Uptown Girl

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Gracie Lynn abitava nella zona est di Hawkins, poco distante dalla Avonwich Forest e verso la Archer Lane, in una viletta gialla con un piccolo giardino sul retro, giardino decorato con fiori ben curati, uno scivolo e un'altalena, simboli della presenza di un piccolo Barnes.

Eddie era quasi intimorito dal toccare a quella porta così semplice eppure ben intarsiata, ma era il solo modo per far sapere a Gracie che era lì, quindi aveva bussato forte.

- Arrivo! - una voce femminile si era fatta spazio per tutta la casa e, subito dopo, anche il viso era comparso - Eccomi - Gracie aveva aperto la porta ed era subito uscita dalla casa con la borsa a tracolla - Dove andiamo a studiare?

- Non lo so. La foresta?

- Così poi qualcuno crede che stia comprando della droga? - si era messa a posto la borsa sulla spalla - Scusami, ma preferisco di no.

- Giusto, una Geek non compra droga.

- Eddie - l'aveva fulminato - Cosa ti ho detto?

- Me ne ero dimenticato, scusami tanto.

- So che non lo dici con cattiveria...- si era resa conta di essere stata troppo tagliente.

- No, davvero, Gracie, scusami, è colpa mia - aveva alzato la mano - Ma posso sapere perché ti dà così fastidio?

- Credo sia lo stesso motivo per cui dà fastidio a te quando ti chiamano Freak.

- Ci passo sopra facilmente, sono solo parole di gente di poco conto - aveva fatto spallucce - Per te sembra una cosa più seria.

- È una lunga storia, Eddie.

- Va bene, non ti forzerò, Gracie.

- Tranquillo, non lo stai facendo, penso solo io che sia ancora presto - aveva annuito - Quindi, dove andiamo a studiare?

- Casa mia?

- Ok, Eddie, ho capito che ti piace bruciare le tappe - aveva riso - Andiamo!


- Scusa il disordine - Eddie quasi non aveva aperto la porta - Ma io sono fuori praticamente da stamattina e mio zio uguale.

- Tranquillo - l'aveva lasciata passare avanti - Finché abbiamo spazio dove studiare, io non mi lamento.

- Oh, tolgo solo alcune cose dal tavolino - l'aveva superata e si era abbassato all'altezza del tavolino di legno davanti al divano, da dove aveva tolto qualche lattina, dei fogli stropicciati e un pacco di patatine ancora chiuso - Ecco, a posto: non è un granché, principessa...

- Principessa? - si era seduta sul tappeto senza convenevoli - Sembro così altezzosa?

- Altezzosa? Oh no, non è una presa in giro, è un modo per indicare quanto tu sembri...Uptown girl.

- Come quella di Billy Joel?

- Sì! - si era seduto anche lui.

- Vivo nella zona residenziale di Hawkins e faccio un lavoretto in una stazione di servizio: non credo di aver mai vissuto in un white-bred world - aveva riso.

- Però sembra - l'aveva interrotta - Non che tu sia una sprovveduta, sei anche una alla mano, ma sembri esattamente una di quelle ragazze perfette appena uscite da una rivista, tipo...Lady D!

- Beh, se deve essere un complimento.

- Lo è, lo è.

- Allora grazie- aveva poggiato il quaderno sul tavolino sorridendogli- Iniziamo, Munson?

- Sì, Barnes.

- Allora, vediamo - Gracie aveva cerchiato un numero nell'esercizio di Eddie - È qua l'errore, se rifai il calcolo, vedrai che viene 0 - gli aveva girato il quaderno - Prova.

- Sì - aveva accettato il quaderno e si era messo subito a scrivere fitto - Il quadrato della radice di 4 è 4, giusto?

- Fai già progressi, Eddie - gli aveva sorriso - Bravo!

- Sto capendo molto di più grazie a te, sei molto chiara quando spieghi: hai mai pensato di insegnare, Gracie?

- No, mai, perché non sarebbe una mia aspirazione lavorare con i bambini - non suonava aggressiva, solo molto tranquilla.

- E quale sarebbe la tua aspirazione?

- Ha importanza considerando che finirò a lavorare nella stazione di servizio della mia famiglia?

- Beh, sognare non costa nulla.

A Gracie era scatto una leggera risata: - Beh, hai ragione - aveva annuito - Vorrei lavorare con i libri, magari come editrice, traduttrice...Anche libraia non sarebbe male.

- Ti ci vedrei davvero tanto, Gracie, saresti perfetta come libraia! - era saltato leggermente - Qua ad Hawkin?

- Sarebbe bello a Bloomington.

- Tanto andrai lì all'università.

- Sì...Beh, se riuscirò ad andare.

- Con i tuoi voti? Ti daranno una borsa di studio sicuramente - aveva risposto con candidezza.

- Tu sei un ottimista cronico, vero, Eddie? - aveva arricciato il naso scuotendo la testa.

- Sognare non costa nulla, ma nemmeno sperare positivo ha un prezzo.

- Quindi pensi positivo per quanto riguarda il test?

- Hey, hey, ok pensare positivo, ma bisogna anche essere realisti alle volte.

- Eddie, ti assicuro che non ti manca l'intelligenza per passare questo test.

- Non serve che tu dica così per farmi piacere.

- Non lo farei, detto sinceramente: te lo sto dicendo perché lo penso davvero - aveva incrociato le gambe sul tappeto - Prendi come esempio questo procedimento - gli aveva indicato un √(4 x 2 x 25) = 14,14.

- Eh.

- È giusto, ma la radice di 2 avresti potuto lasciarla così: ti sei complicato la vita, ma hai usato la logica, cosa che non tutti fanno, e che mostra che non sei per nulla stupido.

- Oh beh, sono un talento a complicarmi la vita, non è una novità - aveva buttato indietro la testa - Oddio, ma sono le 18.30.

- Devi prepararti per l'Hideout.

- Non voglio cacciarti, Gracie.

- Tranquillo, tranquillo, me lo avevi detto fin da subito di questo impegno - si era alzata - E poi abbiamo fatto abbastanza per oggi.

- Ti accompagno a casa - si era alzato anche lui.

- Non serve, Eddie, so la strada e tu devi prepararti.

- Insisto - le si era avvicinata - Dieci minuti non cambiano a nessuno e sta cominciando a fare buio, non mi sembra molto sicuro attraversare il bosco da sola.

- Oh, se la metti così...Grazie - aveva afferrato la borsa e ci aveva infilato il quaderno - Per me possiamo andare.

- Sì - le aveva aperto la porta e l'aveva lasciata passare: Gracie era abituata con il suo lavoro a stare di notte da sola e questo avrebbe potuto dirglielo per non farlo scomodare, ma avere qualcuno che l'accompagnava a casa per una volta non le dispiaceva così tanto, anche se quel qualcuno era Eddie "The Freak" Munson.

Ma, dopotutto, lei era sempre Gracie Lynn "The Geek" Barnes.

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