20.3

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«Sono a casa.» Urlo varcando la soglia di casa.

«Riley cara ho fatto la torta che ti piace tanto, ne vuoi un po'?» Mamma accorre a salutarmi indicandomi la torta al cioccolato sul tavolo da pranzo.

«Mamma sai che non riesco mai a dirti di no.» Piagnucolo iniziando a mangiarne un pezzo.

«Papà?» Chiedo curiosa.

«È uscito con Seth. Non chiedermi a far cosa, perché non ne ho la più pallida idea.» Sorride lasciandomi sola in salone, per tornare in cucina a finir di preparare la cena.

Salgo in camera mia, il mio comodo letto mi aspetta a braccia aperte.

Mi ci butto a capofitto.

«Ti sono mancata?» Gli sussurro strofinando il volto sulle morbide lenzuola.

Ben.

Chissà cosa voleva dirmi?

Quanto mi pento di non aver preso quella scorciatoia adesso.

Gli occhi si offuscano a causa delle lacrime, che premono desiderose di sgorgare fuori.

Non devo piangere.

Non devo piangere.

Non piango.

Uno notifica sul cellulare blocca il flusso dei miei pensieri.

"Senti Riley sono stanca di questa situazione, te lo prometto non ne parleremo, sarà come se non fosse mai esistito nelle nostre vite.

Manchi.

Manchi tanto.

Separate siamo incomplete, torna ad essere la mia parte mancante.

Ti voglio bene."

Brianna.

"Manchi infinitamente.

Manchi fino a farmi bloccare il respiro.

Manchi, ma sei sempre stata qui, con me, incisa nel mio cuore."

Che stupida sono stata a pensare che fosse possibile trascorrere un tempo così lungo senza il mio cuore.

E piango pensando a come ho allontanato da me le persone che amo, rendendo sempre più complicato e difficile il processo di guarigione da questa malattia incurabile che mi ha colpita e contaminata, che porta il nome di Ben Roberts.

"Devo parlarti." La notifica di un messaggio da parte di Ben mi risveglia dal mio torpore.

"Non ho nulla da dirti." Rispondo nervosa.

"Riley, ho detto che devo parlarti."

Non rispondo.

La suoneria del cellulare spezza il silenzio della mia camera.

Non rispondo.

"Rispondimi Riley o giuro su mia madre che corro a casa tua, anzi credo che potrei essere lì tra meno di cinque minuti."

«Che vuoi?» Dico dopo aver fatto partire la telefonata, priva di speranza.

«Servono le minacce per ottenere una risposta, sul serio? Smetti di fare la bambina capricciosa, sai che con me non attacca

«Perché? Perché mi conosci meglio di chiunque altro? Eppure non è servito a farti restare accanto a me. Cosa pretendi dopo questi mesi lontani? Il divertimento è finito torno da Riley?»

«Potrei dire la stessa cosa di te scema.»

«Non dirmi scema. E no sai benissimo che non avrei mai potuto sostituirti così velocemente, è per questo che sei tornato, non mi avresti mai cercata se avessi anche solo dubitato del contrario.»

«Vale lo stesso per me Riley, non è cambiato nulla

«Lasciami in pace.»

«Sei destinata a me. Sei stata mia, lo sei e sempre lo sarai. È scritto nel nostro destino Riley.»

Ed era sempre stato bravo a comprarmi con le parole Ben Roberts, pendevo da esse.

E se la mia mente mi urlava di lasciare perdere, il mio cuore non chiedeva altro che buttarsi a capofitto in questo forte e travolgente amore.

Probabilmente ci saremo allontanati ancora, ma avremo continuato a cercarci.

Avremo continuato a cercarci senza volerlo, senza saperlo, continuando a scappare l'uno dall'altro.

Perché il loro era un amore difficile da gestire, ma loro avrebbero continuato ancora a cercarsi.

E Ben aveva ragione su questo, era scritto nel nostro destino. 

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