Capitolo 2

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Dopo mezz'ora di camminata mi ritrovai davanti ad un'edificio bianco come la neve e imponente davanti agli occhi. lo guardai sbalordita, facendo scappare qualche risata al ragazzo con i capelli neri; gli lanciai delle occhiatacce, poi però lo ignorai, capendo che non c'era speranza di farlo smettere. Entrai nell'edificio seguendo il tenente e subito si aprì una palestra di combattimento davanti a me, con una ventina di ragazzi e ragazze che si stavano allenando. Il tenente afferrò il fischietto che portava al collo e ci soffiò dentro con forza, radunando tutti i ragazzi in riga davanti a se. - Allora Matricole, questa qui che vedete al mio fianco è una nuova allieva, e ho bisogno di capire a che grado posso promuoverla. Chi si fa avanti per sfidarla?- chiese lui, indicandomi; loro mi guardarono di storto, come a chiedersi perché dovessero sprecare tempo con me. Scrollai le spalle e feci per andarmene, quando uno di loro si fece avanti, impugnando una spada blu scuro. Sorrisi ed estrassi la mia katana, avanzando fino ad arrivare a pochi centimetri da lui. - Perfetto. Mi raccomando Eiji, vacci piano con lei; e anche tu, Morte Rossa, non è un tuo nemico sul campo di battaglia- ci avvisò il tenente, facendo indietreggiare tutti i presenti. Io annuii, ma il mio avversario parve per un attimo disorientato dal nomignolo che mi era appena stato affibbiato; evidentemente anche lui aveva sentito parlare di me, e forse non era un bene. Incrociammo le lame in uno scontro di forza, che ovviamente vinse lui, facendomi indietreggiare; ma non mi arresi, mollai la spada per un secondo, scansandomi a destra, per poi riafferrarla in maniera differente dal solito: avevo le mani ruotate in modo da tenere la punta della katana verso il mio gomito. Scattai in avanti, sfruttando il suo attimo di caduta; la mia katana finì appoggiata al collo di Eiji. Lui fece cadere la spada con uno schianto sonoro e io allentai la presa sull'impugnatura della lama. Eiji si mosse velocemente, afferrando la katana orizzontalmente, impedendone l'avanzata sul suo collo; sfilai la lama verso di me e la ripresi normalmente, lasciando che il ragazzo riprendesse la sua arma. Mi fu addosso in pochi secondi che contai minuziosamente; le nostre lame si incrociarono nuovamente, ma questa volta, inclinai la mia katana e la abbassai fino all'impugnatura della sua spada, dove cominciai a fare pressione con tutta la forza che avevo: la sua spada si spezzò proprio lì. Feci per rinfoderare la katana, ma un fruscio alle mie spalle mi avvisò di un prossimo attacco; mi voltai e parai il colpo del ragazzo dai capelli neri che mi aveva accompagnata lì insieme al resto del gruppetto. Alzai la katana sino ad arrivare alla punta della sua spada, a quel punto feci un passo verso di lui, sbilanciandolo, per poi colpirlo con il piatto della mia lama, buttandolo atterra e puntandogli la punta affilata nella carne. Mi inginocchiai al suo fianco e raccolsi la sua spada, ispezionandola. - Ma allora esiste una spada fatta con l'ingegno!- esclamai, sorridendo - perfetto! sono proprio felice di essere almeno una volta riuscita a vederne una, mi sarebbe molto dispiaciuto sapere che nella prestigiosa Compagnia della Luna non c'era nemmeno una spada senza punto di rottura!-; lanciai in aria la lama e la afferrai per la punta, porgendo l'elsa al mio avversario, che la prese con forza per poi alzarsi e mettere il broncio. Mi voltai verso gli spettatori e verso il tenente che mi guardavano confusi. - Cosa c'è? ho sbagliato qualcosa?- chiesi preoccupata; scossero la testa e corsero subito in contro a Eiji, tempestandolo di domande. - Mhh, sei molto forte, usi la logica e l'ingegno per affrontare i tuoi avversari, soprattutto quelli con più muscoli, quelli che non possono capire le tue tattiche. Ma mi chiedo, cosa faresti se ad affrontarti fosse un avversario forte e intelligente?- mi chiese il tenente, avvicinandosi con aria dubbiosa. Mi appoggiai due dita sotto al mento, perdendomi nei miei pensieri, poi però mi decisi a rispondere. - Sarei imprevedibile, confonderei il mio avversario, facendogli credere di avermi in pugno e poi, al minimo segno di debolezza lo colpirei dove non è protetto, dove non può essere protetto e dove lo posso uccidere con un colpo solo- divenni improvvisamente seria e mi chiesi se, con un avversario intelligente quanto e più di me sarei riuscita veramente a vincere. - In questo caso, sai, credo proprio che dovrò metterti nella squadra d'Elite- lo guardai di traverso, non capendo cosa intendesse dire. - Ah, giusto, tu non conosci i vari gradi. Beh sappi che ci dividiamo in Principianti, Avanzati, Combattenti, Matricole ed Elite. I Principianti sono coloro che vengono appena accolti all'accademia, gli Avanzati conoscono solo le tecniche di combattimento, le Matricole, come quello che hai appena affrontato, si allenano per entrare nell'Elite, dove ci sono i componenti migliori dell'accademia. E infine, dopo che si è diventati degli esperti dell'Elite si può passare all'Esercito Demoniaco.- mi spiegò attraversando la palestra e conducendomi in una sala secondaria. Lì, una signora ci accolse con un inchino - salve tenente maggiore Akito Fujii-  lei si affrettò ad afferrare al volo la giacca che tenente - buongiorno Himari. Potresti prendere le misure di questa ragazza? ha bisogno di una divisa d'Elite- disse il tenente, indicandomi e andandosene in un'altra stanza. Lei si inchinò nuovamente e poi si rivolse verso di me, sorridendomi e afferrando un metro. - Non l'ho mai vista da queste parti signorina, è notevole che appena arrivata abbia già un posto d'Elite, mi dica, come ha fatto?- mi chiese la signora, cominciando a prendere tutte le misure necessarie. - Ho solo combattuto, e poi credo che il mio avversario si sia un po' spaventato siccome il tenente mi ha chiamato con il nomignolo che mi è stato affibbiato qualche mese fa...- dissi distrattamente, allargando le braccia e lasciandola fare. - Posso chiederle quale nome possa mai aver spaventato le nostre Matricole?- fece la signora, appuntando diversi numeri su un foglietto. - Morte Rossa- sussurrai, facendola sobbalzare. - Com'è possibile? io credevo che Morte Rossa fosse solo una storia inventata dai bambini della città- mormorò lei, indietreggiando. - Eh no, sono proprio io Morte Rossa, ma mi puoi chiamare per nome se preferisci. Mi chiamo Hagiwara, Hagiwara Akame- 

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