Capitolo 4

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Il cielo era oscurato da una eterna notte.
Un nero profondo e vellutato puntellato da miriadi di stelle luminose, costellazioni e galassie. In alto una sfera luminosa dalle mille sfumature azzurre e bianche, un astro attraente e magnetico.

«È davvero meravigliosa, non immaginavo che la Terra fosse così bella.»

Endymion osservava il suo pianeta dalla grande balconata del Palazzo Lunare, la vide per la prima volta e rimase estasiato nel scoprirne la reale forma.
«La osservo da quando sono nata...» Serenity si avvicinò a lui, appoggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò abbracciare abbandonandosi totalmente al suo calore.
«Da piccolo osservavo spesso la Luna.» rise il principe. «Non avrei mai immaginato di trovarmi quassù per ammirare la Terra».

La principessa rise nascondendo il viso tra le braccia di Endymion, lo abbracciò e assaporò il calore di lui.

«Così come io non avrei mai immaginato di scappare da Palazzo per vedere la Terra con i miei occhi...» sussurrò godendosi le labbra di Endymion sulla sua fronte.

Si guardarono a lungo rimanendo in silenzio, l'uno immerso negli occhi dell'altra, un silenzio ricco di mille parole.
Il principe respirò profondamente e strinse a sé la fanciulla.

«Prima o poi dovrai dirlo a tua madre, Serenity.»

«Sì» mormorò visibilmente preoccupata. «Temo di non trovare le parole giuste.»

«Parlale con il cuore. È una donna molto saggia.» le baciò nuovamente la fronte.

«E se non vorrà ascoltarmi?»

«Ci sposeremo ugualmente, con o senza la sua benedizione. Ti amo, Serenity e non posso più vivere senza di te.» la baciò sulle labbra per suggellare la promessa d'amore appena pronunciata.
«Ti amo anch'io.» sorrise baciando le labbra di quell'uomo che gli aveva rubato il cuore in un lontano pomeriggio di sole.

«Ho un dono per te, Endymion.» sciolse l'abbraccio facendo due passi indietro. Il principe vide Serenity sfilarsi uno dei suoi orecchini di perla e congiungere le mani in segno di preghiera per recitare un mantra in una lingua a lui sconosciuta quando vide la perla rifulgere tra le mani della ragazza.
Abbagliato dall'intensità della luce, Endymion chiuse gli occhi per riaprirli quando sentì Serenity ridere divertita.

«Questo è per te, amore mio.» La ragazza dischiuse le mani mostrando al ragazzo un monile creato dal suo orecchino: un ciondolo d'argento a forma di stella a sei punte fissato a una collana.
Endymion lo prese e vide che l'oggetto cambiò colore mutando l'argento in oro. Lo studiò rigirandoselo tra le mani, vide un sottile coperchio rotondo e cercò inutilmente di sollevarlo, ma sì aprì quando Serenity, intervenuta in suo aiuto, premette un piccolo tasto all'attaccatura della collana.
Il ciondolo cambiò nuovamente colore, argento al tocco di Serenity, d'oro con quello di Endymion. Il ragazzo lo guardò incantato, il coperchio sollevato celava il quadrante di un orologio con al centro la riproduzione del suo pianeta e uno spicchio di luna mentre una dolce melodia si diffondeva nell'aria.

«Lo chiamiamo orologio.» spiegò Serenity rispondendo all'espressione incuriosita del ragazzo. «Serve per indicare lo scorrimento del tempo...e questi siamo noi due. La Luna che danza intorno alla Terra.»

Il ragazzo stava per ringraziarla quando fu interrotto.
«Questo regalo è un nostro segreto così come il suo contenuto. Può essere aperto solo da noi così come l'ascolto della melodia. È la chiave che ti permetterà di raggiungermi qui, sulla Luna.»
Endymion le sfiorò una guancia con la mano e la baciò con passione.
«Grazie, Serenity.» sospirò volgendo gli occhi verso la Terra. «Devo tornare a Elysion. Vorrei non dovermi separare da te, ma ora so che potrò raggiungerti ogni volta che vorrò vederti.» disse fissando saldamente l'orologio alla cintura.
«Vorrei stare con te sempre.»
«Lo saremo appena diventerai mia moglie.» rispose il principe prima di svanire nel nulla raggiungendo il suo pianeta.

Diventare mia moglie. Serenity si appoggiò alla balaustra di marmo, sfiorò le sue labbra che sapevano di lui quando sentì il rumore di alcuni passi. Alzò lo sguardo e vide Sailor Jupiter avvicinarsi con passo deciso, seguita da Luna e Artemis.

«Principessa, sono qui per avvisarvi che Sua Altezza la regina desidera vedervi.»
La fanciulla osservò la guerriera e ne notò l'espressione affranta e gli occhi rossi.
«Luna, Artemis. Avvisate mia madre del mio arrivo. Devo conferire privatamente con Jupiter per qualche istante.»

I due gatti annuirono e corsero verso la sala del trono lasciando da sole le due donne,
Serenity si avvicinò a Jupiter e le scrutò il viso.
«Cosa vi succede?»
«Vostra madre ha scoperto che vi scortavamo segretamente sulla Terra.» mormorò trattenendo a stento le lacrime.
«Vi ha punite?»
«No, Principessa. Ora raggiungete vostra madre, vi sta attendendo.» rise mestamente nascondendole l'ira della regina per il tradimento delle guardiane celesti.
Vide Serenity sorriderle dolcemente e allontanarsi verso l'interno del Palazzo.
«Temo che presto avrete altre guardiane...» disse tra sé pensando alla peggiore delle punizioni: il sonno eterno.

Queen Serenity camminava nervosamente per la stanza, si massaggiava le tempie per calmarsi ma inutilmente. Raggiunse il suo trono di madreperla, si lasciò cadere pesantemente e sostenne la testa con una mano.

«Sono molto preoccupata, Luna.»
«Di cosa, mia Regina?» miagolò la gatta che con un balzo raggiunse le ginocchia della sovrana, un gesto intimo riservato solo alla sua fedele consigliera.
«Serenity. Ho paura per lei, per il nostro Regno e per gli Dei.»

Luna si strusciò sul petto della regina. «Purtroppo è innamorata e di un terrestre...»
«Del Principe di Elysion, non di un terrestre qualsiasi. Ho un brutto presentimento, Luna.» Accarezzò il morbido manto nero di Luna quando sentì dei passi veloci riecheggiare in lontananza, alzò lo sguardo e vide sua figlia entrare nella sala del trono.

«Eccomi, madre.» ansimò Serenity riprendendosi dalla breve corsa.
«Sei in ritardo, Serenity.» la riprese interrompendo il contatto con la sua consigliera. «Luna, puoi lasciarci sole? Fa in modo che nessuno ci interrompa.»

La gatta chinò il capo e corse via non prima di aver lanciato uno sguardo triste verso la sua principessa, la quale la osservò preoccupata intuendo il reale motivo per cui sua madre l'aveva chiamata.

«Figlia mia, dobbiamo parlare.» cominciò Queen Serenity senza scomporsi dal suo trono.

La principessa si torturava le mani, l'espressione severa di sua madre la intimoriva non poco, ma cercò di non mostrarsi debole.

«Ti proibisco di vedere Endymion. Da oggi stesso.»

Serenity sgranò gli occhi, come poteva la sua amata madre impedirle di vivere quell'amore? Smise di respirare per qualche secondo e perse totalmente l'uso della parola; cercò di controllare i suoi nervi e deglutì prima di risponderle.

«Ci amiamo, madre. Endymion mi ha ufficialmente chiesto di sposarlo e vorrebbe...anzi, vorremmo la tua benedizione.»

«Non ci sarà alcun matrimonio, Serenity!» urlò spazientita la regina sbattendo violentemente i pugni contro i braccioli del trono. «Noi Lunari non dobbiamo entrare in contatto con i Terrestri per alcun motivo. È severamente vietato dagli Dei.»

«Ma...abbiamo presenziato ai funerali di Re Etlio e...»

«Come sovrana del Silver Millennium era mio compito dare la benedizione al vecchio e al nuovo re. Tu, invece, mi hai costretto ad essere testimone del vostro amore clandestino senza poter agire in alcun modo visto che ero al di fuori dei nostri confini.» Queen Serenity tremò e si morse il labbro a causa della profonda ira che risiedeva nel suo animo, afferrò con forza i braccioli e cercò di respirare profondamente.
«Sto cercando di proteggerti dalla maledizione e tu ti stai esponendo all'ira degli Dei.»

La principessa avanzò verso il trono di sua madre, camminò rabbiosa dimenticandosi dell'etichetta di corte e sbatté i piedi a terra come una bambina capricciosa.

«Voglio sapere tutto degli specchi, ne ho diritto!» urlò disperata.

La regina emise un profondo sospiro, si massaggiò le tempie visibilmente esasperata e invitò la figlia a sedersi sui gradini posti ai suoi piedi.

«Quando nascesti, ti portai da Guardian Cosmos, somma guardiana del Galaxy Couldron e di tutti gli Star Seed. Eri una stella nascente e mi recai da lei per farti benedire.»
«Questo lo so già...»

«Non interrompermi. Al rientro organizzammo una cerimonia per presentarti a corte come futura erede di Silver Millennium. In quell'occasione ti furono assegnate le quattro guardiane, le principesse del Sistema Solare.»

La principessa rise. «Siamo cresciute insieme, per me sono come sorelle.»
«Lo so, Serenity» disse diventando cupa quando pensò alla condanna che avrebbe eseguito alle guerriere Sailor per la loro disobbedienza e cercò di celare il suo animo davanti a sua figlia.

«La cerimonia fu interrotta dall'arrivo di una donna che si presentò con il nome di Nehellenia, una strega errante che si insediò nelle profondità della Luna. Voleva portare le tenebre nel nostro Regno, ma riuscì a imprigionarla dentro il grande specchio custodito nelle mie stanze.»

«E la maledizione?» chiese Serenity sempre più curiosa come una bambina incantata dalla favola della buonanotte.
«Poco prima di essere relegata nelle tenebre, Nehellenia ti maledì. Il nostro regno sarebbe andato in rovina e tu morta senza lasciare eredi e prima di succedermi al trono.»

La principessa rimase sbigottita, guardò un punto fisso della stanza e istintivamente si strinse le spalle. Cominciò a ridere nervosamente, rise fino alle lacrime sotto lo sguardo sconcertato di sua madre.

«Mi sposerò con Endymion, non ho paura né della maledizione né degli Dei.» disse alzandosi per dirigersi verso l'ingresso.

«Serenity, sei forse impazzita? Nehellenia ti ha...»
«Non si compirà alcuna maledizione!» sibilò tra i denti. «Endymion vive in me, madre.»

La regina scosse la testa quasi rassegnata alla cocciutaggine della figlia quando un brivido le percorse la schiena e un terribile presagio prese forma nella sua mente. Si alzò di scatto e si diresse verso la figlia ormai sulla porta, le tirò ai lati la bianca veste rendendola aderente al corpo e vide un visibile rigonfiamento del ventre che non lasciava dubbi.

«Sciagurata...» urlò Queen Serenity portandosi le mani al viso.
«Madre, avrei dovuto...»
«Stai zitta! Hai osato mescolare il nostro sangue con quello terrestre. Ti rendi conto di cosa avete fatto?»
«Non c'è alcuna legge che ci vieta i rapporti carnali con chi amiamo!»

«Per tutti gli Dei, Serenity! Non sei una comune mortale!» urlò nuovamente la regina. «Non solo ti sei concessa a un terrestre ma aspetti pure un figlio da lui! Cosa credi succederà ora? Hai idea di cosa comporti il Divieto Divino?»

«Lo so, madre!» Serenity pianse asciugandosi velocemente le lacrime che cadevano copiose. «Non smetteremo di adempiere ai nostri compiti, non cadremo nello stesso errore di Altair e Vega. Io ed Endymion creeremo un unico regno»

«Un unico regno?» borbottò la regina portandosi una mano al mento pensando ad una probabile estensione del Silver Millennium oltre i confini.
«Sì, il nostro bambino sarà il legittimo erede al trono del Silver Millennium e Golden Kingdom.» Serenity si avvicinò alla madre prendendola per mano. «Posso contare sul tuo aiuto? Non so se Endymion potrà giovare della nostra longevità e io non so nulla della Terra...»

La regina abbracciò la figlia, le accarezzò la testa per rassicurarla, per dirle che non l'avrebbe mai lasciata sola.

«Potrai contare sempre su di me, figlia mia.» sussurrò mentre la sua mente progettava mille idee su come impadronirsi del pianeta blu.

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