Capitolo 37

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Era solito lasciarmi sempre a metà, in bilico tra il piacere e il nulla, forse era anche questo quello che amavo di lui, era il suo sorprendermi costantemente, il suo esserci sempre qualsiasi cosa fosse accaduto, qualsiasi male gli avessi procurato.
Saremmo andati a Parigi, finalmente saremmo stati io e lui.
Piano piano stavamo iniziando a costruire qualcosa insieme.

"Bea metti questa in valigia" disse lanciandomi una sua camicia bianca con dei risvolti a quadratini blu e azzurro chiaro.
La presi al volo e la distesi sul letto per piegarla correttamente e infine la misi dentro un cellofan di plastica in modo che non si sgualcisse dentro la valigia.

"Vai al volo Bea" lanciandomi un paio di pantaloni e data la mia distrazione nel guardarlo attentamente di schiena e senza alcuna maglietta davanti l'armadio, i pantaloni mi caddero completamente sulla faccia.

"Davis la smetti di lanciare la roba, ma ti sembra il modo" lo ammonii ridendo e togliendomi i pantaloni dal viso.

"Io li avrei lasciati in testa, facevi molto donna casalinga disperata." e detta questa frase si girò nuovamente verso l'armadio sogghignando.

Era perfetto, la sua schiena era ben delineata con delle fossette finali, il suo sedere era ben in vista grazie anche ai pantaloni che stringevano la sua vita mettendolo in evidenza insieme al suo corpo perfettamente scolpito.
Lanciai i pantaloni sul letto e li piegai per poi metterli nella sua valigia come un gesto meccanico.

"Ok direi che questo mi dovrebbe bastare." disse Davis voltandosi davanti a me e richiudendo l'armadio alle sue spalle ormai quasi vuoto.

"Non lo so Davis ti sei portato tutta casa. Viaggi sempre così?" esclamai ridendo.

"Così come?" mi domandò lui con sguardo malizioso e ben intenzionato a fare altro piuttosto che a starmi a sentire.

"Così, come una donna insomma, ti porti tutto l'armadio per stare circa una settimana." continuai ridendo mentre il mio corpo si faceva sempre più fragile ad ogni suo passo verso di me.

Il suo respiro si posò sul mio collo e con una mano lo sfiorò facendomi inclinare la testa su di un lato, mentre le sue dolci labbra carnose si posavano sulla mia pelle candida.
Mi lasciava una scia di baci ardenti, leggeri, flebili ma che aumentavano il desiderio.
Una sua mano scese lungo la mia schiena fermandosi dietro il mio fondoschiena e tirandomi verso il suo corpo nudo.
Mi lasciai scappare un leggero e debole gemito e le sue labbra si posarono con foga sulle mie, assaggiandomi, facendomi sua, non lasciandomi scampo.
Sentivo la sua intimità contro la mia, era forte e prepotente, mi eccitava.
Strinsi le sue forti spalle, lo girai e lo feci adagiare sopra il letto accompagnando la sua discesa con baci lenti e pieni di desiderio.
Mi tolse subito quello che avevo addosso e rimasi nuda di fronte a lui.
Gli lasciai dei leggeri baci lungo il suo corpo, partii della bocca fino ad arrivare sopra la sua intimità.
La leccai dolcemente, mentre la mano di Davis mi teneva delicatamente la testa. Governata dalla sua mano lo misi in bocca e iniziai il mio lavoro di sempre, ma questa volta avevo ben altro in mente.
Sentivo i suoi gemiti, e il suo piacere che cresceva sempre di più, fino a quando non chiuse gli occhi, ed in quel momento capii che stava per venire e così mi tolsi subito, buttandomi dall'altra parte del letto ridendo.

"Beatrice" urlò lui "ma ti sembra il modo" continuò.

"Mi sono vendicata" risposi ridendo.

Alle mie parole il suo sguardo si fece duro e serio, i suoi occhi azzurri mi guardavano intensamente e mi laceravano dentro il cuore che ardeva di passione. Si avvicinò di nuovo a me e con una mano iniziò ad accarezzarmi delicatamente tutto il corpo dalle spalle fino alle gambe. Di colpo due mani mi tirarono verso di lui e subito sentii la sua intimità dentro di me.

Mi aveva fregata, di nuovo.

Risposi al suo desiderio senza oppormi e lui sempre più velocemente, alla fine si liberò in un lungo orgasmo ed io invece ero solamente all'inizio.
Appoggiò la sua testa sul cuscino e con una mano mi accarezzò la spalla.

"Mai giocare contro di me Bea" disse ridendo.
Io feci solamente una smorfia, aveva vinto lui, di nuovo.

"Devi pagarla per quello che hai fatto prima. Lo sai che non si fa, è cattiva maleducazione non far venire un uomo mentre è proprio li per esplodere." continuò Davis ridendo e dandomi una forte sculacciata sul mio sedere nudo e vicino la sua intimità.

"Davis mi fai male" urlai ridendo.

"Stai zitta che lo so che ti piace" continuò lui, accompagnando la mia risata.

Si avventò poi su di me e le sue dolci labbra si posarono sulle mie e per quella notte dormimmo insieme, nudi, abbracciati, a restituirci l'amore perduto.

**Angolo autrice**
Ci tengo molto a ricordare a tutti voi che ho scritto anche un'altra storia, si chiama L'ODORE DEL MARE.
Ci terrei davvero molto che tutti voi la leggeste, è una storia vera e ci ho messo davvero tutto il mio cuore e tutta la mia passione nel scriverla ♥️

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