22.5

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Avverto mio madre prima di uscire, mi do una sistemata veloce, saluto le ragazze e mi fiondo a passo lento fuori casa.

Raggiungo la fermata dell'autobus difronte al parco, ed aspetto.

Qualche minuto più tardi sento il telefono vibrare, faccio scorrere il dito sullo schermo e leggo...

"Siamo a due curve dalla fermata.

Sei già lì? Sto arrivando."

Sollevo lo sguardo dal cellulare non appena sento lo stridio dei freni.

Salgo su, timbro il mio biglietto e raggiungo il fondo dell'autobus.

«Finalmente sei qui.» Ben mi stringe tra le sue braccia, facendomi sedere tra le sue gambe, nonostante i posti liberi.

«Ci siamo visti soltanto ieri.» Lo prendo in giro.

«Lo so, ma non posso farci nulla, mi sei mancata ugualmente.» scherza.

Sorrido. «Anche io non riesco più a fare a meno di te, del tuo profumo...» Sussurro poggiando il naso proprio sotto al suo orecchio.

Profuma di tabacco e menta, ispiro forte l'odore della sua pelle e Ben ha sempre odorato di casa.

Socchiudo gli occhi, mentre continuo a riempire i polmoni con la sua presenza.

«Provochi dipendenza.» Confesso, aprendo lentamente gli occhi per fissarli nei suoi, che non hanno smesso di osservarmi un secondo.

Ha una mano poggiata sul ginocchio, mentre l'altra stringe sempre più bisognosa di contatto la pelle scoperta del mio fianco.

«Siamo soli in casa.» Sussurra vicino al mio orecchio, nascondendo il volto nell'incavo del mio collo.

I miei occhi si posano con irruenza sulla sua mandibola, su quella sporgenza che continua a mettersi in mostra tutte le volte che tende la mascella nervosamente.

Ed è un maledetto richiamo.

Mi avvicino, cominciando a lasciare tanti piccoli baci su ogni centimetro del suo volto.

«Come mai non sei andato con loro?» Chiedo dolcemente.

«Quando mi hai detto che volevi venire, ho finto di continuare a dormire e quando mia madre si è avvicinata per sapere se volessi andare insieme a loro da mia sorella, ho semplicemente detto che avevo ancora sonno e mi hanno lasciato stare. Tanto a mio padre ho fatto soltanto un favore. Lo so che preferisce quando non gli giro intorno.» guardo l'espressione del suo volto cambiare impercettibilmente, i suoi occhi fissano il vuoto, le sue labbra non accennano più un sorriso, il mio Ben.

«Amore...» Sussurro stringendolo tra le braccia e poggio due dita sotto il suo mento per spostare quei due pozzi scuri e profondi che si ritrova al posto degli occhi verso il mio volto.

Mi guarda, accennando un leggero sorriso per cercare di non rovinare il mio buonumore, il nostro, e guardandomi dritto negli occhi dice...

«Amami come soltanto tu riesci a farmi sentire amato, fai l'amore con me oggi, domani. Fai l'amore con me non appena arriviamo in casa.

Sii mia soltanto e rendimi tuo.» sussurra stringendomi sempre con più forza tra le sue braccia, nascondendo il volto sul mio seno.

Bacio dolcemente il suo volto e ricambiando il suo abbraccio sussurro: «Sono Tua.». 

Percepisco il braccio di Ben sollevarsi fino a raggiungere il tasto Stop, per prenotare la nostra fermata.

Picchietta la mano un paio di volte sulla mia gamba, facendomi intuire che è arrivato il momento di scendere.

Poggiamo i piedi sull'asfalto e camminando silenziosamente raggiungiamo la nostra destinazione.

Oltrepassiamo un piccolo cancello rosso e continuiamo a camminare fino a raggiungere l'entrata del palazzo.

Saliamo le due rampe di scale, data la mia fobia per gli ascensori, fino a fermarci difronte la porta del suo appartamento.

Chiude il portone alle nostre spalle, un lungo corridoio, si presenta difronte ai miei occhi.

Avverto il rumore della porta che sbatte alle mie spalle, Ben con impazienza avvolge il mio corpo tra le sue lunghe braccia. 

La mia schiena aderisce completamente al suo petto, il suo mento spigoloso esercita una lieve pressione sulla mia spalla. Mi perdo ad osservare il suo sorriso accennato con la coda dell'occhio: <<Come sei impaziente tesoro.>> sussurro prendendomi gioco di lui.

E Ben coglie la mia provocazione prontamente.

<<Tu non immagini quanto mia piccola ed ingenua Riley.>> sussurra avido al mio orecchio, avvicinando il suo corpo sempre più al mio, così tanto da avvertire la sua eccitazione alle mie spalle.

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