Parte 4 'Always remember us this way'

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A New York si era verificato un nuovo caso di un ragazzo afroamericano, ammazzato da un agente di fresca nomina, che il Capo Fury aveva definito "un tragico incidente".

Un poliziotto di origini asiatiche aveva sparato, con la propria pistola, contro un giovane nero, disarmato, padre di un figlio di tre anni, la cui unica colpa era stata quella di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

Due sbirri stavano effettuando una perlustrazione 'verticale' di uno stabile a Brooklyn, scendendo per le scale piano dopo piano a partire dall'ottavo, quando la vittima era sbucata all'altezza del settimo. A quel punto, l'agente più giovane e inesperto aveva aperto il fuoco, scaricando l'arma nel torace dell'uomo pacifico che era andato a trovare la fidanzata, residente nell'edificio.

Passati due giorni, nel corso del Columbus Day - organizzato nel secondo lunedì di ottobre, intorno alla data in cui Cristoforo Colombo aveva messo piede in America per la prima volta - si sarebbe svolta una grande parata che avrebbe coinvolto circa trentacinquemila persone e richiamato più di un milione di spettatori.

Fra i partecipanti, gruppi, bande, carri e marines; in prima fila la Polizia di New York, con gli esponenti più di spicco per grado e incarico, in alta uniforme, unitamente ad un gruppo di una cinquantina di agenti, estratti a sorte.

Gli Avengers, rispettati e ammirati, sfilavano tutti gli anni, insieme al Capo Fury e al Tenente Coulson.

Durante una riunione, a cui era stata invitata pure la Tyler, il Comandante aveva chiesto, ottenendola in un secondo, la disponibilità sua e di alcuni altri poliziotti, particolarmente brillanti, per il proprio servizio di scorta, poiché si temevano ritorsioni e vendette da parte della comunità nera.

Rafflesia, coi colleghi, avrebbe presidiato il gruppo di papaveri, Vendicatori compresi, camminando al loro fianco, armata secondo prassi, nell'intero percorso, che partiva sulla Fifth Avenue e la 44th Street, fino a dirigersi a nord, verso la 72nd Street.

'E' troppo pericoloso, non avrebbe dovuto acconsentire, a Fury non nega nulla!' Clint si lamentava con gli amici, preoccupato per l'incarico affidato a sua moglie, pulendo le proprie pistole, nello spazio assegnato alla squadra all'interno del Distretto, che si componeva di una stanza adibita a deposito delle innumerevoli armi ed equipaggiamenti che avevano a disposizione, tute comprese, e di una saletta zeppa di apparecchi tecnologici, la passione di Stark e Banner, limitrofe alla nota area relax.

'E' lavoro, non poteva defilarsi!' lo rimbrottò Vedova Nera 'E' un ragionamento un tantino maschilista'.

'Sono il marito e non mi ha consultato, non conto niente, fa sempre di testa sua'.

'Non ti ho mai visto prendere il cellulare e chiamarla per avere il suo permesso a venire in missione. Sei troppo protettivo, e non è positivo per un legame tanto forte; sono un esperto in materia, credimi' Bruce lo fece notare, riferendosi al proprio fidanzamento con la Romanoff.

'E' in gamba, se la caverà! E noi saremo lì, a due metri' Steve tentava di placarlo, sbuffando verso Tony, che aveva alzato gli occhi al cielo. Ti pareva che non ricominciassero dissapori? La pacchia era finita.

'Quando sposi una donna, giuri di proteggerla, davanti al mondo. Non di mandarla al massacro, al posto tuo...perché devi sfilare con un pennacchio in testa' Barton sproloquiava. Il Capo avrebbe potuto chiedere a loro sei di fargli da guardie del corpo, avrebbero dato troppo nell'occhio: quindi, meglio giovani agnellini da sacrificare!

'Indossiamo un berretto blu, molto formale, non un ciuffo di piume. E andiamo perché ci considerano eroi, ci stimano' Thor amava la manifestazione e il collega era esagerato, come sempre, quando c'era di mezzo la sua dolce metà.

'Le vostre sono teorie, la realtà è ben diversa, c'è uno stato di allerta elevato' il Falco non si era affatto quietato, ma messo in minoranza, si era almeno zittito, fino al momento in cui si ritrovò con la moglie.

La sera, a cena - mentre mangiavano hamburger e patatine fritte, allungati sul divano del soggiorno - si era confrontato con la moretta, sperando di farle cambiare idea 'Rinuncia, cedi il posto, dì che hai la febbre...in effetti hai una pessima cera, sei pallida'.

Lei rise a crepapelle 'Sono in forma smagliante e tu sei un super maleducato. Amore, non posso farlo e non voglio, ho dato la mia parola a Fury e non desidero tirarmi indietro. Sarà una passeggiata. Anzi, sai che ti dico? Terminata la parata, ti farò una grande sorpresa, tieniti libero, ti porterò fuori a festeggiare, noi due'.

'Cosa?' chiese curioso, Rafflesia sembrava al settimo cielo.

'Il Columbus Day! Che altro?' sorrise, dandogli un bacino al gusto di patatine fritte, che gli ricordò tanto il loro stupendo primo bacio.

***

Rafflesia si era preparata alla parata nello spogliatoio femminile, con Natasha 'L'alta uniforme della Polizia che portate voi Avengers è meravigliosa! Un sogno!'.

'La indosserai pure tu e molto presto. Sei brava e sveglia!' la russa ne era certa.

'Può darsi, ma da quando sono sposata, vedo il mio futuro in maniera molto diversa. La priorità è Clint, la nostra famiglia!' sospirò, con un dolce sorriso, a mezza bocca.

'Siete teneri insieme, e non l'ho mai visto tanto felice. È il mio amico più caro, da quando sono qui negli Stati Uniti e prima...non ne avevo granché' la guardò confusa, vedendola indossare la divisa senza giubbotto anti proiettile 'scusa, non ti manca qualcosa?'.

Mettendo nella fondina la pistola d'ordinanza e alla caviglia quella per uso personale, la Tyler prese fiato 'Coulson è stato chiaro; l'opinione pubblica deve convincersi che la Polizia di New York non ha paura che una scheggia impazzita reagisca ad un incidente fortuito; i nostri superiori - Fury in testa - sostengono la linea della casualità...è per questo che il Capo ha chiesto a me e a pochi altri fidati di fargli da scorta. Per il coraggio, e perché avremmo acconsentito, senza porre domande'.

Romanoff la incalzò 'Tu però te le sei fatte e ti sei data delle risposte. Sbaglio?'.

'No, Vedova. Dalla dinamica dei fatti, il collega ha agito con leggerezza, preso dal panico, probabilmente proprio perché era a Harlem e certo non nell'Upper East Side. Posto che nelle situazioni bisogna trovarcisi, è poco giustificabile' riassunse la propria opinione.

'Sono d'accordo con te. Il Falco non sa che vai senza protezione, non te lo avrebbe permesso...' scosse la testa, immaginando la sua reazione rabbiosa.

'Era tanto agitato ed ha montato una tragedia greca. Lo vedrà coi suoi occhi al momento e mi terrà il muso per mezz'ora, a casa, prima che lo porti a letto...gli passerà tutto!' ridacchiò, facendo una battutina, non riuscendo a celare il proprio nervosismo.

Non era stato un muso lungo fino ai piedi...Barton era fuori dai gangheri. 'Cazzo! Non indossa il giubbotto!'. Nero come la pece, fissava sua moglie che iniziava camminare di lato al Capo Fury ed al Tenente Coulson, al punto del percorso in cui cominciava la parata.

Rafflesia era schierata al lato sinistro della strada con tre colleghi, altri quattro al lato destro. Nel mezzo, passeggiavano i dirigenti della Polizia e alle spalle di questi ultimi proprio gli Avengers.

'Non farti prendere dall'angoscia per una paura immotivata. I giornali hanno gonfiato la faccenda, sono chiacchiere per riempire le colonne della pagina della cronaca' Stark intervenne, per placare il tiratore.

Steve lo appoggiò 'Marciamo per il settimo anno di seguito ed è un onore. Concentriamoci su quello, ed il tempo volerà'.

Per Barton, diversamente, il tempo si fermò. Si bloccò, improvvisamente, insieme al suo cuore.

Quasi verso la fine della manifestazione, pensando, accidentalmente, alla serata che sua moglie aveva organizzato per lui e su cui non si era sbottonata, si era distratto, perdendola di vista. La sua attenzione fu richiamata dalla voce della moretta che lo avvisava, un grido strozzato 'Falco...a destra!'.

Da una stradina laterale, non presidiata, erano sbucati tre ceffi di colore, con capellini da baseball, collane d'oro massiccio e pance enormi da bevitori di birra, armati con mitragliatori di provenienza russa, in gergo artiglieria pesante.

Rafflesia aveva notato il primo, immediatamente, nell'istante in cui si era piazzato di fronte al Capo Fury ed al Tenente Coulson. Tempo di reazione negativo, aveva impugnato la propria pistola d'ordinanza, mettendosi nel mezzo fra gli sparatori ed i suoi superiori, urlando a suo marito, per avvisarlo, ritenendolo l'unico in grado di aiutarla in quel frangente, nella sua testa...era il miglior tiratore scelto del mondo!

Clint aveva visto le immagini degli attimi successivi al rallentatore e nella memoria gli si erano impresse, ineluttabilmente.

La Tyler, perso il cappello, aveva sparato al ragazzo in posizione centrale di fronte a sé, quasi nello stesso momento in cui una delle pallottole del mitragliatore del suo dirimpettaio l'aveva colpita alla spalla destra...l'aveva presa in pieno e sbalzata indietro di alcuni passi - con schizzi di sangue spaventosi che erano fuoriusciti dalla ferita - e le aveva fatto perdere la presa sulla propria arma, caduta a terra.

Lei non si era distratta ed aveva recuperato la piccola pistola legata alla caviglia, scaricando il caricatore contro il delinquente alla sua sinistra, tenendo il revolver con le due mani unite, per mirare al meglio, con il sangue che colava ovunque, dalla scapola al polso.

Il Falco, non appena udita la voce di Rafflesia, come ipnotizzato, aveva agito e, memore della sua indicazione, aveva fatto fuori il ragazzo alla loro destra, che aveva più a tiro, volando da sua moglie, fra le grida della folla, intanto che gli agenti portavano via i loro capi e gli uomini della sicurezza tentavano di disperdere la fiumana di gente, senza ulteriori danni collaterali.

Centrato mirabilmente anche il suo secondo avversario, infatti, la Tyler si era accasciata sull'asfalto, esanime, con Barton che, in ginocchio, aveva paura di toccarla e peggiorare la situazione.

'Amore...oddio' lui quasi non parlava, in preda ad un terrore esistenziale. L'aveva conosciuta da un anno e sposata da tre mesi...possibile che il destino già volesse sottrargliela?

'C'è l'ambulanza...lasciamo lavorare i paramedici' Steve spostò il collega dal corpo della moglie, con la gentilezza che poté metterci.

Thor, pallido e stranito, come custodisse il segreto della morte di Kennedy, suggerì 'Facciamola portare al Policlinico, dove lavora Jane! Meglio avere un contatto e lì sono molto bravi'.

'Ottima idea...' Tony e Bruce parlarono coi barellieri, per concordare il trasporto.

'Sono il marito' balbettò il Falco, mentre la salivano sull'autoambulanza 'posso accompagnarla?'.

'Sì, purché stia in silenzio e non disturbi' si convinsero e gli indicarono una seduta ribaltabile laterale e si mise lì, osservando ogni mossa dei soccorritori e cercando di carpirne fino all'ultima sillaba.

I paramedici avevano tagliato l'uniforme blu femminile, con le forbici, per sincerarsi del danno della pallottola e Rafflesia era rimasta con la biancheria di cotone candido che usava sotto la divisa.

Il reggiseno sportivo bianco era inzuppato di sangue e il barelliere la liberò, per collocare sul suo petto le ventose del monitor cardiaco.

Clint la fissò, non riuscendo a staccare gli occhi dai sui seni, su cui era morto ogni notte, da quando erano insieme...e adesso stava morendo lei...e si sentiva impotente, una nullità.

Poggiò la testa fra le mani, alla vista del foro del colpo che l'aveva trafitta e del tentativo di primo intervento che compivano i soccorritori, per arrestare l'emorragia, con scarsi risultati.

'La pallottola è ancora dentro...dovrà essere operata d'urgenza...i segni vitali sono instabili e ha perso molto sangue. Avverti in Chirurgia' la diagnosi evidente dell'uno rimbalzò nell'abitacolo, per essere trasmessa in Ospedale, dall'altro al volante, tramite la radiotrasmittente.

All'arrivo al Policlinico - a seguito di un tragitto durato una decina di minuti e che al Falco era parso eterno, con gli Avengers che avevano fatto strada all'ambulanza con due auto bianche e azzurre recuperate dai colleghi sul luogo della sparatoria, aprendo un varco nel traffico, a sirene spiegate - trovarono ad attenderli l'equipe che avrebbe effettuato l'operazione oltre che la dottoressa Foster, tesa e preoccupata.

Un medico di mezz'età, date indicazioni affinché Rafflesia fosse portata direttamente in sala operatoria, comunicò al Falco la metodica dell'intervento e gli pose una serie di domande di routine sulla paziente. Eventuali allergie, interventi precedenti. Rispose per quel poco che sapeva o ricordava nella concitazione...quasi zero!

'Se posso...la vittima è una mia carissima amica...ecco...è incinta di tre mesi' Jane, ferma ed in imbarazzo, lo sparò nel silenzio del corridoio a fianco dell'astanteria.

Clint sbiancò e fece un passo indietro, interdetto...stordito, come gli avessero dato un pugno nello stomaco.

'Sì, Clint, è vero, lo ha scoperto pochi giorni fa e stasera aveva organizzato una cena nel locale dove vi siete dichiarati per dirtelo... era così contenta...' la Foster scoppiò in lacrime, con Thor che le si accostò. Lo sapeva pure lui, e prima del diretto interessato...una disdetta.

'Questo complica parecchio le cose. La signora sta piuttosto male e non sono certo possa portare a termine la gravidanza così conciata. Mi pare più importante tentare di salvare lei...' il dottore spiegò 'vi aggiornerò appena potrò, ma vi avverto che sarà un intervento lungo e complesso'.

Barton annuì, con la testa che gli calò fra le spalle, gravata da più di un peso.

'Spostiamoci in sala d'attesa' suggerì la Romanoff, brandendolo per un braccio, aiutata da Bruce dall'altro lato. Finalmente, aveva compreso gli strani discorsi dell'amica nello spogliatoio, sulla propria famiglia...futura famiglia, forse.

Appena seduti, preso dallo sconforto, il Falco fissò il vuoto nella parete grigia di fronte a sé, un vuoto mentale nella testa.

'Se mi avesse detto del bambino, non l'avrei mai fatta partecipare alla parata...' mormorò...e poi ci ragionò 'per questo non me lo ha confidato'.

'Peggy afferma il contrario, che avesse mantenuto il segreto per farti una sorpresa...' Rogers voleva consolarlo.

'Quindi lo sapevate tutti tranne me' mormorò. Si sentiva un vero idiota.

'Già...eh, eh...avete concepito vostro figlio in viaggio di nozze. Sembra che tu ti sia, ehm, rifiutato di prendere precauzioni sul momento' il Capitano scherzò, per stemperare la tensione che percepiva.

'È vero...il solito imbranato...non ho mai pensato di diventare padre...' aveva gli occhi lucidi, ricordando l'episodio 'ora è la cosa che desidero più al mondo, oltre a sapere che Rafflesia...ce la farà, insomma' non terminò ed abbracciò Nat, che lo strinse 'Clint...staranno bene, entrambi' la russa lo rassicurò.

'Devi chiamare qualcuno? Avvisare i tuoi suoceri?' lo interpellò Tony.

'Sì...' gli parve un'impresa improba, telefonare ai Tyler per informarli che la loro unica figlia era sotto i ferri, per una pallottola...e in dolce attesa. Si fece coraggio e, alzandosi verso la finestra, compose il numero di Henry sul cellulare: magari fra uomini si sarebbero compresi con più facilità.

Aveva dovuto ripetere l'accaduto tre volte, prima che suo suocero afferrasse il concetto. Quando aveva realizzato, in preda al terrore, lo aveva avvisato che lui e sua moglie lo avrebbero raggiunto prima possibile, con un elicottero privato, che, grazie alla segnalazione del Capo Fury, era potuto atterrare direttamente nello spazio del Policlinico destinato alle eliambulanze.

'Come diavolo hai potuto permetterlo? Clint? Era pure incinta!' Anna Tyler, in tailleur nero di Valentino, lo aggredì, senza neanche salutarlo, due ore più tardi, entrando in sala d'attesa come una furia, con i tacchi che ticchettavano nervosamente sul linoleum.

'Lo è ancora, cara, stai calma! Ci ha detto che non lo sapeva' Henry difese suo genero 'non è il momento di litigare. Forse dovremmo pregare, piuttosto...è possibile, qui?' domandò, con gli occhi lucidi.

Steve gentilmente lo scortò alla cappella dell'Ospedale - poiché Barton non aveva la minima intenzione di muoversi - e rimase con lui seduto davanti l'altare...una preghierina in più male non avrebbe fatto.

'Chi firma per gli effetti personali della signora Barton?' un'infermiera di mezza età si era avvicinata al Falco, con una bustina trasparente e dei moduli da compilare.

'Ci penso io' si offrì Anna, siglando il foglio della relativa pratica amministrativa. Aprì il contenitore, passando in rassegna gli oggetti al suo interno e si intenerì. La fede e l'anello di fidanzamento, un fermaglio morbido per i capelli, un piccolo portadocumenti col distintivo, in cui spiccava una foto di sua figlia abbracciata al marito ed un pacchettino. 'Per Clint' era scritto a penna, direttamente sulla carta da regalo, con la grafia di Rafflesia.

'È per te! Forse è importante!' glielo passò e lui lo scartò, agitato. Si ritrovò fra le mani un ciuccio da neonato azzurro. Fu talmente tanta l'emozione che gli sfuggì, cadendo a terra. Lo riprese in fretta e lo strinse nel pugno sinistro 'Sì...è importante...' iniziò a singhiozzare, e pianse tutte le sue lacrime, insieme a sua suocera che, per una volta, persa la sua aria contrita e imperturbabile, lo circondò con un braccio, estremamente in ansia.

***

Li avevano fatti chiamare, comunicandogli di recarsi al quarto piano della struttura, dedicato alle degenze e si erano precipitati, tutti, Avengers compresi.

'Sono lieto di informarvi che l'intervento è riuscito e che anche il bambino sta bene. È un vero miracolo ma la paziente ha una tempra robusta, ce la farà' il dottore, in corridoio, li aveva ragguagliati, non appena terminata l'operazione 'è sveglia, già in camera e fra qualche minuto potrete vederla...uno soltanto di voi...decidete chi...'.

'Grazie a Dio!' Anna mise una mano sulla fronte, appoggiandosi a suo marito, che si asciugava gli occhi con un fazzoletto di stoffa recuperato dal taschino interno della giacca pied de poule.

Rogers emise un sospiro di sollievo, che valse per il gruppo di amici.

'Se vuoi andare tu...' Clint, per mera educazione, fece un cenno del capo a sua suocera, che, tuttavia, non si mosse minimamente.

'Salutacela' Henry aprì la porta della stanza di Rafflesia, facendo accomodare il Falco che si catapultò dentro. Il padre la conosceva perfettamente e sapeva che se non avessero fatto entrare Barton per primo li avrebbe ripudiati, come minimo. L'importante era che la vita di sua figlia non fosse a rischio, e per di più, la notizia del proseguo della gravidanza lo riempiva di gioia, per sé e soprattutto per i neo sposi.

Il cecchino si era quasi gettato all'interno, poi si era bloccato; il corpo della Tyler era agganciato a fili connessi a un paio di monitor, aveva una flebo inserita al braccio illeso. Con indosso la veste ospedaliera, era molto pallida, non proprio un belvedere.

'Amore...' commosso si era seduto sulla seggiola accanto al letto e le aveva preso la mano, dandole un bacino sulla pancia 'ho creduto di perderti...di perdervi'.

Sua moglie aveva abbozzato un bel sorriso. 'Avevo prenotato al River Café...uffa! Hai trovato il mio regalo per te? Lo tenevo nascosto nella tasca dell'uniforme, sperando che non lo vedessi!'.

'Eccolo' mosse il ciuccio celeste che non aveva mai smesso di stringere nella mano sinistra 'è il più bel dono potessi farmi'. Non sapeva che dirle, era in preda ad un turbamento fortissimo, dilaniante.

'Jane mi ha consigliato un test particolare e non invasivo...dovrebbe essere un maschietto. Un altro Clint, amore, un falchetto! Nemmeno avevamo mai affrontato l'argomento figli...' lo carezzò sul viso e iniziò a piangere, stringendosi a lui che si era abbassato per cingerla con delicatezza, alla luce della vistosa fasciatura che spiccava sulla spalla destra. Addosso l'adrenalina della giornata, il dolore per la pallottola ed il post operatorio, Rafflesia si era abbandonata fra le braccia dell'unica medicina di cui aveva bisogno.

'Ci sono i tuoi genitori fuori, scalpitano per vederti, si sono precipitati' la avvertì Clint.

'Ero con un piede in paradiso sul serio, allora' fece una battuta simpatica.

'Non scherzare, Rafflesia. Erano preoccupati quasi quanto me...Quasi...' si rabbuiò.

'Dovrai farli entrare...dopo...' lo incalzò, con un pizzico di malizia.

'Dopo cosa?' domandò lui, curioso.

'Dopo che mi avrai baciata, agente Barton!' gli rispose, alzando il viso verso di lui.

***

'Buonasera' in un abito svolazzante azzurro prémaman, la Tyler entrò a casa di Tony, sottobraccio a suo marito.

Stark era stato tanto gentile da organizzare una cena nel palazzo di sua proprietà con gli Avengers al completo e relative compagne, affinché Rafflesia si stancasse il meno possibile e fosse lontana dalla confusione di un locale affollato.

'Sei in splendida forma' si complimentò Natasha, dandole un bacino.

'Vero, glielo dico sempre!' Clint sottolineò.

Erano trascorsi circa tre mesi dalla sparatoria in cui la moretta era stata coinvolta ed il peggio pareva passato.

Nei giorni successivi all'intervento, la sua attenzione era stata contesa fra il Falco ed i suoi genitori, che erano incredibilmente rimasti al suo capezzale, nonostante i numerosi e importanti impegni lavorativi.

Lei aveva cercato di spiegare che l'assistenza che riceveva in Ospedale fosse sufficiente, per riuscire a farli tornare a Boston, ma Anna ed Henry avevano insistito, piazzandosi insieme a Clint nella camera assegnatale, finché non era stata dimessa ed avevano preso un benedetto volo per il New England, promettendo ai coniugi Barton che non sarebbero mancati per il lieto evento.

Seduti vicini, sul divano dell'enorme salone della Stark Tower, mano nella mano, questi ultimi rispondevano, divertiti, alle domande degli amici sulla gravidanza e la vita matrimoniale.

'Non faccio nulla di particolare, tranne esami del sangue ed ecografie. Mi sono impigrita a stare a casa, giuro, una noia incredibile...' la moretta si lamentava.

'Avevi ben poche alternative, tra il periodo di convalescenza che ti spettava a seguito dell'operazione e la sospensione obbligatoria dal servizio per la ehm...panza' Tony fece una carezza al pancione 'mica potevi correre la maratona di New York!' sparò la solita battuta e poi aggrottò le sopracciglia, sussultando 'il bambino si è mosso...'.

'Sì, ora sta scalciando' ridacchiò Rafflesia, prendendogli la destra e posizionandola, di nuovo, sul proprio ventre fecondo.

'È incredibile! Bellissimo!' Stark, al settimo cielo, percependo un altro urto, andò al mobile bar a prendere una bottiglia di champagne, per proporre un brindisi, versando il vino nei calici e distribuendoli agli amici.

'Amore, qualcosa fai...frequenti con me il corso preparto! È divertente!' il Falco si era piazzato a terra, sul pavimento della palestra dove si svolgeva il training per futuri genitori, e prendeva una miriade di appunti, sperando gli fossero utili nel momento del travaglio. Era il primo della classe!

'È pieno di coppie rincretinite, parlano solo di pappe e pannolini. E i nostri figli ancora devono venire al mondo' precisò la Tyler.

'Sono simpatici, invece!' ribatté Clint.

'Comunque non ti esaltare, probabilmente non sarà un parto naturale e quindi non potrai assistere. Il bimbo è in posizione trasversa podalica e, in tal caso, è indicato il taglio cesareo...in sala operatoria i padri sono out' Rafflesia spiegò.

Jane annuì 'È meglio, c'è meno sofferenza per il nascituro e per la puerpera. E tu, cara mia, nell'ultimo periodo, hai già fatto la parte dell'eroina!' la prese in giro, erano tanto in confidenza da poterselo permettere.

'La tua vicenda è finita su tutti i giornali, pure se il tuo nome non è stato fatto, con un'ottima pubblicità per la Polizia di New York; alla luce della storia del razzismo, Fury era esaltato, gli hai risolto i problemi con un colpo da maestra, quello che hai preso nella spalla' fece notare Steve, abbracciato a Peggy, sul divano accanto.

'Lo credo, hai salvato la pellaccia a lui e al Tenente Coulson. Dovevano darti un assegno in bianco...' aggiunse Bruce.

'Ho avuto i miei riconoscimenti. Una medaglietta dorata e una promozione, lo sapete' la diretta interessata sminuì il proprio operato, sotto lo sguardo di rimprovero di Barton, che non se la tenne nemmeno in quella circostanza 'Spiegami perché, sapendo di aspettare il nostro bambino e di essere senza giubbotto antiproiettile, ti sei esposta tanto...non ci dormo la notte, per la tua immensa stupidità!'.

Era davvero così; da quando aveva realizzato che sua moglie possedesse innate doti di estremo coraggio, il suo sentire oscillava continuamente tra l'orgoglio e la disperazione, la medesima che aveva vissuto nella sala d'aspetto del Policlinico, non sapendo se sarebbe sopravvissuta.

Rafflesia poggiò il capo sulla sua scapola, dolcemente 'È andata bene...non pensiamoci più...lo sai, l'ho fatto d'istinto. Sono addestrata, ho i riflessi pronti, sono la moglie del miglior tiratore scelto del mondo...'.

Il cecchino sospirò...aveva dovuto ammettere con se stesso - alla luce della dinamica della sparatoria che aveva ripercorso nella testa decine di volte - che la Tyler avesse agito nell'identico modo in cui si sarebbe comportato lui, di fronte ad un analogo pericolo. Era dotata e cuor di leone, impavida. E loro due simili. Forse si erano riconosciuti fra migliaia di altri partner, anche per questa comunanza.

La sbaciucchiò sulla fronte, sotto lo sguardo truce di Tony, che sbottò 'Il Falco è melenso, da quando ha saputo che diventerà papà, più insopportabile del solito!'.

Le preoccupazioni di Stark sui litigi della coppia, che implicavano il coinvolgimento dell'intero gruppo degli Avengers, si erano affievolite; era subentrata l'ansia da sopportazione della sdolcinatezza di Barton, che parlava in continuazione della moglie e del piccolo che recava in grembo.

Con Rogers avevano trovato la soluzione al loro problema, o così ritenevano: tappi per le orecchie, trasparenti, microscopici e quindi invisibili. Li avevano indossati, col parere contrario degli altri tre colleghi, soprattutto di Banner.

Per la prima settimana, avevano goduto unicamente dei benefici, annuendo, ogni volta che Clint apriva bocca, con uno stupito sorriso stampato in faccia. Era stato successivamente che la barriera acustica che indossavano per isolarsi dal logorroico Falco aveva fatto cilecca...meglio, aveva funzionato tanto bene che Steve e Tony non avevano sentito il cercapersone che suonava per avvisarli di un'operazione piuttosto importante e, soltanto sollecitati proprio da Barton si erano attivati per mettersi in moto.

Morale; avevano gettato i tappi nel cestino del bagno dello spogliatoio, al termine della doccia, al ritorno dalla missione, lo stesso pomeriggio, affranti.

'È tanto tenero!' Rafflesia alzò il volto per farsi baciare e Clint appiccicò le labbra alle sue, succhiandole, senza la minima vergogna degli sguardi altrui.

'Tyler! Vedi come fa?' Stark scolò d'un fiato lo champagne dal suo bicchiere, scoccando uno sguardo complice a Pepper, che subito invitò i loro ospiti a mettersi a tavola 'Ci accomodiamo nel soggiorno di rappresentanza?' propose, alzandosi ed indicando la tavolata elegante che aveva fatto predisporre dalla collaboratrice domestica.

'Tuo marito è di buon umore sempre e per lui è un evento' sottolineò Thor, spostando, educato, la seggiola per far accomodare Jane, rivolgendosi alla mora.

'Mette fieno in cascina per le notti in bianco che dovremo affrontare!' la donna fece un sorrisetto, che solo Barton interpretò, cogliendone lo spirito.

L'uomo più imbranato della storia si era rivelato un marito premuroso e presente; su questo vagò la mente di Rafflesia, perdendosi nei ricordi, mentre i commensali chiacchieravano.

Il Falco trascorreva con lei ogni minuto libero. Correva a casa come un folle, precipitandosi dal lavoro, senza dimenticare di fare prima la spesa, perché non voleva che portasse pesi o si stancasse. Sceglieva accuratamente gli alimenti che poteva mangiare e cucinava per evitare di ordinare robaccia al take away. 'Sei diventato un asso ai fornelli' la mora lo scherniva; i piatti preparati erano molto semplici, come la sera precedente, petto di pollo alla piastra e purè di patate, ma suo marito era talmente affettuoso che, per lei, acquistavano un sapore unico.

L'aveva persino coinvolta e si dilettavano a sperimentare le ricette di Edith, in prospettiva della presenza di un'altra bocca da sfamare, a cui certo non avrebbero potuto propinare i pasti a domicilio.

'Non è nulla di speciale...tu sola sei speciale...siete speciali' servendola, e mangiandole di fronte al tavolo rotondo del soggiorno, apparecchiato con le tovagliette all'americana blu ed il servizio di pregio di Ginori, che gli avevano regalato i suoceri, fissava il pancione, inebetito.

La Tyler tese la mano per unirla a quella del suo uomo 'La nostra vita cambierà, radicalmente...sei preparato? Ora sembra tutto rose e fiori, più avanti sarà complicato. Lavoriamo entrambi, a tempo pieno, e la nostra professione è impegnativa. Già immagino il piccolo, a scuola, quando la maestra gli chiederà "che lavoro fanno i tuoi genitori" e lui risponderà "Poliziotti! Mamma va di pattuglia e papà è tiratore scelto"' rise, ma il tono era serio 'lo accompagnerò con la divisa e ci squadreranno in modo strano...'.

'Sarai magnifica e gli altri genitori ti guarderanno...mi toccherà venire a sparare ai miei rivali che ti corteggeranno pure in quella circostanza' minimizzò.

'Falco, non hai rivali' bisbigliò Rafflesia.

Lui si pavoneggiò, non dandolo a vedere 'Ci organizzeremo; le nostre famiglie abitano lontano e non potranno supportarci, prenderemo una baby sitter'.

'Già, un'estranea crescerà nostro figlio...amore, nemmeno ne avevamo mai parlato o ero certa che tu volessi un bambino...'.

'Ci ho pensato poco. Quando sei single, è un ragionamento sterile. E i primi mesi che stavamo assieme, ammetto che volevo te e basta. Però, quando ho saputo che eri incinta, mi è scoppiato il cuore in petto. Lo desidero più di qualsiasi altra cosa. Hai scelto il nome? Dimmelo, per piacere' le domandò, curioso.

'No...' tentò di essere credibile, perché era la centesima volta che glielo chiedeva e lo aveva deciso da un pezzo. Anzi, non aveva mai avuto dubbi in merito.

'I miei mi tormentano e tuo padre mi ha telefonato stasera...ehm di nuovo' sbuffò l'uomo.

'Devi placarli, detesto che si impiccino...sai, mia madre insiste per regalarci una casa più grande, con il ricavato dei diritti del nuovo romanzo!'.

'Non lamentarti, è stata carina e comunque toccherà andar via da qui, meglio se con i nostri soldi, non con quelli altrui. Per ora, ho montato il lettino del piccolo in camera nostra, ma quanto potrà starci?'.

'Dormirà in mezzo a noi...' ribatté Rafflesia.

'Non esiste...' con un sorriso malizioso, si drizzò per accendere l'impianto stereo. Nell'aria risuonò una delle canzoni di Lady Gaga che Rafflesia adorava 'Always remember us this way'. Tornò svelto, al tavolo, per darle un bacio ardente e la fece alzare dalla seggiola, per danzare con lei, nei tre minuti seguenti, sussurrandole paroline dolci all'orecchio, sfiorandole il manto di capelli scuri, lambendole le labbra con le proprie. Il corpo femminile, ingentilito nelle carni, era il suo gioiello più prezioso e ne conteneva un altro, che lo sarebbe diventato, alla stessa stregua.

Verso le ultime note del brano, senza preavviso, la prese in braccio e si diresse con lei, verso la stanza da letto, lasciandosi sfuggire 'Sei diventata pesantuccia'.

'E tu rimani un grande maleducato!' mormorò la Tyler, con voce roca. Il desiderio non mancava a nessuno dei due e problemi ad amarsi non ve ne erano.

'Sei la più bella, sempre... ugualmente con la panza, vita mia!' concluse Barton, preso dall'idea dell'ennesimo momento di intimità con sua moglie e dalle note della zuccherosissima melodia che li stava accompagnando.

***

'Allora?' chiese sua suocera, bianca come un cadavere, il solito completo firmato indosso e la borsetta di Gucci nera stretta nervosamente al petto, in piedi nella sala d'aspetto di quell'Ospedale che stava iniziando a detestare. Faceva fatica a contenersi, e per lei era inusuale.

'Rafflesia ha avuto dolori al basso ventre, improvvisi. L'ho portata qui con la sirena lampeggiante sopra il tettuccio del fuoristrada, su indicazione della sua amica Jane, che è con lei, ora. Sembra che il bimbo voglia nascere prima...i medici che la seguono hanno fatto esami e monitoraggi. I miei sono saltati sul primo volo dall'Iowa' il Falco spiegò l'accaduto, a grandi linee. Era lì da ore, grazie a Dio in compagnia dei colleghi che si erano precipitati al suo fianco, Tony per primo.

'Anna...venga con me, madame, prendiamo un caffè o meglio una camomilla' Stark aveva offerto alla dama il braccio, con estrema galanteria, per liberare il collega dalla pesantezza della donna.

'Non è grave, vero?' Henry si informò.

'I bambini vengono al mondo quando decidono loro, calcoli o meno' Thor si espresse 'Rafflesia è in ottime mani...'.

'Si tratta di avere la pazienza di attendere, farà comunque un cesareo, data la posizione di suo nipote!' spiegò Peggy, in piedi accanto a Rogers.

In quell'attimo, Barton vide aprirsi le porte dell'ascensore; i suoi genitori e Barney, più variopinti e strambi del solito, piombarono nella sua direzione, con le valigie al seguito, nell'istante in cui Tony tornava dal distributore a monete con sua suocera e in cui udì un vagito che non avrebbe scordato per tutta la vita.

La Foster si stagliava alle sue spalle, indosso un camice sterile da sala operatoria e fra le braccia, avvolto in un lenzuolo verde acceso, un frugoletto, con la pelle rosea e grinzosa, ancora sporco di liquido amniotico sul corpicino nudo e sui capelli, che piangeva a squarciagola.

L'uomo sentì un brivido pazzesco lungo la schiena tra le urla euforiche dei presenti.

'Clint...pesa quasi tre chili ed è perfetto, sano come un pesciolino...congratulazioni' commossa, Jane glielo passò.

'Rafflesia?' fu la sua unica domanda, gli occhi sgranati sull'essere vivente che arrivava a sconvolgere la sua esistenza e che non sapeva nemmeno bene come tenere.

'La stanno ricucendo, è stato un parto da manuale...' la sua amica lo tranquillizzò.

'Ciao, piccolino! Benvenuto!' il bambino si era calmato, distratto dalla voce di suo padre e lo fissava con attenzione, la manina minuscola aggrappata al suo dito indice...intravide delle iridi violette e se ne felicitò.

'Ha una marea di capelli biondi...sembri tu da piccolo' Edith iniziò il valzer delle somiglianze, immediatamente interrotta da Stark 'Insomma, Falco, ha la pelle scuretta...sei sicuro che la tua signora, in viaggio di nozze, non abbia familiarizzato con gli indigeni?'.

Clint aggrottò le sopracciglia, troppo emozionato per star dietro alle stupidate di Iron Man, che ricevette, invece, una pedata da Steve 'Come ti viene in mente di dire certe cose?'.

'La pelle dei neonati è sempre di questo colore, a causa della permanenza nel liquido amniotico...è nato sette minuti fa' la Foster chiarì 'ovviamente col passare delle ore si schiarirà'. Riprese il piccolo perché venisse sottoposto a ulteriori controlli di routine, lavato e vestito.

Il Falco lo aveva dato via a malincuore, gli parve che già gli mancasse.

'Auguri, figliolo' suo padre lo aveva abbracciato e festeggiato, come tutti, con Henry che aveva indicato ai maschi presenti la terrazza, per offrire loro sigari cubani di ottima qualità.

'Passo, magari dopo...' il cecchino smaniava di incontrare la puerpera.

Non attese molto; trascorso qualche minuto, l'infermiera di turno lo fece accomodare, dato che Rafflesia era stata riportata nella stanza assegnata. La trovò stesa sul letto, con la schiena leggermente rialzata da un paio di cuscini, il figlio fra le braccia. Lo guardava...con lo stesso sguardo d'amore con cui scrutava lui.

La mora lo notò e indirizzò le ametiste nelle sue pozze azzurre 'E' un capolavoro!' sussurrò, il viso rivolto verso l'alto con le labbra a cuore, per ricevere un bacio appassionato che non tardò ad arrivare.

Il Falco si sedette al bordo del letto, trattenuto da lei che lo voleva vicino, ai lati il sopraggiunto gruppo di amici e parenti sempre più ciarliero, che brindava con una bottiglia di spumante reperita da Thor al bar del Policlinico.

'E' bellissimo, spettacolare!' si complimentò Nat, facendogli un buffetto.

'Vuoi tenerlo un po' tu, così lo vedete meglio? Fatti un giro' la Tyler stese il bebè a Barton; il frugoletto, pacioso e tranquillo, indossava una tutina azzurra in cotone con degli orsetti stampati.

Lui obbedì, in trance. Fece come gli aveva chiesto sua moglie, senza lasciare il piccolo a nessuno, solo mostrandolo.

'Insomma, come si chiamerà...allora?' Anna non stava più nella pelle, curiosa, certa che la figlia avrebbe optato per un nome ridondante, magari...Henry! In fondo, Clint aveva demandato a lei la decisione ed aveva carta bianca.

'Clinton Francis Barton' disse, con un filo di voce.

Il Falco le rispose 'Sì, amore, che c'è?'.

'C'è che tuo figlio si chiamerà come te!' facendogli l'occhiolino, percepì la mano di Edith che sfiorava la propria, quasi in segno di ringraziamento, mentre Stark deglutiva, tentando di opporsi 'Eh, no, ma...sei sicura?'. Già si immaginava i lunghi dialoghi del collega sul tenero e omonimo fagottino.

Rafflesia lo infinocchiò, con carineria 'Ovviamente, Tony, tu sarai il padrino di battesimo, a rappresentanza degli Avengers, l'altro sarà zio Barney' si rivolse a entrambi, con un sorriso splendente.

Il moro si zittì, tronfio; suo cognato corse ad abbracciarla, stupito, sotto l'occhiata ancora più attonita dei Tyler 'Grazie, non ci speravo, sarà un onore...'.

'Davvero?' Clint le si avvicinò, incredulo per le sue scelte - che non avevano minimamente condiviso ma che trovò molto azzeccate - e la bruna gli carezzò una guancia 'Certo, è il nome che amo di più al mondo'.

'Ecco, abbiamo preso un regalino per... ehm... Clint junior...' Bruce interruppe il momento intimo e passò loro un pacchetto, che la mamma aprì senza indugio, squadrando la scatola di cartone colorato che conteneva una sofisticata pistola giocattolo ed un bersaglio.

Banner, stante le evidenti perplessità, aggiunse 'Lo userà quando sarà più grande, ci siamo avvantaggiati. Cavolo, è figlio tuo e del Falco, avrà una super mira e seguirà, certamente, le vostre orme'.

Fu lì che Rafflesia rammentò le parole di sua suocera; ora che il piccino era nato e aveva la responsabilità della sua vita, l'ultimo suo desiderio era che facesse il poliziotto.

'Mi auguro che scelga un lavoro che lo soddisfi, che sia felice ed in salute, il resto non ha alcuna importanza, figurarsi la nostra divisa...' sussurrò, inquieta.

'Avrà una gamma infinità di possibilità...' percependo una certa tensione nell'aria, con la sua bambina disorientata e probabilmente provata dal parto, Henry buttò d'acqua sul fuoco, suggerendo 'Signori, lasciamo i neogenitori tranquilli...a domani, ragazzi'. Aprì la porta della camera, assicurandosi che gli ospiti togliessero le tende, con un'espressione complice verso la moretta, che lo ringraziò, accostandosi al Falco e a Clint junior.

***

N.d.A.

La vita dei coniugi Barton sta radicalmente cambiando; dopo la sparatoria che ha visto coinvolta la moretta, rimasta ferita, ma miracolosamente salva insieme al piccolo che portava in grembo, la venuta al mondo del loro figlio rappresenta una sorta di biforcazione dell'esistenza...nulla, ovvio, sarà più come prima, tranne la forza del loro legame.


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