Parte 10 Imperfetta

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Sara si era svegliata nel mezzo della notte, sudata, nelle orecchie i gemiti amorosi che accompagnavano il riposo dell'oscurità wakandiana.

Innervosita oltremodo, uno sguardo a James al suo fianco, che riposava sereno con Einstein ai piedi, si alzò, uscendo velocemente dalla casetta, per dirigersi al fiume, portando con sé un telo di lino che usava come asciugamani.

Si liberò della veste bianca, che poggiò a terra, e si tuffò, nell'acqua fresca del fiume, in cerca di un po' di sollievo alle sue pene. Nuotò per qualche minuto, tranquilla. Solo per un attimo ebbe la sensazione di essere spiata, poi si mise a galleggiare supina, con la nuca ed i capelli immersi anch'essi.

Non si era sbagliata, c'era qualcuno che la osservava. Barnes, da lontano, rimirava il suo corpo meraviglioso, i capezzolini eretti che emergevano fra le lievi onde del ruscello, rigidi  per il fresco dell'acqua, i capelli a raggiera intorno a lei...un'affascinante e favolosa sirena...la sua!

Pensò fosse meglio rientrare e lasciarla al suo bagno, ma fu il beagle a decidere per lui, raggiungendo la sua proprietaria, in men che non si dica.

Immaginando che la Spencer si sarebbe voltata e lo avrebbe scoperto, camminò fino alla riva e la chiamò, a bassa voce, scherzando 'Spencer, bagno di mezzanotte?'.

Sara, con il cagnolino che le leccava il viso, alzò la mano, in segno di saluto, rimettendosi dritta con l'acqua fino alle spalle 'Ciao...ti ho svegliato, scusami!'.

'Tranquilla, non è un problema. Con l'umidità della zona, non dormo bene nemmeno io...ti dispiace se entro?' domandò.

'No, figurati' che poteva dirgli? Mica aveva il monopolio sul fiume. Anziché girarsi, rimase con gli occhi fissi su di lui, che si spogliava e la raggiungeva, il fisico allenato e robusto, splendido, che già aveva stretto a sé nel suo letto.

'Che fai?' lo sapeva già, l'aveva scrutata di nascosto.

'Ho nuotato per un po', ora mi godevo la temperatura dell'acqua' nel parlare, fissava le sue labbra, sotto la luce della luna piena.

'Se vuoi continua, io non posso seguirti' mosse il moncherino del braccio 'con la protesi riesco perfettamente, senza sto a malapena a galla. Peccato, adoravo nuotare, ed il mare soprattutto. Ci andavo con Steve, quando eravamo ragazzi, ogni volta che potevo'.

La confessione l'aveva tanto intenerita, che le sovvenne una soluzione, pure se la sua proposta avrebbe comportato un contatto fisico fra loro 'Proviamo insieme, sono abbastanza forte da tenerti, ed hai le gambe. Tu muoverai quelle, io sarò il tuo braccio' gli tese la mano.

Lui, un battito spezzato nel petto, l'afferrò, non esitando nemmeno per un secondo 'Come?'.

'Così' incurante, per una volta, della propria nudità, lo abbracciò all'altezza della vita, dal lato sinistro del corpo, con il braccio destro e gli si mise, accanto, nella posizione dello stile libero 'sbattiamo entrambi i piedi, al resto penserò io'.

Lo tenne stretto, iniziando a sforbiciare le gambe e Buck fece altrettanto, vedendo il braccio sinistro della ragazza rompere, con potenza, la superficie dell'acqua.

Ad ogni bracciata e colpo di gambe, nuotavano, come fossero un unico essere umano, veloci, con il cagnolino che li tallonava.

'E' fantastico!' Barnes commentò; si sentiva leggero, colto dalla sensazione tipica del galleggiamento, dalla piacevolezza di essere ancora unito a lei, dello strofinio delle sue carni sulle proprie, della sua dolcezza, degli smeraldi che lo ammaliavano, di un sorriso sensuale via l'altro, che gli aveva rivolto.

Utilizzando le sue capacità, la Spencer virò, per tornare indietro, in direzione della riva, poiché già avevano nuotato per una mezz'ora 'Ci verranno le branchie, se non smettiamo' lo aveva schernito, serena, contenta della loro vicinanza; finalmente aveva sdoganato la sua potenza cibernetica, l'aveva utilizzata nella sua vita privata, nell'unico posto al mondo dove si era sentita libera e non giudicata...e ora anche con l'unico uomo al mondo che l'avesse fatta sentire nello stesso modo.

'Grazie!' rimettendosi in piedi, l'acqua all'altezza dei fianchi, Bucky la guardò, sfiorandole il viso con una carezza, mentre era ancora immersa fino alle spalle.

Il tocco delle sue dita scatenò un desiderio talmente intenso in Sara che lo affiancò, emergendo dal fiume 'Sei sempre stato tu il mio spiraglio di felicità, solo tu' glielo aveva già detto ma ora il concetto si era come concretizzato. Le parole erano uscite spontanee e naturali, insieme a due lacrime, una per ciascun occhio...era commossa e dilaniata dal sentimento che provava per Lupo Bianco...

Mise i palmi delle mani aperte sul suo torace, muovendoli fino al collo, per incrociare le braccia dietro la sua testa, poggiando completamente il corpo su quello dell'uomo, che, il fiato trattenuto, le lambì i glutei e la schiena, con la destra, sotto il tappeto dei capelli bagnati.

'Spencer...tu sei il mio' non riuscì a pronunciare altro, che le loro labbra si rincorsero, appassionate, dopo le settimane di distacco forzato. Fu un attimo di felicità...
Le lingue intrecciate, i corpi intrecciati, le anime intrecciate.

'James...vieni' mano nella mano con lui, si diresse verso la loro casetta, lasciando Einstein a scorrazzare nei campi, entrando ed accendendo, con un fiammifero, la candela di cera che avevano in dotazione.

Si stese sulla stuoia, in attesa.

Bucky le si accomodò di fianco 'Sei sicura? Te la senti? Stavolta nessuna forzatura' aveva paura che non fosse pronta. Non desideratava nulla di più che amare Sara, ma stavolta avrebbe rispettato i suoi tempi.

Sara alzò il viso, per farsi baciare ancora, mormorando 'E' il momento perfetto'.

'Sì, amore mio, lo è! Tu sei perfetta' con gli occhi lucidi, scese ad unire le labbra con quelle della ragazza per cui aveva perso la testa.

Lei fu sopraffatta da turbinio di emozioni, per le parole appena ascoltate e per la vicinanza delle loro anime. Contraccambiò la sua bocca, ardente ed appassionata. Le meditazioni, a cui l'aveva costretta Shuri e che avevano avuto solo James al centro delle sue fantasie, l'avevano affrancata dalle rigidità dei cambiamenti fisici. Superò i propri limiti mentali, anche quelli della dismorfofobia. Seguì esclusivamente l'istinto, sentendosi bellissima e libera. Sua...era sua e fino all'ultima cellula e bullone!

Si inginocchiò, abbassandosi a baciare il malleolo di Buck, all'interno della caviglia, sfiorandolo sulle gambe, in ogni centimetro di pelle, risalendo per i polpacci e le cosce muscolose, con uno sguardo spiritato e coinvolto, rivolto al suo amante, che la fissava, in estasi.

Avvolse lo scettro di James, con entrambe le mani, iniziando a lambirne l'estremità, disegnando ghirigori ed arabeschi preziosi sulla sua intimità, utilizzando la mucosa morbida, con un massaggio lento e delicato, molto diverso dalla maniere della volta precedente.

Lo sollazzò,  fra le labbra, innocente ed esperta insieme, gli smeraldi puntati sul suo viso, per farlo impazzire, con disegni fantastici e volute fino ad assaggiare il suo nettare amoroso.

'Sara!' fece il suo nome, a voce alta, nel momento del massimo piacere, senza riuscire a trattenersi, la destra a carezzarle i capelli ed immediatamente a tirarla a sé, sopra il suo petto, per ricominciare nuovi giochi di baci brucianti, senza mai smettere di sfiorare la sua pelle vellutata e morbida come seta, nonostante la ricostruzione artificiale.

La blandì, con i polpastrelli, sulle mammelline gonfie di eccitazione, stimolando i capezzolini inturgiditi dal suo tocco, scendendo col viso in mezzo al suo petto per succhiarli, insaziabile, ghiotto di lei.

In quella posizione, sentiva i battiti del cuore di Sara che acceleravano assieme ai propri, ascoltava i suoi sospiri.

L'aveva lambita, dolcemente, sulla fragolina, introducendo la punta della lingua all'interno del suo fiore, per assaggiare i suoi succhi come fossero una bevanda preziosa. L'aveva inumidita, inserendo in lei le dita, una dietro l'altra, con delicatezza, e l'aveva deliziata più a lungo possibile, bloccandosi nell'istante in cui aveva capito di averla portata al limite, per poggiare la punta della sua durezza all'imbocco della ragazza, entrando, piano, fino a riempirla completamente.

La Spencer aveva aperto le gambe, accondiscendente e presa, alzando le cosce che aveva agganciato, piegate, dietro a quelle granitiche di Barnes.

Non c'era spazio alcuno fra di loro, erano un unico essere umano con due battiti, le labbra unite di un bacio infinito.

Bucky la tenne avvinghiata a sé, scaldandola con la propria anima sulla sua, nonostante la canicola africana, aumentando gradualmente l'intensità delle spinte, per far accrescere il suo piacere fino a raggiungere l'apice  della beatitudine insieme a lui, udendola rabbrividire e gemere a lungo ed intensamente, ed alla fine buttare fuori l'aria dai polmoni quasi con rabbia, come fosse una liberazione. Perché lo era!

Fu un sospiro di felicità che prese il posto del silenzio dei loro cuori, nella spartana casetta che li ospitava.

Il ti amo reciproco che si scambiarono fu solo il primo di una notte perfetta.

***

Sentiva il respiro di James sul collo, insieme alla sua bocca umida. Stesa di fianco, ai piedi del grande albero di prugne gialle, Sara ansimava agli affondi del suo uomo dentro di lei. Erano affondi anche nell'anima, come ogni volta che facevano l'amore.

Girò il viso per baciarlo e fissare gli smeraldi negli occhi azzurri, intanto che i brividi causati dal tocco delle dita della mano destra di lui che le sagomavano il corpo unico, la raggiunsero, come un uragano.

'Amore mio...' nel momento dell'esplosione del proprio piacere, Buck non si contenne, gridando senza ritegno.

'Sei troppo rumoroso...pure per la notte wakandiana, Lupo Bianco!' lo rimproverò, accoccolata nell'incavo del suo braccio, sopra il moncherino, che si era diretta a baciare.

'Ci perdoneranno...si sta tanto bene qui, non andrei più via...' ammise lui.

'Hai ragione, però la nostra vita vera è a New York, con gli altri e insieme' era meglio essere realistici.

'Insieme di sicuro...se non fossi tornato la prima volta dall'Africa, non ci saremmo conosciuti!'.

La Spencer annuì, alzando il volto.

Passavano ore ed ore abbracciati, dopo l'amore, a fissare il cielo stellato africano. Sulla linea equatoriale le stelle apparivano più vicine, pareva ti venissero incontro. L'orizzonte era libero da nuvole e foschie e si riconoscevano le costellazioni con estrema facilità.

Era il loro passatempo notturno, diventato una piacevole abitudine, dopo un tuffo nell'acqua fresca del fiume e le coccole amorose. Senza contare che, sotto il grande albero, avevano una riservatezza che al villaggio mancava.

Quella sera Sara era particolarmente silenziosa, quasi assente.

'Che c'è che non va?' Buck la esortò ad aprirsi.

'Quando sono felice come adesso, c'è una parte di me che ritiene di non meritarlo. Davanti ho l'immagine della donna incinta che ho ucciso, penso a lei ed al suo bimbo. Era un maschietto, oggi avrebbe quasi tre anni' con la voce incrinata spiegò 'è stata solo colpa mia!'.

'È stato un incidente, non lo hai fatto di proposito!' la contraddisse.

'James, ho bevuto, fumato e consumato le droghe che mi hanno offerto, al festino cui ho partecipato, e mi sono messa al volante consapevole di non essere lucida per guidare. Avrei potuto, anzi dovuto soprassedere; non mi libererò mai dal peso del mio gesto. E il destino mi ha punito; ho spezzato le loro vite e il mio corpo non potrà dare la vita a nessuno, non avrò la soddisfazione di diventare mamma!'.

'So da Banner e Romanoff che eri finita in un brutto giro, che le persone che ne facevano parte ti avevano manipolato. Forse ti dai troppe responsabilità...non voglio giustificarti, ma dovresti rifletterci...per me è lo stesso. Sono stato uno spietato assassino per decenni! Ho ucciso molti innocenti e non incidentalmente. È peggio. Quando mi hanno raccontato la tua storia, ho capito che ci accomunava il metallo che ci portiamo appresso oltre che il senso di colpa; ci siamo riconosciuti l'uno nell'altra al primo sguardo, pure per questa ragione'.

Sara si rialzò verso di lui 'Non dici sul serio! Eri un pupazzo in mano a mostri crudeli che ti hanno usato come uno strumento micidiale, che tiravano i fili delle tue azioni. In assenza di condizionamento, non saresti stato un killer, hai difeso e difendi valori opposti. E sei l'uomo più dolce e gentile che ci sia. Non voglio sentire un'altra parola del genere sull'argomento, mai più' lo rimproverò, aspramente.

'Spencer, hai vinto! Ai tuoi ordini!' bisbigliò, colpito, giocando con le ciocche di capelli schiarite dal sole 'tu sei perfetta, perfetta in ogni sfaccettatura; sei la mamma perfetta di Einstein...sarai la mamma perfetta di un bambino che qualcun altro non ha voluto o potuto tenere, un bambino speciale e perfetto come te'.

Lei sbuffò, odiava l'aggettivo con cui la caratterizzava. Ma era così carino che non osò dirgli nulla, lo amava anche per questo.

'Allora sei imperfetta...per me! E per il nostro cane!' terminò Buck, intuendo il suo disappunto e vedendo il beagle saltarle sul petto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro