16

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Il sonno di Rose fu agitato, pieno di sogni spezzati. Per tutta la notte si rincorsero nella sua mente visioni di angeli e demoni, di città in fiamme, di dei onnipotenti senza volto venuti a giudicare il mondo.

Alle prime luci dell'alba si destò del tutto, e non riuscì a recuperare sonno. Sveglia nel letto, cominciò a pensare a chi un volto l'aveva: Duke. Ripassò mentalmente i lineamenti perfetti del suo viso stanco, la luce dei suoi occhi grigi sopravvissuta a chissà quali sofferenze. E le sue labbra, com'erano? Sottili oppure pronunciate? In quel momento Rose non lo ricordava. Eppure due notti prima le aveva baciate. Cercò di ricordare la sensazione. Per aiutarsi, si sfiorò le labbra con le dita, delicatamente...

Poi l'illuminazione. Quel volto. Certo che lo conosceva.

Rose prese il cellulare dal suo comodino, e digitò una ricerca: Disciplina Obscura. Era una band dreamgoth molto in voga qualche anno prima, quando Rose andava ancora al liceo. Trovò una miriade di informazioni in rete.

Da un articolo lesse:

"L'aura leggendaria e sulfurea che circonda la band è dovuta anche alla misteriosa scomparsa di uno dei suoi componenti più amati. Nel 2379 il chitarrista Duke Larsen sparì nel nulla senza lasciare traccia. Nel corso degli anni, molti fan hanno affermato di averlo avvistato nei punti più disparati della galassia".

C'era una foto. Rose la ingrandì. Era lui. Più giovane, coi capelli più corti, meno magro. Ma era lui.

Rose balzò in piedi. Duke Larsen dei Disciplina Obscura era al piano di sopra. E lei l'aveva anche baciato. Ebbe la tentazione di andare su qualche feed a gridarlo al mondo intero.

Poi ricordò l'assurda conversazione della sera prima. I poteri, la riscrittura del cervello. Mercury. C'erano ancora tante cose che doveva chiarire. Anche se tutto sembrava una follia.

Rose uscì dalla sua stanza, cercando di non fare rumore. Nessuna traccia di papà e Miki: stavano ancora dormendo. Rose andò in cucina e aprì il forno. Su una teglia, era rimasto qualcuno dei biscotti a forma di cuore che papà aveva cucinato la mattina prima. Rose ne prese uno e lo assaggiò. Era ancora buonissimo.

Qualche minuto dopo, Rose si trovava davanti alla porta della signora Snyder. Con la mano destra teneva un sacchetto con i biscotti, con la sinistra una bottiglia di succo d'arancia. Bussare o fare rumore non le sembrò una buona idea. Con il polso abbassò la maniglia, e pregò che Duke fosse vestito.

La luce grigia del giorno aveva già invaso l'appartamento. Trovò Duke seduto di spalle sul vecchio tappeto finto-persiano, nella posizione del fiore di loto. Era a torso nudo, ma per fortuna si era rimesso i pantaloni. Sembrava immerso in una profonda meditazione.

Rose appoggiò biscotti e succo su un tavolo, con l'intenzione di sgattaiolare subito fuori. Cercò di fare piano, ma non fu sufficiente. Duke si accorse di lei.

"Buongiorno scimmietta" disse, girando la testa di lato.

"Buongiorno, uomo misterioso. Non volevo disturbare la tua meditazione."

"Non preoccuparti, avevo finito". Duke si alzò in piedi. Si raccolse i capelli biondi, portandosi le mani dietro la nuca. Si riempì i polmoni d'aria, mettendo in risalto il petto, evidenziando le costole sotto la pelle, incavando il ventre. Rose non riuscì a impedirsi di osservare ogni dettaglio. Lui, terminato di stiracchiarsi, le restituì uno sguardo interrogativo.

"Mediti per rilassarti?" buttò lì, tanto per simulare indifferenza.

"No. Le scimmie meditano per mettere a tacere la propria mente. Chi è molto vicino a Mercury, come me, deve meditare per la ragione opposta. Per non perdere il contatto con le cose" rispose Duke.

Rose non aveva capito una parola, ma non voleva dare la soddisfazione a Duke di chiedere spiegazioni.

Duke si avvicinò al tavolo. Esaminò il contenuto del sacchetto. "Stamattina per esempio" proseguì, "ho dovuto meditare molto a lungo sul perché sono qui."

"È un segreto mistico oppure puoi rivelarmelo?"

"È per addestrarti all'uso dei tuoi poteri. E per guidarti nei primi passi sulla strada di Mercury". Detto questo, addentò un biscotto a forma di cuore.

Dopo averlo divorato, disse: "Delizioso. È un pensiero molto carino, scimmietta."

Rose ne aveva abbastanza di quel "scimmietta". Doveva contrattaccare.

"Beh, uomo misterioso, non sei più tanto misterioso" disse compiaciuta. "So chi sei. Duke Larsen, il chitarrista dei Disciplina Obscura."

Lui rise addentando un altro biscotto. "I Disciplina Obscura. Sembra un'altra vita. Invece è solo... cinque anni fa. È stato quando ho incontrato Annika."

"Uh. E chi sarebbe questa Annika?" chiese Rose incrociando le braccia.

"Era una groupie. Sai cos'è una groupie?"

"Più o meno" rispose Rose. Ricordava commenti poco piacevoli letti sui feed di musica.

"Annika mi ha passato Mercury." continuò Duke. "Abbiamo percorso insieme i primi passi sulla sua strada".

"Ah, ti ha fatto entrare nella setta" disse Rose acida. "Scusa se te lo chiedo... era anche la tua ragazza?"

"La amavo" disse lui serenamente. "L'ho amata fino a sentirmi pazzo. Per lei ho perso tutto, e ho guadagnato tutto."

Nei suoi occhi, Rose vedeva una tristezza immensa e tranquilla, come un lago profondo e oscuro.

"Poi vi siete lasciati?" chiese timidamente.

Per la prima volta, Duke sembrò turbato. "Aveva raggiunto il suo limite. Ci siamo detti addio durante la festa. Poco prima... che io e te ci conoscessimo."

"Ho capito, ti ha mollato lei" concluse Rose.

Duke abbozzò un mezzo sorriso. "Ora è presso Mercury. È arrivata al termine della strada."

Rose cominciava a spazientirsi. "Scusa, non capisco. Questa strada di cui parli, cos'è in concreto?"

Duke prese la bottiglia di succo e ne bevve un sorso. "La strada di Mercury è riscrivere le menti dei malvagi, perché non siano più malvagie. Hai sentito della conferenza di pace su Seidon 4?"

"Quella che ha posto fine alla pulizia etnica su Damos?". Rose si era molto appassionata a quella storia.

"Le Forze del Generale Krueger non avrebbero mai riconosciuto i diritti della minoranza kelonita. Perché la conferenza di pace fosse un successo, Annika e io siano dovuti intervenire."

Rose era stupefatta. "Avete riscritto la mente del generale Krueger?"

"E di tutti i suoi consiglieri militari", rispose Duke massaggiandosi la mascella. La sua barba bionda era ispida.

Rose non era disposta a bersi quell'assurdità. "Mi stai dicendo che tu e la tua fidanzata avete posto fine a un genocidio?" disse con il suo migliore tono scettico. "Tu e lei da soli? È così grande il vostro potere?"

Duke la guardò stupito. Fece un passo verso di lei. Rose ebbe la tentazione di arretrare, ma si impose di tenere la posizione. Sentì Duke prenderle le spalle con le sue grandi mani, e si ritrovò a pochi centimetri dai suoi occhi grigi. Ebbe la sensazione di essere sospesa su un abisso.

"È il nostro potere, Rose" disse lui. "Ora tu sei una Mercury. Sei lo strumento di un dio che emenda il mondo dalla malvagità."

"Io?" domandò Rose con un filo di voce.

"Considera tuo padre. Tu lo hai cambiato. Ora pensa di poter riscrivere la mente dei dittatori, dei criminali, dei carnefici. Hai il potere di condurre l'umanità verso un futuro luminoso."

Rose sentì il sangue salirle alla testa con un'ondata di calore. Non riuscì più a sostenere lo sguardo di Duke, e i suoi occhi caddero sulle sue spalle tese e sul suo petto nudo. Per un attimo ebbe le vertigini.

"Non mi vedo come la salvatrice del mondo" balbettò.

"Lo so, non pensi di essere importante. Ma io ti dico: ora tu sei una delle persone più importanti della galassia".

Lasciò la presa sulle sue spalle, e tornò a interessarsi alla colazione. Rose riprese a respirare.

"Non sarà facile" disse ancora Duke. "Non tutti accettano l'opera di Mercury. Ci daranno la caccia. In questo momento, sono certo che mi stiano cercando anche su questo pianeta."

"Daranno la caccia anche a me? Ti avverto che non mi piace l'idea di essere bruciata sul rogo."

"Dovrai stare attenta. Ma se accetti di seguire la strada, io ti farò scoprire tutto il tuo potere" aggiunse lui dopo avere addentato un biscotto. "Sarò il tuo maestro."

Le sorrise. E Rose, nella sua confusione, seppe solo una cosa. Il suo era un sorriso bellissimo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro