Capitolo 10: Rapimento 誘拐

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Nelly's point of view.
Gridai dal dolore.
La mia sorellina, Nadhia, era sparita.
Inizialmente ero andata a cercarla per convincerla a venire a cena, ma, non trovandola nella sua camera, l'ho cercata in giardino e negli altri ambienti della casa.
Era stato a quel punto che avevo urlato.
Mio padre, Brunhild e Bryce mi raggiunsero subito.
-Tesoro, cosa è successo?
-Papà, Nadhia non c'è più, non si trova da nessuna parte!
-Oh!- Brunhild si portò le mani alla bocca, facendo finta di condividere la nostra sofferenza.
Bryce rimase con le mani in tasca e non disse nulla.
Feci con la mente il punto della situazione. Bryce era andato a parlare con Nadhia, poi io l'ero andata a cercare in camera sua, poi in camera mia...in camera mia!
Avevo trovato la porta leggermente socchiusa ed io ero certa di averla lasciata chiusa. Inoltre, i fogli su cui stavo portando avanti le ricerche della Zeus erano tutti sparpagliati.
Ora era tutto chiaro. Nadhia stava facendo anche lei delle ricerche a nostra insaputa e sicuramente, impulsiva com'era, si era andata ad infiltrare proprio nella Zeus stessa!
Che terribile disastro!
Avremmo dovuto ritrovarla in fretta.
-Papà, dobbiamo andare alla Zeus.
Bryce spalancò leggermente gli occhi.
Bryce's point of view.
Piano andato in frantumi. La mia sorellastra aveva ormai capito dove poteva essersi cacciata l'altra e così il progetto della Alius Academy che coinvolgeva la Zeus poteva essere scoperto in qualsiasi momento.
Dovevo avvertire Xene, che a sua volta avrebbe dovuto chiamare il padre e avvertirlo di questo inconveniente.
Ci avrebbe pensato poi la Alius Academy. Noi non avremmo lasciato nulla al caso e quella ragazzina avrebbe potuto essere un'ottima risorsa, stando a quanto il signor Schiller continuava a blaterare su di lei. Il rancore agghiacciante ed ignoto che prova verso la sua famiglia poteva essere oscuro ai più ma io lo avevo subito notato. La sua energia, seppur negativa ed ignorata da lei stessa, sarebbe potuta diventare uno strumento per un potere ancora più alto.
Nadhia's point of view.
Aprii piano gli occhi.
Inizialmente, vidi soltanto immagini confuse ma, mano a mano che la vista dei due occhi si sovrapponeva e si schiariva rendendosi più nitida, riuscii a capire meglio dove mi trovavo.
Ero in una stanza dalle pareti nere, con altrettanti mobili e suppellettili dai colori scuri.
Abbassai lo sguardo e mi vidi immersa in un letto scuro dalle trapunte nere.
La festa dei colori, quindi.
Sbattei le palpebre, ritornai alla realtà e con essa mi vennero in mente anche tutti gli episodi che erano successi nell'arco di circa due orette.
La Zeus, l'ufficio, il contratto e...Rey Dark.
Era stato lui.
Mi aveva iniettato qualcosa, potevo sentire il mio braccio destro indolenzito poco più in alto del gomito, ed io mi ero risvegliata contro la mia stessa volontà in quella stanza.
-Stai tranquilla, non ti accadrà nulla di male.
Sussultai. Al centro della stanza, davanti a me, c'era la stessa ragazza che mi aveva sbarrato la strada nell'ufficio di Dark.
-Sei ancora tu? Dimmi dove sono e cosa ci faccio qui!
Tossii, per lo sforzo che mi aveva comportato l'urlare quella frase.
La ragazza si sedette sul letto con aria dolce e sorrise.
-Io sono Inolya Dark(1).
-La figlia di Rey Dark?
-Esatto.
La osservai meglio, studiandola. Aveva un faccino allungato e il naso diritto, con dei bei capelli biondi e lunghissimi che le avvolgevano il corpo fasciando la sua figura minuta e due penetranti pozzi neri come occhi.
-Inolya,spiegami cosa ci faccio qui!
Inolya,sempre con aria serafica, aggiunse:
-Mio padre ti ha portato qui, a casa nostra. Starai da noi per un bel periodo.
Mi alzai immediatamente dal letto, barcollando.
-No, ma cosa sono questi scherzi? Voglio tornare a casa mia,ora!
-Non puoi. È inutile fuggire, alloggerai qui e a volte ti farò compagnia. Abbiamo la stessa età.
-Nessuno mi dice cosa posso e non posso fare! Cosa volete da me?
-Mio padre ha in serbo grandi progetti e, comunque, tu hai messo a repentaglio la sicurezza dell'accordo conciliato tra Alius Academy e Zeus.
La scuola del mio fratellastro e la scuola di Byron.
-Non mi interessa, appena riuscirò a tornare a casa, e stai pur certa che lo farò subito, per voi non ci sarà altro che il carcere. - dissi dura.
Inolya non rispose nulla e, sempre con aria dolce, spalancò il balcone dalle tende nere da dove si intravedeva uno spicchio di luna e le ombre delle guardie personali che, illuminate dal riflesso delle stelle, costellavano l'intero edificio.
-La cena verrà servita tra poco, Nàdhia.
Sospirai. Dovetti giocarmi l'ultima carta.
-Inolya, spiegami una cosa:perché mai obbedisci agli ordini folli di tuo padre? Tu non mi sembri come lui! Dimentichiamoci tutto questo e fammene andare, so che puoi!
Inolya sorrise.
-Nadhia, io amo mio padre. È l'unico che mi è rimasto al mondo. E ogni cosa che dice lui per me è come se fosse legge.
Sorrise di nuovo ed uscì dalla porta.
Mi sedetti con la testa fra le mani. Ero in trappola e quella stupida sembrava completamente dipendere dal padre. E se quello un giorno le avesse detto "Buttati dalla finestra!", lei ci si sarebbe buttata?
Non avevo nulla. Il cellulare mi era stato sottratto e ormai avevo soltanto il foglio stropicciato del contratto, rimasto nella tasca dei miei jeans. Lo estrassi. E mi venne un'idea.
Presi una matita che si trovava sulla scrivania situata alla sinistra del letto che mi era stato concesso e sul retro del foglio scrissi: «Sono in trappola, con tizi che hanno progetti fantomatici per me. Dark ha colpito. Nadhia Raimon.»
Era come se fosse un messaggio in codice.
Ora avrei soltanto dovuto inserirlo nella cassetta delle poste, ma come arrivarci?
Afferrai una busta malandata lasciata in un angolo da Inolya che conteneva alcuni vestiti di pessimo gusto destinato a me e la accartocciai attorno al foglio a formare una sorta di pacco imballato alla bell'e meglio. Scrissi l'indirizzo di casa mia e con un gesto fulmineo uscii dalla camera e mi avviai lungo il corridoio.
Vidi da una finestrella la figura divina di una cassetta. Era fuori, nel giardino, con tre cani rognosi davanti il portone e la bionda figlia di Dark che suonava la chitarra cantando con i domestici.
Che bella la vita.
Entrai nella camera della ragazza dai capelli chilometrici, che si trovava a poca distanza dalla mia, e gettai il foglio ben piegato fra le altre cartoline e chi piu ne ha più ne metta che Inolya avrebbe dovuto spedire.
Tornai di nuovo in camera mia, non senza aver fatto un giretto fra i corridoi.
Ero veramente in una prigione.
Sembrava fatta apposta per me.
Maledissi me stessa e la mia folle decisione e decisi che avrei ascoltato un po'di più gli insegnamenti di mia sorella.
"La realtà ha sempre due facce."

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro