Capitolo 6

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Mi svegliai e mi alzai a sedere, guardandomi attorno. Mi trovavo in una stanza tutta bianca, enorme e piena di lettini. Al mio fianco Muishiro dormiva profondamente. Sorrisi, mi alzai, mi cambiai con i vestiti che erano stati riposti sul comodino lì vicino e andai a prendere da mangiare per il ragazzo. Tornai e lo trovai sveglio, che mi cercava preoccupatissimo. Mi schiarii la voce e attirai la sua attenzione. Mi si avvicinò tempestivamente e mi prese per le spalle, e mi scosse - mi hai fatto preoccupare tantissimo! ma cosa ti è venuto in mente?! hai sputato chissà quanto sangue, devi riposarti!- esclamò, facendomi sedere sul lettino. Gli porsi il vassoio e scossi la testa. - In quanto esperimento, non funzione normalmente, quando sputo sangue, vuol dire che i miei organi si sta degradando, poi però, quando ho finito il processo, mi rigenero molto velocemente, e i miei organi si riformano, diventando più forti di prima e torno alla completa normalità. A proposito, hai detto qualcosa al resto della squadra? - gli chiesi, indicandogli il vassoio, facendogli capire che era per lui e che doveva mangiare. - No, non gliel'ho detto, proprio come volevi tu. E poi non posso permettermi di mangiare, dovresti farlo tu, non mi importa di tutta questa storia degli organi!- esclamò, passandomi il vassoio e costringendomi a mangiare. Obbedii senza fare storie, mangiando tutto quello che gli avevo preso, tranne la fetta di torta. - Questa te la mangi tu, io non posso proprio mangiare le torte- dissi, imboccandolo come se fosse un bambino. - Ma dai, che dici, mangiala anche tu- disse lui, afferrando la forchetta che avevo in mano. - Se la mangio, i miei organi esploderanno- scossi la testa, poggiai le mie dita sulla sua mano e portai il boccone di torta alle sue labbra. Subito dopo entrarono nella stanza i ragazzi che il giorno precedente mi avevano trovata insieme al tenente. Raggiunsero il mio letto con il fiatone. Ritrassi velocemente la mano e feci finta di niente, aspettando che riprendessero fiato. - Morte Rossa, finalmente ti sei svegliata, abbiamo una missione da compiere, e ci serve che la squadra al completo. Te la senti a venire?- mi chiese una delle due ragazze, inchinandosi. Mi alzai e me ne andai annuendo, dirigendomi alla mia camera per cambiarmi. Sul mio letto vidi una nuova giacca; la afferrai insieme ai pantaloni che avevo scelto il giorno prima e agli stivali argentati. Entrai in bagno e mi cambiai, quando uscii trovai Muishiro in divisa ad aspettarmi. - Andiamo- dissi, seguendolo fuori dall'edificio, raggiungendo la squadra d'Elite. Cominciammo a camminare lungo le mura di metallo. - Scusate se disturbo questa quiete spettacolare, ma non conosco ancora i vostri nomi e rende la situazione imbarazzante- dissi, da in fondo alla fila. Nessuno si voltò, ma mi risposero. - Akizawa Kito-un ragazzo alto, con i capelli lunghi e grigi, impugnava dei coltelli. - Kanzaki Walth- una ragazza dai capelli corti, un bel ciuffo blu, impugnava una lunghissima spada. - Tanjiro Fukuja- un ragazzo esile e allo stesso tempo muscoloso, impugnava un'ascia possente ed evidentemente pesante. - Nakamura Kito- disse infine una ragazza, identica ad Akizawa, il suo gemello. - Perfetto! e ora mi presento io! mi chiamo Akame Higawara!- esclamai, indicandomi con un grande sorriso. Il gruppetto si fermò, e si voltò a guardarmi sbalordito. - Che c'è? Anche io ho un nome, in fondo sono una persona no?- chiesi sarcastica, scoppiando a ridere. Mi ignorarono e tornarono a concentrarsi sul loro cammino.

Dopo  mezz'ora arrivammo ad un posto di guardia, con un mini esercito ai suoi piedi. Non sapevo che cosa pensare, era strano vedere così tanti soldati in un unico posto di ronda. Socchiusi gli occhi, e notai un semplice dettaglio che mi fece sobbalzare: un piccolo solo si stagliava sulle spalle destre dei soldati. - La Compagnia del Sole- sussurrai, appoggiando una mano sulla katana, preparandomi a sfoderarla. Raggiungemmo il tenente della Compagni del Sole, ci portammo tutti la mano sulla fronte, salutandolo formalmente. - Signore, posso chiederle perché ci ha convocati con tanta fretta?- chiesi, facendomi avanti. Sia il tenente che la mia squadra mi guardarono male e per poco, mi sembrò che anche la Compagnia del Sole stesse per esprimere il suo disappunto verso la mia scemenza. - E tu chi saresti? l'ultima volta che ho richiesto l'aiuto della squadra d'Elite della Compagnia della Luna tu non c'eri- osservò. "Dei, non credevo che esistessero dei geni nella Compagnia del Sole, una vera sorpresa" pensai, trattenendomi dal dirlo - Esatto, mi hanno reclutata giusto ieri- risposi, sorridendo. Mi guardo sbalordito e mi accorsi del fatto che ero nella squadra d'Elite da un giorno scarso. - Ma... ma chi puoi mai essere per essere riuscita ad entrare nell'Elite in un giorno?! i nostri uomini si addestrano per anni e anni solo per riuscire ad entrare nell'esercito, figuriamoci per entrare nell'Esercito Demoniaco!- esclamò, prendendomi per il colletto della giacca. Ridacchiai, ruotai su me stessa e salii sulle spalle del tenente, rimanendo in equilibro sulla penta dei piedi. - Come osi?! io sono il tenente della Compagnia del Sole!- alzò le braccia per afferrarmi, ma saltai, facendogli di perdere l'equilibrio. Atterrai sul cemento, senza fare il minimo rumore, e sfoderai la mia katana, puntandogliela sul collo. Vidi una goccia di sudore scendergli lungo la tempia. Rinfoderai la katana e mi inginocchiai al suo fianco - Mi chiamo Akame Higawara, ma tutti preferiscono chiamarmi Morte Rossa- mi alzai e gli porsi una mano, aiutandolo ad alzarsi, nonostante non dovessi riuscirci, visti i muscoli del tenente e il mio figurino esile. Mi guardai intorno e vidi che l'intero esercito ci stava osservando. - Mi scusi signore, le ho fatto fare una figuraccia, la prossima volta prometto di comportarmi come si deve- dissi, facendo per tornare in fondo alla fila. Improvvisamente sentii un rumore, mi voltai verso di esso, rimasi immobile per un secondo, immobilizzata dal terrore, poi scattai in mezzo alla nebbia. - Oh no, dimmi che non dobbiamo seppellire un altro cadavere, ti prego, dimmi che arriveremo in tempo- disse Muishiro, confondendo la squadra e correndomi dietro. 

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