6- Lex Luthor

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«Sono a casa» annuncio chiudendo la porta alle mie spalle ma con mia grande sorpresa non ricevo risposta. Mi addentro nel piccolo salotto e di mio padre non c'è traccia. Deve essere uscito.

D'istinto un sorriso spontaneo si forma sul mio viso, sono sola. Appoggio la borsa ai piedi del divano e mi dirigo in cucina. Apro il frigo e prendo il succo all'ananas. Il mio prefetito, me ne riempio un bicchiere e mi appoggio al bancone sorsandolo.

Il mio cellulare vibra e lo prendo con la mano libera, è Blivius. Rispondo subito «Pantera rosa.»

«Aly sei a casa?»

«Sì» prendo un altro sorso dal mio succo.

«Lui è con te?» la sua voce esce a stento.

«No, non è in casa» lo sento rilasciare l'aria che sicuramente stava trattenendo. Mi mordo le labbra e sospiro in modo pesante. Che vita faticosa la mia.

«Com'è andata a scuola?» Bliv cambia argomento e io inizio a raccontargli tutto ciò che è successo, ovviamente evitando le piccole parti in cui Davor mi ha parlato. Infondo a lui cosa importa. Quando gli parlo di Resie e di quanto abbia parlato scoppia a ridere, dicendo che lui è così e che non cambierà mai. A Resie piace parlare di se stesso. Praticamente il contrario di me, io odio parlare di me, della mia vita e di qualsiasi cosa mi riguardi.

Sono occupata a ridere come ogni volta che mi trovo in una conversazione con Blivius quando sento la porta di casa sbattere e mio padre fare il suo ingresso in cucina.

«Sei qui» prorompe «Dove sei stata tutta la notte, con chi sei stata? Devo per caso ricordarti tu a chi appartieni?» non urla ma la sua voce esce dura e Blivius la sente perfettamente dall'altro capo del telefono.

«Aly va tutto bene?» chiede anche se già sa la risposta.

«Ci vediamo domani a scuola» riesco a dire con voce bassa prima di chiudere la chiamata. Intanto mio padre si è avvicinato a me in modo pericoloso «Papà» provo a dire ma lui ha già preso il mio viso tra le sue mani, stringe la presa e punta i suoi occhi nei miei «Non voglio ripeterlo ancora, dove sei stata?»

«Ho dormito a casa di Blivius» il mio corpo inizia a tremare e io non riesco a fermarlo.

«Non mi piace quel ragazzo, non voglio lo frequenti più» mi lascia e si allontana da me.

Mi alzo di sbotto e lo seguo in salone, chi si crede di essere per decidere lui al posto mio chi posso o non posso frequentare «Io non smetterò mai di vedere Blivius, è il mio migliore amico» urlo e lui si ferma restando immobile.

«Come hai detto?» i suoi occhi sono scuri e buii, la paura mi invade ma provo a farmi coraggio, stringo i pugni e urlo ancora «Ho detto che mai smetterò di vedere Blivius» lo vedo socchiudere gli occhi, il suo respiro si fa irregolare, so cosa sta per succedere ed è per questo che senza pensarci due volte corro, salgo su per le scale il più velocemente possibile mentre sento mio padre imprecare dietro di me. Arrivo in camera e chiudo la porta a chiavi.

«Allyson apri questa cazzo di porta» urla mentre da pugni alla mia porta. La sfonderà, sono sicura che la sfonderà. Con tutta la forza che ho provo a spostare il comò che ho in camera e lo posiziono davanti alla porta. Mi siedo per terra e piango mentre mio padre urla ancora, piango perché non ne posso più. Io non voglio vivere più così.

Appoggio le mani sul viso bagnato, le urla pian piano si abbassano, fino a parlare con finto tono calmo «Allyson tesoro, puoi aprire la porta? Papà non ti farà niente» il mio cellulare riprende a vibrare, è di nuovo Blivius. Rispondo con voce tremante e con le lacrime che scendono ancora.

«Bliv.»

«Aly come va?» non rispondo ma un sighiozzo si espande nell'aria. «Ti ha fatto qualcosa? Dove sei?» sento che è agitato.

«Non mi ha fatto niente mi sono chiusa in camera» provo a dire tra un singhiozzo e l'altro.

«Allyson porca puttana, apri questa cazzo di porta» urla mio padre.

«È lui?» chiede Bliv mentre lo sento trafficare con qualcosa.

«Sì» la mia voce è debole.

«Tranquilla, ora arrivo» annuisco restando al telefono con lui. Sento il motore dell'auto, sento la sua voce dolce che prova a tranquillizzarmi per tutto il tempo, fino a quando non mi annuncia di essere fuori casa mia, nel giardino sul retro. Mi alzo da terra e mi avvicino alla finestra, Blivius è di sotto che mi sorride.

Mio padre non parla più, i pugni alla porta sono cessati ma io lo stesso non apro la porta. Apro la finestra e piano provo a scendere con l'aiuto della grande quercia situata nel mio giardino.

«Aly fai attenzione» Bliv sussurra per non farsi sentire da mio padre, una volta giù sento le sue braccia avvolgermi in un abbraccio e io ricomincio a piangere «Shh, ora ci sono io con te» mi sfiora i capelli e mi porta verso la sua auto, entriamo in essa e Bliv parte portandomi lontana da quella casa che non sento per niente mia.

🌷

«Il trucco è saperlo preparare. Non bisogna mai usare l'acqua del rubinetto, mai» annuncia Ted mentre mette un bollitore sul fuoco. Mi sta spiegando come si prepara il tè, come se io non lo sapessi, come se ci volesse un genio per prepararlo. «Chiaro Aly?» annuisco e sforzo un sorriso.

«Theodore Gibson lasciala in pace una buona volta» Lexar lo richiama in modo teatrale e iniziano le loro soliti commedie che a me fanno ridere tantissimo.

«Mi hai chiamato davvero Theodore?»

«È il tuo nome o sbaglio?»

«Il mio nome è Ted carissimo Lex Luthor» Lexar d'istinto appoggia una mano sui suoi folti capelli scuri e io scoppio a ridere.

«I miei adorati capelli» guardo confusa Blivius, cosa c'entrano i suoi capelli?

Bliv alza gli occhi al cielo «Praticamente Ted ogni qualvolta che lo chiama Lex Luthor gli augura di perdere tutti i capelli e di restare calvo come 'appunto' Lex Luthor» mi batto una mano sul viso mentre Blivius alza le spalle.

Dopo altri svariati insulti da parte di Lexar del tipo: 'cespuglio' 'tisana vivente' e altri da Ted 'puffo' 'brontolo' i due la smettono di discutere ed escono a comprare una pizza per cena.

Molto più rilassata rispetto a qualche ora fa mi accomodo sul divano e Bliv si siede al mio fianco, i suoi occhi si appoggiano sulla mia figura e la sua mano sfiora la mia «Vuoi dirmi cosa è successo?» mi chiede con premura.

«Era arrabbiato per ieri sera perché non sono tornata a casa, poi ha detto che dovevo smettere di vederti e io ho reagito» stringe gli occhi non capendo.

«Perché dovresti smettere di vedermi?»

«Ha detto che non gli piaci...»

«...Be' neanche lui piace a me» mi interrompe.

«In ogni modo mi sono arrabbiata e gli ho detto che io non smetterò mai di vederti e lui si è arrabbiato ancora di più, così sono corsa di sopra e mi sono chiusa in camera... Sai il resto» i suoi occhi mi guardano in modo strano, come mai prima d'ora, mi attira a sè e mi stringe forte sul suo petto. Mi lascio cullare dalla sua presa e chiudo gli occhi.

«Starai qui per qualche giorno» annuncia poi lasciandomi andare.

«Non voglio disturbare.»

«Aly smettila di sparare stronzate. I ragazzi ti adorano» mi sorride e annuisco felice di poter stare tranquilla almeno per qualche giorno.

🌷

«Sapete dirmi cosa diceva William Shakespeare sul dolore?» il professor Murphy ci guarda uno ad uno. Il primo ad alzare la mano è Josh Dowson, il nerd della classe. È insopportabile, non perché sia un nerd, ma perché si crede un Dio.

«Che tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano» il professore annuisce.

«Giusto ma non è questa frase che voglio analizzare, qualcun'altro?» riesco a vedere il viso di Josh contrariarsi e Bliv si volta verso me con un ghigno. Che scemo.

Judie alza la mano, una ragazza gentile e solitaria, quasi quanto me «Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l'animo può superare molte sofferenze» il prof annuisce ma chiede ancora.

C'è una frase che mi ripeto spesso in testa di Shakespeare sul dolore ma non sono sicura di volerla dire, sono sempre stata nel mio angolino senza rispondere mai ad una lezione, non mi piace essere notata.

«Mi dica signorina Sparkle» la voce del professore mi riporta alla realtà e solo allora mi rendo conto che il mio braccio è alzato. Lo abbasso velocemente e sento gli occhi di tutti puntati su di me.

«Ehm -boccheggio in imbarazzo- una frase che mi ha colpita molto di Shakespeare sul dolore è: Date parole al vostro dolore, altrimenti il vostro cuore si spezza» il prof sorride.

«Esatto signorina Sparkle è esattamente questa la frase che voglio analizzare oggi. Mi dica perché a lei ha colpito?»

«Perché ho sperimentato io stessa che è esattamente così. Se non si parla del proprio dolore, se lo si tiene dentro, per se stessi si riesce a sentire perfettamente il proprio cuore spezzarsi. E solo una volta averne parlato il cuore sembra ritornare insieme» il professore annuisce e inizia la sua tesi. Blivius si volta verso me e accenna un sorriso, forse perché è felice che io abbia finalmente espresso per la prima volta in vita mia un opinione o solo perché sa che è solo grazie a lui che il mio cuore non è andato in pezzi.

Ma quando sposta i suoi occhi da me, un altro sguardo sento su di me, uno sguardo diverso da quello del mio amico, uno sguardo quasi curioso ed è quello di Davor. È seduto nella fila accanto alla mia, i suoi occhi sono fissi su di me e mi guarda come se mi stesse leggendo dentro, ma come nota il mio sguardo su di lui, presta la sua attenzione al professore.

La campanella suona, io e i miei amici ci alziamo pronti a scappare, raggiungiamo il cortile nel minor tempo possibile e una volta all'esterno Resie si accende immediatamente una sigaretta «Ora si che va meglio» annuncia dopo averne preso un tiro. Alzo gli occhi al cielo e mi siedo sulla panchina con Blivius al mio fianco.

«Andiamo a casa?» mi sussurra all'orecchio.

«Veramente io volevo andare in biblioteca, poi ti raggiungo a casa ok?» mi alzo e lui annuisce incerto.

«Sei sicura?»

«Bliv non sono una bambina» sospira in modo pesante ma mi lascia andare. Saluto anche Resie e mi dirigo alla biblioteca poco distante da scuola.

Quando entro in essa ispiro il profumo dei libri e sorrido felice, mi dirigo nel reparto dei grandi classici e cerco uno dei libri che amo di più. Il ritratto di Dorian Gray.

Passo le dita su ogni libro ma di esso non c'è traccia, annoiata ne prendo uno a caso e mi siedo ad un tavolo libero. Sono pronta a leggere ma poi noto che di fronte a me è seduto un ragazzo e che ha tra le mani il mio libro. E il ragazzo è Davor. Ma possibile che me lo ritrovo dappertutto?

Mi alzo e mi siedo al suo stesso tavolo, lui alza lo sguardo dal libro a me e mi guarda scocciato, poi riporta i suoi occhi sul libro e riprende a leggere. Mi schiarisco la gola e lui mi fissa di nuovo.

«Cosa vuoi?»

«Stai leggendo il mio libro» dico ovvia.

«Come scusa?» alza un sopracciglio e trattiene un sorriso.

«Lo stavo leggendo io.»

«Ed ora lo sto leggendo io» annuncia e riprende la lettura. Sbuffo sonoramente e mi alzo ritornando al mio tavolo, leggo un libro di cui non capisco nulla dato che in realtà non sto prestando attenzione. Ma continuo a buttare occhiate al moro.

Dopo diverse ore lo vedo alzarsi e avvicinarsi a me, così fingo di essere nel bel mezzo della lettura, lui mi si ferma davanti e la sua voce arriva alle mie orecchie «Ora è tutto tuo» lo appoggia sul tavolo e io lo guardo.

Non lo ringrazio, semplicemente annuisco e riconcentro la mia attenzione sul libro di cui in realtà non ho capito una mazza, ma riesco lo stesso a vedere Davor sedersi al mio fianco. Cosa vuole?

«Ora non mi serve più il libro, devo tornare a casa» non so perché ho detto questo, forse perché non mi piace il fatto che lui si sia seduto al mio fianco. Mi alzo e poso entrambi i libri mentre lui mi segue a ruota.

«Perché mi segui?»

«Ho pensato avessi bisogno di un passaggio» lo guardo stranita, ma è normale?

«Hai pensato male» annuncio uscendo fuori dalla biblioteca ma lui mi prende per mano e mi ferma.

«È notte e non ti lascerò tornare a casa da sola, quindi sali» ordina con voce dura e indica una moto nera alla sua destra.

Io ho già mille problemi ed ora lui si permette di parlarmi in questo modo? Ma è serio? «Non darmi ordini» sbraito.

Alza gli occhi al cielo e poi indica ancora la sua moto, io lo ignoro e mi incammino. Mi dirigo verso casa di Blivius mentre il freddo della sera mi entra nelle ossa. Dopo qualche metro sento il rombo di una moto dietro di me, so che è lui ma continuo a camminare.

«Allyson sali» ordina ancora.

«Non darmi...»

«…Ordini, lo so -sbuffa- Allyson per favore puoi salire così ti accompagno a casa?» non riesco a capire perché si preoccupi così tanto per me e soprattutto perché si ostini così tanto ad accompagnarmi. Ma quando noto un gruppo di uomini poco distanti da noi che mi fissano in modo strano decido di accettare il suo passaggio.

Salgo in sella e evito di reggermi a lui, Davor accelera e mi attacco alla sella, mentre il vento mi scompiglia i capelli, gli indico la strada per andare a casa di Blivius e quando arriviamo lui parcheggia lasciandomi scendere.

«Be', grazie per il passaggio» lui annuisce e lo vedo mordersi le labbra in imbarazzo. «Dico sul serio. Non ci conosciamo, non ci parliamo e il tuo è stato un gesto davvero gentile» sì, forse sono più bipolare di lui.

«Non volevo essere gentile» inarca le sopracciglia e io sto per ribattere ma sento la porta di casa aprirsi rivelando Blivius con una tuta grigia addosso, ma non è solo, dietro di lui sbucano le teste di Ted e Lexar e per di più il riccio ha una fascia rosa tra i capelli. Credo di essere alquanto scioccata.

Riesco a vedere gli occhi di Davor appoggiarsi su ognuno di loro e vedo anche la sua espressione confusa nel vedere Ted con quella fascia rosa fluo in testa.

«Ehm.. Grazie ancora» dico ma lui mi ignora e parte andando via. Confusa mi dirigo dai ragazzi, Bliv mi guarda contrariato ma io punto i miei occhi su Ted e poi su Lexar che alza le spalle come per dirmi "non chiedermi nulla."

Riporto di nuovo il mio sguardo su Ted che intanto sorride aggiustandosi la fascia «Ted perché hai addosso un tutù?»

🌷🌷🌷

SCIAO!

Mi sto rompendo le scatole, non mi metto a dire perché ma sappiate che mi sto annoiando tantissimo e forse anche un po' incazzando. Probabilmente sono più incazzata che annoiata.

Ma veniamo al libro, sto aggiornando spessissimo ne sono consapevole, quindi godetevi questi aggiornamenti perché sicuramente andando avanti ci metterò mesi per farlo, come sempre d'altronde lol.

Allyson è andata a "vivere" per qualche giorno a casa si Blivius, suo padre sta degenerando e lei deve stargli un po' lontano, almeno fino a quando non si calma. Ripeto per l'ennesima volta che Blivius è un personaggio a cui tengo molto, Blivius è l'ancora a cui uno si aggrappa, la mano che appare quando si è a terra crollati. Blivius è importantissimo e spero vi piaccia.

Davor e Aly hanno avuto un altro piccolo momento, lui addirittura si è offerto -anche se preteso forse è la parola più adatta- di portarla a casa, lei dopo svariati no ha detto sì. Cosa ne pensate?

Non so più cosa dire quindi grazie mille perché leggete la mia storia, come sempre siete fantastiche e spero vi stia piacendo.

Instagram: iamsaravincenti

I love you girls❤

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