9 - Paura e amore: mi aiuti a cercare Smartie?

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Benjamin

Durante quelle tre settimane di recuper,o Federico divenne il centro del mio mondo e anche di quello di Jes: ringraziavo ogni notte di poterlo stringere ancora a me e ogni mattino che ci svegliava con i suoi raggi caldi; aver rischiato di perderlo era stato devastante e non ero ancora riuscito ad avere un incontro con Chris Nolan, il ragazzo che aveva investito Federico; ero troppo arrabbiato per farlo.

Sapevo di essere irragionevole, ma conoscendomi sarei partito in quarta e invece volevo capire i motivi che c'erano stati dietro a quel gesto così stupido; però, per farlo davvero, avrei dovuto assicurarmi che Fede stesse bene e anche di tenere sotto controllo le mie emozioni. La mia priorità era stata il suo recupero, tuttavia, mi ero già mosso: attraverso alcuni amici che avevo nella polizia, ero venuto a conoscenza della situazione che stava vivendo Chris e quello che avevo scoperto mi aveva stretto il cuore.

La sua famiglia era il classico esempio che nessuno avrebbe mai voluto avere, con tanto di madre assente e padre drogato; la miccia della discussione era nata dal fatto che proprio quest'ultimo avesse venduto il suo cane per procurarsi una dose di cocaina.

Una volta tornato a casa da scuola, Chris non aveva trovato Smartie ad attenderlo e non ci aveva messo molto a capire che qualcosa non andava; quando aveva scoperto quello che il genitore aveva fatto era esploso per poi salire in macchina per cercare il suo migliore amico.

Non appena aveva visto Federico con Mr. Beagles aveva pensato di averlo trovato - visto che Smartie era la copia esatta del nostro golden - ma nella foga di avvicinarsi aveva perso il controllo dell'auto, investendo Federico.

Chris era stato tolto ai suoi genitori per essere inserito in una casa famiglia, con un programma di recupero con lavori sociali. Non sarebbe stato facile per un ragazzo della sua età adattarsi a un ambiente del genere; per di più senza il suo migliore amico.

Sempre seguendo il cuore avevo incaricato un investigatore privato di cercare Smartie, ma fino a quel momento non avevo ricevuto nessuna notizia: sapevo che il mio comportamento poteva sembrare quello di un pazzo ma una piccola, piccolissima parte di me, voleva aiutare Chris.

Dio... che problemi avevo?!

Federico, del tutto ignaro di quelle riflessioni, grazie alle nostre cure si stava lentamente riprendendo ma sia io che Jes eravamo sempre riluttanti a separarci da lui. Nostro figlio si era dimostrato molto maturo per un ragazzino della sua età, ma la notte non si separava mai da noi, soprattutto da Fede: pur stando attento a non toccargli la ferita sul fianco Jes si addormentava solo stretto a lui e viceversa.

Alla fine la cura di tutto era proprio quello, l'Amore.

Dopo essermi assicurato che Federico avesse tutto quello che gli serviva - e aver riso di fronte alle sue minacce affinché lo lasciassi respirare - ero uscito per fare delle commissioni che non potevano essere rimandate. Ovviamente avevo avvisato Haz e Lou di passare a trovare Federico e i miei amici mi avevano mandato un selfie che ritraeva un Federico decisamente imbronciato: rivoleva la sua indipendenza!

Anche Jes sembrava aver capito che le cose erano tornate alla normalità, ed era tornato a sorridere più spesso; anche la presenza di Kim leva aiutato. Quei due mi ricordavano molto me e Federico da ragazzini; avevano lo stesso tipo di rapporto esclusivo che anch'io avevo avuto con Fede e quando erano insieme tutto il resto scompariva: avevo perso il conto di quante volte li avevo beccati a rincorrersi nel nostro giardino e a ridere spensierati, tutto quello però prima dell'incidente di Federico.

Dopo c'erano state le chiamate di un'ora, tinte di molti "Grazie di esserci." e "Anch'io ti voglio bene." che mi avevano fatto sorridere nonostante la preoccupazione. Sia Lou che Haz avevano notato quel legame ma si erano ben guardati dal parlarne con Kim; se Jes era titubante ad aprirsi, Kim era assolutamente muto con loro.

La giornata passò molto velocemente - tra fornitori, conti e caffè presi di corsa - ma al mio rientro a casa tutto quello era scomparso come per magia: appena inserita la chiave nella toppa mi preparai a ricevere le solite feste di Mr. Beagles, ma tutto quello che vidi fu solo Federico vestito con un paio di pantaloni in pelle e una camicia di seta, nera come il peccato.

"Che succede? Dov'è Jes?"

Illuminato dalla luce soffusa di mille candele, Federico sembrava un angelo anche se aveva lo sguardo di un piccolo diavolo tentatore.
"Oh, stasera siamo solo noi due visto che Jes dorme da Kim: bentornato amore, perché non ti siedi e ti rilassi?" mi aveva chiesto prima di sfilarmi la giacca e tirarmi per la cravatta.

"Mh... mi sono forse perso qualcosa, Fede?"
In realtà sapevo benissimo che quel giorno era il nostro anniversario di matrimonio, ma l'incidente che l'aveva coinvolto aveva messo tutto in secondo piano; anche il viaggio alle Hawaii che gli avevo regalato.

"Stai scherzando vero Benjamin?! È il nostro..."

Un piccolo bacio a stampo, che sapeva di amore e promesse, gli aveva accarezzato le labbra. "Vuoi che non lo sappia amore? Non potrei mai scordarmi di quando mi hai detto di sì otto anni fa; ma non serviva tutto questo Fede. Il mio regalo più grande è che tu sia ancora vivo." gli avevo detto emozionato per poi stringerlo tra le mie braccia "Se ti fosse successo qualcosa di serio non avrei retto; sei tutto per me."

"Shh..." aveva sussurrato il mio compagno mettendomi un dito sulle labbra "È andato tutto bene invece; sono qui con te e ti sto stringendo, vedi?" mi aveva chiesto, prima di accarezzarmi la schiena e intrufolare le dita tra le mie ciocche scure. Il suo tocco sciolse altri nodi di paura, che avevano composto quei ventun giorni fatti di incubi notturni e paranoie quotidiane: per stargli più vicino avevo addirittura trasferito il mio ufficio a casa, delegando tutto il resto ai miei collaboratori.

Quella situazione era andata avanti per una settimana, fino a quando una notte Federico non mi aveva tenuto sveglio, per chiacchierare e far salire in superficie tutte le mie paure: dopo avermi fatto sfogare, si era impuntato affinché tornassi alla mia vita di sempre, insistendo sul fatto che quella situazione anomala non faceva bene a nessuno di noi, Jes compreso.

Nostro figlio, grazie all'aiuto di Kim, si era rivelato molto più maturo di me e aveva gestito il recupero di Federico alla grande, assistendolo come un piccolo dottore, senza mai perderlo di vista: che avevamo fatto per meritarci quel piccolo angelo? Solo quando Federico aveva ricominciato a muoversi da solo e a preparargli la colazione Jes si era rilassato, ma le nostre giornate continuavano a finire solo in un unico modo: Federico che dormiva di lato per non appoggiarsi sul fianco ferito; io che lo abbracciavo da dietro e Jes che lo teneva stretto per la vita per poi addormentarsi con la fronte sul suo petto.

Anche Scottie e Mr. Beagles sembravano aver capito la situazione; spesso salivano sul letto per poi accoccolarsi ai piedi di Federico. Tutti noi avevamo creato una rete d'amore dentro la quale mio marito si era lentamente ripreso, non avremmo mai smesso di amarlo.

"Benjamin dove sei andato? Torna qui con me tesoro." Incapace di dire qualcosa mi ero limitato a stringerlo a mia volta per poi strofinare il naso contro il suo collo e i lividi che da bluastri già stavano diventando gialli. "Tre settimane fa, prima del mio incidente, ti avevo detto che avrei cucinato per te amore: come ben sai mantengo sempre le mie promesse." aveva argomentato indicando il tavolo al centro della sala.

Prima che potessi dire qualcosa, Federico mi spinse su una sedia per salirmi a cavalcioni sul bacino, seppur con qualche piccola difficoltà. "Tesoro sei certo di star bene?" gli avevo chiesto per poi sfiorargli con attenzione il fianco ferito "Il medico ha detto che dovresti riposare, sai?"

"Il medico, Benjamin, mi ha visitato stamani mattina, proprio quando Haz e Lou sono andati via."

Quell'informazione mi aveva fatto sgranare gli occhi. "Cosa?! E con chi sei andato?!" avevo esclamato preoccupato, ma lo sguardo divertito di mio marito aveva in parte disinnescato il panico.

"È venuto qui mentre eri al lavoro Ben; ok che sto meglio ma non sono così incosciente! Comunque ha detto che sto più che bene per uno che è stato investito da un'auto. Ora, champagne?"

Decidendo di godermi il momento, avevo annuito: dopo otto anni di matrimonio, discussioni, incidenti e magia io e Federico eravamo ancora lì, più uniti che mai, intenti a vivere il nostro sogno. "Quando Mr. Beagles è tornato da solo e ha iniziato ad abbaiare tirandomi per i pantaloni del pigiama ho subito capito che doveva esserti successo qualcosa amore; ma vederti inerme sull'asfalto mi ha davvero tolto dieci anni di vita Fede."

Con lo sguardo più lucido Federico, mi aveva baciato con dolcezza a occhi aperti, come per non perderei nulla di me. "Ne abbiamo già parlato Ben, ma forse non ti ho detto che quando ho visto quell'auto perdere il controllo e venirci addosso, il mio ultimo pensiero è volato a te e al fatto che non avrei mai visto Jes crescere, laurearsi e sposarsi." mi aveva confessato con un filo di voce "Ma poi in ospedale ho riaperto gli occhi e tu eri lì, seduto vicino a me, intento a minacciarmi e a dirmi che se non mi fossi svegliato, avresti dipinto la casa di verde, quando sai che odio quel colore."

"Federico..."

"È per te e Jes che sono sopravvissuto, sai?"

"Non dire queste cose, non voglio sentirle." l'avevo pregato, il mio cuore stretto in una morsa di paura. "Invece le dico, inoltre c'è anche un'altra cosa che non sai."

"Di che parli amore?"
Un lungo sguardo serio mi aveva trafitto.
"Del fatto che è grazie a Zayn se sono sempre vivo. Mentre combattevo tra la vita e la morte, mi è apparso davanti: ti rendi conto che mi ha urlato che nessuno avrebbe rovinato il suo incantesimo? Che non si era dato tanto da fare per vedermi morire a soli ventisei anni? Credo mi abbia anche dato uno scappellotto dietro la nuca, ma di questo non ne sono certo." mi aveva confidato con un sorriso complice, mentre la mia anima veniva stravolta da un moto di gratitudine per quel mago da strapazzo "Tutto quello che so è che dopo la sua lavata di testa ho ripreso coscienza e ti ho stretto la mano amore."

"Se tu fossi morto Fede credo che una parte di me ti avrebbe seguito sai? Non posso nemmeno pensare a vivere una vita senza di te."

"E allora non farlo Ben: amami e festeggiamo questo ottavo anno insieme; con tutti i pro e contro che ha."
Con dolcezza mi aveva allungato un flûte pieno di bollicine, per avvicinare il suo e far tintinnare il cristallo.

"Sai che ti dico? Hai ragione Fede, abbiamo tutta la serata per essere felici, tutta la vita."

"Esatto amore." Non appena le prime bollicine mi erano scivolate sulla lingua Federico aveva unito il suo sapore a quello dello champagne, creando un bacio che definire infuocato sarebbe stato riduttivo. Pur attraversato dal desiderio di sbatterlo sul tavolo alle sue spalle e farlo mio, avevo resistito: erano tre settimane che non facevamo l'amore e sapevo che quella sera sarebbe successo, ma avrei usato ogni grammo di autocontrollo che avevo perché farlo star bene era la mia unica priorità.

"Sei la cosa migliore che la vita potesse regalarmi Fede: ti amo." gli avevo sussurrato perdendomi nei suoi occhi azzurri, in quel momento splendenti come due zaffiri.
"E tu Benjamin sei e resterai per sempre il mio migliore amico, l'unica persona che mi ha davvero visto in tutte le mie sfumature e l'unica che mi ha regalato la gioia più grande che potessi volere: una famiglia." aveva sussurrato chiaramente emozionato "Tu, Jes, Scottie e Mr. Beagles siete tutto quello di cui ho bisogno ma nel mio cuore c'è posto per altri due o tre bambini: amo vederti in versione papà sexy."

"Due o tre Fede?! Ma non eravamo rimasti a uno oltre Jes?"

Un'occhiata penetrante mi aveva fatto capire che qualcosa doveva essere cambiato nel suo cuore.
"Vederti passare davanti la vita ti cambia prospettiva e ti fa capire quali sono le cose che davvero vuoi." aveva risposto con voce tremante confermando le mie teorie "In fondo avevamo anche detto di costruire un'ala in più nella casa; direi che due camere da letto ci starebbero bene sai?"

La sua domanda era stato l'accento rosa di quella serata inaspettata e unica. "Benissimo, direi." avevo concordato con il petto riscaldato dall'amore che sentivo per lui, prima di sorridere, abbracciarlo stretto e baciarlo. "Ma c'è anche un'altra cosa che devo dirti Fede."

"Sai che puoi parlarmi di tutto amore, che c'è?" Attingendo a tutto il coraggio che possedevo gli avevo detto di Chris, e di quello che avevo scoperto senza tralasciare nessun dettaglio. "Adesso sai tutto, ma sappi che non farò nulla se non vuoi: vorrei solo strozzare Chris perché ti ha investito, ma se fossi stato nella sua situazione forse avrei reagito allo stesso modo." gli avevo sussurrato con sincerità "Però se tu non te la senti di..."

"Non dire cazzate Benjamin, sai già che aiuteremo Chris." aveva risposto stupendomi di nuovo "È troppo facile vivere nel risentimento e incolpare le persone. Sia chiaro, non mi ha fatto piacere essere finito in ospedale, ma voglio conoscere Chris e capire se possiamo fare qualcosa per lui e per Smartie. Non posso credere alla crudeltà che hanno certe persone! Come si può arrivare a vendere il proprio cane per una dose di droga? Sono d'accordo con te, se fosse successo a me, avrei gelato l'Inferno! Ti prego, dimmi che ti sei già attivato per cercarlo e che in settimana andremo a trovare Chris! Voglio trarre il meglio da ogni esperienza e se questo significa guardare in faccia ciò che mi ha ferito, beh, lo farò."

Quell'accorato discorso mi aveva colpito dritto in mezzo al petto; baciarlo con amore era stato istintivo. "Tu, Federico, sei fantastico, prima o poi mi farai impazzire; ne sono certo!"

"Beh, se è per quello, conto di farlo per il resto della mia vita."

"Guarda che l'hai detto e che ho dei testimoni amore." gli avevo risposto ammiccando verso Mr. Beagles e Scottie, che ci osservavano curiosi dalla cuccia.

"Sottoscrivo tutto, dove vuoi che firmi tesoro?" mi aveva sussurrato contro pelle con le mani già sotto il mio maglione.
"Dove vuoi Fede, comunque domani mattina chiamerò per fissare un appuntamento per vedere Chris, ma per Smartie non ho ancora saputo nulla: spero di riuscire a trovarlo però ho seri dubbi che accada. Quando gli animali vengono venduti come scambio di droga, solitamente non fanno una bella fine, inoltre sono già passate tre settimane..."

"Tu credi nei miracoli Ben?"
La domanda del mio compagno mi aveva fatto scrutare i suoi occhi azzurri e poi annuire. "Certo, ne stringo uno proprio adesso."

"Bene allora se vuoi che Smartie venga ritrovato devi crederci! E comunque abbiamo anche Zayn dalla nostra parte." aveva argomentato regalandomi un sorriso furbo.

"Zayn? Non capisco come possa aiutarci." gli avevo risposto senza smettere di toccarlo.

"Io invece credo di aver trovato un modo, ma lo contatterò domani mattina perché adesso ho altri programmi per te."

Attraversato dal un'ondata di desiderio, avevo lasciato che mi schiudesse le labbra per poi incontrare la sua lingua e mugolare eccitato.

"Non vedo l'ora di scoprirli."

Angolo Autrice:

Continuo?

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