24. IL BACIO

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Camminammo fianco a fianco lungo il vialetto che conduceva alla mia porta. Erano quasi le due di notte, per cui avevamo fatto tardi, molto tardi, ma non mi dispiaceva. Eravamo illuminati dalla spettrale luce della luna.

-Mi è piaciuta molto questa serata- mormorai, le braccia strette intorno al corpo. Non era per il freddo, non solo almeno. Mi sentivo sconfitta. Avevo fallito. Avrei dovuto dirgli della malattia e non l'avevo fatto. E poi c'era il fatto che sarei dovuta partire per il college.

-Ne sono felice, speravo proprio che il mio posto segreto ti piacesse- rispose lui.

-Domani partirò per il college- dissi tutto d'un fiato, fermandomi. Eravamo ad appena due metri da casa mia. Mi voltai verso di lui. Ethan mi fissava con sguardo cupo. Non riuscivo a definire che cosa stesse pensando. Deglutii. Avevo la gola secca. Era finita.

-Domani?- mi chiese con un filo di voce.

Annuii. –Sì, sarà difficile senza Lauren- e senza di te. Perché stavo pensando questo? Non avevo forse trovato il mio misterioso corteggiatore? Non ne ero felice? In fondo John sarebbe venuto al college. Certo, ma... in quel momento avrei proprio voluto che fosse Ethan. Il pensiero mi colpì come un pugno. Cercai di dissimulare. È risaputo che le cose vere non sono mai all'altezza delle aspettative. L'immaginazione supera ogni cosa.

-Te la caverai, sei in gamba- mi rispose Ethan e piegò le labbra nel suo sorriso, quello capace di scaldarmi il cuore. Esisteva un altro sorriso uguale a quello al mondo? Ero certa di no, era unico come Ethan.

-Non sono poi così in gamba- indugiai, senza sapere cosa fare o cosa dire.

-Invece la sei- mi posò una mano sulla spalla.

Era quindi arrivato il momento dei saluti. Peggio ancora, quello era il momento degli addii. Sentii il cuore fare un balzo nel mio petto. –Spero di esserla- sussurrai –ehm, ciao-

Ethan parve indugiare, poi mosse appena le labbra. –Ciao-

A quel punto avrei dovuto voltarmi e dirigermi verso casa. Semplice, molto semplice. Le cose però non andarono proprio così.  In seguito non avrei mai saputo dire cos'era successo. Feci un passo, ma presi una storta e barcollai. Ethan si lanciò in avanti e mi afferrò per la vita, sostenendomi. Io mi voltai e andai a sbattere contro di lui, il mio naso contro il suo.

-Ops!- esclamai, tirandomi indietro –Sono proprio maldestra!-

Le sue mani si strinsero più forti intorno alla mia vita. –Tu non sei maldestra- mi fissò con i suoi bellissimi occhi grigi.

-Grazie- sussurrai.

-Di cosa?- rispose lui, la voce bassa, flebile.

-Perché sei l'unico a cui importa qualcosa di me- gli dissi piano, come se fosse la confessione più importante del mondo.

Lui sorrise. –Pensare a te è la cosa che preferisco-

Mi spinsi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia, ma invece Ethan spostò la testa e mi ritrovare a sfiorare le sue labbra. Morbidissime labbra che sapevano di cioccolato al peperoncino. Sentii il cuore battere furiosamente, mentre le mie mani si appoggiavano alle sue spalle e lui mi sollevava. Le mie labbra si schiusero e ci baciammo. Il mio primo bacio. La sua lingua sfiorò la mia e sentii una scarica che mi percorse il corpo, rendendomi tremanti le gambe e affannoso il respiro. Mi strinsi forte a lui, aggrappandomi con forza quasi brutale. Probabilmente se Ethan non mi avesse sostenuta sarei caduta a terra. C'eravamo solo noi due al mondo. L'unica cosa che sentivo era il rombo folle del mio cuore. Fu solo quando il silenzio della notte fu rotto da un forte rumore che ci staccammo. Ethan mi lasciò e io arretrai, le labbra che mi bruciavano. Restammo fermi, immobili nella notte, i nostri sguardi agganciati. Notai che sulle sue labbra c'erano le tracce del mio rossetto. Il colpo non si ripeté e presto il silenzio della notte tornò a essere sovrano. Improvvisamente ripensai a quello che mi avevano detto su Ethan, che era un tipo poco raccomandabile, che era stato addirittura in riformatorio.

-Credo che tu debba andare- disse, il tono indecifrabile, lo sguardo grigio che brillava.

Le sue parole mi sorpresero. –Sì, domani mattina devo partire presto- farfugliai, quasi mangiandomi le parole.

-Sì... e poi è meglio stare lontani da tipi come me-

-Cosa vuoi dire?-

-Entra, voglio essere certo che tu arrivi sana e salva- quello ero un addio, un vero addio che mi strinse il cuore.

Annuii debolmente e lo salutai con un debole cenno del capo. Probabilmente non lo avrei più rivisto. Mi voltai e mi diressi verso la porta, mordicchiandomi le labbra che avevano ancora quel gusto piccante di cioccolato al peperoncino. Sorrisi tra me e me.

La prima cosa di cui mi resi conto quando entrai fu che i miei erano ancora svegli. Un brivido mi percorse la schiena. Si erano accorti che ero uscita di nascosto! Ben presto mi si sarebbe avventato addosso un vero tsunami. Deglutii. Vidi che la luce in salotto era accesa e sentii che le voci provenivano da lì. Avevo due possibilità. O avvicinarmi e ascoltare, oppure correre di sopra e buttarmi nel letto. Sebbene il mio animo poco coraggioso volesse correre di sopra a nascondersi, decisi che dovevo affrontare il problema. Il giorno successivo in fondo sarei diventata una studentessa universitaria. Mi avvicinai, passo dopo passo, cercando di muovermi il più piano possibile, il cuore in gola, le labbra che ancora mi bruciavano.

Sentii prima la voce di mia madre, che sembrava commossa, come se stesse per piangere. –Gli esami non sono sbagliati, continua a peggiorare-

Un brivido gelido mi percorse la schiena. No, non si trattava della mia uscita notturna. Fosse stato per così poco...

-Dovremo dirglielo- mormorò mio padre.

-Sì, credo di sì, ma domani parte per il college, non possiamo rovinarle questo momento-

Arretrai piano. La testa mi girava. Ero molto peggiorata. Sentii dei rumori in salotto. Mi affrettai a correre verso la mia stanza. Avevo bisogno di riflettere e di stare da sola. Aprii la porta della mia stanza e mi lasciai cadere sul letto. Quella sera avrebbe potuto essere la più bella della mia vita, in fondo avevo baciato il ragazzo di cui ero innamorata da una vita. Invece era appena diventata la peggiore, perché avevo sfiorato la felicità e poi ne ero stata ricacciata indietro, ero tornata nel regno delle tenebre. Ero certa che avrei pianto, ma le lacrime non spinsero per uscire. Non riuscii a piangere. Neppure una lacrima. Mi sembrava impossibile che stesse tutto per finire. Non ora che potevo essere davvero felice. Se una cosa è troppo bella per essere vera, probabilmente la è.


NOTE DELL'AUTRICE :

Ciao!

Cosa pensate del bacio? E della scoperta di Vicky?

A presto

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