17.2

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«Riesce a farsi perdonare tutte le volte. Non riesco mai a farmi valere, riesce a manipolarmi come gli pare e piace, ed inizio a stancarmi di essere così debole.» Sbuffo lamentandomi con Brianna.

«Sei soltanto molto innamorata di lui Riley.»interviene lei per tentare di consolarmi.

«Lo hai sentito stamattina?» Domanda una volta salite sull'autobus.

«No, non ancora.» Le rispondo semplicemente.

«Quindi non sa ancora che stamattina non andremo a scuola?» Mi chiede simulando uno sbuffo, prevedendo la bufera.

«No, non lo sa.» Confermo la sua ipotesi, perchè a volte ero stanca di sentirmi così impotente difronte al suo potere, che preferivo nascondermi.

«E cosa stai aspettando scusa?» Sbotta furiosa, cercando di farmi ragionare.

«Non lo so.» Ammetto, sopraffatta dalla bufera di emozioni contrastanti che continuo a provare.

«Hey Ben, sei a lavoro?» Faccio partire la telefonata una volta raggiunta la villa comunale non molto distante dal "Rosee Coffe".

«Perché dove dovrei essere scusa?» chiede lui bruscamente.

«Non sono andata a scuola.» confesso colpevole, e prevedo guai.

«Cosa? E perché non me lo hai detto prima scusa, mi sarei organizzato diversamente e vi avrei fatto compagnia, o forse non desideravi avermi intorno? Cos'è la mia presenza sarebbe stata compromettente per i tuoi piani? È così Riley?» risponde del tutto infastidito.

«Non è così.» Sussurro, e sono semplicemente stanca di litigare.

«E allora perché? Dimmelo o giuro che vengo a trovarti, ovunque tu sia.» Alza il tono di voce.

«Non ho mai fatto nulla per farti dubitare di me Ben, ho solo dimenticato di avvertirti prima, dato che lo abbiamo deciso all'ultimo secondo con Brianna.» Ammetto.

«Brianna lo sapeva ed io no. Certo faceva comodo anche a lei che io non ci fossi.» Esclama furioso facendo percepire la sua voce anche alla mia vicina.

«Smettila Ben, non farne sempre un dramma. Non tirarmi in ballo, non sono la tua fidanzata a cui puoi dire tutto e non fiata mai, con me non funziona così.» lo rimbecca lei con tono alto per farsi sentire.

«Dove siete?» Chiede, ignorandola completamente.

«Siamo alla villa comunale.» Confesso.

«Sto arrivando.» Ci informa con un tono che non ammette repliche.

«Ed il lavoro?» Chiedo proprio mentre lui riattacca.

«Ha riattaccato.» Mi volto ad informare Brianna.

«Non ho voglia di assistere ad una vostra lite, non ancora.» Confessa.

«Neanch'io.» Sussurro aspettandomi già il peggio.

«Sta arrivando.» Sussurra Brianna, dopo qualche minuto.

«Come dici?» Chiedo risvegliandomi dal mio torpore.

«Ben, ha appena varcato il cancello della villa.» Mi informa, facendo aumentare la mia ansia.

Lo osservo, seduta ancora sulla panchina in legno, quella nascosta dietro gli alberi.

Ci cerca con lo sguardo, è nervoso, lo si può notare sin da qui.

«Ci sta cercando.» Mi avverte Brianna, invogliandomi a darmi una mossa.

«Già.» Rispondo semplicemente.

«E noi non gli andremo incontro?» Chiede.

«No, credo proprio di no.» Le rispondo, sapendo di starmi scavando la fossa sempre di più da sola.

«Si incavolerà ancora di più.» Mi avverte titubante.

«Lo so.» Le rispondo consapevole.

«Ma non ti importa.» Domanda cauta Brianna.

«Già.» Esclamo mentre noto il suo sguardo posarsi su di noi.

«Finalmente vi ho trovate, cavolo, ma non avete visto che vi stavo cercando?» Borbotta Ben dopo averci raggiunte.

«È da molto che ci cerchi?» Chiedo facendo la finta tonta per infastidirlo.

«Mi stai prendendo in giro?» Accusa lui.

«Per niente.» Rispondo dispotica.

«Si sta prendendo gioco di me, non è così?» Chiede rivolgendosi a Brianna.

«Non mettetemi in mezzo.» Replica lei alzando in su le braccia.

Accenna un sorriso da matto e si volta a guardarmi.

«Non provocarmi Riley.» Sussurra minacciosamente, rivolgendosi verso di me, provocandomi un leggero sorriso.

«Ciao.» Ad un tratto una voce alle sue spalle interrompe questo strano battibecco.

«Hey.» Ben ricambia il sorriso con imbarazzo.

«Quanto tempo che non ci si vede, amico.»

E mi perdo a studiare questo strano personaggio con cui il mio fidanzato ha appena cominciato una conversazione.

É un ragazzo mingherlino, capelli rasati, i suoi occhiali ricordano quelli di Harry Potter, le sue mani sono tremolanti...

«Una vita.» Replica ancora Ben senza dargli troppa confidenza.

«Eh già. Ti sei fidanzato ed hai messo la testa apposto non è così?» Chiede lo sconosciuto con un sorriso sincero sulle labbra.

«Così sembrerebbe Skar

«Dovrei trovarne una anch'io che mi faccia mettere la capa apposto, sono ridotto male.» Confessa Skar guardando Ben dritto negli occhi.

«Ne fai ancora uso?» Lo sento chiedergli.

"Uso di cosa?" penso.

«Son passato alla ketamina.» Confessa lui senza peli nella lingua, come se parlasse della cosa più naturale al mondo.

Brianna si volta a guardarmi.

«Va bene Skar, è stato un piacere rivederti, ma noi ahimè abbiamo alcune cose da fare.» Ben cerca di troncare la conversione e fuggire via nel migliore dei modi.

«Si, amico tranquillo, fatti vivo quando vuoi.» Lo saluta cordialmente Skar.

«Con piacere.» Ben lo fredda con un semplice gesto della mano, lanciandoci una veloce occhiata per farci capire che dobbiamo seguirlo senza replicare.

«Ketamina?» Chiede Brianna una volta allontanati.

«Frequenti davvero gente come lui, ancora?» Domando contemporaneamente.

«Hai mai provato?» Chiede subito dopo Brianna.

E sembra avere un filo conduttore che lega le nostre menti.

«Ma sei scema o cosa, certo che no. Non sono così stupido.» Risponde prontamente Ben evitando completamente la mia domanda.

«Lo spero.» Esclamo in un sussurro terminando così il discorso. 

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