Capitolo 3

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Pioggia.
Il cielo plumbeo tinse di grigio quella triste giornata.
Elysion, capitale del regno terrestre Golden Kingdom, era a lutto per la morte del Re Etlio.
Endymion, davanti lo specchio, osservava la sua immagine stravolta dal lungo pianto. Aveva sciacquato più volte il viso per sgonfiare gli occhi rossi, ma ogni tentativo era stato inutile.
Sentì la porta aprirsi e due braccia cingergli debolmente le spalle. Endymion prese la mano e ne sentì che era fredda.

«Le vostre mani sono gelide.» disse girandosi verso la donna che lo abbracciava.
Lei sospirò, prese il viso del ragazzo con entrambe le mani e con i pollici asciugò le sue lacrime.

«Gli occhi rossi non si addicono a un Re.» mormorò con voce tremula.
«Non sono ancora un Re, Madre.»
«Lo sarai appena prenderai moglie.» 

Endymion guardò sua madre, la Regina Calíce. Era una donna molto bella nonostante non fosse più giovane; aveva la pelle chiara e lunghi capelli mossi come le onde del mare, neri dai riflessi blu come i suoi profondi occhi. Una rara bellezza donata al figlio.

«Madre, ne abbiamo già parlato.» prese entrambe le mani tra le sue per trasmetterle calore. «Non darete retta anche voi all'Oracolo?»
«Non ho paura dell'Oracolo Beryl, ma della reazione del popolo.» Calíce baciò le guance del figlio. «Per me è un onore e una gioia che la Dea della Luna si unisca alla nostra casata, ma ho un brutto presentimento. Vorrei solo che-»
«Non abbiate timore, Madre. il popolo amerà Serenity così come la amo io.» la interruppe Endymion che smise di parlare quando qualcuno bussò alla porta; un uomo molto alto in uniforme entrò e li salutò con un inchino.

«Vostra Maestà, sono qui per annunciarvi l'arrivo del messaggero Celeste. La famiglia Reale del Regno Lunare è qui a Palazzo.»
«Grazie, Generale Kunzite.» rispose la regina per poi rivolgersi al figlio. «Voglio che tu agisca con il cuore, figlio mio. Riprenderemo il discorso dopo la cerimonia.» e con un sorriso triste, si congedò lasciando soli i due uomini.

Calò il silenzio, Endymion raccolse la spada poggiata sul baule, ne osservò l'elsa d'oro intagliata, lo stemma circolare con una croce al suo interno, simbolo della Terra. Guardò a lungo il raro diamante blu incastonato sul fodero, splendente e prezioso come l'arma. La spada di suo padre.
«Per quanto ancora, mio signore?» Kunzite ruppe il silenzio, si appoggiò alla parete incrociando le braccia e guardò il principe voltarsi lentamente verso di lui.

«Sono pronto.»
«Intendevo con Serenity. C'è una minoranza del popolo scontenta della vostra relazione con la principessa e noi dobbiamo sempre proteggervi da eventuali ribelli. Inoltre...» il Generale si avvicinò all'uomo abbassando il tono della voce «L'Oracolo Beryl ha avuto una visione e sostiene che la Dea della Luna voglia conquistare il nostro regno.»
«Kunzite.» rispose Endymion «Voi avete conosciuto la principessa Serenity e conoscete me. Cosa suggerisce il vostro istinto?»

La mente del Generale viaggiò a ritroso nel tempo; un pomeriggio di sole in compagnia degli altri tre Cavalieri impegnati in un allenamento con le spade, allenamento interrotto dall'arrivo di una bellissima fanciulla allegra, spensierata e piena di energie che scappava dal suo Palazzo per incontrare il suo amore, una principessa pizzicata ogni volta da una delle sue dame di corte.
«Una principessa inseguita dalle sue dame di compagnia.»
«Non sono dame di compagnia ma guerriere. Sono principesse protette dai loro pianeti natii.»
«Endymion, sono... donne! Come possono essere delle guerriere?» Kunzite si avvicinò alla porta. «Le ho sempre viste in lontananza, le avete mai viste in uniforme?»
«No, ma le vedrai tra poco. Sono le Guardiane Celesti di Silver Millennium.»

***

La popolazione era riunita all'esterno del Tempio Sacro, una struttura esagonale in marmo circondata da colonne e aiuole di rose rosse; attendeva l'arrivo di Queen Serenity, la Dea che veglia sulla Terra, colei che avrebbe omaggiato il corpo di Etlio e benedetto il futuro re.

Endymion, al fianco di sua madre Calíce ed entrambi scortati dai Cavalieri Celesti conosciuti anche come Shitennou, attendeva la regina della Luna.

«Endymion.» sussurrò la donna. «Cosa provi quando sei in compagnia della principessa Serenity?»

«Sono felice, Madre. Mi sento completo.» bisbigliò e sentì la madre stringerli la mano.
«Hai la nostra benedizione, figlio mio.» Calíce si morse la lingua per trattenere le lacrime. «Non pensavo che avrei incontrato la tua futura sposa in una cerimonia come questa...»

Un bagliore argenteo attirò l'attenzione della popolazione: le divinità della Luna erano giunti al Tempio.

Endymion osservò gli ospiti e rimase incantato come la prima volta che vide la principessa. Queen Serenity, la potente signora della Luna, era quasi identica a sua figlia. Alta, bellissima e austera, la Dea aveva lunghissimi capelli d'argento, gli occhi dal color lilla dell'alba, lo sguardo severo. La sua veste, candida come la neve, emanava un lieve bagliore perlaceo come la luce del suo astro.

Jadeite, uno dei Cavalieri del principe terrestre, osservò gli ospiti. Vide una ragazza dai lunghi capelli corvini, attraenti occhi ambrati dal sontuoso abito giallo e bianco accompagnata da un insolito uomo completamente vestito di bianco; entrambi sfoggiavano sulla fronte una mezza luna dorata. Erano i consiglieri Luna e Artemis.

«Nephrite, guarda quello. Assomiglia a Kunzite.» bisbigliò.
«Come puoi pensare a queste frivolezze in un momento come questo?» rispose un uomo dagli occhi verdi smeraldo e lunghi capelli castani.

Calíce li fulminò con lo sguardo per rivolgere l'attenzione alla sua ospite.

«È un onore avervi qui a Elysion, Queen Serenity.»
«È doverosa la nostra presenza, regina Calíce. Avrei voluto conoscervi in un occasione meno dolorosa.» spostò gli occhi dalla donna al ragazzo al suo fianco lasciandosi sfuggire uno sguardo severo.

«Voi sareste Endymion, il futuro sovrano del Golden Kingdom.»
«Sì, maestà» rispose inchinando il capo più per sfuggire allo sguardo indagatore di quella donna che per l'etichetta.
«Mi auguro che voi regnate con la stessa saggezza di vostro padre.» continuò la regina celeste ritornando su Calíce, per entrare insieme nel Tempio Sacro seguita da Luna e Artemis.

«È bellissima e allo stesso tempo spaventosa, hai visto Kunzite?» sibilò Zoisite mantenendo un tono di voce molto basso. Il Generale non prestò orecchio al ragazzo, la sua mente era totalmente rivolta su una delle principesse celesti; Venus, colei che credeva fosse una semplice dama di compagnia, era il capo delle Guardiane conosciute come Guerriere Sailor. L'uomo si perse nell'azzurro limpido di quelle iridi, nell'oro dei suoi lunghi capelli semi raccolti da un nastro rosso come la sua bocca. Il corpo snello e atletico era fasciato da una bizzarra divisa bianca con una gonna arancione molto corta, una catena simile ad una collana di perle rosse le cingeva la vita come una cintura.

«...Venus.»

«C-Come?» si riprese rendendosi conto che quella meravigliosa creatura gli aveva appena rivolto la parola.

«Mi presento, sono Venus, capo delle guerriere Sailor. Voi siete il Generale Kunzite?»

«Sì, sono io...»
«Vorremmo parlare con voi Cavalieri. Abbiamo captato energia negativa sulla Terra.»

«Energia negativa? È impossibile, teniamo costantemente Elysion sotto controllo.»

Venus fissò severamente Kunzite, lo trafisse con lo sguardo come la lama di una spada.
«Il compito della nostra sovrana consiste nel tramutare in positività i sentimenti malvagi della Terra, ma ultimamente le forze negative si stanno intensificando.»
«Forse la vostra sovrana ha abbassato la guardia.» rispose tagliente Kunzite offeso per la celata critica riguardo l'operato dei Cavalieri Celesti.
«Il vostro regno dovrebbe imparare a difendersi da solo senza l'appoggio della Luna.» sibilò tra i denti.
«E voi a controllare le fughe della vostra principessa.» ringhiò l'uomo pendendosene immediatamente quando vide l'espressione della guerriera incupirsi il cui sguardo, deciso e fiero, diventò triste.

«Abbiamo commesso un grave errore» sospirò Venus voltandosi verso le sue compagne, le guerriere protette da Mercurio, Marte e Giove.
«Dovevamo avvisare la nostra sovrana della relazione di Serenity con Endymion, i contatti Terra e Luna devono essere limitati.»

«Perché avete infranto la legge Divina?»

La ragazza rivolse la propria attenzione verso Kunzite «Provengo da Venere, pianeta della bellezza e dell'amore. Il mio giuramento è basato sulle regole dell'amore e io non potevo ignorare i loro sentimenti.»

L'uomo rimase senza parole. Non aveva mai conosciuto qualcuno dotato di un carattere così forte e deciso come Venus. Vide in quella donna il coraggio e il valore di un vero guerriero pronto a sacrificarsi per una giusta causa anche se questo comportava l'infrangere delle leggi divine per onorare i propri principi naturali. 

Con una mano fece segno a Jadeite, Nephrite e Zoicite di seguirlo. Osservò i suoi soldati, gli uomini del corpo speciale dell'esercito terrestre. «Presidiate il Tempio Sacro e fate in modo che nessuno interrompa la cerimonia.» Kunzite si rivolse a un soldato in prima fila «Adonis, ti lascio il comando fino a nuovo ordine. Non deludermi.»

Un ragazzo biondo chinò il capo in cenno d'assenso. L'essere stato scelto dal Generale dei Cavalieri Celesti era un privilegio riservato a pochi, ma Adonis non riuscì a goderne a pieno. Alzò il viso e vide il suo amore segreto di sempre allontanarsi in compagnia di Kunzite.


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