Capitolo 2: Amico 友達

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-La smetti di fissarmi?
-È inevitabile, vedendo quello che stai facendo.
Era appena scoccata la pausa fra l'ora di matematica e quella di storia giapponese che sarebbe dovuta iniziare a momenti. Invece di limitarmi come avevo sempre fatto a scrutare gli altri gruppetti da lontano e di dare ulteriori soddisfazioni a Byron, ero presa in una delle mie attività preferite che il biondo aveva interrotto.
Mi stavo limando e smaltando le unghie in classe. Lo so, non sono propriamente normale.
-Ma che puzza, cos'è?- intervenne una ragazza, Aki, tappandosi il nasino tempestato di efelidi.
-Eccola, Nadhia, come al solito!- strillò di nuovo la ragazza che prima aveva insultato me e Byron nel tentativo di affossarmi nuovamente,
-SMETTETELA DI STARNAZZARE, INVIDIOSE!
Fecero esattamente come avevo ordinato, ovviamente. Come si permettevano, d'altronde, quelle due ochette?
Io sorrisi subito, soddisfatta, ma assunsi poi un'espressione sdegnata vedendo che Byron si stava sganasciando dalle risate e mancava poco che crollasse dalla sua sedia.
-Mi spieghi che problemi hai?- domandai io, sbuffando. Ma perché poi mi stavo anche preoccupando di ciò che faceva lui, mi chiesi allo stesso momento?
-Nemmeno il primo giorno che sono qui e ho visto di tutto. E poi perché dovrebbero essere gelose di te, solo perché ti metti lo smalto?
-Perché io al cambio dell'ora lo posso fare, loro invece no.
-E perché loro non potrebbero, sentiamo?
Rimasi lì per lì muta. Se solo fosse venuto a sapere del fatto che io ero la figlia dell'amministratore delegato della scuola, Sonny Raimon, dato di cui ovviamente tutti erano a conoscenza, tranne lui che era appena arrivato e forse non aveva ancora fatto quel collegamento, avrei perso la possibilità di avere almeno un amico sincero. Non che fosse particolarmente simpatico, però. All'interno dell'ambiente scolastico non avevo infatti dei veri amici.
Più che altro frequentavo persone esterne all'istituto, anche più grandi di me, poiché a scuola tutti mi si avvicinavano soltanto per chiedermi dei favori, grazie al mio cognome, e perché ero popolare soprattutto fra i ragazzi. Mi sfruttavano, in poche parole, regalandomi oltre al danno anche la beffa di essere presa in giro alle mie spalle, ma avevo imparato a girare alla larga da elementi del genere.
Decisi perciò di non dire nulla, lasciando che il tempo scegliesse da sé la strada che il nostro strano e malaugurato rapporto avrebbe preso.
-Non me frega nulla dei professori.
-Spavalda la ragazza.
-Molto, Love.
-Non per nulla sei la sorella di Nelly.
-Che vuoi dire?
-Lei era una che non si faceva problemi a dire la propria opinione. Me la ricordo, al torneo.
-Stavate insieme?
-No, ma mi piaceva.
Non me ne stupii. Mia sorella faceva colpo, forse anche più di me, da sempre. Eppure, ci rimasi un po'male, forse perché ero gelosa davvero..ma no, non avrei mai dovuto essere invidiosa della mia esatta metà, Nelly.
-E tu? Sei mai stata con un ragazzo? - riprese, questa volta abbassando di poco la voce con mia grande sorpresa.
Aggrottai le sopracciglia, richiudendo la boccetta di smalto rosa. Non doveva venire a sapere subito ciò che mi era successo, anche perché la voce, ovviamente storpiata e deformata, si era già diffusa da molte settimane. Voltando subito il viso sul mio diario, mentii spudoratamente.
-Sì, non ricordo neanche il nome dell'ultimo.
-Oh..per essere così piccola..
-Piccola?Che gufi, se abbiamo la stessa età? Ti sembra che io, Nadhia Raimon, non abbia mai avuto ragazzi?
Byron mi guardò di nuovo, inclinando il volto che sapeva essere indecifrabile, e rise nuovamente e più sguaiatamente di prima.
-Poi dici che non te la credi, bambolina.
Ci rimasi male, anche lui aveva frainteso i miei atteggiamenti. Dovevo allora davvero cambiarli?
-Byron, non anche tu, per favore! Cercavo solo di essere simpatica.
Mi girai poi verso il docente che era appena arrivato e cercai di evitarlo per tutta la giornata, nonostante i suoi continui e fastidioso tentativi di punzecchiarmi con una matita.
-Come inizio, niente male..
Inizio? Quale inizio? Che cosa vuoi da me, Love?
-Byron, sei tu che hai la stessa opinione degli altri, pensavo invece che saresti potuto essere diverso da tutta questa feccia!
-Almeno facciamo una conversazione senza botta e risposta, me lo concedi?
-Ma tu sei l'eccellente Byron Love! A te che importa di me? Non sono e mai potrò essere al tuo livello!
-Voglio essere tuo amico. Sei la prima ragazza qui che ho conosciuto che mi sembra condividere le mie stesse sorti. E poi, non sono altezzoso. Forse do l'aria di esserlo.
Rimasi colpita dalle sue parole così sincere, sospirando poi esausta e sollevata allo stesso tempo di udire una verità così pura che mi appariva così reale.
Anche per me è così...siamo veramente simili.
Eppure, questa confessione restò incastonata a marcire nei meandri più profondi della mia anima.

Finì così l'interminabile giornata, senza che io e Byron avessimo davvero chiarito. Mi affrettai infatti ad andarmene non appena l'ultima campanella rintoccò, lasciandolo a bocca asciutta, troppo preoccupata di fare anche solo un'ulteriore mossa che potesse compromettere quel rapporto a cui stavo tenendo più di quanto non avessi mai fatto con qualcosa dopo la rottura con Kazumi e il mio fidanzato.
Uscii dalla scuola, non prima di essermi sistemata i miei boccoli rosa, e mi diressi verso la mia automobile privata, parcheggiata poco lontana dai campi sportivi verso cui i tesserati del club si stavano invece recando per continuare il loro pomeriggio.
-Ciao, Peter.- esordii annoiata, mentre il mio maggiordomo, che era con me da quando avevo memoria, mi apriva solennemente la portiera per salire nel veicolo, mentre io distrattamente prendevo posto cercando insperatamente la bionda e lunghissima chioma dell'inimitabile Byron fare capolino e spiccare fra tutti quegli studenti così uguali tra loro.
-Buongiorno signorina, come sono andate le sue lezioni?
-Bene. Nelly?
Amavo molto stare con mia sorella, era la mia confidente preferita se non l'unica, e avevo assolutamente bisogno di discutere ogni dettaglio sulle mie travagliate emozioni risvegliatesi al contatto con Byron Love.
-La signorina Nelly oggi rimane con i ragazzi della squadra di calcio, signorina Nadhia.
-Ah, capisco.
Mi limitai a guardare fuori dal finestrino mentre il paesaggio di Tokyo dominato dall'Inazuma Tower scorreva veloce accanto a noi, spettatore estraneo ad ogni mio tormento.
Sì, ero ricca. Sì, ero invidiata. Eppure, c'era sempre qualcosa che era mancato e quel qualcosa adesso riemergeva con tutta la sua prepotenza.
Mi resi conto che fino a quel momento avevo avuto solo amiche false alle quali non importava com'ero io realmente né cosa io ero pronta ad offrire in termini relazionali.
Nelly questi problemi non li aveva mai avuti, semplicemente perché lei aveva saputo scegliere le amicizie giuste, mentre io mi ero buttata a capofitto fra le braccia delle prime persone che credevo mi avrebbero voluta bene.
Avevo perso anche quello che forse sarebbe potuto essere un mio primo eventuale vero amico.
Ci fermammo nel giardino della tenuta lussuosa nella quale abitavo e, dopo essere stata scortata da Peter, mi avviai all'ingresso, salendone i gradini antistanti il grande portone d'entrata.
Io sono Nadhia Raimon, non ho certo bisogno delle amicizie di quei tipi!
Mi resi conto che io ero sempre su un piano superiore rispetto a quelli che mi sparlavano dietro e che non avrei dovuto avere bisogno di loro. Ero così confusa, i e gli eppure ruotavano continuamente nella mia testa.
Proprio mentre stavo per entrare finalmente a casa, il mio telefono vibrò.
Lo estrassi dalla mia adorata borsa Gucci con la quale andavo a scuola contro ogni regola e controllai il messaggio ricevuto.
Da Sconosciuto:
Ma il tuo nome si pronuncia Nàdhia o Nadhìa?
Mi battei una mano sulla fronte, ridacchiando istericamente.
Non avevo dubbi su chi potesse essere il mittente.
Entrai e corsi subito, in preda ad una trafelata e strana ansia verso la mia stanza, non prima di avergli risposto e registrato il suo numero.
A Lovvino:
Ah, hai anche il mio numero? Comunque si dice Nadhìa.
Riposi il telefono e mi stesi sul letto, ascoltando i battiti del mio cuore aumentare sempre di più.
-Idiota.

3:35: Da Lovvino: E comunque, l'ho rubato dalla tua agenda personale mentre tu non mi guardavi. Adoro il tuo diario. E mi piaci tu.

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