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Rose, in camera sua, aprì il cassetto del comodino. Dentro c'erano solo i suoi trucchi e il vecchio diario che aveva tenuto per due mesi quando aveva quindici anni. Rose alzò la carta di rivestimento sul fondo decorata a cuoricini neri. Prese la busta bianca che era nascosta sotto.

Sospirò e chiuse gli occhi per un attimo. Lo stava davvero facendo? Stava spendendo i suoi ultimi risparmi per quel ragazzo sciroccato?

Afferrò veloce le banconote nella busta e se le mise nella tasca dei jeans. Eccovi Rose, salvatrice del mondo, senza più un soldo bucato da parte.

Per prima cosa andò al Fashion per comprare due magliette e un paio di jeans. Duke era molto carino nudo, ma lei si sentiva più a suo agio a pensarlo ben vestito. Prese anche un pacco di slip, neri come tutto il resto. Rose era convinta che il nero fosse sempre la scelta giusta.

Per tutto il resto, doveva andare all'emporio. Qui afferrò scatolette di sinto-tonno e bustine di simul-prosciutto, oltre a due bottiglie di succo d'arancia. Stava già per andare alla cassa a pagare, quando dovette tornare indietro. Stava dimenticando tutto il materiale per la rasatura.

Alla cassa c'era molta coda. Inspiegabilmente, invece di scorrere, tutti stavano con il naso all'in su. Tenevano lo sguardo incollato al monitor alla parete. Sembrava una trasmissione speciale di qualche tipo.

Rose alzò pigramente gli occhi, e improvvisamente le sue gambe divennero di burro. Sul monitor c'era l'immagine di Duke.

Era un fotogramma rubato da qualche telecamera a circuito chiuso. Il volto di Duke era sfocato per via della bassa definizione. Ma Rose riconobbe all'istante quei lineamenti e quei capelli biondi. Sotto la sua immagine, apparivano delle grandi cifre rosse.

"Ripetiamo" gracchiava una speaker. "Se avvistate questo individuo, chiamate subito il numero in sovrimpressione. Non entrate in contatto con lui. Mantenete le distanze. Potreste essere attaccati da un agente patogeno estremamente pericoloso."

La signora Kemper, davanti a Rose nella fila, si avvicinò a lei e le sussurrò. "Per me quello ha la tecnopeste. Bambina, stai attenta a chi incontri in giro."

Il monitor continuò: "Inoltre, se qualcuno che conoscete comincia a comportarsi in modo incoerente o diverso dal solito, contattate subito le autorità. Potrebbe essere sotto l'influsso dell'agente patogeno."

Comportarsi in modo diverso dal solito, ripeté mentalmente Rose. Come suo padre. O come il generale Krueger, che aveva firmato un trattato di pace invece di continuare i suoi massacri etnici. Rose ricordò quello che aveva detto Duke: Mercury non è una malattia. È un dio. Forse un mondo malato poteva vedere l'avanzare del bene solo come una malattia. E forse solo chi era "malato" di Mercury poteva capire la verità.

Rose fece la fila tenendo la testa bassa, mentre il monitor continuava a ripetere il messaggio. Arrivato il suo turno, Rose si trovò davanti a Clash.

Anche Clash aveva la testa alzata in direzione del monitor, come ipnotizzato. Alla fine si accorse di Rose.

"Oh, scusa Rose... Ero distratto. È che quel tizio mi sembra di averlo già visto da qualche parte".

Oh Dio, certo che l'hai già visto, pensò Rose. È il ragazzo che ho baciato alla festa per ingelosirti.

Clash cominciò a passare le scatolette di sinto-tonno sul lettore. All'improvviso si bloccò, come se gli fosse venuto in mente qualcosa. Guardò ancora l'immagine di Duke sul monitor. E subito dopo guardò Rose. Lei smise di respirare e si preparò al disastro.

Ma Clash non disse nulla. Scosse la testa come per scacciare un pensiero, poi prese a passare le buste di simul-prosciutto.

"Non mi aspettavo di rivederti ancora qui così presto, dopo la spesa che avete fatto ieri", disse Clash.

"Uhm, è che ci siamo dimenticati di qualcosa..."

"Come per esempio i rasoi da barba per tuo padre". Clash sorrise e passò sul lettore la confezione di bilama.

Rose pagò e si impose di non uscire dallo spaccio correndo. Aveva la sensazione irrazionale che da un momento all'altro potessero bloccarla e chiamare la polizia. Naturalmente non avvenne nulla di tutto ciò.

Tornò a casa con passo spedito. Cercò di passare davanti alla porta del suo appartamento senza fare rumore. Ma evidentemente non fece abbastanza piano.

La porta si aprì. Miki si affacciò. "Rose. Dove stai andando con tutta quella roba?"

"La signora Pollock mi ha chiesto di farle delle compere" rispose in fretta Rose. "Cosa non si fa per una mancia, eh?"

Miki uscì sul pianerottolo. Sembrava preoccupata. "Rose, ascolta, papà... non ti sembra strano?"

"Ti ha fatto ancora qualcosa?" chiese Rose. "È stato cattivo?"

"No", rispose Miki. "È sempre carino e divertente." Miki non sembrava felice.

Rose annuì. "Non ci farà più del male, Miki. Le cose sono cambiate" disse. "Per sempre. Scusa, la signora Pollock mi aspetta." E corse su veloce per le scale.

Aprì la porta dell'appartamento della signora Snyder. Trovò ancora Duke nella posizione del fior di loto, seduto sul tappeto con gli occhi chiusi. La luce del mattino aveva lasciato il posto al bagliore grigio del primo pomeriggio. Il soggiorno era quasi scivolato nella penombra.

"Duke? Lo sai, ti ho visto in televisione", disse Rose.

Duke non rispose. Forse fu un gioco di riflessi, ma Rose ebbe l'impressione che il corpo del ragazzo emettesse un delicato bagliore.

"Duke?" chiamò ancora Rose.

Lui aprì gli occhi. Il bagliore scomparve all'improvviso.

"Ti stanno cercando" continuò Rose. "Dicono che sei pericoloso. Forse dovrei farti arrestare. Che ne dici?"

Duke la guardò con una punta di stupore, come se facesse fatica a ricordarsi chi aveva davanti.

"Base terra chiama Duke. Ci sei?" chiese Rose.

Lui si alzò in piedi e si passò le mani fra i capelli biondi. Sospirò. "Ci sono, Rose. Ma faccio sempre più fatica a rimanere... presente."

"Forse mettere qualcosa sotto i denti ti aiuterà". Gli mostrò sorridendo le buste di simul-prosciutto. "Hai fame?"

"No, scimmietta. Ma se vuoi posso scegliere di avere fame."

"Ah. È un altro superpotere? La fame a comando?" disse lei per canzonarlo.

"Mercury è libertà assoluta. Chi è molto vicino a Mercury partecipa sempre di più della sua libertà. Ottiene il dominio assoluto sui propri stati interni. Può decidere di desiderare. Può volere di volere."

"Mh, ha senso. Noi riscriviamo la mente degli altri. E possiamo riscrivere anche la nostra."

Duke sorrise. "Impari in fretta, scimmietta. Ma una tale libertà rischia di dissolvere la tua mente."

"Adesso non ti seguo più", disse Rose incrociando le braccia. Ecco che arriva altra roba mistica, pensò.

"Immagina che la tua mente sia un topo intrappolato in un labirinto" cominciò lui. "Può scegliere di andare a destra o a sinistra. La sua libertà si riduce a questo. Immagina poi che un falco catturi il topo e lo porti in volo fra i suoi artigli. Ora il topo può vedere il labirinto dall'alto. Non è più costretto a scegliere fra una direzione o l'altra."

"Ma il topo non finisce in bocca al falco?" obiettò Rose.

Duke esitò, poi annuì. "Se ci avviciniamo troppo a Mercury, rischiamo di perdere noi stessi".

Rose rimase a bocca aperta. "Vuoi dire che avere Mercury dentro ci fa impazzire? Che anche il nostro cervello alla fine viene riscritto?"

"Se stiamo attenti, non succederà" rispose calmo Duke. "Per questo medito. Per rimanere legato a questo mondo. Per rimanere legato a te."

Rose scosse la testa. Come aveva fatto a non capirlo? Duke stava solo delirando. Mercury non era altro che la tecnopeste. E lei era stata infettata. Forse poteva ancora salvarsi.

"Duke, dobbiamo curarci" disse Rose con voce rotta. "Dobbiamo chiamare quel numero. Forse possono aiutarci."

Duke fece un passo verso di lei. "Rose, loro combatteranno Mercury. Non capiranno i suoi scopi. La sua missione."

"Non ci tengo a impazzire come te. Forse esistono delle medicine." Rose sentiva crescere la paura.

Duke si avvicinò ancora. "Devi rimanere calma. Devo ancora insegnarti..."

"STAI LONTANO DA ME!". Rose protese in avanti le braccia. Sentì brividi elettrici scorrere dalle sue spalle fino alle punte delle dita. Dalle sue mani, uscì una densa nebbia nera. Come uno sciame di microscopici calabroni.

La nebbia colpì il petto di Duke. Il ragazzo fu sollevato da terra. Ricadde pesantemente sulla schiena un metro più indietro.


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From the author

Ho ricevuto milioni di messaggi che mi chiedevano di aumentare la frequenza degli aggiornamenti (come mento bene, ah ah!).

Bene, fino al 10 agosto potrete seguire le vicende di Rose con aggiornamenti quotidiani. Siete contenti? Se sì, cliccate la stellina sotto. E se proprio volete esprimere la vostra gioia, potete lasciare un messaggio! :)


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