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                             Era

In questo momento, sto spazzolando i miei lunghi capelli castani davanti allo specchio della mia camera.

Le mie azioni vengono interrotte quando sento bussare alla porta.
"Avanti" dico.

Entra Ludmilla, una delle serve, ma l'unica che mi è fedele.
Le altre sono tutte assetate dal desiderio di andare a letto con mio marito.
"Dimmi" la incito a parlare.
"Signora, Eleonora si è intrattenuta con vostro marito e si sono divertiti" spiega la serva.
"Va bene. Potete andare" rispondo.

Esce dalla stanza e sospiro rattristata sdraiandomi sul vasto letto.
"Ah, Zeus, perché non mi sei fedele?" Domando, passandomi una mano tra i capelli.

Nonostante siamo fratelli e sorella, Zeus ha deciso di sposarmi e dalla nostra unione sono nati Ares, Ebe, Efesto e Illizia.

In tutti questi anni, ho sempre cercato di renderlo felice, di riempire i suoi occhi così dal non guardare nessun'altra, ma Zeus è Zeus.

Invasa da una rabbia feroce, mi alzo dal letto dirigendomi verso il dormitorio delle ancelle del nostro palazzo.
A grandi falcate giungo alla mia destinazione.

Prima di irrompere nella stanza, sento la voce Eleonora descrivere alle altre come lei e mio marito si sono divertiti nella stanza di mio figlio.

Spalanco la porta e mi fiondo verso di lei e, con il sangue che bolle nelle orecchie, alzo la mano e le schiaffeggio il volto.
"Come osi, insolente" grido, afferrandola dai capelli.

Le altre ancelle guardano mentre tiro la ragazza dai capelli lungo il luminoso corridoio, ma nessuno osa avvicinarsi.
"Come osi farti vedere da mio marito?" Grido in preda alla gelosia.

L'idea che lei si fosse avvinghiata a mio marito, che lo avesse toccato e che fosse andata a letto con lui, mi fa arrabbiare ancora di più.
"Guardie, venite" ordino, spingendola per terra, mentre lei continua a singhiozzare e a scusarsi.
"Mandatela da Ade, ci penserà lui" ordino, osservandola strisciare verso le mie gambe.
"Chiedo clemenza, Signora" mi supplica di avere pietà.
"Chiunque osi avvicinarsi a mio marito, farà la stessa fine di quella sgualdrina." Digrigno, guardandole abbassare le loro teste.

Dopodiché, esco dalla stanza e mi reco da lui.
Mentre cammino, penso che tuttavia sono consapevole che non sono loro a desiderare ad avere a che fare con Zeus, che Eleonora è stata obbligata da lui per servirlo, ma è il mio unico modo per sbollirmi: punire tutte coloro che hanno a che fare con lui.

Varco la soglia della sala del trono, dove Zeus è abituato a sedersi.
È intento a parlare con alcuni ufficiali, non mi vede arrivare.
Cerco di sistemare la mie veste celeste e di nascondere alcune ciocce che sono sfuggite dallo chignon che ho sistemato stamattina.
"Era, cosa ti porta qui?" Domanda Zeus, facendo un gesto ai suoi uomini di uscire dalla sala.

Senza far notare la mia scollatura.
"Sei mio marito, non posso farti visita?" Domando sedendomi sulle sue gambe e avvolgendo il suo collo con le mie esili braccia.
Osservo il volto di lui e mi domando come abbia potuto sostituire me, la sovrana dell'Olimpo, Dea del matrimonio, del parto e delle donne, ma anche del cielo stellato, con una semplice serva del palazzo.

Caccio via il pensiero e rivolgo tutte le mie attenzioni a lui.
Mi chino leggermente verso di lui e faccio appoggiare le mie labbra su quelle di lui, ma a mio malgrado, il bacio non dura molto.

Mio marito se desidera qualcosa la ottiene: l'impossibile lo attira, ma una volta raggiunto, una volta tra le mani perde interesse.

Iraconda e vendicativa, estremamente gelosa di mio marito ed ogni volta che ne scopro un tradimento le mie reazioni sono distruttive.
Emblema dell'infedeltà di lui è Eracle.
La continua infedeltà di Zeus mi ha portata a odiare gli umani indistintamente.

"Marito mio, cosa ti turba?" Domando, accarezzandogli il volto.
Fin dall'inizio dai tempi, sono stata la principale consigliera di Zeus, oltre che sua confidente prediletta.
Nonostante ciò, rimango molto più debole di lui e non sono immune ai suoi castighi.
"Ti ho tradito" confessa.
"Con chi?" Domando, facendo finta di non sapere nulla.
"Con Eleonora" ammette.

Non mi aspettavo che amettesse tutto subito senza neanche cercare di trovare scuse.
"Lo so" confesso.
"Come l'hai scoperto?" Domanda curioso.
"Me l'ha riferito una serva" rispondo, omettendo il nome.
"Sono andata da lei, mi sono arrabbiata e per pulirla l'ho mandata da Ade" affermo, anche se vedo che la sua espressione cambia.
"Cosa hai fatto?" Domanda, facendo finta di non aver capito.
"L'ho mandata da Ade" ripeto.
"Andate nelle nostre stanze e aspettatemi come già sapete voi" ordina in un modo che non ammette repliche.
"Va bene, mio padrone" obbedisco e vado via.

Vorrei ringraziare CristinaGelsomini e SouadKaaouar per l'aiuto.




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