Capitolo 4

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Era notte fonda quando i motori si fermarono e un Due Zampe dalla corporatura minuta e i capelli rossi e riccioluti, probabilmente uno stalliere, aprì la porta del trailer, io rizzai le orecchie cercando di essere vigile, mentre la curiosità aumentava dentro di me, volevo assolutamente sapere dov'ero finito.

Lo stalliere mi fece uscire, io lo seguii subito, camminando con un passo ben più svelto del mio accompagnatore che per poco non scivolò.
Mi guardai immediatamente attorno alzando il muso e girandomi a destra e sinistra beccandomi pure qualche maledizione dallo stalliere che secondo lui ero "iperattivo, iper agitato e quasi intrattabile" e poi qualche altro "iper" di cui non ricordo, ma era buio troppo buio per vedere, allora, tristemente, mi misi il cuore in pace, continuando a seguire l'uomo.

Entrammo in una grande stalla, dove contai circa venti box, dieci su una parete e dieci sull'altra, ma la cosa che mi sorprese è che non c'era quel maledetto tanfo di letame che si sentiva da Winner, li' l'unico odore, era quello del fieno che, personalmente, adoravo.

Le pareti erano state da poco ridipinte di un rosso accesso accostato ad un giallo pulcino, anche i box sembravano ben tenuti e sotto ognuno di essi c'era una targhetta in ferro su cui era inciso in bella calligrafia il nome del cavallo.

La maggior parte degli inquilini dei box stava dormendo, altri nel vedermi passare si avvicinarono per osservarmi, io non li degnai di uno sguardo.
Arrivammo alla fine della stalla, lì in fondo c'era un grande box vuoto e senza targhetta, capii subito che quello sarebbe stata la mia nuova dimora, ed era anche molto meglio di come l'avevo immaginata.

Mi fiondai subito dentro, trascinando sempre il povero stalliere, che una volta che fui all'interno del box lui lasciò la presa, ringraziando per non essere caduto per la seconda volta.

Si avvicinò a me per togliermi la cavezza, poi disse accarezzandomi rapidamente il collo: << Sei proprio un bell'animale, sai? >> E tu no, sai? Odio quando la gente mi dice cose del genere come se parlasse a un neonato.

L'uomo se ne andò, lasciandomi finalmente solo, già, ero contento di stare un po' in solitudine accompagnato solo dalle mie fantasie su quel luogo.

Innanzitutto mi misi a percorrere il perimetro del box una ventina di volte, giusto per assicurarmi che non ci fossero passaggi segreti o cose simili, ma potei confermare che cose del genere esistevano solo nei libri medievali, quindi, stanco per quella notte più che agitata provai a chiudere occhio.

Inutile dire che finii con l'aspettare il sorgere del sole da sveglio, con tutte quelle novità era impensabile dormire, anzi forse potei pure definirlo un peccato.

Quando fu l'alba lo capii dal sole che filtrava nella stalla e dai nitriti degli altri cavalli che scalciavano per reclamare la loro dose di cibo mattutina.

Passò uno stalliere che era incredibilmente muscoloso e abbronzato, trasportava un carretto contenente i mangimi per noi cavalli e ad ogni box si fermava per distribuire la quantità giusta di cibo.
Appena passò da me mi lanciò un'occhiata curiosa, probabilmente doveva aver capito che ero nuovo, poi mi diede la colazione che sbranai in poco tempo.

Una volta che il Due Zampe del cibo se ne andò con il suo carrettino passarono pochi minuti che entrò subito un'altro ragazzo sui diciott'anni nella stalla.

Indossava dei vestiti da equitazione eleganti e probabilmente delle migliori marche, che io, cavallo, non conoscevo, era magro ma anche lui abbastanza muscoloso, portava degli o occhiali da sole e i capelli corvini scompigliati.
Camminò con la testa alta fino al mio box dove si fermò e si tolse gli occhiali rivelando due occhi azzurri, quasi blu.

<< Quindi tu sei il cavallo che era di Robert, il nuovo arrivato >> disse tutto d'un fiato continuando ad osservarmi attentamente, mi sentivo quasi in difficoltà sotto quello sguardo così vigile pronto a captare la minima imperfezione, come se fossi un opera d'arte sotto lo sguardo di un intenditore.

Dopo cinque secondi esclamò << Sei una meraviglia >> Tirai un respiro di sollievo: esame passato.

<< ...Ma ora vediamo se sei anche bravo >> Continuò mentre mi mise la cavezza per portarmi fuori dal box.

Venni legato nel bel mezzo del corridoio e qui, il ragazzo, iniziò a spazzolarmi per bene, erano mesi che non ricevevo una bella pulita e la polvere che si era accumulata su di me era molta, anche la coda e la criniera che dovrebbero essere color panna ora erano di un marroncino per nulla rassicurante.

Odiavo letteralmente stare fermo immobile mentre venivo pulito, mi infastidiva sentire continuamente la spazzola e la striglia che scorrevano sul mio manto, ma, almeno, dopo una buona mezz'ora ero pulito in modo decente, il mio manto finalmente era di un nero lucido e il bianco della criniera finalmente era... Bianco.

Lo sguardo del Due Zampe, però, si soffermò sulla mia zampa ferita, non era passato molto tempo da quando Winner imbracciò il fucile e mi colpì per fermarmi e sopratutto nonostante il veterinario mi aveva obbligato a riposare ero stato continuamente messo sotto sforzo, con il risultato di avere una zampa perennemente gonfia.

Si inginocchiò e esaminò delicatamente il taglio profondo che aveva fatto il proiettile poi disse sorpreso: << Ma cosa diamine di ti ha fatto Winner? Sembra che ti abbia sparato alla zampa... Quel uomo andrebbe denunciato >> Concordo e anche in pieno.

Si rialzò da terra spolverandosi i pantaloni poi continuò << Oggi non farò nulla di pesante, il tuo vecchio padrone ti deve aver traumatizzato, voglio solo vedere come ti comporti quando ti monto ma senza sella >>

Poi si rivolse ad uno stalliere che stava pulendo in quel momento un box vuoto << Bill, chiama il veterinario per stasera che questo cavallo ha una ferita che non mi piace >>
Bill annuì << Certo, lo farò, James >>

James, ecco come si chiamava il ragazzo, che in quel momento sparì in quella che doveva essere la selleria.
Lo sentii trafficare tra gli oggetti, facendomi supporre che stava cercando qualcosa e, giudicando il tempo che passava lì dentro, non doveva averla trovata.
Finalmente lo vidi uscire con una testiera nuova di zecca, ecco ci risiamo con altri che mi vogliono cavalcare... Era iniziato tutto nel modo giusto.

Abbassai le orecchie, facendo capire che non volevo farmi mettere quella roba in bocca, ma l'unica cosa che ottenni fu il far ridacchiare James che sia avvicinò a me comunque per mettermi il morso.

E fui sorpreso dal modo con cui lo fece, non mi fece male ma fu rapidissimo, una volta pronto mi fece uscire dalla selleria.

Fuori c'era un sole abbagliante e finalmente potei ammirare la mia nuova casa, era qualcosa di enorme.

C'erano cavalli accomodanti da Due Zampe ovunque, per non parlare dei box, dovevano essere più di un centinaio.
Intorno a noi, a delimitare il confine del maneggio, c'era una pista che capii che era per le corse, infatti una decina di cavalli stava correndo a velocità vertiginose che io le posso raggiungere solo e nei sogni.

Mi sentivo sotto gli sguardi di tutti, infatti quando passavo venivo osservato, e la cosa mi infastidiva infatti accelerai il passo.

James mi condusse in un campo di sabbia abbastanza grande e vuoto coperto da un tettuccio, raggiungemmo il centro del campo e mi fermai.

Volevo dare un possibilità a James, non volevo riservargli al stessa sorte di Winner, lui di certo non lo meritava, avrei provato a fare il bravo cavallo, se poi invece il mio fantino si sarebbe trasformato in una sottospecie di satana, anche se Winner era peggio di satana sia ben inteso, gli avrei fatto fare la fine del piccione spiaccicato, tipo prima voli poi ti schianti... Poi era pure senza sella.

Salì su di me con un balzo, era agile e glielo devo riconoscere, non come qualcuno di mia conoscenza.

I primi venti minuti li facemmo al passo, lui tenne sempre i suoi modi di fare degni di una fata, poi strinse leggermente le gambe e io trottai, lo sentivo come se era una parte di me, per poco mi dimenticai della sua esistenza e un fremetti per partire al galoppo, avevo voglia di andare, di correre, ma James tirò le redini trattenendomi.

Sbuffai dissenso ma mi arresi, lui mi accarezzò sul collo dicendo << Ehi, qui qualcuno vuole correre! >> Ma va?! Da cosa l'hai intuito? Qualcuno gli porti un Nobel.

Il ragazzo rallentò ancor di più facendo una transizione al passo per poi fermarmi del tutto, spostò lo sguardo verso la staccionata dove c'era un uomo sui cinquant'anni.
<< Papà >> iniziò James << Questo è il cavallo nuovo, che te ne pare >>

L'uomo si grattò il mento per poi annuire << Senz'ombra di dubbio è un bel cavallo, ha anche un mantello abbastanza raro, un Silver Dapple se non sbaglio, è di razza Purosangue Inglese? >>

Il figlio scosse la testa << La razza non la so, dicono di averlo trovato in libertà, sua madre era morta e lui era solo un puledro... Adesso ha un anno e mezzo >>
Il padre mi accarezzò sul muso, lungo la mia lista bianca << Dai, fallo correre, vediamo come se la cava >>

James mi portò sulla pista tenendomi al passo, in una frazione di secondo strinse le gambe e io partii subito al galoppo.

La zampa mi faceva nuovamente male ma non ci badai, ora volevo solo una cosa: correre, il mio cavaliere seguiva ogni mio movimento con il bacino, lasciandomi le redini lunghe, così che potevo accelerare, e continuai ad andare più forte senza nemmeno rendermene conto, una falcata tirava l'altra ormai.

Dopo dieci giri al galoppo James mi fece fermare e andò nuovamente vicino al padre dicendo con sorriso a 360 gradi: << È nato per correre, un po' di addestramento e lo manderemo in pista >>

ANGOLO DELL'AUTRICE
Finalmente ecco un proprietario decente per Night! Cosa pensate di James? Ho cercato di renderlo più gentile possibile, spero di esserci riuscita!
Il cavallo che ho messo nella foto di inizio capitolo è per darvi un'idea di com'è il nostro protagonista, solo che lui è più scuro e con la criniera più chiara.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!!
La tizia che corre coi lupi

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