~Capitolo 12~

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Passai il tempo seduta difronte la cella, in silenzio, contemplando i movimenti goffi di Magnus mentre cercava di rimettersi in piedi.

《Grazie per il pasto, comunque》 mi sorrise facendo leva con le braccia sulle sbarre per alzarsi.

《Non fare sforzi》 lo rimproverai atona, distratta. 

Lui inclinò il viso di lato e mi guardò confuso.《Tutto bene?》

《Si tranquillo, sono solo stanca》

《E' stato faticoso il lavoro oggi?!》mi guardava curioso, sembrava sinceramente interessato. Non sapevo cosa dirgli, mentire non faceva per me, non mi piaceva,  mi sembrava che ogni parola fosse un modo per ingannarlo e io non volevo. Volevo essere sincera, ma non potevo.

《Il solito》 scossi le spalle , mi smentii poco dopo.《Sono preoccupata per la guerra ancora in corso》 ammisi.

《Piccola Shiro, queste battaglie sono all'ordine del giorno in qualsiasi regno》sospirò divertito dalla mia ingenuità.

《Ne hai mai affrontata alcuna》la mia curiosità era più forte della mia volontà di stare al mio posto e non farmi coinvolgere o non farmi credere una spia da lui.

《Si, è capitato》 il suo tono divenne più spento e serio del solito, non solo per il dolore fisico che provava, aveva una luce diversa negli occhi. Sembrava preoccupato per altro. 

《È ora che vada》 Cercai di rompere il velo pesante che si era creato tra noi. Lui mi sorrise, non aggiunse altro. Qualcosa si era lentamente spento tra noi lo sentivo.

È sicuramente colpa mia, lo avrò offeso o spaventato con la mia insistente curiosità. Ripercorsi gli scuri corridoi verso la mia stanza in uno stato di completo sconforto e senso di colpa.

Guardai il sorgere del sole dal mio letto e mi addormentai in un lungo sospiro.

Il sole era alto nel cielo e io non avevo ancora raccolto il vassoio con la mia colazione a terra fuori la porta. Ormai le cameriere non bussavano neanche più, sembrava avessero paura, chissà cosa credevano ci fosse dietro quella porta. Io stessa non conoscevo il loro volto, ma sapevo che erano ragazze diverse che si alternavano e non la mia vecchia balia. Ormai avevo imparato a riconoscere tutti dal tipo di passo, dovevo pur impegnare il tempo in qualche modo.

Prima dell'arrivo del pranzo, raccolti il vassoio precedente per non destare sospetti, svuotai il contenuto sotto il letto distrattamente e lo riposi di nuovo fuori.

Feci lo stesso col vassoio del pranzo e attesi l'arrivo di mio padre.

Ci furono I suoi famosi tocchi alla porta.

《Avanti》 sussurrai avvicinandomi alla porta.

《Figlia mia》 il suo tono era pressochè statico, non lasciava trapelare alcuna emozione, non riuscii a decifrarlo.

Non riuscii a non pensare alle parole di Magnus, appena lo vidi, credeva che mio padre mi stesse mentendo. Che la guerra non fosse finita per nulla. Ma come avrei potuto affrontare questo discorso? 

Decisi di far finta di niente, come oramai ero fin troppo abituata a fare, e continuare con la stessa omertà di sempre.

《Che mi racconti padre?》 Sfoggiai il sorriso pii falso che avevo.

《Niente di interessante figlia, sono sempre molto impegnato a corte》

《Ci sono nuovi attacchi da parte di Nivera?》

《È tutto sotto controllo》ripose frettolosamente.

《Non hai risposto alla domanda》 ribattei senza scompormi, ormai conoscevo i suoi sotterfugi.

《No, Idryll, le mie guardie non hanno riportato notizie, la situazione è stabile》

Dovevo credergli? Non lo sapevo più. Mi limitai ad annuire.

Passammo un' altra ora insieme, in silenzio con lo sguardo rivolto verso la finestra, come se lui potesse comprendere quello che provavo, come se volesse farlo.

Mi salutò con un freddo cenno e se ne andò. Non era mai stato affettuoso con me, se avesse sostituito la protezione con qualche abbraccio in più, sarebbe stato un ottimo genitore.

E anche quei  momenti di non totale solitudine cessarono e ritornai alla mia prigione di roccia e pensieri.

Quella sera decisi di non andare a trovare Magnus, non volevo sembrargli troppo invadente, anche se ero preoccupata per lo stato delle sue ferite. In fin dei conti ero uno sconosciuta per lui e per me lui era  proprio il tipo di persona che avrei dovuto assolutamente evitare.

Gli avventurieri sono una massa di sprovveduti, buoni solo a scatenate risse nelle locande o spillare soldi ai poveri contadini che credono alle loro storie su creature e bestie feroci che divorano i loro raccolti.  Non avevo mai sentito mio padre rivolgere qualche parola carina a nessuno. Solo della mamma parlava bene, quelle poche volte in cui ero riuscita ad estorcergli qualche informazione su di lei.

Solo una volta mi raccontò cosa diceva la mamma di me,  quali fossero i suoi sogni una volta nata io. Mi voleva libera e felice. Chissà cosa penserebbe di me nello scoprire che non sono mai uscita dal castello (alla luce del sole e non di nascosto), rinchiusa in una stanza e che la notte sgattaiolo nelle segrete a dar da mangiare ad un prigioniero. Qualcosa mi dice che avrebbe riso di giusto nel sapere la seconda cosa.

Me la sono sempre immaginata bellissima ed elegante, non ho preso nulla di lei, solo i capelli... che doveva nascondere come se fossero una vergogna. Chissà quanto ha sofferto.

Pensai a lei anche quella notte, mi costruivo ricordi felici con lei, momenti che avremmo potuto vivere realmente insieme. Sensazioni che avrei portato con me come se fossero vere. Almeno il diritto di sognare non mi era stato portato via.

Mi addormentai abbracciata al cuscino, sognando di stringere la morbida vita di mia madre, magari mi avrebbe asciugato le lacrime in sogno. Mi avrebbe tenuta stretta al suo petto e sussurrato dolci parole di incoraggiamento.

Stavo facendo un sogno bellissimo: ero con mia madre e stavamo passeggiando tra la natura annusando i fiori, quando all'improvviso il volto di lei diventò più serio, mi afferrò per entrambe le braccia urlandomi: Idryll ti devi svegliare. E in quell'istante sentii delle esplosioni.

Mi resi subito conto che non si trattava più di un sogno, mi precipitai alla finestra e vidi il cielo notturno colorarsi di arancione. Non avevo mai visto nulla di simile. Era un attacco nemico. Nivera  stava per sfondare le difese del castello. Come aveva fatto l'esercito ad arrivare fino a lì senza farsi scoprire?

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