17. KARL

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Lanciai uno sguardo al grande orologio della sala. Erano le cinque di pomeriggio. Mi passai una mano tra i capelli, annoiata. Tra non molto i miei sarebbero tornati a casa dal lavoro. Izzy era uscita. Non sapevo dove fosse andata. Mi costrinsi a posare nuovamente lo sguardo sul libro che avevo davanti, mentre tamburellavo con le dita contro il tavolo. Qualcuno bussò alla porta. Sentii il cuore aumentare i battiti. Poteva essere di nuovo il mio misterioso corteggiatore? Mi ritrovai a correre fino alla porta che spalancai. Ethan mi comparve davanti con un sorriso.

-Ciao- disse. Indossava una camicia azzurra con le maniche arrotolate e un paio di jeans

-Ciao- gli risposi.

-Ho pensato di passare-

-Certo- feci un passo di lato. Non potevo rischiare che un raggio di sole mi colpisse. –Entra-

Ethan parve sorpreso dell'invito. –Posso?-

-A meno che tu non sia un vampiro, sì, puoi-

Il ragazzo rise alla battuta e avanzò. Fui avvolta dal suo profumo di lavanda. Un buonissimo profumo. Mi affrettai a chiudere la porta.

-Continuo a pensare a Lauren- disse -lei era certa di essere incinta, ma lo era davvero?- chiese, voltandosi verso di me.

-Il test era positivo- gli ricordai.

-Questo non vuol dire che fosse veramente incinta, forse il test era diffettoso-

-Aspetta, Lauren mi ha detto che aveva fatto degli altri esami- sussurrai, ricordando con una fitta al cuore la nostra ultima conversazione.

Ethan sorrise. -Perfetto-

-Dobbiamo capire se era realmente incinta- decisi.

-Forse ha fatto anche un'ecografia- disse Ethan –se riuscissimo a far parlare il suo medico forse potremo avere qualche informazione in più-

Far parlare il medico... forse avevo un'idea. –Alla madre di Lauren darebbe le informazioni- sussurrai.

-La madre?-

-Sì, Lauren aveva un'app che imitava la voce di sua madre... non alla perfezione, ma quello che basta-

-Potrebbe funzionare- annuì.

Il cuore mi batteva all'impazzata mentre lo facevo. Non ero abituata a fare quelle cose. Forse non era stata una buona idea. Inspirai a fondo. Dovevo farlo. Mi avvicinai il cellulare alle labbra e feci partire la chiamata.

-Studio medico Broller- rispose una voce femminile leggermente stridula. La segretaria.

-Buonasera, mia figlia ha fatto degli esami da voi- le dissi il nome, quindi attesi.

Sentii un rapido ticchettio. Le dita che picchiettavano sui tasti.  -Certo, i risultati dovrebbero essere arrivati tramite email-

Lanciai uno sguardo a Ethan uno sguardo. Lui annuì. Cosa voleva dire?

-Ehm, probabilmente la mail è finita nello spam- improvvisai, il cuore in gola. Odiavo improvvisare.

-La rimando- disse la segretaria.

-Sì, grazie- riattaccai.

-Ora dobbiamo solo hackerare la mail- disse Ethan.

-Come se fosse semplice- mormorai.

-Dovrò studiarci un po' su, ma è possibile-

Annuii, stancamente.

-Dobbiamo parlare con Karl- decise Ethan, con il suo irresistibile sorriso.

-Certo... che ne dici di questa sera?- non potevo rischiare di espormi ora alla luce del sole.

-Perfetto- sorrise -allora non vedo proprio l'ora che sia stasera- disse facendomi avvampare.

Karl stava sistemando il giardino di casa sua. I capelli neri gli ricadevano sul viso pallido. Mi fermai prima di raggiungerlo. Avevo bisogno di un attimo di tranquillità prima di affrontarlo. Sentii la presenza di Ethan al mio fianco, simile a una roccia. Qualcuno a cui appoggiarmi. Era bello questo pensiero, avevo bisogno di una presenza forte nella mia vita.

-Se non te la senti non sei costretta- mi ricordò.

-Lo devo fare... per Lauren-

Ethan annuì. –Sì, ti capisco, certe cose semplicemente si devono fare- mi posò una mano sulla spalla, incoraggiante. Avrei potuto fare qualsiasi cosa con lui al mio fianco.

-Andiamo- decisi, sorridendogli.

Lui mi sorrise a sua volta.

Avanzammo fino al cancello, fianco a fianco. Karl ci vide subito e mi riconobbe. Notai un'ombra passargli sul viso. Fu solo per un istante, poi posò il vaso che aveva in mano e ci venne incontro. –Ciao, Victoria- mi salutò, scrutandomi con i suoi attenti occhietti color nocciola. Non sapevo esattamente cos'avesse trovato in lui Lauren. Karl non era né bello, né affascinante. –Come stai?- aprì il cancello e uscì sul marciapiede.

-Bene- dissi –tu?-

-Bene, per quanto il dolore lo... - il suo sguardo si posò su Ethan e lo fissò sorpreso –ciao- lo salutò.

Restai sorpresa. Si conoscevano?

-Karl, è passato molto tempo- rispose Ethan.

-Moltissimo tempo- rispose Karl, giocherellando nervosamente con le dita. Era chiaramente a disagio. Cosa stava succedendo?

-Volevamo farti alcune domande su Lauren- procedette Ethan, la voce stranamente dura.

-Ditemi- rispose, ma continuava a fissare Ethan.

-Sapevi che Lauren era incinta?- le parole risultarono quasi brutali. Sobbalzai, non ero preparata a un approccio così diretto. La mia reazione fu nulla però in confronto a quella di Karl.

-Cosa?- chiese.

-Sei tu il padre?- Ethan glielo domandò a bruciapelo, lo sguardo attento. Voleva vedere la reazione.

-No, no, Lauren non mi aveva detto nulla- gemette Karl. Sembrava sincero. –Non è possibile, non poteva essere incinta-

-Forse sei tu il padre- tentai.

-No, non è possibile- si portò le mani al viso e se lo coprì. Le lacrime gli scivolarono lungo le guancia, comparendo tra le dita.

-Eri il suo ragazzo- disse Ethan –forse non lo sapevi, non te lo aveva ancora detto-

-No... io e Lauren non abbiamo mai avuto un rapporto- disse queste parole quasi con difficoltà.

Un brivido gelido mi percorse la schiena. –Cosa?- chiesi confusa.

-No, io e lei... non ci credo, non può avermi tradito-

Non replicai. Avevo la gola secca. In che guaio si era messa Lauren. Ripensai al suo diario. E se ci fosse stato del vero? Un misterioso visitatore notturno, qualcuno che si fingeva Wolly Wood... o che era Wolly Wood. Deglutii. In fondo lo avevo visto.

-Karl- lo chiamò Ethan, la voce dura –ho bisogno di sapere una cosa... c'era qualcuno che poteva avercela con Lauren?-

Il ragazzo sospirò stancamente e scosse la testa. Era esausto e disperato.

-Una donna- aggiunsi io, ripensando al trucco –una donna che ce l'aveva con lei-

Qualcosa nell'espressione di Karl cambiò e io compresi che ci eravamo avvicinati all'obiettivo. –Una donna?- domandò.

-Sì- confermai –una donna-

-Ellen, la mia ex- deglutì –avevano litigato... Lauren era comunque voluta entrare nel suo gruppo di gioco di ruolo-

-Gioco di ruolo?- chiesi sorpresa.

-Sì, si chiama Fantasy qualcosa... si mettono in costume-

-Grazie- disse Ethan –non sai quanto sei stato utile-

Karl annuì. -Certo- poi si allontanò.

-Tu pensi che sia sincero?- chiesi.

-Sì, era sincero, credo che amasse davvero la tua amica- nella sua voce sembrava esserci un tacito rimprovero.

Mi limitai a restare in silenzio. Ora avevamo un nome. Ellen.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa pensate dei nuovi sviluppi? E di Karl?

Spero che non ci siano errori visto che l'ho dovuto rileggere in fretta, ma volevo pubblicare il capitolo oggi.

A presto

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