Capitolo 19

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Arrivammo dopo circa 15 minuti a casa di Paolo. Io scesi dalla macchina ancora nuda e con solo la sua giacca addosso e la mia borsetta.
Paolo aprì la porta e entrammo subito dentro casa.
Andai dritta verso la mia stanza per mettermi qualcosa addosso e optai subito per la mia camicia da notte di seta verde con del leggero pizzo nero al di sopra del mio seno.
Paolo mi seguì e si mise seduto sopra il letto.
"Allora? Come sapevi della figlia di Eveline?" domandai volendo avere risposta.
"Ho visto Eveline qualche giorno prima di incontrarti alla festa. Mi ha spiegato perché se ne era andata all'improvviso e mi ha presentato sua figlia." disse guardandomi.
Io mi misi seduta di fianco a lui cercando un leggero contatto.
"Perché non me l'hai detto?" domandai.
"Perché Beatrice è tutto così complicato, non sapevo avesse avuto una figlia da Valerio, concepita quando eravamo insieme. Non sapevo della sua vita da escort, non sapevo davvero nulla di lei, io stesso che credevo di sapere tutto" disse porgendo avanti la testa e iniziando a fissare il pavimento.
"Ti senti deluso?" domandai ancora.
"Si" rispose "ma ora non voglio parlare di lei, voglio stare con te e stringerti fra le mie braccia."
Mi avvicinai a lui e mi abbracciò forte. Fu un abbraccio caloroso, un abbraccio puro, svuotato di ogni pulsione erotica, era una abbraccio sincero di quelli che ti aggiustano il cuore.
"Mi dispiace per quello che ti ha fatto Valerio, io ero di sotto e vedevo tutto. Quando ti toccava mi sentivo morire dentro, ti stava torturando, ed io non riuscivo più ad accettarlo." disse rimanendo stretto nel mio abbraccio.
"L'importante è che sia finito tutto." dissi con voce soave.
"Vieni mettiamoci a dormire è tardi." disse Paolo staccandosi dal mio abbraccio e alzando il copriletto per farmi entrare.
Lui si spogliò e si infilò immediatamente nel letto.
Mi abbracciò, riscaldandomi con il suo corpo caldo e così ci addormentammo insieme.

*****
Aprii gli occhi e la prima persona che vidi fu Paolo che mi guardava mostrando un grande sorriso.
Era bellissimo anche di prima mattina, aveva i suoi capelli castani leggermente arruffati, i muscoli ben delineati delle spalle uscivano facendo scivolare le coperte sul suo addome.
"Buongiorno piccola" mi disse con tono soave e delicato stampandomi un leggero bacio sulle labbra.
"Buongiorno" risposi ancora mezza addormentata.
"Ho pensato delle cose, prima di tutto non andrai a lavorare per un po' di tempo è meglio che tu non vada in giro da sola, seconda cosa rimarrai da me ancora per molto tempo perché ti voglio con me ogni giorno, terza cosa oggi ti presento una mia amica che ti farà compagnia quando io non ci sarò a causa del lavoro, si chiama Elen ed ora preparati che dobbiamo andare a pranzo con lei."
"Aspetta aspetta Paolo, non puoi sputarmi tutte le tue idee di prima mattina io sto ancora dormendo" dissi ridendo, lui rise insieme a me e mi stampò un altro bacio sulle labbra.
"Hai mezz'ora per preparati" disse mostrandomi un sorriso e alzandosi dal letto.
Indossava solamente le mutande ed io potei vedere tutta la sua muscolatura ben delineata, cavolo se era bello.
Mi alzai dal letto e mi fissai davanti l'armadio che avevo riempito con i miei vestiti qualche giorno prima.
Rimasi almeno 10 minuti senza scegliere niente, pensavo solamente a Paolo e a tutto quello che era successo.
Per la prima volta c'era un uomo che mi piaceva davvero, che mi regalava forti emozioni, che mi faceva sentire davvero protetta e al sicuro fra le sue braccia.
"Vada per questo" esclamai svegliandomi dalla mia situazione di trans e prendendo un paio di jeans strappati e ci abbinai sopra una maglietta di tessuto leggero e trasparente gialla. Indossai le mie scarpe con il tacco nere lucide. Andai in bagno e mi sistemai i capelli lasciandoli mossi e aggiustandomeli con la piastra, mi feci poi un trucco leggero, presi la borsa e andai al piano di sotto dove mi aspettava Paolo.
"Sei bellissima" esclamò dandomi un bacio.
"Anche tu" dissi ridendo.
Aveva un paio di jeans molto stretti che gli fasciavano bene le sue gambe e i suoi fianchi e sopra portava una camicia bianca leggermente sbottonata, da cui si potevano ben intravedere i suoi pettorali.
"Allora dove stiamo andando?" domandai.
"Ad un ristorante al centro." rispose continuando a fissare la strada.
"Chi è questa Elen?"
"Una mia cara amica, ha curato la mia immagine per molti anni e ora continua ancora a farlo. Lavora nella moda proprio come me" disse mostrandomi un sorriso.
Vedremo chi sarà questa Elen, già mi immagino una donna piena di sè, capace solo di giudicare i look degli altri, sarà anche bella ma avrà poco cervello.
Annuii mostrando un sorriso a Paolo non facendogli notare la mia disapprovazione a riguardo.

Parcheggiammo e Paolo prese la mia mano mentre ci incamminavamo verso l'entrata del ristorante.
Una donna si avvicinò, era alta, capelli mori, i suoi occhi azzurri erano inconfondibili si sarebbero visti lontani chilometri.
"Ciao tesoro" disse abbracciando Paolo e stampandogli un bacio sulla guancia.
Iniziamo male, pensai.
"Piacere sono Elen" si rivolse a me porgendomi una mano e mostrando una grande sorriso.
"Piacere, Beatrice" risposi a mezza bocca, non mostrando molta simpatia.
"Venite ho prenotato il tavolo all'aperto. Oggi fa davvero caldo" disse mostrando sempre un grande sorriso.
Ci accomodammo, io mi sedetti vicino a Paolo e lei si mise davanti a noi.
"Allora Beatrice, raccontami qualcosa di te" mi domandò Elen.
"Ho 25 anni e fino a qualche giorno fa avevo una vita tranquilla" dissi ridendo.
"Si lo so, Paolo mi ha raccontato tutto.
Sono cose che succedono, soprattutto nel nostro settore." disse Elen.
Il cameriere ci interruppe chiedendoci cosa avremmo voluto ordinare.
Optammo tutti per un buon piatto di pasta e lui subito sparì.
"Dove hai trovato Paolo?" mi domandò.
"Sono io che ho trovato lei" si intromise Paolo ridendo e girando poco dopo il suo sguardo verso di me.
Io suoi occhi mi penetravano dentro, mi restituivano una grande felicità.
Erano come una abisso senza fondo, sapevano di assenza, di vuoto, di amore o meglio di bisogno d'amore.

Passammo il nostro pranzo fra le chiacchiere e dovetti ben rivalutare Elen, era davvero simpatica e non era una di quelle donne senza cervello, anzi era molto saggia. Mi piaceva davvero, e tutto sommato ero contenta di averla conosciuta.
"Allora ci vediamo Bea, questo è il mio numero tieni, chiamami quando hai bisogno" mi disse porgendomi un bigliettino da visita.
"Lo farò." dissi mostrandole un sorriso e salutandola con un forte bacio sulla guancia.

Tornammo in macchina questa volta per andare verso casa.
"È simpatica la tua amica" dissi ridendo.
"Si, con lei avrai da divertiti" rispose Paolo.
"Oggi non devo lavorare quindi che ne pensi di restare un po' a casa. Sono molto stanco"
"Certo non preoccuparti, anche io avrei bisogno di riposare" risposi.
Guardai fuori dal finestrino, era una bella giornata di sole e faceva veramente molto caldo. Alcune persone camminavano lungo le vie di Milano, altre erano ferme davanti alle vetrine dei negozi, oggi tutto era bello e tranquillo.
Entrammo a casa e ci mettemmo seduti sopra il divano.
Paolo accese la televisione e iniziò a cercare un film da vedere.
"Questo questo è bellissimo" urlai dalla gioia come una bambina piccola che aveva appena visto passare in tv uno dei suoi cartoni preferiti.
"Vada per questo allora" disse Paolo ridendo e portando il suo braccio sulle mie spalle facendo in modo che io mi appoggiassi a lui.
Oggi era tutto perfetto, avevo Paolo, ero serena, non mi preoccupavo di nulla e la giornata era fantastica, in più stavano anche trasmettendo il mio film preferito: non potevo desiderare altro.
La mano di Paolo mi accarezzava dolcemente provocandomi dei leggeri brividi. Appoggiai le mie labbra sulle sue e sentii la sua lingua prendere spazio all'interno della mia bocca. Mi diede un bacio appassionato che accese dentro di me il desiderio così mi misi subito sopra di lui prendendo fra le mani i suoi capelli e continuando a baciarlo profondamente. Le sue mani passarono lungo la mia schiena stringendomi forte verso il suo corpo.
Potei sentire la sua erezione così iniziai a muovermi sopra di lui.
"Alzati e togliti i pantaloni girata di schiena davanti a me." disse Paolo.
Vedevo dai suoi occhi il desiderio perverso, così feci quello che mi ordinò.
Mi alzai e mi misi davanti a lui di schiena, sbottonai i pantaloni e li feci scendere giù accompagnandoli fino alla fine in modo da piegarmi con la schiena rimanendo a 90 di fronte ai suoi occhi.
La sua mano accarezzò il mio sedere ancora bruciante per i colpi sferzati ieri notte da Valerio.
"Guarda cosa ti ha combinato" disse Paolo con un tono dispiaciuto e di disprezzo.
"Dai non preoccuparti passerà." gli risposi voltandomi di nuovo verso di lui.
Gli slacciai i pantaloni e glieli tolsi.
Mi ci misi sopra strusciandomi avanti e indietro facendo aumentare sempre di più la sua erezione che si scontrava contro di me.
Lo tirò fuori ed io lo infilai dentro di me, iniziando a fare su e giù.
La sua mano cingeva forte i miei fianchi.
Poco dopo mi tolse di colpo scaraventandomi sul divano e venne sopra la mia pancia e le mie gambe.
Io iniziai a ridere fragorosamente, mi stavo ben gustando la situazione e già mi immaginavo come avrebbe reagito quando gli avrei detto che prendevo la pillola.
"Perché ridi?" disse Paolo incuriosito.
"Perché prendo la pillola Paolo" risposi continuando a ridere.
"Dirlo prima no eh? Hai voluto farmi uscire sul più bello." disse ridendo.
Mi alzai per dargli un forte bacio appassionato, ma lui mi prese girandomi di colpo e infilandomelo dentro di nuovo.
Ci abbandonammo insieme in un lungo orgasmo ed ora eravamo veramente uniti, eravamo felici insieme.

Squillò il telefono di Paolo e lui rispose subito.
"Pronto..si va bene sarò lì questa sera. A dopo" e riattaccò il telefono.
"Dove devi andare?" domandai.
"Lavoro piccola. Non aspettarmi perché tornerò tardi. Vado a prepararmi." disse dandomi un bacio e andando verso il bagno.
Continuai a vedere la televisione, stavano trasmettendo uno stupido reality sulla sopravvivenza, così cambiai subito canale alla ricerca di qualcosa di interessante da vedere e trovai un nuovo film d'amore, decisi di vedere quello.

"Io vado tesoro" disse Paolo venendo verso di me per darmi un bacio.
"Buona serata" gli dissi mostrando un leggero sorriso.
Si allontanò e chiuse la porta uscendo.
Decisi di preparami qualcosa da mangiare così andai in cucina e iniziai a cucinare qualcosa.
Squillò il mio telefono, lo presi e vidi un messaggio: Elen.

"Sei libera questa sera?"

"Si" scrissi ed inviai.

Poco dopo ricevetti subito una risposta.
"Ti passo a prendere alle 22.30. Ci andiamo a divertire"

"Va bene. Ti aspetto" risposi.

Elen mi aveva salvata da una serata in casa da sola a vedere film strappalacrime, mi piaceva sempre di più.

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Nota autrice:

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