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Un'altra giornata è appena cominciata, oltrepassiamo il grande cancello della scuola, come se stessimo varcando le porte dell'inferno, a passo lento.

Procediamo sempre più lentamente verso la nostra aula, la nostra insegnante di storia, la signorina Wilson, ci attende già seduta in cattedra per le prime due ore scolastiche.

«Ok ragazzi, buongiorno. Prendete posto. Oggi faremo interrogazione a sorpresa.» Esclama superiore.

«Che buongiorno di merda!» Borbotto voltandomi a guardare la mia amica Brianna.

«Smettila scema e fai silenzio. Che è la volta buona che ci interroga e non ho studiato una mazza. Mi spieghi perché cavolo siamo entrare a scuola oggi?» La ascolto lamentarsi.

«Silenzio! Fate un po' di silenzio su. Se no interrogo a tappeto, vi avverto. C'è qualche volontario? Qualche benefattore pronto a salvare qualche compagno impreparato e diventare cosi l'eroe nazionale della classe?» si prende gioco di noi la Wilson.

Mi guardo intorno per ispezionare i volti dei nostri compagni.

«Nessuno?» Domanda ancora la nostra insegnante.

«Stronza!» Sussurro sottovoce, offendendola.

«Angel ti prego, salvaci tu.» Scorgo Brianna voltarsi e supplicare la nostra sempre preparata vicina di banco.

«Se prendo un cattivo voto mi sarai debitrice per tutto l'anno scolastico.» alza il suo braccio proponendosi senza molte via di fuga.

«Nessun altro? Ok. Per questa volta mi accontenterò della signorina Hale, soltanto perché non voglio scavare più a fondo.»

«Siamo salve!» Commentiamo, mentre osserviamo la nostra salvatrice venir spennata viva da quella strega della nostra insegnante.

Le ore successive passano velocemente.

L'ultima ora di educazione fisica con il professore Stone ci attende.

Raggiungiamo la palestra, dopo esserci cambiate negli spogliatoi della scuola.

«Ben arrivati ragazzi.» Ci accoglie il nostro professore.

«Speriamo non ci faccia sudare.» Mi lamento a voce bassa verso la mia amica Brianna.

«Oggi inizieremo con una bella corsetta.» Ci informa soddisfatto lui.

«Ops...» Si prende gioco di me Brianna iniziando già a correre.

«Vi odio tutti.» Ringhio come un animale impazzito, raggiungendo con una camminata veloce quella stronza della mia amica.

«Smettila scema, non ho intenzione di correre. Fermati. Rallenta.» La supplico già stanca, confermandomi per la pigra che sono.

Sembro averla convinta.

Passeggiamo lentamente, accennando una piccola corsa solo quando gli occhi del professore si posano su di noi.

«Ho discusso con Simon ieri.

Credo proprio che la nostra storia sia giunta al termine.» Confessa tristemente.

Guardo Brianna fermare la nostra lenta camminata.

«Non so che dirti tesoro, lo sai non sono mai stata brava con le parole.

Mi dispiace, non mi piace vederti soffrire.

Però voglio dirti che io ci sono sempre, ti voglio bene.» Rispondo.

Raggiungiamo gli spogliatoi stanche, prendo il cellulare da dentro la borsa.

«Che succede?» Mi chiede Brianna, notando il mio sguardo sul telefono.

«Ben ha provato a chiamarmi.» Confesso, ricevendo subito dopo una notifica che avvisa l'arrivo di un messaggio.

"Perché non rispondi?"

"È successo qualcosa?" chiedo iniziando a preoccuparmi.

"Sono qui fuori." scrive.

"Arrivo."

«È qui fuori.» le rivelo.

«Cambiamoci ed usciamo allora.» dice prendendomi per mano.

Lo guardo osservarci da lontano seduto sulla panchina, difronte scuola.

«Sarà arrabbiato per qualcosa secondo te?» Chiedo titubante alla mia amica.

"A volte è così lunatico." Penso, mentre aspetto la sua risposta.

«Hai fatto qualcosa per cui lui potrebbe essere arrabbiato?» Mi chiede Brianna perplessa.

«No, ma con lui non si sa mai.» ridiamo, scherzandoci su.

Continuo ad osservare la sua aria imbronciata per capire il suo stato d'animo.

«Eccovi qui finalmente.» esclama balzando in piedi difronte a noi.

«Un bradipo cammina più veloce di voi ragazze. Andiamo a prendere l'autobus. Sempre che non vogliate perdere questa corsa ed aspettare un'ora e mezza per l'arrivo del prossimo bus.» Continuiamo a guardarlo parlare in religioso silenzio, iniziando a camminare sotto il suo autoritario comando, come delle stupide rimbambite a cui è stato messo in stand-by momentaneamente il cervello.

«Pranzi con me oggi?» Mi chiede Ben una volta saliti sull'autobus.

Lo guardo sedersi di fianco a me, nell'ultimo posto libero.

«È successo qualcosa?» Chiedo apprensiva guardando la sua espressione corrucciata.

«Ho solo bisogno di passar del tempo con te.» Confessa, continuando a nascondere il problema.

Volto lo sguardo verso la mia amica che ascolta la nostra conversazione in silenzio.

«Va bene, mangio con te. Avverto mamma con un messaggio, okay?» Cedo alla sua silenziosa richiesta d'aiuto raccogliendo il telefono da dentro il mio zaino.

Guardo il suo viso già più sereno.

«Tutto bene oggi a scuola?» Lo sento chiedere a Brianna, per iniziare una conversazione.

«Per poco non prendevamo un'altra insufficienza.» La sento rispondergli con aria scherzosa.

Vediamo l'autobus fermarsi ad un'altra fermata.

«Ed ecco la mia fermata. Vi saluto, mi raccomando fate i bravi, buona passeggiata e trattamela bene.» Ci saluta lei, affrettando il passo per scendere.

«Come sempre.» Lo sento sussurrare mentre ricambiamo il saluto di Brianna e la osserviamo iniziare a camminare.

«Tutto bene?» Chiedo con cautela, una volta soli poggiando la testa sulla sua spalla.

Mi guarda dolcemente, accennando un sorriso amorevole.

«Ho discusso con mio padre oggi.» Confessa.

«Oh davvero?» Chiedo prontamente, drizzando la schiena.

«Sì, non è un problema, litighiamo spesso, ma oggi è stato diverso. Credo di aver esagerato, ma sai come sono fatto, sono stanco di sentirmi dire sempre le solite frasi: ''Non c'è la faccio più a sopportarti, non vedo l'ora che te ne vai via di casa, sei un peso per noi.''

Mi fa sentire così fuori posto.» Confessa tristemente.

Siedo sulle sue gambe e lascio che le mie mani lascino delle leggere carezze sul suo viso.

Lo osservo socchiudere gli occhi al contatto con le mie mani.

Spargo tanti piccoli baci, senza mancare neanche il minimo tratto di pelle, soffermandomi poi sui miei punti preferiti, i suoi occhi, il suo naso, le sue labbra, senza stancarmi mai.

«Baciami ancora.» Mi supplica accennando un sorriso.

«Posso anche non smettere più.» Sorrido felice per esser riuscita nel mio intento, migliorare almeno un pochino il suo cattivo umore. 

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Angolo Autrice:

È molto tempo che non vi dedico un po' di attenzioni.
Non son molto brava a scrivere
gli spazi autrice, non so mai bene cosa scrivervi.
Spero soltanto che stiate apprezzando la mia storia.

Anzi  fatevi sentire vi piace?

Son molto contenta e soddisfatta dei commenti e dei consigli che continuate a rilasciarmi.

(*)Oggettivamente poi chi è che non lo guarderebbe come
una rimbambita? xD Ahahahah

Baci ♡

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