~Capitolo 11~

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Un illuminazione mi colse alla sprovvista. Se il pericolo è sventato, le accuse su Magnus sono cadute e lo libereranno.  Un sorriso solcò il mio viso. Non hanno più motivo per trattenerlo.

Forse  l'hanno già fatto e non  ho potuto vederlo l'ultima volta per salutarlo. Ero molto contenta che fosse finalmente libero, ma allo stesso tempo una sensazione di vuoto mi fece sentire imprigionata, di nuovo. Era tornato tutto come prima. Ero di nuovo l'abominio nascosto al mondo.

Ma non volevo subito abbattermi prima di aver constatato che effettivamente lo avessero rilasciato. Avrei dovuto vedere o sentire qualcosa, avrei sicuramente notato Magnus uscire.

Aspettai ansiosa che calasse la notte, seduta sul letto, continuando a mordermi le unghie in trepida attesa di scoprire la verità.

Presi lo stesso, il cestino con le pietanze che avevo conservato, lo strinsi tra le dita con ardita speranza di rivedere quel volto ormai familiare, che mi rendeva la persona che volevo essere. Pensavo che se avessi portato con me qualcosa per lui, il destino si sarebbe ricordato di me e riservato qualcosa di buono per una volta.

Quasi non badai al mio mantello, lo poggiai distrattamente sulle spalle ed uscii di corsa. Neanche prestai attenzione al tragitto che mi separava dalla verità. Una volta sulla soglia delle segrete, rallentai intimorita, deglutii a fatica stringendo le palpebre. Afferrai con ancora più decisione il cesto e scesi le scale trattenendo il fiato dall'agitazione.

《Magnus》 lo chiamai sussurrando con voce tremante. Nessuna risposta. Continuai ad andare avanti con passo incerto.

《Magnus》 lo richiamai, ero quasi arrivata difronte la sua cella. Una lacrima stava per solcare il mio volto rassegnato.

Chiusi gli occhi e presi un lungo respiro prima di riaprirli davanti la cella. Nel mentre pensai al mio infimo egoismo. Come potevo essere triste per la scarcerazione di un mio amico? 

Subito venni colta da una fitta improvvisa.

Magnus era lì. Ma durò poco la mia egoistica gioia. Qualcosa non andava. Era sdraiato faccia in giù sul pavimento. 

《Magnus!》 questa volta il suo nome divenne un grido strozzato. 《Magnus cosa è successo?》il panico stava velocemente raggiungendo le mie viscere.

Magnus rantolò verso di me allungando un braccio, sollevò lentamente il volto per guardarmi. Il viso era totalmente imbrattato di sangue.  Era troppo buio e troppo mostruoso per me per permettermi di concentrarmi sull'origine delle ferite. Mi portai le mani al volto, terrificata, persi la lucidità e la concezione di tutto quello che era attorno a me.

《I-Idryll》 non mi piaceva più come usciva il suono del mio nome dalla sua bocca, mi rifiutavo di sentire quel lamento. Mi portai le mani alle orecchie in preda alla confusione.

《I-dryll》 si avvicinò ancora un pò verso di me strisciando con le poche forze che gli erano rimaste.

Ti prego basta, urlai dentro di me.

Mi accasciai a terra priva di senno, non potevo accettare che gli fosse successo questo a causa di mio padre.

《Shiro, non piangere》quel nome, il soprannome che mi aveva dedicato.

Le parole non volevano ancora uscirmi dalla bocca. Gli poggiai la mano sul viso mentre i nostri sguardi si erano persi tra lacrime e sorrisi goffi. Rimanemmo così per diversi istanti, fino al momento il cui riuscii a riacquistare la lucidità quanto bastava per capire la situazione.

Per prima cosa dovevo aiutarlo con le ferite e poi avrei potuto chiedergli cosa fosse successo.

Analizzai per prima cosa lo stato del suo viso. Il naso era tumefatto, grosse chiazze di sangue secco gli coprivano tutta la zona fino al collo. Con me avevo dell'acqua fresca, gliela feci bere e il resto la utilizzai per pulirlo. Mi strappai dei pezzi della sottoveste e gli tamponai delicatamente il viso rimuovendo le macchie. Anche gli occhi erano gonfi e viola.

《Vado un attimo a prendere delle pomate che ti aiuteranno a guarire》gli spiegai ritraendomi da lui.

《Non andare, è troppo rischioso》rispose affannato

《Non preoccuparti, so come non farmi notare》 gli sorrisi.

《Ti prego》 mi afferrò il polso, 《resta con me》mi guardò intensamente negli occhi, in quell'istante mi resi conto di quanto fossero scuse le sue pupille, un pozzo profondo.

Deglutii riflettendo sulla scelta migliore da prendere e di certo non era  restar lì senza poter far niente, ma d'altro canto era rischioso guarirlo, avrebbe destato sospetti.

《D'accordo》 sovvenni. 《Posso controllare le altre ferite?》

《Tentennò qualche attimo, poi si tolse lentamente la camicia, ormai ridotta a luridi brandelli, sussultando dal dolore. 

Aveva grosse chiazze viola sul costato, probabilmente  alcune costole erano definitivamente rotte, non potevo fare nulla in quel caso, solo sperare che non avessero bucato qualche organo. Anche le gambe erano ridotte male dato che sembrava non aver forza sufficiente per alzarsi, ma non chiesi ulteriormente. Era troppo doloroso per lui anche mentalmente.

《Ti ho portato qualcosa che forse può tirarti su il morale》 interruppi il pesante silenzio con un sorriso un pò forzato.

Lui inclinò la testa da un lato, curioso mentre frugavo nel cestino.

《Ecco qui! 》esclamai tirando fuori da un tovagliolo in stoffa, i pezzi di cinghiale conservati da pranzo.

Il suo viso si illuminò.

《I nostri uomini stamattina sono andati a caccia》 spiegai 《 è stato un ordine del re, il fatto mi ha allarmata perchè parlava di far provviste, ma poi ha detto che Nivera ha cessato gli attacchi》

《Stronzate》 bofonchiò mentre trangugiava il pasto con voracità.

《In che senso ?》Chiesi confusa.

《Non è uscito nessuno per cacciare, lo avrei notato da qui》

《 Ma la cacciagione è fresca... 》

《Credo che il re vi stia ingannando facendovi credere che sia tutto finito per tenervi buoni》dedusse.

Ma.. cosa?! Sta ingannando tutta la servitù...o solamente me?!. Credo che Magnus abbia ragione, ma il suo ragionamento deve essere volto al singolare. Mio padre sta ingannando me e nessun altro. Vuole tenere me buona.. come sempre. Mi vuole docile ed ignorante, facile da manipolare. Perché non si fida di me?

《Nivera continua ad attaccare senza apparenti motivi e il re cerca risposte da me》continuò.

《Perchè credono che tu sappia qualcosa?》

《Perchè vengo da lì》confessó.

《Sei di Nivera?》 La scoperta mi lasciò interdetta.

《Si》ammise semplicemente.

《Sei veramente stato catturato in una locanda ? 》il mio cervello iniziò a fabbricare migliaia di domande.

《Si, è vero, sono stato venduto dal locandiere e le guardie mi hanno arrestato credendo mi fossi infiltrato a Mondre per carpire informazioni sul vostro regno, ma ero solo di passaggio》

《In genere i confini sono chiusi,  le guardie non fanno passare stranieri, solo mercanti e soldati, come hai fatto?》iniziai ad avere qualche sospetto riguardo la sua versione. Troppo accanimento verso di lui per essere solo   un ragazzo in una locanda qualsiasi.

《Sono un avventuriero, niente può impedirmi di scoprire nuovi luoghi, volevo perlustrare i vostri boschi》

Qualcosa non andava nella sua spiegazione, non ero convinta, per la prima volta ero certa che mi stesse mentendo, o celando qualcosa. Non si fidava di me, ora ne ero certa.

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