Capitolo 3: Calcio サッカー

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Ah, che bello cantare sotto la doccia!
Stavo tranquillamente canticchiando una canzone di una girlband coreana, le Red Velvet, mentre mi insaponavo con il mio bagnoschiuma alle fragranze di magnolia e rosa, il mio preferito, quando udii il cellulare squillare.
Ma un attimo in pace?
Riemersi dall'acqua profumata che esalò in minuscole bollicine rosa e mi avvolsi nel mio accappatoio rosa, prendendo in mano il telefono, e risposi.
-Sì, pronto?
-Nàdhia!
Riconobbi all'istante la voce elegante e serafica dell'angelo biondo cui il mio cuore rispose con un soffio gradito ma ambiguo. Trattenni un sorriso mentre scivolavo verso il lavello per prendere una spazzola.
-Cosa vuoi, idiota? E poi si dice Nadhìa!
-Lo so, volevo solo farti arrabbiare.
-Poi dici che non sei insopportabile. Quindi, che vuoi?
-Puoi venire fra tipo venti minuti, a quel campetto al fiume? Subito però!
-Per...fare cosa?
-Vedere l'allenamento della squadra!
-Quale squadra?
-Certo che sei proprio ritardata! La Raimon, ti ricordo che ne faccio parte.
Controllai l'ora dando un'occhiata ad un orologio a pendolo nascosto dietro una nube rosata di essenze e bollicine che si mescolavano alla vaporosità della mia chioma confetto.
Ce l'avrei fatta ad asciugarmi i capelli, scegliere i vestiti e andare al campo dalla mia villa? Se mi ci fossi messa,ce l'avrei potuta anche fare...io però ero ancora irritata con lui.
-No, non vengo.
-Ma co-
Gli attaccai in faccia e mi strizzai i capelli, liberandomi dall'accappatoio ed indossando una camicia da notte perlata.
-Sorellina!
Nelly entrò come una furia inaspettata nel mio bagno privato senza neanche bussare ed io sbuffai, voltandosi verso di lei roteando la spazzola. La toeletta (sempre se così poteva chiamarsi, non sono certo un cane) era un mio momento personale di completo relax.
-Nelly! Ma non eri rimasta a scuola?
-Ho chiamato Peter per tornare a trovarti.- rispose, concisa e mnemonica come se stesse recitando gli appunti della sua agenda.
Stranita, arricciai il naso.
-Che avete tutti oggi?
Nelly rimase un po' delusa ma poi riprese il suo solito contegno, andando ad aprire la finestra del bagno per arieggiare tutto quel profumo e comportandosi come sempre da perfetta gestrice della situazione e delle persone.
-Vuoi venire a vedere gli allenamenti della squadra? Facciamo qualcosa di diverso invece di stare sempre a casa, ti va? Sono tornata proprio per questo.
Anche Byron me l'aveva chiesto ed io avevo rifiutato.  Solo che Nelly era mia sorella ed io quando potevo facevo ogni cosa insieme a lei. Decisi di continuare a rimanere insospettita da queste sue richieste.
-Perché dovrei?
-Così ti fai degli amici. Magari potrai anche decidere di entrare nel club.
-Io, nel club di calcio? Ma non se ne parla! E poi, non so..
-Dai!
-Nelly...
Sinceramente, nonostante ci fossimo contattati, non avevo voglia di vedere Byron.
-Va bene, tu vieni. Ti aspetto in macchina!
Ed uscì senza guardarsi indietro, fiatando con il tono di chi sa che ciò che vuole lo avrà. Era il classico atteggiamento pretendente di mia sorella. Non potei fare altro dunque che continuare a prepararmi.
Scelsi una camicia bianca, un jeans a vita alta e le mie fedeli Nike in platform. Infilai una giacca di pelle rosa e mi avviai a raggiungere mia sorella che mi stava aspettando nella nostra limousine.
Arrivammo al campetto in breve tempo.
Notai subito con occhi da falco palloni qua e là, maglie sporche di terra e ragazzi sudati: esattamente il mio incubo.
-Buon pomeriggio ragazzi.
Nelly andò con molta disinvoltura a sedersi sull'unica panca disponibile dove c'erano già le altre manager della squadra. Erano tutti più grandi di me di un anno o magari anche due.
Mi sentii abbastanza piccola, impalata senza sapere cosa fare e soprattutto terrorizzata, stranamente, di essere notata da Byron. Non mi avvicinai nemmeno al campo. Odio il sudore e odio la terra. Le mie graziose e costose perle si sarebbero infangate.
-Che c'è, hai paura di sporcarti?
E chi poteva essere se non Byron?
-Lasciami in pace, Byron.
Fece svolazzare i suoi lunghi capelli biondi e si avvicinò a me, muscoloso ma ben scolpito e contenuto nella divisa della sua squadra. Grondava sudore e aveva quasi il fiatone ma...era carino, molto.
-Si può sapere che ti ho fatto?
-Sono venuta solo per Nelly.
-Non cercare di sviare il discorso!
-Byron, io non sono altezzosa, è solo il mio modo di essere...simpatica. Sei tu che mi giudichi e non voglio essere chiamata in questo modo!
-Anche io scherzavo!
-Avevo paura che tu fossi diventato come gli altri.
Scorsi un misto di comprensione e ammirazione nei suoi grandi occhi rossi.
Mi abbracciò mentre io mi paralizzai sul posto.
-Non mi permetterei mai, io sono unico..
Non ricambiai l'abbraccio. Era fradicio di sudore. E io odio il sudore, già l'ho accennato.
-Byron...sei...sudato.
Si staccò, leggermente imbarazzato.
-Scusa..
-Byron Love, ti vergogni? - lo punzecchiai, più rilassata e serenamente divertita.
Solo in quel momento mi accorsi che mentre mi abbracciava aveva detto che lui stesso era unico.
Sorrisi e mi venne anche da ridere.
Non cambierà mai.
-Perché ridi?
-Ti rendi conto di cosa hai detto?
Finse di concentrarsi e poi schioccò le dita.
-Perché, non pensi io sia unico?
-No.
Rimase a guardarmi male.
Poi si accostò al mio orecchio e sussurrò, noncurante delle mie tacite proteste:
-So che non lo pensi in realtà.
E ritornò ad allenarsi.
-Ma la confidenza?

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