Parte 3 'Shallow'

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La notizia della proposta di matrimonio si era diffusa fra gli Avengers nottetempo, complice la telefonata di Bucky a Steve; Barnes, letteralmente sconvolto sia di quanto accaduto davanti ai suoi occhi sia di essere stato liquidato dalla moretta, a favore dell'imbranato per eccellenza, aveva tenuto Rogers all'apparecchio più di un'ora, con quest'ultimo che smaniava di chiudere la conversazione, per avvisare gli altri.

Il Capitano aveva immediatamente creato un gruppo su Messenger, chiamato 'Disastro imminente', aggiungendo i colleghi, tranne Barton, ovvio.

Si erano scritti per l'intera notte, Stark in testa, che, frenetico digitava sui tasti, steso nel letto accanto a Pepper; più volte la bionda aveva tentato di strappargli dalle mani il cellulare, senza riuscirci.

Ad aggravare il tutto, il messaggio inviato nella chat, all'alba, da Thor e Steve, quasi in simultanea. Le loro fidanzate avevano avuto, proprio da Rafflesia, la conferma che avesse accettato di sposare Clint, ed anche che la data delle nozze fosse stata già fissata.

Ecco, lì Tony, preso dal panico, aveva convocato gli amici per fare colazione insieme, prima che il Falco arrivasse alla Centrale, per iniziare la giornata lavorativa.

'Che hai intenzione di dirgli? E' un argomento delicato e tu sei un caterpillar' Bruce tentava di placare Stark, in attesa di Barton, all'entrata principale.

Avevano discusso a lungo, davanti a caffè e ciambelle, nel bar limitrofo che frequentavano abitualmente, senza trovare una soluzione.

'Non lo so, ma debbo dissuaderlo a sposarla! Sarà una catastrofe e ci coinvolgeranno nelle loro beghe, ogni giorno che verrà. Lo sapete che è così, non guardatemi storto!' Tony camminava su e giù.

'Ognuno fa le proprie scelte e i propri errori, e poi ne paga le conseguenze o ne gioisce, è alla base del libero arbitrio. E' la loro vita, sono contrario a impicciarmi!' Bruce, timido e riservato, disprezzava le ingerenze.

'Parli bene tu...quando si presenterà alla mia porta con un borsone, gli occhi lucidi e mi terrà sveglio ogni notte coi suoi racconti dell'orrore, lo spedirò a casa tua e di Nat, te lo giuro!' Stark lo minacciò.

'Eccoli' Steve mosse la testa, in direzione di Clint e Rafflesia, che, abbracciati e splendidi, si muovevano per andargli incontro.

Lui aveva in mano una bottiglia gigante di champagne, lei un pacco di flûte di plastica, entrambi un sorriso favoloso ad illuminare il viso, complice la notte trascorsa a sbaciucchiarsi e fare l'amore, senza smettere mai.

'Auguri!' Thor, educato, e in crisi davanti alla loro evidente felicità, non si era potuto esimere, seguito da Romanoff e Banner.

La Tyler aveva mostrato, raggiante, l'anello con l'enorme brillante, suppergiù cinque carati, spropositato e forse pacchiano...un anno di stipendio di un Avenger!

Il Falco aveva stappato la magnum e servito Tony, addirittura prima della sua futura sposa, chiedendogli 'Mi faresti l'onore di essere il mio testimone?'. Ecco, lì Stark aveva capitolato, insieme al Capitano, poiché Clint aveva subito aggiunto, quasi lamentoso 'Anche tu, Steve, per piacere, siete i miei amici storici'.

I due più scettici, acconsentendo, si erano ritrovati a spendersi in brindisi e a bere alcolici alla nove del mattino, davanti ai poliziotti di turno che entravano in servizio, mollando un bicchiere finanche a Fury e Coulson, che si erano, garbatamente uniti al festeggiamento, intrattenendosi con il gruppo un paio di minuti.

'Quando sarà il grande giorno?' li interpellò il biondo.

'A fine giugno, fra circa quattro mesi. Il mio fidanzato non può aspettare, voleva farlo addirittura prima, ma ci serve un po' di tempo per organizzare. E poi verranno le nostre famiglie, dall'Iowa e dal New England' spiegò Rafflesia, gli occhi scintillanti, un attimo prima di gettare le braccia al collo di Barton, schioccandogli un bacio sonoro, e di lasciarli per prepararsi ad andare di pattuglia 'ciao, amore, ci vediamo stasera'.

'La amo...' Clint commentò, in estasi, non appena si fu allontanata.

'Uhm...senti, bello...ci hai riflettuto bene?' sotto lo sguardo di rimprovero di Rogers, Iron Man arrischiò di mettergli la pulce nell'orecchio.

'Ovvio, che vorresti insinuare?' istantaneamente il suo umore era cambiato.

'No, niente...il vostro è stato un rapporto spinoso e complesso dall'inizio, ed è un passo importante. Piuttosto che buttarsi senza paracadute, non è meglio valutare con calma...' Tony tentò ancora, ma il Falco lo interruppe, brusco.

'Se ami qualcuno, c'è poco da ponderare. Ti manderò l'invito. Se ti va, vieni; in caso contrario, non rompermi le scatole e soprattutto...non rovinare il momento più bello della mia vita' Barton piagnucolò, irato e dispiaciuto.

'Scusa...lo dicevo per te, perché sei mio amico e mi spiacerebbe vederti soffrire...su, sono certo che andrà tutto liscio...cosa, poi dovrebbe andar male?' il collega si riprese, leggermente.

Tutto liscio, no! I due futuri sposi, che avevano poco tempo libero, si erano impegnati nelle incombenze di rito; preventivi, sopralluoghi per la chiesa, il ristorante, le partecipazioni e le bomboniere. Avevano deciso in armonia e di comune accordo, entusiasmati, anche se i preparativi dell'evento erano nelle mani femminili della moretta, che aveva delegato a Clint un'unica faccenda, a causa di un sopravvenuto impegno...l'assaggio e la scelta della torta nuziale, spronandolo 'Fatti accompagnare dai tuoi amici, vi divertirete!'.

Lui aveva seguito il consiglio e si era ritrovato seduto al tavolo di una rinomata pasticceria italoamericana sita ad Hoboken, in New Jersey, insieme a Thor, Steve, Tony e Bruce e decine di piattini con dolci di ogni tipo.

'Questa è ottima, è coi lamponi' nella caratteristica location di mattoni color terracotta, Banner parlava con la bocca piena, addentando una New York cheesecake, tipica della tradizione americana, preparata con una base fragrante di biscotti e una crema avvolgente, realizzata con formaggio fresco.

'Nooooo, sono frutti rossi, a cui molti sono allergici. Prendi il dessert ricoperto di cioccolato fondente' lo esortò il biondo, con le labbra sporche di marrone, sopra e sotto.

'Siete dei buzzurri. Avete mai mangiato una torta nuziale al cioccolato? Un motivo ci sarà, è poco elegante. Barton, prediligi un dessert classico e raffinato, un millefoglie è l'ideale e non sbagli!' Stark suggerì; non per nulla, era il mago degli eventi sociali di livello.

Di fronte alla più totale indecisione del Falco, che inforcava senza sosta un boccone diverso dopo l'altro, Rogers tentò 'Clint, quale ti piace? Forse è meno complicato di quanto pensi!'.

Lui meditò, indicando un profiterole con i bignè ripieni di crema al limone, ricoperti di cioccolato bianco 'Che ne dite?'.

'Buonissima, ottima scelta' segnalò il gestore della pasticceria 'vi avverto che ha un piccolo inconveniente, è problematica nel taglio, poiché le fette vengono irregolari e bruttine. Per il resto farete un figurone'.

'Mando una foto a Rafflesia, e se è d'accordo, concludiamo!'. Provvide con l'invio della relativa immagine e ordinò la torta nuziale, visto l'immediato benestare della mora, a cui si era scordato, in buona fede, di specificare il particolare della porzionatura. 'È fatta! Ora siamo a posto!' Barton, soddisfatto, si strofinava le mani.

'Quando arrivano i tuoi suoceri?' il Capitano indagò, vago, sorseggiando un caffè e combattendo con l'ennesimo cannolo offerto dalla casa, intanto che il Falco firmava il contratto per l'ordinazione dello strabiliante dessert.

'Come i miei genitori e mio fratello, tre giorni prima delle nozze. Perché?'.

'Sei preparato a incontrarli, vero? Ho sentito da Peggy e Jane che se la tirano...giusto un po'!' Thor spiegò.

Clint era impallidito, era la prima volta che ne sentiva parlare in quei termini. Non che le loro rispettive famiglie fossero argomento di conversazione quotidiano, anzi.

'Beh, la tua fidanzata ci raccontò che il padre è commercialista. Non è esattamente così. Ha una società di revisione e consulenza fiscale. Arthur Andersen. Hai presente? La conosco di nome persino io...' Steve chiarì.

'Cappero...' se ne uscì Stark 'E' una delle principali società multinazionali a livello mondiale del settore, il tuo futuro suocero è un multimilionario...credo sia più ricco di me e di molto'.

'Già...e sua madre, Anna Tyler, insegna... lettere moderne all'Università di Boston, ha scritto dei libri' Point Break mise il carico.

'Anna Tyler? Davvero? Hanno regalato un suo romanzo a Nat, l'ho letto pure io e ci siamo appassionati tanto da aver comprato l'intera collana. È incredibile...Falco, non lo sapevi? Se ricordo bene, è stata candidata al premio Pulitzer per la narrativa e da molte sue opere hanno tratto delle sceneggiature per film che hanno sbancato il botteghino...Gesù, al matrimonio porterò tutti i romanzi che ho a casa, per farmeli autografare, magari un domani aumenteranno di valore' Banner lo guardava e l'espressione nel viso dell'amico non gli piaceva affatto.

'Rafflesia non è solita vantarsi del successo professionale dei suoi genitori. Così rampanti, pieni di lauree e master, oltre che di soldi, presero come un'offesa la sua decisione di fare l'agente e tendono a sminuirla, se ne hanno l'occasione; forse ha soprasseduto a dirtelo, per questo' il biondo spifferò le confidenze di Jane.

'Insomma, sarà un match Waverly contro Boston, Iowa contro New England?' Tony lo sfotteva, cogliendo il lato ironico della vicenda. In effetti, per il Falco non si metteva bene!

'Ragazzi, sono una persona semplice e la mia famiglia molto più di me. Sono leggermente preoccupato per il loro incontro...' rattristato, chiese lumi alla diretta interessata la sera stessa: lei si stava struccando, in bagno, e era presa a raccontare delle variazioni al menù del pranzo e varie altre amenità.

'Amore, le mie amiche sono esagerate. Papa e mamma sono sì un po' snob, poiché vivono in ambienti lavorativi in cui certi comportamenti sono all'ordine del giorno. Non credo creeranno problemi, vengono per il matrimonio, per partecipare alla nostra felicità, mica per rovinarla' Rafflesia fu sincera, nel momento in cui lo disse e subito dopo lo abbracciò stretto.

E Clint le credette, non aveva motivi per non farlo.

Fu quando li incontrò in Aeroporto, dove erano andati a prenderli insieme, che gli venne un colpo apoplettico.

Parevano usciti da una rivista patinata; Henry Tyler era alto, abbronzato, occhi blu ed occhiali da vista, distinto, in un abito tre pezzi grigio scuro con gilet ed un papillon rosso a pois bianchi, Anna una donna bruna, minuta e magrissima, curata all'inverosimile, con un viso con la pelle liscia come una pesca, frutto di ripetuti trattamenti di chirurgia plastica. Vestiva un tailleur di Chanel rosa chiaro e décolleté nere, e ricordava vagamente Jackie Kennedy, più arcigna.

I due, formali fino all'esasperazione, lo avevano squadrato dalla testa ai piedi, non troppo allegri, e non si erano spesi in chiacchiere, nemmeno con la figlioletta, nei dieci minuti che li separavano dall'atterraggio della sua famiglia. La sua pittoresca famiglia, purtroppo. Tutti e tre, soggetti spaziali, da studio psicologico!

Vedendoli avanzare verso di loro, gesticolare, urlare a squarciagola davanti ai prossimi suoceri ed alla moretta, il Falco desiderò sprofondare.

Li rimirò, in preda ad un totale sconforto: nell'ordine, procedeva la mamma, Edith, un donnone evidentemente sovrappeso, i capelli cotonati rimasti agli anni Settanta, biondi di una tinta comperata al supermercato e passata in casa, con uno svolazzante abito a fiori rossi e gialli e degli zoccoli sanitari bianchi, il papà Harold, calvo e rubizzo sulle guance, jeans da lavoro con le tasche e camicia a quadretti tipo tovagliato, e il fratello Barney, la sua brutta copia. Più giovane, più basso, più tarchiato, brufoloso e molto sfrontato, al limite vero della cafonaggine.

Rafflesia fu lesta e intuì la sua inquietudine, togliendolo dall'imbarazzo e muovendosi lei verso Edith, che la stritolò in un abbraccio micidiale ed affettuoso, seguita da Harold.

'Come diavolo ti sei fatta accalappiare da quello scemo di mio fratello?' Barney la interloquì, per scherzare, dandole due baci umidi sulle guance e rimirandola, complimentoso. La fidanzata di Clint era la fine del mondo!

'Vorrei proprio saperlo anch'io' molto acida, Anna Tyler si intromise, con un'occhiata assassina alla figlia e all'imminente genero. Istantaneamente, educata com'era, si riprese, presentandosi in maniera più ufficiale. Non riusciva, in ogni caso, a smettere di fissare gli zoccoli della consuocera, inorridita...era ipnotizzata!

'Abbiamo noleggiato due limousine con autista, vi scorteranno in albergo, saranno a vostra disposizione fino alle nozze e vi porteranno al locale dove abbiamo prenotato la cena di stasera, un momento conviviale cui parteciperanno i nostri amici più stretti' l'agente spiegò.

I genitori di Clint le parvero contenti; i suoi, invece, avevano l'aria di chi dovesse camminare in mezzo a un campo minato.

La Tyler se ne fece una ragione, intanto che li accompagnava alle rispettive vetture; erano gli ultimi giorni a ridosso del matrimonio e aveva diversi appuntamenti cui non poteva mancare. Per di più, lei stessa doveva prepararsi per la serata. Li salutò e scappò via nella sua Smartina, per ritrovarsi con Barton a casa, nel tardo pomeriggio.

'Ai tuoi non sono piaciuto, i miei peggio...gli fanno schifo! Stavano per vomitare' Clint era rammaricato ed avvilito.

'Si lamentano di ogni cosa, a prescindere!' gli fece notare 'importante è che tu piaccia a me: fammi una cortesia, stampati il tuo miglior sorriso in faccia fino alla cerimonia, che poi ce li togliamo dalle scatole' fu assertiva, e lo guardò, languidamente 'tira su la chiusura lampo del mio vestito, piuttosto che stare lì imbambolato!' lo pregò.

Il suo abito era corto, con il corpetto ricoperto di strass argentati dalla vita in su, la gonna in seta bianca plissettata a strati.

Lui obbedì, sussurrandole all'orecchio, spostati i capelli scuri 'Sei carina carina, amore mio'. L'avrebbe portata direttamente in camera da letto, alla faccia degli ospiti in attesa!

Rafflesia, capita l'antifona, si voltò all'istante, per unire la bocca alla sua e gli sussurrò 'Devi aspettare...' un attimo prima di trascinarlo in garage e dirigersi al locale, lo stesso prediletto dal Capitano e dove quest'ultimo aveva festeggiato il compleanno.

Era un posto sobrio ed il proprietario, estremamente gentile dato che il tiratore scelto gli aveva salvato il collo, aveva messo loro a disposizione una saletta riservata e fatto un prezzo di favore.

Ovviamente, neanche il ristorante era di gusto dei coniugi Tyler 'Benedetta figliola, la trattoria che hai scelto è una vera topaia! Ti abbiamo mandato nelle migliori scuole, hai sempre tenuto un eccellente livello in ogni aspetto della vita sociale...adesso inviti noi ed i tuoi amici a mangiare bistecche e patate fritte!' Anna si lamentava ancora, a tavola, seduta davanti a sua figlia, che le aveva piazzato vicino Tony e Pepper da un lato e Thor e Jane dall'altro, contando sulla magnifica eloquenza di Stark e sui modi principeschi del biondo.

'Professoressa Tyler, anzi posso chiamarla Anna?' Tony si era buttato, sparando cazzate a vanvera, anziché proiettili 'Forse non lo sa, il locale che ci ospita è stato recensito nella Guida Michelin, con quattro stelle; sarà sulla nuova edizione, pubblicata l'anno venturo. Qui si mangia la carne migliore del paese'.

Il Falco - elegantissimo in un completo rosso scuro, con cravatta abbinata nella stessa nuance, e camicia color pelle d'uovo, scelti con l'aiuto della sua futura mogliettina - si sarebbe strozzato dal ridere ad una simile scenetta; se non che, vedendo tornare Rafflesia dal bagno, aveva notato come fosse stata intercettata da sua madre, che, vestitino oversize giallo con gli immancabili fiori, l'aveva placcata, alla stregua di un giocatore di football, per farla accomodare nella seggiola accanto la propria, momentaneamente libera.

La mora, rispondendo interessata alle chiacchiere di Edith, addirittura si era fatta portare dal cameriere una penna e un foglio di carta per prendere appunti, e si era trattenuta per venti minuti, fin quando il commensale ovvero Peggy Carter aveva reclamato il proprio posto.

'Che voleva mia madre? Ti ha importunata?' le domandò, uno sguardo torvo.

'Non ci crederesti mai! Mi ha dato le ricette dei piatti che preferisci e che ti preparava, quando eri a casa. Ho scritto persino le dosi; le ho spiegato che non so fare nemmeno un uovo al tegamino e che ordiniamo sempre fuori, però ha insistito. Magari mi torneranno utili' ripiegò la pagina e la mise nella borsetta, sorridendo.

'Grazie, sei stata gentile; è un po' pesante, in tutti i sensi' borbottò.

Giacché, viceversa, i propri genitori non si erano degnati di rivolgere la parola né a Clint né alla sua famiglia, in alcuna circostanza, la Tyler ribadì 'Non è vero, ti sbagli; è una persona semplice ma molto affabile, non mi è spiaciuto affatto'.

E sua suocera, che già riteneva fosse una ragazza adorabile, oltre che splendida, capì proprio quella sera quanto fosse caparbia e innamorata di suo figlio.

Chiusa alla toilette, aveva ascoltato una discussione fra Rafflesia, che era stata trascinata nell'antibagno da Anna - all'ennesima battuta spinta rivoltale da Barney, che, alticcio, non si teneva pensando di essere spiritoso - e la sua altezzosa mammina 'Come ti è venuto in mente di metterti con quel tipo? Come? Spiegamelo, perché è incomprensibile. Cosa ci vedrai mai? E' bruttino, più anziano, scontroso, musone, fa il poliziotto e non è certo un buon partito. Con la famiglia assurda e cafona che si porta dietro, contadini dell'Iowa! Pazzesco! Verranno alla cerimonia con gli zoccoli bianchi? Oppure te li presteranno e li indosserai tu, col vestito da sposa?' strillava, feroce, senza tregua, a voce alta.

Sulle prime la bruna tacque, pensando fosse meglio mantenere la calma.

'Almeno esprimiti, sono tua madre e non merito nemmeno una risposta?' l'altra la incalzò e la figlia non ci vide più dalla rabbia.

In tono basso, le sibilò 'Lo amo! E soprattutto...non ti azzardare mai più a parlare del mio fidanzato e della sua famiglia in questo modo. Né te, né papà. Provateci, un'altra volta soltanto, e giuro che non mi vedrete mai più, sai che non scherzo! La cerimonia è domenica; se vi fa piacere partecipare, sarete i benvenuti, in caso contrario, beh, non mancherete a nessuno, me compresa...e un'ultima cosa, mamma' scandì l'ultima parola 'almeno la mamma di Clint mi ha messo a mio agio ed è stata gentilissima con me...di te, non si può dire altrettanto, pure se sei la professoressa dei miei stivali...ti dovresti vergognare!'.

Agli inattesi attacchi verbali, Anna abbandonò velocemente il bagno, alzando gli occhi al cielo, per rientrare in sala, sbattuta la porta con veemenza.

Rafflesia poggiò i palmi delle mani sul marmo del lavandino, sbuffando; le veniva da piangere, presa dall'inquietudine e dallo sconforto. Si voltò, udendo dei passi; di male in peggio, la sua futura suocera usciva da una delle toilette e aveva ascoltato tutto!

'Mi spiace tanto che abbia sentito, signora Barton...' detestava doversi giustificare per i comportamenti altrui, men che mai di sua madre.

'A me no. Anzi' Edith la abbracciò, con complicità e tenerezza e la ragazza non si allontanò 'ero preoccupata, quando Clint mi ha confidato di averti conosciuto; viviamo molto lontano e New York è una realtà diversa dall'Iowa. Onestamente, non sapevo cosa aspettarmi, posto che non faceva e non fa che ripetere quanto tu sia fantastica. E ha ragione.

Posso tornare alla fattoria, con serenità, sapendo che camminerai al suo fianco. Ho capito che gli vuoi un bene dell'anima, da come ti comporti con lui e le parole che ho appena udito, a suo favore, lo hanno solo confermato. Non voglio difendere Anna né darti consigli; ricordati che essere genitori è assai complicato, lo capirai quando avrete figli vostri. Si desidera il meglio per loro e si è protettivi, in ugual modo quando sono più che maggiorenni. Prova a giudicare tua madre il meno possibile e a trovare un equilibrio, nel vostro rapporto' la esortò, saggiamente.

'Tenterò, lei è un personaggio, in tutti i sensi, vive di apparenze. È strano, poiché i miei sono persone di sostanza ma per rimanere a galla, nel bel mondo che frequentano, sono scesi a compromessi morali che non condivido. Volevano che sposassi uno dei rampolli, eredi dei loro amici ricconi, assicurandomi così un futuro dorato. Mi hanno messo i bastoni fra le ruote quando ho deciso di entrare in Polizia e ho dovuto lasciare Boston per sfuggire alle loro pressioni!' le spiegò.

'Esattamente quello che è successo con Clint. Io mi sono comportata nello stesso modo' ammise.

'Pensavo foste orgogliosi di lui...è il Falco! Unico, inimitabile, un talento'.

'Lo siamo, però quando tuo figlio ti informa che trascorrerà i prossimi quarant'anni con una pistola in mano, mettendo la sua vita in pericolo ogni benedetto giorno, ti assicuro che il concetto di orgoglio è l'ultimo che ti viene in mente. Ho tentato di dissuaderlo, di convincerlo a rimanere alla fattoria o comunque a scegliere un futuro diverso, senza riuscirci. Sai bene che è piuttosto testardo...' rise, amaramente.

'Non sarà consolatorio per le sue paure, Clint è il miglior tiratore scelto del paese. Del mondo, credo! E' pazzesco in ciò che fa, dovrebbe vederlo in azione! Ha salvato molte persone e ne salverà altrettante' ne parlava, esaltata, con gli occhi splendenti.

La sua futura suocera le fece una carezza sulla guancia, colpita dall'amore e dalla stima che traspariva dalla frase 'È stato fortunato ad incontrarti. Sarà meglio riunirci agli altri, prima che vengano a cercarci!' la spronò a tornare in sala per la cena, che proseguì sulla falsariga di come era iniziata.

Quanto meno, stante la minaccia concreta di tenerli fuori dalla sua esistenza, i suoi genitori si erano rapportati alla famiglia Barton in maniera più distesa.

In capo ad un paio d'ore, erano giunti al caffè ed all'amaro, e gli ospiti che venivano da lontano, complice la stanchezza per il viaggio, si erano diretti in albergo mentre i futuri sposi erano rincasati nel proprio appartamento.

'Che hai? Sei muto, come sostiene l'arpia?' riferendosi a sua madre, Rafflesia - di fronte la cassettiera della camera da letto, ove si era recata per togliersi gli orecchini e l'orologio, appena rientrata - pungolò Clint, che era rimasto in silenzio per l'intero tragitto tra il ristorante e casa; era lampante che rimuginasse, come suo solito.

'Ti amo da impazzire...sei la persona migliore che potessi incontrare, sono serio!' lo dichiarò tutto d'un fiato.

'A che devo il tuo impeto, Falco?' gli si accostò, con un sorrisetto furbo, per farsi aiutare nuovamente con la zip dell'abito.

'Mia madre è pazza di te, la mia famiglia al completo e tutti i nostri amici...io sono pazzo di te, è la sola verità' la liberò del vestito, stringendola a sé da dietro, sagomando il suo corpo con entrambe le mani, dalle spalle alle cosce, passando per le mammelline e per il sedere rotondo 'rivelami il tuo segreto, agente, poi dovrò ucciderti e non ci sarà alcuna cerimonia dopodomani' usò una battuta che aveva sentito da lei.

'Solo uno...tu, Falco, sei tu il mio segreto...' sussultando al suo tocco, confessò, seria, ciò che l'uomo mai avrebbe sognato di sentire 'sono così felice da quando siamo insieme che ...' nemmeno riuscì a terminare che lui la rivoltò, con una mossa repentina e avvolgente, per agguantarla alla base del collo e baciarla con tutta la passione che poté metterci.

***

Le acque si erano placate e nessuno si era sprecato in ulteriori lamenti.

Per un paio di motivi.

Il primo legato ad un'idea di Clint; alla vigilia delle nozze era andato a dormire da Tony, nel rispetto della tradizione, in modo tale che la fidanzata potesse uscire dalla propria casa da sola la mattina delle nozze, dopo essersi dedicata a parrucchiere e truccatore.

Intanto che si rimirava allo specchio in abito da sposa, alle dieci di sera, Rafflesia aveva sentito provenire dalla strada una voce soave che intonava una canzone romantica...una voce femminile che lei adorava, tra l'altro, Lady Gaga! Shallow, il pezzo trainante della colonna sonora del film che aveva visto, di nuovo, al cinema, per l'ennesima volta, con il cecchino e che aveva la star fra i protagonisti. Lo adorava e lo riproduceva, a ripetizione, su YouTube.

Era rimasta perplessa; curiosa, si era cambiata con la tuta da ginnastica, per non gualcire il vestito, e si era affacciata alla finestra per capire cosa accadesse, nel momento in cui una seconda voce, maschile, che lei conosceva perfettamente, si era unita alla prima. La voce stonata e sgraziata del Falco!

E lo aveva visto giù... il proprio futuro marito che le stava dedicando una serenata in piena regola, mandandole con la mano un bacio via l'altro, in piedi, accanto a una donna dai capelli biondo platino, con un trucco accentuato sulle labbra e sugli occhi, in jeans scuri e canotta nera di pizzo...Lady Gaga in persona! Intorno erano schierati gli Avengers a cerchio, Pepper, Peggy e Jane, le loro famiglie e pochi altri amici intimi...oltre ai curiosi che avevano riconosciuto la cantante, fermati dall'ingente servizio di sicurezza, con le finestre dei palazzi piene di persone attirate dallo spettacolo inusuale.

La Tyler salutò con la destra, l'aria sognante, che divenne estatica, assistendo all'ulteriore momento incantato progettato dal suo Falco. Ognuno dei presenti recava fra le mani una lanterna cinese di carta rossa, a forma di cuore; accesero, nello stesso istante, le candele di cera al loro interno sollevando le braccia e gli oggetti purpurei, illuminati, si alzarono in volo verso di lei per poi innalzarsi nel cielo stellato, terso. Fu un istante di magia assoluta...il cuore lanciato da Barton, tra l'altro, inspiegabilmente, arrivò alla sua portata, tanto da riuscire a sfiorarlo per un secondo, prima che seguisse la sua traiettoria. Tra le mongolfiere di carta e la voce melodiosa della diva, la bruna si sentiva in un paradiso personale, il giusto preludio alle nozze del giorno successivo.

Attese la fine del brano, che ricordava a memoria, canticchiandolo anche lei e poi si precipitò giù come un fulmine, addirittura dalle scale, per planare letteralmente fra le braccia di Barton, che la fece volteggiare prima di riappoggiarla a terra e stamparle un bacio cinematografico, da premio Oscar 'Sei ammattito? Come hai fatto?' gli aveva domandato.

'Sono amica del vostro Capo, Nick Fury! E' stato un piacere!' fu Lady Gaga a rispondere al posto del turbatissimo Clint, poco prima di accomiatarsi per tornare ai propri impegni.

'Ho girato un filmato, lo posto su internet, avremo milioni di visualizzazioni' Bruce si era esaltato.

'E' una delle canzoni più dolci che abbia mai sentito! E i cuoricini...deliziosi' Edith, intenerita, commentava il gesto del figlio; in fondo era un musone galattico, ma per la ragazza dagli occhi violetti si sarebbe buttato nel fuoco.

'Vieni' Rafflesia aveva trascinato il musone all'interno del portone del palazzo, per baciarlo, con smania, lontano da occhi indiscreti 'Grazie Clint, è una sorpresa magnifica, non mi aspettavo nulla, figuriamoci una cosa del genere...è stata ancora più gradita. Ti amo...a quest'ora, domani, saremo sposati!'.

'Conterò ogni secondo!' la contraccambiò, sdolcinato più che mai, prima di salutarla definitivamente e ritornare, in brodo di giuggiole, al palazzo di Stark, dove rimase sveglio fino all'alba, ovviamente tormentando di chiacchiere il padrone di casa e Point Break, che lo ascoltarono, per l'ennesima notte insonne...l'ultima, si augurarono, in trance!

Il secondo motivo! La funzione nella chiesetta che avevano scelto, dedicata a San Francesco di Assisi vicino Penn Station, piccola e romantica, inoltre, era stata coinvolgente; la moretta si era presentata, al braccio di suo padre in smoking, in un abito da sposa bianco con maniche a tre quarti in tulle e taglio a sirena, con il Falco che la attendeva all'altare - in alta uniforme blu della Polizia, come i colleghi, eccezion fatta di Nat, con un peplo verde smeraldo - con le lacrime agli occhi.

Come da programma, Steve e Tony erano i testimoni dello sposo, e Jane e Peggy, in due vestiti analoghi in chiffon di seta color rosa chiaro, le damigelle della sposa.

Al momento delle promesse e dello scambio degli anelli, i singhiozzi accorati della famiglia Barton, coinvolta e degnamente ripulita e elegantemente abbigliata, e di Stark, che temeva per il proprio equilibrio mentale futuro, commossero i presenti.

'Falco, ti amo come sei, scorbutico e intrattabile...sei il mio imbranato, l'unico che desideri accanto per il resto della mia vita!' Rafflesia si era lanciata in un'accorata dichiarazione, sentita, semplice e molto realistica.

Clint, invece, sapendo di non reggere la tensione e di essere sul serio il più imbranato futuro marito della storia dell'umanità, aveva sgraffignato dal comodino della sua dolce metà il carillon di legno, pegno del suo amore - riparato all'istante a seguito della loro riappacificazione - e lo aveva strategicamente tirato fuori dalla tasca e aperto, davanti alle ametiste di Rafflesia sgranate di una profonda emozione, mettendosi addirittura in ginocchio, con la fede femminile fra le labbra.

Al diffondersi delle note di 'Per Elisa' di Beethoven, nella chiesa si erano levate grida di giubilo, degne di uno stadio gremito alla finale del SuperBowl e il cecchino aveva fatto un figurone, persino innanzi ai suoceri.

Anna aveva confidato a Banner, il suo fan più accanito - che la tampinava, portando in spalla uno zaino sportivo stracolmo dei romanzi della signora per commentarli insieme e farseli autografare - che avrebbe inserito l'originale scambio delle promesse in una delle sue future opere.

Dopo centinaia di foto - scattate in giro nei luoghi più romantici di New York City - i neo coniugi si erano recati nella location prescelta per il pranzo di nozze, un altro bis, stavolta molto apprezzato: il luogo dove il tiratore aveva chiesto a Rafflesia di sposarlo, lussuoso ed originale.

E la festa era proseguita come da copione, nulla da segnalare; abbuffate, scherzi goliardici, un giovane pianista di talento che allietava con melodie lente e sentimentali contribuendo all'atmosfera spumeggiante, gli sposi perennemente in piedi a svolazzare fra gli ospiti, per le doverose pubbliche relazioni.

Gli Avengers bisbocciavano a un tavolo laterale unitamente a Barney, piuttosto alticcio.

Fu al momento del taglio della torta che accadde il finimondo. Era splendida a vedersi, esattamente come dovrebbe essere un dolce nuziale, una piramide di palline ricoperte di glassa candida e di panna montata.

Clint mise la mano su quella di sua moglie, per la foto di rito, davanti a parenti e amici che scattavano, lei gli porse il coltello sporco di crema che lui subito leccò, sporcandosi labbra e vestito, ovviamente.

Nel frangente, si materializzò il maître 'Ehm...si è stupenda, ma come la porzioniamo? I bignè si frantumeranno, le fette saranno irregolari e bruttine...e temo che non basterà per tutti!'.

'Come sarebbe?' la moretta si inalberò. Era stato tutto perfetto...finora...era il solo compito che avesse dato a Barton. Capì che il neo marito fosse a conoscenza del casino che aveva procurato, poiché la scrutava con l'espressione di quando l'aveva fatta grossa 'Allora?' lo pressò.

'Il pasticcere, quando ho ordinato il profiterole, mi aveva accennato del problema...mi sono scordato di dirtelo!' ammise 'dai, non fa niente, è comunque deliziosa'.

'Sì che fa...mi sono ammazzata di fatica per organizzare ogni minimo dettaglio in poco tempo, dato che mi hai costretta a sposarti in fretta e furia per paura che scappassi! E combini un guaio così, senza nemmeno scusarti?' sconsolata, fissò i piattini con le fette tagliate dai camerieri, coi bignè bianchi spappolati dal taglio 'sembra vomito, cibo per cani!'.

'Non è una critica, in occasioni simili si deve optare per un dessert tradizionale, di solito un millefoglie classico è l'ideale' Anna Tyler si era espressa, in un commento senza malizia.

'Avevo consigliato in tal senso, il giorno della scelta, ma non mi ha ascoltato' Tony, toccandosi il pizzetto, lo ricordò, quasi vantandosi e mise il carico, involontariamente.

Pepper, vestita di un elegante tubino blu, di lato, gli dette un pizzicotto sulla schiena, ma non riuscì a farlo tacere.

'Clinton Francis Barton, sei inaffidabile...lo sapevo che baciarti sul divano di casa mia era la cosa più stupida che potessi fare! E rimettermi con te, che mi avevi lasciato, una mezza follia!' scoppiando a piangere come una fontana, Rafflesia gli tirò il proprio bouquet sul volto - una composizione floreale di rose bianche e lilla chiaro - che si frantumò, fra la forza del colpo e la ricaduta a terra; sconsolata, si allontanò dalla sala, sgattaiolando verso la stanza che il titolare del ristorante le aveva riservato per cambiarsi, terminato il pranzo.

Sotto lo sguardo silenzioso degli ospiti, allucinati dalla scena a cui avevano assistito, Steve sollecitò il Falco 'Corrile dietro!'; inutilmente, lui non riusciva a muoversi ed era rigidissimo, sotto shock. Gli tremò la terra sotto i piedi, letteralmente; il suo sarebbe stato l'unico matrimonio durato mezza giornata! E pure infausta!

'Thor, trascinalo di forza' ordinò Stark, prendendo in mano la situazione, a cui aveva dato il solito modesto contributo negativo 'Giuda boia, ve lo avevo detto...problemi grossi e dall'inizio' smadonnò, intanto che Point Break quasi sollevava Clint da terra.

La moretta, nel frattempo, si era appartata nella camera per piangere in pace.

Fra un singhiozzo e l'altro, il trucco sfatto, in preda ad una crisi isterica, udì aprirsi la porta e vide comparire l'ultima persona al mondo che si sarebbe aspettata; sua madre, in tailleur beige, rigorosamente firmato Chanel, che, con la mano destra le porgeva un fazzolettino di carta e nell'altra recava un piatto con una fetta di profiterole 'Devi assaggiarla...è la torta più buona che abbia mai mangiato...dovrò prenotare un'altra liposuzione, per toglierla dai fianchi'. Fece una battuta, per sdrammatizzare, poggiando il dolce su un tavolino limitrofo.

'Non mi rinfacci di avermelo detto?' le mormorò, affranta.

'Tuo marito è un vero imbranato; lo hai spifferato ai quattro venti durante le promesse, casomai il mondo non ne fosse già a conoscenza. E se avessi dovuto scegliere un compagno di vita per te, non avrei mai pensato a lui...sulla carta. Ti ama in maniera sconsiderata, e c'è da sottolineare che anche tu, a carattere difficile, non scherzi. Avrei dato un braccio perché tuo padre mi avesse guardato una sola volta come Clint guarda te...per cui, asciugati gli occhi, signorina...anzi, signora Barton...datti una sistemata e pensa a qualcosa per farti assolvere dall'uomo che aspetta qui fuori, con l'aria da cane bastonato' Anna sgattaiolò in corridoio, dove suo genero, gli occhi bassi, a stento si reggeva in piedi, sorretto sulla vita dal suo collega biondo, gigantesco come un armadio a tre ante.

'Mia figlia è una rompiscatole viziata. La colpa è mia, e me la prendo tutta! Povero te, che dovrai sopportarla per il resto dei tuoi giorni' lo lasciò, con un buffetto sulla guancia 'A sua difesa...non l'ho mai vista tanto sconvolta e presa da qualcuno!'.

'E' simpatica tua suocera...a piccole dosi' Bruce gli indicò la porta 'spicciati!'.

Senza mezza parola, il tiratore si fece coraggio ed entrò; aveva lo stesso sguardo spaurito successivo alla rissa con Steve in discoteca e quando aveva visto la Tyler con Bucky fuori dalla Stazione di Polizia, scettico di potersi riappacificare con lei.

La moretta era di spalle alla finestra della camera, che affacciava sullo skyline newyorkese, nel meraviglioso abito bianco ricamato, i capelli lunghi semi raccolti, il profilo del viso scolpito che scrutava il panorama.

Barton si schiarì la voce, tentando di non balbettare e di dire per primo qualcosa di intelligente, per farsi perdonare del suo peccato forse veniale, capitato nella giornata in cui ogni piccolezza doveva essere perfetta.

Non fece in tempo, poiché parlò lei 'Scusa, Clint. Ho esagerato e ho messo tutti in imbarazzo, soprattutto tu, e non avrei dovuto, sono mortificata' si girò, con gli occhi lucidi e gonfi, il viso arrossato, e fu travolta da una stretta micidiale 'Sono stato superficiale, non ci capisco nulla di organizzazione di matrimoni e di pasticceria. I ragazzi mi avevano confuso. Doveva essere il giorno più bello e felice della nostra vita ed ho combinato un casino' si giustificò, perso negli specchi viola di sua moglie.

'Ti sbagli. Forse lo sarà per te, per me è stato quando ci siamo conosciuti, quando ho sparato in quel bersaglio accanto a te, il momento esatto in cui la mia esistenza ed il mio futuro sono cambiati...in meglio. Ho scoperto cosa sia la felicità assoluta da quando siamo assieme; da sola non ero niente' gli confessò, sincera.

'Credi nel destino, mogliettina?' le sussurrò, teneramente, sorridendo 'perché suppongo tu sia il mio'.

'No, Clint, credo solo nell'amore e sono certa che tu sia il mio' controbatté, decisa, facendogli brillare gli occhi.

'Sei così dolce!' la accarezzò sul collo, proprio sopra la scollatura a cuore del vestito, risalendo con le dita a percorrere il perimetro delle sue labbra dipinte di rosso 'potrei morire sulla tua bocca!' pregustava una miriade di bacini da scoccare. La bocca della bruna era sempre il suo bersaglio preferito, in assoluto.

'Aspetta per passare a miglior vita...' lei prese il piattino accanto a sé, staccando, con le mani, un piccolo bignè dalla fetta e mordendolo, goduriosa 'è stata un'ottima scelta...squisito!'. Si leccò le labbra, poggiando l'altro pezzettino sulla bocca di Clint, che lo ingoiò, succhiandole le dita sporche di crema al limone, con un gemito...era un dessert strepitoso, mangiato così ancora meglio.

'Sei mia' la fece appoggiare con la schiena al vetro della finestra 'è troppo presto per la prima notte di nozze?' le domandò, lanciando la casacca dell'uniforme blu a terra, con un gesto plateale degno di uno spogliarellista di professione, non prima di aver recuperato dalla tasca il carillon, averne aperto il coperchio e averlo posto a terra.

'No...' la Tyler gli sfiorò il torace nudo, dall'inguine fino alle spalle, facendolo rabbrividire 'fai attenzione al vestito, debbo infilarmelo di nuovo...dopo'.

'Zitto, Tony! Non sputi mai! Si sente la musica del carillon...hanno fatto pace!' Thor in attesa, con gli altri, fuori dalla porta, commentò.

'Andiamo via!' li spronò Bruce.

'Probabile si siano chiariti. Meglio capire con esattezza, per il bene del Falco! Io rimango!' Steve si era messo a braccia conserte e non aveva intenzione di muoversi.

'Aspettiamo...che palle! Volevo una fetta di torta' Stark storse la bocca.

'Ai tuoi ordini, moglie' con delicatezza, l'aiutò a togliere l'abito, scoprendo la biancheria candida e sexy che indossava; un virginale corpetto in seta, sagomato, terminava con una sorta di gonnellina trasparente che copriva a malapena uno slip brasiliano striminzito, in pizzo bianco trasparente, e una sola giarrettiera, sulla coscia sinistra, anch'essa candida e con un minuscolo fiocchetto blu applicato, che avrebbe dovuto poi lanciare agli scapoli, al termine della serata. Mugolò, alla sua visione celestiale, sbrigandosi a liberarsi del resto dei propri indumenti.

'Che vorresti fare, Falco? Qui non c'è nemmeno un divanetto!' lo provocò, con le mani di lui che l'avevano rivoltata con la fronte verso il vetro e già le aprivano i gancetti del corpetto, per stringere le sue mammelline morbide e giocare con le dita sui capezzoli induriti per l'eccitazione.

'I miei proiettili personali, signora Barton...' le voltò la testa indietro, per baciarla, strofinando il proprio immenso desiderio, fra i glutei polposi come un'albicocca matura. Il sesso fra loro non era mai stato un peccato e fine a se stesso, era stato sempre e solo amore, dall'inizio della relazione.

Rafflesia spinse le natiche verso suo marito, strusciandoglisi, in preda ad un incendio di sensi. Succhiò le sue falangi, un attimo prima di percepire che si infilassero sotto la stoffa impalpabile delle mutandine, a lambire la sua gemma tumida, trovandola pronta per essere amata.

Lei aprì le gambe, per farlo scivolare con più facilità dentro di sé, con una risatina, intanto che il perizoma cadeva a terra, ed inarcò il bacino, tenendo i palmi delle mani poggiati al cristallo.

Il Falco piegò le ginocchia e con un colpo di reni dal basso verso l'alto, la possedette, con lentezza estenuante sulle prime, sospirando insieme a lei; con una voglia che gli montava nelle viscere, aumentò il ritmo dell'accoppiamento, con una staffilata magistrale dopo l'altra, iniziando, a spasimare e a gemere in maniera eloquente e selvaggia, senza contenersi, disinteressato e dimentico della presenza dei suoi amici che lo avevano accompagnato nell'impresa di salvare il proprio matrimonio.

'Cos'era quel rumore?' domandò Rogers, il sopracciglio alzato in un'espressione grottesca.

'Quale?' lo interloquì Banner.

'Questo!' Thor si immobilizzò all'udire un gemito maschile inconfondibile.

'Confermo senza ombra di dubbio che si siano riappacificati!' Tony ridacchiò, all'ennesimo grido animalesco del loro amico comune.

'Non intendo stare qui ad ascoltare le assurde acrobazie sessuali dei coniugi Barton, durante la loro festa di matrimonio mentre gli ospiti sono nella sala accanto e data la scenata surreale a cui abbiamo assistito...la litigata del secolo per il taglio delle fette della torta nuziale...' Rogers, viola in viso per l'estremo imbarazzo, con passo svelto, lasciò il corridoio seguito dal gruppo 'e ricordatevelo, in futuro...che io e Stark volevamo dissuadere il Falco da sposarsi con lei!'.

'Tesoro, sei pronta?' finito di amarsi e di nuovo in armonia, Clint la condusse al salone del ristorante, dove, scusatisi con parenti e conoscenti, aprirono le danze, sulle note di 'Shallow' di Lady Gaga, in una versione strumentale, suonata magistralmente dal talentuoso pianista.

Stretti sulla pista, gli occhi negli occhi, commentavano il significato del brano, che la cantante aveva spiegato al Falco la sera precedente; si riferiva a due persone che si dicono a vicenda quanto ci sia bisogno di scendere giù in profondità e rimanere più distanti dalla superficie delle cose.

'Non ho dato il buon esempio, amore, arrabbiandomi per la torta...' commentò la Tyler.

'Vedila così...non sei superficiale in nulla, è un pregio secondo me' la consolò, con l'ennesimo bacio sul finire del pezzo 'però hai ridotto il tuo bouquet a due fiorellini...e lo devi lanciare...' segnalò con la testa le sue amiche e le altre donne nubili che attendevano, impazienti, a un lato della sala.

'Si accontenteranno, importante è prenderlo...' con un sorriso e suo marito al fianco, si mise di spalle e gettò quanto rimasto del mazzetto verso le invitate single, un paio delle quali, per accaparrarselo, finirono addirittura a gambe all'aria, fra le risate generali e l'inutilità di una simile mossa; il bouquet era caduto, perfettamente, fra le mani di Peggy, che, contenta, si era diretta a mostrarlo a Steve.

'Tocca a me!' Clint aveva preso una seggiola, facendo poggiare a Rafflesia il piede sull'imbottitura; le tirò su leggermente la gonna del vestito, e pian piano, inginocchiato, con i denti, delicatamente, tentò di sfilare la giarrettiera.

'Bravo...' la moretta si complimentò, era riuscito nell'ardua impresa; lui si rialzò e la gettò alla cieca al gruppo di amici celibi, che, nel frattempo, si erano disposti a semicerchio dietro. La giarrettiera bianca e blu colpì in testa il Capitano, che la prese al volo.

'Rogers, vi sposerete entro l'anno...è la tradizione e voi siete partner della stessa coppia' Tony lo canzonò, ma il fortunato non se ne curò...stava baciando la Carter con inconsueto ardore!

Utilizzata la stanza riservata per lo scopo reale di un cambio di indumenti veloce, i neo sposini impiegarono una decina di minuti per il commiato al parentame e la distribuzione delle bomboniere particolarissime che avevano scelto; a forma di pistola con proiettili dorati come confetti.

Thor sollevò le loro valigie fino alla piazzola esterna al piano terra del ristorante, con facilità, come fossero riempite di piume, e le collocò nel portabagagli dell'auto con cui proprio Steve li avrebbe scortati all'Aeroporto.

'Sorpresa!' gridò Natasha, saltellando attorno alla Ford Crown Victoria Police Interceptor ovvero la versione fornita dalla Ford per il mercato delle autopattuglie statunitensi.

Con la complicità del Capo Fury - che aveva dovuto rinunciare a partecipare alle nozze, a causa di un precedente impegno - gli Avengers si erano procurati una delle vetture della Polizia di New York e l'avevano allestita, sostituendo alla targa posteriore una lavagnetta di ardesia con la cornice di legno, su cui era scritto 'Just married' e agganciando al paraurti sottostante venti barattoli di latta legati con uno spago colorato; ogni lattina era ricoperta di carta con stampata una lettera. Insieme, una accanto all'altra, componevano le parole Clint e Rafflesia sposi.

'Che meraviglia' la Tyler si esaltò, per la macchina, bianca e con la scritta azzurra su entrambi gli sportelli 'NYPD'.

'Falco, amico, sarà l'unica volta nella tua vita che girerai con un'auto di servizio, seduto dietro, come i malviventi' scherzò Stark: era la parte della vettura destinata alle persone in stato di arresto, che, di solito, rimaneva separata da una grata o da un vetro dal sedile anteriore, rinforzata e con gli sportelli a prova di evasione.

'Mi ci asserraglierò con mia moglie' lo incalzò, molto divertito, baciandola in maniera calorosa.

Iron Man scosse la testa, verso Rogers, benedicendo il collega, che si era offerto di fare da autista ai coniugi Barton, aprendo lo sportello sinistro, galantemente, per la bruna 'Buon viaggio'.

Al paziente Steve toccò un percorso zeppo di traffico e di rumorosi baci scoccati fra i suoi amici; vagheggiava, evitando il più possibile di guardare lo specchietto retrovisore, concentrato sulla guida. Vista la performance a cui aveva assistito, origliando involontariamente in precedenza, si era preparato.

Capì, tuttavia, che non lo sarebbe stato mai abbastanza, quando c'erano di mezzo loro due...a metà tragitto, si rese conto che la temperatura era salita nell'abitacolo, e non per il condizionatore...Clint e la moglie erano scivolati sul sedile, avvinghiati come l'edera ed amoreggiavano, come se non ci fosse un domani.

Dette un colpo di tosse 'Falco...per favoreeeeee!'.

Il cecchino ridacchiò 'Perdono, Capitano...' si dette una sistematina alla camicia, con la bruna che gli toglieva il rossetto dalla bocca e dalle guance.

Rogers accelerò a tavoletta, e in men che non si dica, li mollò, previo un saluto al fulmicotone, alle partenze internazionali dell'Aeroporto JFK, da cui si sarebbero imbarcati per una luna di miele di un paio di settimane nel Mar dei Caraibi.

Avevano optato per la più piccolina delle Isole Antille, per una questione di privacy...le Isole Sopravento, le chiamavano, e capirono il motivo nel momento in cui presero, a seguito dello scalo a Miami, un bimotore per raggiungere l'unica città limitrofa al bungalow prenotato.

L'aereo ballava, a causa delle raffiche di vento, ondeggiando pericolosamente.

Il Falco, terrorizzato e con lo stomaco in subbuglio per le schifezze ingurgitate sul volo di linea, rimise pure l'anima, con la moretta che gli reggeva la fronte con una mano e la bustina di carta della compagnia aerea in cui vomito con l'altra.

'Scusa...che inizio di viaggio di nozze!' Barton non faceva che giustificarsi, pallido come un lenzuolo.

Lei gli carezzò la guancia; era sudato, freddo e stanco 'Dai, non è nulla, succede; lo abbiamo anche giurato qualche ora fa, in salute e in malattia recitano le promesse'.

Piedi al suolo, superato il problema del mal d'aria, fecero l'amara scoperta che segnò l'intero soggiorno; non era la stagione di tempeste e uragani, tuttavia, per strane contingenze climatiche, sull'isola imperversava la più violenta ondata di maltempo degli ultimi cent'anni. Un ennesimo diluvio universale. Erano giunti al Resort zuppi come canarini, dalla punta dei capelli a quella delle scarpe, nonostante l'utilizzo di un auto a noleggio, e si erano dovuti cambiare e fare una doccia calda per ritemprarsi.

Avevano opzionato un cottage tipico, contornato da una fitta e lussureggiante vegetazione, di fronte all'Oceano sconfinato, con una stanza matrimoniale predisposta per una coppia in luna di miele; petali e fiorellini colorati erano sparsi sul talamo, insieme ad asciugamani piegati a forma di coppia di cigni che si baciavano e di cuori. Candele profumate di ambra già accese sui comodini e sopra la cassettiera, un cesto di frutta esotica sul tavolo del piccolo soggiorno e una brocca piena di un cocktail all'arancia colmo di pezzettini di ananas completavano l'atmosfera estremamente sentimentale.

'La solita sfiga!' si lamentava Clint, affacciato alla finestra del bungalow, in accappatoio, osservando fuori una pioggia a dirotto e bevendo, invece, una tisana bollente che aveva preparato con l'occorrente per la piccola colazione 'stavolta avevo organizzato ogni dettaglio, come piace a te; avevo scovato i posticini romantici per le escursioni, i locali per la cena. Ho imparato a memoria la guida turistica...che faremo, per quindici giorni?'.

'Uhm' la Tyler, stesa sul letto, appena terminata l'abluzione, richiamò la sua attenzione con un versetto.

Lui la rimirò, nuda, sopra le lenzuola, contornata dai petali, che lo aspettava 'Durante la nostra prima volta c'era uno tsunami, è il destino, secondo me...faremo l'amore, Clinton Francis Barton, per le prossime due settimane...sempre se ti va!' rise, languida, con uno sguardo eloquente che preannunciava attimi davvero infuocati.

'Ci puoi scommettere il tuo carillon, che lo faremo!' ribatté, saltando sul talamo, fissata la scatolina lignea sul comodino che lei aveva aperto e la cui melodia riempiva la stanza.

'Ho smesso la pillola per l'intervallo abituale; ti sei ricordato di comprare i profilattici?' gli domandò, intanto che le si era appiccicato addosso.

'Ehm, no, non ancora. Andrò poi in farmacia, te lo prometto...dai, facciamolo senza, per una volta che succederà!?' Clint si era attaccato con la bocca a un suo capezzolino, coinvolto dalla situazione, e Rafflesia abdicò 'Va bene...'. C'era una probabilità infinitesimale di rimanere incinta, non se ne preoccupò, presa dal suo imbranato 'Sembra che il matrimonio sia la tomba dell'amore...sfateremo questo mito'.

Il meteo era stato davvero inclemente, e avevano passato le giornate a letto, a coccolarsi di continuo, a chiacchierare, ridere e fare l'amore, senza uscire dalla stanza, gustando i pasti in camera e godendo unicamente della reciproca compagnia.

A New York erano stressati dal lavoro e dalla routine, lì la calma dell'inaspettato ritmo vacanziero li aveva conquistati e permesso di trascorrere una luna di miele eccezionale. Così la vedevano, la ricordavano, e l'avevano descritta agli Avengers, curiosi dei particolari della vacanza.

I tre mesi successivi erano stati un'appendice del viaggio di nozze, e Tony ringraziava il Signore ogni minuto che vedeva la coppia insieme; tubavano come dolci piccioncini e non avevano più litigato. Mai!

Continuavano la vita matrimoniale e professionale con la massima serenità. Clint era stato fuori città coi colleghi per un paio di missioni, Rafflesia impegnata sul campo, nelle sue attività di agente di pattuglia.

Si ritrovarono insieme in un'unica occasione lavorativa...purtroppo!

***

N.d.A.

Finalmente Rafflesia e Clint coronano il loro sogno d'amore: si sposano, fra un insieme di episodi seri e spero divertenti, imprevisti più o meno casuali e mosse più romantiche come la serenata di Lady Gaga in persona e le dolci promesse scambiate, sempre in compagnia degli inseparabili amici che li accompagnano, tenendoli per mano, con leggera insofferenza.

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