggiungo la penisola della cucina, sedendomi su uno sgabello.

Lui rimane in silenzio, sedendosi poco distante e aspettando sicuramente che sia io a parlare.

Ingoio, recuperando fiato e così gli spiego: -Mi sono risvegliata a Kensal Green e non so come abbia fatto ad arrivarci. Ieri sera sono rientrata a casa e mi sono addormentata subito- prendo un respiro e continuo –Ho avuto un incubo, o forse voleva essere una visione. Sentivo solo la voce di Draco che mi diceva di svegliarmi e di ricordare-

Lui si acciglia: -Ricordare?-

Annuisco: -Non so che cosa. Ma so per certo che c'entri il legame ed è il motivo per cui sto male. E' da quando mi sono svegliata che ho l'emicrania e ho già vomitato al cimitero-

Lui sembra pensarci su.

-Hai trovato qualcosa?-

-A che proposito?-

Lui rialza gli occhi, assottigliando leggermente lo sguardo: -I libri-

Lo guardo interrogativa.

-Granger, i libri sulle famiglie Purosangue. Sei andata a casa di Draco?-

Sgrano gli occhi: -Cosa?-

-L'hai dimenticato?!- mi chiede sconcertato.

Mi blocco: l'ho dimenticato?!

Com'è possibile?

L'ultima cosa che ricordo è di essere uscita da casa sua, ovvio, ma non ho mai detto che avrei cercato dei libri; infatti appena tornata a casa mi sono subito messa a letto.

Ma... questa mattina...

"Ricorda Granger!"

Oddio... Possibile che Draco stesse cercando di dirmi questo?

Che avrei dovuto ricordare di controllare i libri?

Ma come ho fatto a dimenticarlo?

Possibile che c'entri il legame?

Del resto non sono tornata nel limbo. Forse Draco ha forzato "il passaggio" pur di raggiungermi.

Mi acciglio, scrollando la testa.

Che sto dicendo?!

E poi, perché il legame dovrebbe ostacolare le nostre indagini?!

Finora sembra aver fatto tutto l'opposto.

Torno a guardare Blaise: -L'ho dimenticato- rispondo mesta –Ma non so come abbia fatto. Non ricordo di averti detto che sarei andata lì a fare delle ricerche-

-Fidati Granger. L'hai detto! E mi hai anche chiesto di fare il turno di guarda a Pansy da solo-

-Mi fido- dico di getto –Solo non capisco come abbia potuto dimenticarlo!- continuo frustrata –Forse è stato il legame... Insomma mi ha portata fino al cimitero! Forse è per questo che Draco mi ha detto di ricordare. Forse il legame vuole impedirmi di fare quelle ricerche e lui ha forzato il passaggio per dirmelo- concludo esponendo i miei dubbi.

Lui si zittisce, riflettendo e distogliendo lo sguardo da me.

-Non ha senso. Il legame finora...- inizia a dire, tornando a guardarmi.

-Lo so. Ci ha aiutati. Ma... Potrebbe anche... non volere... che scopriamo qualcosa-

-E cosa?-

-Non ne ho idea. Ma devo andare a controllare quei libri. Ora ho la certezza che ci sono- rispondo, alzandomi in piedi.

-Aspetta. Non adesso- mi ferma lui.

-Blaise, è importante-

-Lo so, ma stamattina ho ricevuto un Patronus da Antares-

Lo guardo meravigliata: -I cartellini?- chiedo semplicemente e lui annuisce.

-Andiamo! Dove abbiamo appuntamento?-

Faccio un passo indietro, voltandomi, pronta per uscire.

-Granger fermati. Abbiamo appuntamento alle otto davanti Westminster con Allen. Antares non può lasciare la stazione di polizia-

-Ma è domenica!-

-Lo so. Ma a quanto pare hanno dei turni di lavoro o qualcosa del genere- mi spiega dubbioso.

Stringo le labbra, ma non replico, ricordando all'improvviso l'orario appena detto da Blaise: -Che ore sono?!-

-Le sette-

-Allora c'è tempo! Ho tutto il tempo di andare a casa di Draco e ricontrollare quei libri!-

Lui solleva un sopracciglio: -E come pensi di arrivarci? Smaterializzandoti?-

Sentendo quella parola, il mio stomaco si attorciglia, minacciandomi.

Lui ghigna: -Ecco appunto-

Ma non mi arrendo: -Puoi andare tu al posto mio! E puoi portarli qui!-

-Granger, hai presente quanto è grande quella biblioteca? Hai presente quanto ci vorrà per esplorarla tutta?-

Ma non riesco ad ascoltarlo, perché un'altra fitta di mal di testa mi colpisce all'improvviso e sono costretta a chiudere gli occhi.

-Granger, cos'hai?-

Sollevo una mano e lui si zittisce.

Respiro a fondo e per fortuna il dolore diminuisce.

Quando alla fine passa, lo guardo di nuovo, in difficoltà.

-Sarà meglio che vada da solo a...-

-No! Io vengo con te!-

-Granger, stai male!-

-NO! STO BENE! Io vengo con te! Fine della storia!-

Lui sospira stanco.

-Vado a prepararmi- lo informo, scendendo dallo sgabello, ma faccio solo pochi passi per poi fermarmi e tornare a guardarlo: -Azzardati ad andare via da solo e giuro che andrai a fare compagnia a Draco quando tornerai-

Lui solleva un sopracciglio, guardandomi scettico, ma io lo fulmino con un sguardo e mi volto di scatto.

-Preparerò un po' di thè...-

***

-Sono pronta- annuncio entrando di nuovo in salotto dopo circa mezz'ora, mentre al mio naso giunge una leggera fragranza di bergamotto.

Blaise ha davvero preparato il thè ed il mio stomaco inizia subito a brontolare.

Ogni traccia di malessere sembra ormai un lontano ricordo.

Mi avvicino al tavolo, risedendomi sullo stesso sgabello di prima.

Blaise afferra la teiera e la tazza pulita subito accanto, versandovi una generosa quantità di thè.

Io afferro la bacchetta, appellando subito i biscotti dalla credenza.

-Ti sei ripresa a quanto pare- commenta lui.

-Si, per fortuna. Ma continuo a chiedermi come abbia potuto dimenticare ciò che dovevo fare-

-Beh è semplice...- risponde lui lasciando la frase in sospeso.

Lo guardo dubbiosa.

-Hai appena capito ciò che io ho scoperto da tempo. Sei invecchiata Granger-

Lo guardo male, ma non replico.

Capisco che stia cercando di sdrammatizzare, così mi giro, addentando subito un biscotto al limone, prendendomi poi qualche secondo per assaporarlo.

La mia mente invece rimane concentrata su ciò che stiamo per fare.

Saliremo sul Big Ben...

Lì dove lui... è stato ucciso.

Mi blocco, mentre un'altra fitta mi colpisce all'improvviso, ma sono costretta a dissimulare, perché sento gli occhi di Blaise puntati su di me.

Mi costringo ad ingoiare, ma per fortuna la fame non è passata, quindi con tranquillità afferro un altro biscotto e continuo a mangiare.

Quando completo la mia colazione, con un colpo di bacchetta rimetto tutto in ordine.

-Te la senti di Smaterializzarti?- mi chiede subito.

Mi concentro sul mio corpo e sui segnali che avverto, ma a parte i movimenti leggeri del mio stomaco che comincia i normali processi digestivi, senza per fortuna aggiungervi quel senso di nausea di un'ora fa, non sento altro.

Annuisco: -Proviamoci- rispondo caparbia.

Mi guarda poco convinto, ma non risponde, per poi avviarsi verso la porta: -Faremo la congiunta-

Annuisco di nuovo, anche se non può vedermi.

Non so se riuscirei a Smaterializzarmi nel luogo giusto.

Mi sento ancora debole.

Usciamo fuori e di nuovo mi porge il braccio, che, di nuovo, afferro.

Chiudo gli occhi.

-Uno-

-Due-

-Tre-

Un sonoro crack e mi sento di nuovo afferrare per lo stomaco e trascinare da una parte all'altra.

Rallentiamo quasi immediatamente e quando ci fermiamo, metto un piede indietro per evitare di perdere l'equilibrio.

Quando mi ristabilizzo, riapro gli occhi.

Blaise mi sta studiando.

-Sto bene. Andiamo-

Ci troviamo di nuovo nel vicolo di fronte Westminster. Quello dove ci Materializzammo il primo giorno.

Sembra passata un'eternità.

Essendo domenica mattina presto, sono ancora pochi i turisti e gli inglesi che si aggirano per le strade.

Il cielo è coperto da leggere nuvole che oscurano leggermente il sole e la nebbia dovuta all'escursione termica tra notte e giorno, non si è ancora del tutto dissolta: il Big Ben è infatti visibile solo per metà; il resto è solo una grande ombra grigiastra che continua a salire, perdendosi nel nulla.

-Andiamo-

Blaise mi supera, avviandosi prima di me e facendomi strada.

Attraversiamo di gran carriera la strada, ma so già dov'è diretto.

Lo vedo perfettamente: di fronte a noi c'è Allen, fermo davanti al cancello con un sorriso a trentadue denti.

Come faccia ad essere sempre così sorridente è un mistero.

-Buongiorno Blaise!- saluta, spostando subito lo sguardo su di me –Hermione!- dice sollevando una mano e diventando, me ne accorgo subito, rosso ed impacciato.

Sorrido a mia volta, divertita dalla reazione: -Buongiorno a te, Barry-

E lui, se possibile, diventa quasi violaceo sentendo pronunciare il suo nome.

-Serpe- sento dire accanto a me a mezza bocca, ghignante.

Blaise.

Ma per fortuna siamo ancora un po' lontani dall'Auror, perché lui possa sentirlo.

-Ho imparato dai migliori- rispondo, divertita, cercando di non muovere le labbra.

-Beh...Beh... An... Antares mi ha dato questi per voi- continua Allen non appena lo raggiungiamo, porgendoci due cartellini da detective di Scotland Yard.

Lo prendo, non curandomi affatto di controllare come sia fatto, facendo passare il cordoncino attorno al collo e indossandolo.

Un'altra fitta mi colpisce alla testa, ma stavolta riesco a dissimulare e mi giro a controllare che anche Blaise sia pronto.

Lo trovo con lo sguardo fisso sul cartellino e corrucciato.

-Che...- inizio.

-E questa sarebbe una foto? Possibile che i Babbani non sappiamo cosa sia la fotografia?!-

-Zabini! Abbassa la voce!- lo rimprovero subito.

-Ma è la verità!- risponde acidamente, abbassando per fortuna il tono –Come possono chiamare fotografia questa cosa?! Sembro un salame che ha appena visto un tagliere!- protesta girando il cartellino verso di me.

Un Blaise sconvolto mi restituisce lo sguardo da quella che ha tutta l'aria di essere una semplice foto "Babbana".

Non riesco a trattenermi, scoppiando a ridere.

-GRANGER!-

-S... Scusa ma non rido per la foto! Rido per ciò che hai detto!- gli spiego, ancora in preda ad una risatina.

Lui mi guarda storto, ma non replica.

-Su forza, andiamo-

Ci lasciamo condurre da Allen fino all'entrata, dove è lui a parlare, spiegando chi siamo ai custodi e permettendoci così di entrare.

-Io devo tornare. Non posso accompagnarvi lassù, vi dispiace?- ci dice poi.

-No, non preoccuparti- rispondo io, dato che Blaise è ancora abbastanza "turbato".

Stavolta però la reazione di Allen è più contenuta, limitandosi ad un semplice colorito roseo sulle guance.

-Ci vediamo allora!- dice, dileguandosi quanto più velocemente possibile.

Lo saluto sollevando una mano, per poi girarmi verso Blaise, che mi guarda ancora imbronciato.

-Andiamo Zabini!- dico con un filo di voce, seccata, alzando gli occhi al cielo.

Ci mettiamo circa mezz'ora a salire, fin quando la scala termina su un piccolo pianerottolo con una sola porta.

-Siamo arrivati?- chiedo.

-Si, dovrebbe essere qui secondo le indicazioni che mi ha fornito Antares-

Annuisco, mentre lui mi precede, aprendo la porta dalla maniglia.

Entriamo, ritrovandoci in un corridoio: di fronte a noi una fila di finestre più grandi del normale si affacciano sul vuoto; a sinistra un muro con un'altra porta, mentre sul lato opposto il corridoio curva verso destra.

Faccio un passo avanti, guardandomi intorno e quando raggiungo una delle finestre, rabbrividisco automaticamente.

-E' questo?- chiedo, cercando di mantenere la voce ferma.

-Si-

Ma so perfettamente che non è questo il punto esatto.

Quando ho rivissuto il rapimento il corridoio che deviava si trovava alla mia destra e curvava verso sinistra.

Quindi...

Devo svoltare l'angolo.

-Dove vai?- mi chiede Blaise.

-Seguimi-

Giro l'angolo, cercando di ricordare a quale distanza mi trovassi all'incirca ed una volta individuata mi giro verso il muro.

Un altro brivido, mentre mi rendo conto che sì, è questo il punto.

A sinistra un'altra porta; sul lato opposto, il corridoio svolta a sinistra.

-Che stai facendo Granger?- mi chiede ancora lui, stranito, ma non appena rialzo lo sguardo e i miei occhi inquadrano le pareti, mi rendo conto di un'altra cosa.

-Non è questo-

-Eh?-

-Non è questo Blaise!- dico, mentre il panico mi pervade.

-Cosa?! Che stai dicendo?!-

-Non è questo il corridoio!-

-Come non è questo?! Certo che lo è! La finestra è quella!- risponde lui, girandosi ad indicare una delle finestre del corridoio in cui siamo entrati poco fa.

Scuoto la testa, mentre il cuore inizia a battere più forte: -No Blaise! Io l'ho visto! Non è questo! La carta da parati! Guardala!-

-La... carta?!- chiede lui incredulo, girandosi ad osservarla –E' beige. Quindi?-

-Era scura!-

-Granger era notte fonda!-

-Ma se fosse stata beige non sarebbe sembrata nera Zabini!-

Lui rimane in silenzio, come a soppesare le mie parole.

-La polizia e gli Auror hanno analizzato questo corridoio. La finestra rotta era quella. Era ancora rotta quando sono saliti quassù- mi spiega dopo qualche secondo, indicando la finestra alle sue spalle, che si trova nella prima metà di corridoio –E di sotto...- fa una pausa –C'era il...-

-Ed ecco spiegato il motivo per cui non hanno trovato nulla. Siamo stati depistati anche stavolta- lo interrompo prima che completi la frase.

Silenzio.

-Quindi... hanno spostato il suo corpo...- continua lui dopo qualche secondo, parlando più con sé stesso che con me, e provocandomi un altro brivido.

-Si... E hanno inscenato questo- concludo, mentre un'altra fitta di mal di testa, che sembrava finalmente essersi zittito, mi colpisce fulminea.

Hanno davvero spostato il suo corpo... Quindi... ciò significa che il punto in cui lo abbiamo trovato... non era quello da cui realmente era caduto...

Tremo.

-Dobbiamo spostarci. Ora-

-E dove?-

-Il corridoio che ho visto era esattamente come questo. Mi trovavo in questo punto. A sinistra la porta e dall'altro lato, il corridoio che svolta in quella direzione- gli spiego indicando il tutto –L'unica cosa diversa è il colore delle pareti. E credo che quelle che cerchiamo siano esattamente dal lato opposto. Ci hanno depistato per mandarci quanto più lontano possibile-

Rimaniamo in silenzio.

Poi, come se avessimo pensato entrambi la stessa cosa, scattiamo insieme verso la porta alla mia sinistra.

La apro con la magia ed un corridoio gemello a quello che abbiamo appena lasciato, si apre davanti ai nostri occhi.

Ma anche qui le pareti sono del colore sbagliato.

Giallo paglierino.

Corriamo, svoltando l'angolo successivo e arrivati davanti la porta... ci fermiamo.

Lo guardo.

Lui ricambia.

L'angolo opposto.

Ci siamo.

Abbasso brevemente la testa, come a chiedergli se sia pronto e lui, per tutta risposta, mi imita.

-Alohomora- pronuncio a bassa voce e quando sento la serratura scattare, il fiato mi si mozza in gola.

Abbasso la maniglia e...






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Spazio Autrice

BUONASERAAAA :D BEEEEH UNA SOLA DOMANDA: CHI E' IL COLPEVOLE?! XD 

DAI CHE SECONDO ME CI SIETE ARRIVATI XD

MA IN TUTTO CIO', FINORA, C'E' SOLO UNA COSA CHE E' ARRIVATA UFFICIALMENTE: LA FINE. 

>.<

Eh già... 

Ci siamo. 

Questo era l'ultimo capitolo >.< 

Il prossimo sarà l'epilogo :'( Ancora non ci credo...

Un avviso importante prima di tutto: l'epilogo non avrà uno "Spazio Autrice". Sarebbe inutile, dato che la parte successiva è quella dei ringraziamenti. Quindi preferisco il "silenzio stampa". 

Intanto questa sera ci tengo davvero a ringraziare tutti quanti voi, dai nuovi lettori a quelli storici che ci sono sin dall'inizio <3 Davvero, ancora non ci credo che tutto sta per finire >.< E voi siete ancora qui con me <3 Ad assecondare i miei disagi, a fare supposizioni e ad odiarmi per i miei "finali di capitolo" molto TRANQUILLI e SENZA SUSPANCE xD DAVVERO, GRAZIE DI CUORE <3 

Spero che il finale vi piacerà. Non vedo l'ora di conoscere i vostri pareri. 

Sono molto MOLTO MOLTO emozionata.

Ok, non aggiungo altro. 

Ci risentiamo prestissimo *-* PROMESSO *-*

Mi raccomando 

Stay Tuned :*

Iron9208 (Arlen)

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