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                          Zeus

Un Dio padre, capo e protettore della famiglia degli uomini, scaglio fulmini, rendo il cielo limpido e lo compro con nuvole che dispendono pioggia a mio piacimento.
Sono il fato che domina gli eventi, impero tra il cielo, gli uomini e gli Dei.
Ho dato vita a numerosi Dei: Atena, Dea della saggezza, della guerra e dell'intelligenza; la fanciulla, Persefone; il luminoso, il puro, il Dio che porta la spada d'argento, Apollo; da Mnemosine nacquero le Muse.
Con Era invece, la mia legittima moglie, nacque Ares, che sta per convolare a nozze con Afrodite, Dea della bellezza, dell'amore e della generazione.
Dopo il matrimonio, si trasferiranno nella casa a fianco.

Sbuffo guardandomi intorno, seduto nella sala del trono dove ogni giorno si raduna il consiglio degli Dei per governare il mondo.
Le dimore del consiglio ergono intorno al mio palazzo d'oro, che insieme formano il Concilio degli Dei Celesti, meglio conosciute come le Dodici Divinità Olimpiche, sei maschi e sei femmine.

Ciascuna divinità non abita sola nel proprio palazzo, ma la Giunta degli dèi celesti ha al seguito dei cortigiani: così, ogni divinità maggiore ha una corte di divinità minori, di cui possiamo menzionare Le Muse, Le Càriti, Le Ore, Temi, Iris, Le Mòire, Ebe, Ganimede.
A capo della numerosa famiglia divina ci sono io, Zeus, Re e Padre degli Dèi.
Le altre divinità sono mia moglie, Era, Poseidone, mio fratello ed Estia sua sorella, Ares, Ermes, Efesto, Afrodite, Atena, i gemelli Apollo e Artemide, Demetra e infine, Dioniso.

Non tutti vivono peró sull’Olimpo: Ade, Tartaro, Averno, Carna, Larenta, Laverna, Tarpea e altri dimorano negli Inferi, in contrapposizione con noi divinità celesti Dei Superi e con le divinità della Terra, dette divinità ctonie.
Demetra ha deciso di vivere per sei mesi nell’Ade vicino alla figlia Persefone, poiché a breve si sposerà con Ade.
Poseidone abita in uno splendido palazzo intarsiato d’oro e perle, nei profondi abissi. Neanche Efesto abita sull’Olimpo, bensì dentro Vulcano, la sua officina.
Apollo e Dioniso abitano sull’Olimpo, ma trascorrono spesso lunghi periodi sulla Terra.
Molte altre divinità inferiori vivono tra gli uomini, sulla Terra, e risiedono nei luoghi di cui sono protettori.

Annoiato, noto in lontananza una serva arrivare, intralciata nelle sue stesse vesti, per poi fermarsi
davanti a una mia statua.
Si mette a pulirla delicatamente con lo straccio: passa sui miei riccioli per poi scendere sul mio volto, tocca le mie orecchie e il mio addome scolpito.
Dominato da un pensiero perverso, mi alzo e vado verso di lei.
Non mi vede arrivare, ma quando nota la mia presenza sussulta.
Ha due occhi da cerbiatta, ma allo stesso tempo ha un volto delicato e delle labbra carnose.
"Mi scusi, mio signore" afferma, portandosi una mano sulla bocca per non essersi chinata al mio cospetto.
"Entra nella stanza" le ordino di entrare in una delle tante stanze del palazzo.

Entriamo nella stanza e senza guardarmi intorno, capisco dall'odore aspro che è la stanza di Ares.

Tutti, mortali e non, sono a conoscenza del mio amore verso le donne, dei, ninfe o mortali.
Il mio potere e la mia posizione mi permettono di avere tutto ciò che mi passa per l'anticamera del cervello.
Tutti devono obbedire ai miei ordini, non accetto nessun no.

Cacciando via il pensiero di mio figlio che sta per sposarsi, scarico tutta la mia tensione sulla quella povera serva.
Ai mortali piace la droga, a me, Re Zeus, piace il sesso e le donne, sposato o non, niente mi può fermare dall'andare a letto con chi voglio.

Noto che la ragazza sta piangendo, presumibilmente dai dolori della mia potenza nello spingerglielo dentro ma non me ne curo: lei deve soddisfare tutti i miei bisogni.
"Fa silenzio" la ammonisco di fare silenzio e continuo ad uscire e entrare dentro di lei, senza indugio.

Allungo la mano e mi verso da bere, senza lasciare andare la mia preda.
Bevo e mi scarico dentro di lei.
"Inginocchiati" la obbligo a servirmi.
Lei si inginocchia sul pavimento di marmo e inizia a fare il suo lavoro.

Mentre la ragazza è intenta a fare il suo lavoro, penso a come sarebbe stato seducente se al posto di questa semplice serva ci fosse stata Afrodite.
Tuttavia ho voluto frenare i miei desideri perversi su quella dea sensuale, essendo promessa sposa di mio figlio Ares.

Una volta finito, caccio via la ragazza.
Quest'ultima non se lo fa ripetere due volte, afferra la sua veste ed esce dalla stanza correndo.


Vorrei ringraziare CristinaGelsomini e SouadKaaouar per l'aiuto.



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