𝕒𝕟𝕥𝕖𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒

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Presi le mie cose, indossai le Nike e sgusciai fuori dalla mia villa senza alcun tipo di problema, conoscendone ogni angolo, spazio e segreto.
Era sera, perciò non doveva esserci nessuno secondo le ricerche che avevo fatto.
Impostai il silenzioso al mio cellulare e con passo felpato mi diressi verso il portone, ignorando le chiacchiere amabili di mio padre, mia sorella e quei due altezzosi.
Finalmente, la mia famiglia e la mia squadra sarebbero stati fieri di me.
Uscii nel buio e grazie a Google Maps arrivai a quello che doveva essere l'edificio della Zeus.
Quella scuola, che più che scuola sembrava un autentico tempio greco, era sviluppata a pianta quadrangolare su una collinetta e non sembrava esserci nessuno.
Andai vicino l'ingresso, attraversando il sentiero costellato di cespugli, facendo in modo di nascondermi fra le loro ombre.
Il cancello era chiuso ed alto e non ero una tipa molto atletica. Ero però una ragazzina minuta e facendo attenzione, mi insinuai fra le sbarre del cancello e corsi dentro.
-E così è questa la scuola di Byron: la scuola ospitante la squadra più temuta del Football Frontier.
Notai una finestrella vicino la porta lasciata aperta e, con un'agilità che credevo inesistente, mi introdussi nella scuola.
Statue di eroi, dei e arazzi ornavano le pareti e i corridoi di quell'immenso labirinto.
-Non c'è tempo per guardare, bisogna agire.
Avvisati un cartello con su scritto "ufficio del preside" e sgattaiolai in quella direzione.
La scuola sembrava deserta ma dovevo fare comunque attenzione.
Eccolo! Forzai la serratura con una forcina e mi intrufolai all'interno della stanza.
Beh, un ufficio apparentemente simile a quello di mio padre.
Dietro la scrivania, disposte ad anello nell'aula, vi erano varie sezioni.
"Primo anno", "Maturità","Amministrazione", e via così.
Eppure, ebbi un presentimento.
Aggirai la scrivania e vidi un cassetto. Lo aprii e, infilando la mano e tastandone la struttura, mi accorsi di un doppio fondo.
Usai di nuovo la forcina e riuscii ad aprirlo.
Dentro vi erano alcuni fogli.
-Contratto con la Alius Academy, ma cosa?
Lo lessi. Era un accordo attraverso il quale volevano distruggere tutte le scuole presenti sulla Terra, a partire dalla nostra.
Inorridii. La Alius era la scuola del mio futuro fratellastro: dovevo avvertire papà. Immediatamente.
Vi era un altro foglio ma non feci in tempo a leggerlo.
Richiusi subito il cassetto, quando mi accorsi di una figura imponente alla porta della stanza.
-Bene, bene.
Con passi studiati si avvicinò a me. Era lui: il fantomatico e misterioso Rey Dark.
-A quanto pare abbiamo degli intrusi.
Lo fissai dura e cercai con lo sguardo una via di fuga.
-Nadhia Raimon...un classico.
-Che cosa vuoi? - riuscii a chiedere.
-Forse questa domanda dovrei porla io a te.
-Come sai chi sono?
-Sei tale e quale a tua madre e hai lo stesso carattere testardo di tuo padre.
Contrassi la mascella.
-Cosa sai di mia madre?
Lui ridacchiò ma non mi rispose.
-Ad ogni modo, mia cara, cosa stai cercando?
Non replicai.
-So come ti senti. - mi sussurrò all'orecchio, così vicino che non mi ero neanche resa conto che aveva fatto dei passi verso di me.
Rabbrividii.
-Sei solo un pazzo.
-Un pazzo che ha il tuo stesso scopo.
Cercai di scostarmi.
-Che cosa?
-Perché sei venuta qui da sola? Perché non ti sei fatta accompagnare? Oh, mia cara..tu vuoi dimostrare agli altri di aver fatto qualcosa di buono. Per la tua scuola e soprattutto a tuo padre.
Aveva colto nel segno.
-Stai vaneggiando.
-No, Nadhia. Quella che vaneggia qui sei TU.
Con una rapida mossa corsi verso la porta.
-Non così in fretta, mocciosa.
Comparve infatti una ragazza bionda dagli occhi neri. Sembrava una mia coetanea, per quel poco che potevo intravedere.
-E adesso chi saresti?
-Ti presento Inolya Dark, mia figlia. Sarà la tua compagna nel tuo periodo di..."villeggiatura", da noi.
Spalancai gli occhi.
-No, no, voi non avete capito proprio nulla.
Rey ghignò.
-Accetta la mia offerta e non ti farò alcun male. Lavora con me, hai delle ottime potenzialità,e avrai il tuo riscatto verso tutti coloro che non hanno mai creduto in te.
Ci sapeva fare con le parole.
Fissai prima lui, poi quella ragazza che aveva un nonsoché di angelico.
Poi sogghignai.
-Io non mi faccio dare ordini da nessuno, Rey Dark.
Marcai le ultime due parole.
Eppure, mi ero appena cacciata in qualcosa più grande di me.

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