Capitolo 33

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Cosa significa quel "non è così"? Davis mi aveva illuso?

"Che significa Davis? Non è così cosa?" urlai quasi disperata.

"Tu non hai bisogno di me. Tu hai bisogno di Paolo, è per questo che ti ho lasciata andare da lui. Io ti amo Beatrice." disse passandomi una mano sulla guancia.

"Ma io ti voglio Davis. Paolo, è diverso, Paolo non mi ama, lui ama un'altra." dissi.

"E quindi sei tornata da me perché Paolo non ti ama? Scusa Beatrice ma io non voglio essere la seconda scelta." disse con tono freddo e distaccato.

"Davis, ma tu non lo sei, io ti voglio, ho bisogno di te perché mi manchi." dissi prendendogli una mano e intrecciandola con la mia.
Il suo sguardo si abbassò e fissò le nostre due mani unite.

"Beatrice metti in chiaro le idee" disse con tono serio e togliendo la sua mano dalla mia presa.

"Io devo mettere in chiaro le idee? Fino a 10 minuti fa ti stavi scopando un'altra Davis." urlai quasi disperata.

"Ma cosa centra, era una scopata sai che per me non significa niente." disse con tono serio e guardandomi dritta negli occhi.

"A me non è sembrato vista la sua reazione. Non era solo una scopata." urlai.

"Sai come sono le donne, le porti a letto due, tre volte e iniziano già a progettare una vita insieme." disse mostrando uno dei suoi sorrisi ironici e ammiccanti.

"Da quanto tempo va avanti?" domandai guardandolo dritto negli occhi con l'intento di metterlo in difficoltà.

"Da quando tu non devi interessarti alle mie cose" rispose facendomi un occhiolino.

"Davis mi hai detto che mi ami e ti scopi un'altra" urlai disperata.

"E quindi? Tu ti scopi Paolo." disse con tono serio.

Io abbassai lo sguardo, aveva ragione ero io che in fondo lo avevo mandato via.

"Vedi, non rispondi, sai che ho ragione." disse lui con un sorriso ammiccante.

"Si, ma io, ecco, non me l'aspettavo." disse seria.

"Non sono uno che resta a guardare" disse serio.

"Beh semplice scappare e andare nelle braccia di un'altra vero?" urlai.

"Tu cosa stai facendo Beatrice? Non stai scappando da Paolo per venire nelle mie di braccia?" Rispose con tono calmo e riflessivo.

"Si ma perché io voglio te Davis." urlai.

"Anche io ti voglio Beatrice, ma soprattutto voglio che il tuo cuore appartenga a me, ma ora non è possibile." disse accarezzandomi una guancia.

"Io sono tua Davis." sussurrai.

"Non ancora" disse lui dandomi un bacio sulla fronte e voltandomi le spalle.
Presi di scatto la sua mano e lo girai verso di me. Lo guardai fisso negli occhi e di colpo mi avvicinai per baciarlo.

Ci sono cose che devono essere fatte, come un bacio fiorito nel buio della notte, come un mi manchi urlato in modo disperato.

Gli diedi un bacio appassionato e lui non si tirò indietro, anzi mi strinse ancora di più a sè, tenendo la mia testa con le sue mani.
La sua lingua penetrò all'interno della mia bocca, ero dolce e appassionato nello stesso tempo, era una miscela di emozioni era il desiderio e la passione, era forse l'amore.
Le sue mani scesero lungo il mio corpo, stringendomi e facendomi sua con un solo tocco.

Mi voleva, mi desiderava, ed io volevo lui, lo desideravo. Eravamo perfetti insieme, fino a quando il mio telefono squillò. Lui si staccò dalle mie labbra.

"Scusami" dissi e presi il telefono dalla mia borsetta.

Paolo mi stava chiamando.
Ed io senza pensarci risposi.

"Pronto" dissi.

"Dove sei Beatrice?"

"Cosa ti interessa?" domandai in tono irritato.

"Sei scappata via" disse lui con tono basso.

"Ti sei ricordato presto" lo stuzzicai.

"Lo so, ma ho avuto da fare"

"Continua ad avere da fare, non preoccuparti. Ora ciao." dissi e chiusi la chiamata.

Davis era dietro di me e forse aveva sentito tutto.

"Cos'è vuoi tornare da lui?" mi domandò con tono serio e autoritario.

"No" risposi "voglio stare con te".

Le sue labbra si posarono di nuovo sulle mie, fino a quando il suo telefono squillò.

"È Paolo" esclamò e rispose alla chiamata che io riuscii a sentire per intero.

"Pronto"

"Davis, è con te Bea?"

"Si"

"Cosa sta succedendo?"

"Quello che non è successo con te." rispose in modo ammiccante e provocatorio.

"Davis cazzo, non erano questi gli accordi." Sentii urlare Paolo.

"Fanculo i tuoi accordi Paolo." rispose Davis e attaccò la chiamata.

Io lo guardai esterrefatta.

"Che accordi Davis?" domandai seria.

"Che sarei potuto tornare da te solamente per portarti da lui, ma non ti avrei dovuta sfiorare. Peccato che sai, ecco, io gli accordi non li rispetto mai." fece l'occhiolino e si gettò con foga sulle mie labbra.
Mi prese in braccio e mi distese sul divano. Si mise sopra di me e iniziò a passare la sua lingua sopra le mie labbra, poi con leggeri baci scese giù per il collo, fino ad arrivare al seno, mi abbassò il reggiseno e mozzicò delicatamente il mio capezzolo. Il desiderio aumentava sempre di più. Mi tolse il vestito, gettandolo dietro il divano e iniziò a riempirmi di baci fino ad arrivare sopra il mio clitoride. Gli diede un bacio leggero, gemetti, poi si alzò e si mise seduto sopra il divano, lasciandomi lì.

"Cosa fai? Ti fermi?" dissi ridendo.

"Si questa é la pena per avermi fatto aspettare tanto." disse facendomi l'occhiolino e accendendo la televisione.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro