Capitolo 2

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Il sole era appena tramontato ed Endymion osservò l'oceano cambiare colore, le onde dorate divennero sempre più scure uniformandosi al cielo mentre una linea infuocata delineò il confine tra terra e cielo.

Prese un pugno di sabbia stringendo forte le dita, sentì la pressione dei granelli pungergli il palmo della mano e allentò la presa. La sabbia cominciò a cadere lentamente dalla mano per danzare nell'aria cullata dal vento; lui osservò quei granelli per distrarsi dai pensieri che gli attanagliavano la mente da giorni. Il ruolo che ricopriva e le responsabilità di futuro sovrano gravavano sul suo animo da indurlo a desiderare di svegliarsi una mattina e scoprire di essere un semplice suddito.

Avvertì dei passi alle sue spalle, il fruscio di un vestito e qualcuno gli coprì gli occhi.
Il principe prese quelle mani e le allontanò dal viso, si voltò verso Serenity perdendosi nel suo dolce sorriso; le accarezzò una guancia e lentamente raggiunse il capo infilando le dita nei capelli argentei della fanciulla. Erano trascorsi due mesi dal loro primo incontro e Serenity aveva mantenuto la sua promessa di tornare sulla Terra. Gli incontri, inizialmente brevi, divennero quotidiani ed Endymion, ad ogni appuntamento, scopriva un aspetto nuovo del carattere della principessa.

Si sdraiò sulla sabbia, la testa appoggiata sulle ginocchia della ragazza e si portò al viso una delle due lunghe code di lei respirando a fondo il suo dolce profumo che sapeva di fiori.

«La Luna è bellissima vista dalla Terra.» Serenity osservò l'astro argenteo alto in cielo mentre carezzava i capelli corvini del principe.
«Mai quanto voi, siete più luminosa.» ribatté Endymion sottolineando la luminescenza della sua pelle sotto i raggi lunari. Rise e tornò a guardare il cielo beandosi di quelle dolci carezze.

«È giunta la Dea della Notte.»

«La Dea della Notte?»

«Sì» rispose Endymion indicando un puntino molto luminoso vicino la Luna «La vedete quella luce? È la Dea che oscura il cielo e permette a noi terresti di osservare le anime degli eroi del passato.»

«Gli eroi del passato?»

«Le bianche luci del cielo notturno.»

Serenity cominciò a ridere «Oh, Endymion. Quelle sono le stelle!»

Il principe si mise a sedere, osservò la principessa deliziandosi della sua risata cristallina.
«Questa notte sarò io la vostra mentore e voi l'alunno.» lo canzonò.

Serenity si sdraiò sulla sabbia dorata, gli parlò di stelle, di costellazioni, pianeti e sistemi solari. Endymion pendeva dalle sue labbra e rimase incantato dalla profonda conoscenza astronomica a lui ignota; lei era un fiume in piena di parole ricche di nozioni misteriose.

«Le vostre guardiane sono protette dai pianeti, giusto?» ragionò il principe cercando un collegamento tra i racconti di Serenity e i nomi delle guerriere. «Sono delle Dee come voi?»
«Non sono delle Dee e nemmeno io.» Rise giocando con una piccola ciocca ribelle «Rappresento la Luna, è vero, ma anche noi siamo destinati al sonno eterno. Gli Dei sono esseri leggendari, entità a noi sconosciute Ci osservano, sono molto severi e non conoscono il perdono.»
Serenity gli indicò un'area precisa del cielo. «Vedete quel fiume luminoso? È stato creato dagli Dei per punire l'amore di Altair e Vega.»

Endymion si sdraiò al suo fianco, il braccio sotto la testa; era un uomo dall'implacabile sete di conoscenza, aveva trascorso anni chino su manoscritti e papiri, studiò testi antichi e moderni per conoscere a pieno il suo mondo, ma confrontando la sua cultura con quella di Serenity comprese che gli studi terrestri erano nulla rispetto al restante universo.
«Parlatemi di loro.» chiese il principe «Perché sono stati puniti?»
«Vega era figlia del Sommo Dio Celeste, era la tessitrice degli Dei mentre Altair era un mandriano che ne accudiva il bestiame. Entrambi erano dediti al lavoro fin quando, sulle rive di un ruscello, si incontrarono e si innamorarono perdutamente a prima vista. Il Dio Celeste era contrario al loro matrimonio ma, di fronte alla loro promessa di continuare ad adempiere ai loro doveri, acconsentì.»

Il principe guardò il cielo, deglutì silenziosamente e ascoltò la leggenda narrata dalla principessa. «Avevano la sua benedizione, perché punirli?»
«Erano follemente innamorati e smisero di lavorare incuranti delle conseguenze. Gli Dei non ebbero più abiti né cibo, ma non fu solo per quello che furono puniti. Avevano stretto un patto che infransero. Il Dio Celeste li divise per sempre e per non farli incontrare aumentò le dimensioni del ruscello trasformandolo in quello che ora voi state osservando, un immenso fiume stellare.»

La principessa terminò il racconto, rimase in silenzio e con occhi chiuse ascoltò il rumore delle onde infrangersi sugli scogli quando sentì Endymion prenderle la mano e intrecciare le dita con le sue.

«Credete nell'amore a prima vista?»
A quelle parole Serenity spalancò gli occhi e si voltò verso il principe notandone un'espressione affranta.

«Il giorno non potrà mai unirsi con la notte.»

«Serenity.» sospirò il giovane «Mio padre Etlio è malato e sta morendo. Come erede al trono è mio dovere prendere moglie e voi siete...»
La principessa trattenne il pianto mordendosi il labbro, cercò di sorridergli e tornò a guardare il cielo.
«Non posso prendere marito...»

«Perdonate la mia indelicatezza. Siete così giovane mentre io... credo di essere immaturo.»
«Siete giovane ma non immaturo e io non sono così piccola.» proseguì lei. «Voi avete vent'anni, io duecentoquarantotto.»
«C-Cosa? Duecen-»
«Noi abitanti della Luna viviamo mille anni. Quando la Regina mia madre si addormenterà per sempre, io salirò al trono e genererò una nuova erede.»
«Come potrete avere una discendenza senza...»
«Oh Endymion, non fraintendetemi. Noi siamo stelle rigenerate provenienti dal brodo primordiale del Galaxy Couldron. Noi, diamo alla luce una nuova regina senza unirci carnalmente con un uomo. Siamo la personificazione della Luna, così come lo sono le mie guardiane con i loro pianeti natii.»

Una lacrima rigò il viso della principessa «Io sono la Luna e come futura Regina devo mantenere il giusto equilibrio tra Terra e Luna dedicandomi completamente alla preghiera.»
Endymion rimase in silenzio senza ignorare l'espressione affranta di Serenity.
«Voglio portarvi in un posto.»
Si alzò e invitò la principessa a far lo stesso, aumentò la stretta della sua mano destra e tirò a sé Serenity; lei si appoggiò al petto dell'uomo, sentì il mantello coprirle le spalle e intravide una luce dorata avvolgerli.

«Aprite gli occhi, Serenity.»

La principessa si allontanò riluttante da lui, guardò intorno e vide l'immenso oceano sotto di sé; si trovarono all'interno di una bolla fluttuante.

«Endymion ma...»
«Possiedo anch'io il potere del teletrasporto.» rise prendendole le mani per baciarne i palmi «Ci troviamo in un luogo remoto, dove l'inverno dura da secoli e l'oceano si tramuta in ghiaccio.»
«Perché mi avete portata in questo luogo desolato?»
«Osservate dietro le mie spalle.» Endymion le indicò la luna piena alta in cielo, Serenity ne osservò il bianco riflesso sulle acque scure della notte.
«Siamo qui per osservare la Luna?» incrociò le braccia al petto stizzita.
«Non solo, guardate dietro di voi sulla destra.»
Serenity si lasciò sfuggire uno sbuffo e roteò lievemente gli occhi, ma accontentò il principe e si voltò.

Stupore, incredulità e meraviglia. La principessa rimase a bocca aperta nel vedere una lingua di fuoco disegnare la linea dell'orizzonte e i primi raggi del sole, non ancora sorto, tingere il cielo di varie tonalità rosate. Si guardò attorno più volte per osservare da un lato il cielo notturno impreziosito dal bagliore lunare, dall'altro il giorno nascente illuminato dai caldi raggi solari.
«Anni fa, mio padre mi portò qui.» cominciò a parlare il principe. «Mi spiegò che solo in questo determinato luogo, il giorno e la notte condividono lo stesso cielo.»
Voltò la principessa verso si sé e la osservò a lungo, le asciugò le lacrime sfuggite da quegli occhi luminosi e con due dita sotto il mento le sollevò il viso.

«Il giorno si è unito con la notte. Proprio qui. In questo preciso istante.»

«Endymion...» sussurrò con voce tremante.
«Vi amo sin dal primo momento in cui ti vidi, Serenity.»
Endymion la baciò assaporandone la dolcezza di quelle labbra a lungo desiderate.
Morbide come un fiore, dolci come il miele, salate come le lacrime che rigavano il volto della principessa; si inebriò del profumo di quei capelli lunghi e setosi che accarezzava così come la sua pelle vellutata che sapeva di mare.

Si staccarono per riprendere fiato, per calmare i loro cuori impazziti, per guardarsi a lungo.
Serenity accarezzò il viso del principe, sfiorò i capelli neri come il cielo notturno alle sue spalle, con le dita seguì la linea delle sue labbra, calde come il sole e dannatamente invitanti. Si perse nuovamente negli occhi dell'uomo, blu come gli oceani che cambiano le maree attratte dalla forza della Luna, intensi come il sentimento che palpitava violentemente dentro il suo petto.
«Vi amo anch'io fin dal nostro primo incontro.» confessò tra le lacrime.

Si unirono in un nuovo bacio, intenso e passionale. La Terra e la Luna, attratti da un misterioso magnetismo che li rendeva dipendenti l'uno dall'altra, un legame ancestrale antico come l'Universo.
Un'unione nata dal disegno degli Dei Celesti.

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