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HERMIONE

Sono davanti alla porta della Sala Grande. È stano rientrarci dopo mesi, per lo più nel giorno del ringraziamento. Mi ricordo di come Ron si divorava il pollo ogni volta, e io gli cedevo il mio per non vederlo svenire dalla fame (dopo che LUI aveva finito tutto quello sul tavolo).
Morivamo dalle risate ogni volta, dimenticandoci i veri problemi. Siamo stati costretti a salvare il mondo magico e non pensavamo ad altro che divertirci come pazzi nei mesi prima.

Rimango con la fonte poggiata sulla grande porta in legno secolare per tanto tempo a pensare ai ricordi.
Gli occhi cominciano a pizzicarmi e una o due lacrime scendono sulle guance, bagnando anche la porta.
<Hei Hermione...... Hermione che succede?> mi chiede una voce molto familiare.
<Luna, stai tranquilla. Sto bene. Tu entra e non pensare al fatto che sto qui.>
<Vorrei entrare. Ma mi ostruisci la via.> ribatte lei.
Perciò mi giro verso di lei ed alzo gli occhi al cielo.
<È vero. Scusa.>
<Luna entriamo?> chiede una terza voce.<Hermione! Stai.... bene? Forse sei ancora scioccata per Harry e gli altri.... anch'io sto una pezza come te. Persone con cui abbiamo condiviso momenti felici. Magari ci siamo arrabbiati, poi abbiamo fatto pace eccetera eccetera. Ma sono momenti che rimangono e ricordati.>
Neville si è allungato molto nel discorso e io non ce la posso fare a sentire altro.

<Sentite, facciamo così. Entriamo e basta. Non parliamo di amici e ricordi. Ne ho abbastanza. Ora voglio solo vivere nel presente.> affermo io, interrompendolo.
Perciò entriamo nella Sala Grande sotto gli occhi di tutti che mi guardano. I ragazzi bisbigliano ai compagni accanto e gli occhi mi si stanno diventando di nuovo rossi. Ma non posso scoppiare a piangere davanti a tutti.
<Hermione....> mi sussurra Luna.
Io continuo a guardare il tavolo dei Grifoni privo dei miei amici.
Dopo aver visto quel vuoto non riesco ad proseguire. È triste. Quel tavolo senza loro.
<Hermione.....> sussurra ora Neville squotendomi la spalla.
Ma corro via, presa dal dolore.
Quando sono davanti al portone mi fermo, nella posizione in cui ero un minuto prima.

<Hermione.> dice questa volta un'altra voce, appartenente alla stessa persona che mi mette una mano sulla spalla.
<Greengrass. Che vuoi.> chiedo acida io, alla più piccola delle sorelle.
<Vieni, non sopporto vederti piangere.>
La sua frase mi fa sorridere.
<A quanto sento, avete tanto in comune tu e Draco.>
Mi giro verso la bruna, e vedo che invece lei ha invece un'espressione triste sul volto, persa nel vuoto. Poi Astoria strizza gli occhi, riprendendosi, e mi prende per un polso, trascinandomi al tavolo dei Serpeverde.

Lì ci sono tanti ragazzi che conosco e che fino a poco tempo fa odiavo e loro odiavano me. Ora sono qui che mi guardano sorridenti. Non so se lo fanno per compassione o perchè li sono simpatica.
L'unica a guardarmi con gli occhi stretti e pieni di rabbia e stretti a fessure è la Parkinson, seduta in disparte.
<In che mondo viviamo ora, se una Sanguesporco si siede al nostro tavolo? Per di più Grifondoro!>
Alla parola 'Sanguesporco', la Boulstrode si gira verso Pansy, ricambiandole il suo odio.
<Ti ricordo, che anch'io sono come lei. E ne sono fiera, perchè così non sono come te.> ribatte lei.<Hermione.> dice ora guardando verso di me.<Siediti qui, stai tranquilla. La morte di Potter e quello che è successo a Draco è stato uno scandalo per tutti noi, ma a te per prima. Eri la migliore amica del ragazzo sopravvissuto e la..... fidanzata, se dobbiamo dirla tutta, di Draco. Se fossi stata in te, non mi sarei sentita più coinvolta di ora.>
Mi sono fermata alle due parole 'ragazzo sopravvissuto'. Era il ragazzo sopravvissuto. Sopravvissuto all'Anatema che Uccide e non si è saputo difendere in quel momento.
Nel momento in cui è caduto dalle mie braccia. Ero così spaventata.... sono addirittura svenuta dalla paura. Ma a chi non sarebbe successo?

Non ho visto chi era dietro di lui, perciò deve aver usato il mantello dell'invisibilità, ed è per questo che non lo trovo da tanto tempo, assieme alla Giratempo. Quindi se troviamo il mantello potremmo.....
<Ragazzi.> dico io, attirando di nuovo gli sguardi su di me, ancora in piedi.<Chi di voi studia babbanologia?>
Le mani di Millicent e di qualcun'altro  si alzano.
<A che ti serve?> mi chiede proprio lei.

Io faccio un ghigno soddisfatto.<Impronte digitali.>
<Come scusa?> chiede questa volta Pansy, con occhi sgranati.
<Che c'è, Parkinson? Il fatto di usare delle strumentazioni  babbane per capire chi ha usato il mantello non ti va giù, eh?> le chiedo retoricamente io, continuando a ghignare.
<Lasciamo stare Pansy che è particolare, ma a che ti serve precisamente? E cosa sono, soprattutto?> mi domanda Astoria.

<Sono le impronte che ognuno di noi lascia su un determinato oggetto ed ogni impronta è diversa per ogni persona. Scoprendo a chi appartengono potremmo capire chi è l'artefice di tutto, visto che chi ha usato il mantello dell'invisibilità lo avrà fatto per uccidere Harry, dato il fatto che anche stando vicino a lui non ho visto nessuno avvicinarsi.>
<È una bella trovata, ma il mantello, se l'hanno rubato, come facciamo a rintracciarlo?> chiede questa volta Daphne.
<A questo c'è Draco.>

Flashback

<Ti ricordi di quando eravamo bambini? E quei tre del Golden Trio che erano inseparabili? Bene, siamo noi. Lo siamo sempre stati e lo saremo sempre.>
Disse Harry, guardando gli occhi della sua amica diventare lucidi per la felicità. Erano i biblioteca.
Sentirono un rumore improvviso proveniente dal reparto oscuro. Hermione si avvicinò alla porta di esso ed oltre vide un libro per terra.
Ne riuscì a leggere il titolo: Incantesimi, come produrli.
Pensò di aver letto male e tentò di avvicinarsi di più. Ma Harry le prese un braccio e la trascinò via. L'unica cosa che vide nella penombra furono delle scintille provenienti da degli occhi ghiaccio, che le fecero venire i brividi alla schiena.

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