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La dottoressa Marley cercava di guardare al lato positivo: il digiuno delle ultime ore l'aveva aiutata a entrare senza problemi in quello splendido vestito di velluto rosso. Mentre scendeva dalla limousine, si sentiva come Cenerentola che arriva al ballo in carrozza. Ma era certa che il suo principe non sarebbe stato altrettanto piacevole.

Il ristorante era l'imitazione ideale di una lussuosa sala da pranzo della vecchia Madre Terra. Grandi lampadari a candelabro, pesanti tendaggi alle finestre, sedie imbottite in velluto beige, rose e candele accese sulle tovaglie bianchissime.

A prima vista, pensò che la sala fosse completamente vuota. Poi notò che al tavolo centrale erano seduti due uomini. Uno dei due era il governatore Hendricks. Indossava una buffa uniforme di gala carica di medaglie e mostrine, che lo faceva assomigliare più al domatore di un circo che all'ufficiale di un esercito.

Hendricks si alzò e accennò a un inchino. "Dottoressa Marley. Grazie per aver accettato. Il nostro primo incontro è stato... inappropriato. Sentivo l'esigenza di scusarmi".

Marley non disse nulla. Senza sedersi, indagò con lo sguardo l'altro uomo, che continuava impassibile a spalmare formaggio su pane nero affettato. Aveva un volto lungo e scavato, non bello. I suoi capelli ordinati erano impomatati alla testa.

Hendricks notò lo sguardo interrogativo di Marley. "Permetta che le presenti il dottor Helmut Lower" disse. "Un suo collega. L'ho invitato perché contribuisca a rendere la conversazione di suo gradimento".

"Conosco di fama il dottor Lower", rispose gelida Marley. "E non intendo sedermi alla stessa tavola con il macellaio di Neu Dresden."

Lower inghiottì un boccone, poi sorridendo rispose: "È un piacere anche per me, dottoressa Marley."

"Mi riporti subito in cella" disse seccamente Marley a Hendricks.

"Ma andiamo!" esclamò Hendricks. "Sono sicuro che non c'è ragione di rinunciare a una cena così promettente per delle dispute di natura ideologica. Guardi qui cos'ho fatto preparare per lei."

Schioccò le dita. Un cameriere si avvicinò con un carrello, e sollevò una cloche rivelando una portata di carne affettata. Verso il centro la carne era ancora al sangue. Il profumo colpì Marley così violentemente che per un attimo le si annebbiò la vista.

"Entrecôte di cervo con funghi e uva" illustrò Hendricks. "Carne importata da Madre Terra. Non mi dica che non le fa venire l'appetito".

"E tengo a sottolineare" intervenne Lower alzando il dito, "che tutti i soggetti di Neu Dresden erano volontari, nonostante le malelingue dicano il contrario. Si trattava di un rispettabile programma di sperimentazione di innesti cibernetici sul tessuto cerebrale."

Marley ricordò le foto di un dossier sul lavoro di Lower. Purtroppo, neppure quegli orrori bastarono a farle passare la fame.

Un despota e un criminale. Questi dunque dovevano essere i suoi commensali. Ma forse poteva ricavarne qualcosa di buono. Poteva farseli alleati nella lotta contro Mercury.

Sospirando, Marley si sedette. "Deve provare il camembert", disse Lower gioviale. "È delizioso."

Cercò di non divorare la carne troppo velocemente, per non mostrare quanta fame avesse. Mentre Hendricks si dilungava sull'importanza delle miniere di platino di Sieben, Marley continuò a servirsi di prosciutto crudo affumicato, patate e polpette di carne, accompagnando tutto con dell'ottimo bordeaux di Madre Terra.

"Ma la sto annoiando", disse infine Hendricks. "Sicuramente anche lei ha molte cose interessanti di cui parlarci. Per esempio: la sua missione non autorizzata sulla Vanguardia, che le ricordo, è stata requisita dallo Stato Indipendente di Sieben. Nel nostro primo incontro, mi ha raccontato di un virus mutante chiamato... Mercury, se non sbaglio".

Marley doveva inventarsi in fretta una storia. Qualcosa in grado di catturare l'immaginazione di quel despota e del suo consulente scientifico. E se possibile, di portarli dalla sua parte.

"Virus mutante è improprio" disse tranquillamente. "È più corretto parlare... di un'arma biocibernetica."

Hendricks e Lower sgranarono gli occhi. Bel colpo, Marley. La dottoressa si concesse il tempo di versarsi tranquillamente un altro bicchiere di bordeaux.

"Si tratta di un'arma creata dall'Unione?" chiese Hendricks allarmato. Aveva abbandonato i modi affabili dell'anfitrione.

"No, nel modo più assoluto" rispose Marley dopo un sorso di vino. "L'Unione lotta da anni contro Mercury."

"Mercury è il nome di questa arma?", chiese Lower. "Chi l'ha creata?"

"Capirete che non posso rivelare informazioni classificate" proseguì Marley, congratulandosi fra sé e sé per la propria faccia tosta. "Ma ipotizziamo che un governo indipendente... come il vostro, ma non altrettanto amante della pace... abbia creato un sistema cibernetico composto esclusivamente da miliardi di nanomacchine in rete. Diciamo che questo sistema è in grado di infettare il corpo umano come un virus. E di fornire agli ospiti particolari capacità di combattimento."

"Chi controlla un'arma del genere, può creare a suo piacimento un esercito di supersoldati" concluse Lower, affascinato.

"Sì dottore" proseguì Marley. "Ma ipotizziamo anche che quest'arma si ribelli a chi l'ha creata. Che cominci a dimostrare un'intelligenza autonoma. E che decida di creare un proprio esercito indipendente".

Hendricks rise. Estrasse da un astuccio un sigaro verde e se lo mise in bocca. "Credo che le stia raccontando un po' troppo grosse, dottoressa" disse mentre si accendeva il sigaro con un accendino a forma di vecchio revolver.

Lower si protese in avanti intrecciando le dita. "È questo che chiama Mercury, vero?" chiese. "L'intelligenza emersa dalla rete delle nanomacchine."

"Sì. È una descrizione abbastanza precisa", rispose Marley.

"Cosa cercava sulla Vanguardia?" domandò Hendricks, mentre il fumo del suo sigaro si liberava in volute acri. "Questa arma ribelle... ha preso possesso della nave?"

"Almeno due individui affetti da Mercury erano a bordo della Vanguardia. Ho ragione di credere che uno di loro sia sceso sul pianeta."

Hendricks tossì uno sbuffo di fumo. "Mi sta dicendo che Sieben è sotto attacco?" disse con la voce rotta.

Li aveva in pugno.

"Mantenga la calma" gli ordinò Marley. "Un solo individuo non costituisce un pericolo. Ma farà proseliti. Forse ne ha già fatti".

Lower era sempre più affascinato: "Questo Mercury... è contagioso?"

"Non come una malattia. Mercury sceglie le sue vittime una a una. È un club a cui si accede per invito."

"Prima parlava... di particolari capacità di combattimento" disse Lower, quasi trasognato.

"Liberano le nano" disse Marley cupamente. "Rilasciano all'esterno dei loro corpi parte delle nanomacchine. Come uno sciame che possono manovrare a piacimento."

"Stupefacente" disse Lower estasiato.

"E poi riscrivono i cervelli." Marley bevve un altro sorso di vino. I due uomini la guardavano a bocca aperta.

"Letteralmente" continuò Marley. "Penetrano con le nano nei cervelli delle loro vittime. E ne riscrivono le sinapsi per cambiarne la personalità".

"Mostruoso" esclamò Hendricks.

"Credo che il fine ultimo di Mercury sia dominare la razza umana attraverso la riscrittura dei cervelli" concluse serafica Marley.

"E cosa ha fatto l'Unione per combattere una simile minaccia?" la incalzò Hendricks.

"Sono membro di una taskforce medica che ha l'obiettivo di trovare una cura. A tale scopo, è di fondamentale importanza che un ospite di Mercury venga catturato vivo. È necessaria un'analisi approfondita delle nanomacchine."

Hendricks assaporò a lungo il suo sigaro. Poi disse: "Dobbiamo trovare il bastardo che è sceso dalla Vanguardia".

"Propongo analisi del sangue a tappeto su tutta la popolazione" intervenne Lower.

"Troppo costoso" lo interruppe Hendricks. "E per quanto competente e informata possa sembrare la dottoressa Marley, la sua storia potrebbe essere il delirio di una mitomane".

"Grazie, governatore" rispose Marley senza scomporsi. "Propongo di coinvolgere la popolazione nella ricerca. Sono certa che le telecamere della Vanguardia abbiano ripreso l'individuo che stiamo cercando. Possiamo diffondere un'immagine".

Hendricks puntò un dito contro la Marley. "Dottoressa, voglio che lei collabori con Lower alla risoluzione di questa faccenda".

Marley gettò il tovagliolo sul tavolo. "Non vedo perché io..."

"Non ammetto discussioni" tagliò corto Hendricks. "Lower è uno specialista nell'integrazione biocibernetica. Le sarà d'aiuto"

"E mi terrà d'occhio, vero?" sibilò Marley.

"Sarò felice di collaborare con lei, dottoressa" disse Lower con un sorriso ironico, accennando un inchino con la testa.

Marley sospirò. Quanti patti col diavolo sarebbero stati necessari per sconfiggere Mercury?

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