Capitolo 12

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Quel bacio sulle sue labbra rossee, fu un bacio dolce, delicato, in cui assaporai ogni suo piccolo pezzo di labbro. Lui mi abbracciò stringendomi forte a sè, ed il calore dei nostri corpi andava ad unirsi creando una miscela di emozioni e di nuove sensazioni.
"Ti accompagno a casa tua e non da Davis" mi disse lasciando morbido l'abbraccio.
"C'è un problema, casa mia è sottosopra, qualcuno è venuto e ha gettato a terra tutto, mensole, tazzine, ha spaccato vetri, e fuori la porta ha lasciato un biglietto con scritto: ti troverò e sarai mia, poi ne ha lasciato un altro dentro l'armadio ed io per paura mi sono trasferita da Davis." gli dissi guardandolo negli occhi.
Il suo viso in un attimo si fece cupo, si allontanò dal mio abbraccio e andò verso il telefono. Lo vidi alzare la cornetta e digitare un numero.
"È tornato e la vuole, ci vediamo all'atelier tra un'ora." disse Paolo attaccando di colpo il telefono.
"Chi hai chiamato? Chi è che tornato? Tu sai qualcosa?" iniziai a riempirlo di domande, con la speranza di trovare delle risposte.
"Ora non c'è tempo per spiegarti tutto, ti porto da Davis, anche se non voglio però lì sarai al sicuro, io ora devo sistemare delle cose." mi disse iniziando a prendere il suo telefono e le chiavi della macchina dal mobile che era in salone.
"Andiamo forza" mi disse dandomi un leggero bacio.
In quel momento mi sentivo sballottolata, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, anche Paolo non era tranquillo e questo iniziava ad agitarmi ancora di più.
Salii in macchina e poco dopo partimmo.
"Chi è lui?" domandai, volendo sapere il suo nome per capire chi fosse.
"Si chiama Valerio, è un importante stilista, ha ereditato la casa di moda in cui lavora dalla sua famiglia. La madre è morta a causa della vita che conduceva tra alcool e droghe mentre il padre con un incidente d'auto. Aveva 19 anni quando prese in mano la sua azienda, ancora non ne sapeva nulla di moda e di come si gestisse. Conduceva la vita di un normale diciannovenne, ma si è trovato di fronte un marchio ben riconosciuto da preservare e da mandare avanti." spiegò Paolo, continuando a guidare.
Lui sapeva molto di più di questo uomo, lo conosceva sicuramente.
"Cosa vuole da me?" domandai, ansiosa di avere risposte.
"È semplice, una nuova modella per la sua linea ma soprattutto una nuova donna da portarsi a letto. Ma a quanto pare non sembra aver scelto un bersaglio difficile" mi disse, facendo un occhiolino sulla battuta finale che era molto ironica e sottile.
Decisi di tralasciare questa sua insistenza sul buon comportamento e continuai con le domande.
"Io non lo conosco questo Valerio, come fa lui a conoscermi?"
"Sei stata a casa sua l'altra sera prima di sparire con quel biondino dall'occhi azzurri che sa tanto di principe azzurro e che in realtà non è" mi disse facendomi un sorriso.
"Tu cosa ne sai? C'eri anche tu a quella serata?" domandai.
"Si Beatrice, ma non sapevo che quella era casa sua perché era sparito per un po' di tempo dall'Italia. Pensavo che quella fosse una location come le solite che affittiamo per certe occasioni, ma poi il mio amico Alex mi spiegò tutto ed io decisi di andarmene, ma proprio quando andai verso il cancello vidi i tuoi occhi guardarmi di sfuggita, e rimasi ad osservarti da lontano mentre parlavi con Davis e Ludovico." continuò a dire.
Io non l'avevo proprio visto, o almeno non ricordavo il suo volto.
"Ma tu chi sei? Cosa fai? Perché sei venuto in discoteca? Come hai saputo dove lavoravo?" iniziai a domandare sperando che lui mi desse delle risposte ai miei interrogativi.
"Siamo arrivati Bea, io devo andare di corsa all'atelier c'è Alex che mi aspetta, ti spiegherò tutto più tardi. Non dire nulla a Davis, non ora almeno. " mi disse parcheggiando fuori casa di Davis.
"Va bene" risposi e prima di scendere dalla macchina mi girò il viso e mi diede un lungo bacio.
"Voglio di nuovo il mio sapore sulle tue labbra quando ti verrò a prendere, chiaro?" disse tornando duro e facendo scomparire tutta la sua dolcezza dal volto.
"Comportati bene, passo per le 18.00, fatti trovare qui fuori." continuò, ed io annuii dandogli la conferma.
La sua auto ora si allontanava sfrecciando lungo la strada.

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