Capitolo 36

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Il suo bacio sensuale e passionale riuscì a scacciare ogni mio pensiero.
Le sue labbra morbide sulle mie mi procurarono dei brividi di piacere e le sue mani lungo il mio corpo mi esploravano.

"Non tornerai da lui vero?" domandò Davis staccandosi da me e guardandomi negli occhi.

"No Davis, io voglio te ora e sempre" risposi sigillando le mie parole con un bacio.

"Scusami Bea, io ora devo uscire tornerò all'ora di pranzo. Tu rimani qui se vuoi." disse alzandosi dal divano e andando verso la sua camera per cambiarsi.

"Va bene" risposi e accesi la televisione per occupare il tempo.
Come al solito non c'era nessun programma degno di essere visto.
Poco più tardi Davis scese le scale indossava un paio di jeans chiari e ben aderenti con sopra una camicia bianca.

"Io vado piccola, ci vediamo tra poco." Mi diede un bacio e uscì dalla porta.
Io ricambiai e continuai a girare i canali per trovare qualcosa da vedere.
Vidi subito un volto familiare: Paolo.

"Notizia del giorno: la grande coppia Paolo e Eveline sono tornati insieme.
Visti alle 3.00 di notte al Madison.
Dopo anni di attesa lei è tornata.
Il modello Paolo non è riuscito a resistere e la accoglie ancora una volta fra le sue braccia. Quanto durerà ora? Noi speriamo per sempre."

"Vaffanculo" urlai. Gettai il telecomando sul divano e spensi la televisione.
Mi distesi sul divano e chiusi gli occhi con il cuore a pezzi.

******
"Bea, piccola svegliati" la voce delicata di Davis mi ronzava nelle orecchie.
Mugugnai qualcosa.

"Tesoro ti sei addormentata." vidi Davis davanti a me.

"Ero stanca" risposi strizzandomi gli occhi.

"Ho una sorpresa per te." esclamò con un grande sorriso.

"Che sorpresa?" i miei occhi iniziarono a brillare e un grande sorriso prese posto sul mio viso.

"Due biglietti per Parigi. Io e te, una settimana nell'hotel più lussuoso della città. Partiamo domani" disse sfilando dalla schiena i due biglietti.

"Davvero?" esclamai.

"Si, devi distrarti un po' e poi io ho bisogno di stare soli io e te senza nessun altro." mi diede un bacio caloroso sulle labbra, stringendomi fra le sue braccia.

"Grazie Davis, davvero" dissi guardandolo nei suoi occhi azzurri come il mare.

"Ti amo Beatrice" sussurrò.

"Mmm, io.." lasciai il discorso in sospeso.

"Non sei obbligata a dirmelo, io aspetterò. Sono qui, lo sono sempre stato." mi accarezzò una guancia facendomi sentire amata.

"Andiamo a preparare le valige forza, domani ci si sveglia all'alba" disse euforico prendendomi una mano e facendomi alzare dal divano.

"Piano piano" urlai come una bambina. La sua mano mi trascinava lungo le scale, lui correva, era contento e anche io: ero contenta di lui, di me e lui insieme.

"Partiamo da te. Prendi questa valigia." disse sorridendo e porgendomene una.

"Ma non ho niente qui." dissi.

"No ti sbagli, sono andato a fare shopping al tuo posto e ti ho comprato molte cose." rispose mostrando il suo solito sorriso ammiccante.
Prese una busta nascosta dietro il letto e iniziò a tirare fuori i nuovi vestiti.

"Davis, non dovevi, sono bellissimi. Grazie davvero." andai verso di lui e gli diedi un forte bacio.

"Tesoro per te questo e altro." rispose dandomi una sculacciata sul sedere e facendomi un occhiolino ammiccante.

"Sei sempre il solito" dissi ridendo.

"Allora questi vestiti per le giornate normali a spasso lungo le vie di Parigi. Questo invece per il nostro servizio fotografico sotto la Torre Eiffel" prese un vestito da una busta firmata Valentino.
Un vestito lungo colorato di colori sgargianti dal blu al rosso al giallo al verde.

"Davis ma è bellissimo, è il vestito che ho sempre voluto come facevi a saperlo?" Esclamai con le lacrime agli occhi per la gioia.

"Bea, prima che te ne andassi passavamo intere giornate insieme. Una volta ti sei imbambolata davanti il negozio di Valentino a contemplare quel vestito ed io l'ho capito subito: quello doveva essere il tuo vestito e allora quale occasione migliore per comprartelo?" rispose sorridendo.

"Davis, ma davvero non dovevi questo è troppo, il viaggio, il vestito. Non so proprio come ringraziarti." dissi guardandolo con aria dismessa.

"Piccola non devi ringraziarmi, a me basta che tu sei con me, questo è il regalo più grande che tu possa farmi." mi diede un bacio sulle labbra, ed io ricambiai con passione e ardore.

Nessun altro uomo sarebbe riuscito a rendermi felice come faceva lui.

"Ma questo servizio fotografico? Cosa centro io?" domandai curiosa di sapere.

"Mi hanno chiesto di farlo questa mattina ed io ho accettato. Ho colto la palla al balzo dicendo che con te sarebbe stato un successo e loro hanno accettato e quindi ora non puoi tirarti indietro." rispose facendomi un occhiolino e mostrando un sorriso.

"Davis ma io non sono capace a fare queste cose, non l'ho mai fatto." risposi.

"Non preoccuparti dirò io quello che devi fare, tu basta che ti affidi a me e ti lasci andare, il resto verrà da sè." mi guardò profondamente negli occhi ed io sprofondai nel suo sguardo.

"Va bene, accetto." risposi ridendo.

"Tanto non potevi tirarti indietro quindi." rise lui e fece un occhiolino ammiccante.

"Smettila di fare questi occhiolini sei troppo." e mi fermai tenendo a freno i miei pensieri pornografici.

"Troppo?" continuò lui avvicinandosi a me e iniziando a baciarmi il collo con sensualità. Io tremai e iniziai ad ardere di piacere.

"Sto aspettando una risposta." disse in tono autoritario ponendo le sue labbra vicino alle mie senza toccarle mai.
Esitai ancora una volta e una sua mano mi circondò la schiena spingendola verso il suo corpo caldo. Sentii la sua intimità battere lungo il mio ventre.

"Allora?" continuò e iniziò a passare la sua lingua esperta lungo le mie labbra, mentre il suo corpo aderiva sempre di più al mio.

"Troppo cosa Bea?" continuò facendo passare le sue mani lungo il mio fondoschiena e stringendo delicatamente.

"Eccitante" sussurrai.

"Si lo sapevo." disse ridendo e si staccò da me tornando a trafficare con le buste e la mia valigia.

"Grazie comunque per lasciarmi sempre a metà." gli diedi uno sguardo truce.

"Oh tesoro, di niente." rispose e mi fece l'occhiolino.

Lo avrei ammazzato pensai, a Parigi gliela farò vedere io, poi vediamo chi resterà a metà. Sogghignai contenta del mio piano.

**Angolo autrice**
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