~Capitolo 10~

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Continuai a fare movimenti lenti e circolari per diversi secondi. Magnus portò la testa all'indietro mordendosi le labbra, stringendo gli occhi. Cercai di fare il più in fretta possibile per non farlo soffrire ulteriormente.

《 Ho finito, puoi coprirti》 ritrassi il braccio 《anche se quella camicia sporca non aiuta la guarigione》 sospirai.

《E se per le ore notturne, quando le guardie non passano, la togliessi? Potrebbe aiutare?》propose pensieroso.

《Bhe credo di sì, la ferita avrà qualche ora per respirare》 non sapevo quanto potesse funzionare, ma era meglio di niente.

《Respirano anche le ferite?》 Rise di gusto prendendomi in giro.

《È un modo di dire》 risi di gusto insieme a lui.

Qualche istante dopo, mentre io ancora ero intenta a ridere sotto i baffi, distratta dalla situazione, lui iniziò lentamente a togliersi la camicia, se la sfilò verso l'alto e la ripose a terra di fianco a lui. E continuò a sorridere come se nulla fosse successo. Io mi ammutolii subito dopo.

《Ti mette a disagio la situazione?》 Chiese perplesso e curioso.

Non lo chiamerei disagio quello che provo...non so cosa provo, è una sensazione nuova. Mi incuriosisce la sua disinvoltura.

《N-no, cosa te lo fa pensare? 》Cercai di mantenere un minimo di lucidità.

《Le tue guance... sono rosse》 sorrise a denti stretti.

Oh cielo!

Spalancai gli occhi dallo sgomento e l'imbarazzo. Ora si che sono rossa di vergogna.

《Ehm, no, non preoccuparti》 balbettai alzandomi in piedi, 《Il sole sta quasi sorgendo》 sovvenni cercando di non tornare mai più sull'accaduto.

《Sai... a quest' ora i tuoi capelli raggiungono una luminosità particolare, brillano di una candida luce bianca come fossero un gioiello prezioso 》 si alzò soffermando lo sguardo sui miei capelli 《Posso?》 chiese allungando la mano verso essi. Io annuii totalmente attonita.

Un gesto. Un sussulto. Una carezza.

Prese una ciocca delicatamente tra le dita ne tastò la superfice, strofinandola tra i polpastrelli.

《Sono meravigliosi》 esordì rompendo il mio sgomento interno. Stava succedendo realmente. Sbattei le palpebre continuando a guardarlo confusa.

《Ti ho offesa?》 chiese confuso ritraendo la mano. 《Non era mia intenzione》 si scusò.

《N-no, scusami tu》, scossi la testa, 《sono io, ehm, non sono abituata a queste cose》

《A ricevere complimenti intendi?》 chiese confuso. Annuii e sorrise.

《Ci dovrai fare l'abitudine allora》 scrollò le spalle. Cosa significava?

《Adesso devo andare》 balbettai confusa, stavo perdendo troppo tempo, il sole stava colorando il cielo sempre di più.

《Ci sarai la prossima luna?》 chiese mentre mi accingevo frettolosamente verso l'uscita.

《Certo》 questa volta risposi senza sotterfugi. Avevo deciso di prendermi cura di lui, non mi interessava se fosse realmente nemico della corona, per me non lo era. Era stata la prima persona ad apprezzare il mio aspetto, i miei capelli, a non farmi sentire diversa ed indesiderata. E questo per me era molto più di quanto avrei mai potuto ambire.

Il mio percorso verso la mia stanza sembrava più leggero, allegro, stranamente non mi sentivo sopraffatta dall'angoscia di essere scoperta.

Se qualcuno mi scoprisse, almeno ho fatto qualcosa di bello nella mia vita, qualcosa che ricorderei se dovessi andare in contro ad un destino senza speranze.

Aspettai con ansia che mio padre venisse a trovarmi, la sua venuta sarebbe stata una piccola possibilità che Magnus stesse bene. Per pranzo mi arrivò della selvaggina appena cacciata; me ne accorsi dal fatto che di fianco al lungo vassoio argentato vi era una pelle di cinghiale su cui mi sarei potuta pulire le mani, invece della solita conca di legno piena di acqua. Per confermare quella mia teoria, il piatto principale era un pezzo di spalla ed un paio di costolette su una salsa al vino , di cinghiale. Il tutto era avvolto da una copertura di spezie fresche.

Pensai subito a conservarne un bel pezzo per Magnus. Se era così entusiasta per una coscia di pollo, chissà il suo stupore nel vedere una pietanza così prelibata.

Dopo pranzo venne mio padre e ,per fare conversazione, mi complimentai dell'ottimo cibo e così mi spiegò che aveva mandato diversi cacciatori al nord del bosco, affinché procurassero per il regno diverse scorte in caso ci fossero altri attacchi nemici.

《Son tornati quasi tutti senza danni, c'è stata qualche perdita, ma erano preparati a quell'eventualità》 continuò a raccontare. 《 Hanno fatto grande scorta e sono anche riusciti ad uccidere un feroce orso bruno che ci sfamerà per diverso tempo》

《Con "ci sfamerà" intendi noi due!? Giacché gli unici reali del castello siamo noi, dovresti condividere questi beni con il regno》 Commentai infastidita. Non ho bisogno di questo lusso per essere felice.

《Non bastano per tutti ,figlia mia, dobbiamo cercare di non creare malcontento interno, è meglio se il resto del regno non sappia》 mi espose 《e poi le pelli di quasi tutta la cacciagione l'ho lasciata a loro come ricompensa, insieme ad alcuni cinghiali. 》 continuò illuminandomi sul suo raziocinio. 《Non sono così crudele Idryll, tengo al mio popolo》. Mio padre è sempre stato un re giusto, ha sempre fatto quello che poteva per il regno, ma a volte me ne dimenticavo di proposito per renderlo colpevole del mio modo di vivere.

《Hai ragione, padre》 ammisi sconsolata guardando fuori dalla finestra distrattamente.

《Cosa c'è figlia mia?》chiese premuroso.

《Niente padre, sono solo preoccupata, mi hai raccontato così poco di cosa stai affrontando insieme al regno e vuoi che io rimanga all'oscuro delle preoccupazioni del popolo 》

《 Idryll non preoccuparti, gli attacchi sono sotto controllo, ho mandato un plotone di soldati ai confini del regno per impedire qualche agguato nemico. Non ci coglieranno più alla provvista》 affermò con fierezza.

《Grazie padre》 sorrisi al suono di quelle notizie. Il pericolo era sventato.

Forse aveva finalmente deciso di ragguagliarmi di più su quello che accadeva al regno, aveva capito che fossi abbastanza adulta e potevo essergli utile ?!

《Adesso devo andare, questioni urgenti richiedono la mia presenza》 si alzò incamminandosi verso la porta.

《Certo padre》 mi liquidava ogni giorno con la stessa motivazione.

Un buon re è sempre impegnato nei suoi doveri con il regno, non può mai oziare, deve stare sempre all'erta. Mi rammentava da bambina quando volevo rimanesse ancora un pò con me a farmi compagnia.

Lo osservai mentre si richiudeva la porta alla spalle; in quel momento iniziai ad analizzare la situazione con più lucidità, con la dote che avevo sviluppato nel corso del mio isolamento.

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