TRAUMI

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Ben tornati.
Spero di esservi mancata.
Non mi dilungo, solo, state attenti.
Buona lettura.
🖤

~

Sapete, nella vita, ogni cosa che viviamo ci segna.
Quando subiamo un trauma poi assoceremo quel momento alla vita quotidiana.
Lo facciamo senza neanche farlo apposta.
Un viso.
Un gesto.
Un colore.
Anche una semplice ed innocua parola.
Buffa come cosa.
Il nostro subconscio ci trasmette tutti i ricordi più brutti per darci il tormento.

~

*11/12/1944*
POV CORINNE.
Lunedì.
Mi metto seduta nel letto.
Mi strofino gli occhi e sbadiglio.
-Buongiorno- dice la figura sdraiata affianco a me.
Appena riconosco la sua voce mi alzo del letto -Walter quante volte ti ho detto di non entrare mai più in camera mia!-
-Fino a prova contraria, questa è camera nostra- dice in tono provocatorio.
-Chi l'ha deciso!?-
-Le nostre famiglie, che ti vada bene o no-

Le nostre famiglie..come dimenticare.
Non ricordo un giorno in cui la mia famiglia  non abbia organizzato la mia intera esistenza.
Corinne White.
Un nome che non avrei mai voluto avere.
Corinne era il nome di mia nonna, una donna odiosa, una donna che non ha mai dato amore a chi la circondava, una donna che non ha mai provato compassione, non l'ho mai vista sorridere, nemmeno quando sua nipote è stata chiamata col suo nome.
White.. il cognome della povertà.
Povertà in senso di amore.
I miei genitori sono una piccola eccezione che rimane tale, poiché non ho mai creduto alle favole.
Questo cognome è sporco ormai da anni, alcuni antenati si sono sposati con babbani, o mezzo sangue, ridicolizzando l'intera famiglia.
Non siamo più la famiglia ricca di un tempo, ogni nostro possedimento è andato perso, e l'unica cosa che rimane fare è vendermi a miglior offerente.
E ovviamente, come tutto ciò che mi riguarda, non ho voce in capitolo.
Walter Moore, il famigerato "buon partito".
All'inizio sembrava una favola, non credevo di dover essere costretta a stare con un ragazzo, lui mi rendeva felice.
Era sempre premuroso, capiva il mio disagio, e faceva in modo di farci vivere l'inizio della nostra relazione come se fosse venuto da noi e non da qualcuno che ce l'aveva ordinato.
Io mi sono innamorata.
Credevo che anche lui si fosse innamorato.
Era tutto bellissimo io guardavo lui e lui  guardava me, non come si guardano delle persone costrette, ma come due persone che si amavano.
Poi qualcosa è cambiato.
Non ho mai capito il perché.
Ha iniziato a poco a poco a rinchiudermi in me stessa.
È iniziato a volare qualche schiaffo sul braccio, per poi salire sul viso e per finire è passato alle maniere forti.
Il mio corpo ha subito di tutto.
Dalla violenza verbale a quella fisica e quella mentale.
È successo radicalmente?
Non lo so, non credo, le persone non cambiano dall'oggi al domani.
Magari è sempre stato così.. ma guardandolo con gli occhi dell'amore non riesci a vedere o forse non lo vuoi vedere.
Cercavo di distrarmi con i ricordi belli che mi rimanevano.
Mi aggrappavo ad essi.
Mi illudevo che sarebbe tornato tutto come prima, che fosse un periodo stressante..l'avrei perdonato perché lo amavo.
Sono sempre stata troppo ingenua, troppo sensibile, e subire mi sembrava la cosa più giusta da fare.
Mi sbagliavo di grosso.
Sono arrivata al punto di avere paura che facesse certe cose anche in presenza di altri.
Come è possibile?
La persona che più mi faceva stare bene al mondo, è diventata quella che mi ha fatto più male.
I miei genitori sono a conoscenza delle mie condizioni con "l'amorevole" fidanzato che mi hanno trovato..eppure non hanno fatto nulla.
L'unica persona che mi ha aiutata è stata Isabella.
Ha rischiato la sua incolumità, e ha vinto una battaglia che io avrei perso in partenza.
È stata forte.
L'esempio di donna che tutte dovremmo essere.
Ma che io non riuscirò mai a diventare.

~

Narcisismo?
Si.
Si è l'uomo che è fatto così.
Si deve fare del male e poi chiedersi.."perché? Perché a me?"
La conoscete la risposta?
Perché sei tu il problema.
La colpa è tua.

~

-Esci da qui! Prendi i tuoi schifosi vestiti e vattene!- prendo la sua divisa e gliela scaravento addosso.
-Fanculo, dannata puttana!- si veste guardandomi schifato, si alza facendomi fare istintivamente qualche passo indietro e se ne va sbattendo la porta.
Tremo come una foglia.
Vado a chiudere a chiave la porta, poi piano piano mi accascio a terra.
Le lacrime escono da sole.
Continuo a tremare.
Mi chiudo a riccio.
Mi mordo le labbra.
Graffio le gambe.

Fa male.
Fa male guardarlo in faccia.
Sentire il suo odore.
Ascoltare la sua voce.
Avere le sue cose in stanza.
Non riesco più a sopportare lo sguardo di un uomo addosso.
Mi faccio indietro se accennano a toccarmi.
Non mi trucco così da non essere notata.
Non parlo più.
Penso soltanto.
Ma cosa conta? Niente, proprio come la mia esistenza.
Io non riuscirò mai più ad andare avanti.
Per me è troppo, non riesco neanche a far scivolare via la sua presenza.
Fa tanto male continuare a vivere.
E rivivere ogni momento.
Ormai è come se il mio corpo fosse tatuato dalla sua possessione.
Questa stanza ne è la prova vivente.
Queste mura hanno visto il suo odio.
Questo letto è pieno zeppo di lacrime versate ogni notte per cercare di dormire e sopportare tutto il dolore.
Questi vestiti hanno ancora del sangue da lavare via.
È questa la vita per una donna?
Nascere per morire lentamente ogni giorno della propria esistenza..?

~

Dobbiamo essere pesanti.
Dobbiamo essere paranoici.
Dobbiamo vedere cose che in realtà non esistono.
E poi?
Ci chiudiamo in noi stessi.
Sempre e costantemente.
Perché nessuno ci capisce.

~

Mi lavo, mi vesto, ed esco dalla stanza.
Non riesco a stare troppo tempo in camera, finirei per fare qualcosa di avventato..e, non mi pare il caso.
E poi il suo odore nell'aria, mi fa venire il voltastomaco.
Vado in sala comune, probabilmente Isabella mi starà già aspettando.
-Non rompermi il cazzo Tom, abbi la decenza di farmi vestire come cazzo voglio!- sento la voce di Isabella provenire dalla sua stanza.
Poi un tonfo e silenzio.
Sento la chiave della porta girare, e subito mi nascondo dietro un pilastro.
Vedo Tom uscire dalla stanza e andare via.
Mi avvicino alla porta.
Busso.
-Mi prendi per il culo..- Isabella apre la porta -Tom- spalanca gli occhi -..Corinne..c-che ci fai qui?- subito si copre.
-Sono uscita adesso dalla stanza e ho pensato di bussare per..vedere se eri ancora qui-
-Si, ho fatto tardi- sorride -Arrivo subito, tu intanto vai-
-È andato via- dico senza girare intorno al discorso.
-Quelli come lui tornano sempre Corinne, stanne fuori- sta per chiudere la porta.
-Aspetta- la blocco -Fammi entrare, non ti chiederò niente, ma io sono più brava di te a nascondere..-
Mi scruta in silenzio poi si guarda intorno e sospira -Cinque minuti-
Le sorrido -Cinque minuti- ed entro.

Camera sua è perfetta, non c'è una cosa fuori posto.
Il grande letto a baldacchino con le coperte verde scuro e il legno nero, posto di fronte alla porta e ciò che colpisce subito all'occhio, di fianco vi sono due comodini con entrambi una lampada e un centrino posti al di sopra, e le due finestre di lato con delle tende lunghe verdi e delle linee nere.
Poi a destra vi è un grande armadio, che immagino essere per la maggior parte di Isabella, più avanti vi è una specchiera con il piano in marmo bianco e nero, con cassetti e porta gioie posti in maniera elegante tutti con stile e colore che richiamano l'intera camera.
Mentre a sinistra vi è un comò abbastanza alto nero con dei graffi argento molto vintage, un grande specchio e poi la porta del bagno.
Il tutto viene completato dalla bellezza delle mura del castello che si abbina perfettamente allo stile di Isabella.
Eppure oltre questo luccichio di perfezione, non riesco a sentire altro che freddo.
Non sento emozione, non vedo un briciolo di gioia, sento solo l'amaro in bocca.
Non vedo foto, non vedo oggetti particolari, non vedo nulla che mi faccia pensare "che bella coppia" anzi non sembra neanche che ci siano due persone in questa stanza.

-Corinne ti ho dato cinque minuti, ti ricordi?-
-Si, scusa- vado vicino al suo armadio -Posso!?-
-Cosa devi prendere?- dice col tono di chi si mette sulla difensiva.
-Hai un dolce vita?-
-Perché?-
-Non sta scritto da nessuna parte che devi mettere solo maglione e camicia. La camicia è quasi trasparente..fa vedere..i lividi-
-Quando avevi intenzione di dirmi che sono evidenti!?-
-Non ti guardi allo specchio Iz?-
Lei accusa ogni parola facendo una faccia spiazzata -Guardarmi?- inizia a ridere -Corinne, qui non si tratta di non far capire agli altri cosa succede. La cosa che mi preme è essere superiore a lui cazzo! Può picchiarmi, e fare il cazzo che gli pare. Ma, deve andargli in culo il fatto che sono ancora in piedi a prenderlo per le palle!-
La guardo incapace di aprire bocca o di fare un passo.
-Allora ti aiuterò..dimmi solo come vuoi essere trattata- dico senza guardarla in faccia.
-Come hai sempre fatto-
La abbraccio.
Isabella se ne sta ferma, immobile, probabilmente non se lo aspettava.
-Perché piangi Corinne?- domanda curiosa.
Non mi ero nemmeno resa conto delle lacrime che scendono veloci sul mio viso.
-È che..- mi stacco e le prendo il viso -Se mi chiedi questo è come non aiutarti-
Lei mi alza il mento con l'indice e il pollice, con l'altra mano mi sposta i capelli dietro l'orecchio e mi guarda intensamente negli occhi -Corinne, ti sbagli. Se mi tratti normalmente, gli altri cosa penseranno?-
-Che va tutto bene-
-E non c'è cosa più bella, di tenere allo scuro  chi non ha bisogno di sapere-

Alla fine sono riuscita a convincerla a mettersi un dolcevita bianco con il solito maglioncino.

"-Perché ti piacciono così tanto le camicie!? Stai benissimo anche così!-"
"-Una..persona mi disse..che, gli piaceva..vedermi con le camice, perché amava vedere la mia pelle..- sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e porta l'altra mano alla bocca, sembra avere lo sguardo perso.
"-Tom?-"
"-No..no..Tom, non mi avrebbe mai detto una cosa così..profonda..lascia..lascia perdere, non ne voglio parlare-"

Chi potrà mai essere questa persona?
Arriviamo in sala grande, e ci sediamo al solito posto.
-Buongiorno!- ci salutano in coro i ragazzi.
-Come mai la nostra amata caposcuola ha fatto tardi di qualche minuto?- chiede Cody a Isabella.
-Oh insomma! Smettila di fare il pagliaccio Cody!- scherza Diomira che passa un fazzoletto a Victor.
Da quando loro due si sono messi insieme, vedo Diomira raggiante, stanno proprio bene insieme.
-Colpa mia, la caposcuola ha fatto il suo dovere, ossia aiutare un alunno in difficoltà- rispondo subito.
-Quale era la difficoltà? Cacciarmi da camera nostra?- sento la voce di Walter che rimbomba nelle mie orecchie.
Mi giro leggermente e mi ritrovo lui dietro di me che allunga un braccio per prendere una mela.
Il corpo mi trema tutto.
-Walter- si alzano Isabella e Caleb.
-Tranquilli, stavo solo prendendo una mela- e mangia un pezzo di mela.
-Magari ti ci strozzassi con quel pezzo di mela- commenta Isabella.
-Come hai detto putt..- si altera Walter.
-Stai calmo Moore- si sovrappone Victor tra Walter e Isabella.
-Capitano..dimmi, ti vuoi sfogare ancora un po'?- provoca Walter.
-Con te non c'è più tanto sfizio, cadi a terra anche solo se ti soffio in faccia- risponde seccamente Victor.
Walter fa una faccia schifata -Un giorno me la pagherai Mcgregor- gli punta l'indice al petto.
-Sarò qui ad aspettarti a braccia aperte-
Finalmente Walter se ne va.
-State bene ragazze?- ci domandano Caleb e Victor.
-Si- noto Isabella che mentre si siede guarda fisso Victor con uno sguardo che non so decifrare, probabilmente vorrà ringraziarlo, ma col suo carattere orgoglioso non ci riesce.
-S-si- dico con voce tremante.

Finiamo di fare colazione e ci alziamo per andare a lezione.
-Ragazzi arrivo subito, devo andare in bagno- dico allontanandomi dal gruppo.
Vado nel bagno delle ragazze, sono sicura che li resterò da sola.
Mi chiudo all'interno di una cabina, inizio a respirare affannosamente, e ricomincio a piangere.
Da quando ho sentito la sua voce ho avuto un senso di pesantezza, come una mano che mi stringeva il collo e, sempre più forte, mi riduceva in brandelli.
Mi metto la mano sul petto, sento il cuore martellare, mi siedo sulla tazza del Water, cerco di resistere ma non ci riesco..

Perché devo continuamente vivere in un incubo?
Perché a me?
Che cosa ho fatto di male per meritarmi questo?
Cosa abbiamo fatto noi donne per essere così odiate?

Caccio dalla gonna una lama, la guardo attentamente.
Esco fuori per guardarmi allo specchio.. sono ridicola.
Questo non è il modo di risolvere la situazione
Però..al momento è l'unico modo che ho per smettere di provare dolore.
Alzo la manica della camicia e guardo i precedenti graffi.

Se questa deve essere una donna allora preferisco..morire.

Appoggio la lama sul braccio, e tutto diventa nero.

~

Nessuno può capire.
Ma sei tu a dare potere alla paura di farti male.
Quello che dovresti fare però e alzarti.
Provare a combattere, ma ti fai fermare.
Ti dai il limite di non riuscire.
E quindi?
Perdi.
Perdi con il mondo, e perdi con te stessa.

~

-Corinne!-
Una voce mi sveglia.
-Corinne.. cazzo..- piano piano apro gli occhi e vedo Isabella correre verso di me.
-Isabella..che-che ci fai qui?- domando tutta stordita.
-Io non sono una stupida, quante volte lo devo dire!?- si abbassa -Pensi che possa convincermi con un "s-si sto bene"!?- prende la bacchetta -Guarda come ti sei combinata, dammi il braccio..-
-NO!- urlo facendomi poco indietro -Le ferite mi fanno passare il dolore-
Isabella mi guarda stranita -Corinne, tutto questo è solo nella tua testa. Guardami- mi costringe a guardarla negli occhi -Lo vedi questo sangue?- Isabella ne intinge le dita e me le mostra -È tuo. È nostro. Perché tutte ci passiamo. Per essere donne perdiamo tanto di quel sangue che se ne potrebbe fare un oceano. Ma..- mi prende il braccio -Questo non lo accetto! Non puoi dare il potere a un uomo di ucciderti cazzo!-
-Lo farebbe comunque! Può fare quello che vuole perché non posso tenerlo lontano! Mi considero già morta da anni Iz!-
-Sei viva!! Tu sei qui! Respiri! Cammini! Sorridi! Non puoi dargliela vinta!-
-Parli così perché tu sei forte Isabella! Io non ci riesco!- inizio a piangere.
-Ah, non ci riesci!? Quindi vuoi continuare a piagnucolare per tutta la tua vita!? Vuoi continuare ad essere un insetto insignificante!?- si alza -Se è questo quello che vuoi- si gira -Ma se almeno una volta hai pensato "non voglio più questa vita" cercheresti di fare uno sforzo, un minimo almeno! Quando potevo essere violentata, o uccisa, non mi sono lasciata andare al destino! Con quel poco di coraggio mi sono battuta per i miei ideali! Per me stessa! Anche io ho paura! Anche io sono rimasta traumatizzata! Ma non mi tolgo la vita, anzi, cerco di passargli avanti ogni giorno, perché devono sapere che la donna alla quale hanno dato il tormento se ne sbatte altamente e continua a vivere come se nulla fosse successo. Ma se vuoi morire, fa pure. Spero almeno tu sappia che morirai invano. Non lascerai niente. Nessuno saprà chi sei. Te ne andrai e la vita scorrerà tranquillamente come se nulla fosse successo. Walter la passerà liscia, e continuerà a fare, quello che ha fatto a te, a qualcun'altra- inizia a camminare a passo lento.

Walter..ne uscirebbe pulito..

-Aspetta!- Isabella si ferma -Lui deve pagare per ciò che ha fatto!-
-Ma tu volevi morire- si volta verso di me.
-Hai ragione Isabella..se morissi, nessuno se ne accorgerebbe, perché in realtà sono sola.. sono debole, non sono il massimo a scuola, la mia famiglia non esiste più, fisicamente non sono nemmeno chissà che meraviglia..sono solo "l'amica che sta dietro Isabella" o "la ragazza succube del ragazzo". Pensi che non senta i commenti degli altri!?-
-E a te sta bene tutto ciò?-
-No!-
-Perché?-
-Perché io non sono solo una ragazza! Io sono Corinne! Perché non voglio più essere vittima! Perché non voglio più camminare con lo sguardo basso! Voglio essere rispettata!- continuo a pingere stringendo i pugni.
-Quindi adesso cosa vuoi che faccia?- si avvicina.
-Aiutami..-
Isabella si abbassa mi prende il braccio e mi guarda negli occhi -Ricorda questo momento quando starai male. Adesso hai scelto di essere libera. Io ti aiuterò, ma non dovrai deludermi Corinne- prende la bacchetta e la avvicina al braccio -Epismendo-

~

La vera domanda è, perché hai paura?
Perché non riesci ad alzarti?
A volte abbiamo bisogno che qualcuno ci dica in faccia la verità, per poter riflettere su tutti gli sbagli che abbiamo fatto per colpa della nostra insignificante paura.
Abbiamo bisogno che qualcuno ci faccia vedere la luce in fondo al tunnel e che ci tenga per mano.
Abbiamo solo bisogno che qualcuno ci faccia di ricredere sulle nostre forti convinzioni.
Ma non è l'unico modo.
Quando rimaniamo a terra per tanto tempo la nostra mente vaga, ritrovando pensieri che non ti facevi ormai da tanto tempo.
Ripercorriamo momenti, che non avevamo mai analizzato attentamente.
Noi stessi ci rialziamo perché non vogliamo assolutamente perdere.
Non accettiamo la sconfitta, ci alziamo rabbiosi, con la voglia di far ricredere le persone che ci hanno tirato a terra.
Dopotutto, dietro ogni azione c'è una motivazione.
Chi ha subito un trauma deve trovare la motivazione che possa spingerlo ad avere la forza anche solo di continuare a respirare.

~

Isabella mi ha portata in infermeria dicendo all'infermiera che io fossi svenuta e caduta a terra, per lasciarmi riposare e non fare lezione.
-Signora Robinson, nel frattempo che accompagnano la signorina al lettino mi può fare una giustificazione per quando tornerò in classe, per favore
-Signorina Smith, lei deve solo ordinare- la signora sorride e va alla scrivania.
-Se tu chiedessi di essere preside, immagino prenderesti subito la cattedra- dico scherzando.
-Non mi istigare- sorride accompagnandomi al lettino -Adesso cerca di dormire, se i pensieri ti attanagliano la mente, scrivi o stila una lista- mi passa un quaderno.
Lo prendo e lo guardo, è un quaderno semplice di colore verde scuro e con dei dettagli argento, con delle pagine vuote -Cosa dovrei scrivere?-
-Sei libera Corinne. Pensa, cosa vuoi fare? Vuoi vivere diversamente? Come? Scrivi, ti si schiariranno i pensieri- si allontana un passo e si gira -Adesso vado, torno più tardi per riferirti cosa abbiamo fatto a lezione-
Le prendo il polso -Iz.. grazie- le sorrido.
-Corinne..- sento il polso irrigidirsi.
-Dimmi-
-Tu..mi consideri, una tua amica?- domanda senza guardarmi in faccia con una voce bassa.

Chissà perché mi fa questa domanda.

-Io ti considero la mia migliore amica Iz-
Sento il polso addolcirsi -Riposati Corinne..ci vediamo più tardi- molla la presa e se ne va.

Ho detto qualcosa che non va?

Apro il quaderno.
Lo fisso senza sapere cosa scrivere.

Sei libera Corinne..cosa vuoi fare?
Cosa avresti sempre voluto fare?

Prendo la piuma e inizio a scrivere.

•Vorrei tagliarmi i capelli;

Sembra stupido ma i miei genitori me l'hanno sempre proibito, perché dicono che una ragazza per essere tale deve rispettare questi canoni.
È solo che io non mi ci vedo con i capelli lunghi.
Ho sempre voluto i capelli corti..e adesso posso.

•Vorrei avere la forza di denunciare Walter al preside;
•Vorrei aiutare tutte quelle come me;
•Vorrei..innamorarmi;

Si..vorrei innamorarmi di una persona vera.
Una persona che mi rispetti..
Anche se, con il mio passato non è tanto semplice.
Non credo di fidarmi più dello sguardo di un uomo.
Di un "ti amo".
A me non importa sapere cosa sia amore.
Sono solo una ragazza che vorrebbe essere amata.
Chiedo troppo?

•Vorrei m..

Piano piano chiudo gli occhi e mi addormento.

~

Le motivazioni forniscono le scariche giuste alla nostra anima per potersi muovere.
Per i nostri scopi siamo capaci di smontare il mondo.
Ma devono essere grandi.
Abbiamo bisogno di un motivo in particolare.
Uno di quelli per la quale saresti pronto a fare di tutto.
Una persona.
Un oggetto di valore personale.
Una tematica.
Te stesso.
Perché?
Perché quando pensiamo a quella cosa stringiamo i pugni e ci imponiamo di farcela.
A tutti i costi.
Ma..se non hai niente per la quale vivere..ha senso combattere?

~

Apro gli occhi a poco a poco per poi alzare piano il busto e mettermi a sedere.
Sbadiglio e mi guardo intorno.
Fuori vedo quasi buio.

Ma che ore sono?

Mi alzo, prendo il quaderno che mi ha dato Isabella e vado dalla signora Robinson.
-Signora mi scusi, che ore sono?- domando ancora assonnata.
-Signorina White finalmente è sveglia- mi sorride l'infermiera -Comunque sono le otto passate-
-Le otto? Perché non mi avete svegliata?-
-Ci abbiamo provato, sono venuti anche i suoi amici ma lei continuava a dormire tranquilla, quindi abbiamo rinunciato. Era da tanto che non dormiva?-

Si.
Non c'è neanche bisogno di pensarci.
Con Walter non posso dormire sonni tranquilli.
Nell'ultimo mese ho fatto incubi che portavano a svegliarmi in continuazione.

-Ehm..si diciamo che ho avuto problemi col sonno..- porto le mani dietro alla schiena.
-Se vuole posso darle qualcosa..-
-No! No si figuri..più che altro, posso tornare in sala comune? Sto meglio adesso-
-Certo, certo. Per qualsiasi cosa non esitare a venire qui-
-Grazie- sorrido e me ne vado.

Mi alzo le maniche della camicia.
Faccio caso che non sono per niente sporca di sangue, nonostante il lago che ho creato.
Probabilmente Isabella avrà usato un incantesimo ma io ero troppo scossa per rendermene conto.
I tagli non ci sono più.
È tutto sparito.
Gli occhi diventano lucidi e le labbra formano un sorriso.
..Non sono più legata..

Sono nei corridoi.
Sto facendo mille giri perché non so come presentarmi ai ragazzi.
"Sono tornata";
"Sono viva";
Isa si sarà inventata qualcosa.
Durante il tragitto verso la casa comune sento in lontananza Victor e Diomira.
Sembra provenire da una delle aule.
Loro non si accorgono della mia presenza.
Senza volerlo origlio un pezzo della loro conversazione.
-"Victor ti prego fallo per me"-
-"No Diomira, rinuncia..quest'anno non voglio neanche tornare a casa mia, figuriamoci passare le feste con la tua famiglia"- dice scocciato il ragazzo.
-"Perché?"-
-"Come dovrei presentarmi ai tuoi genitori? E poi.."- Victor sembra trattenere la frase che stava per dire.
-"..Poi..cosa?"- dice incerta Diomira.
-"Non lo so Diomira..voglio restare solo a Natale..non è per te..io passerei ogni giorno con te, ma accetta la mia decisione"-
Silenzio.
-"Va bene"- dice tristemente Diomira.

Che voci tristi..
Sembrava non ci fosse nessun problema tra loro.

Prima che possano dire o fare qualcosa, me ne vado velocemente.
Mi dispiace pensare che una coppia visivamente così bella.. abbia dei problemi.
Mi sembrava più che Victor fosse distratto nelle risposte che dava, chissà cosa lo turba.
Arrivo in sala comune dove sono accolta dai miei compagni.
-Guarda un po' chi è tornata!- dice Cody a Vivian.
Quest'ultima si alza e viene ad abbracciarmi -Mi hai fatto preoccupare! Meno male che c'era Isabella!-
-La miglior caposcuola di Hogwarts- dicono in coro Isabella, Cody e Caleb.
-Iz!- corro tra le sue braccia.
Lei mi stringe a se -Come stai?-
-Bene- dico sorridendo.
-Di la verità hai fatto questa scenetta solo per non fare trasfigurazione- dice scherzando Caleb.
-Anche!- rispondo ridendo.
-L'importante è che adesso ti senti meglio- dice Vivian appoggiando la sua mano sulla mia spalla.
-La mia ragazza ha ragione, e poi non ci divertiamo senza di te- dice Cody.
-Non dire bugie Cody, probabilmente state meglio senza di me- scherzo.
-Ti sbagli. Dove andrei io senza i consigli della stilista migliore del mondo magico!?- dice Vivian.
-Infatti ti sbagli! Tu sai sempre come rimediare alle cose..senza di te come faccio a non farmi scoprire per fare i dispetti!?- dice Cody.
-Aspet-quali dispetti Cody?- dice Isabella prima sorridendo per poi ad avere un tono più severo girandosi verso Cody.
-Ehm.. giusto qualche scherzetto ai grifindoro..-
-Se ti beccano sono punti in meno alla casata idiota!-

Che bello..circondarsi del bene.
Tra i sorrisi, gli abbracci e le risate di chi ti vuole bene.
Alla fine Hogwarts mi ha dato anche questo.
Gioia e dolori, proprio come la vita.

Dopo avermi salutato, i miei amici hanno raccontato dettagliatamente cos'hanno fatto a lezione, i compiti assegnati, e poi siamo andati a mangiare in sala grande.
Ho mangiato abbondantemente a differenza di Isabella che quasi non ha toccato cibo.
Ho provato ad incitarla, ma insisteva dicendo che non aveva fame.
Il problema è che sono mesi che non ha fame e io non so come aiutarla.
Ritornati in sala comune chiacchieriamo un po' davanti al camino per poi andare nei dormitori.
-Buonanotte ragazzi- dice Caleb entrando in camera sua.
-Buonanotte!- rispondiamo tutti in coro.
-Isa..- la prendo per il polso.
-Dimmi- si gira confusa.
-Potresti..dormire con me?- chiedo imbarazzata.
-Non so se ti conviene, io sono vigile. Prima di entrare nel tuo letto cambio le lenzuola, controllo la polvere..-
-Va bene..voglio solo dormire tranquilla- inizio a tremare.
Isabella mi stringe le mani -Aspetta dieci minuti- va in camera sua sospirando prima di entrare.

Non avevo minimamente pensato al fatto che dovesse chiederlo a Tom.
Adesso mi sento in colpa..se la picchiasse?
Non me lo perdonerei mai.

"-Aspetta dieci minuti-"

Dieci minuti.
Credo che fino all'ultimo minuto rimarrò col fiato sospeso.

Me ne sto in silenzio appoggiata al muro.
Fino a quando non sento un rumore.
Sento come un peso che cade a terra.
Poi qualcosa tirato contro il muro.
Mi avvicino alla porta.

-"Perché fai così Isabella? Sai perfettamente che continuerò per sempre se continui ad opporti. Allora perché? Metti fine alle tue sofferenze"- sento Tom con fare di scherno.
-"Per dartela vinta ancora una volta? Giammai, dovessi morire adesso sarei felice di guardarti perdere contro di me"- controbatte Isabella.
-"Io? Perdere contro di te!?"- dice in tono beffardo.
-"Perché? È impossibile che una donna possa batterti?"-
"-No, non è questo il punto. Il punto è che tu non riusciresti a battermi"- afferma Tom.
-"Cosa intendi?"- domanda confusa la ragazza.
-"Che hai tutte le possibilità se giocate bene, ma non le cogli"-
-"Fanculo Tom"-
-"Vedi, lo sai, quando fai così è perché sto dicendo la verità"-
-"Tu vuoi che sia così, ti sta bene, e allora che cazzo vuoi!?"-
-"Che tu mi dica che cazzo hai in testa!"-
-"Niente! Per colpa tua non ho più niente a cui pensare Tom!"-
-"Eppure continui a stare qui"-
-"Perché sono costretta, non perché voglio!"-
-"Vattene allora"-risponde calmo.
-"Mi uccideresti"-
-"Non potrei mai, non riesco a fare a meno di te"- dice sempre con fare burlesco.
-"Certo non ti divertiresti più"-
Sento un colpo secco.

Metto le mani davanti alla bocca.
Mi appoggio al muro e piano piano cado giù.
Trema tutto il corpo.
Gli occhi sono pieni di lacrime.
Delle vecchie urla rimbombano nella testa.
Mi sento impotente.
Non riesco a fare nulla.
Sono bloccata.

"-Sei una stronza Corinne!-"
"-Ti prego Walter..non volevo, ti prego!-"
Walter mi lancia uno schiaffo in piena faccia "-Devi stare zitta!-"
Mi metto una mano sulla guancia.
Guardo Walter con gli occhi lucidi senza il coraggio di proferire parola.
"-Mi guardi così, sperando che possa calmarmi e tornare in me? Ti meriti quello schiaffo-"
"-Perché!?-"
"-Perché lo decido io!-" mi prende e mi butta sul letto.
"-Ti prego Walter..no..no..n..-" mi mette una mano davanti alla bocca.
"-Vuoi che mi calmi? Allora stai zitta e non muoverti!-" mi toglie le mutandine, si abbassa i pantaloni e mi spinge a se.
Chiudo gli occhi e mi porto le mani alla bocca.

Stanno tornando gli incubi a galla.
Mi copro le orecchie.
-..basta..- stringo gli occhi -..basta..- sento i miei lamenti, sento le sue mani su di me -..no..ti prego..- mi sta usando, di nuovo -..lasciami..ti prego..- qualcuno mi tocca -Basta!- urlo.
-Shhh!- vedo Isabella abbassarsi -Muoviti, prima che questi ficcanaso escano dalle stanze-
-Isa..bella- la guardo, e riprendo fiato.

~

I traumi ci portano anche questo.
Ad avere un motivo ma perderlo nel momento in cui l'hai trovato.
Perché..
"E se, non bastasse?"
"Se accadesse di nuovo?"
"Se non fossi all'altezza?"
"E se non volessi?"
"Se gli facessi del male?"
I dubbi.
Quelli che ti mangiano dentro.
E appena pensiamo questo, siamo di nuovo al punto di partenza.
Intrappolati in un loop di male senza fine.

~

Isabella chiude la porta della stanza.
-Puoi chiudere a chiave? Walter riesce sempre ad entrare- dico asciugandomi le lacrime.
-E me lo dici così?- alza gli occhi al cielo e prende la bacchetta.
-Che vuoi fare?- chiedo allarmata.
-Un incantesimo difensivo- muove la bacchetta -Colloportus- si gira verso di me -Tornando a noi..-
-Lo so, ero ridicola..è che sono sicura che ti abbia picchiato, stavate alzando la voce..e..- inizio a respirare affannosamente -..e mi ha portato alla mente quando succedeva a me e..e io..sono andata in panico, volevo aiutarti ma non sapevo cosa fare..-
-Ehi, ehi..- Isabella mi viene vicino e mi prende il viso -Basta, hai rotto, non sopporto la gente che piange- dice con il suo solito tono disinteressato -Piuttosto, aiutatemi a fare il letto- posa la sua borsa a terra e si dirige al letto.
-Quindi non scherzavi prima!?-
-No, io sono una malata del pulito, quindi prima di dormire, devo chiudere le palpebre consapevole che sono in un letto pulito- spiega mentre inizia togliere lenzuola e federe.
-Quindi anche i vestiti..- la aiuto.
-Tutto!-
-Non avevo mai fatto caso a questa cosa, quindi non presti niente a nessuno? Libri, oggetti?- chiedo curiosa di saperne di più.
-Mai prestato nien..- spalanca gli occhi in una frazione di secondo per poi rilassarsi di nuovo.
-Tutto bene Iz?-
-Si..si, dove hai i cambi delle lenzuola?-
-Nella cassapanca davanti al letto-
Si china a prendere le lenzuola pulite -Ad una sola persona..ho-ho prestato un libro. Ma è successo involontariamente..ci..ci ho fatto caso soltanto adesso- dice con un tono malinconico.
-Chi?-
-Non sono cose che ti riguardano-
-Io non ti biasimo se pensi ad un altro invece che a Tom, anzi sono felice per te che riesci ad andare avanti e riuscire a dare fede alla parola di qualcun altro- metto le lenzuola sporche su una sedia.
-L'amore non esiste Corinne, e se esiste..probabilmente è effimero- dice in tono amaro
-Perché sei così dura?-
-Perché non possiamo contare sull'amore per poter vivere. Fino ad ora mi sono salvata da sola, e va bene così. Non voglio..essere dipendente da qualcuno, tantomeno un uomo-
-Iz..-
-Basta, questione chiusa-

Dopo aver rifatto il letto, Isabella se ne va in bagno a farsi una doccia.
Io inizio a svestirmi rimanendo in intimo, per un attimo mi giro per guardarmi allo specchio.
Ho ancora tanti lividi che mi segnano il corpo.
Quante ferite ancora, probabilmente, si formeranno..
Ho il trucco sbavato, sembro uscita da un incubo.
Mi tocco i capelli.
Quanti sforzi per farmeli crescere.
Ormai arrivano all'altezza dell'ombelico.
Neri come la mia vita.

Quante cose sono successe in una sola giornata.
Potevo morire e invece sono tornata a vivere.
Da sottomessa sono tornata ad essere libera in quel poco che mi riguarda.
Sono passata a pensare di non avere nessuno, ad essere circondata da persone che mi amano.
Troppe emozioni.

Apro il cassetto del mio comodino e prendo le forbici.
Ritorno a guardarmi allo specchio.
Inizio a giocare con una ciocca di capelli.
La giro nel dito, poi prendo le punte e con la forbice inizio a tagliarle.
Isabella esce dal bagno con una vestaglia.
-Corinne che stai facendo?- chiede guardandomi dall'alto in basso.
-Voglio..tagliarmi i capelli- rispondo guardando me stessa allo specchio.
-Non ci avevi messo anni per farli arrivare a questa lunghezza?-
-I miei genitori..io..no-
-Quanto li vuoi tagliare?-
-Qui- indico le spalle.
-Beh? Cosa aspetti?-
Abbasso lo sguardo per guardare la forbice -Hai ragione..- porto la forbice all'altezza delle spalle e inizio a tagliare.
I capelli cadono a terra in silenzio, solleticandomi la pelle.
Ad ogni taglio il mio sorriso si allarga.
Più vedo il quadro completarsi e più mi sento libera.
Quando finisco mi guardo compiaciuta.
Mi abbasso per prendere i capelli che ho tagliato -Sei fiera di me Isabella? Ho rispettato il primo punto della mia lista-
-Si, sono fiera di te Corinne- a queste parole mi vengono gli occhi lucidi -Però aspetta, fatti sistemare il taglio- Isabella mi prende le forbici dalla mano, e inizia a sistemarmi il taglio storto che ho appena fatto -Ecco, adesso è perfetto-

~

I traumi ci portano a compiere pazzie.
I traumi ci portano a non riuscire a vivere più come prima.
I traumi ci portano ad avere milioni di problemi.
I traumi portano via pezzi di noi stessi.
Come dovrebbe superare Corinne un trauma del genere?
Non si supera.
Non è una cosa leggera da poter superare.
Ci vogliono anni.
Ci vogliono le cure giuste dalle persone giuste.
Ci vuole volontà.
Ma sapete qual è il vero problema?
Lei ha solo 18 anni.
E vive in un'epoca in cui tutto questo era pressoché normale.
Ma tranquilli, i traumi non si superano comunque.
A prescindere dall'età.
A prescindere dall'epoca.
A prescindere da quale sia il trauma.
Essi resteranno incisi nella nostra mente.
L'unica cosa che potete fare è rialzarvi cercando di vivere il più possibile.
Rimarrà la paura, ma almeno in futuro guardandovi allo specchio potrete essere fieri di voi.
Perché ve la siete vista brutta, ma con i pugni stretti, le lacrime agli occhi, e il corpo dolorante, vi siete rialzati e avete mandato a fanculo tutto e tutti per non perdere.

~

[SPAZIO AUTRICE]
Se ti è piaciuto almeno un po' ti va di votare
Perdonatemi la lunga assenza ma questo capitolo è stato difficile da scrivere, e per farmi perdonare l'ho fatto un pochino più lungo (5620 parole)..spero di non aver deluso le aspettative.🥺

•Che capitolo vi aspettavate dallo spoiler di Instagram?🌝

•Adesso avete capito bene il personaggio di Corinne?🥺🖤

•Quale sarà, secondo voi, l'argomento del prossimo capitolo? Chi prenderò in esame?🤔

Vi annuncio che ho lanciato un hashtag su TikTok #malesenzafine se si va di fare dei video a tema, mi farebbe un enorme piacere🥰

IG: alexia_clare_write 🖤
(Vi consiglio di andarmi a seguire perché ogni tanto carico spoiler e spiego alcune cose sulle storia)

CI VEDIAMO PRESTO AL PROSSIMO CAPITOLO🖤

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