Capitolo 24

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Ero seduta sul divano stavo aspettando Paolo che rientrasse a casa.
Quella chiamata di Valerio mi aveva molto spaventata, avevo paura che venisse a prendermi da un momento all'altro, avevo paura che mi portasse via dalle braccia di Paolo, avevo paura per il semplice fatto che era lui.
Restai immobile, fissando un punto fisso nella libreria, mi avvicinai, passai la mano sopra tutti i libri che erano lì posti. Feci molta attenzione ai titoli, erano tutti libri di poesia, da autori francesi ad autori spagnoli, americani, italiani. Ne presi uno, sfogliai qualche pagina, fino a quando non vidi una rosa rossa ormai appassita, era una poesia di Boudelaire si intitolava ''L'amore della menzogna''. Spostai la rosa molto delicatamente e iniziai a leggerla nella mia mente, non lasciando trafilare neanche un lieve sussurro.

Quando passi e ti vedo, mia cara indolente, mentre canta una musica e al soffitto si frange,
sospeso il tuo passo lento e armonioso
e annoiato volgendo il tuo sguardo profondo;
quando, tingendosi al fuoco di un lume, contemplo la tua pallida fronte da una grazia malsana abbellita,
dove alle torce del vespro un'aurora s'incendia, e maliosi i tuoi occhi come in un ritratto, mi dico: Come è bella! e stranamente fresca!
Il pesante ricordo, torre greve e regale, la incorona, e il suo cuore, intaccato come una pesca,
è maturo, come il suo corpo, per l'amore sapiente.
Sei tu il frutto d'autunno dai sapori sovrani?
l'anfora funebre al pianto destinata,
profumo che oasi lontane fa sognare,
cuscino carezzevole, o cesto di fiori?
Ci sono occhi, lo so, pieni di malinconia,
che non celano alcun segreto prezioso;
begli scrigni senza gioielli, medaglioni senza reliquie,
di voi stessi, o Cieli, più vuoti e più profondi!
Ma che tu sia l'apparenza: questo basta a rallegrare un cuore che fugge il vero.
Che importa la tua stupidità, la tua indifferenza?
Salve! maschera o scenario, adoro la tua bellezza.

Finii di leggerla e iniziai a fissarla, immobile, respiravo leggermente, ne emanavo solamente pochi di respiri.

Sentii una macchina avvicinarsi, il rumore del brecciolino bianco era forte, chiusi di colpo il libro e lo rimisi al suo posto. Quei libri nascondevano qualcosa e sarei sicuramente tornata a leggerne altri, ero sicura che quello sarebbe stato solamente un inizio.
Mi rimisi seduta sul divano e di colpo accesi la televisione lasciando al primo canale che è passato. Sentii la porta aprirsi: Paolo era tornato.

''Ciao, piccola.'' mi disse posando le chiavi sopra il mobile posto all'entrata.
''Ciao'' risposi contenta alzandomi dal divano e avvicinandomi a lui per dargli un bacio, ma lui mi scansò immediatamente.
''Perché sei uscita oggi? Ti ho detto che devi rimanere a casa. Quando la finirai di fare di testa tua?'' mi disse con l'aria dura.
''Scusami, ma a casa non so cosa fare tutto il giorno così avevo chiamato Elen per fare un giro insieme. Giusto per tenermi compagnia insomma'' gli risposi cercando di fargli scappare un lieve sorriso, che però non trasparì minimamente.
''Non mi interessa, puoi vedere la televisione, puoi leggere, guarda quanti libri ci sono lì'' mi disse indicando la libreria.
''Ah ecco, io..'' dissi balbettando.
''Tu cosa?'' domandò lui facendo tornare soave e delicato il suo tono.
''Io, prima, sai, ero curiosa, e ecco ho preso uno di quei libri di poesie e ne ho trovata una che aveva come segnalibro una rosa rossa ormai secca'' gli dissi con la voce tremante.
''Non è possibile, non sono mai stati aperti quei libri'' disse lui facendosi serio.
''A quanto pare si'' dissi guardandolo dritto negli occhi.
''Fammi vedere'' mi disse con tono serio, ed io lo portai davanti la libreria e presi quel libro, lo aprii e la rosa rossa ricomparve. Lui me lo prese dalle mani e si allontanò da me iniziando a leggerlo in disparte.

Una leggera lacrima rigò il suo volto, la vidi da lontano, brillava in contrasto con la luce del lampadario sotto cui si era messo. Ora era possibile vederlo in tutta la sua fragilità. Era proprio come recitava la poesia: ''Ci sono occhi, lo so, pieni di malinconia, che non celano alcun segreto prezioso..''

Quelli erano i suoi occhi in quel momento, erano pieni di malinconia, non celavano alcun segreto, erano nudi di fronte a me, lui si stava spogliando di tutte le sue delusioni, di tutte le sue paure, di tutto il suo amore ormai finito, e si stava dando a me in tutta la sua fragilità, una fragilità nata solamente da un profondo cuore spezzato.

Mi avvicinai, volevo trovare un contatto con lui, volevo abbracciarlo, farlo sentire più al sicuro, dargli ancora un po' di speranza. Ma il suo tono forte e un suo sguardo gelido mi frenarono.
''No Beatrice, per favore, lasciami solo. Vai in camera preparati che andiamo a cena'' disse lui alzando la testa da quel libro.
Non dissi una parola, non ne avevo il coraggio e me ne andai in camera sua per trovare qualcosa da mettere. Volevo farlo tornare a sorridere per questa sera, volevo il Paolo di sempre e per averlo dovevo essere vestita al meglio, truccata al meglio, sistemata al meglio e così feci. Scelsi uno dei miei vestiti migliori, era rosso scuro tendente quasi al bordeaux come il colore di quella rosa, mi truccai in modo leggerlo mettendomi solamente un po' di rimmel e l'eye-liner finendo il tutto con un rossetto rosso dello stesso tono del vestito, mi finii di sistemare i capelli e tornai giù.

Paolo era seduto sul divano e aveva ancora in mano quel libro, lo sfogliava, continuava a leggere le altre poesie per poi tornare sempre sulla stessa ''L'amore della menzogna''.
Mi avvicinai e questa volta non mi mandò via anzi mi abbracciò profondamente dandomi un bacio delicato, soave, puro sulle mie labbra.
''Grazie di avermelo fatto scoprire'' disse guardandomi negli occhi e facendomi un lieve sorriso.
''Cosa significa quella poesia Paolo?'' domandai.
''Significa molto per me, era un pezzo mancante di tutta una mia vita e a pensare che l'ho sempre avuto qui vicino a me, ma non me ne sono mai accorto, che sciocco sono stato a non pensarci'' disse mostrando ancora un sorriso, cercando di non fare notare più di tanto il suo sentimento di dolore.
''Vorrei sapere cosa significa.'' dissi facendomi seria, consapevole che sarebbe stato molto più di ciò che sembrava.
''Te ne parlerò con calma a cena. Comunque sei bellissima piccola.'' disse stampandomi un bacio sulle mie labbra morbide e io mi appoggiai a lui sentendomi al riparo, sentendomi al sicuro, sentendomi amata, sentendomi desiderata. E lui mi abbracciò per colmare il suo profondo vuoto fino ad ora presente.

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