Parte 6 Cuore di latta

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L'attesa era stata molto lunga. Bucky era rimasto seduto con Einstein senza alzarsi mai, di fronte alla porta della sala operatoria, sperando che uno dei tre scienziati si affacciasse per un ragguaglio. Cosa che era avvenuta un paio di volte, con pochi dettagli.

Solo dopo molte insistenze di Steve, Barnes lo aveva seguito nello spogliatoio, per fare una doccia e cambiarsi. Erano ancora vestiti come pinguini, per la festa di Bruce e, non troppo profumati, alla luce dello scontro fisico.

Clint e Nat si erano offerti di recuperare la moto del Capitano, rimasta parcheggiata al Campus, e di recarsi nei loro appartamenti, per prendere un cambio di abiti per ciascuno.

'Non ti molla!' sotto il getto dell'acqua calda, Rogers, insaponandosi, si sentiva guardato. Il cagnolino li scrutava entrambi, triste, dal corridoio accanto gli armadietti.

'Steve...mi sono innamorato di un beagle e della sua proprietaria...è la prima volta in un secolo che mi capita' l'altro lo confessò a bassa voce.

'Uhm...già lo sapevo...pure del cane! È una cosa bella...o no?'.

'Nemmeno gliel'ho detto, e potrebbe morire, per causa mia. Ero così arrabbiato da averla presa a letto con parecchia forza, l'unica notte che siamo stati insieme; l'ho trattata in maniera ignobile, perché pensavo di farle orrore, per via del braccio, dato che fisicamente mi respingeva quando tentavo di toccarla...non sapevo della sua malattia, men che mai immaginavo fosse bionica!' Era sull'orlo delle lacrime, il braccio sano poggiato sulle mattonelle bianche quasi a tenersi.

'Ehm...non farti strane idee' il Capitano lo cinse per la vita solidale, tentando di non sfiorarlo troppo, visto che erano ambedue nudi.

Bucky mise la testa sulla spalla del suo amico più caro, scoppiando in un pianto disperato.

'Buck, ce la farà, ne sono certo...e sai di che sono più sicuro? Di ciò che ho visto coi miei occhi. Una donna meravigliosa, vestita con un abito elegante in seta rosa, che, senza alcuna paura, si gettava su una bomba, per salvarti...se non è amore questo...' il Capitano lo consolò, sincero e poi proseguì 'devi essere forte per tutti e due, ne avrà bisogno. Ero a conoscenza delle sue modifiche, però ho ritenuto di non dirtelo poiché lei stessa aveva omesso di farlo e non volevo intromettermi. Su, diamoci una sistemata; Gesù, il tuo cane mi scruta come volesse il mio scalpo...è geloso di me!'. Commosso dal non aver mai sentito Barnes tanto provato, tentò, con una battuta, di distrarlo, e l'altro si girò verso il quattrozampe.

In effetti, Einstein aveva tirato fuori i denti e li mostrava a Cap, feroce. 'Calmati, bello...c'è solo Sara nel mio cuore...e Steve, nella mia vita, da molto prima di chiunque altro! Fattene una ragione!'. Come sempre, il beagle lo ascoltò e si quietò.

***

L'intervento ricostruttivo di Sara era durato più di venti ore, estenuanti sia per chi lo aveva effettuato sia per chi le voleva bene, ovvero le poche persone che erano al New Avengers Facility, a cui si era unito Thor. Il biondo principe asgardiano, riaperto il Bifrost, si era affrettato a tornare su Midgard, per stare vicino alla giovane collega.

'Allora?' Clint aveva quasi aggredito Tony, uscito dalla sala con Shuri e Bruce, giacché quest'ultimo si era precipitato fra le braccia della Romanoff, inaspettatamente, piuttosto che ragguagliarli, provato.

Nat, meravigliata, aveva intuito l'esito positivo dell'operazione e che il dottore avesse bisogno di conforto.

'Abbiamo ricostruito interamente le gambe di Sara. Saranno più robuste, con la nuova tecnologia di mia invenzione. Tecnicamente è perfetta. Ho saputo dei suoi problemi di accettazione di sé...beh...quelli purtroppo rimarranno. E' sedata, fino a domani mattina non si sveglierà. Tuttavia, il recupero sarà molto più veloce dell'ultima volta, potrà camminare senza indugio e tornare a casa fra qualche giorno' la wakandiana riassunse la prognosi.

James emise un sospiro di sollievo, con Rogers accanto che fece un bel sorriso.

'Bravi, ragazzi' Clint si complimentò, esprimendo i pensieri dei presenti 'Grazie, Shuri!'.

'Prego, è stato un piacere. Fino a domani, non potrete vederla. Vi consiglio di andare a riposare. Io rimarrò al suo fianco, per qualsiasi evenienza o complicazione, anche se sono certa non ve ne saranno' la ragazza con le treccine li spronò.

'Ha ragione' Bruce si accodò 'Bucky, ti va di tenere Einstein? E' guarito e qui non può stare. Inoltre, sono certo che Sara vorrebbe così' stupendo gli astanti e Barnes per primo, Banner propose la soluzione più logica per la gestione del cane, che, al volo, si diresse verso l'uscita della base, prima di tutti, avendo ovviamente capito dove avrebbe trascorso la notte.

***

Sara aveva aperto gli occhi, lentamente. Era nel laboratorio della base, avrebbe riconosciuto quel soffitto fra mille altri, dati i giorni che aveva passato stesa a guardarlo, durante la convalescenza successiva al suo incidente.

Abbassò la testa e si vide...i piedi! Maledizione, allora era viva e l'avevano riparata! Provò a muoversi e riuscì, senza troppo sforzo né dolore, stranamente.

Nella stanza vuota fece capolino una ragazza di colore, snella e di aspetto gradevole, i capelli acconciati in treccine legate fra loro, gli occhi scuri intensi su di lei, un sorriso rassicurante 'Buongiorno, Sara. Sono Shuri, vengo dal Wakanda. Ho contribuito, con le mie conoscenze scientifiche, a ricostruire le tue gambe, insieme a Bruce e Tony'.

'Ciao...' aveva la bocca impastata 'sei l'amica di James...mi ha parlato a lungo di te. So che lo hai aiutato, sia per il condizionamento sia per la protesi'. Era molto carina, se ne sentì gelosa, senza motivo...James...ricordava il suo sguardo turbato davanti al proprio corpo metallico, spappolato sul pavimento della biblioteca universitaria. Non c'era futuro per loro. Le venne da piangere, chiedendosi come avrebbe potuto dimenticarlo, come sarebbe potuta tornare alla sua vita solitaria dopo i momenti passati insieme.

Quasi intuendone i pensieri, la wakandiana le prese la mano 'Certo, è proprio Bucky che mi ha chiamato per correre qui. Era così preoccupato per te...lui e il tuo cane. Sono rimasti al tuo capezzale insieme' rise 'a vederli, molto divertenti!'.

La Spencer sospirò, intanto che sopraggiungeva Banner 'Finalmente sei sveglia. Sara, è stato un miracolo. Hai subito un intervento lunghissimo, ma sarai più robusta; la lega in vibranio che ti abbiamo impiantato è molto più resistente di quella usata in precedenza. Il recupero sarà veloce, starai bene e presto' il dottore era entusiasmato.

Sara no. Incazzata, lo interruppe 'Bruce, ti avevo pregato di lasciarmi andare, di farmi morire. Stavolta cos'è che non hai capito delle mie parole? Tre anni fa ero incosciente dall'inizio ed hai fatto quello che volevi...ti sei comportato nell'identico modo, fregandotene di quanto chiedevo io!'. Era seria e convinta.

Banner le rispose, per le rime 'L'eutanasia, nei casi come il tuo, non è permessa nemmeno a livello legale. Credevo ci avresti ringraziato di avere una seconda possibilità, per i nostri sforzi. Per mio conto, ho salvato un'amica. Un ultimo ricordo nella mente mi ha motivato nel corso dell'intervento...tu, che in abito da sera, prendevi l'aperitivo con il tuo ragazzo, felice; se mi sono sbagliato, se, sul serio, non hai nulla per cui valga la pena vivere, quando sarai dimessa potrai scegliere per te stessa, entrare in una farmacia e comprare un flacone di pillole. Fai come ti pare...'.

Lei respirava affannata, riflettendo, senza la minima intenzione di scusarsi.

'Signori, basta discutere di argomenti tristi...fuori dalla porta ci sono amici in attesa, soprattutto due maschietti' Shuri la aprì e, come un fulmine, Einstein saltò sul letto e leccò il viso alla sua amata padroncina che lo strinse, vedendo Barnes avvicinarsi, seguito dagli altri quattro colleghi 'Ciao...' era così emozionato e felice di vederla viva che le parole gli morirono in gola.

Clint le dette un bacino 'Bentornata, ragazzina. Non farci più scherzi simili!'.

'No, prometto!' gli rispose, era sempre tenero con lei.

'Il tuo beagle si è ufficialmente fidanzato...con Bucky' Steve fece una battutina 'sai, da stanotte sono andati a convivere...posso testimoniare di averli sentiti amoreggiare'.

'Come sarebbe?' domandò, curiosa.

'Ho chiesto a Barnes di tenere Einstein con sé, fino a che non verrai dimessa' il dottore spiegò. Era evidente che la sua idea di sottrarglielo fosse tramontata.

'Hai fatto bene, grazie' la Spencer guardò James riconoscente e si forzò 'Cap, li dovrai aiutare a scegliere le bomboniere, prevedo un matrimonio imminente!'.

'Avvisatemi, non voglio mancare' Thor si fece largo, per abbracciare la paziente 'Sei stata coraggiosa e incosciente. Ha ragione Barton, non farmi preoccupare. Quando sono ad Asgard non posso proteggerti'.

'La prossima volta ti avvertirò per tempo e volerai a salvarmi col martello!' la Spencer prese in giro il principe, tranquilla, in apparenza.

'Signori, la nostra degente necessita di riposo e dobbiamo effettuare dei controlli. Per favore, togliete il disturbo!'. Tony, sopraggiunto con in mano delle provette per le analisi del caso, li invitò ad uscire.

'Sono contenta tu stia bene, riguardati' la Romanoff bisbigliò a Sara poche parole, che per lei valevano come un'enciclopedia di carinerie.

'Grazie, Nat!'.

James le fece l'occhiolino, richiamando a sé l'obbediente beagle, sperando in un sorriso; la Spencer, diversamente, si coprì il volto con il braccio, un vero e proprio gesto di chiusura al mondo...ed a lui soprattutto.

***

Bucky si ritrovava con Sara ed Einstein sul Quinjet in direzione Wakanda. La Spencer c'era stata spedita dai colleghi Avengers, praticamente a forza, e Clint e Nat li avevano persino accompagnati in aereo.

Ora la ragazza era seduta sul seggiolino accanto al suo, col beagle che faceva un pisolino ai loro piedi. E non gli aveva mai rivolto la parola. Mai.

Si era chiusa su se stessa in maniera spaventosa, al risveglio dall'operazione, rifiutandosi di incontrare chicchessia.

Quando Steve l'aveva convocata in sala riunioni, il giorno delle dimissioni dall'intervento, forse la diretta interessata aveva immaginato che le avessero organizzato una festa a sorpresa o simili. Nulla di più lontano dalla realtà.

Schierati al tavolo ovale, i colleghi l'avevano fatta accomodare, per un severo confronto.

'Sara, da tempo ti affidi a un terapista per risolvere i problemi di depressione e dismorfofobia, però, mi ha segnalato che la situazione peggiorata, a seguito dell'intervento. Così non puoi andare avanti. Allo stato attuale, sei fuori dalla squadra. Mi spiace, sono il vostro leader, debbo salvaguardare la vita di tutti noi, compresa la tua. Non riesci a gestirti e non posso farlo al tuo posto'. Senza mezzi termini, Rogers aveva sottolineato le proprie intenzioni.

'Perché? Il lavoro è l'unica cosa che mi rimane! Siete stati proprio voi a insistere che entrassi a far parte del vostro team, tre anni fa' lei, sorpresa, le occhiaie per le notti insonni, indosso la tuta blu da ginnastica, aveva tentato di dissuaderlo.

'Non hai altra scelta! Devi prenderti una pausa' Steve era monolitico.

'Se permettete un mio consiglio' Shuri, seduta affianco a Bucky, si intromise 'perché non vieni qualche giorno in Wakanda? Partirò nel pomeriggio, potrai raggiungermi con calma. Ho sottoposto il Sergente Barnes ad una terapia contro il condizionamento che ha dato ottimi risultati e potrebbe essere utile, per un caso come il tuo' si offrì gentilmente.

Sara comprese dagli sguardi condiscendenti dei colleghi che la proposta non fosse stata casuale, che avessero architettato un piano per incastrarla e chi fosse il burattinaio della sceneggiata.

'È una tua idea, vero, Bruce? Detesto il tuo modo di fare. Ne abbiamo già parlato!' quasi aggredì Banner.

'Se fosse? Hai sempre paura. Sei dotata di una forza fisica immensa e, insieme, di un cuore di latta. Sara ed il Mago di Oz! Il tuo problema non sono il vibranio o i circuiti, ma quel maledetto cuore! Purtroppo per te, non posso riparartelo' il dottore rispose, accorato, senza mezzi termini, cosa che era poco da lui, facendola incazzare.

'Sei la persona più falsa ed incoerente che conosca. Ti nascondi dietro i tuoi libri ed i tuoi modi fintamente garbati. Spari consigli saggi ma quando si tratta di te, ragioni in modo diverso! Due pesi e due misure, sia per Hulk sia per la tua vita privata' lo accusò, sarcastica, il viso in fiamme per la rabbia.

'Che vuoi dire?'.

'Io dovrei andare in Africa a fare non si sa cosa, mollando tutto, tu non hai avuto nemmeno il coraggio di dire a Natasha che l'ami ancora, perché sei talmente vile da non ammetterlo nemmeno con te stesso!' gli gridò in faccia e quello, i pugni stretti e gli occhi bassi, si alzò e lasciò la riunione.

Con la Romanoff che sospirava, nella quiete apparente della stanza, Barton suggerì 'Puoi tornare indietro, non è mica una soluzione definitiva. Vai per un paio di settimane, vedi come ti trovi e se le tecniche di Shuri possono darti giovamento. Casomai non fosse così, mi telefonerai e ti verrò a prendere immediatamente, con il jet. Anzi, io e la Vedova ti accompagneremo pure, giusto?'.

La russa annuì, fissando la Spencer, che tentennava. Certo non avrebbero potuto farla salire sull'aereo, se non avesse voluto 'Ovviamente, Einstein verrà con te!' aggiunse la collega.

'E Bucky ti seguirà, perché non permetterò tu vada da sola. Lì conosce tutti e tutto e staremo più tranquilli' Steve aveva avuto l'illuminazione del secolo, durante la discussione. Sentì una botta sul ginocchio, sotto il tavolo, proprio di Buck, che lo fissava con gli occhi sgranati. Come gli era venuta in mente una stronzata simile?

Poiché, invece, a Cap era parso di vedere un guizzo nello sguardo di Sara al suo suggerimento, la incalzò 'Allora? E' una soluzione accettabile per te?'.

Lei annuì, mesta. Messa alle strette, aveva acconsentito, forte del suggerimento di Clint.

'Eccellente! Se, al tuo ritorno, il tuo stato psicologico sarà migliorato, non ci saranno problemi al reintegro fra gli Avengers! Shuri darà a te e Barnes i dettagli! Vi muoverete fra due giorni' Rogers si alzò dalla seggiola, con un sorriso soddisfatto. In fondo, era sempre il buon samaritano di Brooklyn.

'Barton mi ha prestato la macchina, per riportarti a casa' James, al termine dell'incontro si era proposto di scortarla.

'Avrei preso la metropolitana, come al solito, non dovevate darvi tanto disturbo; sto bene, fisicamente' non voleva trattenersi con Bucky e ci era costretta.

'Sei di malumore?' le domandò, nel tragitto in auto. Non gli aveva parlato, nemmeno per sbaglio. E non gli rispose nemmeno in quella circostanza; lui si arrese e si concentrò sulla guida, per tentare di nuovo all'arrivo al suo appartamento.

'Non arrabbiarti, sono venuto a casa tua ad annaffiare la serra' le aveva confidato, augurandosi le avrebbe fatto piacere. Si era fatto dare le chiavi dal portiere dello stabile, che ne aveva una copia 'e quella è per te' le aveva lasciato una pianta di calle rosa, poggiata in bella vista sul tavolino di legno scuro, posto davanti al divano.

'Grazie, per tutto' la Spencer, colpita aveva mormorato tre parole.

'L'ho presa per il colore, lo stesso del vestito favoloso che indossavi al Campus' confessò, rendendosi conto, solo in quell'attimo, che probabilmente per lei era un ricordo da allontanare.

'E' bellissima, sul serio' era la verità, ed un pensiero gentile, come era sempre stato nei suoi confronti.

'E' un regalo del quadrupede, non mio! Comanda lui! Su ogni cosa' ridacchiò, dato che Einstein si era appollaiato vicino alla calla e la indicava col musetto.

Prese fiato, e si bloccò, incerto. Rientrando in casa di Sara, come ogni volta in cui c'era stato per le piante, si era ritrovato la testa zeppa di idee su ciò che avrebbe dovuto dirle. Argomenti, non gli mancavano. Il coraggio per esprimerli, diversamente, scarseggiava.

Aveva paura di ferirla, di come l'avrebbe presa, di non essere abbastanza delicato, alla luce delle ulteriori fragilità che aveva scoperto in lei. Il timore più grande, però, era di perderla per sempre, a causa della notte assurda in cui si erano amati e le reazioni della sua mente all'episodio dello scoppio della bomba.

'James...non ho voglia di confidenze, non ho voglia di nulla, in questo momento' aveva intuito dall'atteggiamento ambiguo che non fosse lì solo per il regalo.

'Per piacere, devi ascoltarmi!' la implorò.

'Ho detto di no, non insistere!' fredda, si era rivoltata, mettendosi di fronte la finestra e dandogli le spalle 'Vattene, lasciami sola!'.

'Siamo stati soli tanto tempo; da quando ci siamo incontrati, speravo non lo saremmo stati più' mormorando ciò che sentiva nel cuore, le carezzò i capelli, vedendola spostarsi, come colpita da una scossa elettrica.

'Non toccarmi!' lo allontanò, con una spinta, gli occhi di brace...il contatto con la sua pelle era diventato intollerabile.

'Scusami...ciao, Sara' Bucky, mortificato e addolorato, era tornato a casa sua e non l'aveva più vista né sentita fino alla partenza per il Wakanda.

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