📖 17 maggio 1552 📖

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Che l'arcano sapere abbonda in quel tempio sotterraneo, la cui entrata, recondita e celata agl'occhi del popolo, plebeo o aristocratico che fosse, con minuzia ubicata tra le mura e la nuda terra cosicché manco la luce diurna possa permettersi di baciare quel loco sacrilego, oramai è cosa assodata e inconfutabile come la sfericità del mondo nostro.

Antri bui estendono e spandono i loro tentacoli di tenebre che si protendono alla volta dell'oblio e della disumanità, fanno cadere le menti deboli como farebbe un serpente attorcigliandosi e flagellando la povera preda prima d'inghiottirla per cibarsene, eppure la suddetta eccedente scelleratezza equipara la facoltà di sfamare le menti più voraci.

Giacché la mia ignoranza mi viene contro, non m'è ancora ben chiaro s'i destini della preda e dell'affamato siano legati affinché, congiungendosi, abbiano come fine lo stesso e unico triste fato. Ahimé, desidero savere, bramo quella luce di cognizione cui sol'una maggiore divinità può laudarsi.

Soddisfare l'appello dell'arcaico richiamo non mi adempie del merito che mi spetta e che necessito; non rende giustizia a qualcuno secondo il quale una vita intera non è sufficiente per colmare il proprio bisogno di consapevolezza. Ulteriori quesiti han trovato vita tra le mura di codesta dissacrata abbazia, la cui fede null'ha da invidiare a quella di qualsiasi altro credo.

Altrettanti sfavilli sono andati a folgorare il mio intelletto, e io, ch'erudire Me Stesso è interesse mio più grande, a tal punto da ignorare gli aspetti più deleteri e nefasti, son giunto tra quelle mura, che proteggono le occulte conoscenze per l'unica eletta, la Somma Sacerdotessa. Un logo custode di enigmi e arcanità troppo vasti per le menti più povere, seppur obbedienti e fedeli di lunga data. La fede di qualche d'uno ha visto persino più inverni di Me.

La sete d'onniscienza si fa ancor più forte, sicché io non so per quale ragione abbia avuto il privilegio di entrare ove lauti tomi vengono custoditi e scrutati da invisibili occhi che nonnulla lasciano al caso. Lo reputo artefatto. La mia acuta mente mi suggerisce d'esser Io l'anteposto ed erede del sapere, non fu fortuna o noncuranza da parte di essi che mi sia stato consentito d'entrare nella biblioteca esoterica.

Esigo risposte.


Koaluch

Un altro capitolo di diario, scritto da entrambe. Rileggendolo mi sono ricordata quanto faticoso è stato per noi xD siccome il linguaggio di Davion è malleabile ma comunque non infinitamente, vi preghiamo di consigliarci se trovate errori o cose che potrebbero essere modificate al meglio :* un bacione <3

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