Parte 8 'Is that alright?'

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

'L'Iowa per le ferie? Sei pazza, Tyler. Dovevi optare per un villaggio turistico con mare azzurro e sabbia bianca, per crogiolarti al sole insieme a tuo marito, con uno schiavo che ti serviva un cocktail sotto una palma ed una schiava che ti teneva il ragazzino' Tony aveva voluto dire la sua, contestando la scelta di Rafflesia di trascorrere le vacanze estive a casa dei genitori di Clint.

'E poi coi suoceri...sei una pazza completa!'. Stark lo aveva ripetuto, per l'ennesima volta, lasciando l'allegra famigliola all'entrata dell'Aeroporto, dove l'aveva depositata, innumerevoli bagagli compresi.

Scettico, aveva scosso la testa, salutandoli, certo che li avrebbe rivisti in capo a ventiquattr'ore.

'Non posso dargli torto, stavolta. Non hai idea del guaio in cui ti stai ficcando...sei davvero sicura?' il Falco baciava la fronte di sua moglie, seduto sul volo che li avrebbe portati a Iowa City, dove avrebbero trovato suo fratello che li avrebbe accompagnati a Waverly.

'Mi pare tardi per un ripensamento' la mora rise, spupazzando il figlio, che aveva in braccio, e che giocava con una scimmietta di gomma. Erano in fase di decollo e Barton sulle spine 'Il Midwest è una noia mortale, non c'è nulla da fare, Barney e i miei genitori pesanti. Sono scappato da lì e tornarci non mi entusiasma' bofonchiò.

Si era ritrovato ad acconsentire alla richiesta della sua mogliettina, formulata a seguito dell'episodio di Brown. Avevano programmato di recarsi nello Stato dell'aquila di mare testabianca, omaggiata sulla relativa bandiera, per pochi giorni, giusto il tempo di una rapida visita; invece, il Detective aveva proposto un soggiorno di tre settimane...tre settimane interminabili, secondo Clint.

'Stavolta sarà diverso, saremo assieme' con un sorriso soave, la Tyler si sporse verso di lui, schiudendo le labbra e l'uomo tacque, contento, preso da un bacio che lasciava intendere le sue intenzioni bellicose. Le effusioni appassionate continuarono per gran parte del volo, complice il pisolino di Frankie.

'Noi tre abbiamo bisogno di tranquillità. Nell'Iowa l'aria è buona, la campagna è splendida perché tua mamma mi ha mandato le foto e le ho viste coi miei occhi; alla tenuta Barton, chiamiamola così, è pieno di animali, e Frankie a New York può osservarli esclusivamente allo zoo, attraverso una gabbia...' provò a indorare la pillola, con qualche parolina di conforto, oltre che con le tenere lusinghe, fino all'atterraggio.

'Sei una fata, cognatina' Barney fece la solita battuta cretina, all'Aeroporto di Iowa City, andandole incontro e sbaciucchiando lei e il nipotino, sotto lo sguardo incavolato di suo fratello, che gli aveva mollato una gomitata.

Su un pick up blu metallizzato, parlando a manetta, li aveva portati direttamente alla fattoria, una casa in legno bianco enorme a più piani, con il tetto dipinto di scuro a contrasto, ed un porticato spazioso dove i suoceri li attendevano, insieme a un gruppo di parenti e amici, limitrofi a un paio di tavoli rettangolari sommersi da ogni ben di Dio commestibile.

Rafflesia, scendendo dal furgone, perse il conto delle teglie di lasagne, sformati, arrosti, polpette, contorni di verdure, dolciumi...ve n'erano a perdita d'occhio, in un campagnolo paradiso alimentare.

Nel giardino annesso palloncini e decorazioni di carta colorata completavano l'atmosfera festosa. Suo suocero aveva comperato uno scivolo ed una casetta di plastica azzurra per il nipote che, immediatamente, si fiondò a giocarci, trotterellando sulle gambette cicciottelle su cui aveva imparato a camminare da poco.

'Benvenuti!' Edith, dedicata la giusta attenzione al piccolo, stritolò in un abbraccio prima la moretta poi suo figlio, presentando, orgogliosa, la nuora ai compaesani.

'Caspita, che ragazza incredibile' una sua amica, intimorita dall'eleganza e dall'avvenenza di Rafflesia, irreprensibile persino in jeans blu e camicia azzurra, commentò 'magari ciò che abbiamo preparato non le piace, sembra un tipo sofisticato...'.

Ovviamente non sapevano con chi avessero a che fare. La Tyler, a dispetto delle apparenze, aveva simpaticamente chiacchierato con i presenti, conquistandoli in pochi minuti, e si era riempita il piatto più volte. 'Le polpette di zia Lorna...' indicò l'anziana signora dai capelli bianchi che le aveva preparate, ingoiandone una via l'altra 'secondo te, quante altre ne potrò mangiare prima di morire?' domandò a Clint, con la bocca sporca di sugo.

'Direi che sei arrivata al limite' ironico, le passò un tovagliolo di carta per pulirsi. Il momento conviviale organizzato a sorpresa non lo entusiasmava affatto. Detestava l'aria provinciale che vi si respirava e l'orda barbara di contadini festanti. Eppure la sua mogliettina era davvero tranquilla e aveva lasciato Frankie a Edith, che lo cullava, stretto al petto, felice di poter fare la nonna.

'Ti piacciono i cavalli?' Barney si rivolse alla Tyler, segnalandole un recinto con quattro puledri dai manti differenti 'li abbiamo presi da poco e sono eccezionali'.

'In effetti sì. Da piccola ho preso lezioni di equitazione e cavalco piuttosto bene; mia madre, nel weekend, metteva le tende al Country Club di Boston con le sue amiche e mi portava con sé, ho dovuto trovare un modo per non morire di noia. Domani potremmo fare una passeggiata, amore' si voltò, entusiasta, verso il Falco.

'Non me lo avevi mai detto...se ti fa piacere...' ribatté, interdetto dalle mille sorprese della sua donna che riusciva ancora a stupirlo.

Grazie al cielo, dopo un'oretta, il vicinato impiccione aveva aiutato i padroni di casa a sistemare la veranda, dividendosi gli avanzi, e si era defilato.

Rafflesia aveva portato Frankie già addormentato, per mettergli il pigiamino, nella camera che avrebbero condiviso, la spaziosa stanza degli ospiti ubicata al piano terra; i genitori di Clint l'avevano allestita con un lettino di legno chiaro - che a suo tempo era appartenuto ai fratelli Barton insieme ai giocattoli sparsi, recuperati in soffitta - un fasciatoio e un armadio con gli orsetti per il piccolo da un lato, ed un letto matrimoniale ricoperto da una caratteristica trapunta patchwork, per i due adulti, dall'altro.

'Avete il bagno in camera e un guardaroba per vestiti e valigie, insomma sarete autonomi...buonanotte' li salutò Edith.

'Grazie di tutto, a domani' contraccambiò la Tyler mentre il Falco alla finestra sbuffava per l'ennesima volta, fissando il nulla più totale della campagna. Stava pregustando il sapore di una sana sigaretta, quando si sentì i brividi di febbre sulla schiena.

'Clint...amore mio' sua moglie, posizionato il carillon sul proprio comodino e alzato il coperchio della scatolina per farlo suonare, arrochì la voce di proposito, avvicinandosi e baciandolo sulla scapola 'ho detto a tuo fratello che sono brava a cavalcare, ma non ho specificato chi...' maliziosa, lo spintonò sul lettone 'Lo inauguriamo?'.

La provocazione bastò per fargli cambiare radicalmente umore. L'Iowa non gli era mai parso così speciale!

***

Clint si era destato senza il cicalino della sveglia. Si stiracchiò nel letto, con uno sbadiglio. Il posto accanto a sé era vuoto, lo stesso per il lettino di Frankie. Mise i piedi a terra, ricordandosi di essere completamente nudo. Col solito sbuffo di disappunto, raccolse i propri abiti disseminati sul pavimento in ogni angolo della stanza - trattenendo a stento una risatina, per il modo in cui ci erano finiti, ovvero lanciati da sua moglie - si vestì e si affacciò in corridoio.

Sentiva, attutite dalla distanza, le fitte chiacchiere fra Rafflesia e Edith, che trovò sedute al tavolo della cucina, davanti a un caffè e un piatto di servizio con una pila di pancakes alta come l'Empire State Building. Gesù, sua madre preparava da mangiare per un esercito!

Si rallegrò che le due donne andassero d'accordo, era una rarità in un rapporto fra nuora e suocera.

'Buondì' biascicò, intanto che Frankie gli andava incontro, per farsi prendere in braccio. Lo riempì di baci e si accostò alla Tyler, per regalarne uno pure a lei, rimirandola con un fischio 'Per la miseria, non scherzavi ieri!'.

Con dei jeans a vita bassa e una cintura di pelle chiusa da una fibbia metallica ovale, una camicia di cotone a fondo bianco con delle righe chiare i cui lembi annodati sul davanti lasciavano scoperto l'ombelico, stivali di cuoio beige con tacco medio e cappello da cowboy dello stesso materiale, pareva uscita da un film western...era sexy come mai!

'Spiritoso! Mi sono organizzata per la nostra passeggiata a cavallo...' ribatté, servendogli una tazza di caffè e due pancakes che ricoprì di abbondante sciroppo d'acero 'fai il pieno e vai a prepararti. Edith terrà il cucciolo e tu mangerai la mia polvere...Falco, vedrai le mie spalle tutto il tempo'.

'Divertitevi, deve essere una vacanza e mi fa piacere godermi il mio nipotino' il piccolo fece una smorfietta contenta alla nonna e il cecchino si arrese, inforcando un pezzo di frittella, con un mugugno.

Cavalcare non lo esaltava, come ogni attività che si praticava dalle parti dove era nato; che fosse il contrappasso per qualche ora da solo con Rafflesia, gli fece digerire con più facilità il programma impostogli, insieme al pesantissimo pasto.

Una rapida doccia, jeans, t-shirt, parimenti con stivali e cappello, era pronto per la tortura.

'Sono della razza Quarter Horse...che belli!' la moretta, che lo aspettava accanto al recinto, era esaltata 'non li ho mai montati' gli animali derivavano da incroci tra mustang e purosangue inglesi, selezionati nell'Ottocento dai cowboy per lavorare con il bestiame ed erano piuttosto pregiati.

'Mio padre ha una fissazione...' erano rimasti due cavalli per loro, un palomino dal mantello biondo dorato, con criniera e coda bianche ed un morello, completamente nero. 'Quale sello per te?' la riposta gli parve ovvia.

'Direi questo... ha i miei stessi capelli' segnalò, simpatica, lo scuro con una macchiolina a forma di stella sulla fronte, che le si era avvicinato e le leccava la mano.

Barton prese le coperte e le selle appoggiate sullo steccato adiacente, sistemandole alla perfezione; fece passare il laccio di cuoio attaccato da una parte all'altra, attraverso l'anello circolare sullo straccale, tirando quest'ultimo un paio di volte e verificando la presenza di eventuali allentamenti.

Legata la stringa nel cerchio, inserì il gancio metallico nell'asola del laccio che lo teneva, con un ultimo controllo 'Mia signora, ecco a te'.

Si piegò, pensando che lei avrebbe puntellato la propria gamba sul suo braccio per fare leva e salire con più facilità sull'animale, ma Rafflesia, al fianco della bestia, tenendo le redini con la sinistra, infilò il piede speculare nella staffa e, datasi una spinta, alzò la gamba destra e, in un attimo, fu in groppa.

Caspita, si difendeva! 'Cos'è? Facevi parte di un circo?' si era scocciato alla morte, il suo motto personale era che, nella vita e nel lavoro, non esistevano secondi posti...la medaglia d'argento era scarsamente interessante.

'No...forse' tenendo le redini senza tirarle, la donna spostò leggermente in avanti il peso del corpo, muovendo il bacino, indicando al cavallo di avanzare e, con un semplice 'oh', il morello partì ad un trotto veloce.

'Aspettami' Barton montò come un fulmine sul suo palomino, mettendosi alle calcagna della moglie, che, per essere neofita della fattoria, pareva conoscere il percorso da affrontare fin troppo bene.

Aveva preso la direzione della passeggiata che lui stesso voleva proporle, inspiegabilmente. La vide voltarsi, con un sorriso celestiale 'Sei lento come una tartaruga!'. Lo provocò, aumentando l'andatura, che diventò un serrato galoppo.

Attraversarono prati verdissimi, distese di granoturco a perdita d'occhio, un campo di girasoli alti come una persona, e persino una passerella in legno bordeaux che rammentò alla Tyler il Roseman Bridge de 'I Ponti di Madison County', un romanzo che l'aveva appassionata e da cui avevano tratto un film altrettanto straordinario.

Con il vento che le aveva spostato il cappello sulle spalle e il manto dei capelli scompigliati, al Falco parve una dea, nel momento in cui riuscì a raggiungerla e si dedicarono, insieme, ad un trotto più gestibile.

'Sei brava...' commentò.

'Pure tu' con un'occhiata da birbantella, deviando verso est, lo informò 'ho una sorpresa'.

Suo marito constatò si fosse appropinquata al fiumiciattolo dove andava a nuotare, da ragazzo. Inaspettatamente.

Cinque minuti di cammino, sospirò...sotto il più maestoso eucalipto del prato antistante il ruscello, era stesa una coperta quadrata scozzese, accanto a una tovaglia a quadretti bianchi e rossi su cui era poggiato un canestro di vimini, contenente una bottiglia di vino rosso e due calici, una pagnotta, un piatto con salumi e formaggi ed un mazzetto di violette.

Limitrofo, c'era un vassoio rettangolare, con una ciotolina colma di frutti di bosco, due fette di crostata alle visciole, due tazzine da caffè di porcellana e un termos. Clint riconobbe lo zampino di sua madre, almeno nella preparazione del dessert.

Stupefatto, scendendo dal cavallo, con Rafflesia che faceva lo stesso, prese le redini e legò gli animali ad una palizzata limitrofa 'Come ci sei riuscita?'.

'Edith mi ha aiutato con il cibo, Barney è venuto qui prima di noi ad allestire e mi ha spiegato come arrivare...certo, con le sue indicazioni non ero sicura fosse il posto giusto...' aveva colto nel segno, il Falco era rimasto a bocca aperta.

'E' la zona della fattoria che prediligo...' mormorò, impressionato. Avrebbe dovuto portarla lui in giro e invece si ritrovava ospite in casa propria.

'Mettiti seduto, stappa la bottiglia e aspettami...per il vero regalo' sibillina, si allontanò, per nascondersi dietro il tronco di una quercia che spiccava per grandezza.

Barton si spaparanzò sul plaid e, con il cavatappi, aprì il vino, mescendolo nei calici gran balloon, adatti ad un rosso corposo e invecchiato, di provenienza francese, l'ottima scelta della Tyler. Forse sua moglie aveva bisogno di un po' di privacy per un bisognino, immaginò...niente di più sbagliato...sentì le note della melodia del carillon e la sua donna, illuminata dalla luce del sole, uscì da dietro il tronco, nuda, eccezion fatta per gli stivali di cuoio ai piedi e per il cappello da cowgirl sulla testa.

Eva nel paradiso terrestre, gli parve; si sentì un novello Adamo, col fiato corto, osservandola ancheggiare verso di sé, languida, con gli occhi sfavillanti, abbassarsi sulla coperta e gattonare fino a che il suo viso non fu all'altezza del proprio 'Basta lamentele o musi lunghi...' sussurrò, sigillandogli la bocca con la sua, e prendendo un sorso di Chambolle Musigny da uno dei bicchieri, col carillon appoggiato accanto.

'Dobbiamo sbrigarci, tesoruccio; mio marito è molto geloso' bisbigliò, sollevando i lembi della maglietta per sfilargliela dalla testa.

'Davvero?' ridacchiò.

'Se ci scopre, sei morto...spara come nessuno'.

'Me l'hanno detto...perché ha i proiettili più preziosi e precisi al mondo' le mani, poggiate sulla vita, salirono lentamente a sagomarle i seni. Un massaggio delicato fu il preludio al martirio inflitto ai bossoli rosei che puntavano nella sua rotta...ci passò i pollici, ripetutamente, e li strizzò, per gustarli meglio fra le labbra, strappandole un sospiro affannato. 'Quanto sei buona, sei perfetta...' commentò, arrivando a leccarle ciò che rimaneva della cicatrice sulla scapola.

Si mise in ginocchio per unire il corpo col suo, per strofinare il torace contro le sfere piene e turgide; la pelle nuda sulla sua dette un lungo brivido di godimento, a entrambi. La avvertì armeggiare con i propri calzoni, sganciata la fibbia della cintura.

La mano femminile cinse la sua virilità in una presa dal sapore familiare e sempre sorprendente, in una carezza che lo portò in pochi attimi sul baratro di un delirio...si chiese come fosse possibile essere tanto attratti da una donna, con cui si era intrattenuto per l'intera nottata, e se per gli altri mariti fosse lo stesso; per loro, come coppia, il matrimonio non era stato affatto la tomba del rapporto.

Allacciandole la schiena a sé sopra il tappeto di capelli, lasciò andare i pensieri per dedicarsi alla sua amata, spostandola sulla coperta, e si sistemò sopra di lei, tolti jeans e stivali...gli analoghi stivali il cui cuoio sentiva premere sulle cosce.

Rafflesia lo aveva arpionato, innalzando le gambe, che ripiegate, tenevano i loro ventri incollati, una nell'altro.

Clint, con il dorso delle dita, percorreva il profilo del suo viso, dall'angolo dell'orecchio al mento, passando per il contorno della bocca 'Signora...se arrivasse tuo marito, non potrebbe uccidermi...lo hai fatto già tu, sono morto e andato in paradiso' perduto nelle pozze violette, ebbe un sussulto, alla vibrazione interna delle viscere morbide e avvolgenti della creatura che lo attanagliava...il nido del Falco!

Tentò di rilassarsi e trattenere un piacere che stava montando, dai lombi al cervello, per prolungare il momento...quello che precedeva i fuochi d'artificio e che era il preferito di entrambi.

Con il cappello da cowgirl ancora calzato, che le incorniciava il volto, donandole un alone di bellezza selvaggia, la Tyler realizzò quanto il Falco la riempisse e l'avesse sempre riempita d'amore, completandola, fisicamente e moralmente 'Informalo che siamo entrati in paradiso assieme'.

Con un gemito acuto, mordendo il pollice che le delineava le labbra, si inarcò verso di lui, fremente, dilaniata da una marea di spasmi, che le percorrevano la colonna vertebrale irradiandosi pulsanti nell'intimità sollecitata, una forza travolgente e tumultuosa che la investì, sincrona al suo cecchino.

Le foglie smosse dagli uccellini, che volarono via dai rami dell'albero che li riparava, disturbati dal loro serrato dialogo passionale, sotto l'azzurro del cielo, furono il ricordo che si fissò indelebile nella testa della mora... dell'aperitivo squisito che stava consumando con suo marito.

'Vedo questo posto dimenticato da Dio in maniera molto diversa, grazie a te' supino sul plaid, Clint aveva recuperato il pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans...una cicca era il massimo, post sesso sfrenato.

Non poté accenderla che Rafflesia gliela strappò dalle mani, indispettita 'Smettila di andartene in giro con la faccia appesa, come avessi appena ingoiato una pasticca di cianuro...soprattutto con la tua famiglia. Ci stanno coccolando, da quando siamo arrivati. E io ti vizio più del necessario. E' Frankie il bambino, non tu. Datti una regolata'.

Lui prese un lungo respiro; in effetti si era comportato maluccio e la Tyler lo aveva lusingato, come nemmeno in viaggio di nozze 'Va bene, scusa, a volte sono dannato nonostante l'amore che mi è toccato in sorte...ridammela'. Cedette, augurandosi di riuscire a trattenere i malumori, riprendendo la bionda.

La detective si rivestì, dietro il tronco, ammonendolo, le labbra arcuate in un ghigno benevolo 'Sistemati...sta arrivando qualcuno'.

Barton ripose la sigaretta nel pacchetto e si ricompose. Da lontano, intercettò il pick up blu metallizzato di suo fratello, che parcheggiò accanto alla radura limitrofa al fiume. Lo vide scendere e aprire lo sportello posteriore, prendere in braccio proprio Frankie, che era agganciato al seggiolino dell'auto, e depositarlo a terra. Il piccolo, indirizzato dallo zio, sgranò gli occhioni violetti riconoscendo i genitori e corse verso di loro, in maniera sgraziata.

Goffo e adorabile, strappò un sorrisone al Falco, che si abbassò sulle ginocchia per mettersi ad altezza del suo cucciolo. Il sorriso divenne commozione pura, quando il bambino aprì la tenera boccuccia per pronunciare la prima parola di senso compiuto della sua vita 'Papà', disse, con una vocina incerta e delicata.

'Sono immensamente gelosa...' ridacchiò Rafflesia, con una sola lacrima di felicità che le scendeva sul viso 'ridillo, tesoro!'. Spronò il bimbo, che di nuovo pronunciò 'Papà'.

'Insomma...è Clinton Francis Barton junior non per caso'. Si unì a Clint e al figlio in un unico abbraccio, intanto che Barney girava un filmato con lo smartphone per immortalare il momento. Lasciò loro una borsa per il cambio dei pannolini ed un po' di privacy 'Ci vediamo più tardi'.

Il tiratore, taciturno, si era piazzato sulla coperta, per tagliare il pane a fette; su ognuna, aggiunse una fettina di salame ed un tocchetto di formaggio, passando il piatto alla moretta, con Frankie, seduto fra le gambe di quest'ultima, alle prese con un pezzo di crostata e col carillon, per cui aveva una predilezione.

'Sei silenzioso' commentò lei, sbocconcellando la prelibata tartina. Sapeva sarebbe seguita una confessione sparata direttamente dal cuore: mica per niente suo marito era il miglior cecchino al mondo...per cui...attese.

'Vi amo da impazzire' con una mossa fulminea, l'agguantò, dietro il collo, per darle un bacio appassionato, scrutando le iridi lilla che gli facevano vibrare ogni volta le corde dell'anima.

***

'C'è Dolly Parton in concerto!' la mora aveva saputo da Barney che la regina della musica country si sarebbe esibita vicino Waverly.

'Non è il mio genere. Vai pazza per Lady Gaga, cos'è? Hai cambiato gusti?' il Falco detestava quel tipo di eventi, che dalle sue parti, soprattutto in estate, erano l'unica possibilità di sfuggire alla noia ed al piattume della realtà campagnola; da ragazzo era stato costretto a partecipare, per non isolarsi, ma da adulto poteva scegliere. Pensava...

'Viene al Renegade, sarà un'esibizione per i pochi fortunati che si sono accaparrati i biglietti...noi! Sorpresa!' suo fratello fece scivolare i tagliandi, che aveva acquistato a prezzo salatissimo, sopra il tavolo, terminata la cena familiare sul patio esterno. Ne aveva presi quattro, giacché contava di invitare una ragazza che frequentava da qualche mese; due erano destinati a Clint e sua moglie, per cui aveva un debole. Dal primo impatto, quest'ultima lo aveva trattato con estrema gentilezza, a discapito delle occhiate del Falco, che lo rimirava sempre come fosse un deficiente e criticava qualsiasi aspetto della sua vita, anche l'essere rimasto a lavorare alla fattoria piuttosto che cercare fortuna altrove.

'Il locale fa schifo...è una specie di saloon western rifatto, orrido...' si voltò verso Rafflesia, che fissava i biglietti, e che gli carezzava, con la punta delle dita, l'interno della mano, con gli occhi languidi. Abbandonò le speranze di evitare il concerto 'Va bene, hai vinto. Ti accompagno, mi siedo con voi e vi faccio compagnia, ma niente balli di gruppo!'.

'Sì! Grazie' la Tyler sbirciò Barney, sotto lo sguardo compiaciuto dei suoceri, che, nelle tre settimane che stavano volgendo al termine, l'avevano apprezzata maggiormente. Era disponibile ad aiutare in casa, sinceramente affettuosa, aperta, entusiasta delle scoperte di un'esistenza forse semplice e modesta, nello stesso tempo genuina e tranquilla; e - cosa più importante - si era rivelata una mamma perfetta per Frankie, con un'indole equilibrata per gestire le paturnie del loro figlio, oscillando fra la dolcezza e la caparbietà estrema.

'Perché due auto? Dovremo parcheggiare così lontano che avremmo fatto prima a piedi' Barton sbuffava come un treno a vapore, la sera del concerto, alla guida del piccolo fuoristrada di sua madre. Aveva aperto il finestrino e mandato fuori la boccata di fumo appena aspirata dalla sigaretta accesa.

'Falco, calmati...Barney voleva stare con la fidanzata, non avere fra i piedi suo fratello e sua cognata. A me non dispiace per niente, che siamo io e te!' Rafflesia gli si era affiancata e gli aveva piazzato un bacio sul collo, zittendolo.

Memore delle ore infuocate che le ferie gli stavano regalando, si strusse per lei: era favolosa, come al solito, con una camicia jeans dai bottoncini madreperlati e maniche tre quarti, una gonna che arrivava a metà polpaccio, di pizzo color crema, arricchita da una cintura di cuoio marrone intrecciato che spiccava all'altezza della vita e degli stivali scamosciati che sottolineavano le gambe flessuose.

Finì la cicca, arrivando al locale e fermando la macchina in un'area di sosta davanti l'entrata. Incrociò la sinistra con la destra della bruna, che si era incuriosita dalla particolarità del posto.

L'esterno era perfettamente in sintonia con l'atmosfera country e riproduceva le piccole città che si sviluppavano sulla via principale e sulla quale c'era tutto: la prigione con l'ufficio dello sceriffo, l'ufficio postale, il maniscalco, l'emporio, il barbiere, il saloon, la distilleria, la stalla, la banca.

'E' caratteristico' commentò lei, proseguendo per il Renegade; l'atmosfera tipica del saloon western era esaltata dalla struttura interamente costruita in legno, con un bancone del bar ben rifornito di liquori e birra. Ogni particolare e dettaglio richiamava il vecchio west americano, e le innumerevoli salette erano caratterizzate da decorazioni diverse, per creare ambienti a tema. Una pista da ballo di ampia metratura era stata allestita per i linedancers, ed era lo spazio in cui si tenevano i concerti e i vari spettacoli o raduni, e ove si sarebbe esibita la bionda cantante, con il suo gruppo.

Tavolini quadrati erano stati disposti lateralmente e da lì avrebbero seguito la performance, sempre se non avessero danzato. Barney si sbracciava, accomodato accanto ad una giovane bionda, paffutella, con il viso rotondo e gli occhiali da vista.

'Come diavolo si è vestito? Ridicolo! Da prima Comunione' il Falco squadrava suo fratello, con un gilet grigio ghiaccio su una camicia bianca, una cravatta azzurra cangiante ed un cappello da cowboy anch'esso candido.

'Sorridi' Rafflesia gli cinse la vita con un braccio, sopra la stoffa della camicia blu di Ralph Lauren - che gli aveva regalato e che, a paragone degli altri uomini presenti, lo faceva sembrare particolarmente elegante - raggiungendo il cognato e presentandosi alla sua accompagnatrice. A seguito di una fitta conversazione scoprì che Mary, la timida biondina, era infermiera presso uno studio veterinario della zona, appassionata della Parton.

Che si appropinquò, fra gli applausi del numeroso pubblico, a raggiungere i musicisti che l'avrebbero accompagnata e che la aspettavano.

L'artista, minuta e prosperosa, che sfiorava a malapena il metro e cinquanta sui tacchi, sfoggiava una boccolosa capigliatura biondo platino, un vistoso completo pantalone rosso e oro e un volto ritoccato esageratamente.

'E' più gonfia di tua madre' Clint si espresse, verso Rafflesia, strappandole uno sghignazzo.

'Ha la voce di un usignolo...chiudi gli occhi e ascolta' l'anziana cantante si presentava con una scaletta di brani di rispetto, composta dai suoi cavalli di battaglia e noti pezzi country, che coinvolsero gli spettatori in balli figurati tipici.

Barton si era arroccato sulla posizione iniziale, incollandosi con il sedere sulla seggiola, a sorseggiare birra a volontà.

'Mi butto, antipatico!' la Tyler era scesa in pista con gli altri due, mollandolo al tavolo.

La danza country definita "Line dance" era un ballo in formazione nel quale ci si disponeva su una o più linee, rivolti dallo stesso lato, danzando in sincrono, con coreografie che non prevedevano un contatto fisico.

Di solito i movimenti erano per tutti gli stessi ma esistevano varianti in cui si seguiva l'iniziativa di un leader, che si spostava intorno alla pista, tenendo la mano del vicino...una leader femminile...fu la moretta, carismatica, a guidare i presenti. Imparato il ritmo e le semplici figure, le aveva eseguite, aggraziata come una farfalla, con la gonnellina bianca di pizzo che le conferiva un'aria da fatina...troppo sexy, secondo Clint.

Accaldata, con le guance arrossate e gli occhi luminosi, aveva catalizzato l'attenzione dei provinciali avventori del locale, già appena entrata, in quanto splendida forestiera e moglie del cecchino, piuttosto famoso fra i paesani; si era trasferito nella Grande Mela e le sue gesta con gli Avengers avevano avuto una certa eco sulla stampa locale e, per un indigeno, era cosa rara.

Nonostante la mancanza di contatto, la gelosia atavica prese il sopravvento sulla ragione; Barton si alzò, nell'istante in cui il brano terminò, e la country singer iniziò il successivo.

La danza si interruppe e il gruppo si sciolse per ricomporsi, senza la bruna, che si staccò, memore della prima serata in discoteca che avevano trascorso assieme.

'Falco...geloso persino a Waverly?' gli stampò un bacio mozzafiato, proprio al centro della pista da ballo, dove l'aveva raggiunta.

'Che fai? I cafoni ci fissano, ne parleranno fino a Natale, metteranno i manifesti...'.

'Marco il territorio' seria, ripeté il gesto, con più ardore, scatenandogli un fermento interiore, con le mani che gli palpavano il torace.

'Ti porto via...addio' Clint salutò Barney e Mary, che non poterono ribattere. Il concerto era in dirittura d'arrivo, sembrò loro un sacrilegio abbandonare la partita prima del termine delle performance della Parton, evitarono di commentarlo.

'Grazie di tutto' suo fratello contraccambiò la Tyler, che gli faceva ciao ciao con la manina, trascinata fuori dal cecchino, che le aprì galante lo sportello dell'auto.

'C'è una cosa che mi manca dell'Iowa, persino a New York. Mi sono trasferito, a diciott'anni, ed ho vissuto in un palazzone fin dall'inizio. Gli spazi in città sono limitati, qui è il contrario, sono immensi' le raccontava, nel viaggio.

'Cosa, esattamente?' Rafflesia era curiosa.

'Aspetta...' percorsi una decina di chilometri, si ritrovarono in un bosco. Barton aveva fermato il veicolo perché dovevano proseguire a piedi per un breve tratto. 'A New York non riesco nemmeno a osservare il cielo'.

Lei scese, nell'attimo in cui suo marito inserì un cd nell'impianto stereo della vettura, alzando il volume al massimo. 'Is that alright?' Lady Gaga...altro che Dolly Parton!

'L'ho comprato per te all'emporio, quando ho portato Frankie alle giostre. Era l'unico disco della tua cantautrice preferita che i bifolchi avessero mai sentito...volevo prenderti un dono speciale...' leggermente urtato, la indirizzò qualche metro più avanti nella radura e la legò a sé per la vita, in un ballo lento 'Sono un disastro coi piedi, la stella della famiglia sei tu...la mia stella...e quelle che vedrai, alzando gli occhi, sono il mio vero regalo per te!'. Ripeté le parole che lei stessa gli aveva detto al ruscello.

Abbracciata al Falco, Rafflesia sollevò il viso e, nel buio della notte, vide una miriade di stelle luminose. Rimasero guancia a guancia, il naso all'insù.

'Cercherò un appartamento all'attico, per noi, appena torneremo; ho deciso di accettare l'offerta di mia mamma, i soldi dei diritti del suo libro per acquistare una nuova casa' le costava ammetterlo, ma Anna aveva ragione, non avrebbero potuto rimanere a lungo nel bilocale.

'Speravo bastassero i nostri risparmi...' il mattone newyorkese aveva prezzi proibitivi per gli stipendi di due poliziotti e chiedere aiuto ad altri non era nel suo stile.

'Metterò l'orgoglio in un cassetto, per avere il privilegio di ammirare il cielo stellato con te!' le labbra morbide di Rafflesia cercarono quelle di suo marito, in un sperduta campagna dell'Iowa, immensamente suggestiva.

***

'Le foto di Clint sono splendide!' Rafflesia non poteva fare a meno di sottolinearlo, ogni volta che capitava in sala da pranzo.

Edith aveva decine di immagini dei figli, nelle diverse età della loro vita; del Falco pure in divisa ai tempi in cui era una recluta in Accademia, di quando era diventato agente e con gli Avengers. Suo marito non gliele aveva mostrate, in precedenza.

Sua suocera si offrì 'Prendile, se ti piacciono, ho i negativi e farò delle copie per sostituirle'.

La mora tentennò, la tentazione era forte 'Magari una soltanto...'. Scelse una foto di Barton, in divisa blu scuro delle reclute, ove era ritratto giovanissimo e coi capelli castani tagliati più corti. Gli fece tenerezza, col suo visetto pulito.

'E' la mia preferita...' Edith sviscerò l'argomento spinoso. I maschietti erano rimasti sul prato antistante la fattoria, per giocare con Frankie, e ne approfittò 'Siete in partenza, domani ci lascerete e chissà quando ci rivedremo. Forse non dovrei, però per me sei come una figlia, per cui credo di potermi permettere. Clint mi ha accennato dell'aggressione sessuale che hai subito. Sei sicura di stare bene?'. Sua nuora era una ragazza forte e volitiva, a tratti indomita, ma aveva avuto l'impressione che lo sguardo le si appannasse di tristezza, più spesso del normale.

'No. E' lontano da essere un lontano ricordo. E' vivido e un tormento, lo sto superando, con l'aiuto di un terapista. E' la prassi, al Distretto e...' prese una pausa, prima di proseguire 'ho compreso il senso delle parole che mi dicesti nel bagno, alla festa che anticipò il mio matrimonio. Da quando sono diventata mamma, la mia vita ha preso una piega molto diversa e la priorità non è la Polizia di New York...sto pensando seriamente di dare le dimissioni'.

L'ammissione turbò sua suocera oltremodo. Previde un periodo oscuro, soprattutto per il Falco 'Glielo hai accennato?'.

L'altra sospirò 'Lo farò quando ne sarò assolutamente certa; vorrei evitare di destabilizzarlo ed ho bisogno di rifletterci'.

'Prenderai la decisione giusta' dalla finestra vedevano il cecchino rotolarsi con Frankie nell'erba.

'Lo spero' rispose a bassa voce, poco convinta, tenere un segreto non era stato mai il suo forte.

'Sei malinconica' persino suo marito se ne era accorto...l'ultima sera, mentre erano a letto. L'aveva vista prendere il cucciolo addormentato, dalla culletta, e posizionarselo sul petto, per stringerlo.

'E non vuoi fare l'amore con me, stanotte...hai piazzato in mezzo una piccola barriera umana. Potevi dirlo' scherzò e c'era poco da scherzare.

Rafflesia gli dette le spalle e lui le si avvinghiò tipo koala, con il bambino davanti a chiudere 'Sono stata bene qui, mi prometti che torneremo l'anno prossimo?'.

Barton titubò sulle prime, poi si aprì, assaporando l'odore dei suoi capelli 'E' stata la vacanza più bella della mia vita, lo ammetto, perché eravamo noi tre assieme. Quindi è un sì'.

'Potremmo trasferirci, sarebbe un cambiamento epocale. Non mi spiacerebbe la tranquillità che offre l'Iowa' suggerì.

L'uomo deglutì, immaginando che se ne burlasse 'Da cecchino a agricoltore? Sei pazza!'.

La mora non obiettò, non era il momento né il luogo per imbarcarsi in inutili disquisizioni; le sovvenne che il termine "pazza" fosse il medesimo con cui Stark le si era rivolto, salutandola in Aeroporto. Prese il braccio destro di suo marito, appoggiato sul suo fianco, e lo accostò di più a sé, con la testa zeppa di preoccupazioni, intanto che percepiva che anche Clint si stesse sopendo.

***

N.d.A.

E' il capitolo delle ferie, trascorse in Iowa, a casa dei suoceri, dove Rafflesia ha insistito per recarsi, trascorrendo un periodo di vacanza felice e sereno, ricco di amore, tenerezze e intimità: sono molti, tuttavia, i pensieri che frullano nella testa della protagonista e che le stanno facendo mettere in dubbio la propria scelta professionale.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro