5. Un aiutino?😘

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Ho alzato lo sguardo dallo schermo quando ho sentito il suono della moto di Thomas. Nelle poche settimane in cui sono qui, ho imparato a riconoscerlo. Il rombo del motore, la frenata, il silenzio mentre spegne il motore in fondo all'edificio. Sempre la stessa ora, verso le undici. Thomas si alza tardi. Immagino che sia perché va a letto tardi. Devon ha deciso molto tempo fa che Thomas è esente dall'arrivare in orario. Elenda dice che il suo computer non diventerà impaziente. Non ha torto, ma in questo caso non è il computer ad essere impaziente, ma noi. In effetti, tutti stiamo guardando l'entrata in attesa dell'arrivo di Thomas. Si dà il caso che oggi Devon deve distribuirci dei progetti. E non è proprio il tipo da applicare la regola del "primo arrivato, primo servito". Tutti abbiamo aspettato nervosamente per quasi due ore. Facevamo tutti più o meno finta di lavorare... In attesa di scoprire cosa c'è nella pila di file che Devon aveva nel suo ufficio. Per fortuna non tutti lavorano come Thomas. Se tutti venissero quando vogliono... Lui e Amanda probabilmente non si sarebbero mai visti. Ilchè avrebbe certamente un effetto negativo sulla nostra efficienza. Beh, in questo momento, nessuno è veramente produttivo. C'è stata una specie di elettricità nell'aria da quando siamo arrivati... Io stessa sono particolarmente tesa. Questa potrebbe essere la mia prima opportunità di affrontare un progetto da sola...E per mettermi alla prova con i miei colleghi, ma sopratutto con me stessa. Ammetto che sono molto curiosa di sapere cosa c'è in quei file.

«Ciao a tutti, come va?»
Arriva Thomas con nochalance. Riceve come risposta, sorrisi stretti e rigidi cenni del capo.

«Sembrate tutti un po' tesi»
Aggiunge, completamente ignaro della nostra tensione.

«Finalmente ci sei!»
Gli risponde Roy, Thomas in risposta dà un occhiata all'orologio.

«No, non ti preoccupare, va tutto bene.»
Risponde Devon tranquillizandolo. Mi è sembrato di sentire Amanda stringere i denti. Forse perché Devon in mano ha una pila di fascicoli. Non vedo l'ora di scoprirne il contenuto.

«È solo che ti stavamo aspettando prima di distribuire i file dei clienti. Amici, se volete unirvi a me...»
Siamo tutti balzati come se le nostre sedie fossero coperte di cimici. Devon si dirige verso la sala riunioni, con un sorriso sul volto. Tutti noi lo abbiamo seguito, come piccoli anatroccoli che seguono la madre. Arrivati, Devon sparge i fascicoli sul grande tavolo. Ci siamo seduti tutti attorno ad esso.

«Ok. Ho già un piccola idea, ma lascio a voi la scelta.»
Annuncia Devon, cominciando ad aprire il primo fascicolo.
Il primo è quello della festa di compleanno della piccola Eglantine. A giudicare della reazione dei miei colleghi la piccolina non sembra commuovere particolarmente la folla.
Il secondo è l'organizzazione di un torneo di e-sport e tutti hanno guardato nella direzione di Thomas. Sguardi piuttosto amari... Non solo ci ha fatto aspettare, ma è anche il progetto ideale che gli cade a pennello. Li capisco un po', non c'è giustizia.
Rivolgiamo di nuovo la nostra attenzione a Devon continuando con il terzo fascicolo. Si tratta del matrimonio di Anton Armitage e Josepha Allen. I pattinatori che hanno conquistato l'argento al Trophée de France. Roy, che è un amante dello sport conosce bene la loro storia e si è proposto di lavorare per questo progetto. Amanda ha fatto un po' di opposizione a riguardo, ma dato che la loro richiesta è quella di avere un matrimonio incentrato sullo sport ha ceduto. Ha scelto alla fine il quarto e ultimo fascicolo, che riguarda l'apertura di un nuovo negozio molto lussuoso.

«Shura ti va bene se ti lascio il compleanno della bambina?»
Mi chiede Amanda.

«Sembra anche essere l'opzione più semplice, per un primo progetto solista. Allora, Shura, sei pronta ad immergerti? Ti va bene il compleanno della piccola Eglantine?»
Mi chiede Devon

«Si! Per aiutarmi a esercitarmi sarà perfetto!»
Gli dico, dopotutto sempre meglio di niente! Devon mi ha dato l'ultimo file con un sorriso.

«Shura, non so come ti senti. Puoi decidere totalmente di affrontare il progetto da sola, se lo desideri. Ma non esitare a chiedere aiuto. Se vuoi, puoi scegliere uno di noi per darti una mano e lavorare in duo. In ogni caso preferisco chiarire una piccola cosa... Sembravate tutti disinteressati al progetto, potrebbe essere "solo il compleanno di una bambina", ma c'è molto di più in gioco di quanto sembra. I genitori di Eglantine sono persone piuttosto importanti... Significativamente, diciamo. Quindi fare un ottimo lavoro alla festa di compleanno della figlia potrebbe potenzialmente aprirci alcune porte. Ho dovuto lottare per ottenere questo progetto. Quindi è chiaramente un test. Senza metterti pressione Shura, pensaci bene... E cerca di dare il massimo.»

Ho riso, un po' nervosamente.

«Si certo, nessuna pressione quindi...»
Gli dico

«Scusa. È solo che preferisco essere trasparente e questo lo sai fin dall'inizio.»
Mi risponde Devon. Ho guardato tutti i miei colleghi. Amanda sembra pentirsi della sua scelta di progetto. Thomas è già immerso nei dettagli del suo di progetto. Roy e Devon mi sorridono gentilmente, aspettando la mia decisione.

«Nessun problema, mi sento a mio agio a lavorare da sola!»
Gli dico.
Ho già gestito progetti da sola all'EPMC. E ammetto che voglio dimostrare il mio valore. Anche perché ne ho bisogno. Non voglio essere la ragazza nuova per sempre. Devon ha annuito, un piccolo sorriso di ammirazione è apparso sul suo volto.

«Benissimo! Va bene, beh, tutti sanno cosa devono fare. Vi lascio leggere i dettagli dei vostri rispettivi progetti. In questo modo, avrete il fine settimana per pensarci e lunedì ci immergermo!»

Devon ha concluso la riunione.
Ci siamo alzati dal grande tavolo e dopo esserci salutati, ognuno si è diretto verso la propria scrivania con il proprio fascicolo in mano.
Mi sono seduta alla mia scrivania per scoprire il contenuto del file. Non è molto spesso...Immagino che questo significhi che posso improvvisare. Quindi... è il nono compleanno di Eglantine de Hautor, d'accordo... Ho digitato il suo nome in un motore di ricerca. Sembra che in effetti i suoi genitori siano persone importanti. Suo padre a quanto pare ha fatto fortuna nel settore immobiliare... Ha avuto una piccola carriera in politica, a livello piuttosto locale. Sua madre lavora invece come ricercatrice in un laboratorio privato, in farmacologia. Persone con cui probabilmente dovrei parlare con un tono molto rispettoso. Sto cominciando a capire perché Devon mi ha detto che c'era qualcosa di più in gioco qui. Se Eglantine ha il miglior compleanno della sua vita, può aprirci delle porte, ovviamente... Ma se accadesse il contrario, sento che potrebbe chiudere alcune di queste porte... Mi costringo a fare tre respiri profondi. Devon ha detto "nessuna pressione". Quindi, nessuna pressione. Sopratutto perché una bambina di nove anni non dovrebbe essere troppo difficile da accontentare. Cosa ho ricevuto io, per il mio compleanno? Una bambola? Uno zaino? Forse entrambe le cose... Secondo il brief, vogliono celebrare l'occasione organizzando una festa di compleanno "magica". Non hanno specificato di più... Ma visto il budget, è un'occasione piuttosto importante per loro. Di questo passo, suppongo che per il suo diciottesimo compleanno, Eglantine avrà un razzo. In ogni caso, non ho intenzione di lamentarmi: mi dà carta bianca. Nel file, i genitori avevano elencato i temi dei precedenti compleanni della figlia. "Principi e principesse" due volte, "Fate ed Elfi" due volte, e "Austronati" una volta, tanto per cambiare... Sono cinque compleanni a tema in otto anni... Hanno iniziato presto! Va bene... Potremmo avere una giornata di attività che potrebbero mescolare un po' di tutti questi temi... Ho iniziato ad annotare alcune idee sciolte. Si possono facilmente avere attori e attrici nei panni di principi e fate... Forse qualcosa con i cavalli? Pony? Un mago, per il lato magico?

Mezzogiorno è arrivato più velocemente di quanto pensassi. Tutti hanno iniziato ad andarsene, augurandosi a vicenda un buon fine settimana. Siamo davvero fortunati ad avere maggior parte dei nostri venerdì pomeriggio liberi.
Non mi sembra però di aver fatto molti progressi... Chiaramente, ho intenzione di passare parte del fine settimana qui. Non c'è spazio per gli errori. Elenda si è avvicinata alla mia scrivania, sorridendo. Eravamo rimaste solo noi due ormai. Mi sono scusata e ognuna si è diretta a casa propria. Ho deciso di camminare fino alla prossima fermata. È bello camminare, e in più non ho fretta!
Dopo aver pranzato, mi sono rimessa a lavoro lavorando da casa. Era buio quando ho chiuso il computer, abbastanza soddisfatta di me stessa. Sto iniziando ad avere un'idea abbastanza precisa di quello che potrei fare. C'è un parco divertimenti non troppo lontano, in tema. Con degli abiti che si possono provare...e varie attività più o meno educative e spettacolari. L'unica difficoltà potrebbe essere il trasporto, a seconda di quanto sia popolare Eglantine. Se ha molti amici, dovremmo noleggiare un autobus. Bene, per i dettagli e le stime... aspetterò fino a lunedì, fino a quando non sarò in ufficio. Ho fatto una cena veloce e sono andata a letto. Il fine settimana è stato calmo. Mi è piaciuto passarlo leggendo e nuotando un po'.
Mi sono svegliata sentendomi benissimo lunedì mattina, pienamente fiduciosa.
Non sono nemmeno nervosa! Ho scelto con cura il mio outiflt: è comunque un giorno importante. Il primo giorno del mio progetto solista...

Ora devo andare. Sono uscita per prendere l'autobus. Ho aspettato qualche minuto prima che arrivasse Non vedo l'ora di mettermi al lavoro! Avere idee è bello ma andare al nocciolo della questione... Questo è ancora più eccitante. Arrivata a Devenementiel, ho salutato tutti e mi sono subito rimessa a lavoro. Ho iniziato a cercare fornitori per i servizi e a controllare i prezzi... Ho anche creato un programma provvisorio per la giornata. A metà mattina, Devon è venuto a trovarmi per annunciarmi che venerdì avremmo parlato con i De Hautour per esporre il mio progetto. Mi ha detto di non esitare a chiedere aiuto. Ho lavorato il doppio fino a sera per poter completare il tutto.... Per i giorni successivi ho a malapena parlato con i miei colleghi, troppo concentrata sul progetto. Devon continuava ogni giorno a trovarmi per assicurarsi che andasse tutto bene per me. Un'ondata di stress mi aveva seguito per tutta la settimana. Venerdì è arrivato ormai. Io e Devon ci siamo spostati verso la sala riunioni per avere un po' di privacy e per parlare con i clienti. Gli ho parlato a malapena, facendo del mio meglio per non mostrare il mio nervosismo. Dopo qualche minuto il telefono ha squillato.

«Salve, sono Shura.»
Dico, cercando di rilassarmi.

"Ciao Shura, è un piacere conoscerti. Sono Geoffrey de Hautour, il signor Okere mi ha detto che ti stavi occupando del compleanno di Eglantine..."

«Si, esatto. In realtà, lei è in altoparlante, il signor Okere può sentirla.»
Gli dico

"Perfetto! Ti va di raccontarci un po' cosa hai in programma? Devo avvertirti che anche tu sei in altoparlante, mia moglie può sentirti."

Ho iniziato a spiegare il progetto ai De Hautour. Ho menzionato il parco divertimenti, le tute...Quando ho finito la mia presentazione, ho ricevuto in risposta un pesante e assordante silenzioso.

«Signor De Hautour? Signora..?»
Chiedo cercando di non far percepire troppo la mia preoccupazione.

"È...Non è che non vada bene."

Sentendo la poca enfasi nella sua voce, mi sono preparata al peggio.

"È solo che... Più o meno... Questo è quello che abbiamo fatto l'anno scorso. Avreste dovuto chiamarci, ve l'avremmo detto."

Devon mi ha lanciato uno sguardo indefinibile; distolgo lo sguardo. Mi fischiano le orecchie, comincio ad avere caldo.

«Io... Mi dispiace, sono confusa...»
Mi sono tuffata nel progetto a testa alta per mettermi alla prova da sola...

«Io... Mi verrà a mente qualcos'altro...»
Continuo, non ho nemmeno pensato di chiamarli, ero troppo concentrata...

"Mi dispiace, non volevo metterti in una situazione difficile..."

Il suo tono di sincera compassione è stato il colpo di grazia. Devon mi fece cenno di passargli il telefono. Gliel'ho consegnato con il cuore pesante.

«Signor De Hautour? Non preoccupatevi, una prima presentazione è solo una prima prova. Ora sappiamo come servirvi al meglio. »
Risponde Devon ai coniugi.

"Ah. Sono rassicurato."

Questa conversazione deve finire; Sono mortificata.

«Vi richiamerò tra qualche giorno, se è possibile.»
Continua Devon.

"Molto bene. Rimaniamo a vostra disposizione."

«Grazie mille, e a presto. Buona Giornata.»
Devon riattacca. Aspetto che si arrabbia ma invece... Ho difficoltà a respirare. Devon mi ha guardata per un attimo prima di proferire parola.

«Beh...Non è andata molto bene...»
Mi dice un po' imbarazzato.

«Io...Ho fatto un casino. Mi dispiace... li richiamerò la prossima settimana, troverò qualcos'altro...»
Gli dico, cercando di convincerlo.

«Shura, sei molto pallida. Respira, ok?»
Mi costringe a fare diversi respiri profondi.

«Non tutto è perduto. Non si è nemmeno arrabbiato.»
Continua per consolarmi. Ho annuito mentre cerco di forzare un sorriso. Voglio piangere, voglio scappare.

«Ascolta... Tra due ore dovremmo finire, è inutile rituffarsi subito.»

Il mio cuore ha saltato un battito. Mi sostituirà?

«Dai, torniamo fuori.»

Gli altri lo sapranno... Per aver cercato di mettermi alla prova, ho sicuramente dimostrato qualcosa... Ho seguito a malincuore Devon fuori dalla sala riunioni. Quando siamo entrati nell'open space, tutti mi hanno guardato con speranza. Le loro espressioni sono cambiate rapidamente appena mi hanno vista. Devo aver un aspetto orribile. Nessuno osa parlare...Elenda guarda Devon, che in risposta stringe le labbra.

«Non è andata bene?»
Chiede Brune prendendo un po' di coraggio.

«Diciamo che le cose non sono andate esattamente come previsto. Dovremmo richiamarli la prossima settimana, con una nuova offerta...»
Risponde Devon. Non ho osato guardare nessuno.
Elenda si è avvicinata verso di me, prendendomi delicatamente il gomito.

«Vieni con me, ti porto una tazza di tè.»
Mi dice Elenda, sorridendomi.

«Ma che cosa significa...? Che cosa c'entra?»
Chiedo con quel poco filo di voce rimasta. Ma non avendo più le forze, mi sono lasciata guidare da lei verso l'area break.

Elenda mi ha fatto sedere su una delle sedie rotonde e ha iniziato a scaldare un po' d'acqua. Mi ha confortata dicendo che non è andata poi così male in quanto il cliente vuole ancora lavorare con noi. È stata molto premurosa e gentile da parte sua, non me l'aspettavo.

«Ascolta, Shura. Dovresti andare a prendere un po' d'aria fresca. Ti farà bene. Andare a fare shopping una passeggiata al parco...Non importa, basta che cambi scenario. Tornerai lunedì e vedrai le cose diversamente da ora. Fidati.»

Ho bevuto un sorso del mio tè, e ho guardato Elenda senza muovermi.

«Devon non ti porterà via il progetto. Ti lascerà metterti alla prova, non preoccuparti.»
Continua Elenda.

Le ho sorriso, ci siamo salutate e l'ho ringraziata. Mi ha poi accompagnata alla porta.
Tutti hanno avuto l'eleganza di ignorarmi quando ho attraversato l'open space. Mi sono sentita come se stessi scappando, come una ladra... Ma ho la benedizione di Elenda, in ogni caso sono ancora troppo imbarazzata. Sono uscita dall'azienda e mi sono diretta al parco. Mi farà bene.
Ho camminato lì per qualche minuto. Elenda ha ragione, un cambio d'aria è proprio quello di cui ho bisogno. Anche se... quando ripenso alla faccia di Devon quando mi fà cenno di restituirgli il telefono, io.... È meglio che mi siedo su una panchina. Giusto il tempo che le mie gambe smettono di tremare... Mi sono seduta su una panchina con la testa tra le mani. Questo non doveva accadere... Come ho fatto a non vederlo prima? Ero così ossessionata l'idea di lavorare da sola che... Non ho nemmeno pensato di controllare e parlare con i De Hautour. Avrei potuto fare peggio di così? Secondo Elenda, si. Ma è vero che ho molto difficoltà a proiettare me stessa.

«Una brutta giornata nella dolce terra di Devenementiel, Shura?»

Questa voce...

«Non dovresti essere in ufficio a quest'ora? Spero che tu non sia stata licenziata, rovinerebbe tutto il mio divertimento...»

Ho fatto una smorfia, ancora nascosta dietro le mani. Conosco questa voce... Questa davvero non è la mia giornata. Ho alzato lo sguardo con un sospiro.

«Ciao Jason. Posso fare qualcosa per te?»
Gli chiedo cercando di mantenere un tono freddo.

«Mi sento come se fosse tutto il contrario...Posso chiederti cosa c'è che non va?»

«Puoi sempre chiedere. Siamo in un paese libero...»
Gli dico.

Un sottile sorriso spunge sulle labbra di Jason.

«Un problema professionale, forse?»
Scuoto la testa. Allo stesso tempo, gli ho detto io che poteva chiedere...

«Si...Un problema con un progetto. Un problema che non ti riguarda.»
Gli dico.

«Certo che non mi riguarda... Ma questo non significa che non possa aiutarti.»

«E perché mi aiuteresti? È un nuovo piano per assumermi?»
Gli chiedo

«Considerando lo stato in cui ti trovi dopo aver riscontrato un singolo problema... Ti assicuro che non ho più alcuna voglia di assumerti, credimi. »

Ho fatto una smorfia. Mi sto scavando la fossa da sola, immagino...

«Pensalo più come un gesto amichevole. »
Continua lui.

«Si certo...»
Mi sono stretta nelle spalle. Faccio fatica a crederci...

«Non sarebbe divertente abbattere un nemico che è già a terra. Inoltre, sarà un opportunità per mostrarti quanto siamo migliori di te.»

Ho annuito. È proprio da lui...

«Bene... Diciamo che voglio la tua opinione.»
Gli dico, e comunque sono completamente disperata. Anche se odio ammetterlo, ho bisogno del suo aiuto.

«Questo è... il mio primo progetto solista a Devenementiel. Compleanno di una bambina, i suoi genitori vogliono che organizziamo una festa... Con un budget enorme. Ho suggerito di privatizzare uno spazio a tema parco divertimenti... Ed è... Beh, era qualcosa che avevano già fatto. »
Gli dico evitando ripetutamente il suo sguardo.

Jason scoppia a ridere. Chissà se non stia esagerando un po'.

«Non avrei dovuto dirtelo.»
Gli dico.

«Sorprendente. È difficile rendere un progetto più semplice di così.»

«È commovente quanto sei utile, penso proprio che piangerò per l'emozione! Seriamente, se è solo per prendermi in giro, puoi andartene. Non ne ho bisogno, mi sento già abbastanza male. »
Gli dico

«Vedo...un eccesso di fiducia ben riposto. Comunque, non importa... Ti aiuterò...Se me lo chiedi, ovviamente.»
Mi risponde tutto ad un tratto.

«Che vuoi dire? L'ho appena fatto...»
Gli dico di sbotto.

«Davvero? Non devo averti sentito! Hai detto: "Jason, aiutami, ti prego!"»

Antipatico.

«Qualunque cosa vedo, e immagino che tu voglia anche che adesso ti chiami "Signor Mendal"?»
Gli chiedo, con lui il mio senso dell'umorismo esce sempre a galla.

«Non sarebbe assurdo, è il mio cognome...»
Mi risponde sorridendomi in modo sfacciato.

«Va bene, accidenti. Aiutami, ti prego.»
Gli dico velocemente.

«Vedi? Non è stato troppo difficile! Bene, Shura. Accetto ufficialmente di salvarti

Tende la mano verso di me, con un sorriso sul volto. L'ho stretta, cercando di ignorare la sensazione di disagio che provo nel petto.

«E ora me ne devi una anche tu!»
Mi dice subito dopo

«Mi stai prendendo in giro! Non mi hai ancora aiutato! »
Gli dico.

«Non dubito delle mie capacità. E tu mi hai stretto la mano, il patto è fatto!»
Mi dice

«Se vuoi, ma non ti darò nessuna informazione su Devenementiel. Te ne devo una, è vero, ma non sarò la tua spia o qualcosa del genere. »
Gli dico in modo deciso.

«Va benissimo per me. È un affare, dopotutto. Ok... Immagino che ti sia stato dato un file sottile con esempi di feste precedenti... È che sei caduta nell'ovvia trappola di cercare ispirazione da esso.»

Come ha fatto a capirlo?

«Beh, se mi è stato dato il file, non avrebbe dovuto ispirarmi?»
Gli chiedo

«No, è per evitare di fare qualcosa che è già stato fatto. Ma non capisco, nessuno ti ha supervisionato?»
Mi chiede

«Si, ma... Beh, si sono offerti di aiutarmi diverse volte, ma ho chiesto di lavorare da sola. Volevo assolutamente mettermi alla prova... »

«Complimenti, a quanto pare è un vero successo.»
Mi dice, ironico.

«Non nascondo che il tuo costante sarcasmo è un po' doloroso. »
Gli dico, ormai non ho più la forza di risponderlo per le rime.

«La tua onesta dice molto su di te. Sei la prima persona a dirmelo. Per fortuna sono qui.»

Mi sono morsa le guancia. Devo sopportarlo, ho bisogno del suo aiuto.

«Comunque, partiamo dall'inizio. La prima cosa da fare è scoprire cosa vuole la bambina. Come hai detto che si chiamava?»

Stringo le labbra. Non dovrei dirglielo... Ma non avrebbe davvero senso tenerlo segreto ora.

«Il suo nome è Eglantine De Hautour. »
Gli dico.

Ha annuito mentre tira fuori il telefono dalla tasca.

"Ciao, Danica?"

...

"Eglantine De Hautour."

Jason riattacca con un sorriso sul volto. È contento di sé stesso. Ha annuito, un po' impressionato.

«Vedo che vai dritto al punto...»
Gli dico.

«Ci siamo già salutati stamattina.»
Mi dice.

«Sei molto a tuo agio nel tuo ruolo di capo super serio.... Un po' misterioso, quasi mafioso... Se fai tutto in questo modo, non c'è da stupirsi che tu abbia già i capelli grigi. »

«Non è dovuto allo stress o alla vecchiaia. Si chiama Poliosi. È ereditaria, mio padre aveva la stessa cosa. »

«Capisco... Hmm... Per il resto, in generale, Danica richiama rapidamente? »
Chiedo

«Di solito ci vuole qualche minuto. Non è che dobbiamo parlare durante l'attesa. »

Jason si siede accanto a me sulla panchina e controlla il telefono. Non so davvero cosa dire... Non so nemmeno se voglio dire qualcosa, in realtà... Jason ha ripreso la parola.

«Oh, non ti ho nemmeno ringraziato per il tuo like!»

Le mie guance sono in fiamme.

«È molto magnanimo da parte tua aiutare la concorrenza a guadagnare influenza.»
Continua lui.

«Non lo è, quello...»
Ho sospirato, tanto vale giocare a questo punto.

«Faccio quello che posso per mantenere cortese questa rivalità... Ma non sono sicura che ti aiuterà molto: non ho molti follower. »
Gli dico.

«Sai come si dice, è il gesto che conta.»

Ho alzato gli occhi al cielo. Abbiamo aspettato in silenzio. Non molto tempo dopo, il suo telefono ha squillato, si è alzato per rispondere alla chiamata.

"Si, Danica. "

...

"Ok. Saró in ufficio, se è necessario. Grazie."

«Oh, dici: Grazie, dopotutto.»
Gli dico.

Ha chiuso la chiamata.

«Ti sei già fatta un opinione su di me, a quanto vedo. Danica ha trovato molte informazioni sul tuo cliente.»

«Posso chiederti come le ha ottenute?»

«Puoi, ma non posso risponderti.»
Mi dice.

«Vuoi mantenere i tuoi segreti di produzione giusto?»
Chiedo

«Non è nemmeno quello: non so come faccia. È il suo lavoro. E non voglio saperlo, si chiama negazione plausibile. Comunque torniamo alla tua giovane cliente. In questo momento, sembrerebbe che abbia un'ossessione per le sirene. Probabilmente perché ha visto "La Sirenetta". Di recente è tornato nelle sale. »
Mi dice.

«Sarebbe un tema ideale per una festa di compleanno ! »
Gli dico

«Lo penso anch'io. Dai, staremo meglio a Goldreamz.»

Mi sono alzata per seguirlo. Non so più cosa pensare. Vedremo come andranno le cose, immagino... Ho seguito Jason fino al quartiere dello shopping. Goldreamz si trova in una zona diversa dalla nostra. Arrivati, Jason mi ha aperto la porta dei loro uffici e mi fà cenno di passargli accanto. Ho guardato l'atrio, cercando di non mostrare la mia ammirazione. Devo ammettere che... è di classe. La differenza di filosofia tra lui e Devon è evidente. Jason cattura la mia attenzione, con un sorriso agli angoli delle labbra.

«Si, siamo piuttosto orgogliosi. Seguimi il mio ufficio è da questa parte.»
Mi dice

Ancora una volta mi ha permesso di precederlo nel suo ufficio. Feci un passo avanti, lui mi mise una mano sulla parte bassa della schiena. Un movimento del tutto naturale che non era insignificante. A questo contatto, non ho potuto a fare a meno di rabbrividire. Un brivido di... paura, del proibito... Ho alzato lo sguardo verso di lui. Un mezzo sorriso gli sfiora le labbra.

Il suo viso è molto vicino al mio. Questa potrebbe essere la prima volta che vedo i suoi occhi così vicini. Sono di un blu intenso, come le profondità dell'oceano. Misterioso, sconosciuto e pericoloso...e... Non riesco a decifrare la sua espressione, non so cosa stia pensando... Forse una qualche forma di malizia...? Non riesco a trattenere al suo sguardo. Mi sento come se stessi tradendo Devenementiel, e tutte le persone che ci lavorano. E penso che lo sappia molto bene. Mi sento come se stessi entrando in un luogo proibito. Un segreto suggellato dal tocco della mano di Jason sulla mia schiena. Forse l'ha fatto senza pensarci. Forse lo fa ogni volta che qualcuno entra nel suo ufficio. Ma ne dubito... Sento che in qualche modo c'è qualcosa che sta succedendo tra noi. Qualcosa di un po' torbido, come... Come se fossi una spia... Senza sapere esattamente da che parte voglia stare. Probabilmente spera che io passi al suo. In assenza di una parte, sono sola, con lui, nel suo ufficio. Se guardo attentamente, potrei imparare qualcosa. Dopotutto, è quasi come essere nella sua testa. Mi guarda, incuriosito.

«Allora, cosa ne pensi?»
Mi chiede

«Vuoi davvero saperlo, o stai solo cercando di fare conversazione?»
Gli chiedo.

«Non sono uno che "fa conversazione."»

Ho guardato attentamente la stanza.

Il suo ufficio gli assomiglia: sobrio, elegante... E niente è fuori posto. Non mi è rimasto impresso.

«Onestamente non penso nulla.»
Gli dico.

«Lo trovi troppo impersonale?»
Mi chiede.

«Non importa, giusto? È il tuo ufficio, puoi fare quello che vuoi.»
Gli dico.

«È meno colorato di una sedia a forma di delfino. O poltrone a sacco ovunque, o tavoli da picnic negli uffici... O chissà quale altra dolce e folle fantasia....»

«Gli uffici di Devenementiel sono decisamente più ispirati e originali. Capisco che te li ricordi con dovizia di particolari. »

Sono decisamente decisa a non lasciarmi intimidire. Ma lui non ha reagito alla mia piccola frecciatina, ha solo ridacchiato sommessamente .

«Grazie per il tuo feedback costruttivo.»

«Prego... Allora, possiamo metterci al lavoro ora?»

Ho fatto la cosa giusta venendo qui? Si allontana da me, ancora perfettamente in controllo. Fa un cenno alla sedia della sua scrivania. Vale davvero la pena di fare un patto con il diavolo?
Ormai è troppo tardi per cambiare idea. E comunque, ho bisogno del suo aiuto.

«Siediti, per favore.»

Ho fatto proprio questo.

Ha accesso il computer, leggendo qualcosa sullo schermo.

«Danica mi ha dato un brief... Non dovrebbe essere troppo complicato. Partiamo con l'idea di una giornata sul tema delle sirene, del mare... Inanzitutto è ovvio, non può mancare una visita all'acquario. Dovremmo essere in grado di privatizzarla per dare un'occhiata in giro prima della merenda e della torta. »

«Potremmo prendere in considerazione l'idea di avere delle vere e proprie sirene! Bene... Attrici, nuotatrici, che nuotano da sirena, intendo.»
Gli dico.

«Mm... Si chiama mermaiding, credo.»
Dice.

«Va bene. Ci devono essere... sirene che fanno iniziazioni. Può essere un'ottima attività per i bambini. »
Aggiungo.

«Assolutamente. Possiamo privatizzarla una piscina, farla decorare...Per creare un'atmosfera da oceano caraibico. Ti invierò le informazioni di contatto da nuotare professionista dal nostro catalogo partner.»

Ho annuito. Conosce gente dappertutto....

«Uh! Immaginiamo di farlo dopo l'ora della merenda. Potremo fare un'attività prima in cui i bambini vincono accessori di cui avranno bisogno durante la lezione di mermaiding! Monopinne, code di sirena, gioielli di conchiglie... »
Gli dico

«Va bene... A cosa stai pensando, una caccia al tesoro?»

«Un gioco di pesca, piuttosto? Ci vorrà meno tempo e si adatta comunque al tema.»
Gli dico

«Va bene. Dopo tutto questo, sarà ora di cena. Hai qualche idea?»
Mi chiede.

«Non proprio... Conosci qualche ristorante a tema oceanico? »
Gli chiedo.

«Si. Il Nautilus è stato inaugurato di recente. Meglio di un ristorante a tema oceanico, è un ristorante subacqueo.»

«Benissimo! Le sirene possono fare uno spettacolo mentre tutti mangiano! »
Gli dico.

«Stessa cosa, possiamo riservare l'intero ristorante in modo che i bambini possano comportarsi come desiderano.»
Aggiunge lui.

«E per la fine della serata... Fammi pensare...»

«Pensi che sarebbe felice per Eglantine scoprire "La Sirenetta 2" in Anteprima Mondiale? Possiamo organizzare una proiezione privata, a casa loro, solo per lei e i suoi amici. »

Ho sgranato gli occhi. Può davvero farlo...!?

«Alcuni effetti speciali non saranno ancora finalizzati, tuttavia...»
Risponde lui

«Ma come si fa ad accedervi...?"
Chiedo ancora sorpresa.

«Non ho accesso diretto, conosco qualcuno...»

Allora è vero: conosce davvero molta gente.

«Non è male, dovrebbe essere una bella festa di compleanno.»
Aggiunge.

Sono un po'... Stordita. È quasi spaventosamente efficace. Una parte di me vuole sapere di più su di lui. Sento che conoscendoci meglio, potremmo andare d'accordo...

«E tu? Com'è stato il tuo nono compleanno? Altrettanto lussuoso o più misurato?»
Gli chiedo

«Più misurato. I miei genitori non erano miliardari. »

Non aggiunge nient'altro. Speravo che avrebbe elaborato un po'. Non miliardari: questo è un indizio piuttosto sottile...

«Ehi, prima hai parlato di tuo padre... »
Gli dico.

«Non ho parlato di lui, l'ho menzionato.»

«Si... E non vuoi parlare di lui?
Azzardo.

«È morto quando ero adolescente.»

Mi sono schiarita la gola per ritrovare la calma. Penso che questo sia la fine del mio interrogatorio.

«Bene, penso che tu abbia tutto ciò di cui hai bisogno. Ti lascio approfondire i dettagli e le stime... Dovresti essere in grado di farlo da sola, giusto? Ora che hai una struttura e dei contatti. Ti ho inviato tutto via email.»
Mi dice.

«Conosci il mio indirizzo e-mail?»

«Non a memoria. Ma è elencato nei miei contatti. Bene. Sono stato felicissimo di questa piccola collaborazione Shura...Ma ho ancora un po' di cose da fare prima della fine della giornata. Se tutto va bene per te.. Conosci la strada.»

Mi sono alzata, un po' imbarazzata.

«Bene... Grazie in ogni caso.»
Gli dico.

«Prego. E non dimenticare il tuo piccolo debito. »

Non sembra determinato a fare in modo che ci separiamo in buoni rapporti.

«Ci vediamo in giro allora, immagino che ci incontreremo di nuovo. »

«Si, molto probabilmente.»

Con un goffo gesto della mano, sono uscita dal suo ufficio. Non so davvero cosa pensare di tutto questo... Sono felice che mi abbia aiutato... Ma sono ancora un po' imbarazzata. Scuoto la testa per cercare di scacciare quella sensazione. Devo concentrarmi sugli aspetti positivi: Lunedì avrò qualcosa da proporre. Ho velocemente ripercorso la strada di casa. Non ho avuto un fine settimana molto rilassante... Lottando con emozioni contrastanti, non ero completamente calma. Lunedì mattina, ero piuttosto nervosa mentre mi incamminavo verso gli uffici di Devenementiel. Mi ero messa subito a lavoro arrivata lì. Mi ero a malapena preso del tempo per salutare tutti... Ebbi un po' di problemi a guardarli... Ripensavo costantemente a Jason e al suo aiuto. Devon più tardi era venuto a trovarmi per sapere come andasse e se avessi bisogno di un aiuto. L'avevo ringraziato seppur avevo fatica a non distogliere lo sguardo da lui, ma con un po' di sforzo ci riuscì. Mi aveva detto che i De Hautors volevano parlarmi domani sera. Avevo confermato il tutto dicendo a Devon che ero pronta. Ripassai il resto della giornata, e quella successiva, a lavorare sulla mia presentazione. Jason aveva già fatto un bel po' di lavoro per me. Alla fine della giornata, avevo completato un programma e stabilito diverse citazioni. Io e Devon ci eravamo nuovamente spostati in sala riunioni, Elenda, passando, mi fece un cenno di incoraggiamento attraverso il vetro. L'avevo ringraziata con un sorriso. Il progetto piacque molto alla famiglia De Hautors. Avevamo condiviso la notizia con tutti, Elenda trascinata dal suo entusiasmo si gettó su di me per abbracciarmi. Ricambiati il suo abbraccio un po' imbarazzata. Se sapessero come ho creato questo progetto...
Devon ci spiegó che dovevamo provare le attività in programma per la piccola Eglantine prima di loro, ci dividemmo in coppie ed io e Devon andammo a vedere l'acquario. C'era stato un po' di imbarazzo all'inizio, ma cercai di godermelo per quanto potessi. Non vedevo l'ora di vedere se Eglantine avrà avuto un buon compleanno!

15 Giorni Dopo

Jason Mendal
30/07/24, 11:05
Immagino che tu non ti sia soffermata sulle origini di tutte le tue buone idee...?

30/07/24, 11:05
Quindi, quello che dicono è vero: sei davvero un buon giudice del carattere.

Jason Mendal
30/07/24, 11:05
Sono contento che condividiamo questo piccolo segreto.
Sono sicuro che sarà molto divertente.

30/07/24, 11:05
Suppongo... Ma idealmente, non si parla di segreti.

Soprattutto nella scrittura: lascia tracce.

Jason Mendal
30/07/24, 11:05
Non preoccuparti: sono molto discreto.

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