Capitolo 1

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Mi abbassai per un istante le cuffie, passando una mano tra i capelli color cremisi lunghi fino alle ginocchia. Sorrisi al solo ricordo di quando, da piccola, mi rifiutai categoricamente di tagliarli anche solo di un centimetro; mia madre si arrabbiò tanto in quel momento, così tanto che mi misi a piangere, fortuna che la malattia aveva avuto la meglio prima che la mia vita fosse sulla soglia della fine. Scossi leggermente il capo, afferrai la katana posta accuratamente sul mio fianco, nella fodera nera come l'inchiostro e partii all'attacco. Saltai giù dalla finestra dell'edificio, atterrando in piedi sulle spalle del demone; che non ebbe nemmeno il tempo di alzare lo sguardo prima che lo tagliassi a metà. Caddi sul duro cemento, sentendo le mie ossa scuotersi; le ignorai e mi lanciai contro gli altri demoni. In una manciata di minuti l'aria si era riempita di fumo, delle ceneri di quei mostri che sparivano portate lontane dal vento. Rinfoderai la lama e mi avvicinai a passo veloce alla ragazzina, incolume, seduta in mezzo alla strada. - Cercati un riparo piccola, qui fuori non  sicuro, torna dalla tua famiglia- sussurrai, aiutandola ad alzarsi e dandole una leggera spintarella verso la parte abitata della città, dove sicuramente si trovava la sua famiglia. Lei annuì leggermente, correndo più veloce che poteva verso le solide mura della città. "Chissà cosa ci faceva qui quella bambina, non può essere un caso, non fanno uscire nessuno dalle mura..." pensai, camminando nel denso fumo che ancora non si era dissipato. Improvvisamente sentii il rumore di una spada e in un secondo estrassi nuovamente la mia katana, parando un colpo sul fianco. Una goccia di sudore mi attraverso il volto, ma non mi lasciai sopraffare. - Tenente, a cosa devo l'onore?- chiesi, intravedendo il volto del tenente maggiore della Compagnia della Luna. Lo vidi sorridere e poi fermarsi; con un gesto teatrale mise a posto la spada, provocando un'ondata di vento che fece dissipare completamente la nebbia scura, rivelando altre cinque persone. - Morte Rossa, finalmente sono riuscito a trovarti!- esclamò lui, indietreggiando fino ai suoi compagni. Spalancai gli occhi color sangue per un attimo, poi ripresi il controllo. - Non credevo che l'esercito potesse fare colpi così bassi; sfruttare una bambina solo per attirarmi... è davvero crudele- sospirai e rinfoderai la katana, incrociando le braccia e lanciando sguardi rimproveranti al tenente e alla sua combriccola. - Senti, bando alle ciance, ti stavamo cercando per chiederti di entrare nella Compagnia della Luna, e ti avverto, se non vieni da noi volontariamente, arriveranno altri con la forza- a parlare fu un ragazzo dai capelli neri, alto e con un arco in mano. - La forza non mi preoccupa e poi, perché dovrei venire da voi piuttosto che dalla Compagnia del Sole? cosa potrebbe mai cambiare, in fondo siete tutti dei sottoposti dell'Esercito Demoniaco, o sbaglio?- mi sedetti e spostai i capelli davanti alla spalla sinistra, evitando che toccassero terra, sporcandosi. Una delle ragazze si mise a ridere e fece qualche passo avanti. - Perché noi le persone le vogliamo aiutare, mentre loro le vogliono sfruttare- disse, indicando la città con una mano. Annuii - risposta esatta, complimenti! perfetto, mi unirò a voi, a patto che mi permettiate di usare la mia katana, non mi importa che le vostre armi sono più efficienti. Ah e poi, sappiate che siete lenti, mi aspettavo una vostra visita da un po', tanto che me ne ero praticamente scordata- mi alzai e li seguii mentre sbuffavano e borbottavano qualcosa di probabilmente offensivo: ridacchiai, ma mi trattenni dal prenderli in giro, non volevo tirare troppo la corda e rischiare il posto di lavoro. 

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